“Papa Francesco, nuovo choc: sospendere la serie A, l’Inter ha già vinto. Le altre squadre cerchino un mediatore” (il Giornalone, oggi su La Stampa)
Chissà cosa avrebbe detto Papa Wojtyla del suo successore Bergoglio che di fatto invita l’Ucraina ad arrendersi a Putin (cosa così inequivocabile che il Vaticano è costretto a precisare che il Pontefice non intendeva “la resa”) e finisce persino per anticipare le mosse di Trump, il quale proprio ieri ha incontrato l’ungherese Orban. Intendiamoci: il Papa vuole far finire tutte le guerre, anche quelle tra “due irresponsabili” a Gaza, ma così facendo legittima il fatto compiuto e spiazza anche i flebili tentativi dell’Europa di darsi una mossa in fatto di difesa e di aiuti a Kjiv, quelli di cui scrive Paolo Mieli sul Corriere: “L’Europa non ha piena consapevolezza della piega che sta prendendo il confronto armato con la Russia di Putin. Né della possibilità che tale conflitto oltrepassi i confini dell’Ucraina e metta qualche Paese europeo (e con esso l’Europa tutta) con le spalle al muro. Anche solo per un incidente, un imprevisto come del resto fu l’attentato di Sarajevo nel 1914. E non sia conscio di ciò che questo potrebbe comportare soprattutto nel caso le elezioni americane del prossimo novembre siano vinte da Donald Trump. Ed è questo il punto: l’Europa stavolta non può permettersi chiacchiere a vuoto; non può più consentirsi di dire per poi disdire; deve assumere decisioni immediatamente operative che consentano a Zelensky di riprendere in mano l’iniziativa. O quantomeno non soccombere. Ma lo deve fare entro il prossimo 5 novembre, giorno in cui Biden sarà forse costretto a uscire di scena. Non oltre”. Purtroppo, è facile notare che di qui a novembre la Russia ha tutto il tempo per mettere al tappeto l’esercito ucraino, cui cominciano a scarseggiare munizioni e motivazioni. Si spera che il Vaticano abbia in mano delle carte negoziali per salvare in parte l’Ucraina e la faccia dell’Occidente, altrimenti si tratta davvero di parole che sarebbero state bene in bocca ad un Alessandro Orsini qualsiasi. E ha buon gioco il vignettista Stefano Rolli sul Secolo XIX a raffigurare Bergoglio come una bandiera bianca. Travaglio ovviamente gode, e arruola anche Gesù nel suo editoriale sul Fatto.
Meno male che c’è Anna Zafesova su La Stampa che si chiede perchè il Papa si rivolga soltanto all’Ucraina e non all’aggressore Putin: “colpevolizzare la vittima è un discorso ritenuto inaccettabile quando si tratta di crimini contro la persona, invece nella geopolitica appare normale riconoscere il diritto alla prepotenza. Bergoglio si propone anche come analista militare decretando la sconfitta dell’Ucraina quando basta uno sguardo alle cartine militari per vedere come i recenti pochi chilometri guadagnati dai russi nel Donbass siano costati mesi di cannoneggiamento (e migliaia di vite dei soldati russi) e che persino gli analisti più pessimisti non parlano di una imminente capitolazione di Kjiv”. Anche Avvenire frena e titola “Quattro passi per la pace”. A proposito di Bergoglio, sul Tempo Bisignani scrive che sta dettando le regole per regolare anche i poteri del successore e le eventuali dimissioni.
