La nota del 21 marzo

“L’inverno era nella mia testa, ma un’eterna primavera è nel mio cuore” (Victor Hugo)

“Cinici e Bari”: il Manifesto non resiste alla battuta nel titolo del fatto del giorno, il tentativo di Piantedosi e della maggioranza di governo di commissariare (primo passo l’istituzione di una “commissione di accesso agli atti”) il capoluogo pugliese per infiltrazione mafiosa. Ci sono stati 130 arresti che ieri erano passati molto in sordina e due consiglieri comunali sotto accusa per voto di scambio alle elezioni amministrative del 2019 in una delle città più importanti del Sud, roccaforte della sinistra, apparentemente governata bene dal sindaco De Caro, che è anche presidente dei Comuni italiani, dove fra tre mesi si vota e dove la destra non ha ancora idea di chi candidare. Piantedosi ricorda che non è automatico che si vada al commissariamento e che in passato procedure simili hanno riguardato anche comuni come Roma o Foggia, ma ce n’è abbastanza per fare rumore, in generale e soprattutto da parte dell’opposizione, sia quella politica sia quella giornalistica: infatti il Pd insorge e Repubblica titola “Colpo di mano”, mentre i giornali di destra attaccano (“La Bari dem in odore di mafia”, scrive La Verità. “Il caso Bari spaventa la sinistra” è il titolo di apertura del Giornale mentre Libero va su “Deliri di impotenza a sinistra”).

Corriere e Messaggero evitano di dare grande risalto all’argomento in prima pagina (il primo resta sulle “scintille” alla Camera nel dibattito sugli aiuti all’Ucraina e il secondo va sulle liquidazioni agli statali che sono in ritardo) ma che non si tratti di una buona scelta lo si vede dalla reazione del sindaco De Caro che in lacrime (cosa rara per un politico di lungo corso quale lui è) difende il suo operato, ammette che in città ci sono “14 cosche” ma dice che lui non si è mai piegato e per dimostrarlo fa sapere di voler anche rinunciare alla scorta. De Caro sarà il capolista dem alle Europee e la vicenda condizionerà pesantemente la politica in Puglia nei prossimi mesi, regione dove paradossalmente la destra ha un’antica tradizione (nonostante Bari fosse la città di un leader Dc come Aldo Moro) ma dove la sinistra aveva intanto messo radici importanti prima con Vendola e poi con Emiliano e dove De Caro ha governato la città per due mandati, senza particolari problemi. Minzolini nel fondo del Giornale scrive: “garantisti sempre, martiri è troppo” a proposito delle accuse e della reazione di De Caro.

La Stampa giustamente si occupa dell’Università di Torino dove soltanto una docente, Susanna Terracini, si oppone alla chiusura dei rapporti con le università di Israele, una decisione grave del senato accademico sotto la pressione degli studenti pro Gaza, una decisione che nega il dialogo scientifico e la libertà di ricerca in un accordo che non prevedeva alcuna implicazione bellica. E’ poi paradossale che si saldino le proteste contro gli abusi sulle donne e a favore di Gaza quando gli orrori dell’assalto terroristico ad Israele da parte dei terroristi di Hamas il 7 di ottobre ebbe a colpire in modo barbaro soprattutto le donne. Intanto Valditara fa sapere di essere contrario alla chiusura delle scuole per il Ramadan.

Alla Camera va in onda il secondo tempo del dibattito sulla linea da tenere in Europa su Russia e Ucraina e davvero lo spettacolo offerto è purtroppo di scarso livello sia nella maggioranza sia nell’opposizione: Salvini si siede accanto a Meloni ma solo per 12 minuti, poi se ne va, mentre Conte difende la sua pochette dall’elmetto di Meloni e la accusa di essere guerrafondaia: un intervento scomposto che serve solo a mettere in imbarazzo il Pd scavalcato a sinistra in nome di un pacifismo d’occasione. Ma non è un caso che il Fatto stamattina è l’unico quotidiano ad enfatizzare in prima pagina che il Papa è stato invitato in Russia a giugno, evidentemente a causa delle sue posizioni favorevoli alla resa dell’Ucraina: certo, se la diplomazia vaticana riuscisse davvero a lavorare per il cessate il fuoco sarebbe una buona notizia, se invece i combattimenti continuano difficilmente Bergoglio potrà fare da testimonial di Putin a Mosca, mentre l’Europa davanti all’incubo guerra dice che bisogna preparare i cittadini (titolo preoccupato e inquietante del Messaggero).

