“Se volessi, le truppe russe potrebbero essere in due giorni non solo a Kjiv ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn e Varsavia o Bucarest” (Vladimir Putin)
La grave situazione internazionale oggi riesce a prevalere sui problemi del campo largo in Basilicata o sulla differenza di linea, quella da dettare a Conte, tra Casalino e Travaglio: Corriere e Stampa aprono sul no dell’Italia a Macron, noi siamo contrari a mandare truppe in Ucraina. Lo dice chiaro il ministro degli Esteri Tajani. Mattarella ricorda la distruzione di Cassino ed è ovviamente contro l’escalation ma, secondo il Corriere, il presidente cita sempre non soltanto l’articolo 11 della Costituzione sul ripudio della guerra ma anche l’articolo52 sul “sacro dovere del cittadino di difendere la patria”: dunque il titolo del Fatto (“l’escalation di Macron spaventa Mattarella”) è alquanto forzato. Repubblica aggiunge che “la Ue teme la guerra”: alla fine del loro incontro il presidente francese e il Cancelliere tedesco fanno sapere di non volere che le cose precipitino, “ma Putin non deve vincere”. Crosetto ad ogni buon conto vorrebbe che non si tenessero più vertici separati tra due paesi europei ma che fosse l’Europa tutta a decidere. Difficilissimo, tuttavia, far finta che Germania e Francia non continuino ad essere partner privilegiati.
Come realizzare il ragionevole obiettivo di evitare l’escalation e non dare l’Ucraina a Putin non è affatto facile, anzi praticamente impossibile con il Cremlino che si prepara ad una plebiscitaria investitura elettorale, vera o truccata che sia, e certo allungata a tre giorni per fare in modo che tutti possano raggiungere i seggi: alla fine le contestazioni, anche quelle delle mogli e delle madri dei soldati che combattono e muoiono in Ucraina, vengono circoscritte e silenziate dalla polizia.
Il Giornale mette in buona evidenza in prima pagina l’intervista a Giampaolo Massolo, ex capo dell’intelligence, il quale auspica il debito comune europeo per la difesa e giustamente fa notare che con Putin ci vuole anche la deterrenza, se non si fa nulla il Cremlino è certo che l’Europa resterà a guardare. Il Messaggero tiene caldo il fronte di guerra mediorientale e stima nel suo titolo principale che gli attacchi Houthi hanno dimezzato anche i passaggi nel canale di Suez, con perdite per noi e i nostri porti di 8 miliardi. Ferrara sul Foglio scrive che le guerre in Ucraina e a Gaza “segnano la fine della centralità della Shoah nella storia universale, sono la rottura morale nel nostro modo di vedere il mondo”.
Intanto Giorgia Meloni, secondo il Foglio, parla al telefono con Trump e cerca di tenere un canale aperto con chi era più vicino alle sue idee (ricordiamoci le incursioni ad Atreju di Steve Bannon) nonostante il suo ruolo la obblighi ad avere buoni rapporti con Biden.
Maurizio Molinari, direttore di Repubblica e sostenitore di Israele viene contestato all’Università di Napoli dai tifosi estremisti di Gaza e non può parlare, ultimo episodio di intolleranza filo palestinese negli atenei. Mattarella li bacchetta, ma ormai l’indottrinamento nelle università (sia che venga dai professori, sia che venga dagli studenti che contestano) sta sostituendo sia l’insegnamento sia il confronto delle idee. Il Messaggero, concorrente di Repubblica sulla piazza romana, non cita nè Molinari nè tantomeno il suo giornale nei titoli e nei sommari dedicati alla vicenda. Libero, strana nemesi per Molinari, attacca “i violenti rossi in cattedra” e difende il direttore di Repubblica.
Striano parla con La Verità e dice che di accessi abusivi alle banche dati ne ha fatto 40 mila, ma precisa che quelli su Berlusconi e la Lega glieli hanno commissionato i suoi superiori. Il Giornale aggiunge che lo scandalo dossier arriva in Vaticano perchè molti accessi abusivi hanno riguardato le persone che ruotavano intorno al processo Becciu.
