La nota del 15 maggio

“Non si può pensare senza cuore, non si può amare senza cervello” (Carl Jung)

Per Repubblica Giovanni Toti è a un passo dall’addio, La Stampa specularmente dà spazio a Spinelli il quale dice che il presidente della regione “lo pressava” per avere fondi, il che significa concussione (anche se poi aggiunge che “lo facevano tutti”). Il Messaggero e La Verità ospitano la mossa di Meloni, che dopo aver atteso un pò sembra difendere un filo Toti e attacca la magistratura annunciando che porterà la separazione delle carriere al prossimo Consiglio dei ministri. Il Corriere si rifugia sul via libera al Superbonus modello Giorgetti, con l’astensione di Forza Italia e il sostegno di Italia viva e sembra disinteressarsi un pò della questione ligure, anche se poi la vignetta di Giannelli dà comunque il senso della giornata ritraendo Toti come un palloncino per aria il cui filo è in mano alla premier. Ovviamente, c’è anche “l’ombra di una talpa” che avrebbe avvertito gli indagati che erano intercettati, come se non lo sapessero. Mattia Feltri sulla prima pagina de La Stampa paragona il finanziamento pubblico italiano ai partiti e i relativi scandali al sistema americano dove sia Trump sia Biden incontrano pubblicamente i portatori di interessi e raccolgono un miliardo di dollari ciascuno. Feltri conclude così: “noi invece abbiamo le procure, la questione morale e la lagna”.

Liliana Segre si scaglia contro il premierato, esagerando un pò quando lo paragona alle “tribù della della preistoria che avevano un capo” e di fatto dà della troglodita alla premier dimenticando oltretutto che era stata la Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema a lanciare il tema nel 1997. La Stampa ci apre la sua prima pagina.

Il Foglio scrive che potrebbe essere Antonio Tajani il prossimo presidente della Commissione europea. Certo, lui in Europa c’è stato con grande dignità, è molto stimato e non sarebbe una cattiva idea.

Salvini viene intervistato dal Giornale, Lollobrigida attacca l’agricoltura olandese (Il Foglio). La senatrice Segre contro il premierato. Per il Fatto Meloni non dà le armi a Kjiv prima delle elezioni europee. La premier va all’ospedale Niguarda di Milano a far visita al poliziotto accoltellato e poi salvato con 9 ore di operazione.

Stellantis venderà le auto elettriche cinesi. Poggi all’unanimità nuova presidente Fondazione Crt per evitare il commissario (Palenzona fidava in Giorgetti, che non si è mosso: sconfitta doppia). Di Vico racconta sul Foglio un report di Mediobanca sull’industria della Difesa. Marco Leonardi ancora sul Foglio attacca il Pd: sostenere un referendum contro una propria legge di 10 anni prima è un errore politico. Camusso invece è ovviamente favorevole. Boom di dimissioni di dipendenti in Veneto: in una settimana trovano un altro lavoro meglio pagato. Italia oggi stima in 500 milioni in due anni i danni della psa suina.

Streep, Coppola & co i leoni dello schermo che non mollano mai. Meryl Streep, 74 anni, il record di 21 nomination agli Oscar (e tre statuette vinte) ha ricevuto la Palma d’onore del festival di Cannes.

Stasera Atalanta-Juve, finale di Coppa Italia ed è naturale tifare per Gasperini che vuole vincere il suo primo trofeo.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Aldo Spinelli ha lanciato accuse precise contro il governatore Giovanni Toti e ha evocato, tramite il suo legale Andrea Vernazza, un comportamento che potrebbe profilare l’addebito di concussione: «Toti mi pressava, mi telefonava in continuazione soprattutto quando si avvicinavano le elezioni, chiedeva aiuto». C’è poi un filone d’indagine che riguarda una fuga di notizie. Una possibile rivelazione di segreti d’ufficio che, al momento, ha portato all’iscrizione fra gli indagati di un consigliere comunale di Genova, Umberto Lo Grasso. È accusato di favoreggiamento, per aver messo in guardia sul fatto di essere intercettati due figure chiave dell’inchiesta, che una settimana fa ha portato ai domiciliari il presidente della Regione Giovanni Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli e il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani. E in carcere l’ex capo dell’Autorità portuale genovese Paolo Emilio Signorini. (Marco Fagandini, La Stampa)