Accanto all’intervista di Bergoglio alla televisione svizzera sulle prime pagine di questa domenica resta l’Abruzzo, con i titoli possibili per ogni tornata elettorale ormai dovunque: “incognita astensione” (Il Messaggero), “duello sull’affluenza” (Repubblica), oppure “un voto che pesa” (il Corriere). Repubblica oggi prende di petto Meloni augurandole la sconfitta nel voto degli abruzzesi e sottolineando che la sua alleata Von der Leyen si è “fortemente indebolita”, ma poi si produce in un vero e proprio elogio quando plaude alla scelta della direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, come sherpa del G7 e richiama anche il precedente di John Negroponte. Secondo Repubblica, la decisione avrebbe la valenza interna di far capire che la premier non utilizza soltanto il suo cerchio magico o familiare e quella esterna di ribadire l’atlantismo. Il “voto che pesa” del Corriere chissà su quale sondaggio è stato ritagliato, visto che ve ne alcuni che danno un esito diverso anche se la più parte prevede una vittoria del centrodestra con un distacco di circa tre punti percentuali su Pd e contiani, i quali avrebbero comunque rimontato dai dieci punti di divario iniziale. Da leggere sul Corriere l’articolo di Fabrizio Roncone sulle piccole follie della campagna elettorale dei “tre mari” e degli arrosticini.
Il Fatto dedica la sua prima pagina al “manuale Agnelli per frodare il fisco”, le istruzioni del commercialista Ferrero su come simulare la residenza italiana di Marella e, soprattutto, come simulare le carte che hanno destinato direttamente ai nipoti Elkann il 41 per cento della cassaforte Dicembre saltando la legittima alla figlia Margherita. Le cose sull’eredità estera e non di Gianni Agnelli sono ormai chiare al punto che anche Stampa e Repubblica ne scrivono, sia pure in posizione defilata.
Pasquale Striano, l’uomo degli accessi abusivi (nel frattempo saliti a quarantamila) si fa vivo con un whatsapp al Giornale: “Risponderò davanti ad un giudice, poi vedremo che succederà. Ho fatto il mio lavoro con dignità e professionalità assoluta e con i miei metodi, non quelli dei burocrati”. Striano avrebbe anche consegnato un diario ai magistrati. Intanto perde quota l’ipotesi una commissione parlamentare di inchiesta.
Gozzi scrive una lettera a La Verità per precisare i rapporti di Duferco con la Cina. I giornali veneti raccontano la “grande astensione” degli imprenditori locali che restano alla finestra nella corsa a Confindustria aspettando di appoggiare all’ultimo momento il candidato meglio piazzato.
Domani si occupa dei buoni rapporti tra Malagò e Salvini sulle Olimpiadi invernali Milano-Cortina.
L’Italrugby vince con la Scozia e la premie Meloni, appassionata di questo sport duro, si precipita all’Olimpico a festeggiare, attirandosi anche molte critiche. Leclerc è Terzo al Gran premio dell’Arabia Saudita ma la novità è il diciottenne Oliver Bearman, sostituto di Sainz, che arriva settimo. Brignone con una clamorosa rimonta vince in Coppa del Mondo di sci. L’Inter passa a Bologna e porta a casa la tredicesima vittoria di fila.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Papa Francesco: “L’Ucraina abbia il coraggio della bandiera bianca e di negoziare”. Alla domanda «in Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte. Cosa pensa?», il Pontefice risponde: «È un’interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore». (Domenico Agasso, La Stampa)
Il Papa e l’appello agli ucraini «Serve il coraggio di negoziare». Bergoglio: non abbiate questa vergogna per il bene del popolo, la guerra è sconfitta. Francesco ha ricordato la lettera inviata all’inizio di febbraio ai «fratelli e sorelle ebrei». I tentativi diplomatici e l’ansia per l’escalation. Ma il Vaticano precisa: «Non si parla di resa». Il portavoce Bruni: non è bandiera bianca. (Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera)
Kiev «chiama» i soldati Nato Il Papa chiede di arrendersi. Parole scioccanti, che poi la sala stampa del Vaticano cerca di stemperare, precisando che «bandiera bianca non vuol dire resa», ma ormai il danno è fatto. Un colpo all’Europa, al mondo occidentale che vorrebbe combattere Vladimir Putin fino allo stremo. E dove sempre più spesso qualcuno evoca l’invio di militari Nato in Ucraina. L’ultimo era stato il presidente francese Emmanuel Macron un paio di settimane fa, e la sua idea era stata sbertucciata dalle cancellerie di mezzo mondo. (Andrea Cuomo, Il Giornale)
Paolo Mieli sul Corriere: “Ucraina: l’Europa non perda tempo. Manca la piena consapevolezza della piega che sta prendendo il confronto armato con la Russia di Putin. Né della possibilità che tale il conflitto oltrepassi i confini dell’Ucraina e metta qualche Paese europeo (e con esso l’Europa tutta) con le spalle al muro”.
