La nota del 14 giugno

“Se avrai la fortuna di incontrare il lupo e avrai il coraggio di seguirlo, mai più tornerai a camminare in mezzo alle pecore” (Wolfgang Goethe)

Oggi arriva il Papa al G7: Bergoglio ha giustamente paura dell’intelligenza artificiale applicata alle armi, anche se essa sarà difficile da fermare poichè, come spiega Mattia Feltri sulla prima pagina de La Stampa, anche i primi cannoni ottennero una corale disapprovazione ma poi questo non impedì la loro veloce diffusione. Per il Pontefice più interessato ai media di tutti è molto meglio che andare da Fabio Fazio e per Giorgia Meloni che l’ha invitato è un altro segno del successo del G7 a guida italiana. Cosa che quasi tutti le riconoscono, compreso Travaglio sul Fatto. Molti riprendono la formula del sito “Politico” e scrivono che a Borgo Egnazia ci sono “sei anatre zoppe e Meloni”, oppure “sei anatre zoppe e un cigno”, in riferimento al fatto che gli altri leader, eccetto Trudeau, hanno perso le elezioni o potrebbero perderle come Biden. Stefano Stefanini su La Stampa riassume così: “agenda forte, leader deboli”. Meloni, oltre a intestarsi gli aiuti all’Ucraina, fa discutere anche di Africa. Repubblica e Stampa, e in parte il Corriere, provano a guastarle la festa titolando sullo scontro con Macron a proposito dell’aborto.

Passano infatti i 50 miliardi all’Ucraina presi dagli interessi dei beni russi congelati in Occidente (la formula, che secondo i giuristi di Washington e Bruxelles, avrebbe dovuto impedire che Mosca potesse appellarsi ai tribunali di casa nostra). Biden firma un patto decennale di assistenza a Zelensky, in modo da evitare scarti da parte di Trump se (come molti auspicano o temono) egli dovesse vincere a novembre le elezioni Usa. Lavrov, ministro degli Esteri di Putin, annuncia “notizie dolorose” per noi mentre la Borsa di Mosca blocca le contrattazioni in dollari ed euro. La Bce chiede a Unicredit di ritirarsi dalla Russia.

I giornali di destra, ivi compresi Messaggero e Mattino (allineatissimi alla premier anche se apparentemente meno appiattiti), magnificano la padrona di casa del G7. Libero scade con questi titolo: “chi ha rotto i Macron, un disperato al G7”. Dall’altra parte il Fatto titola su Biden “rimbambiden” che “vaga per i prati”. Insomma, propaganda di quart’ordine che almeno di fronte alle guerre dovrebbe essere più sobria. Cerasa sul Foglio è entusiasta e scrive della premier come di “un ponte spericolato tra mondi che non si parlano”, riferendosi a conservatori e destre estreme in Europa.

Panebianco sul Corriere scrive una analisi realistica sul ruolo del vecchio Continente in questa fase storica.

Ancora il Corriere manda Cazzullo a Parigi per spiegare la situazione politica francese, e lui racconta il ruolo del finanziere Bollorè nel cercare di federare la destra francese sul modello italiano.

La Camera sanziona con più giornate di sospensione l’aggressore e con alcune in meno l’aggredito, Pd e Conte vanno martedì a protestare a piazza Santi Apostoli a Roma. Sallusti sul Giornale in modo molto esplicito e Franco sul Corriere in modo più felpato concordano sul fatto che le risse in Parlamento avevano l’obiettivo mediatico di oscurare il G7 e il successo di Meloni.

Oggi arriva Grillo a Roma, ma Conte resta dov’è e anche Travaglio alla fine, pur mettendolo ancora accanto agli sconfitti delle europee, lo sostiene e scrive di essere favorevole a “3 o 4 mandati, non 6 o 8 come gli altri partiti”.

