“Due parallele si incontrano all’infinito, quando ormai non gliene frega più niente” (Marcello Marchesi)
Ma Repubblica, La Stampa e Domani attaccano Salvini per aiutare Meloni o per far emergere le crepe nella maggioranza, che ieri ha bocciato il terzo mandato proposto dai leghisti? Buona la seconda: al Ponte mancano 68 requisiti tecnici e non ci sarà posa della prima pietra in tempo per rivendersi l’opera alle elezioni europee, cosa che sarebbe stata utile anche alla premier. Domani fa sapere che balneari, tassisti e trattori ora guardano al leghista, e si considerano categorie tradite da un governo che consideravano amico. Il Foglio scrive che la Lega senza il nome di Salvini nel simbolo guadagnerebbe due punti percentuali. Flavia Perina su La Stampa definisce “suicida” la sua strategia: si aggrappa a Trump mentre crescono i suoi nemici interni.
Intanto i quotidiani vicini alla destra glorificano il nuovo fisco presentato ieri da Meloni (che risponde all’attacco di ieri di Repubblica ricordando che sono stati i dem a lasciare 1200 miliardi di tasse non riscosse, prima pagina di Libero), Giorgetti e Leo con un occhio al ceto medio impoverito. La premier ha gioco facile a dire che le tasse non sono “bellissime” come invece affermava Tommaso Padoa Schioppa ma che vanno pagate senza per questo strozzare il contribuente in difficoltà. Anche il Messaggero non si sottrae e titola “Meno Irpef per i redditi medi”. L’esperto Padula promuove la riforma sul Sole.
Poi, o magari prima perchè lo scontro tra Russia e Nato condiziona troppe cose (a parte ovviamente le vite umane in Ucraina) nella nostra economia e non solo, c’è Putin che per l’ennesima volta non esclude di usare le armi nucleari per arrivare a Kjiv e intanto sposta truppe al confine con la Finlandia, che ha fatto appena in tempo a entrare nella Nato. Domenico Quirico su La Stampa ritiene che la situazione attuale sia peggiore della crisi dei missili a Cuba negli anni Sessanta, perchè “Biden tentenna e Putin non si ferma”. Khodorkosky, oppositore all’estero e già oligarca, viene intervistato da Repubblica e Stampa: da una parte convalida le minacce di Putin dicendosi convinto che potrebbe usare davvero le armi nucleari per vincere in Ucraina e dall’altra chiede all’Occidente di non riconoscere i risultati delle elezioni in Russia, cosa che peraltro nulla cambierebbe. Dice anche che in Italia “molti agenti sono al soldo del Cremlino”, e anche questa non è una novità. Sul Foglio Giuliano Ferrara elenca i motivi per i quali Trump, più favorevole a Putin di Biden, non dovrebbe mai vincere, ma intanto è ben posizionato per farlo. Nello scontro tra Usa e Cina ora tocca a Tik Tok: Washington ne ha chiesto la vendita, altrimenti verrà vietato per gli americani. Il Fatto invece si scandalizza perchè abbiamo venduto armi a Israele per 2,1 milioni di euro. Certo, Crosetto avrebbe fatto meglio a non negare.
Il Corriere anticipa la biografia di Bergoglio scritta da Rangone, il vaticanista di Mediaset e amico personale del Papa, con due pagine di Aldo Cazzullo nel quale l’argentino dice che salvo gravi impedimenti fisici non si dimetterà e che “qualcuno in Vaticano ha sperato che morisse”. Anche in Vaticano ormai è dal suo arrivo dalla “fine del mondo” leaderismo spinto, mentre il sacro viene sempre più accantonato: serve davvero alla Chiesa questo protagonismo personale a scapito degli insegnamenti universali che saranno più noiosi ma che fanno la differenza tra il vicario di Cristo in terra e un influencer qualsiasi, di quelli che Mattarella ha ricevuto ieri al Quirinale? Anche il generale Vannacci, ci si perdoni il paragone blasfemo, dopo il primo libro ora ha messo in commercio anche la sua biografia: ne avremmo fatto volentieri a meno.
Gli occupati salgono di 481 mila unità (ed è un record), i giornali di destra ci saltano sopra, quelli di opposizione li sminuiscono perchè comunque restiamo fanalino di coda nella Ue. Fubini sul Corriere cerca di vedere i lati positivi degli ultimi dati economici e di non nascondere quelli negativi.
