“Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio” (Tucidide)
Aldo Spinelli parla per due ore con i magistrati, e ne ha per tutti: i finanziamenti li ha dati a tutti i partiti, e anche a Bonino che non conosceva. Ma lascia l’ambiguità su Toti: “il due per mille subito, il resto dopo”. I giornali non di destra si stanno lentamente spostando verso la colpevolezza di Toti, accusato anche da una frase di Spinelli durante l’interrogatorio, frase che può avere valenze diverse: “a te il due per mille, il resto dopo”. Il due per mille era il contributo elettorale che il governatore raccomandava, attraverso la sua segretaria, a Spinelli di erogare seguendo tutte le procedure, per il resto non si sa ancora. Secondo Domani Toti incassava anche per Bucci e Rixi. Il Fatto titola su Spinelli che “inguaia Toti”. Meloni resta “fredda”, Libero cerca una difesa titolando “il trappolone di Genova, ogni giorno una nuova accusa”. Il Foglio sostiene che “dietro l’indagine c’è un pregiudizio accusatorio che rischia di rendere inutilizzabili le intercettazioni”. Landini dice a La Stampa, il quotidiano che lo intervista a cadenza fissa ogni 10-12 giorni, che la corruzione è ovunque. Antonio Gozzi, ex candidato alla guida di Confindustria (oggi nella squadra di Emanuele Orsini), si fa intervistare da Repubblica: “l’inchiesta non diventi alibi per l’immobilismo, sviluppo, crescita e legalità possono conviviere benissimo”. Gozzi ammette che Genova e Liguria non hanno mai visto tanti soldi insieme, e indica nella Diga l’opera cui non si può rinunciare. Intanto dalle intercettazioni vengono fuori i particolari dei week end allegri di Spinelli anche con Signorini (e, soprattutto, signorine disponibili) organizzati a Montecarlo.
Il Sole prevede nel suo titolo di prima pagina che non vi saranno deroghe sulla stretta al Superbonus vista la posizione di Giorgetti. Intanto si cominciano a discutere gli emendamenti, e il Messaggero si dice certo che dalla stretta sono escluse le imprese che potranno continuare a detrarre in 4 anni i crediti d’imposta. Pierluigi Camilli, nuovo vicepresidente di Confindustria per il credito e la finanza, auspica un rapporto costruttivo con la politica a partire proprio dal Superbonus. Brancaccio, presidente dell’Ance, fa notare le misure del bonus edilizio sono già state cambiate 32 volte.
Si precisa il “rimpasto” fatto da Putin: chi ci guadagna è Patruschev, il cui figlio può diventare il delfino del capo del Cremlino. Belousov, l’economista alla Difesa, va a meglio organizzare l’economia di guerra e l’industria delle armi. Nel frattempo l’esercito ucraino perde sette villaggi di dintorni di Kharkiv, ultimo baluardo che può aprire la strada verso la capitale Kjiv.
Salvini e Zaia all’ultimo duello: “ho già pronti dieci nomi per correre in Veneto”, dice il segretario leghista. Schlein e Bonaccini più vicini, Conte vuole sabotare il duello tra la premier e la segretaria Pd. Tajani ospita Von der Leyen a Roma ma la tiene seminascosta, Meloni non la incontra e il Manifesto titola “Impopolare europea”: stanno dunque cambiando gli equilibri in Europa in attesa delle elezioni. Panebianco sul Corriere vuole abbinare al premierato la legge elettorale a doppio turno.
Silvio Toniato si avvia a diventare segretario generale del Senato, il numero due sarà Alessandro Goracci, già capo di gabinetto di Conte a palazzo Chigi.
Meloni, secondo il Foglio ma è ormai noto da qualche settimana, rinvia le nomine a Cdp e Ferrovie a dopo le europee per ridimensionare il peso di Salvini nelle partecipate di Stato. Savorani chiede lo stop agli Ets per la ceramica. C’è bagarre alla Camera sul nuovo presidente di Istat, Chelli. Simone Mazzucca è il nuovo Dg di Ance Roma. Il Corriere fa sapere di avere 615 mila abbonati, il numero più elevato tra tutti i giornali italiani, anche se il trend è in discesa e a marzo ha perso il 7,5 per cento.
Bianca Berlinguer fa sapere che la romana del padre Enrico è stata vandalizzara due volte.
Il Fatto scrive di una “affittopoli vaticana” con gli affitti calmierati, anche alla figlia dell’ex presidente Scalfaro.