Maurizio Molinari su Repubblica: La campagna europea di Putin. La campagna europea di Vladimir Putin procede a ritmi accelerati ed a ridosso dell’Ucraina c’è un’altra nazione della regione del Mar Nero che teme di diventare preda delle mire di Mosca: la Moldavia. Lo zar tende a indebolire quanto più possibile i partner della Ue.
Crosetto: “No ai militari in Ucraina, la Francia non parli per la Nato”.
Polonia e Francia insistono, proponendo l’invio di truppe dell’Alleanza atlantica. L’Italia è contraria?
«Francia e Polonia non possono parlare a nome della Nato, che fin dall’inizio è stata formalmente e volontariamente tenuta fuori dal conflitto. Portare truppe a Kiev significa fare un passo verso un’escalation a senso unico che cancellerebbe la strada della diplomazia. Non ha senso porre ora, dopo due anni di guerra, questo ragionamento». (Federico Capurso, La Stampa)
L’ombra di Navalny sul voto di Putin. Non resta che la coda. Ordinata, pacifica, silenziosa. Unica forma di dissenso dopo l’Ucraina. In fila davanti a monumenti e tribunali. E sulla tomba dell’oppositore che anche da morto pesa come un macigno sulle elezioni che domenica consegneranno al presidente il quinto mandato. (Rosalba Castelletti, Repubblica)
Houthi, ancora minacce all’Italia Soldi all’Unrwa da Svezia e Canada. Il capo di stato maggiore Credendino: se attaccati, reagiremo. L’Onu: torture sugli arrestati. (Fabrizio Caccia e Davide Frattini, Il Corriere della Sera)
Attacco Houthi, con 37 droni contro navi militari Usa. Sono stati presi di mira «un certo numero di cacciatorpedinieri statunitensi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden con 37 droni»: lo ha detto il portavoce militare del gruppo sostenuto dall’Iran, Yahya Sarea, al canale tv Al-Masirah di proprietà degli houthi. Da parte sua, il Comando Usa per il Medio Oriente (Centcom) ha affermato che nella notte le forze statunitensi e alleate hanno abbattuto 28 droni houthi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Timori anche per l’Italia. L’Italia è o sarà un obiettivo delle operazioni militari degli Houthi? «Vediamo gli sviluppi e poi decideremo». Lo afferma in un’intervista il vice capo dell’Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi), Nasr al- Din Amer, rispondendo alla domanda se il fatto che l’Italia abbia il comando operativo della missione difensiva europea Aspides la renda un bersaglio per i miliziani dello Yemen. (Il Sole 24 Ore)
Orbán vola da Trump (e ignora la Casa Bianca): «È meglio se torni tu». Il «tour» del premier ungherese tra i conservatori Usa. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
Ore 7, via al voto in Abruzzo. Ma la partita è nazionale. Centrodestra contro centrosinistra, le attese dei leader nella sfida a due per la Regione. Lo spoglio inizierà alle 23. A differenza della Sardegna non si può votare un candidato e una lista non collegata. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)
Antonio Scurati sul Corriere: Speranza contro paura. Se tutti insieme ci solleveremo all’altezza delle nostre speranze, il futuro riscatterà le ingiustizie, le sofferenze e le delusioni.
