La nota del 13 maggio

“Tu sarai amata il giorno che potrai mostrare la tua debolezza senza che l’altro se ne serva per affermare la sua forza” (Cesare Pavese)

Repubblica accusa Toti di “traffici” nella sanità a favore dei privati, il Fatto ha le foto del suo incontro con Moncada (marito di Marina Caprotti, proprietaria e amministratrice di Esselunga) e lo collega a “mazzette”, tutti hanno le intercettazioni del dialogo con il capo di gabinetto sui dati gonfiati del fabbisogno di vaccini durante il Covid. I pm dunque fanno uscire sui giornali un pò alla volta le accuse, con l’idea di dipingere un presidente di regione continuamente alla ricerca di fondi dai privati e annacquare i confini tra lecito e illecito, mentre si infiamma se possibile ancora di più lo scontro tra maggioranza e magistratura sulla separazione delle carriere. Libero accusa a tutta prima pagina la magistratura di essersi trasformata in partito dopo l’annuncio della “mobilitazione culturale e comunicativa” contro la riforma. Spinelli, ovviamente, aveva finanziato anche la corsa di Bucci a sindaco, il quale in un’intervista accorata al Corriere dice che non può stare in stallo e vorrebbe sapere se ci sono accuse su di lui. Crosetto rispiega la sua intervista di ieri (“mi fa schifo chi scarica Toti”) e aggiunge di temere “rivelazioni su di sè da parte dei giudici politicizzati”.

E’ molto difficile capire quali sono le notizie effettive di reato, anche se a questo punto è presumibile che la regia comunicativa da parte dei pm preveda una sorta di escalation, una volta creato il clima di sospetto anche sui finanziamenti elettorali leciti e contabilizzati. Che poi Toti si occupi di sanità è del tutto normale essendo la competenza della materia proprio in capo alla regione. E anche sul Covid, in tempi di penuria di vaccini, poteva non essere un reato cercare di averne una quota maggiore. Ovviamente, se ha intascato mazzette, hanno ragione i pm a chiederne il processo. E il tutto si incrocia con lo scontro sulla separazione delle carriere. A prescindere dal merito, le riforme si fanno e non si dibattono per anni chiedendo a chi ritiene di esserne vittima se è d’accordo: è questo il compito della politica se è convinta delle proprie scelte, poi ci si confronta alle elezioni. Invece è dibattito continuo sul nulla, mentre il Paese avrebbe bisogno di altro.

Il Messaggero ha un titolo in prima pagina sul progetto di Authority che deve occuparsi delle liste d’attesa nella sanità. Ecco come il giornale romano definisce il progetto cui sta lavorando Schillaci: “«una sorta di authority, interna al ministero o nell’ambito dell’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), che monitori l’utilizzo specifico delle risorse». L’obiettivo è capire quale sia davvero il collo di bottiglia che ha portato nel 2023 4,5 milioni di italiani a rinunciare alle cure (dati Istat): «Dobbiamo avere un quadro chiaro delle richieste che arrivano ad ogni territorio e, sopratutto, di quale sia la capacità del sistema sanitario di soddisfarle». La certezza, conclude, è che le «Regioni hanno dimostrato una certa inefficienza». Ora, senza cercare scorciatoie, sarebbe più veloce ed efficace che il ministero stesso nell’ambito dei suoi poteri di coordinamento delle competenze regionali sulla sanità, pubblicasse l’analisi reale della situazione regione per regione e indirizzasse sforzi e risorse verso quelle più indietro. E magari premiasse, almeno facendolo sapere all’opinione pubblica quelle che hanno fatto meglio, anche Asl per Asl così da essere più concreti e riconoscere i meriti direttamente a chi se li è guadagnati.

La questione Superbonus tra Tajani e Giorgetti resta immutata anche sui giornali di oggi, mentre si avvicina la discussione di merito sugli emendamenti. Scintille anche sulla Sugar tax. Il Messaggero scrive che i banchieri rivogliono le compensazioni Inps. Il Sole del lunedì titola che i lavori in casa sono “a rischio caos tra strette ai bonus e regole per il 2025”. E poi aggiunge che per “donne, giovani e Sud” vi sono 2,5 miliardi di sgravi.