Giro di baby squillo a Bari, le ha scoperto una mamma controllando orari e spese della figlia. Tra i clienti, professionisti e imprenditori.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Spinelli: preso in giro da Toti. I miei finanziamenti a tutti i partiti. L’imprenditore al gip: contributi anche alla Bonino. I soldi a Signorini? Era in difficoltà. Secondo Aldo Spinelli il governatore gli avrebbe promesso cose che poi non sarebbe stato in grado di mantenere: «Quella spiaggia non si poteva privatizzare». Spinelli junior. Il figlio Roberto: «Mio padre è stato tirato per la giacchetta da tutti, anche da Toti e da Signorini, con cui non sapevo che il rapporto fosse diventato così forte». (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)
Genova, la verità di Spinelli “Toti mi ha preso in giro promette e non mantiene”. L’imprenditore interrogato per due ore dal gip. E il figlio Roberto lo scarica: “Ha fatto tutto da solo” Frode sulle mascherine anti Covid, nuova indagine: “Se agganciamo la Regione facciamo briscola”. (Marco Lignana, Corriere della Sera)
I primi interrogatori sembrano complicare la situazione di Giovanni Toti. “Ho detto tutto”, ha commentato il terminalista Aldo Spinelli all’uscita del tribunale. Ma la parola chiave, nel suo interrogatorio di ieri, è senza dubbio una: “promesse”. Che da sole, in base al codice, rischiano di compromettere la posizione el governatore. Il quadro descritto dall’ex presidente del Genoa e del Livorno Calcio, ma soprattutto dal figlio Roberto, – sentiti entrambi ieri dal gip Paola Faggioni e dal pm Luca Monteverde – non è quello di imprenditori che corrompevano la politica in cambio di favori, quanto piuttosto un movimento contrario. Il padre, racconta Roberto Spinelli, sarebbe stato oggetto di “richieste” e sarebbe stato “tirato per la giacchetta” dalle figure istituzionali coinvolte nell’inchiesta della Procura di Genova, come Toti e il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini.(Marco Grasso, Il Fatto Quotidiano)
Il fascicolo per truffa durante il Covid. «Con le mascherine facciamo briscola». Le intercettazioni di uomini vicini ai clan dei riesini. (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)
Le massaggiatrici, la soubrette e l’amica. I racconti ai pm dei weekend scintillanti. (Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera)
La maggioranza sulle dimissioni: attendiamo l’interrogatorio. Anche la Lega inizia a cedere: non si può andare avanti così 2 anni. Il rischio blocco dei cantieri. Il ministero dei Trasporti: sul porto la soluzione sarà condivisa con i pm. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
Ombre sul Pnrr, la Lega teme la bufera. Meloni si smarca e inaugura il comitato anticorruzione. Il salviniano Rixi “scarica” Toti e lancia l’allarme: “Rischiamo il blocco dei cantieri”. (Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini, Repubblica)
Luigi Manconi su Repubblica: Garantismo a senso unico. Dopo l’esplosione del sistema Liguria il presidente Toti viene difeso.
Giustizia, ora è scontro sul ruolo dei pm. Il congresso dell’Anm a Palermo è chiuso. E lì si sono sentiti toni molto civili e dialoganti. Nell’aria c’è l’eco però delle terribili accuse del ministro Guido Crosetto, che in una intervista a questo giornale ha parlato di «magistratura fuori controllo». E risuonano forti le parole del capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari, che ha fatto trasparire la voglia di portare le procure sotto il controllo dell’esecutivo. A Crosetto, risponde il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia: «Definirci così è denigratorio». Il ministro è stato in troppo esplicito, denunciando che, a suo parere, se un pubblico ministero è arrabbiato con qualcuno, può distruggere quella persona. Ci pensa poi Giulia Bongiorno, la presidente della commissione Giustizia al Senato, a ribadire alcuni punti fermi: «La posizione della Lega – dice – è la stessa che da anni portiamo avanti. Per noi la separazione delle carriere è importante, abbiamo fatto anche un referendum su questo. Contemporaneamente siamo consapevoli che separazione delle carriere non significa affatto voler assoggettare una parte della magistratura all’esecutivo. Quindi, indipendenza della magistratura e separazione delle carriere. Ribadisco: indipendenza». (La Stampa)
Massimo Franco sul Corriere: L’offensiva del Movimento senza sponde in Europa. L’attacco di Conte ai cosiddetti «candidati truffa» nasconde un affondo contro il Pd di Schlein. Il nodo della politica estera.
