La nota del 21 maggio

“Il tempo dissolve il superfluo e conserva l’essenziale” (Alexander Jodorowski)

I giornali più importanti dedicano il proprio titolo di apertura al procuratore generale della Corte dell’Aja che chiede di arrestare Netanyhau e alcuni suoi ministri insieme ai capi di Hamas per crimini contro l’umanità, equiparando terrorismo e reazione di Israele al terrorismo. Gli Stati Uniti, che con Israele non riconoscono i poteri della Corte dell’Aja, si ribellano. La decisione della Corte ci sarà tra un mese, anche Putin è ricercato e purtroppo le sentenze poi si fermano davanti agli schieramenti militari contrapposti. I giornali schierati con Israele bollano come antisemitismo la richiesta della Corte, con il Foglio in primo piano: secondo Giuliano Ferrara la Corte penale “non sa più distinguere tra vittime e assassini”. Il punto è che più aumentano i morti civili a Gaza, più si dimentica il blitz di Hamas del 7 ottobre con tutta la sua crudeltà gratuita su gente inerme e contemporaneamente è più è facile dare una botta al cerchio e una alla botte, equiparando Netanyhau ai capi di Hamas. Molti commentatori si affrettano a spiegare che sanzionare il premier israeliano non significa accusare lo Stato di Israele, una sorta di teoria del capro espiatorio che comunque non sembra poter cambiare la decisione di Tel Aviv di regolare i conti con Hamas, e non può essere solo la volontà di Netanyhau di restare al potere l’unico motore di un paese che va alla guerra con tutti i suoi cittadini.

In Iran l’opposizione festeggia la morte di Raisi, ma il potere resta nelle mani di Khamenei e il regime non cambia volto. Gli intellettuali iraniani all’estero deplorano la decisione della Ue di dare solidarietà per la morte di quello che definiscono “il macellaio”, ricordando che è stato il protagonista di tutte le repressioni causando migliaia di morti. Repubblica costruisce una copertina insolita con un titolo a caratteri cubitali sul Medio Oriente in fiamme e le notizie dall’Aja e da Teheran.

I giornali di destra rilanciano Gentiloni che ieri aveva detto che la ripartizione dei fondi del Pnrr ai paesi europei era avvenuta attraverso un algoritmo e non era dovuta al lavoro di Conte premier. Il Foglio scrive che così “è caduto il mito fondativo del contismo”, la Verità ricorda che il Pd a Giuseppi allora aveva retto il sacco. Travaglio ovviamente fa le barricate a difesa dell’ex premier. Domani spiega che Mattarella per far varare meno decreti al governo punta sui tecnici di palazzo Chigi, mentre in Consiglio dei ministri sono Tajani e Crosetto quelli più sensibili alle preoccupazioni del Colle. Il Messaggero racconta Meloni e Marina Le Pen forse alleate dopo anni di diffidenza. Persino Soumahoro si fa un partito: si chiama Italia plurale.

Il Fatto dedica la sua prima pagina alle spese elettorali dei partiti: tre milioni di spesa per FdI e Pd, uno e mezzi per Italia Viva, quasi tutti dedicati alla candidatura di Renzi.

Cresce a 2,2 miliardi la spesa per la sanità digitale. Intanto entro il 2030 potrebbero essere lanciare 60 nuove terapie avanzate a livello globale, e quattro arriveranno dall’Italia. Lo scrive il Sole.

Giulio Tremonti sul Corriere scrive di “due parole desuete”, difesa e dazi, e invita su quest’ultimo punto l’Europa a seguire l’esempio di Cina e Stati Uniti.

Il Fondo monetario detta i suoi desiderata per l’Italia, che sono sempre centrati sulla riduzione del debito. Stavolta aggiunge un giudizio negativo sul taglio del cuneo fiscale, che vorrebbe sostituire con imprecisati “investimenti pro crescita, età pensionabile più alta e riduzione dei bonus fiscali”.

Il Sole si occupa dei particolari del piano casa in gestazione presso il governo. Poi dà spazio ad una indagine Cida/Censis sull’ascensore sociale bloccato (lo pensa il 74 per cento degli italiani) e sui timori di declassamento sociale (paventato dal 50 per cento degli intervistati), due indicatori del declino del ceto medio. Una indagine del Centro Studi di Intesa insieme a Prometeia fa sapere che l’industria italiana è solida, con il proprio fatturato totale che raggiunge 1160 miliardi. Intanto lo Stato, per lo più attraverso Invitalia che interviene nelle crisi aziendali , diventa azionista in 27 casi, spendendo 275 milioni.