Il Sole apre sull’inflazione che a febbraio è calata allo 0,8 per cento, mentre il carrello della spesa è passato dal 5,1 al 3,4 per cento. Poi sottolinea nel suo secondo titolo più importante la vittoria dell’imballaggio italiano in Europa, e intervista Antonio D’Amato che ha guidato la battaglia presso la Commissione a Bruxelles e il Parlamento a Strasburgo.
La Stampa, mentre gli imprenditori torinesi stanno in parte con Garrone dà voce ai sostenitori di Gozzi che protestano per l’esclusione dalla corsa alla presidenza di Confindustria affermando che non si può escludere il 25 per cento dell’associazione. Ma se i saggi non hanno certificato il raggiungimento del 20 per cento dei voti assembleari da parte dell’imprenditore ligure come si può sostenere l’esclusione del 25 per cento? Dovrebbero motivare meglio, magari accusando i saggi, se hanno tale sospetto, di non aver ritenuto valide una parte delle dichiarazioni di voto.
Claudio Cerasa va a visitare il “cantiere più bello del mondo”, quello della Metro C a piazza Venezia a Roma e lo indica come il modo giusto per conciliare scoperta e tutela dei grandiosi ritrovamenti culturali e miglioramento dei trasporti di una grande città.
Leoni, fondatore della Lega insieme a Bossi, attacca Salvini su Repubblica: “ da federalisti siamo diventati fascisti”. Intanto a Meloni conferma lo slittamento dell’approvazione dell’autonomia differenziata a dopo le elezioni europee.
Secondo Mf, Repubblica in vendita attira compratori: Iervolino non ha chiuso perchè offriva 35 milioni al posto dei 60 richiesti da Elkann, mentre il Pd vuole scongiurare l’acquisizione da parte di Angelucci e chiama in causa lo straniero, cioè Vivendi di Bollorè (grande azionista di Tim).
La Stampa mette il dito nelle nomine militari: Crosetto vorrebbe Portolano come capo di stato maggiore dell’Esercito, Meloni qualche promessa a Figliuolo l’aveva fatta.
La famiglia Moratti approva l’ultimo bilancio prima della vendita a Vitol con 325 milioni di utili, segno di buona gestione.
Swisscom si compra Vodafone Italia con 8 miliardi cash e la fonde con Fastweb.
Cairo festeggia il milione di abbonamenti digitali di Rcs: 615 mila quelli del Corriere, 214 mila quelli alla Gazzetta e il resto nei giornali spagnoli di proprietà del gruppo.
Bagarre per le nomine in Rai sulle richieste della Lega e la successione alla presidente Soldi. Se ne occupa il Corriere, forse si va a dopo le elezioni europee.
Mf rifà il punto sulla tornata di nomine nelle società pubbliche e fa sapere che invece Meloni vuole accelerare. Solita girandola di nomi, anzi qualcuno in più.
Cambio al vertice della Fondazione Cariverona, arriva Bruno Giordano.