La corsa di Pd e M5S per la Basilicata: chiudere oggi sul nome. Ma sul candidato serve il sì di Chiorazzo. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
La capogruppo del Pd alla Camera Braga: “La collaborazione con i 5Stelle si rafforzerà. Serve fiducia reciproca”. In Basilicata al lavoro per chiudere con un nome unitario. In Piemonte possiamo superare gli scontri del passato. Avanti su salari e sanità. (Giovanna Casadio, Repubblica)
Schlein ci spera e attacca la premier: una leader donna serve se si batte per le altre. La segretaria del Pd: è femminile, non femminista. Per la leader mentre in Francia l’aborto è in Costituzione qui non si applica a pieno la 194. (Alessandra Arachi, Corriere della Sera)
Intesa in Umbria e festa per il rugby. La vigilia «ottimista» di Meloni. L’accordo di sviluppo con la leghista Tesei. Poi scherza: mi pare di essere al governo da 15 anni. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
L’indigestione di arrosticini e gli ingorghi di auto blu. La folle campagna dei «tre mari». La sfida in Abruzzo tra promesse, gaffe e «Santa Todde» in processione. Anche Bersani nella contesa gastronomica: mi sento come il prosciutto nel panino. Il governatore romano «pendolare» e le incertezze sui confini della Regione. (Fabrizio Roncone, Corriere della Sera)
La destra impaurita in Abruzzo e la prova di realtà che può smontare il racconto di Meloni. È spaventata da una eventuale sconfitta che non potrebbe non pesare sul suo governo. (Stefano Cappellini, Repubblica)
Dossier, Nordio diserta la Leopolda. Renzi: «Vogliono insabbiare il caso». L’intervento previsto, i timori per la delicatezza del tema, poi il dietrofront. Boschi: pressioni politiche. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)
FdI accusa: atti di natura eversiva. I timori di Abodi sul caso Gravina: «Mi preoccupa moltissimo». I meloniani: azione contro il governo. La difesa del presidente Figc: chiarito ogni centesimo. Il diario di Striano consegnato ai pm. Così si è aperto il «verminaio» degli accessi abusivi. (F. Fia., Corriere della Sera)
I misteri dello “spione” Striano, luogotenente dell’Antimafia dalle cui parole è nata l’inchiesta. Il finanziere custodiva anche un diario che ha consegnato ai pm. Le indagini appurano oltre 40mila ricerche, anche sul suo appartamento. (Andrea Ossino, Repubblica)
Nel rifugio fantasma per i migranti che sognano la Francia
«Gli diamo noi le scarpe». A Oulx, sulle Alpi, tra gli operatori che aiutano i disperati: «Molti non hanno idea del gelo che li aspetta in quota. Uno su due ce la fa, chi viene respinto torna e ci riprova». (Marco Imarisio, Corriere della Sera)
Su Repubblica Concita De Gregorio: Le vane lezioni del lockdown. Quattro anni. Sembra un secolo? Sembra l’altro ieri? Dipende. È un anniversario anche questo. Eppure sarebbe un’ottima occasione per misurarci per quello che veramente siamo. Mettere a confronto le intenzioni con gli esiti, le conseguenze delle cose, è un piccolo laboratorio del comportamento umano, quattro anni sono niente e sono tutto, ci corre dentro la capacità di migliorarsi, di comprendere, di imparare, di cambiare. Quattro anni. Hai voglia a ricordare la memoria dei secoli, il pericoloso ritorno della Storia e delle storie, se abbiamo già dimenticato il nostro ieri.
