Nel Regno Unito i nuovi farmaci antidiabetici verranno somministrati agli obesi per combattere la disoccupazione e i costi socio-sanitari, ma la proposta del governo laburista presenta numerose criticità e sembra concretizzare quanto teorizzato da Foucault.
Il trend delle iniezioni anti-fame è inarrestabile. Mentre in Danimarca i farmaci dimagranti prodotti dalla multinazionale danese Novo Nordisk stanno trainando l’economia del Paese (con guadagni di 232 miliardi di corone solo per il 2023), il governo britannico alza il tiro, puntando contro la disoccupazione e il sovraccarico del sistema sanitario.
Le costose iniezioni a base e del principio attivo Tirzepatide, commercializzato come Mounjaro dalla casa farmaceutica Eli Lilly, saranno somministrate gratuitamente ai disoccupati inglesi in sovrappeso e obesi.
Il governo labourista, infatti, ha annunciato una sperimentazione quinquennale del farmaco Mounjaro su 3.000 persone per valutare se le iniezioni possono effettivamente diminuire le complicanze legate all’obesità e ridurre la disoccupazione, contribuendo allo sviluppo economico del Paese.
Il progetto è stato suggerito dal ministro della Sanità Wes Streeting che, in un articolo sul Telegraph, ha richiamato l’attenzione sui costi socio-sanitari dell’obesità nel Regno Unito (11 miliardi di sterline l’anno, circa 13 miliardi di euro).
L’annuncio del governo ha suscitato numerose perplessità. Il professor Simon Capewell, esperto di sanità pubblica, ha definito il trial “del tutto privo di etica” perché persegue ragioni economiche e non il benessere e la salute dei partecipanti. Anche l’epidemiologa Dolly Van Tulleken ha sottolineato i fondamenti poco etici della ricerca, che trascurerebbe le reali esigenze dei malati.
Risulta difficile, infatti, non pensare immediatamente al concetto di “biopolitica” teorizzato da Michel Foucault. Il “biopotere” è descritto dal filosofo francese come l’insieme delle tecniche messe in atto dallo Stato per agire sul corpo umano e per definire la normalità delle persone “attraverso mezzi sempre più razionalizzati”. Secondo Foucault i governi moderni utilizzano la scienza medica e l’istituzione della sanità per conformare i corpi alle norme produttive, indipendentemente dal loro benessere.
Bisognerebbe inoltre indagare se i disoccupati obesi non riescono a lavorare per i limiti e le complicanze dell’obesità o per uno stigma legato al peso.
Le associazioni inglesi, a riguardo, hanno dichiarato che l’obesità non è un problema comune per chi cerca lavoro. Adam Green, amministratore dell’ente benefico per la disoccupazione Yes Manchester, ha affermato che l’obesità è in fondo alla lista delle ragioni per cui le persone non riescono ad essere assunte.
Il caso inglese accende i riflettori sull’uso indiscriminato dei farmaci anti-ingrassamento, che possono causare ospedalizzazioni e gravi effetti collaterali, tra cui la pancreatite acuta.
Le multinazionali Novo Nordisk e Eli Lilly sono riuscite, negli utlimi tre anni, a ottenere l’autorizzazione da EMA e FDA per vendere i loro farmaci non solo come anti-diabetici, ma anche per “la gestione cronica del peso”, allargando tantissimo la sfera dei potenziali consumatori e moltiplicando esponenzialmente i loro ricavi.
Mentre prima del 2022 solo i pazienti diabetici potevano assumere queste sostanze, adesso, anche in Italia, chiunque voglia perdere peso riesce facilmente a farsi prescrivere le iniezioni “miracolose”.
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