Il Parlamento europeo approva la prima regolamentazione mondiale dell’intelligenza artificiale. Prevede 4 livelli di rischio: inaccettabile, alto, limitato e minimo. Il primo entra in vigore in sei mesi, gli altri tra due anni. Ne scrive anche Daniele Manca nel fondo del Corriere.
Vertice a palazzo Chigi sui dossieraggi con Banca d’Italia, Servizi, Guardia di Finanza e Polizia per cercare di dare criteri e regole all’uso delle banche dati. Nordio intanto dice che il suo ministero non porta consensi politici per spiegare le frizioni con Meloni, che lo spinge a presentare la separazione delle carriere dei magistrati.
La Verità scrive che Confindustria Anie ha smentito ufficialmente di aver dato i propri voti assembleari a Gozzi, come invece era apparso in alcuni articoli di ieri. E’ un indice della durezza dello scontro interno, e anche delle difficoltà dell’imprenditore ligure.
L’Inter non riesce a tenere il pareggio, perde ai rigori con l’Atletico Madrid e lascia la Champions. Barella e Thuram sbagliano in partita, Lautaro e Sanchez dal dischetto. Gli arabi starebbero pronti a comprare anche il Monza. Non è ancora chiaro di chi sia la proprietà del Milan, mentre Domani scrive che nel club “tutto cambia meno il potere di Paolo Scaroni”.
Andrea Orcel ha preso 9,9 milioni di euro di bonus per i risultati 2023 di Unicredit, cioè per aver fatto il proprio lavoro. Carlo Messina riceve la laurea honoris causa dalla prestigiosa università di Padova e tiene una lectio fiduciosa sulle economia italiana e sul ruolo del Veneto.
Muore Marcello Gandini: ha disegnato alcuni capolavori dell’auto italiana, dalla Miura alla Montreal, dalla Countach alla Stratos. Scompare anche Giandomenico Picco, il diplomatico Onu che negoziò l’accordo tra Iran e Iraq negli anni Ottanta.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Terzo mandato e stop ai ballottaggi. Il doppio blitz della Lega non passa. No del Senato all’emendamento. E la mossa sul sistema di voto nelle città scatena il Pd: sfregio. Il meloniano Balboni chiede il ritiro: «Serve maggiore approfondimento». L’ostilità al doppio turno vecchio cavallo di battaglia. I salviniani convinti: «Gli alleati sono d’accordo». L’imminente sfida di Firenze all’origine della frenata. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
Terzo mandato e ballottaggi, non passano i blitz leghisti. «Noi speravamo che l’emendamento sul terzo mandato non finisse in Aula. Spiace che ci sia chi cerca o crea spaccature su temi che non sono nell’agenda del centrodestra…». Dietro le parole del vicecapogruppo di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon c’è tutta l’irritazione del maggiore partito di governo e della stessa premier Giorgia Meloni. Ma la Lega, ossia Matteo Salvini, non demorde e finisce come deve finire: dopo la bocciatura in commissione l’emendamento al decreto elezioni (decreto che ieri ha avuto il sì della Camera) sul sì al terzo mandato per i presidenti di regione è bocciato anche dall’Aula. Dopo il parere contrario del relatore, il presidente meloniano della prima commissione Aberto Balboni, il governo si rimette all’Aula: votano a favore solo i senatori leghisti e quelli di Italia Viva (26), no tutti gli altri compreso il Pd (112). La spaccatura del centrodestra su un tema che ha diviso per settimane Salvini e Meloni fin dalle trattative per la scelta del candidato governatore in Sardegna è infine andata in scena: Salvini e i suoi vogliono tenere il punto, e soprattutto andava mandato un segnale al potente governatore Luca Zaia, che vuole ricandidarsi nel 2025 ma che a legislazione vigente non può. (Emilia Patta, Il Sole 24 Ore)
Walter Galbiati su Repubblica: Infrastrutture elettorali. Matteo Salvini ha pensato di conquistare il consenso al Sud trasformando la Sicilia in una penisola.