Roma e Milan si scontreranno nei quarti di Europa League, mentre all’Atalanta è toccato il Liverpool. In Champions solita sfida Manchester City-Real Madrid.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Macron-Scholz, show di unità «Armi a Kiev con i soldi russi». Il cancelliere: useremo i profitti dei beni congelati. Coalizione sui missili a lungo raggio, ma «no all’escalation». (Mara Gergolet, Corriere della Sera)
Paura mondiale. Chi si aspettava un incontro di box a Berlino tra il presidente Macron e il cancelliere Scholz sull’intervento in Ucraina, dopo i dissidi roventi delle scorse settimane, è rimasto deluso. Senza versare una goccia di sangue, il cancelliere è uscito dall’angolo con la mossa della torre nel nome di «una coalizione di capacità per l’artiglieria a lunga gittata», ovvero una coalizione sulle armi a lungo raggio concordata in ambito Nato, già proposta dai francesi a fine febbraio. Che si tratti di una strada per fornire i missili tedeschi da crociera Taurus sotto il cappello di Ramstein? Di dettagli parleranno i ministri della Difesa nelle prossime settimane, al momento è solo un’ipotesi. Intanto di invio di truppe Nato in Ucraina il presidente Macron non è tornato a parlare a Berlino, in occasione del vertice di Weimar, dopo l’intervista televisiva di giovedì. Ma gli ha risposto indirettamente il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani: «Credo che la Nato non debba entrare in Ucraina» e «mi auguro che non accada» perchè «fare guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale» ha aggiunto il capo della diplomazia italiana, tornando a escludere un invio di truppe italiane. (Uski Audino, La Stampa)
Macron: prepariamoci alla guerra Tajani: «No alla Nato in Ucraina». Emmanuel Macron cambia definitivamente strategia. Un passo preparato nelle scorse settimane e diventato chiaro con l’intervista su France 20 e Tf1 di giovedì sera. Nulla può essere escluso, è diventata la parola d’ordine del presidente. L’obiettivo è la Russia, che non può vincere: «È una guerra esistenziale per la nostra Europa e la Francia», ha detto. La sicurezza del Paese passa «attraverso la sconfitta della Russia». Gli occidentali devono quindi essere «pronti a rispondere» in caso di escalation russa. «Se la Russia vincesse – ha aggiunto – la vita dei francesi cambierebbe. Non avremmo più sicurezza» e «la credibilità dell’Europa sarebbe ridotta a zero». Occorre dunque dire «siamo pronti a rispondere», ha detto ancora: «Dobbiamo essere pronti e lo siamo». Non bisogna più, secondo Macron, porsi limiti. (Il Sole 24 Ore)
Allarme Nato, Mosca prepara una nuova offensiva a maggio con Usa e Ue distratti dal voto. I satelliti rilevano truppe concentrate al confine ucraino. Il fronte rischia di essere sguarnito, Putin testa la reazione dell’Alleanza. (Repubblica)
Guido Crosetto: “Che errore le fughe in avanti. Se marciamo divisi a vincere è Putin”. L’intervista al ministro della Difesa. Il commento sul vertice del “triangolo di Weimar”, tra Francia, Germania e Polonia: “È sbagliato suddividere in tanti pezzi le coalizioni che hanno aiutato l’Ucraina. (Francesco Bei, Repubblica)
È così raro trovare oggi un capo di Stato o di governo con due o tre neuroni attivi che, quando accade, va subito segnalato. Dunque è con grande giubilo che riportiamo le parole di Mattarella a Cassino, città-martire della Seconda guerra mondiale: “Gli storici ci consegnano un numero terrificante di vittime (quasi 200 mila morti, ndr) delle diverse armate (gli Alleati e i tedeschi ex-alleati, ndr) e della popolazione civile in 129 giorni di combattimenti”. Uno dei tanti orrori che dettarono ai Padri costituenti le parole definitive dell’articolo 11: “Nella Costituzione c’è un’affermazione solenne: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Lì ci sono “le ragioni, le premesse del ruolo del nostro Paese nella comunità internazionale: costruire ponti di dialogo e collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo”. Il discorso stride con quello di Macron, che persevera nella follia di inviare truppe Nato in Ucraina, cioè di scatenare la terza guerra mondiale. (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)
Tajani: «Nessuno nella Nato parla di intervento diretto in Ucraina, si rischierebbe la guerra nucleare». Il ministro degli Esteri. Chiara la posizione del governo italiano: con Kiev, ma non in guerra con Mosca. E al G7 si vaglieranno tutti gli scenari. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)
Quell’ammirazione di Mattarella per chi sfida il presidente Putin. La frase privata del presidente della Repubblica sul dissenso quando un ospite cita un sondaggio favorevole al capo del Cremlino: «Colpisce il coraggio di quel 40% di cittadini». (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
Massimo Giannini su Repubblica: L’Occidente confuso e l’Orso russo. Siamo chiamati a una drammatica assunzione di responsabilità. Che ci impone di non lasciare solo Zelensky. Di arginare Putin. E di evitare la terza guerra mondiale: per decenni ci è sembrata impensabile, mentre oggi ci pare possibile.
