“Non si può amare in un altro ciò che si cerca di nascondere a se stessi” (Albert Camus)
I giornali di destra, ovviamente, promuovono a pieni voti Giorgia Meloni per la gestione del G7. Anche il Corriere (con articolo firmato Veltroni) e il Messaggero fanno lo stesso. Il Giornale le approva anche tutti i look. Il Corriere ha in prima pagina la vignetta di Giannelli con undici Meloni che compongono la Nazionale di calcio (che ieri sera agli Europei ha battuto in rimonta l’Albania, dopo aver preso un gol dopo 27 secondi). La nota stonata più importante per palazzo Chigi arriva dall’editoriale di Andrea Malaguti, direttore de La Stampa, che critica l’atmosfera finta della sede del G7 e rimpiange (addirittura) Nilde Iotti sui diritti. Bisignani, nel solito articolo dove fa parlare dal Paradiso i leader della Prima Repubblica, la fa paragonare da Cossiga alla Thatcher.
Ora, come titola Repubblica, tutto si sposta sulle nomine europee. Domani sera cena a Bruxelles con i leader europei, ieri a Borgo Egnazia colloquio Macron-Sholz senza la premier. Per Repubblica e Fatto là premier starà con Von der Leyen, per gli altri giornali prende tempo e aspetta le elezioni francesi.
Elly Schlein va al Gay Pride, dove domina alla grande la “frociaggine” denunciata per il Vaticano dal Papa. Il Manifesto titola: “il Paese che ama”, parafrasando il Paese che amo di Berlusconi 1994. Non ci sono i gay di fede ebraica.
Repubblica copia il Corriere di qualche giorno fa e incensa Elisabetta Belloni, “terza vita verso l’Europa”.
Grillo vede per un’ora Virginia Raggi e pensa a un Direttorio per affiancare Conte dopo la sconfitta alle europee.
Pagnoncelli sul Corriere scopre l’acqua calda dopo le elezioni e il G7: Meloni è più forte per il 50 per cento degli italiani.
La conferenza di pace (non un negoziato ma una specie di convegno) in Svizzera sull’Ucraina, primo passo con 101 paesi ma senza Russia e Cina. Ci saranno a Riad all’inizio del 2025, tappa già stabilita? Intanto Markov, ex consigliere di Putin, spiega a La Stampa che il Cremlino lascerebbe a Zelensky Odessa e Kharkiv, “un sacrificio enorme”. Intanto l’Ucraina inaugura un reggimento che gestisce i droni, oggi la sua arma migliore. Travaglio deride chi non accetta subito il piano di pace russo.
Bella foto e bell’articolo di Repubblica per il dibattito a Bologna all’evento organizzato dal quotidiano Gedi tra Marchesini e Landini: “sono pronto ad aprire una nuova stagione, discutiamo di dumping contrattuali e sicurezza e presentiamoci insieme al governo”, dice il VP per le relazioni industriali.
Antonio Gozzi dice al Corriere (che mette l’intervista in apertura delle pagine economiche) come presidente di Federacciai che l’integrazione europea può partire proprio dall’acciaio. Poi dice che in Confindustria “c’è un presidente che vuole fare bene e una squadra che coopera”.
Il Sole apre su “come sarà la battaglia sui dazi”, e in realtà aggiunge solo che il ministro tedesco Habeck vola in Cina per tentare un compromesso. Sergio Fabbrini commenta le elezioni europee con qualche giorno di ritardo.
Villois sul Giornale scrive che Meloni “deve puntare sull’alleanza con le rappresentanze datoriali e, ove la retorica non è ossessivamente contro, anche con i sindacati. La sfida titanica impone di fare squadra”.
Entro l’anno il governo per Ilva deve mettere un miliardo, c’è l’idea di anticipare la cessione ai privati e metterne la metà.
Il Giornale presenta il nuovo concordato fiscale: sconto del 50 per cento per chi si mette in regola.
Repubblica riprende il Codacons e fa sapere che Barilla ha problemi con i consumatori in California.
Alberto Maria Benedetti è il nuovo commissario del Porto di Genova, è vicino a Pd e 5S ed è stato scelto consultando anche la Procura cittadina.
Il Papa riceve “banchieri e industriali” che fanno parte di un’associazione straniera sulla sostenibilità. Non trapelano nomi, a parte quella della spagnola Anna Botin.
L’Italia a trazione Inter regala un gol dopo 27 secondi all’Albania, poi governa bene la partita anche se rischia il pareggio nel finale. Giovedì incontriamo la Spagna, che ha strapazzato la Croazia.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Meloni chiude il G7 e rilancia sul tavolo Ue: dateci ciò che ci spetta. «È stato un successo di cui sono fiera». E sui casi aborto e Lgbt: polemiche artefatte. Papa Francesco. Un grazie speciale a sua Santità. Sull’Intelligenza artificiale ha dato un contributo straordinario, anche morale: dare un’etica agli algoritmi. La guerra della Russia. Se la proposta di Putin è chiedere all’Ucraina di ritirarsi dall’Ucraina non mi pare particolarmente efficace: se vuole la pace ritiri le truppe. La missione in Cina.