Meloni e le tasse: «Mai dirò che sono una cosa bellissima». Il piano per ridurle al ceto medio. Il governo illustra la riforma. Schlein attacca: state con gli evasori. Giorgetti: «Misure che vanno incontro alle famiglie e restituiscono potere d’acquisto». (Mario Sensini, Corriere della Sera)
“Incassi record dalla lotta all’evasione merito del governo”. Ma i numeri smentiscono Meloni. Fact-checking sui “meriti” della destra. L’alert della Ragioneria sulle maxi-rateizzazioni: “Minor gettito per 2,5 miliardi in 12 anni”. (Giuseppe Colombo, Repubblica)
Meloni lo ha detto con parole chiare, che più chiare non avrebbero potuto essere: la politica fiscale del governo è l’esatto opposto di quella che immaginava Padoa Schioppa, lo scomparso ministro dell’Economia del secondo governo Prodi (2006-2008), che fu impiccato a una frase pronunciata forse con troppa ingenuità in un Paese a forte evasione come l’Italia:
«Le tasse sono bellissime». Ecco, Meloni ha premesso che non direbbe mai parole del genere e ha insistito sulla difesa degli autonomi (piccoli e medi imprenditori, popolo delle partite Iva che raccoglie gran parte degli elettori di centrodestra). Affidandosi per il resto alla sapiente mano del viceministro Leo, l’uomo che nel governo ha il compito di mettere in pratica questi propositi e realizzare la riforma fiscale, passo dopo passo. Si può dire infatti che quella annunciata da Leo due giorni fa, con la possibilità di rateizzare fino a dieci anni le tasse dovute, sia una seconda tappa in direzione dei contribuenti- elettori cari alla premier. La prima, con la legge di Stabilità dell’anno scorso, è stato il rialzo da 50 a 85mila euro della fascia di autonomi agevolati con la flat-tax al 15 per cento. La seconda sarà compiuta con la rateizzazione fino a 120 rate del dovuto. (Marcello Sorgi, La Stampa)
Massimo Franco sul Corriere: La forzatura della Lega getta un’ombra sul dialogo. La tentazione di forzare le regole non è un buon segnale: soprattutto per lo stesso governo. Tradisce un’insicurezza e una voglia di semplificazione a proprio vantaggio, che oltretutto arriva dopo la vittoria netta in Abruzzo. Finisce per mostrare una coalizione ansiosa di prevalere a ogni costo, approfittando delle difficoltà di opposizioni sfrangiate. L’abolizione del ballottaggio nelle elezioni comunali, proposta a sorpresa dalla Lega ieri ad appena tre mesi dal voto, suona come un colpo di mano che ha messo in imbarazzo perfino il partito della premier.
Il Parlamento europeo approva la prima legge al mondo sull’AI. L’Unione si conferma punto di riferimento sulla regolamentazione dell’economia digitale: «Giornata storica». Il commissario Breton: «Le istituzioni hanno resistito agli interessi particolari e alle lobby». Immagini e contenuti artificiali o manipolati dovranno essere etichettati come tali. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Freedom Act, ok dalla Ue. Ma il centrodestra si divide. Più di uno, dall’opposizione, lo dice: con questa norma europea il prossimo vertice Rai eletto con l’attuale legge Renzi nascerà già delegittimato. Sarebbe meglio procedere alla nomina della nuova governance dopo una riforma della Rai che tenga conto degli input Ue. Ieri, infatti, il Parlamento Ue ha dato il via libera all’European Media Freedom Act, la legge per la tutela della libertà di stampa, per la trasparenza delle testate giornalistiche e la difesa dall’ingerenza dei potentati economici, della politica e dei governi nei confronti dei media pubblici e privati. L’opposizione, però, spinge per una riforma. “Ora una nuova norma per recepire i principi del Freedom Act diventa una priorità per tutto il sistema politico italiano”, afferma la presidente della Vigilanza Rai, Barbara Floridia (M5S). “Non ci sono più scuse, le nuove regole Ue si applicano subito, bisogna procedere a una riforma”, dicono i pentastellati della Vigilanza. Secondo il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, “per l’Italia significa procedere a riforme radicali e urgenti”. (Gianluca Roselli, Il Fatto Quotidiano)
Anche in Italia anticipiamo i temi di questa rivoluzione va governata, non frenata». Il sottosegretario Barachini: «Fornirà opportunità». (Claudia Voltattorni, Corriere della Sera)
Daniele Manca sul Corriere: “Varato l’AI Act: le regole intelligenti della Ue. Alla base c’è un principio cardine: le regole diventano più stringenti man mano che aumenta il rischio legato all’uso della tecnologia”.
Corrado Augias su Repubblica: Quanto sei fragile democrazia. La scomparsa dei partiti. La paura che condiziona il voto. La disaffezione per il Parla. Tra i motivi Luciano Canfora individua anche le possibilità di falsificazione che le nuove tecnologie digitali consentono.