Toti verso le dimissioni dopo l’interrogatorio. Meloni: “Attendiamo le sue risposte”. Salvini prende le distanze dalla premier: “Bene gli osservatori anti-corruzione ma io mi fido di di imprenditori e sindaci”. Crosetto: “Il governatore lascerà, in passato altri lo hanno fatto”. (Emanuele Lauria, Repubblica)

Spinelli e le telefonate del presidente: «Da lui continue pressioni su di me». Le frasi al gip. Canavese, l’unico contrario alla concessione per l’imprenditore: sistema perverso. (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera) Aldo Spinelli, il grande elemosiniere: dai camion al porto la marcia su Genova del scio’ Aldo. L’irresistibile ascesa dell’ex marittimo partito dal nulla che è diventato padrone della città, passando anche per il calcio. (Matteo Macor e Massimo Minella, Repubblica)

Schlein: “Toti non resti un minuto di più. Tutta la politica alzi la guardia”. Intervista alla segretaria del Pd: “Per un’inchiesta che neppure ha sfiorato Emiliano, dalla destra una foga giustizialista mai vista prima”. “La destra vuole una sanità per cui chi ha il portafogli gonfio si rivolge al privato per saltare le lista d’attesa”. (Giovanna Vitale, Repubblica)

Inchieste, Meloni dà tempo a Toti. La premier lancia subito un segnale preciso: Giovanni Toti non deve dimettersi. Non subito, almeno: «Toti ha detto che avrebbe letto le carte e dato le risposte. Aspettare quelle risposte e valutare penso sia il minimo indispensabile per un uomo che ha governato molto bene quella Regione». Insomma, Meloni non si lascia sconvolgere dalle continue indiscrezioni che arrivano da Genova e dalla procura. Toti verrà interrogato nei prossimi giorni, poi si deciderà il suo destino. È la prima notizia che il capo del governo dà al direttore de La Verità. Parla di tutto, la premier, spera di portare a casa «un commissario di peso in Europa, magari sulle materie economiche o il green deal», spiega che il confronto con Schlein «è utile per gli elettori», poi aggiunge un altro titolo da prima pagina: «La giustizia in Italia non funziona, quindi nei prossimi giorni arriverà in consiglio dei ministri la riforma». (Stefano Zurlo, Il Giornale)

Francesco Bei su Repubblica: Un argine ai soldi dei privati. Il caso Genova impone una riflessione seria sul quadro che emerge dai rapporti tra imprenditori e amministratori e sulle forme del finanziamento alla politica.

Meloni sulla vicenda Toti: “Aspettiamo le sue risposte”. La premier a Milano per l’intervista con Belpietro a Il Giorno della Verità: “Non vaccinai mia figlia perché non c’erano certezze scientifiche. Sono stata messa alla berlina, additata come no vax”. (Matteo Pucciarelli, Repubblica)

Meloni difende la riforma: riguarda il futuro, non me. Lo «scatto» sulla giustizia «Consiglio dei ministri a breve». E sulla Rai: io il premier meno presente. Sulla commissione d’inchiesta la premier dice: è utile, spero possa lavorare. A Bruxelles voglio spuntare un commissario di peso. Vorrei la delega all’Economia o al Green deal. Il premierato è necessario. Spero in convergenze. Altrimenti chiederò ai cittadini cosa ne pensino. Nessun rimpasto di governo dopo le Europee. Il mio obiettivo è durare cinque anni, non è mai accaduto. (Chiara Baldi, Corriere della Sera)