Il tour di von der Leyen a Roma. I rapporti incerti con Forza Italia. Gli eventi paralleli della presidente e del partito. Ronzulli l’attacca: un cavallo zoppo. Tajani: la sua presenza non era prevista, ma con Ursula le cose vanno sempre bene. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera) Meloni è un ostacolo: ora Von der Leyen ignora la destra e tenta la “tattica del sommergibile”. La presidente uscente ieri in Italia non ha visto la premier: punta a ricucire coi “grandi soci” della Ue e col suo stesso partito. L’insofferenza di Macron e quella del connazionale Scholz. (Claudio Tito, Repubblica)
«Conviene a Meloni». «Elly può sparigliare». I sondaggisti e il confronto da Vespa. Le previsioni sul «match» tra le due leader. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Conte, sgambetto a Schlein: una legge sulla incandidabilità. «No alle corse inganno alle Europee». E punta al ricorso sul duello in Tv. Il presidente M5S: così più astensionismo. E la segretaria: penso alla campagna. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Angelo Panebianco sul Corriere: Premierato, una riforma da cambiare. La proposta così com’è stata elaborata dal governo non funziona. La premier deve migliorarla.
Salvini scarica Zaia, il Veneto è in rivolta. C’è già aria di congresso in casa Lega. Ed è un’aria pesante, perché Matteo Salvini sembra essere entrato ufficialmente in guerra con il presidente del Veneto, Luca Zaia, il più pericoloso tra i potenziali concorrenti alla leadership del partito. La fase congressuale si aprirà in autunno, ma la battaglia è iniziata da 48 ore. Il primo colpo viene sferrato dal leader della Lega a Vicenza, “ospite” di Zaia al raduno degli alpini, dove affronta il tema delle Regionali in Veneto e, con l’occasione, liquida così il governatore: «Per il dopo-Zaia ho già pronti dieci nomi». Frase che, a scanso di equivoci, ripete ieri durante un comizio a Treviso. Come se l’attuale governatore, capace di vincere le ultime elezioni con il 76,79% delle preferenze, si potesse sostituire con chiunque. Parole che fanno esplodere la rabbia dei militanti e dei dirigenti di partito sul territorio. La prima volta poteva essere uno scivolone, ma la seconda è uno sgambetto deliberato. (Federico Capurso, La Stampa)
Segre: “Una vita tra le minacce ma non rinuncio a uscire di casa”. La senatrice a Milano: gli odiatori seriali andrebbero curati dai medici Scritte antiebraiche a Venezia. Il sindaco: “Vergogna, cancellate subito”. (Ilaria Carra, Repubblica)
Liliana Segre e l’antisemitismo: perché serve una memoria comune contro l’odio. La senatrice a vita reagisce all’indifferenza generale e chiama in causa la responsabilità di tutti noi. (Giovanni Maria Flick, Repubblica)
Stefano Massini aggredito al Salone del Libro di Torino: “Voi comunisti state riscrivendo la storia”. L’autore presentava il suo “Mein Kampf” sull’ascesa del nazismo. Contestazione verbale poi spintoni: “Hitler aveva ragione. Ora lo possiamo dire”. (Luca Monaco, Repubblica)
Gentiloni: “Su deficit eccessivo vedremo se deciderà questa o la prossima Commissione”. Dall’Eurogruppo nuovo richiamo sul Mes. Il commissario europeo: “Confermata moderata accelerazione dell’economia”. Il direttore del Fondo Salva Stati Gramegna: “Approvarlo è una questione di credibilità”. (Repubblica)
Sugar tax, pressing per il rinvio ma servono subito 139 milioni. L’unico spiraglio di trattativa nella maggioranza per le modifiche al decreto Superbonus resta aperto sulla proroga della Sugar Tax. Il mancato rinvio del prelievo che mette a rischio 5mila posti di lavoro in tutto il settore delle bibite zuccherate (composto – come sottolineato da Assobibe – per «il 64% da Pmi, che producono eccellenze del Made in Italy come aranciate, chinotti, cedrate, aperitivi analcolici») è stato sui tavoli dei pontieri nella maggioranza nella ricerca di una difficile mediazione. Alla fine una prospettiva sembra profilarsi in vista di una sintesi che potrebbe portare a un rinvio dell’imposta al 1° luglio 2025. Naturalmente tutta la differenza la faranno le coperture: le stime attualmente per questa specifica soluzione sembrano attestarsi intorno ai 70 milioni di euro. (Marco Mobili, Il Sole 24 Ore)
