Il Fiumicino Waterfront, il mega porto nel mare di Roma di cui nessuno parla

Una inchiesta di The Guardian porta all’attenzione internazionale la controversa costruzione di una enorme infrastruttura destinata alle navi crociere che a quanto pare sarà poi gestita da Royal Caribbean e dal fondo d’investimento britannico Icon Infrastructure

di Carlo Longo

Le navi crociere alle porte di Roma, il porto gigante di cui nessuno parla. Il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato un articolo a firma Giorgio Ghigliore che racconta della controversia in corso a Isola Sacra, una frazione di Fiumicino, a circa 32 km dalla Capitale. Questo piccolo borgo, caratterizzato da case familiari a bassa costruzione, giardini e campi, non sembra il luogo ideale per attrarre turisti. Un faro ormai in rovina e la darsena dei bilancioni, la spiaggia che prende il nome dalle case su palafitte un tempo usate dai pescatori, sono le principali attrazioni turistiche del posto. Tuttavia, questo tranquillo angolo di costa si trova ora al centro di un acceso dibattito (forse più all’estero che in Italia), poiché a quanto pare è destinato a diventare il sito per la costruzione di un nuovo porto, il Fiumicino Waterfront, progetto che sta sollevando preoccupazioni per il futuro dell’area.

Il progetto, a quanto scrive The Guardian, prevede la realizzazione di un grande porto per crociere, un’infrastruttura che sarà gestita congiuntamente dalla compagnia Royal Caribbean e dal fondo d’investimento britannico Icon Infrastructure. Le autorità locali appoggiano l’iniziativa, convinte che il porto porterà nuove opportunità di lavoro e una crescita economica, soprattutto legata al turismo. Tuttavia, numerosi gruppi locali, tra cui associazioni ambientaliste e cittadini, sono fortemente contrari. Il timore maggiore riguarda l’impatto che la costruzione avrà sull’ambiente marino e sull’ecosistema locale, con particolare preoccupazione per la distruzione di habitat naturali e il rischio di un peggioramento delle condizioni di inquinamento.

Gianfranco Miconi, un pensionato di 72 anni soprannominato “Attila” e residente da oltre 30 anni in una delle case su palafitte che potrebbero essere abbattute per far spazio al nuovo porto, esprime la sua preoccupazione. Secondo Miconi, l’area è stata trascurata dalle autorità per anni, e sebbene ora appaia degradata, è ancora un luogo di straordinaria bellezza, utilizzato come set cinematografico per film con attori come Charlize Theron, Andy Garcia e Uma Thurman. “Questo è un posto incantevole”, afferma Miconi. “Se sembra trascurato, è perché le autorità non se ne sono mai occupate.”

L’area di Isola Sacra è stata oggetto di un altro grande progetto di portualità nel 2010, quando fu approvata la costruzione di quella che sarebbe dovuta diventare la marina più grande del Mediterraneo. Tuttavia, il progetto fu interrotto quando il promotore Francesco Bellavista Caltagirone fu arrestato per frode, anche se successivamente fu assolto. Dopo un decennio di stasi, tre anni fa Royal Caribbean acquistò il terreno per 12 milioni di euro, per poi venderne il 90% a Icon Infrastructure, ottenendo il permesso di trasformare l’area in un porto dedicato esclusivamente alle navi da crociera.

Il progetto, che prevede l’installazione di numerosi attracchi per piccole imbarcazioni e una banchina per le navi da crociera di classe Oasis, le più grandi al mondo, ha suscitato forti preoccupazioni tra gli abitanti. Queste navi, che sono alte 72 metri, raggiungono dimensioni impressionanti, essendo alte il doppio rispetto al faro di Fiumicino, e possono trasportare fino a 5.000 passeggeri. Giancarlo Petrelli, un ingegnere in pensione che fa parte delle “Tavole del Porto”, un gruppo di associazioni locali, esprime le sue riserve sul progetto, ritenendo che i benefici economici siano illusori. “Dicono che il porto porterà lavoro, ma i marinai non saranno assunti localmente e i turisti non saranno interessati a Fiumicino, ma a Roma. E poi, chi pensa al traffico e all’inquinamento causati da 5.000 persone che vanno e vengono da Roma?”, afferma Petrelli. La preoccupazione per l’inquinamento ambientale e il traffico congestionato è dunque molto forte tra i residenti.