Putin e le pressioni per il voto online Missili su Odessa: almeno 20 morti. Proteste con il disinfettante verde in alcuni seggi. Premi per chi si esprime via computer. (Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera)
L’ombra della guerra si staglia prepotente sulle presidenziali russe. Il conflitto tra Mosca e Kiev ha registrato una drammatica fiammata di violenze proprio mentre, da Vladivostok a Kaliningrad, si aprivano le urne per un voto privo di qualsiasi competizione e del quale tutti conoscono l’esito: la rielezione del dittatore russo Vladimir Vladimirovich Putin.
La prima delle tre giornate elettorali non è stata delle più serene. I media russi riferiscono di una decina di persone arrestate per aver versato della vernice nelle urne con i voti, probabilmente in segno di protesta contro il regime, ma anche di una cabina elettorale incendiata a Mosca e di molotov lanciate in un seggio a San Pietroburgo e in un altro in Siberia. E mentre il Cremlino accusa i soldati di Kiev di continui attacchi alla frontiera, con vittime tra i civili, un’altra terribile notizia arriva dall’Ucraina: quella di un’ennesima strage di innocenti. (Giuseppe Agliastro, La Stampa)
Urne trasparenti e zero privacy: nei seggi di Mosca il voto è palese. Il reportage. Per aumentare l’affluenza alle presidenziali in Russia, seggi aperti per tre giorni e voto online.Andrejchuk della Ong Golos: “Così è più facile manipolare i risultati”. Tentativi di sabotaggio con l’antisettico verde. (Rosalba Castelletti, Repubblica)
Via libera di Netanyahu ai piani per Rafah Arrivano le prime chiatte con gli aiuti. Biden loda il discorso del leader dem Schumer che aveva chiesto nuove elezioni in Israele. (Andrea Nicastro, Corriere della Sera)
«Non tutti i bimbi feriti nell’inferno di Gaza riescono a uscire. Israele non concede i visti». L’ultimo volo domenica scorsa, il prossimo chissà, «in genere ci avvisano anche pochi giorni prima, fino a quarantotto ore», dice il dottor Andrea Moscatelli, rianimatore anestesista e pediatra dell’ospedale Gaslini di Genova. In quest’ultimo viaggio «avevamo tre bimbi in condizioni critiche – racconta – Il primo con un tumore cerebrale in equilibrio vitale precario, una bimba cardiopatica e un’altra bambina affetta da una infezione al sangue da stabilizzare». L’Italia fra l’altro è il solo Paese occidentale che ha deciso di prendere in carico i feriti nelle strutture sul proprio territorio. Anche se finora i piccoli accolti non raggiungono le cento unità. La difficoltà sta nel fatto che anche per chi sta male è molto difficile uscire da Gaza.
«Innanzitutto – continua Moscatelli – serve fare richiesta agli israeliani che concedono i visti con il contagocce, poi è complicato muoversi in quelle condizioni all’interno di un territorio devastato. Chi sta veramente male fa fatica. Chi ci riesce, deve poi affrontare trasporti che nella maggior parte dei casi avvengono con mezzi di fortuna e in uno stato di guerra, dunque in pericolo costante. Non tutti sono in grado di camminare, venti o trenta chilometri, per arrivare a Rafah». Prima del trasporto in Italia «c’è un grande lavoro burocratico innanzitutto – prosegue Moscatelli – il visto per uscire dalla Striscia viene chiaramente gestito dalle autorità israeliane che decidono chi può uscire e chi no. (Luca Benecchi, Il Sole 24 Ore)
Georgia, resta la procuratrice ma slittano le udienze di Trump. Escluso il conflitto d’interessi, lascia l’ex amante di Fani Willis. Processo in salita. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
Maurizio Molinari su Repubblica: Bisogna essere sempre pronti al dialogo, nel rispetto per il prossimo. L’evento sui temi del Mediterraneo con il direttore di Repubblica cancellato all’università Federico II per la protesta dei collettivi.