Famiglie Usa a secco, Wall Street fa i conti con i consumi in calo. I dati, messi tutti in fila, sembrano anzi segnalare una spaccatura all’interno della società americana: una parte della popolazione e delle società continua a correre incurante dell’inflazione e dei tassi elevati, ma un’altra parte – quella medio-bassa – inizia davvero a soffrire. Mutui onerosi, insolvenze ai massimi da oltre un decennio su carte di credito e prestiti per l’auto, risparmi da Covid finiti, fiducia dei consumatori in caduta… In media l’economia Usa continua a galoppare, ma nella realtà sembra sempre più spaccata in due. Le trimestrali a Wall Street lanciano proprio questo allarme. E i dati macroeconomici pure. (Morya Longo, Il Sole 24 Ore)
«Energia, la spinta del Sud. Investimenti per 100 miliardi». Monti (ceo Edison): le rinnovabili? Motore per le infrastrutture. Il Pil del Mediterra-neo allargato vale il 14% a livello globale. La popolazione è il 16% ed è giovane. Idroelettrico ed eolico: servono competenze per far fronte alla domanda. Il ruolo della tecnologia europea. (Fausta Chiesa, Corriere della Sera)
Il micetto ruggisce ancora: a Wall Street tornano a decollare le “azioni meme”. Dopo tre anni si risente Keith Gill, l’investitore che nel 2021 lanciò il fenomeno di viralità finanziaria, e il suo misterioso tweet fa riesplodere i titoli di Gamestop & Co. La mania è tornata? (Filippo Santelli, Repubblica)
La sfida dei fratelli Amodei «Portiamo l’uomo al centro dell’intelligenza artificiale». Daniela e Dario, fondatori di Anthropic: separati solo in vacanza. Cerchiamo sempre di capire come Claude può essere utile, nel rispetto di norme e culture. (Federico Cella, Corriere della Sera)
Gli altri temi del giorno
Lavrov rilancia la sfida: «Pronti se l’Occidente vuole combattere». L’intenzione di Vladimir Putin sarebbe creare intorno a Kharkiv una “zona cuscinetto” che blocchi attacchi e incursioni in territorio russo. E se una minaccia concreta su Kharkiv – seconda città ucraina – o su Kiev dovesse spingere i Paesi sostenitori dell’Ucraina ad arrivare a un confronto diretto con la Russia, non escluso dal presidente francese Emmanuel Macron, da Mosca Serghej Lavrov rilancia la sfida. Fresco di conferma alla guida della diplomazia russa, il ministro degli Esteri di Putin ha dichiarato ieri che la Russia è pronta. «Se vogliono combattere per l’Ucraina sul campo di battaglia – ha detto -, sarà sul campo di battaglia». (Antonella Scott, Il Sole 24 Ore)
Mosca avanza, presi 7 villaggi. Kiev rimuove il comandante. A Kharkiv persi oltre 100 km quadrati. E l’Estonia valuta di mandare truppe. (Francesco Battistini, Corriere della Sera)
Soldati, armi, trincee Quali sono i problemi dell’esercito di Zelensky. Putin aumenta i raid, difficile intercettare droni e missili. (Andrea Marinelli e Guido Olimpio, Corriere della Sera)
Kharkiv sotto assedio russo. Continua l’avanzata delle truppe russe sul fronte nord di Kharkiv. Una manovra a tenaglia che ha già stabilizzato oltre cento chilometri quadrati complessivi e negli ultimi due giorni potrebbe averne aggiunti altrettanti. Vovchansk è circondata. Le battaglie si stanno combattendo con ogni mezzo, dall’artiglieria pesante ai piccoli droni che sganciano granate dentro i nascondigli. Per entrambe le parti, una volta che il velivolo teleguidato ha individuato la posizione, c’è poco da fare, non ci si salva dal drone. Queste tecniche sono ampiamente utilizzate in questa regione per via delle pianure spoglie di vegetazione che favoriscono la visibilità zenitale. La scelta della stagione secca gioca ulteriormente a favore dei russi che avanzano su terreno ottimale. (Alessandro Parente, Il Fatto Quotidiano)