Il Sole cerca involontariamente di abbassare la tensione generale quando titola sulle donazioni tra genitori e figli che diventano tax free. E poi fa sapere che la partenza dell’industria nel 2024 è stata più che lenta, meno 3,4 per cento della produzione, con punte del meno 25 per cento nelle piastrelle. Si salva solo l’alimentare, che cresce comunque solo dello 0,6 per cento.

Stamattina Garrone e Orsini presentano il loro programma al Consiglio generale di Confindustria: da una parte il candidato dell’establishment che ha governato Confindustria nell’ultimo ventennio con il progressivo scivolamento dell’associazione verso l’irrilevanza, dall’altra il capofila della nuova classe dirigente dei territori che vuole scrollarsi di dosso la tutela dei “professionisti di Confindustria” e rendere la rappresentanza delle imprese più forte in Europa e nel mondo, e di conseguenza in Italia. Si vota il 4 di aprile.

Repubblica intervista Walter Lavitola, l’autore della conferma che la famigerata casa di Montecarlo era stata effettivamente venduta al cognato di Gianfranco Fini, allora leader di An. Ora si dice convinto che l’ex presidente della Camera fosse all’oscuro delle macchinazioni della famiglia Tulliani.

Sempre Repubblica e Stampa danno grande spazio alle proteste ai due giorni di sciopero che i giornalisti dell’Agi hanno dichiarato contro l’arrivo di Angelucci, il quale sarebbe pronto a pagare addirittura 40 milioni di euro per accaparrarsi l’agenzia, cifra comunque eccessiva. In realtà i giornalisti dei giornali Gedi temono che Elkann possa cedere alle offerte dello stesso Angelucci per Repubblica e mettono le mani avanti sostenendo la protesta dei colleghi dell’Agi.

Giusi Bartolozzi ha completato la scalata al ministero della Giustizia,è il nuovo capo di gabinetto di Nordio. Lo scrive Domani.

Unipol indica ufficialmente l’ex UniCredit Papa per il vertice di Bper.

Gucci spaventa la moda, dice a La Stampa che la Cina non compra più.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Bari, ipotesi scioglimento per mafia. È scontro sui controlli del Viminale. Decaro: io contro i clan. Il centrodestra: atto dovuto. Il Pd: Meloni in Aula. Ispettori in Prefettura. (Fabrizio Caccia, Corriere della Sera)

Bari, Piantedosi sotto accusa. “Scioglimento scelta politica”. Il ministro nella bufera per la nomina della commissione che valuterà le infiltrazioni mafiose dopo l’arresto di 130 persone e due consigliere comunali. Il Pd: “Obbedisce agli ordini della destra”. Decaro in lacrime: “Pronto a rinunciare alla scorta”. (Davide Carlucci, Repubblica)

«Reazione esagerata». La sorpresa di Piantedosi dopo l’incontro a Roma. Martedì la telefonata per concordare l’annuncio. Una funzionaria comunale versò soldi a un indagato per farsi restituire un’auto. (Rinaldo Frignani, Corriere della Sera)

Carmelo Lopapa su Repubblica: Il caso Bari, entrata a gamba tesa. La procedura avviata dal ministro Piantedosi a pochi mesi dalle elezioni comunali ha il sapore acre della vendetta politica.