Chicco Testa chiede le dimissioni di Renzi e Calenda sul Riformista: “hanno diviso e deluso”. Barelli, capogruppo di Forza Italia, dice al Foglio che tre parlamentare ora in Azione e Italia Viva stanno per passare con Tajani. Rutelli nega: non farà il federatore del terzo polo.

Il Foglio scrive che se Sangiuliano va a fare il candidato presidente della Regione Campania lo sostituirà Alessandro Giuli, amico personale di Meloni, alla Cultura. Sangiuliano intanto vuol cacciare Greci e Christillin dal Museo Egizio di Torino e La Stampa insorge.

Piercamillo Davigo fa come Berlusconi: attacca i giudici e sceglie Coppi come avvocato. Lo fa notare il Foglio.

La Cina prepara le ritorsioni ai dazi europei sulle auto elettriche: verranno colpiti auto italiane, formaggi e vini secondo Fubini sul Corriere.

Aumentano gli occupati, 75 mila in più nel primo trimestre. Intanto Bankitalia rivede a 0,6 la crescita del 2024.

Generali presenta un rapporto sul welfare dal quale emerge che le piccole e medie imprese vi fanno ricorso con grande attenzione e varietà di strumenti.

Da indiscrezioni di Bruxelles, tutti scrivono che Ita-Lufthansa sta per essere autorizzata. Giorgetti, magari per scaramanzia, resta scettico.

Castagna di Bpm su La Stampa dice che con la discesa dei tassi (entro diciotto mesi) ripartirà il risiko bancario. Ma il tutto è stato un pò forzato dai titolisti torinesi.

Lavazza inaugura il venerdì corto per 400 persone.

Il Foglio cerca di mediare tra Adolfo Urso e Giuseppe Cruciani della Zanzara: il ministro ha chiesto tra 250 e 500 mila euro di risarcimento perchè il programma satirico di Radio 24 lo chiama “Adolfo URSS”.

Boccardelli è il nuovo rettore della Luiss, e il Messaggero gli dedica l’articolo più importante.

Marco Gay è il nuovo presidente degli industriali di Torino.

Stasera con Germania-Scozia partono gli Europei di calcio. Le Poste, sponsor della Nazionale, danno una boccata di ossigeno ai giornali comprando le sovracopertine di tutta la carta stampata. Record di medaglie italiane agli Europe di atletica appena conclusi.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Il monito di Mattarella ai leader del G7: Sono riapparsi antichi fantasmi”. Il discorso alla cena davanti ai 7 grandi. Critiche alla Russia sostegno allUcraina. In Israele serve una pace duratura”. (Giuliano Foschini, Repubblica)

G7, svolta per l’Ucraina. 50 miliardi dai beni russi Mosca minaccia ritorsioni. Gli aiuti verranno rimborsati con gli interessi maturati dagli asset sequestrati L’accelerazione anche in previsione di un possibile ritorno di Trump. Zakharova: “Porteranno a una risposta molto dolorosa per l’Ue”. (Claudio Tito, Repubblica)

È la svolta attesa, sollecitata dal presidente americano Joe Biden da mesi, e discussa con Meloni già durante la visita alla Casa Bianca di fine febbraio. Il meccanismo, spiega la presidente del Consiglio, è ancora da definire nei dettagli tecnici ed è quello che si farà a livello europeo nelle prossime settimane. Ma andava prima consumato un passaggio politico, sul palcoscenico solenne del G7, per rivelare la compattezza dei sette leader su un tema che aveva aperto interrogativi sulla fattibilità legale dell’operazione e sui contraccolpi che potrebbe subire l’Unione europea, dove quasi tutti i beni della Russia sono immobilizzati dai primi giorni dell’invasione ordinata da Vladimir Puntin, nel febbraio 2022. Pochi minuti dopo l’annuncio di Meloni è arrivata, attesa, la reazione del Cremlino, da parte di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri, che definisce «criminali» i tentativi occidentali di usare i profitti generati dai beni russi: «Porterebbero da parte nostra – è la minaccia – a una risposta molto dolorosa per l’Unione europea». (Ilario Lombardo, La Stampa)