Secondo La Verità, Landini, visto che il Pd è diviso sul referendum per abolire il Jobs Act, si butterà sul salario minimo. Il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, dice a Repubblica che bisogna usare i fondi Inail per avere 4 ore di formazione sulla sicurezza sul lavoro. Su Libero torna Paolo Reboani, giuslavorista ai tempi di Maroni ministro con cui collaborava, e scrive che “è sul lavoro la sfida finale rifornisti-conservatori”. Luigi Marattin di Italia Viva scrive a Tommaso Nannicini (i due lavoravano a palazzo Chigi ai tempi di Renzi premier) e spiega anche lui che non c’è spazio per il riformismo, e dunque per sostenere il Jobs Act, nel Pd.

Unicredit va allo scontro in Tribunale con Mosca sul sequestro da 463 milioni, Tajani sul tema delle aziende italiane requisite in Russia pensa alle compensazioni. L’oro sale al prezzo record di 2452 dollari. La procura di Torino avvia un’indagine sulla Fondazione Crt, mentre i sindaci chiedono di prorogare l’elezione del presidente (ormai rinviata giorno per giorno da una settimana) per dare più tempo al Mef per valutare la situazione. Alessandro Santoliquido è il nuovo capo delle assicurazioni di Unicredit. Il Messaggero intervista Zangrillo, il quale fa sapere che d’ora in poi nella pa le promozioni non avverranno solo per concorso ma anche in base alla valutazione da parte dei dirigenti. Montezemolo confermato presidente del Sigaro Toscano. Enel fa duemila assunzioni, un terzo al Sud.

Furto in casa di Salvini a Roma, ma la cassaforte resiste. in Sicilia Gianfranco Miccichè usava l’auto di servizio anche per andare dallo spacciatore.

La Juve pareggia nel finale la partita con il Bologna del suo prossimo allenatore Thiago Motta. Il Corriere intervista il figlio di Gigi Riva.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. «Mandato di arresto per Netanyahu, Gallant e i leader di Hamas». Il procuratore Khan si rivolge alla Corte dell’Aia per crimini di guerra e contro l’umanità. L’accusa ha annunciato la decisione alla Cnn, di fronte a Christiane Amanpour. (Davide Frattini, Corriere della Sera) “Netanyahu e Sinwar criminali di guerra”. Khan: “La legge vale per tutti”. Biden difende Israele: “Dalla Corte richiesta oltraggiosa”. (Anna Lombardi, Repubblica)

I capi d’accusa non sono equiparati, nella richiesta di Khan. Ai leader di Hamas è contestato di aver organizzato lo sterminio, tortura, presa di ostaggi, stupro e violenza sessuale contro civili e prigionieri israeliani. Ai vertici di governo di Tel Aviv di aver “ affamato i civili come metodo di guerra”, causato intenzionalmente morte e grandi sofferenze alla popolazione palestinese bloccando gli aiuti umanitari. E poi, da leader, di non aver perseguito i sottoposti (soldati e ufficiali dell’Idf) che hanno commesso crudeltà o attacchi contro i civili. Crimini “sistematici”, dice Khan, commessi “in applicazione della politica dello Stato” e che “continuano ancora oggi”. Khan discute anche le giustificazioni politiche fornite dal governo israeliano: “Israele, come tutti gli Stati, ha il diritto di difendere la propria popolazione. Tale diritto, tuttavia, non lo esime dall’obbligo di rispettare il diritto internazionale umanitario. A prescindere da qualsiasi obiettivo militare, i mezzi scelti da Israele a Gaza sono criminali”. (Riccardo Antoniucci, Il Fatto Quotidiano)

Aiuti bloccati per i 950mila sfollati di Rafah Onu: aprite i valichi, la gente muore di fame. Secondo le informazioni visionate dal Times of Israel, a Rafah rimangono tra i 300.000 e i 400.000 civili, soprattutto nella zona costiera e in alcune parti del centro della città. I civili palestinesi sono ora in gran parte concentrati nell’area di al- Mawasi, designata dall’Idf come “zona umanitaria”, sulla costa della Striscia, e nel centro di Gaza. Un’area dove manca l’acqua e dove le condizioni sanitarie, come raccontato da più organizzazioni umanitarie, sono «catastrofiche». In questo scenario continuano le operazioni “mirate” su Rafah delle forze israeliane. E gli aiuti umanitari, nonostante l’apertura della piattaforma galeggiante americana davanti a Gaza, non arrivano alla popolazione, con i valichi per Gaza ancora chiusi. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) chiede la riapertura dei valichi per Gaza. Senza la riapertura di «queste rotte» degli aiuti, «la privazione dell’assistenza e condizioni umanitarie “catastrofiche” persisteranno». (Il Sole 24 Ore)

Paolo Garimberti su Repubblica: Israele-Hamas, il corto circuito del diritto. La contaminazione tra il piano giuridico e quello politico rischia di affievolire le speranze di pace.