L’ascesa della dinastia Patrushev , così Putin rinnova la sua corte. Il vecchio sodale del leader russo partecipa al Consiglio di sicurezza: secondo gli analisti continuerà ad essere molto influente Il figlio Dmitrij è stato nominato vice premier: per molti la rampa di lancio per diventare il delfino del capo del Cremlino. (Rosalba Castelletti, Repubblica)
Cosa succede dopo il rimpasto di Putin, la mossa dello Zar per sopravvivere alla sua guerra lunga. Il senso della manovra è di proteggere economia e società dal conflitto ucraino: perché in Russia impero e regime cadono insieme. (Lucio Caracciolo, Repubblica)
Silurato il ministro della Difesa, avrà un ruolo consultivo. Al suo posto un economista. Via il capo della sicurezza, il figlio però diventa vicepremier. Nessun cambio ai servizi. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato domenica che sospenderà i massimi funzionari della Difesa e della sicurezza del Paese dai loro incarichi, mentre le forze di Mosca hanno lanciato l’offensiva per conquistare il territorio in tutta l’Ucraina prima che le nuove armi occidentali arrivino a Kiev. In una dichiarazione Putin ha detto che rimuoverà il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, al comando delle forze armate russe dal 2012 e sarà sostituito da Andrei Belousov, un economista senza alcuna esperienza militare ma che dovrà in primo luogo occuparsi della dilagante corruzione nell’esercito russo, come visto lo scorso 24 aprile, quando è stato arrestato il viceministro della Difesa, Timur Ivanov, accusato «di aver accettato tangenti su scala particolarmente ampia». Shoigu è stato rimosso, ma essendo un fedelissimo di Putin (e uno dei pochissimi suoi amici) è stato comunque nominato segretario del consiglio di Sicurezza russo, un organo meramente consultivo che «consiglia» Putin su questioni militari e strategiche. (Stefano Piazza, La Verità)
Spari su un convoglio dell’Onu vicino a Rafah. Il finestrino posteriore sulla fiancata del passeggero è crivellato di colpi. Sulla portiera anteriore dell’auto bianca spiccano in blu le lettere UN e sul retro sventola la bandiera con il logo delle Nazioni Unite. Il mezzo, che era diretto all’ospedale europeo secondo un portavoce del segretario generale dell’Onu, è finito sotto tiro a Rafah. A bordo c’erano due operatori umanitari del Dipartimento di Sicurezza e Protezione dell’organismo internazionale. Almeno uno dei due è stato ucciso dagli spari. Per conoscere ulteriori dettagli della vittima – l’identità e la nazionalità – occorre aspettare che ne siano informati i familiari. (Fabiana Magrì, La Stampa)
Israele, Netanyahu contestato nel giorno del ricordo dei caduti. Scontri in piazza. Erdogan: «Mille membri di Hamas ricoverati in Turchia». I parenti degli ostaggi: una funzione alternativa con le torce «dell’abbandono». (Davide Frattini, Corriere della Sera)
L’Ambasciata di Israele contro il Vaticano “Discorso antisemita nella Santa Sede”. Un nuovo incidente diplomatico riaccende le tensioni tra mondo ebraico e Vaticano. L’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede si dice «indignata e sconvolta» dopo avere appreso che «l’11 maggio, a conclusione dell’Incontro mondiale sulla fraternità umana svoltosi nell’atrio della basilica di San Pietro, il luogo è stato contaminato da un flagrante discorso antisemita». In un contesto in cui «lo scopo era, presumibilmente, quello di parlare di pace, è stato consentito che si tenesse un discorso di propaganda pieno di menzogne». Lo afferma in una nota contro l’intervento della premio Nobel yemenita Tawakkol Karman, che ha usato le espressioni «pulizia etnica e genocidio a Gaza» (parole riportate da Il Messaggero). (Domenico Agasso, La Stampa)
Non sospettavo che i primi a non conoscere la storia fossero proprio i governanti di Israele e i loro sostenitori in Occidente. Altrimenti l’altro giorno non avrebbero negato il Sì alla risoluzione dell’Assemblea dell’Onu che riconosce alla Palestina i titoli per diventare membro effettivo e raccomandare al Consiglio di Sicurezza di rimuovere il veto (dei soliti Usa). Quasi tutto il mondo (143 Paesi) ha votato Sì, mentre Usa, Israele, Argentina e altri sei han votato No e 25 si sono astenuti (fra cui campioni di viltà come Italia, Germania, Gran Bretagna, Canada, Ucraina, Georgia, Olanda, Austria, Svezia, Finlandia, Lettonia e Lituania). “Avete aperto