Gli Usa, come ha ricordato il segretario al Tesoro Janet Yellen, vorrebbero prendere direttamente quei beni rottamando così una serie di regole e convenzioni internazionali, ma Meloni precisa che non si tratta di una “confisca”, bensì di un compromesso. Che ovviamente è ben visto da Zelensky, invitato alla sessione sull’Ucraina dove ha ringraziato tutti per il sostegno e l’accoglienza e in particolare Giorgia Meloni. Il presidente ucraino ha firmato col presidente Biden un accordo bilaterale di sicurezza tra Usa e Ucraina che sembra finalizzato a garantire aiuti di lungo periodo, in grado di resistere anche a un’eventuale presidenza Trump. Ma il presidente ucraino ha anche sottolineato che gli obiettivi principali sono “lo sviluppo di una coalizione di caccia, l’accelerazione dell’addestramento dei piloti e la velocizzazione della consegna degli aerei”. Quindi fornitura di jet come vera richiesta. La Russia non resta silente e la Borsa di Mosca ha sospeso le contrattazioni in dollari ed euro per bloccare il flusso di capitali nei settori del debito sovrano, dei grandi conglomerati pubblici e delle principali società della difesa. (Salvatore Cannavò, Il Fatto Quotidiano)

Il patto decennale tra Usa e Ucraina «Un ponte per Kiev verso la Nato». Biden: sosterremo tutti i vostri sforzi. Lavrov sugli asset: «La risposta sarà molto dolorosa». (Viviana Mazza, Corriere della Sera)

«Dobbiamo dare la caccia alla flotta fantasma del petrolio di Mosca». Cameron: Zelensky ha il diritto di colpire oltre confine. Stiamo cercando di essere vicini, amici e partner dell’Ue Dimettermi fu giusto. Però la guerra non sta andando bene per l’Ucraina. (Luigi Ippolito, Corriere della Sera)

Andrea Bonanni su Repubblica: G7, la sfida a Putin e i destini europei. Rimettere la guerra scatenata dalla Russia al centro della questione occidentale aiuta a raddrizzare le prospettive, a mandare i messaggi giusti agli interlocutori interni ed esterni. E, forse, a zoppicare un po’ meno.

«Ognuno farà la sua parte: i Grandi più uniti che mai sull’uso dei profitti russi». Sullivan, consigliere di Biden: «Aborto? È importante ribadire l’impegno». I fondi del prestito quasi totalmente americani? Il punto vero è che ogni Paese farà la sua parte per assicurarsi che i soldi arrivino all’Ucraina. Il presidente sentiva in modo molto profondo che sull’aborto c’era bisogno di un riferimento chiaro almeno a quanto fatto a Hiroshima. Il Papa. Lasciamo che siano i Paesi che organizzano i summit a decidere chi invitare ma considereremo sempre positiva la sua partecipazione. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)

Al G7 tra Parigi e Roma scoppia un caso sullaborto. Macron: «Rammarico per la scelta dellItalia». Meloni: «Sbagliato fare qui campagna elettorale». La soddisfazione dei leader per laccordo sui 50 miliardi allUcraina. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Bisognerebbe chiedere al presidente Usa Biden, a quello canadese Trudeau o al francese Macron o al primo ministro giapponese Kishida, presenti al G7 italiano di Borgo Egnazia, se davvero conoscono bene le posizioni di Meloni e le ultime decisioni della maggioranza parlamentare di destra-centro in materia di aborto. Poiché la premier ha spiegato più volte che non intende rimettere in discussione la legge 194 – approvata nel 1978 e salvaguardata nel referendum del 1981 -, che ha reso legittima l’introduzione dell’interruzione volontaria di gravidanza, ma solo assicurarne la completa attuazione, è verosimile che le stesse siano state illustrate così agli interlocutori stranieri. Spiegando che il governo intende solo, attraverso la diffusione sul territorio di consultori familiari e la presenza di esponenti delle associazioni pro-vita in grado di orientare le decisioni delle donne, fare opera di prevenzione. (Marcello Sorgi, La Stampa)

