“Prendi il mio cuore e portalo lontano, dove il tempo non esiste, dove possiamo incontrarci senza età e ricordi, senza passato” (Saffo)
Anche oggi le prime pagine si dividono tra la grave situazione internazionale e le beghe politiche italiane. Repubblica e Stampa si dedicano alla prima con sfumature diverse: il quotidiano diretto da Molinari titola “Paura per l’Ucraina” perchè mancano armi e munizioni e l’ombrello missilistico non riesce a proteggere città come Odessa, mentre a Torino titolano “Ucraina, rischio escalation” ancora in riferimento alle parole di Macron sui soldati europei da inviare in battaglia contro i russi. E aggiungono che Meloni “cerca l’asse Usa-Ue”: certo, avranno usato la parola “asse” perchè era corta e permetteva di far entrare il titolo nella gabbia grafica senza pensare a quello che storicamente l’asse ha significato nella seconda guerra mondiale, ma la cosa un effetto un pò sinistro lo lascia. Oltretutto, poi, siamo obbligati dalla mancanza di esercito e difesa europea ad appoggiarci agli Usa e pure alla Gran Bretagna che dall’Europa se n’è andata. Il Corriere intervista il capo di stato maggiore della Difesa, Cavo Dragone, il quale si barcamena: “la Russia non ha ancora vinto, i missili a lunga gittata meglio di no, non invieremo soldati ma sarebbero pronti” (della serie, era proprio necessario farsi intervistare?).
Corriere, Fatto e Libero invece puntano sul “caos nel centrosinistra” (titolo del giornale di Cairo), ovvero sul Pd che “è scappato” (titolo di Travaglio), ovvero sul “bollito piemontese e amaro lucano” (titolo di Sechi). E’ successo che in Basilicata l’oculista Lacerenza, candidato per caso da Schlein, non se la sente di andare avanti e si ritira, mentre il Piemonte il Pd sceglie da solo Pentenero, “lady di ferro che guarda a Cavour” (definizione quantomeno azzardata del Corriere) e così salta il “campo largo”, innanzitutto quello con gli ex grillini visto che Renzi in Basilicata si sposta a destra e appoggia Bardi (sugli autobus di Roma invece l’ex premier rispolvera uno slogan della Dc, “avanti al centro”) e che Calenda non sa che fare. Insomma: il solito pasticcio, ma anche la drammatica assenza di classe dirigente visto che non c’è un politico in grado di reggere una candidatura decente e si fa ricorso a improbabili figure esterne come l’oculista Lacerenza, che poi giustamente vede le difficoltà e le divisioni e si ritira.
Il Messaggero ripiega su notizie apparentemente più spicciole ma più utili ai destinatari: la pubblica amministrazione ha in cantiere 100 mila assunzioni, mentre sono in preparazione sconti fiscali e incentivi per evitare la fuga dei medici verso la pensione o l’estero o il privato. Il Sole si avvede che l’Italia degli ottomila campanili non è la stessa di prima e denuncia che “gli abitanti fuggono dai comuni interni, dove restano solo gli over 80”.
Chi cerca di prendere l’eredità di Navalny oggi vorrebbe una manifestazione di protesta davanti ai seggi delle elezioni russe alle 12 in punto, speriamo abbia successo e non sia solo un’autodenuncia alla polizia pronta ad approfittarne. Putin si aspetta un plebiscito di almeno l’80 per cento della popolazione, e se così non dovesse essere c’è da giurare che non gli sarà difficile aggiustare qualunque responso e indirizzarlo verso le cifre volute. Poi intensificherà l’offensiva in Ucraina, dove le armi e le munizioni occidentali se va bene arriveranno in estate se non più tardi.
Luttwak sul Giornale spiega perchè Israele non si ferma: è stata sinora la continua scoperta di nuovo tunnel di Hamas ad impedirlo, quando i tunnel finiranno l’esercito entrerà a Rafah e solo allora potrà esserci il cessate il fuoco.
Quasi tutti i giornali si occupano dell’ondata di intolleranza negli atenei, e quasi tutti intervistano la Coordinatrice dei Rettori, Giovanni Iannantuoni (rettrice della Bicocca), che purtroppo non ha grandi ricette da proporre, salvo auspicare un improbabile dialogo tra governo e studenti. Per il governo parla nientedimeno che il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida (il quale dice che “subire le proteste porta all’eversione”), al quale il Messaggero riserva la seconda ampia intervista in pochi giorni.