l’Onu ai nazisti moderni dello Stato terrorista palestinese”, ha strillato l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan: “State facendo a pezzi la Carta dell’Onu con le vostre mani”. E l’ha distrutta passandola nel tritacarte. Questo somaro non sa o finge di ignorare – proprio come Hamas e una parte dei filopalestinesi che manifestano contro il “sionismo”, cioè contro il diritto di Israele a esistere – che lo Statuto dell’Onu, siglato nel 1945 dai 51 Stati fondatori, è la fonte del Diritto internazionale che legittima l’esistenza di Israele. (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)
Il testimone Cohen: «Così Trump mi disse di pagare Daniels». L’ex legale di Donald al processo di New York. «Temeva che molte donne si facessero avanti». Il capo evitava le mail, ordinò: risolvila e basta. Il fixer mentiva per lui e intimidiva i giornalisti. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
Lasciò morire la figlia di fame e di sete: condanna all’ergastolo. Milano, Alessia Pifferi ritenuta «capace di intendere». (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)
L’appuntamento trappola per la «spedizione punitiva». Ora i pm indagano Fedez. Milano, il rapper e i messaggi dopo la rissa con Iovino nel locale. La Digos ha arrestato tre capotifosi per aver accoltellato un romeno dopo Milan-Cagliari. (Cesare Giuzzi, Corriere della Sera)
I debiti di Camila Giorgi. Dai conti dei ristoranti alle multe mai pagate. L’ex campionessa e il ritiro a sorpresa. Il caso delle palline sparite. Dopo il Fisco italiano anche la Gran Bretagna reclama il pagamento di contributi evasi. (Ilaria Sacchettoni ,Giorgio Bernardini, Corriere della Sera)
Il Corriere intervista Alessia, figlia del pilota Clay Regazzoni: «Ferrari lo chiamò e lui pensò a uno scherzo. È morto sulla strada andando a 80 all’ora»
Gli Anniversari
1643, Luigi XIV re di Francia all’età di 4 anni
1690, inventato in Germania il clarinetto
1784, Usa: ratificata la fine della Guerra d’indipendenza
1796, prima vaccinazione anti-vaiolo
1814, la Danimarca vende la Norvegia alla Svezia
1858, italiano attenta alla vita di Napoleone III
1862, brevettato il cronografo a Londra
1900, prima per la Tosca di Puccini a Roma
1907, terremoto in Giamaica: più di mille morti
1923, costituita la Milizia per la Sicurezza Nazionale
1931, no a Giovinezza: schiaffeggiato Toscanini
1939, bimba di 5 anni e sette mesi diventa mamma
1943, Roosevelt incontra Churchill a Casablanca
1947, primo teatro stabile italiano
1948, proclamato lo Stato d’Israele
1954, nasce l’American Motors Corporation
1954, Marilyn Monroe sposa Joe Di Maggio
1955, firmato il Patto di Varsavia
1968, terremoto del Belice: distruzione e morte
1973, lanciato il primo laboratorio-stazione spaziale
1974, ostaggio Br il magistrato Sossi chiede scambio
1976, Friuli: nubifragio distrugge oltre 1.200 tende
1976, in edicola il primo numero della Repubblica
1979, bomba all’ingresso del carcere Regina Coeli
1986, estorsione: arrestato Armando Verdiglione
1993, autobomba a Roma: nel mirino Maurizio Costanzo
1994, disarmo: Accordi del Cremlino tra Clinton e Yeltsin
1997, fondata la rete aerea Star Alliance
1998, muore a Los Angeles Frank Sinatra
2011, Ben Alì scappa dalla Tunisia
2012, messo a punto a Stanford un occhio bionico
2015, Giorgio Napolitano di dimette da Presidente
2015, muore a Los Angeles B.B. King
Nati oggi
83ac, Marco Antonio
1919, Giulio Andreotti
1921, Mario Pomilio
1928, Ernesto Che Guevara
1932, Luigi Scotti
1940, Agazio Loiero
1941, Mario Pepe
1943, Angelo Bagnasco
1944, George Lucas
1949, Oliviero Beha
1952, Roberto Scarpinato
1958, Alfredo Mantovano
1962, Renata Polverini
1969, Cate Blanchett
1984, Mark Zuckerberg
Si festeggia San Mattia
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