È la prima di un Pontefice con i leader del mondo Dieci incontri bilaterali, faccia a faccia con Zelensky. Arriverà tra i grandi del mondo ufficialmente per discutere di intelligenza artificiale con la necessità di porre dei paletti etici, ma soprattutto per difendere con forza il diritto alla vita e invocare, guardando negli occhi i leader più potenti del pianeta, la pace in questo mondo «segnato da questa terza guerra mondiale a pezzi». Francesco è il primo Pontefice invitato a un G7, il Papa 87enne che arriva dalla fine del mondo atterrerà in elicottero a Borgo Egnazia poco prima di pranzo e ad accoglierlo ci sarà la «padrona di casa» Giorgia Meloni. Bergoglio terrà un discorso dedicato all’IA, ma, prima e dopo il suo intervento, gli occhi saranno puntati sui dieci bilaterali organizzati dalla Santa Sede con i leader che hanno chiesto un incontro al Papa. (Fabio Marchese Ragona, Il Giornale)

G7, intervista a Lula: “Una task force per vincere la fame nel mondo. È ora di tassare il club dei super ricchi”. Parla a Repubblica il presidente del Brasile. “La vittoria della destra estrema in Europa è un pericolo per la democrazia”. E poi: “Con un G20 rafforzato, G7 e Brics non avrebbero più ragione di esistere. L’Onu? Va abolito il diritto di veto”. (Fabio Tonacci, Repubblica)

Angelo Panebianco sul Corriere: Un’Europa costretta a crescere. In una fase di fortissima accelerazione della storia l’Unione deve riuscire nei prossimi mesi a uscire dalla routine.

Sanzioni dopo la rissa. Le opposizioni martedì in piazza. A Iezzi 15 giorni, 4 a Donno. Scintille in Aula su Bella ciao. (Marco Cremonesi e Adriana Logroscino, Corriere della Sera)

Bagarre sulle riforme: la violenza parlamentare. Il messaggio che passa attraverso le immagini del pestaggio alla Camera appare inquietante perché senza precedenti. (Carmelo Lopapa, Repubblica)

«Non c’è la serenità necessaria per discutere questa riforma». Occhiuto: hanno accelerato bruscamente, rivediamo le materie senza Lep. Il voto al Sud non è andato così bene Colpa nostra, abbiamo lasciato al Pd questo tema. È stato il loro unico argomento di contestazione. (Alessandra Arachi, Corriere della Sera)

Alta tensione nel Ppe sulle nomine. Metsola resta in pole. I precedenti di scelte autonome dell’Europarlamento. (Fr. Bas., Corriere della Sera)

«Sì a von der Leyen solo senza Meloni e Ecr. A noi il Parlamento per metà mandato». Il segretario del Pse Filibeck: la maggioranza istituzionale corrisponda a quella politica. Va riconosciuto il nostro apporto anche con la presidenza del Consiglio europeo. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Manovra europea per fregare chi ha vinto le elezioni: Enrico Letta, sconfitto nel 2022, spunta come «esca» alla guida del Consiglio Ue per convincere Fdi a stare in maggioranza. Mossa da respingere in tutti i modi: se non ascolta gli elettori, a che serve l’Unione? Nel 2018 gli italiani scelsero di mandare a casa il governo di Paolo Gentiloni, uno scolorito democristiano di sinistra che Sergio Mattarella aveva imposto a Palazzo Chigi, dopo la batosta presa da Matteo Renzi col referendum costituzionale. L’anno dopo la sconfitta, lo stesso Gentiloni fu spedito in Europa a rappresentare l’Italia come commissario con delega all’Economia. In pratica, bocciato a Roma dagli elettori, l’ex premier fu promosso a Bruxelles dalla nomenclatura dei partiti. Qualche cosa di simile è successa anche con Luigi Di Maio, che alle scorse politiche non è neppure riuscito a tornare in Parlamento, ma che dopo pochi mesi si è accasato quale rappresentante per gli affari europei in Medioriente. (Maurizio Belpietro, La Verità)

