La “vittoria” di Putin alle elezioni russe non viene riconosciuta dagli Stati Uniti e dall’Europa, nè dal Quirinale. Solo da Matteo Salvini, il quale dice che “il popolo che vota ha sempre ragione”. Che lo faccia perchè ricattato dai russi per l’affare Metropol (e poi la Lega ha un accordo mai rinnegato con Russia unita, il partito del padrone del Cremlino) oppure per dare fastidio a Giorgia Meloni che nelle stesse ore cercava senza riuscirci come presidente del G7 una posizione comune, oppure per entrambi i motivi cambia poco. Nelle stesse ore George Michel, presidente del Consiglio europeo, pubblicava su molti giornali europei, in Italia sulla Stampa, un preoccupatissimo articolo in cui propone all’Europa di “produrre più armi e addestrare i soldati perchè se vogliamo la pace dobbiamo prepararci alla guerra, perchè la Russia non si fermerà all’Ucraina come non si è fermata in Crimea”.
Parole forti, molto più forti di quelle che il ministro degli Esteri Tajani, d’accordo con la premier, usa per ribattere a Salvini, precisando anche che la linea sulla politica estera la dà lui a nome del governo. Ovviamente, le parole dell’attuale capo della Lega diventano l’apertura di quasi tutti i giornali, per il semplice fatto che incrociano un non secondario fatto internazionale con la politica nostrana. Fanno eccezione il Fatto, che dedica la sua prima pagina a tale Fiorenza che Salvini stesso ha fatto entrare nel “Csm del fisco” e che deve 830 mila euro all’Agenzia delle Entrate, Libero (che teme per il “bavaglio tv a Meloni” da parte dell’Agcom poichè la Commissione vuol considerare gli spazi informativi dedicati al governo come tribuna elettorale, contrariamente a quanto fatto sinora per tutti gli esecutivi) e La Verità che apre sulla richiesta di condanna di Fini e della moglie per la casa di Montecarlo.
Con Putin, oltre a Salvini che spacca il governo del paese che sta guidando il G7, ci sono tutti gli autocrati del mondo, da Xi Jinping a Kim Yong Sun, a Maduro o all’iraniano Raisi e non è un bel vedere. Trump tace, mentre Biden prende tempo e Charles Kupchan, già,consigliere sull’Europa con Obama, dice a La Stampa che “bisogna evitare l’escalation e relazionarci con la Russia che c’è”. E poi spera che Trump “non sia così irresponsabile per trascinare gli Stati Uniti fuori dalla Nato”. Il problema gigantesco è che mentre l’Europa discetta su se e come armarsi e l’America è impegnata nelle elezioni più drammatiche degli ultimi decenni, Putin (come scrive Giuseppe Sarcina nel fondo del Corriere) potrebbe presto aprire un altro fronte nell’Ucraina orientale e costringere Zelensky alla resa in pochi mesi. Allora non resta che dar ragione al Papa e ad Avvenire, il giornale dei Vescovi, che titola “Putin unisce la Russia e spacca in due il mondo”. Poi come ha unito la Russia e chi rappresenta la metà del mondo che lo sostiene non sembra affar nostro, almeno secondo la morale cristiana di questi tempi, comunque difficilissimi perchè nessuno in Europa, nonostante le fughe in avanti di Macron vuole andare a combattere i russi. Il Messaggero titola sui 14 paesi europei che chiedono alla Bei di finanziare l’acquisto di armi.
Le cosiddette altre notizie oggi comprendono le solite beghe politicheo italiane, a partire da Pd ed ex grillini che vanno divisi anche in Piemonte, mentre in Basilicata fa rumore Marcello Pittella che a proposito delle trattative tra Azione, Pd e contiani dice che si è sentito “come un ebreo deportato che deve morire”. Esagerazione pura di chi scambia il proprio ombelico per il tutto, e nel frattempo il “campo largo” in Basilicata lo fa la destra.
Si rivede Augusto Barbera, presidente della Corte Costituzionale, che intima al Parlamento di legiferare su fine vita e figli arcobaleno, altrimenti saranno i giudici costituzionali ad occuparsene. Certo, si tratta di temi importanti ma qualche sospetto che l’ex deputato Pd voglia accendere i riflettori su se stesso e la Corte, cine ben sapeva fare Giuliano Amato, è legittimo.