Nella intervista di ieri a “Il giorno della Verità” a Milano, Meloni ha confermato l’impostazione della campagna elettorale puntando su quelle riforme che sono anche frutto di un patto con gli alleati. Quindi premierato ma soprattutto riforma della giustizia che, ha detto, arriverà al Consiglio dei ministri entro fine maggio, cioè prima delle europee. Questo vuol dire il via libera alla separazione delle carriere nella magistratura, svolta tanto annunciata che onora il patto di coalizione con Forza Italia. Il fatto di approvarla prima delle urne di giugno risponde, però, anche a un calcolo elettorale. Va infatti a creare quei meccanismi fortemente divisivi tra destra e sinistra che mobilitano al voto, che è ciò di cui ha più bisogno la leader di FdI. Uno dei timori negli ambienti della maggioranza (e non solo) è proprio l’astensionismo che potrebbe non dare quelle conferme attese. E pure la logica del duello Tv tra lei e Schlein risponde allo stesso obiettivo, motivare le tifoserie. In questo senso la separazione delle carriere compatta quell’elettorato di centro- destra che è stato allenato da anni di berlusconismo anche se il tema giustizia – ora – ha due facce. C’è la riforma ma c’è pure l’inchiesta che vede agli arresti domiciliari Toti. (Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore)

Segre: «Aspetti allarmanti. Non posso tacere sul premierato». Il no in Aula: non tutto può essere sacrificato per lo slogan «scegliete il capo del governo». C’è un declassamento del Colle. E anche Cattaneo attacca. Il Parlamento: Mi colpisce il fatto che oggi, di fronte alla palese mortificazione del potere legislativo, si proponga invece di riformare la Carta per rafforzare il già debordante potere esecutivo. Quirinale e Palazzo Chigi: Il capo dello Stato, privato di fondamentali prerogative, sarebbe fatalmente costretto a guardare dal basso in alto un premier forte dell’investitura popolare. La legge elettorale: Com’è possibile perseverare nell’errore creando per la terza volta una legge elettorale destinata a produrre quella stessa «illimitata compressione della rappresentatività» del Parlamento? (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Massimo Franco sul Corriere: Maggioranza circondata dalle tensioni. Il ministro Francesco Lollobrigida sostiene in modo un po’ improvvido che non gli risultano «attriti nel governo praticamente su niente». L’esponente di FdI, il partito della premier, lo dice nel giorno in cui riemerge lo scontro tra il suo partito e la Lega sulla futura guida del Veneto. In più, contro il premierato voluto da Giorgia Meloni ieri sono arrivate parole durissime della senatrice Liliana Segre. La «madre di tutte le riforme», nel lessico di Meloni, per Segre mette a tacere il Parlamento e ridimensiona il ruolo del capo dello Stato: due conseguenze che la allarmano, «e per questo», spiega, «non voglio e non posso tacere». Non bastasse questo sfondo di tensioni, si è radicalizzato il conflitto tra il titolare dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, e i vertici di FI sul Superbonus. E da Palazzo Chigi si dà ragione a Giorgetti che vuole allungare a dieci anni i tempi delle detrazioni fiscali per chi ha beneficiato del provvedimento.

Mentana rilancia. «Su La7 duello tv per tutte le liste». L’invito per il 5 e 6 giugno. I primi sì da Conte e Salvini. (Antonella Baccaro, Corriere della Sera)

Fratelli d’Italia cerca il «rinforzino» per timore di FI. Lo stop di La Russa. L’aiuto del senatore Patton (Autonomie). «Non si era mai visto che si utilizzasse questa facoltà a voto praticamente in corso». (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Il Colle frena Forza Italia sul Superbonus. Moral suasion del Quirinale per evitare che le modifiche degli azzurri eliminino la retroattività dello «spalma crediti». Passa l’emendamento del governo con il voto di Iv e l’astensione di Fi. Rinviata la sugar tax. Stop agli sgravi fiscali sostenuti da Palenzona. Una giornata all’insegna della tensione, sia all’interno della maggioranza, che tra la stessa maggioranza e l’opposizione, si conclude con Italia viva e il gruppo Autonomie che «salvano» la maggioranza sostituendosi a Forza Italia. In serata, dopo una giornata ad alta tensione, l’emendamento del governo al decreto superbonus viene infatti approvato dalla Commissione finanze al Senato con il voto a favore di Italia Viva e l’assenza del senatore delle Autonomie, Pietro Patton e l’astensione di Forza Italia. Vota anche il presidente della Commissione, Massimo Garavaglia della Lega. È l’epilogo di un braccio di ferro durato ore: oggetto del contendere, i sub- emendamenti presentati da Forza Italia al maxiemendamento del governo sul Superbonus. In mattinata arriva una prima risposta positiva del governo alle rimostranze di Forza Italia, in relazione alla sugar tax: fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che «la Presidenza del Consiglio e il ministero dell’Economia sono al lavoro per trovare una soluzione che consenta di posticipare al 2025 la cosiddetta sugar tax, la tassa sulle bevande zuccherate. (Carlo Tarallo, La Verità)