Faide e miliardi. La trama di Bolloré per unire le destre. Ciotti a casa del tycoon prima dell’annuncio dell’asse con i lepenisti che ha spaccato i neogollisti. Pensa che i francesi si pentiranno di Bardella al governo e nel 2027 vincerà un macroniano. (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera)

Tre giorni con Repubblica delle Idee per capire i ragazzi dell’Europa. Al via a Bologna la nostra festa con scrittori, analisti, cantanti, intellettuali che risponderanno alle domande delle grandi firme del giornale. In una Ue attraversata dal vento di destra e da una guerra senza fine. (Maurizio Molinari, Repubblica)

“Roberto Vannacci istiga all’odio razziale”. Il neo eurodeputato leghista rischia il processo al tribunale militare. Il gip ha notificato al generale il “no” all’archiviazione: il 25 settembre l’udienza per il possibile rinvio a giudizio dopo le denunce sul libro “Il mondo al contrario”. (Giuseppe Scarpa, Repubblica)

Gli altri temi del giorno

Lavoro, a marzo 400 mila occupati in più. Pil, Bankitalia conferma le stime: +0,6%. I dati Istat: la quota dei senza impiego scende al 7,2%. Via Nazionale: nel 2024 inflazione all’1,1%. (Mario Sensini, Corriere della Sera)

Reddito, il governo ammette: “Un milione di poveri in meno”. Un milione di persone in media all’anno fuori dalla povertà assoluta. Eccolo l’effetto del Reddito di cittadinanza nei quattro anni e nove mesi di vita, dall’aprile 2019 al dicembre 2023. Lo dice, in modo definitivo, il governo Meloni che quel Reddito, voluto dal M5S, l’ha cancellato. La commissione voluta dal ministero: “Isee da alzare per l’inflazione” Ma non dà numeri sui nuovi sussidi. (Valentina Conte, Repubblica)

Bankitalia, crescita allo 0,6% con rischi di altri ribassi. La nota di Bankitalia presenta le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel triennio 2024-26 elaborate dagli esperti di palazzo Koch nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema. Le proiezioni per l’area dell’euro sono state rese note dalla Bce il 6 giugno: le proiezioni, come concordato nell’ambito dell’esercizio, sono basate sulle informazioni disponibili al 15 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 22 maggio per i dati congiunturali. In una nota del comunicato si spiega che lo scenario non include le informazioni dei conti economici trimestrali pubblicate dall’Istat il 31 maggio, nei quali la crescita del Pil già acquisita è, come detto, stata rivista lievemente al rialzo. (Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore)

Ita-Lufthansa, l’Antitrust Ue si prepara a dire sì alle nozze. Fonti di Bruxelles: accordo a un passo. Voli, Linate, aerei: ecco le condizioni. I vettori cederanno 15-17 coppie di slot a Milano per far entrare easyJet e Volotea. (Leonard Berberi, Corriere della Sera)

Stellantis conferma gli obiettivi 2024 Tavares: “Per l’elettrico regole chiare”. «Siamo solidi, supereremo i momenti difficili e vinceremo nel lungo termine». L’ad di Stellantis indica le traiettorie di sviluppo agli analisti, non nascondendo le criticità. Dal Michigan conferma gli obiettivi finanziari per il 2024 e sceglie di remunerare il capitale degli azionisti con almeno 7,7 miliardi in dividendi e riacquisti di azioni proprie quest’anno. La reazione in Borsa, però, è negativa. «Il 2024 è un anno di transizione – insiste Tavares – andiamo avanti con determinazione con il piano al 2030». (Diego Longhin, Repubblica)