Niente test su venti e sisma nel progetto del Ponte. Frenata sull’opera di Salvini. Nel parere del comitato scientifico 68 rilievi prima del via libera alla realizzazione Dall’assenza di esami adeguati sulla tenuta, all’acciaio. Si allungano i tempi per l’avvio dei cantieri. Bonelli attacca. Il leghista: “Folle dire che è destinato a crollare”. Ciucci: “Il parere è positivo”. Ma le osservazioni pesano sull’opera. (Antonio Fraschilla, Repubblica)
Michele Ainis su Repubblica: Astensionismo, il male e la cura. Per alcuni la cura sta nel proporzionale, sistema che ti permette di scegliere il meglio, anziché contentarti di votare il meno peggio.
«La strada è lunga ma giusta, solo uniti siamo competitivi. Con i 5 Stelle scelte comuni». L’ex leader pd: la destra non risolve i problemi, aumenterà la rabbia. In Abruzzo i nostri eletti sono tutti uomini. È un brutto segnale, conferma che sul tema ci vuole un impegno quotidiano senza distrazioni. Zingaretti, le elezioni nel nostro Paese dimostrano che l’astensione è un altro dato importante su cui i partiti farebbero bene a riflettere con attenzione. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Mattarella incontra gli youtuber: «La nostra Costituzione è giovane». Il confronto al Colle, modera Rovazzi. Il presidente: se fossi un creator mi occuperei di bimbi. Il presidente: vorrei far avvertire ai giovani l’importanza della Carta. Il cantante: è attualissima, speriamo diventi un trend. (Marzio Breda, Corriere della Sera)
«Il governo fermi la legge» Vittime della strada, l’appello dei familiari. Le associazioni: riscriva con noi il testo. Ddl all’esame della Camera. Schlein (Pd): non basta la repressione. Il M5S: è un far west, sarà il codice della strage. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)
Borse, corsa ai nuovi massimi Lo spread scende a 122 punti. Non sembra proprio voler incontrare ostacoli la marcia delle Borse, almeno in Europa. La seduta di ieri è stata infatti caratterizzata dall’ormai consueta ondata di massimi storici per Parigi (+0,62% il bilancio della giornata) e Francoforte (ripiegata poi sui valori della vigilia nel finale), mentre anche il Ftse Mib di Piazza Affari ha rialzato l’asticella fino a sfiorare i 34mila punti per portare a casa un rialzo dello 0,39 per cento. Le attese per un taglio dei tassi da parte della Banca centrale Usa a metà giugno si sono ancora leggermente ridotte: stando alle indicazioni fornite dal FedWatch Tool del Cme Group sono adesso poco sotto al 65%, contro il 70% di inizio settimana e addirittura quasi il 75% di un mese fa. L’impressione però è che le dinamiche di mercato stiano ancora una volta mutando direzione e dando meno importanza alla politica monetaria. «Nelle ultime settimane la narrativa di un “atterraggio morbido” si sta progressivamente trasformando in quella di un “non atterraggio” dell’economia», fa notare Gregor Hirt, responsabile globale delle strategie Multi Asset di Allianz Global Investor per sottolineare come la recente ondata di dati robusti stia poco a poco instillando nella mente degli investitori l’idea che la crescita Usa possa non frenare del tutto. (Maximilian Cellino, Il Sole 24 Ore)
Telecom ai minimi in Borsa, rischio di incursioni estere. Un’altra seduta è passata senza che il titolo abbia mostrato capacità di recuperare la brusca caduta di giovedì. Gli scambi si sono confermati in rallentamento, ancora intorno al 3,5% del capitale ordinario, le quotazioni si sono fermate a 21,23 centesimi, +0,71% rispetto al giorno prima e +0,23% rispetto al minimo di giovedì. La Consob ha ancora in corso le sue verifiche, per esempio sul prestito titoli dove l’analisi è complessa e richiede tempo. Ma per il resto il quadro che emerge è quello di un’operatività diffusa sia in vendita che in acquisto, dove lo short selling se c’è è poco rilevante e dove invece a dominare è il trading infragiornaliero, high frequency trading e guidato dagli algoritmi. Anche il day trading, il retail digitalizzato, è molto attivo, soprattutto in acquisto. (Antonella Olivieri, Il Sole 24 Ore)