Fortis documenta sul Foglio che siamo il quinto paese esportatore al mondo avendo superato la Corea. Se escludessimo le auto, saremmo quarti davanti al Giappone. Una delegazione dell’Arabia Saudita è a Napoli per investire nell’economia locale. Matteo Zoppas, presidente Ice, dice al Giornale che l’export alimentare viaggia a quota 70 miliardi quest’anno. Di Vico sul Corriere economia scrive del referendum sul Jobs Act. Repubblica scrive di “consulenze d’oro” per il Ponte sullo Stretto e cita la società di Lunardi.

Tra il 2020 e il 2023 i dividendi delle principali imprese italiane sono cresciuti dell’86 per cento in termini reali, mente il potere di acquisto dei salari italiani è calato di quasi il 13 per cento. Lo afferma il Corriere della Sera, sottolineando che la disparità tra capitale e lavoro si amplifica, mettendo in discussione il modello di Welfare su cui è basata l’Europa. Il Corriere riporta un’analisi di Oxfan su dati Janus Henderson Global Dividend Index.

Il Giornale ospita una lunga intervista ad Arianna Meloni, che è più accorta del marito Lollobrigida (oppure viene assistita meglio): si pone in modo molto umile come una dirigente di partito come tanti altri di Fratelli d’Italia ma intanto sta crescendo moltissimo in visibilità personale. La Stampa approfitta del Salone torinese del Libro per rispolverare Scurati (“Italia, deriva illiberale”), Diamanti su Repubblica scopre l’acqua calda: il premierato non piace a metà degli italiani mentre l’autonomia differenziata non piace al Sud. Nicoletti su La Stampa scrive che a moderare il duello tv tra Meloni e Schlein era meglio una donna e non un uomo.

L’Atalanta vince molto bene lo spareggio Champions con la Roma e si prepara alle finali di Europa League a Dublino e di Coppa Italia a Roma (contro la Juve che ieri ha pareggiato a stento con la Salernitana già retrocessa). Djokovic perde male a Roma e Sinner potrebbe diventare il numero uno anche senza giocare al Roland Garros.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Toti e le voci di dimissioni. I no leghisti, l’attesa degli altri. L’avvocato smentisce: ci sarà l’interrogatorio, se libero si confronterà con la maggioranza. Il Carroccio: basta sospetti sui fondi privati. Toti e le voci di dimissioni. Molinari: o si usano fondi pubblici o si lasciano fare i finanziamenti legali. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

«Ti vengo a trovare prima delle elezioni. Ti chiedo un po’ di robe». Le parole di Toti a Spinelli: come al solito, di questi tempi. L’imprenditore a Signorini: a 83 anni non mi possono fare niente. A Montecarlo. Spinelli prepara il viaggio con il presidente del porto. E chiama Briatore. (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)

«Gioco al massacro, non ci sto. Chiedo chiarezza su di me, pronto a parlare con i pm». Bucci: la mia frase sui maiali? Per ogni area nel porto si scatena la rissa. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)

Sotto indagine anche i favori di Toti alla sanità privata. Falso sui dati Covid. Aperto un fascicolo per presunti aiuti a quattro imprenditori in cambio di finanziamenti. La Regione puntava a sempre meno pubblico. (Giuseppe Filetto e Marco Preve, Repubblica)

«Dati Covid manipolati», c’è l’indagine per falsò Il filone sui finanziamenti dalla sanità privata. Sui contagi Toti diceva a Cozzani: li ho un po’ aumentati. Una dirigente: ieri uno scagnozzo di Figliuolo mi ha detto che i dati non erano allineati. (Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera)

