Il giorno del premier Li Qiang. Non c’é svolta nell’economia cinese, ma Pechino aumenta la spesa militare e tecnologica

La Cina punta a far crescere il Pil a “circa il 5%” quest’anno e a creare più di 12 milioni di nuovi posti di lavoro nelle città, mantenendo il tasso di disoccupazione urbana al 5,5% e l’inflazione al 3%. Lo ha annunciato il neopremier Li Qiang, illustrando il suo primo rapporto governativo durante sul podio del Lianghui, le due sessioni plenarie dei principali organi della complessa architettura istituzionale del paese, la Conferenza consultiva politica del popolo (Cppcc) e il Congresso Nazionale (Npc), ossia l’assemblea legislativa. Un appuntamento cruciale, al quale partecipano non solo i delegati eletti ma l’elite intera del paese, nel corso del quale, se verranno ratificate le decisioni di fatto giá prese dai vertici del Partito comunista, si delineeranno anche i nuovi equilibri interni all’apparto e le priorità future della leadership, condizionate da preoccupazioni e timori per l’andamento dell’economia e per i mutamenti geopolitici in atto a causa della guerra in Ucraina e di quella in Medio Oriente.

Il premier, che come è stato annunciato in apertura dei lavori non terrá, per la prima volta dal 1991, la tradizionale conferenza stampa alla quale si erano accreditati numerosissimi giornalisti stranieri, non ha mancato di ammettere che la ripresa economica sarà difficile dopo la pandemia  e che lo scenario globale certo non aiuta lo sviluppo del paese, annunciando un obiettivo di deficit di bilancio in linea con i dati dello scorso anno e il varo di nuovi titoli speciali  a partire da un’emissione di 1 trilione di yuan quest’anno, con i governi locali che potranno a loro volta 3,9 trilioni di yuan (542 miliardi di dollari) di obbligazioni, da utilizzare principalmente per le infrastrutture, un aumento di 100 miliardi di yuan (13,9 miliardi di dollari) rispetto allo scorso anno.

“La stabilità è di importanza generale, poiché è la base di tutto ciò che facciamo”, ha affermato parlando mentre il presidente  Xi Jiaoping lo scrutava a distanza nella Sala Grande del Popolo. “In particolare, -ha detto- dobbiamo portare avanti la trasformazione del modello di crescita, apportando aggiustamenti strutturali, migliorando la qualità e potenziando le prestazioni”. Parole le sue miranti a rassicurare e ad aumentare la fiducia nell’economia cinese, che  è alle prese con un settore immobiliare in difficoltà, pressioni deflazionistiche, un esodo di capitali stranieri, un mercato azionario malconcio e un tasso di natalità record. Il primo ministro, al suo debutto in questa veste al Lianghui,  ha anche svelato che la Cina aumenterá il suo bilancio militare – come si è appreso  di ben il 7,2% e sará fissato a 1,66 trilioni di yuan, 231,4miliardi di dollari circa- e  che l’Esercito popolare di liberazione rafforzerá “l’addestramento e la preparazione militare a tutti i livelli”.

Li ha promesso inoltre una maggiore stabilitá politica – negli ultimi mesi numerosi funzionari di alto rango e dirigenti della difesa sono stati rimossi dalle loro posizioni- trasparenza per le imprese e  un potenziamento e miglioramento della “comunicazione con il mercato”, impegnandosi anche a aoffrire maggiore sostegno al mercato immobiliare. E ha affermato  anche che la Cina è impegnata in una politica estera indipendente di pace e a garantire che “uno sviluppo di alta qualità e una maggiore sicurezza si rafforzino a vicenda”.Il premier ha annunciato anche che  la Cina ha aumentato del 10% il suo budget annuale per la scienza e la tecnologia, raggiungendo la cifra senza precedenti di 370,8 miliardi di yuan (51,6 miliardi di dollari), l’aumento più consistente dal 2019 dopo anni di crescita minima, promettendo di rafforzare gli investimenti nei big data e nell’intelligenza artificiale (AI) e di lanciare una serie di importanti programmi scientifici e tecnologici.

 

 

 

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