Al grido di «via i sionisti dall’università», un gruppo di studenti dei collettivi ha impedito al direttore di Repubblica Maurizio Molinari di partecipare a una conferenza in programma ieri mattina alla Federico II di Napoli. L’incontro avrebbe messo in dialogo il giornalista e il rettore dell’ateneo Matteo Lorito sul tema “Il ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo conteso”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato a Molinari per esprimergli solidarietà. Subito dopo, in una nota, il capo dello Stato ha condannato l’atteggiamento degli studenti: «Quel che vi è da bandire dalle Università è l’intolleranza, perché con l’Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente». (Serena Riformato, La Stampa)
Gli altri temi del giorno
Basilicata, Lacerenza già sotto attacco. Azione: serve un altro candidato. Voci di ritiro dell’oculista, smentita del Nazareno. Calenda: «Tavolo saltato. Bardi? Vedremo». Renzi: non li hanno visti arrivare. Fiorello: siamo passati dal campo largo al campo visivo. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Salvini lancia Zaia alle Europee. Ma lui: all’ora giusta deciderò io. Dopo il no al voto sul terzo mandato (a cui non erano presenti alcuni big del partito). «Per Luca ho un’idea Sarebbe utile un difensore del Veneto in terra d’Europa». (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
L’amarezza di Leoni, che fondò la Lega insieme a Bossi: “Da federalisti siamo diventati fascisti, anche Umberto soffre per questo”. Intervista all’ex parlamentare, protagonista delle origini del Carroccio: “Il malcontento cresce: in Lombardia la rivolta è più forte che in Veneto. Vannacci? I militari mi sono sempre stati sulle balle”. (Paolo Berizzi, Repubblica)
Per un elettore su tre del Pd la sconfitta in Abruzzo è uno stop al campo largo. Il 27% ritiene il risultato una vittoria in particolare di Fratelli d’Italia. Per il 42% le Regionali avranno degli effetti sugli orientamenti alle elezioni europee. (Nando Pagnoncelli, Corriere della Sera)
Hanno tutti ragione. Piccolo viaggio tra i candidati di Santoro per le Europee: “Putin fa qualcosa di importante per tutti noi”. Nelle liste di ‘Pace terra e dignità’ il meglio del “pensiero critico” filorusso. La guerra è solo una “operazione speciale”, Kiev un covo di nazisti e una minaccia nucleare, Vladimir “un Hitler di comodo” e Mosca “mille volte più democratica”. (Stefano Cappellini, Repubblica)
Cgil e Uil scioperano per i morti sul lavoro: “Da Calderone solo spot”. Altre cinque vittime in una settimana, rottura al tavolo convocato ieri. La ministra: “Abbiamo aumentato gli ispettori”. Polemica sui numeri. (Valentina Conte, Repubblica)
Un memorandum tra Ue ed Egitto. Missione di von der Leyen e Meloni. Previsto un aiuto da 5 miliardi. L’obiettivo è stabilizzare il Paese ed evitare i flussi di migranti. (Francesca Basso Corriere della Sera)
Giorgia di nuovo con Ursula per spingere il Piano Mattei. Tajani e le critiche su Regeni: non ci siamo mai venduti. Provenzano: Europa esposta ai ricatti di un dittatore. «Noi vogliamo la verità su Giulio, ma andiamo avanti perché l’Egitto è essenziale nell’area». (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
Angelo Panebianco sul Corriere: Il premierato europeo. C’è bisogno di atti politici che diano agli europei il senso di una comune appartenenza.