Liguria, dati Covid truccati e favori alle cliniche private. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il suo braccio destro Matteo Cozzani, capo di Gabinetto, sono indagati per falso dalla Procura di Genova, nel sospetto che abbiano truccato i dati Covid nella primavera 2021 per ottenere più vaccini dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, così da allargare il numero di dosi settimanale in una fase molto delicata. In Liguria stava infatti montando una certa insofferenza per le code e la non semplice accessibilità agli hub vaccinali. Per contestualizzare l’affaire bisogna quindi tornare specificamente al marzo 2021, quando secondo la Procura si sono materializzati i comportamenti fuorilegge. È un periodo topico, con i contagi ancora dilaganti, la mortalità elevata specie in Liguria. Nel solo mese di marzo, riferiscono le statistiche ufficiali, si sono registrati 270 decessi direttamente collegabili al Coronavirus, 9 al giorno in una delle regioni più piccole del Paese. (La Stampa)

I magistrati: non siamo una casta. L’attacco di Crosetto e il caso Conte. L’Anm: sulla separazione delle carriere non si tratta. Il leader M5S: sembra il piano della P2. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)

Separazione delle carriere, muro delle toghe. Trattativa, dalle parti di Palermo, evoca tra i magistrati ancora oggi un concetto per certi versi doloroso, visto l’esito del quanto mai divisivo processo sui presunti accordi tra Stato e mafia. Giuseppe Santalucia, presidente di quell’Anm che ha deciso di tenere il proprio congresso nazionale nel capoluogo siciliano, taglia corto e senza esitazioni su ogni ipotesi di intesa con la maggioranza di centrodestra e con il governo sulla riforma della giustizia, nonostante il tentativo di ricucitura del ministro Carlo Nordio: «Non si tratta – dice – non abbiamo da trattare su una riforma cattiva. Non si devono discutere i diritti dell’ “impiegato magistrato”. Noi abbiamo solo da parlare alla politica e alla società per dire che questa Costituzione ha ancora molto da dire e non va toccata, almeno per quanto riguarda la giurisdizione». Più chiaro di così, Santalucia non poteva essere, con la netta bocciatura di una riforma della giustizia che parte dalla separazione delle carriere tra pm e giudici, in un momento in cui l’inchiesta su corruzione, politica e mafia aperta a Genova, sta infiammando il dibattito politico e lo scontro attorno alla magistratura, tanto che il leader del M5s Giuseppe Conte, proprio davanti alla platea di Palermo, evoca il fantasma della P2, mentre il presidente dem Stefano Bonaccini torna a invitare la piazza a manifestare per la Costituzione il 2 giugno. (Riccardo Arena, La Stampa)

Giustizia, Conte accusa il governo: “Riforme modello P2”. E l’Anm si mobilita. Dai magistrati riuniti a congresso netto stop alla separazione delle carriere: “Non siamo casta, parleremo ai cittadini”. Ma Crosetto attacca le toghe, con lui la Lega. (Liana Milella, Repubblica)

Tajani: «Pronti a modificare il decreto in Parlamento. Nessuna lite con Giorgetti». Il ministro degli Esteri: norma sugli sgravi fatta a sorpresa dal Mef. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Superbonus, scontro in maggioranza. Scoppia il caso della Sugar tax. Forza Italia attacca: da sempre contrari a nuove imposte. Le misure in Aula mercoledì. Garavaglia: critiche incomprensibili, l’emendamento è di tutto il governo. (Claudia Voltattorni, Corriere della Sera)

Superbonus e Sugar tax Forza Italia minaccia di votare contro il Mef. Non solo il Superbonus. Forza Italia è in rivolta anche sulla Sugar tax. «Tajani se ne farà una ragione», pensava il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ma i parlamentari azzurri annunciano battaglia. Forza Italia minaccia di votare contro l’emendamento del governo che allunga da quattro a dieci anni le detrazioni sui bonus edilizi, e avvia dal 1° luglio la tassa sulle bevande zuccherate. Un voto contrario da parte del senatore Claudio Lotito, unico componente azzurro in commissione Finanze, potrebbe comunque sortire effetti sul risultato finale perché la maggioranza sarebbe in bilico. Il Tesoro è intenzionato a fare muro alle richieste che prevedono deroghe, tuttavia sulla Sugar tax si tratta. (Luca Monticelli, La Stampa)