Del Fante (Poste): «Abbiamo in gestione 580 miliardi di risparmi italiani». Il ceo alla Camera. Mercoledì il piano industriale. «Poste garantirà la sicurezza sui dati Lavoriamo con le banche da anni». (Andrea Ducci, Corriere della Sera)
«Miroglio, servizi innovativi per rilanciare Trussardi». L’ad Racca: investiti 35 milioni, andiamo avanti. Rete di 1.700 negozi. L’operazione ci permette di continuare il percorso di cambiamento. (Emily Capozucca, Corriere della Sera)
Iveco vende Magirus al fondo tedesco Mutares. La storica azienda, che ha 1.300 dipendenti in Europa, ha inventato la scala girevole antincendio. Sono 200 gli addetti in Italia nel Bresciano. (Diego Longhin, Repubblica)
Gli altri temi del giorno
Putin agita di nuovo il nucleare. Droni contro le raffinerie russe. Lo zar: truppe al confine con la Finlandia. Bruxelles stanzia 5 miliardi per le armi a Kiev. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)
«Dal punto di vista tecnico-militare siamo ovviamente pronti» a una guerra nucleare. Vladimir Putin flette i muscoli e torna a parlare della terrificante eventualità di un conflitto atomico. Afferma che le armi nucleari di Mosca siano «più avanzate» di quelle americane. Poi ribadisce che secondo la sua dottrina nucleare, la Russia può ricorrere a queste terribili armi in caso di «minaccia all’esistenza dello Stato, alla sua sovranità e indipendenza».Il dittatore russo però nega di aver mai pensato di lanciare armi nucleari tattiche in Ucraina e dichiara di non credere che il mondo stia precipitando irrimediabilmente verso una guerra nucleare sostenendo che a Washington vogliano evitare un conflitto diretto. Quello di Putin è un altro duro avvertimento all’Occidente, sottolineano diversi osservatori. (Giuseppe Agliastro, La Stampa)
Khodorkovsky: “Lo zar trama contro l’Unione Europea. In Italia molti agenti al soldo del Cremlino”. Parla l’ex oligarca russo che fu incarcerato da Vladimir Putin per oltre dieci anni e ora vive a Londra. Putin ha deciso di eliminare Navalny perché è debole. E punta sulle divisioni europee: l’unico modo per fermarlo è sostenere l’Ucraina. (Antonello Guerrera, Repubblica)
Timothy Garton Ash su Repubblica: Sostenere l ’Altra Russia. Il prossimo lunedì avremo Vladimir Putin “rieletto” Presidente della Russia. In realtà gli elettori russi che andranno alle urne questo fine settimana non hanno a disposizione una vera alternativa, dal momento che Putin ha ucciso il suo più formidabile avversario, Alexei Navalny, e ha ordinato l’esclusione di qualunque altro candidato con una minima possibilità di reale competizione.
Israele insiste: invaderemo Rafah. Pioggia di missili dal Libano. Nella Striscia popolazione stremata. Un altro cargo parte da Cipro. Hezbollah: più attacchi. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
Bombe su un centro aiuti Onu. Il bilancio delle vittime palestinesi ha raggiunto ieri i 31.272 morti e 73.024 feriti, mentre si intensificano gli scontri in vista della prossima operazione di Israele: l’ingresso via terra a Rafah. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, evoca un intervento in tempi rapidi e smentisce le accuse di stand-by rispetto a una delle operazioni più sensibili dopo oltre cinque mesi di conflitto. Chi pensa che Israele stia temporeggiando, ha dichiarato Gallant, «vedrà presto» le truppe israeliane all’azione. Le Israel defense forces dichiarano di aver eliminato oltre cento «operativi» di Hamas a Khan Younis, nel Sud della Striscia, incassando l’accusa di aver bersagliato nei propri raid anche centri di aiuti delle Nazioni Unite. Il ministero della Salute di Gaza ha registrato cinque vittime nell’attacco a un centro di distribuzione del cibo a Rafah, un conteggio che includerebbe anche «almeno» un dipendente dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (Unrwa). Israele ha vietato l’ingresso a Gaza di un camion che conteneva forbici chirurgiche utilizzate in kit medici per bambini, denuncia il capo dell ’Unrwa, Philippe Lazzarini, che riferisce come «le forbici mediche sono state aggiunte a una lunga lista di articoli proibiti che le autorità israeliane classificano come a duplice uso». Questo elenco di articoli vietati, riferisce Lazzarini, include attrezzature di base e di sopravvivenza, compresi farmaci anestetici, bombole di ossigeno, ventilatori, farmaci antitumorali e altre forniture mediche. (Il Sole 24 Ore)