Il progetto, inoltre, potrebbe avere un impatto significativo sulla costa. La costruzione di una barriera frangiflutti lunga 800 metri, che è stata eretta durante i lavori del vecchio porto, ha già modificato le correnti marine, causando l’erosione delle spiagge di Focene e Fregene, che si trovano a nord di Isola Sacra. Petrelli teme che l’espansione del porto possa peggiorare questa situazione e danneggiare ulteriormente l’ecosistema marino. La zona dove il nuovo porto dovrebbe sorgere è, infatti, caratterizzata da acque poco profonde, e per fare spazio alle grandi navi da crociera, i costruttori dovranno scavare circa 3 milioni di metri cubi di sabbia, un terzo della quale verrà utilizzata per rinforzare le spiagge di Focene e Fregene.

Federica Giunta, antropologa e attivista del Collettivo No Porto, solleva altre preoccupazioni riguardo alla cementificazione della costa. Secondo Giunta, il progetto prevede anche la costruzione di un altro porto per la flotta di pesca, il che porterebbe a un ulteriore intervento di cementificazione dell’intera zona costiera. A queste preoccupazioni si aggiunge quella di Pietro Spirito, ex presidente dell’Autorità del Mar Tirreno Centrale, che mette in guardia contro il fatto che la proprietà del porto sarebbe detenuta da Royal Caribbean, una compagnia privata, e che questa potrebbe aprire la strada a future privatizzazioni di spazi pubblici. “Essere a 20 km dalla capitale d’Italia non è come essere su un’isola privata. Se questo progetto va in porto, potrebbero esserci altre aziende che potrebbero chiedere di creare altre fermate private in luoghi pubblici”, afferma Spirito.

Nonostante le preoccupazioni e le opposizioni, la realizzazione del porto non sembra essere fermata. Il progetto è stato incluso nel piano di lavori per il Giubileo cattolico, che durerà fino a gennaio 2026, ma la costruzione non è ancora iniziata, bloccata da ulteriori valutazioni ambientali e obiezioni burocratiche. Tuttavia, Royal Caribbean ha dichiarato che alcune navi potrebbero già ancorare al largo della costa di Fiumicino a partire da novembre 2025, trasferendo i passeggeri a terra con piccole imbarcazioni.

In difesa del progetto, un portavoce di Fiumicino Waterfront ha dichiarato che il porto risponde a una “necessità reale” per l’Italia, poiché il paese ha una carenza di banchine adeguate per le navi da crociera e le infrastrutture portuali nel Lazio sono inferiori rispetto ad altri porti turistici come quelli di Barcellona. Inoltre, l’azienda promette che il progetto fornirà circa 7.000 posti di lavoro, di cui 2.000 durante la costruzione e 5.000 una volta terminata. Per limitare le emissioni, le navi da crociera dovrebbero collegarsi alla rete elettrica a terra, anziché utilizzare i tradizionali generatori diesel.

Mario Baccini, il sindaco di Fiumicino, ha descritto il nuovo porto come un’opportunità storica che cambierà in meglio la città, senza alcun costo per il comune. Secondo il sindaco, il rischio maggiore non è rappresentato dalle navi da crociera, ma dalla possibilità che Fiumicino non sfrutti appieno il suo potenziale turistico.

Nel frattempo, Gianfranco Miconi, residente a Isola Sacra, si mostra fermo nelle sue convinzioni, guardando il tramonto dalla finestra della sua casa su palafitte, e dichiarando: “Questo è il posto più bello del mondo e non intendo andarmene, a meno che non sia morto.” La comunità locale continua a lottare contro un progetto che, pur promettendo sviluppo economico, potrebbe compromettere per sempre l’equilibrio naturale e il carattere di questo angolo di Italia.

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