Superbonus ad alta tensione. Ma poi passa la stretta sulle rate. Il sì in commissione sulla retroattività. La sugar tax slitta al 2025. (Corriere della Sera) Superbonus, al Senato la maggioranza si salva grazie a Iv. In commissione Finanze si vota l’emendamento del governo al decreto per la stretta ai bonus edilizi. Forza Italia si astiene, decisivo il sì dei renziani. (Giuseppe Colombo, Repubblica)

Bonomi (Confindustria): «I dazi sui veicoli dalla Cina necessari anche in Europa». Il presidente uscente: Biden fa bene, gli Usa hanno lasciato troppo spazio a Xi. Sono contrario ai bonus e il bonus assunzioni quando mancano i lavoratori è una contraddizione. Il mio rammarico a fine mandato? Aver perso quello spirito di condivisio-ne che c’era durante il lockdown. (Federico Fubini, Corriere della Sera)

Ita-Lufthansa va verso la bocciatura. I rimedi preparati da Lufthansa e Ita per avere il via libera europeo all’aumento di capitale da 325 milioni di euro per acquisire il 41% del vettore italiano non sono sufficienti e del «lavoro deve essere fatto ancora». È quanto trapelato ieri da Bruxelles dopo l’ennesimo incontro fra la commissaria all’Antitrust, Margrethe Vestager, e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Secondo quanto emerso, il ministro non sarebbe favorevole a ulteriori penalizzazioni per la compagnia italiana perché contrarie agli interessi del Paese. (Il Giornale)

«Più tech per Fincantieri» Wass, 456 milioni di ordini. Folgiero: redditività salita del 16%. L’aumento di capitale da giugno. (Francesco Bertolino e Daniela Polizzi, Corriere della Sera)

Mermec batte 10 multinazionali e compra un ramo di Hitachi Rail. L’acquisizione in Francia del gruppo pugliese. Pertosa: obiettivo un miliardo di fatturato. (Francesco Bertolino, Corriere della Sera)

Stellantis, da settembre arrivano le auto cinesi di Leapmotor in Italia. Saranno commercializzate in nove Paesi dell’Europa grazie alla joint venture tra i due gruppi. Si valuterà anche la produzione nella Ue. Tavares: “Procederemo in modo pragmatico, valutando qualità e costi, in ogni Stato”. (Diego Longhin, Repubblica)

Biden alza una muraglia di dazi contro le auto cinesi, l’Europa litiga per una staccionata. Il presidente americano quadruplica al 100% le tariffe sulle elettriche made in China e aumenta quelle su batterie e chip. Pechino annuncia ritorsioni. Anche Bruxelles dovrebbe agire a breve, nonostante le resistenze tedesche, ma la sua barriera rischia di essere troppo bassa. (Filippo Santelli, Repubblica)

Gli altri temi del giorno

Blinken a Kiev: non siete soli. Kharkiv ancora sotto attacco. L’inviato di Biden torna in Ucraina e promette: Atacms in arrivo. L’allerta di Budanov: a rischio anche Sumy. Zelensky chiede due sistemi Patriot per difendere la seconda città del Paese. (Francesco Battistini, Corriere della Sera)

Passa la “legge russa” contro media e ong La Georgia in rivolta. Il Parlamento approva le nuove regole sul modello di Mosca. Scontri tra manifestanti e polizia. La presidente: “Non la firmo”. Gli Usa bloccano i fondi: “Svolta nei rapporti”. (Luna De Bartolo, Repubblica)

I piani di Putin. Dopo il grande rimpasto di governo lo zar vola domani da Xi con Shoigu e il suo nuovo ministro della Difesa. (Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera)

Danilo Taino sul Corriere: La strategia cinese: dividere l’Europa e la Nato. L’obiettivo della visita del presidente Xi Jinping a Parigi, Belgrado e Budapest. Non è l’Occidente a usare Kiev per attaccare la Russia ma è Pechino a usare Mosca per indebolire l’Occidente.