Ora, tre giudici della Corte dovranno decidere sulla richiesta di Khan. Nel precedente che ha interessato il presidente russo Putin, ci volle un mese per la decisione. Se condannati, nessuno dei destinatari del mandato potrà recarsi in un Paese che ha firmato o accettato lo Statuto, perché questo sarebbe obbligato a estradarlo all’Aja per sottoporlo a processo, visto che la Corte non può giudicare in contumacia. Significa che, per assurdo, Netanyahu e Gallant potranno restare in Israele o volare negli Usa, ma i vertici di Hamas (almeno quelli che forse si trovano nella Striscia, Sinwar e Deif, mentre Haniyeh viaggia tra il Qatar e la Turchia) da Gaza dovrebbero essere estradati nei Paesi Bassi. Israele insiste sulla decisione politica, che ovviamente isola ancora di più il Paese ebraico a livello internazionale. (Nello Del Gatto, La Stampa)

Massimo Gaggi sul Corriere: Trappole (e spiragli) per gli Usa. La guerra Israele-Hamas e l’incertezza per il dopo Raisi in Iran complicano i piani della diplomazia in Medio Oriente.

Meteo avverso o guasto. I dubbi sullo schianto in Iran. Recuperato il corpo del presidente Raisi. Domani funerali a Teheran, il 28 giugno il voto. Nel relitto ritrovato a 20 chilometri dal confine con l’Azerbaigian i corpi carbonizzati di altre 7 persone: tra di loro il ministro degli Esteri. (Monica Ricci Sargentini, Corriere della Sera)

Il rebus Khamenei. Guida suprema per caso che ha spalancato le porte al potere dei pasdaran. Lo chiamavano «Shish Kelaseh», cioè sei anni di scuola. «Ora è in discussione il dominio dell’ultradestra». Vali Nasr: «La scelta di Khamenei è tra un candidato estremo ma illegittimo o uno più moderato». (Viviana Mazza, Corriere della Sera)

Il sindaco o il reggente i falchi cercano un capo da imporre al Paese. Khamenei non lascerà spazio ai riformisti al voto del 28 giugno Pochi margini anche per la piazza, massacrata dopo le proteste per Mahsa. (Gabriella Colarusso, Repubblica)

Lucio Caracciolo su Repubblica: La fragilità degli ayatollah. Incontri fra i dirigenti della sicurezza iraniani e statunitensi hanno il fine di bloccare la scalata militare.

Iran, la morte di Raisi “risveglia” gli oppositori. Per la successione di Raisi, considerato una sorta di “cuscinetto” fra i pasdaran e l’ala clericale dell’establishment, si fanno i nomi di Mohammad Bagher Ghalibaf, speaker del parlamento, Mohassen Rezaee, economista ed ex generale dei guardiani della Rivoluzione, e Gholam-Hossein Mohseni-Ejei, capo della magistratura. Il ruolo di nuovo ministro degli Esteri è stato invece affidato al momento ad Ali Bagheri Kani, vice del defunto Abdollhian e già capo negoziatore nelle trattative sul nucleare iraniano, veste in cui ha partecipato ai colloqui fra Teheran e i Paesi occidentali a Vienna nel tentativo di salvare l’accordo sul nucleare del 2015. Tutti gli esperti concordano che, a prescindere da quale sarà il successore di Raisi, la politica estera del Paese non cambierà. (Il Fatto Quotidiano)

«Ci auguriamo che chi verrà dopo si impegni per la stabilità dell’area». Tajani: la richiesta dell’Aia? Inaccettabile mettere sullo stesso piano Hamas e Israele. Siamo favorevoli a inviare nostri soldati in una missione Onu sotto un comando arabo. Il nostro cordoglio è indipendente dal giudizio politico su Raisi. No alla violazione dei diritti umani e alla mancanza di libertà per le donne. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Meloni e l’Europa da cambiare «Rifare lì ciò che ho fatto in Italia». L’obiettivo di una maggioranza di centrodestra. E su «detta Giorgia»: dovevo dire Sbirulino? Il mancato confronto con Schlein? Un’occasione persa, ha dato fastidio a qualcuno. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

«Premierato devastante. Ma per la maggioranza diventerà un boomerang». Franceschini: con il bipolarismo secco ci aprono un’autostrada. Schlein dopo le Europee? È stata eletta fino al 2027 e guiderà il percorso per costruire la coalizione. A proposito di Schlein, sembra che il Pd sia già pronto a presentarle il conto dopo il voto di giugno. Lega e FI si consegnano prigionieri in una gabbia di cui soltanto Meloni ha le chiavi. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Massimo Franco sul Corriere: La virata di Meloni che spiazza gli alleati. Il modo in cui la premier Giorgia Meloni ha parlato in video di Europa intervenendo prima al congresso del partito spagnolo Vox, poi ieri in tv, la lascia in sospeso. Le critiche alla Commissione Ue presieduta dalla sua ormai ex alleata Ursula von der Leyen, e la tesi di far tornare il potere agli Stati nazionali, hanno tuttavia seminato perplessità. Le opposizioni dicono che «ha gettato la maschera». Ma la presa di distanza più vistosa viene da Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri: sull’adesione ai principi europei e alla Nato. Il leader di FI scandisce: «Non faremo alleanze con chi è contro l’Europa e contro la Nato. Le Pen ha idee e valori diversi dai nostri. Impossibile dialogare con questo gruppo». Ma più che a Salvini e Meloni, la sensazione è che Tajani parli all’elettorato moderato.

Prodi: “Contro le destre un’Internazionale progressista”. Bonaccini attacca Vannacci. “Faccia proposte forti”. A Bologna la presentazione del libro di Claudio Tito “Nazione Europa”. (Eleonora Capelli, Repubblica)

Firenze, centrosinistra avanti: tre punti sul centrodestra. Verso il ballottaggio e Funaro batterebbe Schmidt. Al primo turno Saccardi, candidata di Renzi, terza con l’11,5%. (Nando Pagnoncelli, Corriere della Sera)

Aponte e l’incontro riservato con il sindaco Bucci, i pm di Genova decidono di convocarli entrambi. Nessuno dei due è indagato ma i loro nomi compaiono più volte nelle carte sui grandi affari del porto. (Giuseppe Filetto, Marco Lignana, Repubblica)

L’inchiesta su Miccichè, ecco le intercettazioni. L’arroganza del potere: “Me la possono sucare”. La Guardia di finanza ha ricostruito l’utilizzo dell’auto blu per fini privati. I suoi collaboratori erano preoccupati e lo invitavano alla prudenza. (Salvo Palazzolo, Repubblica)

Decreto casa, intesa vicina per la sanatoria «light». Stop alla doppia conformità. Balneari, il Consiglio di Stato: «Illegittime le proroghe generalizzate». Venerdì il governo potrebbe affrontare il tema delle concessioni per gli stabilimenti. (Mario Sensini, Corriere della Sera)

Gentiloni smaschera Conte: «Non negoziò i soldi del Pnrr. A decidere fu un algoritmo». Il commissario Ue (in scadenza): «Altri Paesi hanno ottenuto di più». Poi corregge un po’ il tiro: «Il governo di allora diede un contributo». Ma i 5 stelle insorgono. «C’è un po’ di retorica italiana sul fatto che abbiamo conquistato un sacco di soldi. Non è vero. L’Italia è il settimo Paese in termini di rapporto tra soldi ricevuti e Pil. Ci sono altri che in termini relativi hanno portato a casa molto di più, dalla Spagna alla Croazia». Con una bordata rivolta a Giuseppe Conte, l’ex premier e attuale commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni è entrato a gamba tesa contemporaneamente nella campagna elettorale per le elezioni europee e – cosa più importante – nella corsa alla leadership del Pd, dove le voci degli scorsi mesi circa la sua volontà di scalare il Nazareno trovano oggi una conferma, anche se non esplicita. La frase è tratta da un libro-intervista di prossima uscita, anticipato dal Corriere della Sera, e non ha mancato di sollevare immediatamente delle dure reazioni da parte del M5s, che rivendica da sempre il ruolo che a suo avviso ha giocato Conte nell’ottenimento delle risorse per il nostro Paese dall’Europa per il Pnrr, ma non deve aver fatto troppo piacere nemmeno all’attuale segretaria del Pd Elly Schlein, alle prese con un difficile tentativo di alleanza coi pentastellati. (Mauro Bazzucchi, La Verità)

Gli altri temi del giorno

«In Italia debito troppo alto». Il Fmi attacca il Superbonus. Il Fondo: accelerare il risanamento. Crescita prevista ferma al +0,7% nel 2024. (Federico Fubini, Corriere della Sera)

Tasse, lavoro e consumi: ceto medio più vulnerabile. Rapporto Cida-Censis. Quasi il 50% teme il declassamento. Il 74,4% ritiene bloccato l’ascensore sociale. Il 75% è convinto di peggiorare. La parabola del ceto medio, vale a dire quegli italiani con fasce di reddito fino a 50mila euro e oltre, che sono poi quelli che trascinano in prevalenza consumi e investimenti, è la parabola vissuta dalla maggioranza delle famiglie italiane in più generazioni, passate da alti ritmi di crescita del Pil al suo rallentamento. I dati (si vedano tabelle in pagina) sono emblematici: il Pil italiano è cresciuto del +41,6% tra il 1970 e il 1980, del +25% nel decennio successivo, per poi proseguire nel lento declino, che segna solo un +17,9% negli anni Novanta, fino a crollare al +3,5% nel quadriennio 2019-2023. Del resto, numeri e sentiment da cambiare sono numerosi. Globalizzazione e cambiamenti tecnologici hanno infatti spostato l’asse della creazione di reddito verso economie emergenti, svuotando le strutture produttive dei Paesi più avanzati che hanno perso occupazione di qualità, in termini di retribuzione e tutele. Eloquente il dato sulle famiglie: in un ventennio, dal 2001 al 2021 il reddito pro-capite delle famiglie italiane è sceso del 7,7%, mentre la media europea saliva di quasi 10 punti percentuali, con le famiglie tedesche a +7,3% e quelle francesi a +9,9% (Andrea Carli e Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore)

Fisco, finisce l’era delle maximulte. Nel Consiglio dei ministri di venerdì, oltre al decreto salva-case, vedrà la luce anche il dlgs Sanzioni, una delle norme attuative della riforma fiscale portata avanti dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Il testo prevede sanzioni più leggere per le violazioni in materia di tasse. In sostanza, finisce l’era delle maxi-multe fino al 240% dell’importo non versato. Il testo prevede che al contribuente non venga chiesto non più del 120% dell’ammontare dovuto. Il dlgs, approvato preliminarmente il 21 febbraio e attualmente sottoposto ai pareri delle commissioni, è stato anticipato nei giorni scorsi dallo stesso Leo. Il nuovo regime dovrebbe partire a settembre, prevede sanzioni amministrative ridotte da un terzo a un quinto. (Gian Maria De Francesco, Il Giornale)

Taxi, oggi sciopero nazionale. Stop dalle 8 alle 22. I sindacati: “Protesta per proteggersi da schiavitù di algoritmi e multinazionali”. (Repubblica)

Balneari, il Consiglio di Stato torna a chiedere gare subito: “Da fare anche se la risorsa non fosse scarsa”. Nuovo intervento sulle spiagge: “Illegittime le proroghe generalizzate delle concessioni”. (Repubblica)

La ‘penalità della maternità’, in Italia più di 8 mamme su 10 colpite dal gender pay gap. Il divario retributivo di genere, secondo i dati di Fondazione Libellula, in Italia riguarda l’84% delle madri con figli al di sotto dei 3 anni ma a rimetterci sono tutte le donne visto che il 60% delle intervistate dichiara di avere una retribuzione inferiore rispetto al collega uomo. (Anna Laura Maffei, Repubblica)

Sequestro Unicredit, la reazione del governo. La ricerca di una risposta comune europea alla Russia. Tajani: servono risarcimenti. (Enrico Marro, Corriere della Sera)

Conto alla rovescia per il MontePaschi. A chi va la quota Mef. Il Tesoro ha il 26,7% . Corre il titolo della banca. A diciotto mesi dall’aumento di capitale il titolo è salito del 200%. (Daniela Polizzi e Andrea Rinaldi, Corriere della Sera)

Turismo, case e logistica. Coima punta a 12 miliardi. Il patrimonio gestito nel 2026. Catella: integrare le competenze. (Daniela Polizzi, Corriere della Sera)

“Subito a Kiev 50 miliardi dai beni russi”. Stretta di Biden sul G7, ma l’Ue teme Putin. Gli Usa: anticipare gli extraprofitti generati dagli asset congelati per finanziare Zelensky. Timori per le ritorsioni sulle aziende europee. (Tommaso Ciriaco, Repubblica)

La débâcle più devastante di Gazprom: crolla del 6% in Borsa perché non ha soldi per pagare dividendi. Miller in Iran per cercare nuovi alleati. La débâcle più devastante di Gazprom: crolla del 6% in Borsa perché non ha soldi per pagare dividendi. Miller in Iran per cercare nuovi alleati. Incapace di vendere gas, Gazprom è stata costretta a congelare i pozzi e in due anni ha perso un quarto della produzione, il cui volume l’anno scorso è diventato il più basso della sua storia. Vladimir Putin conta sulla Cina, offrendole, oltre al gasdotto Power of Siberia, la costruzione di un secondo gasdotto – Power of Siberia-2 con una capacità di 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla regione di Yamal, nella Russia settentrionale, alla Cina passando per la Mongolia. La sua capacità sarebbe quasi pari a quella del gasdotto NordStream 1, ora inattivo, che passa sotto il Mar Baltico e è stato danneggiato dalle esplosioni del 2022. (Jacopo Iacoboni, La Stampa)

Il ritorno dell’Arabia. Dal vittimismo alla scommessa su Neom, la città del futuro. Alcuni gruppi di potere danneggiati potrebbero coalizzarsi contro bin Salman. (Federico Rampini, Corriere della Sera)

«Ricorso fondato». Ora Assange potrà opporsi all’estradizione. Dai giudici inglesi una chance per l’attivista. (Marta Serafini, Corriere della Sera)

Terremoto, paura a Napoli «Dormiamo in strada». Sciame sismico ai Campi Flegrei, poi la scossa più forte da 40 anni. (Fulvio Bufi, Corriere della Sera)

Partorito di nascosto in crociera e lasciato solo in cabina per ore muore neonato, fermata la madre. È accusata di omicidio volontario: temeva forse di perdere il posto Il piccolo morto probabilmente di stenti. A Grosseto, la donna lavorava a bordo come addetta alle pulizie. (Andrea Vivaldi, Corriere della Sera)

Mina Abdelmalak: “Così spieghiamo al mondo arabo cos’è la Shoah”. Parla il direttore dello United States Holocaust Memorial Museum, che oggi interviene a Milano alla nona Conferenza internazionale sull’antisemitismo. (Zita Dazzi, Repubblica)

Il Corriere intervista Rosanna Marani: «lo, prima donna in Gazzetta ho fatto gol ai pregiudizi Per intervistare Herrera mi travestii da dottoressa».

Gli Anniversari

526, terremoto ad Antiochia: 250mila morti
1840, la Nuova Zelanda possedimento inglese
1892, in scena a Milano I Pagliacci di Leoncavallo
1904, a Parigi fondata la Fifa
1927, NY-Parigi in aereo: primato di Lindbergh
1932, prima donna a trasvolare l’Atlantico
1941, prima nave usa affondata da U-Boot tedeschi
1945, si sposa Humphrey Bogart
1956, gli Usa testano la bomba atomica dall’aereo
1966, a Muhammad Alì il titolo dei pasi massimi
1972, quindici martellate alla Pietà di Michelangelo
1973, sequestro di un bambino: la prima in Italia
1977, l’Eta rapisce l’ex sindaco di Bilbao
1981, reso pubblico l’elenco degli iscritti alla P2
1988, muore a Bologna Dino Grandi
1989, aperta la frontiera tra le due Germanie
1991, bomba: ucciso l’ex premier indiano Rajiv Gandhi
1994, muore ad Asti Giovanni Goria
1998: Indonesia: Suharto si dimette da presidente
2000, italiani alle urne per sette referendum
2002, i Carabinieri diventano Forza Armata
2003, terremoto in Algeria: 2mila morti
2006, il Montenegro vota la separazione dalla Serbia
2010, eruzioni in Islanda: 50 terremoti

Nati oggi

1471, Albrecht Durer
1921, Andrej Sakharov
1934, Beppe Recchia
1935, Mario Arcelli
1941, Vittorio Morace
1944, Carmen Villani
1952, Emilio Carelli
1957, Urbano Cairo
1964, Paola Saluzzi
1966, Simone Schettino
1968, Davide Tizzano
1985, Marco Carta

Si festeggiano San Vittorio e Santa Giulia

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