Quei no di Meloni che allontanano Salvini e Zaia. Ieri tutti hanno guardato in direzione di Padova, dove si è conclamata la freddezza tra Salvini e Zaia. Il leader leghista si è arreso alla bocciatura sul terzo mandato e ha detto di avere un’idea per il Governatore veneto ma in Europa. Insomma, un biglietto pronto per Bruxelles e Strasburgo che però non sembra che Zaia gradisca. Così, il gelo è calato tra i due anche se c’è pure un’altra ragione della distanza. E riguarda il possibile rinvio al progetto dell’autonomia che ha proprio nel Governatore veneto uno dei principali portavoce. Si va verso uno spostamento a dopo le urne europee come, sempre ieri, confermava Salvini minimizzando. «L’autonomia – diceva – sarà una riforma epocale per i prossimi cento anni, quindi, non importa se arriva il 6 giugno o il 16 giugno, l’importante è che arrivi e su questo siamo compatti». Non è, però, così semplice come dice il vicepremier del Carroccio. Perché sul progetto di autonomia differenziata si è risvegliato un mondo di destra che è tradizionalmente contrario a tutto ciò che porta a intaccare l’unità. Del resto, l’espressione «nazione» usata dagli esponenti di Fratelli d’Italia vuol dire questo e non sembra declinabile con materie strategiche, come energia, istruzione, porti, che verrebbero – invece – devolute alle Regioni. (Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore)
Inflazione a 0,8%, crolla il carrello della spesa. Il “carrello della spesa”, che nei mesi scorsi aveva segnato forti rialzi dei prezzi, ora rallenta vistosamente. A febbraio l’incremento dei prezzi di questo paniere – che includono gli alimentari e i beni per la cura della casa e della persona – sono saliti del +3,4 annuo, rispetto al +5,1% di gennaio, e solo sei mesi sfiorava il 10% di aumento. A febbraio la dinamica tendenziale dei prezzi del beni alimentari è passata da +5,6% a +3,8%, (-0,3% da gennaio). La stabilizzazione dell’inflazione è comunque il frutto di andamenti contrapposti di diversi altri aggregati di spesa: dei servizi relativi ai trasporti (da +4,2% a +3,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,2%) e dei servizi relativi all’abitazione (da +2,8%
a +2,7%); per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -20,4% a -17,2%) e regolamentati (da -20,6% a -18,4%) e accelerano quelli dei tabacchi (da +2,2% a +2,6%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,8%). (Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore)
Nomisma: due milioni di famiglie a rischio insolvenza. Chi perde la casa all’asta resta comunque super-indebitato. L’istituto di ricerca presenta alla Camera dei deputati l’Osservatorio SalvaLaTuaCasa. Rate dei mutui variabili aumentate fino al 119% in meno di due anni. Nel 2024 aste immobiliari in rialzo del 12%. (Rosaria Amato, Repubblica)
Fastweb compra Vodafone. Ceduta l’Italia per 8 miliardi. Renna: questa operazione è una svolta. Per il marchio ancora 5 anni di vita. (Francesco Bertolino, Corriere della Sera)
«Webuild, dagli ordini 64 miliardi di opere. C’è lavoro per 6 anni». Salini: Ponte, siamo pronti. Utili raddoppiati a 236 milioni. Il comitato scientifico ha presentato 68 rilievi al progetto che riguardano fra l’altro il rischio sismico, ambientale e legato al vento… Ferrovie, strade e ponti sono la base di ogni attività economica, turismo incluso Il Pnrr ha dato una spinta, deve proseguire. (Francesco Bertolino, Corriere della Sera)