L’affondo di Bonaccini su Strada e Tarquinio. Asse con la segretaria. Il presidente: loro sull’Ucraina in netta minoranza. La leader su Israele: fermare la follia di Netanyahu. Schlein sta pensando di affidare a Zingaretti la guida del gruppo a Strasburgo. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Solo progetti ma quotazioni alle stelle, ecco chi già fa cassa sul Ponte che non c’è. La società Rocksoil dell’ex ministro Pietro Lunardi in prima fila nella progettazione. I conflitti d’interesse e le tante aziende coinvolte. E quelle del consorzio Eurolink sono cresciute in Borsa dal 15 al 30%. (Antonio Fraschilla, Repubblica)

Elisabetta Soglio sul Corriere: L’arte di vivere (insieme). «Un popolo, quando si riunisce per immaginare come vorrebbe la sua vita, alla fine scrive una Costituzione». Milano Civil Week si è conclusa con le parole della piece liberamente tratta da «Aspettando Giona» di Ignazio De Francesco.

La libera espressione del dissenso frenata dai tempi di guerra. Si discute molto su certe manifestazioni di insofferenza alle critiche da parte dei nostri attuali nocchieri e sui tentativi da parte loro, peraltro spesso maldestri, di condizionare l’informazione o pseudo- informazione fornita dal “servizio pubblico” radio-televisivo. L’essere in guerra ha conseguenze inevitabili nella vita di un Paese. L’espressione del dissenso rispetto alla linea di condotta decisa dall’élite dirigente deve essere controllata e, laddove la situazione precipiti, proibita. Non si tratta soltanto di forme di censura imposta. Sopravvengono fisiologicamente forme di auto-censura: come mettere in discussione il ponte di comando quando la nave è in tempesta? È universale tendenza di qualsiasi Paese in guerra che la narrazione dei fatti tenda a diventare comune, a omologarsi, che ogni valutazione critica sia sempre meno tollerata. Il consenso intorno alla narrazione decisa dall’élite dirigente è elemento importante, se non decisivo, dello scontro che è in atto. In guerra il rapporto politico si esalta e semplifica nell’aut-aut Amico-Nemico, e ciò non può non finire col valere anche sul fronte interno. Più si aggravano le guerre in atto, più questa situazione è destinata ad assumere tratti permanenti. (Massimo Cacciari, La Stampa)

Laura Matteotti: “Sono ancora fascisti. Ecco perché il governo non ricorda mio nonno”. Parla nipote del martire socialista, ucciso cent’anni fa dal regime di Mussolini. (Concetto Vecchio, Repubblica)

Libertà di divorzio i 50 anni del “No” che salvò il diritto a non amarsi più. Allora servivano sette anni di separazione, oggi bastano sei mesi Eppure la Storia ha smentito chi sosteneva che la famiglia sarebbe morta: è solo cambiata Convivere è la prima scelta e un figlio su 4 nasce fuori dal vincolo coniugale. Ma per matrimoni finiti siamo ancora ultimi in Europa. A mezzo secolo da quel voto spesso sono ancora le donne che pagano il prezzo più alto. (Maria Novella De Luca, Repubblica)

Di fronte a troppe opacità nel confronto con i Signori delle Olimpiadi, a settembre le principali associazioni ambientaliste italiane avevano deciso di abbandonare il tavolo di discussione sui contenuti dei Giochi Invernali che si disputeranno nel 2026 in Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige. “Non abbiamo ad oggi elementi, a poco più di tre anni dai Giochi e dopo un confronto avviato e voluto da Fondazione Milano Cortina 2026 sin dal 2021, per potere attestare la sostenibilità ambientale delle opere e dei giochi olimpici invernali dichiarata nel dossier di candidatura”. Questa fu la severa e polemica dichiarazione degli esponenti, delusi dall’ultimo di una serie di incontri infruttuosi a cui avevano partecipato – dall’altra parte del tavolo – rappresentanti di Fondazione Milano Cortina, l’ente organizzatore, e Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico), che si occupa della costruzione delle opere. (Giuseppe Pietrobelli, Il Fatto Quotidiano)