Aiuti a Kiev: Meloni “nasconde” il nono pacchetto fino al voto. Il nono pacchetto per l’invio di armi a Kiev è sparito dai radar. Oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è atteso al Copasir, dove farà un’informativa sull’Africa. Ma non parlerà di armi, passaggio previsto dalla legge per sbloccare i nuovi aiuti. L’informativa sul pacchetto non è mai entrata nell’ordine del giorno di oggi, ma visto che il decreto interministeriale è pronto da giorni, i membri del Comitato si aspettavano che il tema sarebbe poi stato aggiunto. Non è da escludere che qualche domanda arrivi anche stamattina, ma quel che è certo è che Crosetto non è pronto a illustrare il testo, come ha ammesso lui stesso ieri a Metropolis: “Vado per dare una visione di quello che sta accadendo nel mondo e non per il nono pacchetto di aiuti. Non mi chiederanno del nono pacchetto chiederò io di essere audito quando sarà pronto”. (Wanda Marra, Il Fatto Quotidiano)

Israele avanza, tensione con l’Egitto. I tank fra le strade di Rafah, duello con il Cairo sull’apertura del valico: rapporti diplomatici a rischio. La Turchia sostiene la petizione per genocidio. (Davide Frattini, Corriere della Sera)

Si è detto “sconvolto dall’intensificarsi delle operazioni militari” da parte di Israele su Rafah ancora una volta Antonio Guterres. Per il Segretario generale delle Nazioni Unite, “l’impatto sull’accesso umanitario è grave”. Ma l’operazione militare sulla città più a sud della Striscia è considerata dall’Amministrazione Biden sempre più imminente, dato che – lo riferiva ieri la Cnn citando due alti dirigenti Usa – le forze israeliane hanno ammassato abbastanza truppe e carri armati ai margini di Rafah per procedere con un’incursione su vasta scala nei prossimi giorni, pur non essendo certa, a detta degli americani, la decisione definitiva di Tel Aviv. Senza che sia stato “nemmeno lontanamente preparato un piano umanitario per l’evacuazione di più di un milione di abitanti”. (Il Fatto Quotidiano)

Israele tra festa e proteste Sit-in per gli ostaggi e marce per tornare a Gaza. A Sderot i nostalgici degli insediamenti evacuati nel 2005, a Gerusalemme fischi alle celebrazioni ufficiali a Haifa il ricordo della Nakba palestinese. L’anniversario dell’Indipendenza specchio di un Paese diviso. (Francesca Caferri, Repubblica)

I mille occhi di Sinwar. Così il leader di Hamas schedava critici e spie. I dossier sul «New York Times». Il capo sarebbe a Khan Younis. Circa diecimila individui sono stati oggetto d’attenzione perché «poco allineati». (Guido Olimpio, Corriere della Sera)

Il portavoce dell’IDF, contrammiraglio Daniel Hagari: “Oggi abbiamo rivelato un filmato insolito di terroristi armati accanto a veicoli dell’ONU, che abbiamo localizzato pochi giorni fa, e che sparano all’interno di un complesso dell’UNRWA nella parte orientale di Rafah. Abbiamo trasmesso le scoperte ad alti membri della comunità internazionale e abbiamo chiesto alle Nazioni Unite di indagare con urgenza sul collegamento tra i centri logistici dell’UNRWA e gli operatori di Hamas con i loro veicoli”.