Il caso giudiziario che dà il gong alla corsa elettorale. Come ogni campagna elettorale, non manca il colpo di scena giudiziario. E ieri è stato servito. Naturalmente seguiremo gli sviluppi della procedura di commissariamento per mafia del comune di Bari ma, per il momento, si nota solo il ritorno di un copione. Cambia solo l’obiettivo: talvolta colpisce la destra talvolta la sinistra. Ed è inevitabile che pure l’acqua trasparente che dovrebbe accompagnare le indagini e i processi venga intorbidita dalle accuse di uso politico, di colpi bassi, di sgambetti giudiziari. Questa volta nel mirino c’è il sindaco del Pd Decaro, che si difende e rimbalza le accuse sulla destra, e dall’altra parte c’è la maggioranza garantista che sta portando avanti una riforma della giustizia in questo senso. Però ci sono le elezioni e tutto si piega alla logica delle urne. Pure il garantismo.(Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore)

Nelle intercettazioni spunta Emiliano. «Per un voto pagati fra 50 e 70 euro». Tommaso Lovreglio, nipote di un boss, fra i 130 indagati dell’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose a Bari, al telefono con la zia parlava del costo della compravendita di preferenze. Citati più volte sindaco e governatore pugliese. (Fabio Amendolara, La Verità)

Meloni, scontro con Pd e M5S «Ragazzi, vi vedo nervosi». L’abbraccio con Salvini: su Kiev contano i voti. Schlein attacca. E Conte: lei ci porta alla terza guerra mondiale. Dai renziani il grido ironico «Bacio, bacio» ma prima che parli la premier il suo vice esce. (Adriana Logroscino e Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Una riconciliazione breve e plateale. Poi le nuove tensioni e il gelo di Tajani. La Lega frena la cybersicurezza voluta da Palazzo Chigi. L’idea dentro FdI: il vicepremier si agita ma non può che restare aggrappato al governo. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

Tra Meloni e Salvini la pace forzata su Putin e Ucraina. Meno di dieci minuti in Aula. Si direbbe quasi una visita di cortesia, quella di Matteo Salvini, se la visita non fosse alla Camera dei deputati. Tutti si chiedevano dove fosse, ma quando il segretario della Lega fa il suo ingresso con mezz’ora di ritardo, in giacca e camicia blu notte, sembra che il suo unico obiettivo sia quello di sedersi ai banchi del governo per il tempo di un abbraccio con Giorgia Meloni sotto i flash dei fotografi. Non un secondo di più. Una scena che agli occhi delle opposizioni assume i contorni della farsa: «Bacio! Bacio!» li incita il deputato di Italia viva Davide Faraone. Al suo fianco, il deputato Mauro Del Barba interrompe persino l’intervento per chiedere maliziosamente di «non eccedere in effusioni proprio in Aula». Tutto sotto il tappeto. Anche Meloni, intervenendo in replica in Aula, alza un muro in difesa dell’alleato leghista: «Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all’Ucraina. In entrambi i casi – sottolinea -, contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara». (Federico Capurso, La Stampa)

Così Meloni, irritata dalle posizioni assunte da Salvini sulla rielezione di Putin e dalla sua assenza in Senato lunedì (ma ieri alla Camera il leader leghista è riapparso sul banco del governo), che sottolineavano le divisioni nel centrodestra, ha preferito prendersela con quelle di Pd e 5 stelle: l’assoluta contrarietà di Conte agli aiuti in armi a Kiev, le ambiguità su Putin (assolutamente simmetriche a quelle di Salvini), le difficoltà del Pd per star dietro all’alleato del “campo largo”. Rispetto alle quali ha minimizzato le libere uscite del Capitano, che comunque, ha ricordato, alla fine nelle votazioni non ha mai preso le distanze dalla linea di politica estera illustrata dalla premier alle Camere, mentre le opposizioni si presentavano allo stesso dibattito con atteggiamenti differenziati e cinque diverse mozioni.(Marcello Sorgi, La Stampa)