Ci sono voluti oltre 14 anni agli uffici giudiziari romani per formulare la richiesta di condanna per Gianfranco Fini e la moglie Elisabetta Tulliani per la casa donata da una contessa ad An per la “buona causa” e invece finita al cognato Giancarlo, con i soldi di un re delle macchinette da gioco d’azzardo, Corallo. Lo scandalo, scoperto e gonfiato dal Giornale, sancì la fine politica di Fini, cacciato da Berlusconi e da allora in ozio sulla spiaggia del Kufra di Sabaudia. Troppi anni dopo la richiesta di condanna.
Laudati inguaia il grillino de Raho poichè dice che quando lui era a capo della Direzione Antimafia, quella dei 40 mila accessi abusivi di Striano, era al corrente di tutto.
Il Sole celebra la Borsa di Milano che arriva per la prima volta a quota 34 mila. Il Messaggero fa sapere che le partite Iva hanno due anni per mettersi in regola con il fisco.
Il Foglio va a cercare Mario Draghi che vive ora per lo più a Milano, parla con tutto il quartiere e poi incrocia la moglie Serenella, la quale dice che “la politica lo teme”, e che difficilmente andrà in Europa.
Giulio Tremonti scrive sul Corriere che “la realtà è globale e la politica non può essere locale”.
Spalletti esclude dalla nazionale il difensore dell’Inter Acerbi che domenica sera ha fatto il razzista con Juan Jesus.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. La sfida di Putin tra rock e «volontari». «Donbass e Crimea sono tornate a casa». Sul palco della piazza Rossa anche gli sfidanti-fantoccio:
«Avanti con le nuove regioni, ci svilupperemo insieme». Le canzoni ricordano la liberazione della Russia dai polacchi, avvenuta nel Seicento. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)
Nuove sanzioni Ue per la morte di Navalny. La richiesta del Ppe «Si dichiari che è un presidente non legittimo». Le autorità russe hanno represso i politici dell’opposizione, le organizzazioni della società civile, i media indipendenti e le voci critiche. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Al G7 vince la realpolitik: salta la bozza di condanna del voto russo. Ritirato a sorpresa il documento dei Grandi preparato dagli “sherpa” italiani. Il consigliere Usa Sullivan: “Elezioni non libere, ma la realtà è che Putin è il presidente”. (Tommaso Ciriaco, Repubblica)
La notizia non è che Putin ha vinto le elezioni dopo un testa a testa mozzafiato con se stesso. Ma che l’autocrate è ancora vivo, è saldo al comando, ha più consensi di quando invase l’Ucraina, la Russia esiste ancora, i russi sono contenti per la guerra e l’economia (il sondaggista indipendente Volkov a Repubblica: “I russi stanno col leader per l’economia e per Kiev. Un ruolo importante lo hanno giocato anche l’aumento di salari, pensioni e benefit sociali”). Che strano. Le famose sanzioni non hanno mandato Mosca “in default entro qualche giorno” (Letta, 9.3.’22), né avuto “il massimo impatto in estate” (Draghi, 31.5.’22), né sortito “effetti devastanti” (Gentiloni, 4.6.’22). Eppure gli espertoni erano unanimi. Mario Deaglio: “Il rublo non vale più nulla”. Dario Fabbri: “Comunque vada, il fallimento della Russia è già evidente”. Rep: “Il default russo è a un passo”. Stampa: “Per la Russia è default”. Giornale: “Mosca è in default (ma solo tra un mese)”. La sua “Armata Rotta” che “combatte con pale del 1869” e “le dita al posto delle baionette”, ha “finito i russi”, “le divise”, “le munizioni”, ”i missili” ed estrae “i chip per i carri armati da lavatrici, frigoriferi e addirittura tiralatte elettrici”, passava da una disfatta a una ritirata. (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)
Giuseppe Sarcina sul Corriere: Kiev, Mosca e il nostro orologio, I tempi degli aiuti all’Ucraina: le sorti di Zelensky, dell’indipendenza ucraina potrebbero decidersi nel breve periodo.