«Mente, si vuole vendicare». Donald attacca il suo ex avvocato. Ieri in aula il controinterrogatorio di Michael Cohen, la difesa vuole minarne la credibilità. La linea del tycoon è di tratteggiare un ex collaboratore accecato dall’odio. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)

Normandia. L’agguato al furgone diretto al carcere. Gravissimi altri due uomini della polizia penitenziaria. Commando uccide 2 agenti: choc in Francia. Assalto al casello per liberare un detenuto. È caccia all’uomo. Macron: «Saremo inflessibili». (Agostino Gramigna, Corriere della Sera)

Le 16enni sfruttate ai magistrati: «Con i clienti negli orari di scuola». Bari, i verbali choc: «Volevano i contanti subito dopo il rapporto». Il gip: soldi facili. (Nicolò Delvecchio, Corriere della Sera)

Fedez e la rissa con Iovino. Le minacce degli ultrà per intimidire il testimone. Milano, il ruolo del custode e il tentativo di sottrargli il cellulare. (Cesare Giuzzi, Corriere della Sera)

Da Recco a Scicli, più dell’11 per cento delle spiagge premiate nel mondo sono italiane. Bandiera blu in 236 Comuni. Quattordici

«new entry» rispetto all’anno scorso. Vince la Liguria, bene Puglia e Sicilia. E c’è anche la Lombardia. (Paolo Virtuani, Corriere della Sera)

Il Corriere intervista l’inventore del Bagaglino, Pier Francesco Pingitore: «L’ambasciata Usa mi chiese dei posti per Jackie Kennedy. Misi la mano di Andreotti dentro la Bocca della Verità».

Maria Montessori L’esilio in India con il figlio segreto. Per tutti “Mario” era il segretario-nipote ma in realtà era nato dalla relazione della pedagoga con lo psicologo Ferruccio Montesano Fuggiti dopo l’ascesa del fascismo, si ritrovarono coinvolti nella guerra. (Carlo Pizzati, Repubblica)

Alice Munro, l’arte del racconto. Addio alla scrittrice canadese. Talento e tecnica nelle sue storie reali come la vita.

 

Gli Anniversari

1252, Innocenzo IV autorizza il ricorso alla tortura
1501, Cesare Borgia diventa Duca di Romagna
1563, Londra: si apre il processo ad Anna Bolena
1610, Maria de’ Medici regina di Francia
1618, Keplero conferma la terza legge dei pianeti
1648, fine della Guerra dei Trent’anni
1718, brevettata a Londra la mitragliatrice
1796, l’Italia cede Savoia e Nizza alla Francia
1811, il Paraguay indipendente dalla Spagna
1860: Bixio a Calatafimi: Qui o si fa l’Italia o si muore
1886, muore ad Amherst Emily Dickinson
1891, Leone XIII pubblica la Rerum Novarum
1905, acquistato all’asta il territorio per Las Vegas
1910, debutto internazionale della nazionale di calcio
1911, monopolio: Standard Oil da smembrare
1918, Usa: primo servizio di posta aerea al mondo
1928, prima apparizione di Topolino e Minnie
1930, Ellen Church prima hostess su aereo
1931, Pio XI pubblica la Quadragesimo Anno
1939, inaugurata la Fiat di Mirafiori
1940, le calze di Nylon in vendita in Usa
1943, Stalin scioglie il Comintern
1946, la Sicilia diventa regione autonoma
1957, il Regno Unito prova la bomba atomica
1958, De Gaulle capo del governo francese
1972, Alabama: bidello spara al Governatore
1976, Urss a Israele: riapriamo i rapporti diplomatici
1977, liberato il socialista Guido De Martino
1988, l’Urss avvia il ritiro dall’Afghanistan
1991, Edith Cresson prima donna premier in Francia
1992, si apre l’Expo di Genova
1994, Gino Strada fonda Emergency
1999, Ciampi s’insedia al Quirinale
2006, Repubblica: si apre il mandato di Napolitano
2012, Hollande giura come presidente
2012, Berkeley sviluppa generatori di energia personali

Nati oggi

1859, Pierre Curie
1871, Wilhelm von Opel 1921, Enzo Forcella
1926, Antonio Spavone
1929, Beniamino Placido
1937, Madeleine Albright
1943, Luigi Covatta e Carlo D’Amato 1946, Umberto Quadrino
1957, Vincenzo Onorato
1978, Arturo Scotto
1985, Tania Cagnotto
1987, Andy Murray

Si festeggia Sant’Isidoro

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