Guardando all’intera Eurozona, le prospettive economiche italiane si collocano in linea con la media europea. Per il 2024, la Commissione prevede per l’area una crescita del PIL dello 0,8%, seguita da un incremento dell’1,3% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026
La Commissione Europea ha ridimensionato le aspettative di crescita per l’economia italiana. Nelle stime diffuse il 15 novembre, l’esecutivo comunitario prevede che nel 2024 il Prodotto Interno Lordo (PIL) aumenterà dello 0,7%, rispetto alla crescita dello 0,9% stimata a maggio. Anche per il 2025 le prospettive sono state riviste al ribasso, passando dall’1,1% all’1%, mentre per il 2026 si prevede una crescita dell’1,2%.
Queste proiezioni non considerano scenari globali potenzialmente critici, come un eventuale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, che potrebbe alimentare tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa. Paolo Gentiloni, commissario uscente all’Economia, ha definito una svolta protezionistica americana “estremamente dannosa”. Ha inoltre sottolineato l’impegno dell’Unione Europea a collaborare con la prossima amministrazione statunitense per mantenere aperti i canali commerciali, tutelando gli equilibri economici internazionali. In caso contrario, Gentiloni ha avvertito che Paesi con un alto surplus commerciale verso gli USA, come Germania e Italia, potrebbero subire gravi ripercussioni.
Debito Pubblico e Disavanzo: La Situazione Italiana per la Commissione Ue
Nonostante un lieve miglioramento rispetto alle precedenti stime, il debito pubblico italiano continuerà a crescere nei prossimi anni, con previsioni che lo collocano al 136,6% del PIL nel 2024, al 138,2% nel 2025 e al 139,3% nel 2026. I numeri, pur elevati, sono meno preoccupanti di quanto stimato in primavera, quando il debito era atteso al 141,7% nel 2025.
Sul fronte del disavanzo, si registra invece una tendenza positiva. La Commissione Europea prevede un deficit in calo dal 7,2% del 2023 al 3,8% nel 2024, per poi scendere al 3,4% nel 2025 e al 2,9% nel 2026. Questo miglioramento è attribuito alla graduale eliminazione dei bonus edilizi, come il Superbonus, che negli anni scorsi ha pesato in modo significativo sui conti pubblici. Gentiloni ha riconosciuto che, sebbene la misura fosse nata con obiettivi condivisibili, i suoi effetti hanno avuto un impatto più negativo che positivo sul bilancio dello Stato.
Un Confronto con l’Eurozona
Guardando all’intera Eurozona, le prospettive economiche italiane si collocano in linea con la media europea. Per il 2024, la Commissione prevede per l’area una crescita del PIL dello 0,8%, seguita da un incremento dell’1,3% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026.
Anche i dati sull’inflazione rivelano una tendenza al ribasso. L’Eurozona dovrebbe chiudere il 2024 con un’inflazione al 2,4%, che scenderà al 2,1% nel 2025 e al 1,9% nel 2026. In Italia, l’aumento dei prezzi sarà ancora più contenuto, con previsioni dell’1,1% nel 2024, dell’1,9% nel 2025 e dell’1,7% nel 2026. Nonostante questo quadro moderato, i consumi delle famiglie italiane rimangono sotto pressione a causa del costo della vita ancora elevato e di una crescente incertezza economica. A pesare sono anche gli alti tassi di interesse, che incentivano il risparmio a scapito della spesa.
Le Sfide per il Futuro: Ritardi e Riforme
Paolo Gentiloni ha evidenziato come i ritardi nell’attuazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresentino un ulteriore ostacolo per la ripresa economica. A questo si aggiunge l’impatto delle misure di consolidamento fiscale, che potrebbero frenare ancora di più la crescita.
Per superare queste difficoltà e rilanciare la competitività dell’Europa, secondo Gentiloni è indispensabile continuare a investire in riforme e infrastrutture. Solo attraverso un ambizioso programma di sviluppo sarà possibile affrontare le sfide strutturali e sostenere la ripresa economica nel lungo periodo.
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