“ Stm favorisce i francesi”. Stop al processo di “francesizzazione” di STMicroeletronics. Il governo Meloni ha fatto arrivare l’avviso a Parigi, sostenendo di essere contrario ad un nuovo mandato di tre anni per l’ad Jean-Marc Chery. Il nuovo fronte del braccio di ferro con Parigi si apre sulla conferma del manager accusato di aver penalizzato dirigenti e stabilimenti in Italia. (Walter Galbiati e Diego Longhin, Repubblica)
Un “punto di contatto” tra i Paesi sui chip e l’AI dentro la Pubblica amministrazione. Ecco la dichiarazione finale del G7 italiano. Nel documento i sette si impegnano a cooperare nella filiera dei semiconduttori e per la connettività sottomarina. Nascerà un hub per lo sviluppo degli algoritmi intelligenti nel Sud Globale, ma “gli approcci sulle regole sono diversi”. (Filippo Santelli, Repubblica)
Covid, la scoperta: per un anno il virus resta dentro di noi. Cosa rischiamo. Lo conferma una ricerca Usa: rilevato nel sangue dopo un anno e nei tessuti dopo due. E uno studio italiano accerta che dopo un’infezione il sistema immunitario riconosce il virus anche senza vaccino. (Donatella Zorzetto, Repubblica)
La stufetta accesa, il rogo in casa. Morti la mamma e i suoi tre bimbi, Bologna, uccisi dalle esalazioni nell’appartamento. Un cortocircuito la causa dell’incendio. (Luca Muleo, Corriere della Sera)
Eredità Gucci, a processo l’ex compagna di cella «Manipolò la Reggiani». Milano, assolto il legale che gestisce il patrimonio. (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)
Repubblica intervista Anna Bonaiuto: “Senza l’amore sto una favola. La scintilla per l’arte grazie a papà che di sera mi leggeva l’Odissea”. E intervista Deborah De Luca, che commenta il riconoscimento Unesco alla musica di Berlino: “Con la techno diamo a tutti la possibilità di esseri liberi”.
Il Corriere intervista Giulia De Lellis, che ha fatto lezione alla Bocconi: «Commessa a 1.200 euro, i social e ora la mia impresa. Tutto è nato da un rossetto». E Stefano Bettarini: «Con un investigatore privato scoprii che Simona Ventura mi tradiva. Cacciato dalla tv per le mie ex».
Gli Anniversari
597ac, Nabucodonosor distrugge il Tempio di Gerusalemme
1521, Magellano scopre le odierne Filippine
1736, muore a Napoli Giovan Battista Pergolesi
1892, fondata l’Accademia militare degli Usa
1822, Gioacchino Rossini si sposa a Bologna
1850, pubblicato il romanzo la Lettera Scarlatta
1869, invenzione della motocicletta
1898, fondata a Torino la Federazione Gioco Calcio
1909, primo incrociatore da battaglia al mondo
1924, formale annessione di Fiume all’Italia
1926, processo ai presunti assassini di Matteotti
1935, Hitler comincia a riarmare la Germania
1942, approvato il nuovo codice civile italiano
1946, Umberto II indice il referendum costituzionale
1956, l’Austria nel Consiglio d’Europa
1966, al via la missione spaziale Gemini 8
1968, Vietnam: gli americani massacrano My Lai
1977, dopo i disordini riapre l’Università di Roma
1978, le br sequestrano Aldo Moro
1979, Valle d’Aosta: proposta la sola lingua francese
1985, People: il più ricco nello spettacolo e Paul McCartney
1985, il giornalista Terry Anderson in ostaggio a Beirut
1986, la Svizzera rifiuta l’ingresso nell’Onu
1988, scandalo Iran-Contra
1990, leader antirazziali possono tornare in Sudafrica
1993, muore a Milano Giovanni Testori
2007, Beppe Grillo attacca la Telecom in assemblea
Nati oggi
1789, Georg Simon Ohm
1926, Jerry Lewis
1931, Guido Rossi
1941, Bernardo Bertolucci e Giuseppe Nisticò
1947, Eugenio Bennato
1949, Franca Leosini
1956, Antonio Di Bella
1958, Carlo Verna e Marco Tarquinio
1962, Iaia Forte
1967, Antonio Preziosi
Si festeggiano i Santi Eusebio e Ilario
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