La Lega ora raduna i sovranisti per «limitare» la premier in Europa. Le mosse contro l’asse tra FdI e von der Leyen: catastrofico restare fuori con loro ai vertici. Sabato l’iniziativa. Oggi il consiglio federale per i congressi, ma saranno dopo le Europee. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

«Noi e il Carroccio divisi sulla Russia? La maggioranza non è una caserma». Foti: siamo coesi, l’opposizione invece salta in aria. Le sinistre si perdono su chi si alza e chi si siede. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Matteo alle corde, Lega convocata d’urgenza. Un consiglio federale “straordinario” della Lega a Roma. Ordine del giorno: nuove adesioni, manifestazione di Identità e democrazia, elezioni amministrative ed Europee. Il segretario e vicepremier Matteo Salvini ha deciso di convocarlo per le 19 di oggi, annunciandolo con poco più di 24 ore di preavviso e lasciando sorpresi un po’ tutti. Sia perché le riunioni dello stato maggiore leghista di solito si svolgono al lunedì o al venerdì (di preferenza nel quartier generale milanese di via Bellerio), e non di giovedì a Camere aperte, sia perché molti leggono questa mossa come l’estremo tentativo di serrare i ranghi e di evitare che il raduno sovranista di sabato a Roma si trasformi in un flop. Salvini arriva da settimane complicate: i risultati deludenti in Sardegna e Abruzzo, la rivolta “venetista” per il mancato terzo mandato a Luca Zaia, ma pure il dissenso interno sulla linea politica (a cominciare dalle affermazioni dello stesso Salvini sul voto russo) e sulla eventuale candidatura del generale Roberto Vannacci.(Francesco Moscatelli, La Stampa)

Schlein attacca von der Leyen «Doloroso vederla con Meloni». La leader pd a Bruxelles: il Ppe a destra mi preoccupa. Poi le accuse sull’Egitto. Sull’invio di armi Meloni dice fake news: il Pd non ha mai fatto mancare il suo supporto all’Ucraina; ma serve uno sforzo diplomatico per la pace. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Il premierato che ci trasforma in un’autocrazia illiberale. La riforma costituzionale voluta dal governo Meloni ha la scorza ma non la sostanza della democrazia. Ogni elezione diretta è uno scontro a due: così il menu per gli elettori è assai povero. (Gustavo Zagrebelsky, Repubblica)

Massimo Franco sul Corriere: Tregua precaria nel governo sul conflitto in Ucraina. L’abbraccio tra Meloni e Salvini contraddetto dal vicesegretario leghista. La convergenza con il M5S contro Europa e Nato.

Il rifiuto di Speranza per la sfida lucana. Delude i partiti e accontenta i no vax. L’ex ministro e la scelta sulla «sua» Basilicata. Il ruolo di primo piano durante la pandemia e «il prezzo altissimo per me e la mia famiglia». (Roberto Gressi, Corriere della Sera)

«Dal Pd mancate risposte e forzature. Impossibile presentarsi insieme». Appendino e lo strappo sul Piemonte: il campo largo? Ogni territorio fa storia a sé. La politica non è questione di beghe personali, le divergenze sono politiche; dai diritti all’ambiente il suo Pd è appiattito sulla destra. Il governo di Cirio: Fa gli stessi danni che Meloni fa a Roma: privatizza la sanità, ideologizza i diritti civili, nega la transizione ecologica. (Emanuele Buzzi, Corriere della Sera)

«Stop alla ricerca con Israele». Sale la tensione nelle università. Torino blocca un bando, gli studenti di Pisa: «Basta collaborazioni». Scontri a Bologna. Le parole di Meloni «Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi». (Alfio Sciacca, Corriere della Sera)

Maurizio Ferrera sul Corriere: I giovani talenti per l’Italia. Dal partenariato strategico con l’Egitto una svolta per facilitare l’ingresso regolare in Europa di stranieri qualificati.