Ecco cosa cambia. Alcolock per gli ubriachi, auto più potenti ai Neopatentati ridotti gli Autovelox e meno multe per l’eccesso di velocità. Più sanzioni per la guida al telefono, ma solo in caso di fermo. (Milena Gabanelli e Alessio Ribaudo, Corriere della Sera)

Usa-Cina: divieti, dazi e tariffe ma sugli affari non si scherza. Duri sulla sicurezza ma attenti a non pregiudicare il flusso del business tra i due continenti. Come dimostrano i viaggi a Pechino di Blinken e Musk. (Mario Platero, Repubblica)

Le Borse di oggi, 13 maggio. I mercati aspettano l’inflazione Usa. Cina, maxi-bond per finanziare. Pechino lancia un programma di emissioni speciali da 138 miliardi con scadenza fino a 50 anni. (Repubblica)

Gli altri temi del giorno

L’armata russa avanza su Kharkiv. Zelensky: situazione difficile a Vovchansk. Mosca accusa: armi occidentali usate per colpire Belgorod. Gli invasori sanno che l’Ucraina ha carenza di uomini e aumentano la pressione. (Francesco Battistini, Corriere della Sera)

Le forze ucraine hanno martellato senza sosta la regione russa di Belgorod, appena al di là del confine, dove secondo le autorità di Mosca frammenti di un missile ucraino «fornito dalla Nato» si sono abbattuti su un palazzo di 10 piani nell’omonimo capoluogo provocandone il crollo, con almeno 9 morti e 20 feriti tra cui due bambini. Ed è esplosa anche la rabbia del Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov ha parlato di attacco «barbaro» e ha minacciato rappresaglia. Per la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova si tratta di «terrorismo del regime di Kiev». (Julia Kalashnyk, La Stampa)

Pioggia di fuoco sugli ucraini. Assalto ai villaggi nel Kharkiv. Le truppe di Mosca spingono a Nord su Vovchansk e Lyptsy. La caduta dei due villaggi gli consentirebbe di prendere alle spalle i soldati di Zelensky che difendono il Donbass o di marciare sulla seconda città del Paese. Sirsky: “La situazione si è aggravata”. (Daniele Raineri, Repubblica)

E lo zar vara il «rimpasto» per risanare la Difesa: Shoigu via dal ministero, al suo posto un economista. Ma il fedelissimo va al Consiglio di sicurezza nazionale. Serve più controllo sulla spesa: lo sforzo bellico rappresenta il 6,7 per cento del Pil. (Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera)

Blinken duro con Netanyahu: «Uccisi più civili che terroristi». L’Egitto si associa alla petizione del Sudafrica all’Aia che accusa Israele di genocidio. (Davide Frattini, Corriere della Sera)

La fuga senza fine dei palestinesi dai nuovi raid di Israele: “Spinti verso zone senza acqua ed energia. Ora dormiamo sulla sabbia tra i liquami”.   Oltre 300mila persone in tutta la zona saranno costrette ad abbandonare le proprie case nell’immediato, senza alcuna certezza per la propria incolumità nel prossimo futuro: “Definire sicurezza a Gaza è impossibile: i bombardamenti sono ripresi anche nelle aree di Jabalya e Beith Lahia, a nord, e hanno causato oltre 30 morti”, ha spiegato a Ilfattoquotidiano.it la responsabile della comunicazione di Unrwa a Gaza Louise Wateridge, impegnata nel supporto umanitario agli sfollati interni lungo le principali strade della Striscia. “Per alcune di queste persone è il settimo o ottavo spostamento, sempre in luoghi in cui non c’è alcun tipo di struttura in grado di ospitarli. Israele chiede lo spostamento di centinaia di migliaia di persone in un giorno, in posti dove non c’è possibilità di accesso a acqua o energia”. (Il Fatto Quotidiano)

Sánchez vince la sfida catalana, ma ritrova la grana Puigdemont. Anche il leader indipendentista guadagna seggi (e potrebbe «ricattarlo» a Madrid). (Sara Gandolfi, Corriere della Sera)