Salvini cerca di risalire la china e attacca i “burocrati europei” e la Commissione e promette ai suoi di tornare al 10 per cento. Giovanni Orsina su La Stampa ritiene che la Lega sia “fuorigioco”.
Quanto ai dossieraggi, La Verità ospita l’ex numero due dell’Antimafia, Cisterna, che lamenta di essere stato fatto fuori dai metodi di Striano. Certo, direttore del Tempo, chiede conto a Cafiero de Raho delle deviazioni, Bisognani sempre sul Tempo fa raccontare a Cossiga e Andreotti l’affare Striano: in principio indagarono i Carabinieri, poi la Finanza si riappropriò dell’indagine per tutelare Striano.
Secondo il Giornale, che riprende una indagine casereccia dell’Adn Kronos, le librerie Feltrinelli non espongono in bella vista il secondo libro di Vannacci, bisogna chiederlo. In effetti, interessarsi ai ricordi del generale che incontrò un/a trans richiede una dose di consapevole libidine che richiede una convalida ferma da parte dei librai più responsabili.
Angelucci, secondo il Fatto, sta per concludere l’acquisto dell’agenzia Agi dall’Eni. Sempre il Fatto documenta che a febbraio Schlein ha avuto più spazio di Meloni sul Tg1: ovviamente lo fa per reclamare spazio per Conte.
Sempre il Fatto intervista Mariolina Cannuli, la più sexy delle annunciatrici Rai di una volta.
Sul Messaggero Vanzina ringrazia Cairo per aver brillantemente risolto un caso di superficialità giornalistica di una sua testata: aveva scritto che suo fratello era figlio illegittimo di Totò.
Sinner perde la semifinale di Indian Wells con Alcaraz, che in finale incontra Medvedev. Si interrompe così la striscia di 16 vittorie consecutive del campione italiano. Peccato che proprio oggi il Sole intervisti il presidente di Federtennis, Binaghi, che celebra i trionfi della propria federazione, ma cambia poco. L’Italrugby invece si riscatta e non è il più il vincitore del cucchiaio di legno destinato all’ultimo classficicato del torneo delle Sei Nazioni. La Lazio vince a Frosinone, stasera Inter- Napoli.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Varsavia più affidabile di Roma: la svolta di Parigi e Berlino. G7, Macron irritato da Meloni. L’esclusione dell’Italia nelle discussioni del formato Weimar è anche la conseguenza dell’assenza della premier italiana al vertice sull’Ucraina del 26 febbraio organizzato dalla Francia. (Anais Ginori e Tonia Mastrobuoni, Repubblica)
Crosetto: «La Nato non decide quando Macron ha un’idea. L’invio di truppe sarebbe un disastro». La Lega in vista delle Europee si smarca e attacca: «Basta eurofollie non se ne può più di guerre». Sostegno all’Ucraina ma senza entrare in guerra con la Russia, perché occorre disinnescare i rischi di escalation. È così che la politica, da destra a sinistra, boccia la proposta ventilata da Emmanuel Macron di iniziare a ragionare sull’invio di truppe della Nato. Il governo non ha apprezzato il vertice a tre che a Berlino ha riunito il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese e il primo ministro polacco Donald Tusk. Il ministro della Difesa Guido Crosetto attacca: «Il vertice europeo si fa con 27 Paesi, trovarsi in tre rompe soltanto il fronte. Facciamo decine di riunioni al mese, siamo compatti sulla posizione in Ucraina, non capisco perché per motivi interni qualche Paese debba sembrare più attivo di altri». Crosetto, intervistato dal Tg1, esclude l’invio di militari dell’alleanza atlantica: «La Nato non decide quando Macron ha un’idea, ma quando si trovano tutti i Paesi e insieme prendono una decisione. L’Italia ha detto fin dall’inizio che mandare le truppe in Ucraina significa fare un passo ulteriore verso una via di non ritorno. In questo momento noi vorremmo arrivare a una pace giusta, non sicuramente a una guerra che coinvolga più Paesi». (Luca Monticelli, La Stampa)