Carlo Bonini su Repubblica: La casa di Montecarlo e quelle notizie avvelenate. Il format berlusconiano è oggi riproposto dalla destra al potere con la stessa spregiudicatezza, ma, se possibile, persino con maggiore violenza. E per mano della stessa compagnia di giro di allora.

Powell: inflazione ancora alta. Lagarde: taglio dei tassi a giugno. Anche la Fed accelera. Non è ancora il momento di alleggerire la presa. Il percorso di rientro dell’inflazione si sta rivelando più accidentato del previsto e le banche centrali, ieri, su entrambe le sponde dell’Atlantico hanno comunicato la loro intenzione di lasciare invariati per il momento i tassi. «Anche se l’inflazione è rallentata, rimane incertezza sulla sua persistenza», ha confermato Christine Lagarde. (Andrea Rinaldi, Corriere della Sera)

Pnrr, lite governo-Corte dei conti. Meloni e Fitto: sanità, nessun taglio. Il presidente Carlino difende il ruolo costituzionale della magistratura contabile. Previste risorse per 2,2 miliardi da utilizzare per le strutture degli ospedali. (Mario Sensini, Corriere della Sera)

«Poste, digitale e logistica. I ricavi a 13,5 miliardi» «Una super app per i pagamenti digitali. Dal 2026 dividendo a 1 euro». Nuove attività per 700 milioni nel settore pacchi, lo sviluppo del progetto Polis. I risultati? Siamo riusciti negli anni a fare meglio di quanto prefissato. (Andrea Ducci, Corriere della Sera)

Ita-Lufthansa, no dell’Ue su 39 rotte. E i tedeschi scrivono a Draghi e Letta. La memoria per gli ex premier denuncia la forza dei vettori di Cina e Usa proprio mentre Bruxelles frena sull’alleanza italo-tedesca. E il Tesoro studia un piano B. (Aldo Fontanarosa, Repubblica)

Effetto Revuelto, Lamborghini oltre quota 10 mila macchine. Balzo del 17,8% del risultato. Per il veicolo ibrido già coperti due anni di produzione. (Bianca Carretto, Corriere della Sera)

Agi ad Angelucci, affare da 30 milioni. Pd e 5S: “Fermare conflitto d’interessi”. Giornalisti proclamano due giorni di sciopero. Annunciate interrogazioni sulla cessione dell’agenzia di stampa dell’Eni al gruppo del deputato leghista e ras delle cliniche nel Lazio. Interviene Fnsi. (Antonio Fraschilla, Repubblica)

Francia, nuova maxi-multa a Google in difesa del copyright dei giornali. Sanzione di 250 milioni di euro da parte dell’Antitrust per violazione del diritto d’autore. Sotto accusa l’uso di migliaia di articoli fatto per addestrare il chatbot del gruppo americano, Gemini. (Anais Ginori, Repubblica)

Gli altri temi del giorno

 Francesco è stato invitato a Mosca. Il Papa: “Ogni sforzo per trattare”. Quello che è certo, per ora, si apprende da fonti della Santa Sede, è che papa Francesco non ha accettato nessun invito. Non si può escludere che in base all’evoluzione degli eventi, se servisse ad aprire reali spiragli di pace tra Russia e Ucraina, il papa possa prendere in considerazione eventuali visite a Mosca. Di certo Bergoglio compirà “tutti gli sforzi per trattare”: le parole che ancora una volta ha voluto pronunciare in un’occasione pubblica, nell’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro, sono l’ennesimo monito alla comunità internazionale: “Dobbiamo fare tutti gli sforzi per trattare, per negoziare, per finire la guerra”. L’invito a papa Francesco sarebbe stato avanzato per il prossimo giugno, come riportava ieri anche l’agenzia di stampa russa Tass: “Il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov ha rifiutato di commentare le notizie di alcuni media europei secondo cui papa Francesco sarebbe stato invitato a Mosca a giugno”. Il Cremlino, quindi, non smentisce. (Giampiero Calapà, Il Fatto Quotidiano)