L’intervista Nadia María Calviño. Bei punta sulla difesa:
«Pronti a fare di più, l’Italia è una priorità». La presidente spagnola: recuperare negli investimenti. L’Italia è uno dei nostri partner sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e negli investimenti in sicurezza e difesa. (Federico Fubini, Corriere della Sera)
Gli altri temi del giorno
Dai Btp fuori dall’Isee alla Zes: la manovra e le 53 misure ferme. Legge di Bilancio, varati solo 2 dei 55 decreti necessari. In stand by anche le colonnine Sos «antiviolenza».Ammontano a 608 milioni le risorse dei due decreti finora varati per la manovra 2024. (Mario Sensini, Corriere della Sera)
Il governo dimentica il bonus fiscale, le medie aziende crollano in Borsa. Negli ultimi due anni di boom di Piazza Affari deludono small e mid cap: colpa dei Pir. (Andrea Greco, Repubblica)
Il trasporto pubblico di Roma vicino a una svolta. Ecco perché il Pnrr può fare la differenza. A Ottobre Roma Capitale ha rinnovato fino al 2027 l’affidamento in house all’Atac, ma l’Antitrust contesta l’affidamento. Punta il dito contro i risultati finora raggiunti, tali da generare penali per la mancata realizzazione degli obiettivi. Chiede che sia avviata una gara per lotti. Forse, per merito del Recovery, la messa a gara del trasporto pubblico di Roma non è più così lontana. (Repubblica)
Tim, oggi il cda straordinario: Labriola punta a chiarire il piano. Attesa un’integrazione alle informazioni date al mercato. Landini: a rischio un’azienda fondamentale per il Paese. (R. E., Corriere della Sera)
Rete elettrica, l’espansione di A2A: compra asset per 1,2 miliardi da Enel. L’operazione nelle province di Milano e Brescia per complessive 800 mila utenze. (Fausta Chiesa, Corriere della Sera)
La stretta della Finanza sugli influencer «Da Vacchi a Sal, evasi undici milioni». Bologna, 9 persone coinvolte. L’imprenditore: nessuna entrata occultata. Lo youtuber: sempre pagato. (Luca Muleo, Corriere della Sera)
La Finanza conta i follower sui social a caccia dei redditi nascosti. Il numero di seguaci sulle piattaforme digitali può essere la pistola fumante di entrate copiose. Anche l’Europa impone obblighi di trasparenza al giganti della Rete: dovrebbero condividere le informazioni sulle somme che pagano. (Aldo Fontanarosa, Repubblica)
Evasione fiscale, da Gianluca Vacchi ai sex workers di Onlyfans: stangata sugli influencer. La Guardia di Finanza di Bologna ne ha individuati e sanzionati diversi negli ultimi mesi. Avrebbero evaso 11 milioni di euro e sono molto conosciuti. In testa – tra gli influencer – c’è il ricchissimo imprenditore bolognese Gianluca Vacchi. Per Vacchi, che tra Instagram e Tik Tok conta circa 45 milioni di followers, sono stati ricondotti a tassazione sotto forma di utili consistenti finanziamenti ricevuti dalla holding di sua proprietà. (Giuseppe Legato, La Stampa)
Prescritti tutti gli abusi. E ora nessuno abbatte l’ecomostro di Punta Scifo. Crotone, demolizione a carico del Comune. L’incognita dei costi e dei tempi. (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera)
Sul Corriere il colloquio tra Panatta&Bertolucci: «Donne, liti, il cavallo in regalo. I nostri 62 anni insieme». Dal primo torneo di tennis a Cesenatico all’amicizia di una vita. Paolo: «Le fan impazzivano per il “colpo di ciuffo” di Adriano, ma il punto glielo preparavo io». Lo stesso quotidiano intervista Anna Valle.
Repubblica intervista Michele Placido e i 40 anni della Piovra: “Sul set venne Falcone a complimentarsi. Dopo la prima stagione volevo mollare, la Rai mi offrì 80 milioni e la mia famiglia disse: non fare lo stupido”.