Lo scomposto agitarsi di Macron sempre più Micron sulla guerra la dice lunga sulla statura politica e morale delle cancellerie atlantiste. Che, dopo aver usato il popolo ucraino come carne da cannone per spezzare le reni alla Russia, ora che la Russia le sta spezzando a noi lo usano come carne da macello per le campagne elettorali Ue e Usa. Ma il nanerottolo francese fa storia a sé, perché ha sempre giocato una partita tutta sua sulla pelle degli ucraini. Si crede una via di mezzo fra Napoleone e De Gaulle, cioè il padrone dell’Europa. Nel 2019 decreta la “morte cerebrale della Nato”. E nel 2021, mentre Usa e Nato spingono Putin a invadere l’Ucraina rifiutando l’impegno sulla neutralità che la salverebbe, fa il mediatore. L’8 febbraio 2022 strappa a Zelensky e Putin la promessa di rispettare gli accordi di Minsk per l’autonomia del Donbass (l’altro pomo della discordia). E il 20 febbraio chiama Putin, Biden e Scholz, poi annuncia un vertice fra i primi due. Gli Usa sabotano la mediazione e quattro giorni dopo i russi invadono. Ma lui insiste. Zittisce Biden che dà del “macellaio” a Putin: “Io non l’avrei detto, non si deve alimentare un’escalation di parole e azioni”. E quando Joe accusa lo Zar di “genocidio”, taglia corto: “Parole che non aiutano la pace, anche se le forze russe hanno commesso crimini di guerra”. Il dialogo gli serve per vincere le elezioni contro la filorussa Le Pen e il pacifista Mélenchon. (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)
“L’esercito di Macron avrebbe munizioni per quattro giorni”. Al di là del gran dibattito filosofico intorno alla guerra in Ucraina, ci sono dati di realtà da cui è impossibile fuggire. Sono i giorni dei proclami bellicisti di Emmanuel Macron, ma anche dell’ammissione del leader dei Democratici nel Senato americano Chuck Schumer secondo cui “l’Ucraina potrà resistere ancora un paio di mesi” senza nuovi aiuti militari. E se Josep Borrell, alto rappresentante per la Politica Estera Ue, sostiene che “la guerra si deciderà in primavera o al massimo in estate”, una recente analisi della Cnn spiega che “la Russia è in grado di produrre 3 milioni di munizioni all’anno” mentre Usa e Europa, messe insieme, potrebbero arrivare “al massimo a 1,2 milioni”. In questo contesto, si capisce perché alcuni analisti considerino “aria fritta” la promessa di missili Taurus da parte di Macron, che l’altro giorno ha visto il tedesco Olaf Scholz e il polacco Donald Tusk. Lo spiega al Fatto Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa: “Adesso si parla dei Taurus come della nuova arma miracolosa, come già era successo per gli Scalp e gli Storm Shadow. Da due anni andiamo avanti così. Ma il corso della guerra non cambia, l’Unione europea non ha più nulla da dare all’Ucraina in grado di cambiare l’esito del conflitto, perché abbiamo enormi problemi di produzione”. (Lorenzo Giarelli, Il Fatto Quotidiano)
Vietato disturbare il plebiscito. Alle 12 l’ultimo atto di Navalny. Reznik, l’ideatore di PPP, il «mezzogiorno contro Putin»: testiamo la nostra esistenza. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)
Ucraina, le difese scarseggiano e ora la primavera fa paura. Secondo gli analisti militari la Russia è pronta a lanciare un’offensiva massiccia approfittando della bella stagione. L’ombrello missilistico di Kiev è già in sofferenza e i recenti attacchi su Odessa mettono a nudo la differenza tra arsenali. (Daniele Raineri, Repubblica)
Raid ai seggi nelle zone occupate A Belgorod chiuse scuole e negozi. L’offensiva durante il voto russo: due morti. Colpite con i droni le raffinerie nella zona di Samara. Le ong ucraine parlano di 7mila desaparecidos nelle aree sotto il controllo di Mosca. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)
L’ultima spiaggia dell’Ucraina: missili a lungo raggio per bloccare i rifornimenti russi. L’Occidente studia il modo per evitare lo sfondamento. Ma sarebbe una mossa ad alto rischio. (Gianluca Di Feo, Repubblica)