Kharkiv, missile in pieno giorno: 5 morti. Il presidente ucraino: ci servono difese aeree. La visita di Sullivan. E il premier indiano Modi prova la mediazione. Nelle zone occupate c’è un diffuso clima di paura, pianificato dalle autorità russe. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)

Il consigliere di Zelensky: «Italia contraria a inviare i suoi soldati a Kiev? Da voi molti lo vogliono». Oleksiy Danilov: «Trump fu il primo a darci le armi». Sono state rinviate le elezioni perché in un Paese democratico non si vota mentre c’è la guerra. (Corriere della Sera)

Europa summit di guerra. La questione del rafforzamento della sicurezza e della Difesa a livello europeo sarà uno dei temi forti di questo vertice dedicato principalmente alla politica estera, accanto al sostegno militare all’Ucraina e alla necessità di trovare un minimo comun denominatore sulla situazione in Medio Oriente, tra l’appello per «una pausa umanitaria immediata», le preoccupazioni per il rischio carestia a Gaza e la questione dei fondi all’Unrwa. Fonti diplomatiche non si aspettano una vera e propria discussione sulla «provocazione» di Macron in merito all’invio dei soldati in Ucraina, mentre in agenda ci saranno sicuramente le misure per rispondere alle proteste del settore agricolo e la questione allargamento, con l’Italia che preme per aprire i negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina.

L’idea di predisporre un piano europeo per rispondere a un eventuale «crisi», da un punto di vista militare ma anche della protezione civile, è stata avanzata dalla Finlandia.(Marco Bresolin, La Stampa)

Sul tavolo dei 27 il nodo dei finanziamenti alla difesa Ue.Nel frattempo, pur di sostenere il riarmo dell’Ucraina, la Commissione ha presentato ufficialmente l’attesa proposta con cui usare i profitti generati dagli attivi russi congelati allo scoppio della guerra. Il negoziato tra i Paesi si conferma ostico, tanto più che Mosca preannuncia azioni giudiziarie. Parte del denaro andrebbe utilizzato anche per rafforzare la capacità produttiva dell’industria europea della difesa. «È un passaggio notevole. Ormai si parla del settore come di un tutt’uno», osservava ieri un altro diplomatico. C’è il desiderio nel frattempo di espandere ulteriormente il mandato della Banca europea per gli investimenti nel settore della difesa. Più in generale, le conclusioni del vertice dovrebbero sottolineare che il sostegno europeo a Kiev continuerà «con l’intensità necessaria».(Beda Romano, Il Sole 24 Ore)

E il boss chiamò dal carcere: «Macron, Marsiglia è nostra». Un capoclan telefona in radio e sfida il presidente dopo la sua visita nel Sud. In città il controllo delle piazze di spaccio è conteso tra due bande, la DZ Mafia e la Yoda. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera)

Kate, spunta una «spia»: qualcuno voleva accedere alla sua cartella clinica. L’ospedale avvia un’inchiesta. Tre gli indagati.

«Non ci sarà tolleranza verso chi ha violato il codice: chi ha sbagliato sarà licenziato». (Paola De Carolis, Corriere della Sera)

Le sneaker anti-caduta di Biden sono un caso: svelato il segreto dell’equilibrio del presidente. Soprannominate “Air Joe”, le calzature viste ai piedi del presidente sono a prova di stabilità e stanno facendo parlare la stampa americana. (Massimo Basile, Repubblica)

La scuola chiusa per il Ramadan «Quella delibera è irregolare». pioltello, il verdetto dell’ufficio regionale. Scontro tra Valditara e il preside sui risultati degli alunni. (Giovanna Maria Fagnani, Corriere della Sera)

Chiara Valerio su Repubblica:Treni italiani e check-in kafkiano. Se nella giungla ogni mattina una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone, in Italia, ogni mattina, un pendolare del servizio ferroviario regionale non dotato di abbonamento si sveglia e sa che dovrà fare il check-in perché il suo biglietto digitale non è proprio un biglietto, è un promemoria di biglietto, non un “pagherò” ma un “ho pagato”. Se dimentica di fare il check-in, potrà incorrere in sanzioni e dovrà pagare di nuovo.

«Siffredi mi ha molestata». Giornalista denuncia l’attore. La donna: messaggi volgari dopo l’intervista. Lui: ho le chat, non è così. (Fulvio Fiano, Corriere della Sera)

Repubblica intervista il cantante e regista Federico Zampaglione: “Con mia moglie Giglia e Claudia Gerini una bellissima famiglia allargata. Sono il mio porto sicuro contro i fuffa-guru. A mia figlia dico che il successo non ha odore. Tiromancino? Forse…”

Il Corriere intervista Franco Grillini il fondatore di Arcigay: «Con il tumore ho perso 50 chili Sono fragile, invalido ma vivo Il mio ex aveva 33 anni in meno, i suoi giurarono di uccidermi».

Assalto col machete: arrestato un nobile. La disinvoltura non manca di certo a Pietro Costanzia di Costigliole, un nobile nato a Milano ma sempre vissuto a Torino, che così ha apostrofato gli agenti che hanno bussato al suo albergo del capoluogo piemontese, nel quale si era registrato coi documenti di un’altra persona. Sarebbe stato lui, che sembra non avere una residenza fissa, ad aggredire a colpi di machete il suo coetaneo ventitreenne domenica in una strada di Mirafiori Nord, a Torino, a cui ieri è stata amputata la gamba sinistra dopo numerosi e vani interventi chirurgici volti a salvargliela. La vittima si trova ricoverata al Cto di Torino in condizioni molto gravi. I medici non si sbilanciano sulle sue possibilità di salvarsi. (Andrea Cuomo, Il Giornale)

Gli Anniversari

1413, Enrico V sovrano d’Inghilterra
1556, al rogo l’Arcivescovo di Canterbury: eretico
1788, New Orleans devastata da un incendio
1800, incoronazione di papa Pio VII
1804, entra in vigore in Francia il Codice Napoleonico
1933, Dachau: pronto il primo campo di concentramento
1935, la Persia rinominata Iran
1945, gli Alleati cominciano a bombardare la Germania
1956, premio Oscar: Anna Magnani prima attrice italiana
1960, Apartheid: 69 morti e 180 feriti di colore
1961, i Beatles debuttano al Cavern Club di Liverpool
1963, chiuso il penitenziario di Alcatraz
1973, due caccia libici attaccano un Hercules Usa
1975, Etiopia: i militari aboliscono la monarchia
1978, approvate in Italia misure antiterroristiche
1980, boicottaggio Usa delle Olimpiadi di Mosca
1989, Marcinkus sollevato dalla guida dello Ior
1990, la Namibia indipendente
1991, capital gain: approvata in Italia la legge
1995, gas nervino a Tokyo: nel mirino setta religiosa
1999, prima circumnavigazione della terra in mongolfiera
2010, passa la riforma sanitaria di Obama
2010, basket: dopo 41 vittorie perde il Siena
2012, muore a sant’Arcangelo di Romagna Tonino Guerra
2013, muore a Roma Pietro Mennea

Nati oggi 

1226, Carlo I d’Angiò
1920, Mario Cecchi Gori
1924, Emanuele Macaluso
1931, Alda Merini
1932, Gianfranco Funari
1936, Betty Curtis
1938, Luigi Tenco
1943, Luigi Agnolin
1944, Massimo Villone
1947, Maria Elena Stasi
1948, Tullio Solenghi
1949, Marianna Li Calzi
1952, Gianni Barbacetto
1953, Giacinto Russo
1956, Augusto Grandi
1960, Ayrton Senna
1961, Raffaele Jerusalmi
1966, Mario Orfeo
1978, Alena Seredova
1980, Ronaldinho
1989, Francesco Cicchella

Si festeggiano San Benedetto e San Giustiniano

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