La battaglia di Lily Gladstone un Oscar per i nativi americani. Protagonista del film di Martin Scorsese sulla strage degli Osage. Stanotte la cerimonia di consegna dei premi a Los Angeles. Su 1600 film usciti dal 2007 al 2022 meno dell’1% ha nel cast attori autoctoni. (Arianna Finos, Repubblica)
Agnelli: la costruzione (falsa) di una storia. L’autore del documento lo dice chiaro: occorre “una storia pertinente” e “al medesimo tempo plausibile (come pure vera)”. Soprattutto, bisogna “arrangiare tutto il necessario per confermare questa storia”. La “storia” è la residenza svizzera di Marella Caracciolo, soprannominata “la Signora X”. In questo memorandum, ritrovato dalla Guardia di Finanza nella “cantina” di Gianluca Ferrero, commercialista di John Elkann e presidente della Juventus, la Procura di Torino è convinta di aver trovato la prova forse più importante per dimostrare che la residenza elvetica della vedova di Gianni Agnelli era fasulla. Un artificio che avrebbe consentito al tempo stesso un’evasione fiscale milionaria e l’esclusione dall’asse ereditario della figlia Margherita Agnelli: “Tale documento – scrivono i pm nel nuovo decreto di sequestro, riemesso dopo che il tribunale del Riesame aveva annullato gran parte delle prime acquisizioni – risulta disegnare una strategia che – sia per le fasi in cui Marella Caracciolo sarebbe rimasta in vita, che per il periodo post mortem – scandisce le condotte che avrebbero dovuto essere attuate per scongiurare il rischio del disconoscimento della sua residenza svizzera”. (Ettore Boffano e Marco Grasso, Il Fatto Quotidiano)
L’immunità della famiglia dell’Avvocato è finita. Perfino i pm di Tangentopoli si fermarono in anticamera, rinunciando a varcare la sottile linea rossa che collegava il sistema politico agli Agnelli. La magistratura si accontentò infatti delle parole con cui l’Avvocato circoscrisse la corruzione, che era servita al gruppo Fiat per finanziare illecitamente i partiti, a pochi e isolati episodi. Mai nella storia della Fiat la magistratura aveva osato tanto. I pm si erano sempre fermati prima, in anticamera appunto, senza cioè mai ordinare perquisizioni in casa, senza mai disporre intercettazioni troppo invasive, rinunciando anche a sentire i collaboratori più stretti. Stavolta no, la Procura non è andata per il sottile, spingendosi fino a frugare nei caveau di famiglia e senza risparmiare segretarie, avvocati, consulenti. E infatti, quello che emerge è un colpo al cuore. Non per noi, che non consideriamo inviolabile nessun santuario, ma per una famiglia che a lungo è stata considerata la più potente d’Italia. Lo so, a Torino dispongono di eserciti di avvocati e di battaglioni di esperti, come si è visto di recente con un ricorso al tribunale del Riesame, che ha annullato parte dei sequestri effettuati. Tuttavia, per la prima volta, il potere degli Agnelli, ramo Elkann, è messo in discussione. (Maurizio Belpietro, La Verità)
Gli Anniversari
241ac, prima guerra punica: i romani battono i cartaginesi
1302, Dante Alighieri esiliato da Firenze
1535, scoperte le isole Galapagos
1799, la città di Modugno respinge un attacco sanfedista
1821, moti ad Alessandria: prima volta del Tricolore
1831, Luigi Filippo fonda la Legione straniera
1872, muore a Pisa Giuseppe Mazzini
1876, Bell fa la prima telefonata ufficiale
1880, l’Esercito della salvezza sbarca in Usa
1893, Costa d’Avorio colonia francese
1902, Sudafrica: vittoria finale dei boeri contro gli inglesi
1906, aperta a Londra la stazione di Piccadilly Circus
1933, terremoto a Long Beach (LA): 120 morti
1945, gli Usa bombardano Tokyo
1948, sospetto suicidio del politico ceco Masaryk
1952, colpo di Stato di Batista a Cuba
1959, il Dalai Lama fugge dal Tibet
1964, Simon & Garfunkel registrano The sound of silence
1969, confessa l’assassino di Martin Luther King
1973, Pink Floyd: pubblicato The dark side of the moon
1974, stanato l’ultimo soldato giapponese
1975, al via le trasmissioni di Radio Milano International
1977, comunicata la scoperta degli anelli Urano
1982, tutti e 9 i pianeti allineati sullo stesso lato del Sole
1985, muore a Mosca Costantino Cernenko
1989, muore a Roma Maurizio Merli
1990, estromesso da Haiti Prosper Avril
Nati oggi
1628, Marcello Malpighi
1858, Kokichi Mikimoto
1936, Joseph Blatter
1940, Chuck Norris
1942, Umberto Balsamo
1955, Ignazio Marino
1956, Helmut Lang
1957, Osama Bin Laden
1958, Sharon Stone
1964, Edoardo di Windsor
1973, Eva Herzigova
1976, Lorena Forteza
1981, Samuel Eto’o
Si festeggiano i Santi Simplicio e Giovanni Ogilvie
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