Nelle prossime settimane andrò in Cina, è una cosa che vorrei fare anche sul piano bilaterale: ho avuto un invito dal presidente Xi Jinping da tempo. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
Maurizio Ferrera sul Corriere: L’unione che ci serve. Le divisioni e le prospettive per l’Europa. Per riacquistare il proprio carattere motivante, la visione europeista deve riaprirsi all’orizzonte delle possibilità e delle speranze.
Meloni apre al bis di von der Leyen “Ma l’Ue ci dia quel che ci spetta”. La premier chiude il G7 e si prepara a trattare per i vertici dell’Unione: ritiene “di buonsenso” il rinvio a dopo il voto francese e alza la posta sulle deleghe per l’Italia in Commissione. Su aborto e diritti Lgbtq+ parla di “polemica artefatta”: “Non li limito”. (Emanuele Lauria, Repubblica)
Scholz: “È di estrema destra” Sulle chance di Ursula pesa il veto del Pse sulla premier. La replica di Tajani al cancelliere tedesco “Accuse fuori luogo” Popolari divisi, caccia al nome che allarghi la coalizione ai Verdi. (Claudio Tito, Repubblica)
La partita italiana alla cena di domani. In Puglia incontro a 3 (ma senza Giorgia). Macron e Scholz vedono von der Leyen. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Carlo Bonini su Repubblica: La febbre nera. Nel tempo l’estrema destra si è concentrata sulle questioni della vita quotidiana, mentre prima offriva una litania di temi identitari per alimentare la paura, lontana dal costituire un partito credibile per governare”.
Spinta Usa contro Pechino ma l’Europa è tra due fuochi. La missione di Urso e Meloni per l’auto cinese e l’impatto del G7. Il nuovo testo espone a sanzioni Usa qualsiasi forma di commercio con Mosca. (Federico Fubini, Corriere della Sera)
Zelensky «prova» la pace: «Una possibilità alla diplomazia». In Svizzera 92 delegazioni, assenti Mosca e Pechino. Dagli Usa altri aiuti per 1,5 miliardi. Il vice ambasciatore cinese all’Onu: «Ucraina e Russia si trovino a metà strada». Esiste almeno un comun denominatore: il rispetto della sovranità. (G. Sar., Corriere della Sera)
Il consigliere Yermak: «La Cina non c’è? Pazienza Lavoriamo con gli alleati». Il capo gabinetto di Zelensky: road map per la sovranità ucraina «Il nervosismo russo ci conferma che siamo nel giusto». «Il piano serve a ridare fiducia all’umanità e a far sì che la giustizia sia rispettata». (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)
Carmelo Lopapa su Repubblica: Crepe con gli alleati e scontri sui diritti. Le ombre del vertice sul futuro di Giorgia. All’attivo del G7 va la firma sugli asset russi e la visita del Papa. Solo una menzione per il Piano Mattei. Pesa il braccio di ferro sul tema dell’aborto. L’unico feeling conclamato è con Sunak.
Concita De Gregorio su Repubblica: “La Disneyland pugliese. Dove va presidente per di qua, non si fanno aspettare le signore, siamo in due Santità, siamo ancora vivi. Quanto più Giorgia Meloni si berlusconizza, elargisce battute a Biden e al Papa come fossero due vecchi amici, fa gli occhiacci a Macron, videoselfie simpatici con l’indiano Modi, “hello from the Melodi team”, ma ora ecco quel burlone di Milei, salve a tutti, viva la libertà. Quanto più mostra di gradire la galanteria del ricco conservatore inglese Sunak, viaggia in giardinetta proprio come Berlusconi faceva con le macchinine elettriche portando i leader in visita fra i templi e i cactus della villa sua, ecco”.
Opposizioni contro Palazzo Chigi: il tricolore non è una provocazione. La premier: la rissa? Grave cadere in tranelli. La sinistra: «Si scusi». E prepara la piazza di martedì. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
Salis e la foto a Monza dopo 9 ore di auto «Felice di essere libera e fuori dall’Ungheria». L’attivista riportata a casa dai genitori. A breve andrà a Bruxelles: «Non vedo l’ora di cominciare». (Chiara Baldi, Corriere della Sera)
Carri, musica e diritti per i 30 anni del Pride. La comunità ebraica rinuncia al corteo. Bandiere palestinesi. Strappo con l’associazione Keshet. (Alessandra Arachi, Corriere della Sera)
Schlein balla al Pride: “La destra vuole cancellarci ma la resistenza è in piazza”. La parata nella Capitale, partecipata secondo gli organizzatori da oltre un milione di persone, anticipa la piazza di martedì e da qui la segretaria dem prepara una risposta che coinvolga il più possibile anche la società civile. (Marina de Ghantuz Cubbe, Corriere della Sera)
«I voti di Renzi e Calenda? Li può aggregare Forza Italia. E io mi impegno a unire». Moratti: per i moderati noi molto più adatti del Pd. Il mio risultato, quasi 42 mila preferenze, in aree dove c’è una Lega molto forte, credo possa comportare un mio ruolo tra i federatori. Il centrodestra lavori da subito, e io intendo farlo, per arrivare a un candidato o a una candidata coerente con le aspettative della città. (Maurizio Giannattasio, Corriere della Sera)
Maurizio Molinari su Repubblica: La sfida della Generazione Z. Auna settimana dal voto che ha scosso l’Unione Europea c’è un dato che evidenzia i cambiamenti politici in atto: le preferenze dei giovani sono andate ai partiti di destra ed estrema destra. Ma con un’eccezione in Italia, dove hanno premiato il Pd di Elly Schlein.