Stellantis regala 8 miliardi ai soci e altre promesse fragili all’Italia. Gli azionisti fanno il pieno tra dividendi e riacquisto di titoli. Anche il futuro di Modena è a rischio e quello di Termoli sospeso. Tavares: non è colpa nostra. Poi l’ad stronca i dazi alla Cina che però non lo penalizzano. Stellantis distribuirà «7,7 miliardi fra dividendi e buyback», ovvero il riacquisto di azioni proprie, perché «i soldi che non utilizziamo, li restituiamo agli azionisti», ha detto ieri il ceo Carlos Tavares, durante l’Investor Day del gruppo che si è tenuto ad Auburn Hills, nel Michigan. Il gruppo sta inoltre aggiornando il suo piano sul capitale «fissando livelli di liquidità con un target del 25-30% dei ricavi per il medio termine, spostando l’attenzione sull’efficienza del capitale e sostenendo forti rendimenti per gli azionisti». Se i soci possono brindare alle ricche cedole da staccare, in Italia i dipendenti delle fabbriche del gruppo restano col fiato sospeso (così come resta sospesa la gigafactory di Termoli) per il futuro della produzione di fronte a molte promesse e pochi fatti. (Camilla Conti, La Verità)

Dazi, vendetta di Pechino. La Cina si prepara a colpire auto, formaggi e vino. Nel mirino soprattutto Francia e Germania. Il caso Dongfeng. (Federico Fubini, Corriere della Sera)

Così Cdp e fondi spremono Autostrade e la indebitano. Per quasi 20 anni la gestione Benetton ha spremuto i profitti riducendo manutenzioni e investimenti, con le conseguenze note a tutti e viste a Genova. La nuova Autostrade per l’Italia (Aspi) targata Cassa depositi e prestiti – insieme ai fondi Blackstone e Macquarie – ha risolto l’equazione aumentando i debiti. Il dato emerge dal bilancio approvato ad aprile scorso, chiuso con un indebitamento finanziario netto di 9,3 miliardi di euro: 1,2 miliardi più del 2022 (+15%). Per trovare un simile aumento bisogna tornare al 2012, alla gestione Atlantia (la holding controllata dalla famiglia veneta). E basta guardare i numeri per capire che l’indebitamento aumenterà ancora. Il dato illumina il meccanismo perverso della finta nazionalizzazione di Autostrade. (Carlo Di Foggia, Il Fatto Quotidiano)

«Nell’esercitare il proprio diritto a difendersi, Israele deve rispettare pienamente il diritto internazionale, in ogni circostanza, compreso il diritto internazionale umanitario». Il capitolo delle conclusioni del G7 sul Medio Oriente e sul conflitto di Gaza, che La Stampa è in grado di anticipare in molte sue parti, suona come un atto d’accusa al governo di Benjamin Netanyahu e alle tante linee rosse che gli alleati considerano oltrepassate. I toni sono duri, netti, e riflettono l’indurimento della posizione del presidente americano Joe Biden nei confronti del premier israeliano e del massacro avvenuto sulla Striscia nel corso di questi mesi.(Ilario Lombardo, La Stampa)

La crisi umanitaria provocata da 250 giorni di offensiva militare israeliana, con l’arrivo dell’estate e delle temperature sopra i 35 gradi, sta divenendo ancora più drammatica. Liquami e montagne di rifiuti ovunque, l’acqua del mare per lavarsi, le malattie infettive. E poi la fame. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha affermato che “oltre 50 mila bambini a Gaza necessitano di cure per malnutrizione acuta”. Il pane, spesso pure marcito, è per molti, quando si è fortunati, l’unica forma di alimentazione in un giorno. (Maddalena Oliva, Il Fatto Quotidiano)

Ritorno a Capitol Hill. Trump e l’agenda 2025: meno tasse e immigrati. Il tycoon ha incontrato i parlamentari repubblicani. (Massimo Gaggi, Corriere della Sera)