Israele, nuovi negoziati a Doha Scholz: lasciate passare gli aiuti. Una famiglia a Nuseirat. Trentasei persone tra cui bambini e donne incinte. Secondo alcuni media arabi sarebbero state uccise in un raid nella prima sera del Ramadan, iniziato il 12 marzo, che avrebbe colpito un edificio. La notizzia è stata data ieri, l’esercito israeliano starebbe indagando. Sul campo continuano i tristi bilanci delle vittime, soprattutto sui bambini. Un rapporto dell’Unicef ha spiegato che un terzo dei bambini con meno di due anni soffre di malnutrizione acuta: 23 sono morti nelle ultime settimane nel nord della Striscia. L’esercito israeliano continua intanto le incursioni nel centro e nel sud della Striscia. Ieri mattina il portavoce militare ha parlato di 27 terroristi uccisi a Nuseirat, nella parte centrale di Gaza, e a Khan Yunis, nel sud. Sono stati distrutti anche depositi di armi. (Il Sole 24 Ore)
Hezbollah, “Lanciati sei attacchi con razzi contro Israele”. Mar Rosso, esercito Usa intercetta drone Houti. Fonti Egitto: “Domani riprendono i colloqui su Gaza a Doha”. Completato lo scarico dei primi aiuti via mare per Gaza. (Repubblica)
L’asso della Manica. In Gran Bretagna il potere è multietnico. Vaughan Gething eletto primo ministro in Galles. Dopo Sunak a Downing Street e Yousaf in Scozia, è il terzo leader non bianco dell’isola. Cinquant’anni, laburista, Gething è il primo leader nero di un Paese europeoIl sindaco di Londra è pachistano, a Belfast comanda una donna. E tutti ne sono fieri. (Antonello Guerrera, Repubblica)
Il campo largo nei guai, saltano le intese e i candidati. In Basilicata si ritira Lacerenza, Conte: situazione incandescente. In Piemonte alleati divisi. In Basilicata decide di correre da solo Chiorazzo. Renzi appoggia Bardi. (Giulia Ricci, Corriere della Sera)
Basilicata, si ritira Domenico Lacerenza e Angelo Chiorazzo si candida alla presidenza: “Noi ci siamo per rappresentare questo moto di popolo”. Torna in campo l’imprenditore del terzo settore dopo che lo sfidante di Bardi, blindato fino a poche ore fa da Pd e M5s, ha deciso di rinunciare alla corsa: “Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito”. Nel centrodestra intesa fra il presidente in carica e Italia Viva. (Francesco Gucci e Davide Carlucci, Repubblica)
I timori dentro al Pd: tutto seppellito fino alle Europee. Le accuse ai 5 Stelle. Il ruolo di Calenda, che oggi può sciogliere la riserva. I timori dentro al Pd: tutto seppellito fino alle Europee. Le accuse ai 5 Stelle. Il ruolo di Calenda, che oggi può sciogliere la riserva. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Basilicata e Piemonte: il campo largo è a pezzi. Basta con le battute sul campo largo. Fine dei giochi di parole. È sufficiente la cronaca. In Basilicata il candidato di Pd e M5s Domenico Lacerenza (foto) si ritira dopo due giorni di passione, torna in corsa (da solo) Angelo Chiorazzo, e il Pd rischia di spaccarsi. E in Piemonte? Lì la telenovela sembra finita. Ma senza campo largo. C’è il Pd che candida Gianna Pentenero, assessore al Comune di Torino, per superare l’impasse interna tra la schleiniana Chiara Gribaudo e il riformista Daniele Valle, ma si perde per strada il M5s. Che annuncia: «Il Pd ha cambiato metodo, ora un nostro candidato». In Basilicata, invece, si balla ancora. L’oculista Lacerenza toglie il disturbo nel pomeriggio. «Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito», scrive il medico in una nota. (Domenico Di Sanzo, Il Giornale)
Il centrosinistra alla mazurka del totonomi. Il falso mito dell’uniti si vince. Gli appelli ad andare insieme non servono se non si compattano i due elettorati. (Antonio Polito, Corriere della Sera)
Concita De Gregorio su Repubblica: Chi vince tra Giorgia Meloni e Chiara Ferragni. Anche la premier fa campagna acquisti, di voti e di consensi. E la fa con gli stessi mezzi dell’antagonista che si è scelta. Però è una veterana, mica una neofita”.
«Il centrodestra non inciuci col Pse. E il 25 Aprile andiamo in piazza». L’avviso di Salvini: obiettivo doppia cifra e superare il M5S. Il gelo con Zaia in Veneto. (Cesare Zapperi e Chiara Baldi, Corriere della Sera)
FdI, una convention a urne aperte per lanciare la corsa di Meloni in Ue. Kermesse a Pescara il 21 aprile in coincidenza col voto in Basilicata. Frizioni con Salvini. Oggi la premier al Cairo, Schlein attacca: “Gravissimo”. (Tommaso Ciriaco, Repubblica)
Meloni e von der Leyen da Al Sisi per il controllo delle rotte. Schlein: è un fatto gravissimo. Piano Mattei e migranti, sul tavolo. Non si parlerà di Regeni. La missione ha anche l’obiettivo politico di rafforzare l’asse con Ursula per le Europee. Il Pd è al lavoro con il Pse per sottoporre il «patto» con al-Sisi al Parlamento europeo. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
Lucrezia Reichlin sul Corriere: Transizione climatica e debito. Come già avvenuto in passato, l’Unione europea deve pensare a trattati di cooperazione. Tutto cominciò col carbone nel 1952 per costruire progetti comuni.
Gli altri temi del giorno
Università, è allerta sugli eventi. L’ipotesi di limitare gli ingressi. I casi delle proteste filo palestinesi. Lollobrigida: la tolleranza portò al terrorismo. (Rinaldo Frignani, «La situazione è difficile. Ora serve un’alleanza tra governo e atenei». Iannantuoni (Crui): creiamo regole di dialogo. Non si generalizzi. Ci sono due milioni di studenti e non sono rappresentati da questi episodi. (Gianna Fregonara, Corriere della Sera)
Maurizio Molinari su Repubblica: Le parole che all’Università di Napoli non hanno voluto ascoltare. Non c’è luogo più cruciale degli Atenei per tentare di comprendere le novità che affollano il nostro mondo. Perché quando la Storia accelera, mettendo a dura prova la nostra conoscenza, il primo imperativo è mettersi a studiare.
Corrado Augias su Repubblica: Quei segni di autoritarismo che vanno espulsi dalle aule di studio. Quei giovani vocianti della Federico II non sono la maggioranza ma non vanno trascurati.
Stefano Cappellini su Repubblica: Intolleranza nelle Università: è una questione di igiene delle parole, non di eversione. Sarebbe sbagliato se un’occasione per erigere un argine comune diventasse il pretesto per una generica criminalizzazione del dissenso. O, magari, per giustificare manganellate e repressione poliziesca.
Proteste in università. La destra evoca le Br ma Bernini frena e convoca i rettori. La Digos indaga sulle contestazioni alla Federico II di Napoli. Lollobrigida soffia sul fuoco: “La tolleranza di questi episodi ha portato al delitto Moro”. (Repubblica)
Gianni Riotta su Repubblica: Nei college Usa un vento di censura e odio anti-ebraico contagia gli studenti. La metà degli iscritti ai 5 campus migliori ritiene lecito zittire le voci di chi dissente.
Droni “spia” a casa di Elkann, i legali querelano Porta a Porta: “Ingiustificabile intrusione”. Negli scorsi giorni i droni del programma della tv di stato hanno effettuato delle riprese aeree negli spazi della famiglia a Torino, violando la privacy dell’editore di Gedi. Bruno Vespa replica: le immagini non andranno in onda. (Sarah Martinenghi, Repubblica)
Troppi misteri nelle Procure, il Sistema è sempre attivo. Mattarella però tace ancora. Ormai non si contano più gli episodi inquietanti che confermano l’esistenza di meccanismi malati. Per quanto il presidente della Repubblica può stare zitto? Non conosco Pasquale Striano, l’uomo al centro dei dossieraggi su cui indaga la Procura di Perugia. Però, dopo aver letto la versione dell’ufficiale in servizio presso la Direzione nazionale antimafia che la Verità ha pubblicato ieri, faccio fatica a credere che il tenente della Guardia di Finanza abbia fatto tutto da solo. Striano dice di non aver fatto 4.000 accessi per «spiare» altrettanti politici e vip, ma spiega che quasi quotidianamente verificava le operazioni sospette. Addirittura parla di 40.000 interrogazioni alle banche dati che custodiscono informazioni riservate su patrimoni e conti correnti. E fa capire non soltanto che quelle ricerche non soddisfacevano una sua personale curiosità, ma che quello era il Sistema. Non si capisce se gli accessi gli venissero richiesti dai magistrati con cui collaborava, ma si comprende che la pesca a strascico su personaggi del mondo politico, degli affari oppure del calcio o dello spettacolo era la modalità con cui il Sistema operava. Non si partiva da una vera e propria notizia di reato, come ci si aspetterebbe quando la magistratura o gli inquirenti sono chiamati a indagare. Si apriva un dossier a prescindere. Chi lo decideva? A questa precisa domanda Striano non dà una risposta chiarissima. (Maurizio Belpietro, La Verità)
Toia (Pd): flessibilità nei piani nazionali «L’Europa e le case green? Non ci saranno stangate». Puntare all’efficienza energetica delle abitazioni serve, non possiamo chiudere gli occhi. (Claudia Voltattorni, Corriere della Sera)
L’Italia spopolata: più anziani, meno abitanti. L’Italia vede la parte principale del suo territorio, oltre il 58%, coperta da comuni definiti “aree interne”, dove è residente (non è detto che ci viva) meno di un quarto della popolazione, esattamente il 22,7 per cento, poco più di 13 milioni di persone. Per chiarire il concetto: le aree interne sono i comuni italiani più periferici, in termini di accesso ai servizi essenziali (salute, istruzione, mobilità). Per definire quali ricadono nelle aree interne, per prima cosa vengono definiti i comuni “polo”, cioè realtà che offrono contemporaneamente (da soli o insieme ai confinanti): 1) un’offerta scolastica secondaria superiore articolata (cioè almeno un liceo – scientifico o classico – e almeno uno tra istituto tecnico e professionale), 2) almeno un ospedale avanzato, 3) una stazione ferroviaria media con almeno 2.500 pesseggeri al giorno. Per la sua conformazione del territorio l’Italia, attraversata per larga parte da catene montuose o dalla dorsale appenninica, è innervata di centri minori – classificati dall’Istat in comuni Intermedi, Periferici e Ultraperiferici – che, in molti casi, sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi essenziali. La regione con la maggiore percentuale di comuni in forte spopolamento (tasso di crescita continuo negativo, inferiore al -4 per mille annuo) è la Basilicata (68,7%, 90 comuni su 131), seguita a breve distanza dal Molise (60,3%, 82 comuni su 136) e dalla Calabria (58,4%, 236 comuni su 404). (Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore)
Smart working, studio LinkedIn. Gli uomini a casa più delle donne. L’attività di lavoro in remoto è pari al 6,8% rispetto al 5,8%. Il nodo delle disparità. Secondo uno studio della Luiss, solo il 32% ricopre il ruolo di manager. (Federico Fubini, Corriere della Sera)
“Il governo italiano è miope e l’azienda ne risente servono campioni europei”. L’economista Andrea Colli spiega perché nelle aziende partecipate dallo stato vi possano essere obbiettivi diversi da quelli degli investitori istituzionali. (Giovanni Pons, Repubblica)
«Tim è tornata competitiva, ora ha una visione industriale».
«La caduta in Borsa? Serve calma e avere fiducia nel piano». Dobbiamo guardare avanti e condividere col mercato che il nuovo percorso avrà grandi prospettive. Spero che Vivendi resti azionista ma che sia anche nel Cda per supportare tutte le scelte strategiche. (Federico De Rosa, Corriere della Sera)
Acquario di Genova, riassetto in vista. Gara a cinque: c’è il Fondo Italiano. L’interesse di Trilantic e Peninsula. (Francesco Bertolino e Daniela Polizzi, Corriere della Sera)
La svolta della principessa Gloria. Dal look punk al sostegno ai razzisti. La cena al castello di Ratisbona per finanziare un estremista. I legami con l’Italia. Thurn und Taxis è ben introdotta nella Curia vaticana ed è amica di Steve Bannon. (Mara Gergolet, Corriere della Sera)
Video hot, la ragazza via da Roma «Sono amareggiata e intimorita». La dipendente licenziata si cancella dai social. Il baby calciatore si dice «tranquillissimo». La 27enne potrebbe denunciare il ragazzo per l’appropriazione del filmato dal cellulare. (Fulvio Fiano e Andrea Arzilli, Corriere della Sera)
La fabbrica delle lauree facili. Undici università telematiche, oltre 140.000 studenti in più in dieci anni: per molti under 23 sono la prima scelta post-diploma. Poco importa se rispetto agli atenei tradizionali la qualità riconosciuta è inferiore. Nate venti anni fa, hanno finanziato e servito la politica (di centrodestra), arricchito padroni ingombranti con rette da 4.000 euro a studente. E semplificato la strada a chi chiedeva un titolo legale. Ora alzano la voce: “Vogliamo pari dignità”. (Carlo Bonini, Repubblica)
Repubblica va a casa di Chiara Rapaccini: “Qui Mario Monicelli mi disse ti amo. Il Leone d’Oro lo usavamo per schiacciare il pollo alla diavola”.