Francesco Bei su Repubblica: Il coro dei dittatori. I potenti del mondo si sono congratulati con lo zar. E in Italia Salvini ha imbarazzato la premier.
Salvini: chi vota ha sempre ragione. Scoppia il caso. Poi la Lega precisa. L’alt di Tajani. E Meloni: linea chiara, governo coeso. La nota del Carroccio: nessun giudizio. Boccia (Pd): votare controllati dai militari? Magi (+Europa): tema di sicurezza nazionale. Matteo Salvini: le elezioni fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando le perde. In Russia ci sono state delle elezioni, prendiamo atto. Antonio Tajani: La politica estera la fa il ministro degli Esteri, quindi le posizioni di politica estera sono quelle del ministro degli Esteri. (Cesare Zapperi, Corriere della Sera)
“Rispetto per il voto del popolo” Salvini pro Putin, ira di Tajani. Il leader della Lega, che sabato riunisce a Roma gli alleati europei filo-russi, riconosce la legittimità delle elezioni Il capo della Farnesina si dissocia: “La politica estera la faccio io”. Il Ppe: “Il ministro si vergognerà delle sue parole”. La premier: “La posizione del governo è chiara maggioranza coesa” Il Pd: “L’esecutivo non ha credibilità”. (Antonio Fraschilla, Repubblica)
La scelta della premier di contenere l’impatto: sono toni da campagna. Il richiamo al lavoro fatto. Il gelo del Quirinale. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
La Russia torna a dividere il governo, con strascichi che arrivano fino a Bruxelles, con il Partito popolare che accusa duramente Salvini, rafforzando di fatto la politica del cordone sanitario verso gli euroscettici di Identità e democrazia, il gruppo di cui fa parte la Lega, il Rassemblement National di Marine Le Pen e i tedeschi di Afd. Palazzo Chigi osserva il silenzio, ma teme che quello di ieri non sia che un modesto prologo di quello che si vedrà in campagna elettorale. Meloni preferisce non entrare in polemica con Salvini, anche a costo di sorvolare sul tema, come in un’intervista ad Agorà, registrata ieri, per essere trasmessa questa mattina: «La chiarezza che abbiamo dimostrato in politica estera racconta di una maggioranza coesa». L’occasione per esprimersi con maggiore chiarezza la premier l’avrà già oggi, nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. È probabile che Meloni eviterà di entrare in rotta di collisione con l’alleato, rivendicando però l’appoggio all’Ucraina e la condanna per i crimini di Putin. In ogni caso da Palazzo Chigi non arrivano note ufficiali, per evitare di ratificare lo strappo nella maggioranza, che Meloni insiste nel negare. (Francesco Olivo, La Stampa)
Massimo Franco sul Corriere: Il disappunto nel governo per le spinte filorusse. Il disappunto del governo italiano era prevedibile. Il vicepremier Matteo Salvini, capo della Lega, con la sua presa d’atto della vittoria elettorale di Vladimir Putin, ha riproposto il tema delle prossime Europee: la presenza di una lobby filorussa in alcune forze politiche. A colpire non sono solo la netta presa di distanza del ministro degli Esteri e vicepremier di Forza Italia, Antonio Tajani; né le critiche al silenzio della premier Giorgia Meloni, interrotto solo ieri sera. A misurare l’effetto delle parole salviniane sono, piuttosto, prima la parziale correzione con una nota della Lega; poi l’invito rivolto dal Ppe ai ministri degli Esteri riuniti ieri a Bruxelles a dichiarare l’illegittimità delle elezioni in Russia; e dunque a non considerare Putin il presidente della Federazione.