Ruini: quel pranzo al Colle in cui Scalfaro mi chiese un aiuto per far cadere Berlusconi. I ricordi di «Sua Eminenza», l’ex presidente della Cei: alla domanda del capo dello Stato restammo in silenzio. Non consideravamo il leader di Forza Italia un pericolo. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
Intervista al nuovo presidente Anie Cristini. “Dal governo misure anacronistiche sull’uso delle rinnovabili”. Dovremmo raddoppiare la nostra produzione. Nel decreto Agricoltura norme poco chiare. (Diego Longhin, Repubblica)
Banco Bpm e Numia, vicini al secondo polo per i pagamenti digitali. La firma entro settembre. Il piano per aggregare nuovi partner. (Francesco Bertolino, Corriere della Sera)
L’Europa mette sotto accusa Apple “L’App Store viola la concorrenza”. Bruxelles verso la prima applicazione del Digital Markets Act. L’azienda di Cupertino rischia di pagare sanzioni in base al fatturato. ( C.T., Repubblica)
Gli altri temi del giorno
Otto soldati israeliani uccisi a Rafah. «Molti tunnel nelle mani di Hamas». Prosegue l’offensiva. Muore per mancanza di cure uno degli atleti più famosi della Striscia. Il bilancio è di 307 caduti dall’inizio della guerra. Uno ogni centoventi palestinesi. (Francesco Battistini, Corriere della Sera)
Il ritorno in politica di Hollande: «Situazione e scelta eccezionali». L’ex presidente si candida con il Nouveau Front Populaire. Cortei in tutto il Paese. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera)
La principessa malata ritorna in pubblico. A Buckingham Palace nonostante le cure. «Grazie per il tuo coraggio». (Paola De Carolis, Corriere della Sera)
Pedofilia, in Rete la «guida» dell’orrore. Catania, scoperte chat con foto, video di abusi e il vademecum «per non lasciare tracce». Nove arresti. (Rinaldo Frignani, Corriere della Sera)
Tuffatore a giudizio per violenze alla collega La vittima: “Io esclusa, lui va alle Olimpiadi”. Picchiata quand’era minorenne. L’atleta: “Trattata come se fossi io la colpevole”. (Corrado Zunino, Repubblica)
Il Corriere intervista Milo Infante: «Sul caso Pipitone non mollo, cerco giustizia per i genitori. Votai (e sposai) Miss Padania». Il giornalista: premiati dagli ascolti ma la Rai ci ignora.
Gli Anniversari
1846, diventa papa Pio IX
1866, comincia la guerra austro-prussiana
1884, a NY il primo ottovolante degli Usa
1903, registrato il marchio Pepsi Cola
1903, la Ford Motor Company diventa Spa
1911, vince l’Ibm
1929, Usa: 6.073 km a piedi suonando il violino
1931, Al Capone si dichiara colpevole di frode fiscale
1940, Pétain premier della Francia di Vichy
1940, in Lituania un governo comunista
1942, Mediterraneo: pace tra alleati e italo-tedeschi
1943, Charlie Chaplin si sposa
1944, 1.488 operai genovesi deportati a Mauthausen
1951, varata l’Andrea Doria
1952, l’Italia approva l’adesione alla Ceca
1955, Pio XII scomunica Domingo Peron
1961, Nureyev chiede asilo politico alla Francia
1963, sovietica la prima donna nello spazio
1972, inaugurato il New York Jazz Museum
1973, trafugato un Mantegna a Verona
1975, nuova Costituzione in Grecia
1977, Breznev presidente dell’Urss
1978, versione cinematografica di Grease
1979, Eni: 2,5 milioni di barili in più dall’Arabia
1980, debutta a Chicago il film I Blues Brothers
1983, Andropov presidente dell’Urss
1991, Firenze: 7ma conferenza mondiale sull’Aids
2000, muore a Tokyo l’imperatrice Nagako
2002, padre Pio da Pietrelcina proclamato Santo
2006, corruzione: arrestato V. Emanuele di Savoia
2013, papa Francesco benedice migliaia di harleysti
Nati oggi
1313, Giovanni Boccaccio
1818, Filippo Palizzi
1925, Nerio Nesi
1829, Geronimo
1932, Maria Teresa Ruta
1938, Carlo Tognoli
1887, Achille Lauro
1890, Stan Laurel
1915, Mariano Rumor
1942, Giacomo Agostini
1951, Giuseppe Vegas
1952, George Papandreou
1957, Antonio D’Amato
1973, Federica Mogherini
Si festeggiano i Santi Quirico e Aureliano
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati