“Qualunque cosa tu possa fare o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in sè genio, potere e magia” (Wolfgang Goethe)
Ma chi esagera, il Fatto che titola “Benvenuto assassino” attaccando l’”accoglienza da capo di Stato” riservata da Giorgia Meloni a Chico Forti, oppure i giornali vicini alla destra che trattano il trasferimento dell’italiano che ha scontato 24 anni per omicidio nelle prigioni della Florida come un grande successo della premier? In realtà un pò di equilibrio sulla vicenda non guasterebbe: per ottenere il ritorno in Italia Forti ha ammesso il suo delitto, anche se ha già espiato per quasi due decenni e mezzo. E’ altrettanto vero che altri governi italiani hanno provato a sottrarlo alle carceri americane senza riuscirci, e dunque è giusto riconoscere i meriti di Meloni, e del suo posizionamento atlantico in tempo di guerra in Ucraina e Medio Oriente. Sarebbe stata opportuna più misura: meno tappeti rossi da una parte e maggiore riconoscimento della buona azione compiuta dall’altra. Purtroppo, in campagna elettorale servono gesti netti, o di qua o di là, ed evidentemente la premier pensa di trarne vantaggio e per questo è andata a Pratica di Mare ad accogliere il detenuto all’arrivo dell’aereo militare che era andato a prenderlo a Miami (anche questo un dì più evitabile).
Repubblica continua a cavalcare la piccola Tangentopoli ligure, e dà grande spazio al no che Ivana Semeraro, manager del fondo Icon (socio di Spinelli), dice all’imprenditore che avrebbe voluto che alcuni finanziamenti al presidente della regione passassero per loro: “sarebbe corruzione”. Il quotidiano diretto da Molinari pubblica poi un sondaggio di Antonio Noto, secondo il quale appena un elettore su dieci potrebbe decidere di cambiare il proprio voto a seguito dello scandalo, un risultato a ben vedere poco rilevante rispetto alla risonanza mediatica data dai pm alle indagini.
Il Corriere punta invece sulla spaccatura interna al governo israeliano, con Gant che minaccia di lasciare la maggioranza entro la prima settimana di giugno se Netanyhau non ha tirato fuori ne, frattempo un piano per il dopoguerra.
Intanto il Messaggero è certo che Meloni presenterà una separazione “soft” delle carriere dei magistrati al prossimo consiglio dei ministri e sottolinea (insieme al Corriere, che scrive di “sorveglianza”) che il Colle manterrà un faro sull’effettiva urgenza dei tanti decreti che sono in via di preparazione da parte del governo. La premier nel frattempo riannoda il discorso con Marina Le Pen, in funzione anti Salvini. Il Corriere è certo che la sanatoria sui lavori interni alle case, promossa da Salvini, sarà approvata.
Bisignani scrive sul Tempo che Giorgetti avrebbe “la tentazione di gettare la spugna dopo il gelo con i guru economici di palazzo Chigi, i no di Tajani sul Superbonus e di Crosetto sulle spese militari”. Va ricordato che l’idea di mollare è una delle tecniche preferite dal ministro dell’Economia per restare saldo dov’è.
Slitta a oggi il Cda straordinario della Fondazione Crt che dovrebbe eleggere Poggi alla presidenza.
La Guardia di Finanza sequestra 147 Topolino, vetturette elettriche francesi a cui Stellantis mette un nome italiano (come già accaduto con l’Alfa Romeo Milano, poi ribattezzata Junior). Il danno e la beffa ad un paese che ha costruito le più belle auto del mondo.
Repubblica documenta che negli ultimi 20 anni sono stati tagliati 50 mila posti letti nel servizio sanitario pubblico. Il Messaggero scrive che nel Lazio sono stati introdotti nuovi criteri sulle valutazioni dei direttori generali di Asl e ospedali: peserà molto più di oggi la riduzione delle liste d’attesa, è uno degli effetti delle scelte del responsabile regionale, Urbani, di valorizzare le buone pratiche laddove esistano. Domani racconta invece i laboratori di salute popolare come ultimo legame del servizio pubblico con le fasce sociali più deboli. Il Corriere racconta la Carta dei servizi, lo strumento che dovrebbe aiutare le persone a orientarsi tra i percorsi sanitari e di assistenza.
Le Ferrari partono terza e quarta al Gran Premio di Imola, dietro Verstappen c’è Norris. Il Milan perde male con il Torino, l’Atalanta vince a Lecce.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Forti atterra in Italia: «Sono innocente». Meloni in aeroporto, consensi e critiche. Dal 2000 l’ergastolo a Miami, ora il carcere a Verona. La premier: «Orgogliosa del risultato». Soddisfazione nel centrodestra. Renzi e Avs: ora fate lo stesso con Salis. (Fabrizio Caccia, Corriere della Sera)
Ritorna l’assassino Forti: Meloni gli fa la passerella. La prima richiesta del Dipartimento di Giustizia americano e della Casa Bianca – evitare di spettacolarizzare l’arrivo di quello che oltreoceano considerano un condannato per assassinio – è stata subito disattesa: la premier Giorgia Meloni ieri mattina si è presentata all’aeroporto militare di Pratica di Mare per accogliere il detenuto italiano Chico Forti e scattarsi una photo opportunity con lui, pur senza un plateale abbraccio. “Fiera del lavoro del governo italiano – ha scritto la presidente del Consiglio sui social – Ci tengo a ringraziare nuovamente la diplomazia italiana e le autorità degli Stati Uniti per la loro collaborazione”. Forti, che è scoppiato a piangere una volta messo piede a Pratica di Mare, rimarrà nel carcere di Rebibbia fino a domani mattina quando sarà trasferito in quello di Verona. (Giacomo Salvini, Il Fatto Quotidiano)
L’asse con Washington (e le chiamate in Florida). Così si è mossa la premier. Gli Usa avevano chiesto riservatezza. Lei ha scelto di essere presente. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
Il no della manager al sistema Toti: “Io non pago, questa è corruzione”. Per finanziare il governatore Spinelli bussò alla multinazionale Icon, socia in affari nel porto di Genova. Ma venne respinto. Il giallo della parola usata dal figlio sulla pretesa del politico di fondi illeciti (o leciti): i pm riascolteranno la registrazione. (Giuseppe Filetto e Marco Preve, Repubblica)
La manager Icon e lo stop a Spinelli: «Soldi a Toti? Sarebbe corruzione». Liguria, i sospetti dei pm: l’imprenditore voleva schermarsi dietro al maxi fondo britannico. (Giuseppe Guastella e Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera)
Il padre morto in mare, il business del legname a 23 anni. Ascesa e caduta di «Spino». Genova, il re del porto chiama signorina la gip e sceglie lo show contro il parere del difensore. «Sono nato 80 anni fa, ma me ne sento 40. Le condanne pregresse? Sono piccole cose». (Giuseppe Guastella e Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera)
Corruzione in Liguria: Spinelli voleva “schermare” i soldi a Toti con fondi esteri e cene. C’è stato un momento in questa storia in cui, secondo gli inquirenti, la famiglia Spinelli avrebbe sondato delle strade per “schermare” i finanziamenti erogati a Giovanni Toti, che nell’ipotesi accusatoria erano legati ai favori sul rinnovo delle concessioni portuali e alla privatizzazione della spiaggia di Punta dell’Olmo: in un caso avrebbero chiesto al fondo inglese Icon, con cui erano in società, di finanziare il Comitato Giovanni Toti al posto loro, e non attirare l’attenzione sulla pratica del terminal Rinfuse; nell’altro, a un collaboratore di pagare le partecipazioni a una cena elettorale di Toti, per non lasciare traccia della società Punta dell’Olmo. Nessuno dei due tentativi sarebbe andato a buon fine, nel secondo caso per le regole anglosassoni in tema di anticorruzione, ben più ferree di quelle italiane. I due episodi, contestati nel corso degli interrogatori, accendono un faro sui tanti modi con cui Aldo Spinelli negli anni ha sostenuto la politica. (Marco Grasso, Il Fatto Quotidiano)
Tutta la storia segreta dell’inchiesta di Genova. Nelle intercettazioni e nei verbali emerge il nome di Gianluigi Aponte, patron Msc. Sarebbe stato lui a sbloccare la proroga della autorizzazione del Terminal rinfuse. Nell’inchiesta che sta scuotendo la Liguria c’è un personaggio che sino a oggi è rimasto nell’ombra, ma che ha un ruolo da protagonista nelle vicende portuali al centro dell’inchiesta della Procura di Genova. È l’ottantatreenne non indagato Gianluigi Aponte, originario di Sant’Agnello (Napoli), sebbene oggi abbia cittadinanza svizzera, ossia il più importante armatore del mondo. Con una ricchezza personale di 33,1 miliardi di dollari ciascuno, i coniugi Gianluigi e Rafaela occupano «a pari merito» il 48° posto nella classifica delle persone più ricche del mondo pubblicata da Forbes. Si piazzano anche in seconda posizione nella Federazione elvetica, non esattamente una località da poveri. È lo stesso Aldo Spinelli, il presunto corruttore a suon di finanziamenti elettorali del governatore Giovanni Toti, a fare il suo nome nell’interrogatorio di garanzia. Un nome che sul principale giornale genovese, Il Secolo XIX, non ha sinora meritato alcun titolo in prima pagina, forse perché avrebbe trovato l’accordo, che dovrebbe essere definito entro l’estate, per subentrare al gruppo Gedi nella proprietà del quotidiano. (Giacomo Amadori e Fabio Amendolara, La Verità)
Tajani contro il leghista Borghi: nella bandiera Ue le nostre radici. Il leader di FI: ignorante chi se ne prende gioco. La replica: se la tenga come coperta. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)
«Noi contro i diritti Lgbt+? Sciacallaggio della sinistra. Il governo non discrimina». Donzelli (FdI): sul premierato non ci faremo fermare. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
Michela Marzano su Repubblica: Diritti Lgbtq+, dal governo solo parole. L’Italia dichiara tante cose, ma nei fatti si sta inesorabilmente allineando sul modello illiberale di Orbán.
Michele Ainis su Repubblica: Riforma del Csm, una proposta oltre il sorteggio. Il Consiglio superiore della magistratura è il vero punto di crisi del sistema.
Alla convention di Vox le (diverse) destre Ue. «Incrocio» Meloni- Le Pen. La leader francese ospite dei rivali di Ecr. In collegamento la premier. All’iniziativa del partito spagnolo anche l’argentino Milei e l’ungherese Orbán. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Concita De Gregorio su Repubblica: Elezioni europee, una campagna insignificante. È la più povera di proposte, di visioni adatte a fare dell’Europa una trincea contro il declino dell’Occidente.
Martelli: la mia scrivania era piena dei post-it di Falcone. La sua fine? Toghe colpevoli. L’ex ministro e il legame con il giudice ucciso dai clan: con Giovanni costruimmo l’Fbi all’italiana. Credo non sia mai stato così felice come in quel periodo. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
Le industrie del G7: “No al protezionismo, i Paesi collaborino su AI e investimenti”. A Roma il summit delle imprese che hanno consegnato le loro raccomandazioni alla premier Meloni. Marcegaglia: “Nelle politiche industriali servono un patto tra governi e uno tra pubblico e privato”. (Rinaldo Frignani, Corriere della Sera)
Le spese inutili del Pnrr. L’ultima relazione semestrale del governo Meloni – risale a metà febbraio – dice che l’Italia ha speso fin qui 45 miliardi degli oltre cento incassati. Una tabella della Corte dei Conti ci dice che le voci più in ritardo perché più lente da realizzare sono infrastrutture e trasporti, mentre abbiamo attinto tutto il possibile per le assunzioni nel settore pubblico. Se la Giustizia farà passi avanti, lo dovrà probabilmente a questo. Per spendere fino in fondo il resto abbiamo a disposizione poco più di due anni, sempre che l’Unione non conceda la proroga che Giorgetti invoca un giorno sì e l’altro pure. Fatta questa doverosa premessa, è venuto il momento di guardare alla qualità della spesa che – nonostante gli aggiustamenti voluti dal ministro delegato Raffaele Fitto – come è tradizione in Italia finisce in mille rivoli. Sulla carta interventi tutti nobili, non sempre indispensabili. Fondi – va precisato – in parte direttamente finanziati dall’Europa, in altri dal contribuente italiano, ma in attuazione di obiettivi stabiliti dal Piano. Per averne conferma basta scorrere le tabelle del sito Italia Domani e le notizie di agenzia. (Alessandro Barbera, La Stampa)
Decreti, dalla sanità allo sport la «sorveglianza» del Colle su urgenza e testi omnibus. Le bozze e i contatti tra gli uffici tecnici di Quirinale e ministeri. La presidenza della Repubblica non intende bloccare a priori l’azione del governo, ma valuta nel merito caso per caso. (Marzio Breda, Corriere della Sera)
Mobilitazione e corteo a Villa San Giovanni per il no al Ponte: “Abbiamo bisogno di strade, ferrovie e sanità pubblica”. Oltre cinquemila persone hanno manifestato contro la maxiopera: “Non possiamo permettere che decidano del nostro futuro come se questo fosse un territorio disabitato”. (Alessia Candito, Repubblica)
Più extraprofitti e meno sportelli. Il 2024 delle banche. Nei primi tre mesi del 2024 altri sette Comuni italiani hanno visto chiudere l’ultima filiale: si aggiungono ai 3.282 rimasti sprovvisti di sportelli già negli anni passati. (Rosaria Amato, Repubblica)
L’inflazione resiste in provincia: “Effetto del turismo”. La Cgia di Mestre: carovita ancora forte nelle località maggiormente ricettive con ricadute sul costo dell’affitto delle case e dei negozi, i trasporti e la ristorazione. In testa Siena, Brindisi e ovviamente Venezia. (Repubblica)
La linea dura del governo: difesa a oltranza del Made in Italy. Il Mimit: equi verso Stellantis. Il gruppo: adesivi già rimossi. (Rita Querzè, Corriere della Sera)
Fiat Topolino sequestrate «Prodotte in Marocco, si tolga la bandiera italiana». Intervento della Guardia di Finanza al porto di Livorno su 134 veicoli. (Bianca Carretto, Corriere della Sera)
«Usa e Ue, approccio comune sulle regole per gestire l’AI». Il ceo di Amazon web services: fattore tempo cruciale per le aziende. Oggi tantissimi gruppi vogliono costruire una propria strategia legata all’AI. L’incidenza dell’AI sarà talmente profonda che creerà nuove professionalità. (Federico Cella, Corriere della Sera)
Gli altri temi del giorno
Ultimatum di Gantz a Netanyahu: «Piano per Gaza o lascio il governo». Il ministro: entro l’8 giugno sì ai miei 6 punti strategici per il dopoguerra. Il premier: è disfattista. «Una minoranza ha preso il controllo e sta guidando la nave Israele contro le rocce». (Davide Frattini, Corriere della Sera)
Bibi «assediato» dai generali dentro il gabinetto di guerra. E il Paese sta con l’esercito. La rabbia degli oltranzisti Ben-Gvir e Smotrich contro i militari. Tre siedono nel consiglio: oltre a Gantz, Gallant (che era stato cacciato) e Eisenkot. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
Pressioni Bce sulle banche: via subito dalla Russia. Ma si temono gli espropri. Nessun dialogo sull’uscita. Bilancio dell’Unicredit locale giù del 63%. Va trovato un metodo di uscita che non regali al Cremlino attività che valgono miliardi. (Federico Fubini, Corriere della Sera)
In fuga con i civili ucraini nei villaggi attorno a Kharkiv bersagliati dai droni russi. Da una settimana la città è al centro di combattimenti violenti tra una colonna di soldati russi che ha fatto irruzione attraverso il confine – fin troppo facilmente, si lamentano in molti – e cerca di sfondare nella regione e le forze ucraine, che avevano trascurato quel settore e ora sono accorse da altri punti del fronte per provare a tappare la falla. C’è la sensazione che tappata quella se ne potrebbero aprire altre. (Daniele Raineri, Repubblica)
Zelensky respinge l’idea di una «tregua olimpica». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato ieri in un’intervista all’Afp, di aver rifiutato l’idea di una «tregua» nella guerra con la Russia per la durata dei Giochi Olimpici di Parigi, lanciata dal presidente francese Emmanuel Macron. «Non ci crediamo. Immaginiamo per un secondo che ci sia un cessate il fuoco. Prima di tutto, non ci fidiamo di Putin. In secondo luogo, non ritirerà le sue truppe. In terzo luogo, chi ci garantisce che la Russia non ne approfitterà per portare le sue truppe sul nostro territorio?». «Non siamo contro una tregua – ha continuato Zelensky – ma vogliamo una giusta fine di questa guerra. E siamo contro una tregua che farebbe il gioco del nemico». Poche ore prima, il presidente russo, in viaggio in Cina, aveva lasciato intendere di essere contrario a una tregua olimpica perché il suo paese era stato bandito dalle Olimpiadi a causa dell’invasione dell’Ucraina. «I funzionari sportivi internazionali – ha affermato Putin – oggi violano i principi della Carta Olimpica nei confronti della Russia impedendo ai nostri atleti di partecipare alle Olimpiadi sotto la loro bandiera, con il loro inno nazionale, ma vogliono che noi osserviamo le regole che ci impongono. Per pretendere qualcosa dagli altri, devi rispettare tu stesso le regole». (Il Sole 24 Ore)
In Ucraina il fronte caldo è Kharkiv, dove per il ministro degli Esteri tedesco Baerbock la situazione «è drammatica e compromessa». Mosca ha conquistato 300 kmq, catturato 40 civili, occupato l’11esimo insediamento a Starytsya, interrotto la fornitura di munizioni alle forze nemiche e spinge verso Lyptsi e Zelene. Vovchansk è ormai una città fantasma (ieri altri 6 morti e 15 feriti), e nelle aree circostanti hanno abbandonato le proprie case circa 11mila persone. Per Zelensky si tratterebbe solo della prima ondata di un’offensiva più ampia calendarizzata dal Cremlino, e proprio per queste ragioni ha respinto l’appello di Macron per una tregua durante le Olimpiadi di Parigi, affermando che potrebbe solo aiutare la Russia a spostare truppe e attrezzature. «Chi può garantire che Putin non userà questo tempo per portare le sue forze sul nostro territorio?. Siamo contrari a qualsiasi iniziativa che faccia il gioco nemico». (Luigi Guelpa, Il Giornale)