La mossa di Salvini fa parte della campagna per le Europee, in cui il Capitano è allineato con tutti i partiti della destra più estremista, favorita nei sondaggi e vincente in tutti gli ultimi passaggi elettorali nazionali. Una destra, da Le Pen a Vox a Afd, a cui il segretario della Lega ha dato appuntamento per sabato e domenica in Italia, pur sapendo che nel suo partito questo avvicinamento non è affatto gradito agli esponenti dell’anima nordista storica, convinti che anche nel quadro di una possibile affermazione dei sovranisti nelle urne del 9 giugno, la Lega difficilmente riuscirebbe a beneficiarne. (Marcello Sorgi, La Stampa)
Basilicata, Azione sosterrà Bardi. Scontro frontale Calenda- Conte. I centristi con la destra. L’ex ministro: disgustato da Pd e M5S. Il 5 Stelle: vuole distruggerci. Il Pd spera ancora nell’intesa su un civico Il no del M5S: noi con un nostro candidato. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
L’ex consulente legale chiamato in extremis per trovare la «pace»: io unico lucano in gara. Marrese al congresso pd era per Bonaccini. (Tommaso Labate, Corriere della Sera)
Alleanza al capolinea Conte molla il Pd “Non siamo nemici ma candidiamo un 5S”. Dopo mesi di trattative l’ex premier annuncia la rottura: “I dem hanno indicato un loro nome noi avremo il nostro” Il Pd: “Fino alla fine cerchiamo unità”. (Sara Strippoli, Repubblica)
Stefano Folli su Repubblica: L’intesa tra Pd e 5S funziona se comanda Conte. La leadership spetterà a lui: più scaltro, più abile nel fare il populista. Con meno voti, certo, ma il calcolo verrà fatto sulle percentuali delle europee e delle politiche, non sul deludente voto locale.
Audio choc di Pittella durante le trattative: «Io come un ebreo, mandato a morire». L’uomo forte di Azione: giorni di stress, mi scuso. Il giudizio del leader Calenda: «Parole certo fuori luogo, ma è stato escluso dal “suo” centrosinistra». (Alessandra Arachi, Corriere della Sera)
Dossier, il pm Laudati: mai raccolto notizie su personaggi famosi. De Raho? Controllava. Forza Italia contro l’ex procuratore antimafia, ora eletto M5S. (Fulvio Fiano, Corriere della Sera)
Tulliani «confessa» e scagiona Fini. Ma il pm chiede 9 anni per lei, 8 per lui. La compagna sulla casa di Montecarlo: non sapeva delle mosse di mio fratello. La Avvocatura dello Stato ha invece chiesto l’assoluzione per l’ex presidente della Camera. (Ilaria Sacchettoni, Corriere della Sera)
Un po’ dramma elisabettiano e un po’ feuilleton, la vicenda della famosa casa di Montecarlo, svenduta da Alleanza nazionale a basso costo, si conferma storia giudiziaria estenuata, che sembra sempre stia per finire e non finisce mai. Ieri è andata in scena l’ennesima puntata, con la richiesta da parte del pubblico ministero di otto anni di carcere per Fini, accusato di aver contribuito all’acquisto dell’oramai famosa casa con denari di provenienza illecita. Una storia giudiziaria che però è figlia di una storia politica persino più grande, che risale a 14 anni fa: fu allora che scoppiò la prima “guerra sporca” nella trentennale storia del centro-destra italiano. Nulla di così cruento si sarebbe più ripetuto, ma fu allora che si ruppe il tabù del rispetto tra alleati.
In quel 2010, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini mal convivevano nello stesso partito, il Pdl, e il secondo fece chiaramente capire di non voler stare più “sotto padrone” («Che fai, mi cacci?») e a quel punto il Cavaliere, dietro le quinte, lasciò libero campo alla rappresaglia, che prese corpo nell’inchiesta realizzata dal Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, su una vicenda assai originale. L’inchiesta firmata da Gian Marco Chiocci dimostrò che in effetti Fini, da presidente di Alleanza nazionale, aveva favorito la vendita di un appartamento a Montecarlo di proprietà del partito, al fratello della sua compagna, Elisabetta Tulliani. Che proprio ieri, in aula, è stata protagonista di un’inattesa, spettacolare deposizione. (Fabio Martini, La Stampa)
Fine vita, il richiamo della Consulta. Dal presidente Barbera il riconoscimento del ruolo del Parlamento e l’invito pressante a legiferare. I figli di coppie gay sono riconosciuti «in modo disordinato e contraddittorio». (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)
Famiglie arcobaleno, il sindaco di Padova: “Roma chiude gli occhi. Ingiusto separarle”. Sergio Giordani: “Non voglio creare orfani né ingiustizie, per questo continuerò a trascrivere i figli delle mamme dello stesso sesso”. (Enrico Ferro, Repubblica)
Carlo Galli su Repubblica: La latitanza della politica. Sono le sfide che si stagliano davanti alle democrazie liberali lo sfondo della relazione annuale che il presidente della Corte Costituzionale, Augusto Barbera, ha svolto ieri in un documento la cui importanza travalica lo specialismo degli addetti ai lavori. Il punto di vista è ovviamente quello del giurista, ma l’elemento più significativo sta proprio nel fatto che l’argomentazione ha un ampio respiro e mette in gioco, con tutte le cautele del caso, oltre all’attività della magistratura ordinaria anche la politica e l’evoluzione della società. La crisi della democrazia in Occidente è dovuta a dinamiche economiche che acuiscono le diseguaglianze sociali, di fatto, le sfide esigono, per essere superate, il buon funzionamento dello Stato democratico.
Processo Regeni, il pm alla Farnesina: «Ci aiuti a far venire i testimoni egiziani». Da 4 anni nessuna collaborazione dal Cairo. Paola e Claudio Regeni hanno ascoltato il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)
Il giudice Salvini va in pensione: «Lascia 300 processi mai fissati». Il Tribunale di Milano: nell’elenco 40 casi di codice rosso. Il gip: erano fascicoli-scarto. (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)
Il pm Laudati inguaia De Raho ma in Procura fa scena muta. Dopo due settimane in cui aveva rinviato le proprie spiegazioni all’interrogatorio che lo attendeva alla procura di Perugia, che indaga su di lui per tre reati (accesso abusivo, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio) il magistrato ieri avrebbe finalmente potuto dare la sua versione davanti ai colleghi umbri che lo accusano, guidati dal loro capo Raffaele Cantone. Invece Laudati non si presenta e sceglie di tacere, avvalendosi della facoltà di non rispondere, come reazione alle fughe di notizie che a suo dire hanno costellato l’indagine a suo carico: fughe di notizie per modo di dire, perchè la maggior parte dei dettagli sono stati resi noti pubblicamente (Luca Fazzo, Il Giornale)
Piazza Affari tocca il record storico dei 34mila punti: ecco i titoli del rialzo. Con un rialzo del 12% Piazza Affari guida la classifica delle Borse europee da inizio anno. Questo scatto si aggiunge al +28% messo a segno nel 2023. Dai minimi di metà ottobre 2022, il listino è salito del 60%. Nell’ultima seduta è stata superata per la prima volta dal 2008 la soglia dei 34mila punti. I numeri indicano senza dubbio che il paniere delle blue chip italiane sta vivendo una seconda giovinezza. L’elemento di novità degli acquisti del 2024 è che non sono solo le banche a farla da padrone. I titoli finanziari (che hanno un peso complessivo del 34,24% nel calcolo dell’indice) figurano certamente nella top ten con Banca Mps (+37%), UniCredit (+34%) e Bper Banca (+33%) rispettivamente al quinto, sesto e settimo posto. Ma la classifica è guidata dall’industriale Iveco, in rialzo del 64% in nemmeno tre mesi. Segue Unipol (+47%). Sul podio c’è un altro titolo non finanziario, Saipem (+43%) tallonato da Leonardo (+42%). Chiudono la classifica delle prime 10 della classe Ferrari e Moncler. (Vito Lops, Il Sole 24 Ore)
Aumentano gli stipendi dei dirigenti scolastici: adesso guadagneranno più di provveditori e ispettori. Lo scorso 13 marzo sono state adeguate due delle quattro voci dello stipendio dei presidi, otto mesi fa è stata adeguata la parte variabile dello stipendio: così si oscilla tra i 76 e gli 85mila euro annui lordi. (Salvo Intravaia, Repubblica)
Nissan-Honda, prove d’intesa per condividere l’auto elettrica. Verso una piattaforma comune tra i due costruttori giapponesi. (Bianca Carretto, Corriere della Sera)
MutuiOnline cambia, diventa Moltiply. Più estero e confronti. Dai prestiti alle bollette. Ricavi a 404 milioni, margine a 188 milioni. Moltiply rappresenterà il gruppo e la divisione Bpo, mentre Mavriq la divisione Broking. (Emily Capozucca, Corriere della Sera)
«Granarolo punta a 2 miliardi di ricavi. Impianti rinnovati e più margini». Calzolari: a Bologna i prodotti del futuro. Il made in Italy è un tappeto rosso che apre le porte, ma la tradizione se non si evolve resta al palo. Gli agricoltori protestano. E lei continua a propugnare la centralità del latte e della giusta remunerazione degli allevatori. (Andrea Rinaldi, Corriere della Sera)
Ville Berlusconi, con il riassetto della famiglia Arcore e la Certosa finiscono sotto Fininvest. Le proprietà più importanti passate di mano per 400 milioni. Barbara pronta a intestarsi Macherio, Marina ha già comprato Villa Campari a Lesa. Villa Borletti a Milano ristrutturata per la terza volta da Luigi. Da definire il destino della Sardegna. Venduto il Morning Glory. (Giovanni Pons, Repubblica)
Gli altri temi del giorno
Nuovo raid sull’ospedale Al Shifa Telefonata Biden -Bibi per Rafah. Gli Usa confermano: morto Issa, vice delle brigate Al Qassam. Ripresi i negoziati in Qatar. (Andrea Nicastro, Corriere della Sera)
In un comunicato congiunto dell’ex ministro spagnolo con il commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, si esorta Israele ad aprire più punti di accesso alla Striscia per far entrare gli aiuti. «Ciò a cui stiamo assistendo non è un pericolo naturale, ma un disastro provocato dall’uomo, ed è nostro dovere morale fermarlo», è scritto nel documento. Secondo le Nazioni Unite, tra oggi e maggio il 70% dei gazawi sarà colpito da fame. Accuse poste anche da altri Paesi, tra i quali la Giordania, ma respinte da Israele. Il ministro degli esteri Katz ha detto che Israele sta permettendo l’ingresso degli aiuti a Gaza e che Borrell dovrebbe «smettere di attaccare Israele e riconoscere il nostro diritto all’autodifesa contro i crimini di Hamas». I ministri degli esteri dell’Ue hanno intanto approvato sanzioni contro i coloni israeliani violenti che attaccano i palestinesi in Cisgiordania, mentre al commissario generale dell’Unrwa, Lazzarini, è stato impedito dal paese ebraico l’ingresso a Gaza da Rafah. (Nello Del Gatto, La Stampa)
L’accusa Ue «Israele usa la fame come arma». Carestia è una parola che nel terzo Millennio non si vorrebbe e non si dovrebbe mai sentire. Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza – quello che si poteva evitare – è un disastro umanitario di enormi proporzioni. Una catastrofe annunciata. Prevedibile e prevenibile. Perché la carenza di cibo per quasi due milioni di persone, e l’assoluta mancanza di alimenti per 300mila civili intrappolati nel nord della Striscia, non sono situazioni dovute al cambiamento climatico, a siccità eccezionali o a inondazioni improvvise. Qui il cibo c’è. È a portata di mano, a pochi chilometri da dove si comincia a morire di fame. Ma alle centinaia di camion in attesa ai valichi di frontiera non è permesso entrare. O è permesso solo in numeri del tutto insufficienti.Carestia. Da ieri è ufficiale. I risultati della valutazione aggiornata della «Fase di classificazione integrata della sicurezza alimentare» dell’Ipc, la piattaforma integrata dell’Onu che analizza i dati del World Food Programme, non lasciano adito a dubbi. Il rapporto, diffuso ieri, tratteggia una realtà tragica: in diverse aree del nord di Gaza il 70% dei civili sta già soffrendo quello che è ritenuto il livello più grave di carenza di cibo. Anzi è un livello che supera la soglia di carestia addirittura del 20 %. (Roberto Bongiorni, Il Sole 24 Ore)
Camps e gli aiuti via mare. «L’ultimo miglio il più duro, mesi di lavoro diplomatico Strano non incontrare civili». Il fondatore di Open Arms: successo con lo chef José Andrés. Prima abbiamo dovuto riunire l’equipaggio per un viaggio ad alto rischio poi siamo arrivati a Cipro. (Marta Serafini, Corriere della Sera)
Trump non trova i soldi per i processi. The Donald deve presentare una fideiussione da 454 milioni di dollari, ma 30 istituti gli hanno detto di no. (Massimo Gaggi, Corriere della Sera)
Kate Middleton riappare in pubblico e va a fare la spesa, le prime foto della principessa: “Sembrava felice”. Secondo il “Sun”, la principessa si sarebbe recata ieri in un negozio di prodotti tipici di una fattoria a Windsor. Un impiegato: “Era con William”. Intanto re Carlo potrebbe partecipare alla parata “Trooping the Colour” solo in carrozza. (Antonello Guerrera, Repubblicano )
Un nuovo Banksy tutto “green” compare a Londra. Un messaggio ecologista dietro l’opera del re della Street Art. (Antonello Guerrera, Repubblica)
«Mio figlio in coma dal 2017 per un pezzo di formaggio. La pediatra disse: sono stanca». Trento, Mattia oggi ha 11 anni. Il padre: ora spero nella condanna. (Marzia Zamattio, Corriere della Sera)
Musk: “Uso ketamina, è nell’interesse degli investitori”
Il tycoon assicura di fare ricorso alla droga in “piccole quantità e su prescrizione medica”. (Massimo Basile, Repubblica)
Sul Corriere Mariotto risponde a Ilaria Capponi: «Scusarmi di cosa? Io non l’ho offesa. Anzi, la prendo a sfilare con me».
Repubblica intervista l’archistar Stefano Boeri: “Divento un cartone animato così insegno ai bambini cos’è l’architettura”.
Il Corriere intervista Sandra, figlia dello scrittore e politico Alessandro Bonsanti «Gadda aiutava a fare i compiti, la maestra mi sgridò. Papà prima di morire mi svelò che a tradirlo con la soffiata ai nazisti non fu Montale».
Il Garante indaga sul drone di Vespa. L’Autorità per la privacy ha avviato una istruttoria sulle riprese aeree della casa di John Elkann destinate a «Porta a Porta»: «Possibili risvolti sul piano penale». Il Garante della privacy ha avviato un’istruttoria sulla vicenda dei droni utilizzati da una troupe della trasmissione Porta a Porta per un servizio sulla casa di John Elkann, sulla collina torinese. (Gianluca Paolucci, La Verità)
Gli Anniversari
1500, Pedro Cabral parte per le Indie: arriverà in Brasile
1831, prima rapina a una banca di NY: la City Bank
1916, primo combattimento aereo in Usa
1920, Usa: secondo rigetto del Trattato di Versailles
1932, inaugurato il ponte della Baia di Sydney
1941, duro attacco su Londra dell’aviazione tedesca
1944, la Germania occupa l’Ungheria
1945, Hitler dispone la distruzione di ogni industria
1953, prima edizione in tv dei premi Oscar
1954, primo incontro di boxe in tv a colori
1956, Cuba: Castro crea il Movimento del 26 di luglio
1958, prima Assemblea parlamentare europea
1972, trattato di amicizia tra India e Bangladesh
1973, migliaia di ciclisti invadono Bologna
1978, l’Onu invia i caschi blu in Libano
1980, Prima Linea uccide il magistrato Guido Galli
1981, Giovanni Paolo II pranza con gli operai Finsider
1994, assassinato a Casal di Principe don Giuseppe Diana
1992, Andrea e Sarah annunciano la separazione
1996, Nelson Mandela divorzia da Winnie
1999, rugby: prima vittoria dell’Italia sulla Scozia
2002, Operazione Anaconda: gli Usa si ritirano per la prima volta dall’Afghanistan
2002, Marco Biagi ucciso dalle Br
2003, comincia l’invasione dell’Iraq
2011, si apre la guerra in Libia contro Gheddafi
2011, la Luna si avvicina al suo massimo alla Terra
2012, Tolosa: un killer uccide quattro persone
2013, San Pietro: messa d’inizio pontificato per Francesco
Nati oggi
1813, David Livingstone
1899, Giorgio Cicogna
1928, Giuseppe Marrazzo
1930, Gualtiero Marchesi
1936, Ursula Andress
1943, Mario Monti
1945, Bigas Luna
1954, Marco Rossi Doria
1955, Bruce Willis e Pino Daniele
1957, Claudio Bisio
1971, Andrea Giuliacci e Andrea Sagripanti
1976, Alessandro Nesta
1984, Bianca Balti
Si festeggia San Giuseppe
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