Il Corriere intervista Tiziana Panella: «L’incubo di Vittorio in coma, poi mi ha stretto la mano. Lui mi ha insegnato la felicità. Io, la sua ex e le figlie ora siamo una famiglia».
Sul Corriere, Aldo Cazzullo intervista la figlia del generale Anders: «Liberò l’Italia dai nazisti e trovò l’amore. Combatteva con un orso, riuscì a fregare Stalin». Anna Maria Anders, la figlia del generale polacco, eroe a Montecassino:
«Mamma cantava al fronte per le truppe, s’innamorarono al fronte».
Violate sicurezza e privacy di Elkann”. I legali querelano la troupe di Bruno Vespa. Nei giorni scorsi una troupe televisiva ha occupato uno spazio privato afferente l’abitazione privata torinese di John Elkann per effettuare riprese video mediante un drone. Le riprese – è emerso successivamente – sono state effettuate per la trasmissione Porta a Porta. A fronte di questa ingiustificabile intrusione nella vita privata del nostro assistito, per di più realizzata dalla tv di Stato, e a tutela della privacy sua e della sua famiglia che include anche tre minori, annunciamo oggi una querela contro tutti i soggetti responsabili diffidando la redazione di Porta a Porta dal reiterare simili comportamenti, nonché dall’utilizzare in qualunque modo ogni immagine così ottenuta». (Giuseppe Legato, La Stampa)
Gli Anniversari
45ac, ultima vittoria per Giulio Cesare
180, Commodo imperatore di Roma
455, Petronio Massimo imperatore di Roma
461, muore il vescovo Patrizio patrono di NY e Boston
624, prima vittoria dell’Islam con Maometto
1229, sesta crociata: Federico II entra a Gerusalemme
1426, il conte di Carmagnola conquista Brescia
1753, per la prima volta NY festeggia San Patrizio
1776, i britannici lasciano Boston per il Canada
1805, il Regno d’Italia sostituisce la Repubblica italiana
1845, brevettato l’elastico
1848, Venezia si solleva contro gli austriaci
1861, V. Emanuele re d’Italia e Cavour primo ministro
1891, s’inabissa l’Utopia: morti 563 emigranti italiani
1923, Rodolfo Valentino si risposa
1929, General Motors acquista la Opel
1931, il Nevada legalizza il gioco d’azzardo
1942, entra in funzione la prima camera a gas
1948, trattato di Bruxelles precursore dell’accordo Nato
1950, scoperto l’Elemento 98: il Californio
1959, il Dalai Lama Gyatso si ripara in India
1961, si festeggiano i 100 anni dell’Unità d’Italia
1967, Snoopy e Charlie Brown in copertina su Life
1969, Golda Meir giura da presidente d’Israele
1971, Paese Sera svela il colpo di Stato di Borghese
1972, debutta il treno veloce tra Tokyo e Osaka
1973, pubblicato in Usa The dark side of the moon
1974, blocco del prezzo del petrolio
1974, Portogallo: centinaia di arresti tra i golpisti
1978, iniziano le ricerche di Aldo Moro
1981, sequestrati a Licio Gelli gli elenchi della P2
1986, scoppia in Italia il caso del vino al metanolo
1988, Saddam Hussein stermina migliaia di curdi col gas
1989, crolla la Torre civica a Pavia
1991, tracce di cocaina nelle urine di Maradona
1992, autobomba a Buenos Aires: centinaia tra morti e feriti
2004, agitazioni in Kosovo: 22 morti e 200 feriti
2011, festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia
Nati oggi
1911, Gaetano Baldacci
1917, Carlo Cassola
1919, Nat King Cole
1923, Giuseppe Abbamonte
1938, Rudolf Nureyev
1939, Giovanni Trapattoni
1943, Roberto Speciale
1946, Francesco Pazienza
1950, Alfio Caruso
1951, Kurt Russell e Sidney Rome
1953, Nino Galloni
1956, Peppe Vessicchio e Paolo Di Giannantonio
1966, Luca Volontè
1967, Simona Vicari
Si festeggia San Patrizio
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