Biden-Trump. La rivincita presidenziale. I due candidati hanno ottenuto la nomination Ma per gli elettori è una scelta sul «male minore». Il repubblicano è avanti nei sondaggi (e nei processi), il dem insegue ma ha più soldi. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
TikTok fuorilegge se resta cinese. La Camera Usa approva il bando. Fosse per la Camera degli Stati Uniti, entro sei mesi ByteDance dovrebbe vendere TikTok a un proprietario non cinese, altrimenti il social verrebbe bandito in America. Ma ora lo scontro si sposta al Senato. La reazione di Pechino: “Bullismo commerciale”. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)
Usa, la Camera vota per il bando a Tik Tok. La Cina : “È bullismo”. La narrazione ufficiale è che il social network cinese Tik Tok possa essere una minaccia per la sicurezza nazionale statunitense e per la libertà delle elezioni. I numeri dicono però che la app vale più di 65 miliardi di dollari e che sono 170 milioni i cittadini Usa (incluso il presidente Biden) che lo hanno installato sul proprio smartphone . E che ora potrebbero doverlo cancellare se il Senato dovesse confermare la decisione. (Virginia Della Sala, Il Fatto Quotidiano)
Un doppio scandalo scuote Sciences Po, la scuola di Macron e delle élite francesi. Si dimette il rettore, a processo per violenza domestica. Alcuni studenti filopalestinesi hanno impedito l’accesso a una ragazza ebrea. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera)
Il Milan e le carte per gli arabi. I pm: «Svelano la vera proprietà». Le indagini: la relazione agli investitori conterrebbe un riscontro sul controllo di Elliott. Dubbi sul flusso di 400 milioni. Ma il prezzo di cessione non è al centro delle indagini. (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)
Fenomeno Barbero. Dal teatro San Carlo ai centri sociali sale piene per le lezioni dello storico. E lui: non sono personaggio pubblico. (Roberta Scorranese, Corriere della Sera)
Il Corriere intervista l’ex ministro grillino Spadafora: «Il primo compagno a 35 anni. Dopo il coming out in tv mi scrisse anche Tiziano Ferro. Vorrei adottare un adolescente. Ora lancio un nuovo movimento».
Gli Anniversari
1647, fine della Guerra dei Trent’anni
1794, brevetto per la sgranatrice del cotone
1847, prima a Firenze del Macbeth di Verdi
1848, Pio IX concede la Costituzione
1861, il Tricolore è la bandiera del Regno d’Italia
1861, V. Emanuele II riceve il titolo di re d’Italia
1883, muore a Londra Karl Marx
1900, Gold Standard Act: l’oro unità di misura
1903, nasce in Usa il National Wildlife Refuge
1912, attentato a V. Emanuele III
1932, si suicida il fondatore della Kodak
1951, seconda presa Onu di Seul
1964, Jack Ruby colpevole della morte di Lee Oswald
1965, relazioni diplomatiche tra Israele e Germania Ovest
1967, il corpo di JFK spostato al cimitero di Arlington
1972, Giangiacomo Feltrinelli folgorato da un traliccio
1973, occupazione delle terre a Corigliano Calabro
1974, il governo portoghese: stato d’allerta
1980, aereo polacco si schianta al suolo: 87 morti
1984, fallito attentato al capo del Sinn Féin
1990, primo incontro per la riunificazione della Germania
1991, prove costruite: fuori i Sei di Birmingham
1994, prima versione stabile di Linux
1995, primo americano sulla stazione spaziale russa Mir
1996, 100 mln $: Clinton con Israele contro i terroristi
2004, Putin rieletto alla presidenza della Russia
2008, Tibet: l’esercito cinese spara sui monaci chemanifestano
2012, scolaresca belga distrutta da un incidente di pullman
Nati oggi
1804, Johann Strauss (padre)
1820, V. Emanuele II di Savoia
1835, Giovanni Schiapparelli
1844, Umberto I di Savoia
1879, Albert Einstein
1931, Giorgio Forattini
1933, Michael Caine
1934, Dionigi Tettamanzi
1935, Gennaro Acquaviva
1936, Fritz Dennerlein
1940, Lucio Testa 1942, Mario Da Vinci
1947, Gianni Bella
1952, Riccardo Schicchi
1953, Nicola Sartor
1956, Giancarlo Leone
1957, Franco Frattini
1958, Alberto II di Monaco e Rita Forte
1977, Matteo Cambi
Si festeggia Santa Matilde
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