Caso Iovino, Fedez denunciato «Ma quale massacro, io non c’ero». Milano, identificato con le telecamere. «Di cosa parliamo? Lui tre giorni dopo era a ballare». Presente quella sera nel locale in compagnia del rapper anche Ludovica Di Gresy. (Cesare Giuzzi, Corriere della Sera)

Sulla vicenda la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per rissa e lesioni, anche se Iovino si è fin qui rifiutato di sporgere querela, sostenendo di non aver riconosciuto nessuno degli aggressori. Gli inquirenti hanno ricostruito l’antefatto e il contesto. C’è anche un nome iscritto nel registro degli indagati. La presenza sul posto di Fedez, riportata da alcuni quotidiani, sarebbe confermata da due elementi. La testimonianza di due vigilantes del complesso residenziale dove ha casa Iovino, che hanno assistito al blitz delle 3.30 di notte e hanno chiamato il 112 e non hanno avuto difficoltà a riconoscere il rapper nel gruppo sceso dal van. (Diana Alfieri, Il Giornale)

Camila Giorgi, ecco i debiti fiscali. Ora si muove anche la Procura. La tennista inseguita da Entrate e pm: sotto la lente compensi per 6 milioni. (Ilaria Sacchettoni, Corriere della Sera)

Pamuk-Gurnah il grido di libertà dei due Nobel. Lo scrittore turco e quello originario di Zanzibar dialogano entrambi con il direttore Molinari. Sul potere della scrittura, ma anche sulle questioni cruciali del presente: dalle autocrazie alle migrazioni. (Maurizio Crosetti, Repubblica)

Elena Cecchettin: “Sento di dover ingoiare ancora rospi, non mi sento rispettata”. L’incontro all’Arena Robinson di Repubblica al Salone del libro di Torino. (Rosario Di Raimondo, Repubblica)

Violentata dagli amici a 12 anni. Il video sul telefono della coetanea. Modena, i medici dell’ospedale confermano gli abusi. I due sospettati di 15 e 16 anni. (Valentina Lanzilli, Corriere della Sera)

Il Corriere intervista Elio e le Storie Tese: «Dante e il suo autismo. Lo Stato lascia soli noi genitori. Ridere? Oggi è proibito. Dopo La terra dei cachi a Sanremo aprirono una indagine. Fui molto orgoglioso».

Gli Anniversari

1110, Baldovino I conquista Beirut
1767, prima di Apollo e Giacinto dell’11enne Mozart
1787, in Australia undici navi di detenuti
1830, fondata la Repubblica dell’Ecuador
1846, gli Usa dichiarano guerra al Messico
1860, i garibaldini arrivano a Salemi
1877, Bell parla del telefono dimenticando Meucci
1888, il Brasile abolisce la schiavitù
1909, ciclismo: prima edizione del giro d’Italia
1912, nasce la Royal Air Force
1913, Sikorsky guida per primo un aereo quadrimotore
1917, visione della Vergine a Fatima
1940, Churchill alla Camera: lacrime e sangue
1943, gli alleati battono Afrika Korps e italiani
1950, prima gara di formula uno della storia
1958, nasce la Quinta Repubblica francese
1968, inizia il Maggio francese
1976, Pol Pot primo ministro della Cambogia
1978, omaggio funebre ad Aldo Moro
1979, calcio: ultima partita per Gianni Rivera
1981, Agca attenta alla vita di Giovanni Paolo II
1989, Tiananmen: duemila studenti chiedono riforme
1996, violenti temporali in Bangladesh: 600 morti
1999, Ciampi decimo Presidente della Repubblica
2004, India: la vedova di Rajiv Gandhi vince le elezioni

Nati oggi

1792, Pio IX
1882, Georges Braque,
1924, Concetto Lo Bello e Giovanni Sartori
1927, Bice Valori
1932, Gianni Boncompagni
1935, Luciano Benetton
1938, Giuliano Amato e Tony Renis
1942, Giacomo Vaciago
1950, Stevie Wonder
1954, Francesco Pigliaru
1964, Andrea Sironi

Si festeggia la Beata Vergine di Fatim

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