Kiev, via alla nuova leva a 25 anni. Un caso l’invito di Macron a Mosca. Molti ragazzi in fuga dall’arruolamento. La Francia vorrebbe i russi alle celebrazioni del D-Day. (Francesco Battistini, Corriere della Sera)
Aerei militari russi in Tunisia, allarme Usa: “Mosca si espande”. Effetto migranti, timori per il governo Meloni. Nei giorni scorsi sono avvenuti avvistamenti di velivoli che atterravano nell’aeroporto di Djerba, isola tunisina vicina al confine con la Libia. La natura dell’attività non è ancora chiara. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)
Federico Rampini sul Corriere: La fragile alleanza tra Xi e Putin. L’asse tra Cina e Russia ha molte contraddizioni. Ma per l’Occidente è urgente riprendere l’iniziativa nel Grande Sud.
Maurizio Molinari su Repubblica: È nello spazio la nuova sfida fra le grandi potenze militari. La corsa alle armi spaziali vede protagonisti Stati Uniti, Russia e Cina. E crea le premesse per un trasferimento fuori dall’atmosfera delle crescenti tensioni strategiche esistenti sulla Terra.
Messico, urne di sangue. Candidati assassinati, attentati, sparizioni. Dopo una campagna elettorale ai limiti della sopravvivenza, il 2 giugno i messicani sceglieranno il prossimo presidente. E sarà una donna. Con un compito immane: domare la violenza in uno dei Paesi più pericolosi al mondo. (Carlo Bonini, Repubblica))
Asia, il tumore e le offese degli haters. Mattarella: «Hai una grande forza». Salerno, la 14enne bullizzata per i video durante le cure. La madre: grazie Presidente. (Fabrizio Geremicca, Corriere della Sera)
Il Corriere intervista il cantante Ultimo: «Non conosco coetanei che votino o vadano in chiesa. Essere giovani è tremendo. I ragazzi aspettano un domani che non arriverà mai, i social ti anestetizzano. Io ho ancora bisogno dello psicoterapeuta».
Gli Anniversari
1536, adulterio: decapitata Anna Bolena
1568, Elisabetta I fa arrestare Maria Stuarda
1649, l’Inghilterra approva il Commonwealth
1802, Napoleone crea la Legione Straniera
1864, muore a Plymouth Nathaniel Hawthorne
1897, Oscar Wilde rilasciato dalla prigione
1906, inaugurato il traforo ferroviario del Sempione
1941, fondato il Partito comunista indocinese
1944, Strage del Turchino: SS uccidono 59 civili
1944, Montecassino: gli Alleati superano la linea Gustav
1956, prima pietra dell’Autostrada del Sole
1964, Mosca: microfoni nascosti nell’ambasciata Usa
1971, Marte: l’Urss lancia il Mars 2
1974, Rubik crea il prototipo del famoso cubo
1974, Giscard d’Estaing presidente in Francia
1982, Sofia Loren arrestata per evasione fiscale
1989, cade il governo De Mita
1991, Cina e Urss: accordo sulle frontiere
1994, muore a NY Jacqueline Kennedy-Onassis
1995, indiano il medico più giovane del mondo
1999, Usa: debutta al cinema Star Wars
2001, aprono i primi due Apple Store
2004, India: Singh premier (Sonia Gandhi rinuncia)
2012, tre bombe a Brindisi: muore studentessa
Nati oggi
1881, Mustafa Kemal Ataturk
1890, Ho Chi Minh
1898, Julius Evola
1919, Giorgio Fuà
1925, Malcom X e Pol Pot
1926, Sergio Siglienti
1937, Vittorio Prodi
1939, Livio Berruti
1941, Roberto Pinza
1946, Michele Placido
1951, Salvatore Carrubba
1957, Vittorio Grilli
1959, Paul Cayard
1967, Alexia
1969, Federica Guidi
1972, Laura Freddi
1979, Andrea Pirlo
Si festeggiano i Santi Celestino e Ivo
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