La scelta di Ciro Grillo, non si farà interrogare. Il video riproiettato in aula. Sassari, il processo per stupro. I legali di lei: «Non era partecipe». La psichiatra: la ragazza era passiva. La parte civile: ebrezza conclamata. (Giusi Fasano, Corriere della Sera)

Il fratello di Pertini che morì nel lager. Lo Stato non paga: «Non si sa se soffrì». L’Avvocatura si oppone al risarcimento chiesto dalla figlia 90enne. Il legale: ferita riaperta. (Andrea Priante, Corriere della Sera)

Dall’ascesa al pandoro, Ferragni scarica lo storico manager: «Serviva un rinnovo». La nota della società. Il ruolo dei nuovi dirigenti. (Mario Gerevini, Corriere della Sera)

Il Corriere intervista il cantante Gazebo: «Grazie ai Vanzina il mio brano vendette 12 milioni di copie. Io e Sandy Marton odiatissimi dai fidanzati delle nostre fan».

Il Nobel Giorgio Parisi si racconta su Repubblica: “Scrivo favole per i miei nipoti, sono l’antidoto all’egoismo globale. Nel mio libro di storie create per figli e nipoti spiego loro la scienza partendo dalle curiosità”.

Jannik Sinner: “Sudore e fatica, dopo la Davis voglio vincere le Olimpiadi”. Il testo del numero uno del tennis mondiale che pubblichiamo fa parte del libro “Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi”, in libreria da oggi. (Jannik Sinner, Repubblica)

Gli Anniversari

1775, fondato l’esercito degli Stati Uniti
1777, Usa: bandiera a Stelle e Strisce vessillo nazionale
1789, gli ammutinati del Bounty raggiungono Timor
1800, Marengo: Napoleone sconfigge gli austriaci
1807, Friedland: Napoleone sconfigge i russi
1822, nasce la macchina differenziale
1834, Vermont: brevettata la carta vetrata
1837, muore a Napoli Giacomo Leopardi
1846, nasce la Repubblica della California
1872, legalizzati i sindacati in Canada
1900, le Hawaii agli Stati Uniti
1920, muore a Monaco Max Weber
1934, primo incontro tra Mussolini e Hitler
1940, le truppe naziste entrano a Parigi
1940, i tedeschi aprono il campo di Auschwitz
1941, repubbliche baltiche: deportazioni di massa
1949, si forma lo stato del Vietnam
1952, inizia la costruzione del Nautilus
1958, Nelson Mandela sposa Winnie Madikizela
1962, nasce l’organizzazione europea di ricerca spaziale
1966, il Vaticano abolisce l’indice dei libri proibiti
1971, Londra: inaugurato il primo Hard Rock Cafè
1977, si apre il processo milanese alle Br
1978, L’Espresso accusa Leone di frode fiscale
1981, concerto evento a LA contro il nucleare
1982, Falkland: l’Argentina si arrende all’Inghilterra
1985, Lussemburgo: firmati gli accordi di Schengen
1986, muore a Ginevra Jorge Luis Borges
1989, Elisabetta nomina Reagan Cavaliere di Gran Croce
1994, Padova: evade dal carcere Felice Maniero
1995, muore a Comiso Gesualdo Bufalino
1999, Sudafrica: Thabo Mbeki succede a Mandela
2003, tangenti: la Cassazione condanna Francesco De Lorenzo

Nati oggi

1864, Alois Alzheimer
1921, Carla Voltolina
1928, Ernesto Che Guevara
1903, Pasquale Saraceno
1940, Francesco Guccini
1945, Giuliano De Risi
1946, Donald Trump
1953, Pietro Valsecchi
1954, Francesco Rutelli e Gianna Nannini
1957, Giovanna Botteri
1958, Luigi Casero e Rino Zurzolo
1961, Boy George e Paolo Bonolis
1969, Steffi Graf

Si festeggiano i Santi Eliseo e Valerio

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