La nota del 22 maggio

“Per sempre è fatto di tanti adesso” (Emily Dickinson)

Alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, prima di Internet, il nome “redditometro” fu oggetto di una disputa tra le agenzie Ansa e Adnkronos per contendersi il merito di aver inventato un termine che spiegava bene i contenuti di un provvedimento fiscale del governo per sorvegliare le spese dei contribuenti. Oltre venticinque anni dopo il varo, e alcuni anni dopo l’abolizione da parte del governo Conte, viceministro Leo lo rispolvera a sorpresa, pare che nè Giorgetti nè Meloni ne sapessero nella e non è una buona mossa per il governo in campagna elettorale, anche perchè è l’apertura di quasi tutti i giornali, eccezion fatta (appunto) per quelli di destra. Il viceministro riferirà venerdì in Cdm e intanto dice che quel decreto, che è in Gazzetta Ufficiale, si doveva fare perchè nel 2018 erano stati sospesi i criteri per l’uso del redditometro, che tuttavia non era stato abrogato, c’era un vuoto normativo che creava di fatto “un meccanismo permanente e senza alcuna limitazione”, mentre ora vengono messi dei paletti che danno più garanzie ai contribuenti. Mah.

Repubblica come al solito picchia su Toti, il quale ora è accusato di “fondi neri” per aver trasferito dal conto del suo comitato elettorale ad un suo conto personale tre bonifici per complessivi 55 mila euro ricevuto dal solito Spinelli. Anche questo conto, tuttavia, veniva “abitualmente” usato per i movimenti elettorali, ma i pm vogliono sapere a chi andavano i soldi. Intanto sembra che i lavori della diga di Genova possano proseguire. Il presidente della Liguria viene interrogato domani. Intanto sembra che i lavori della diga di Genova possano proseguire.

Arriva anche la corruzione sulle Olimpiadi Milano-Cortina: indagati l’ex amministratore Novari e un dipendente per aver ricevuto soldi e utilità (tra cui una Smart in uso) dall’azienda che aveva vinto l’appalto per la digitalizzazione.

Il Foglio scrive che i rapporti tra Mattarella e Meloni sono molto buoni e vengono mantenuti tali anche attraverso pranzi periodici.

Il generale Mori, già capo del Ros, a lungo indagato e poi assolto per altre vicende, viene di nuovo messo sotto accusa, questa volta dai pm di Firenze, perchè avrebbe saputo dei progetti della mafia di mettere le bombe nel 93 e per nove mesi non avrebbe fatto nulla. Il governo “entra a gamba tesa”, titolo del Fatto, e lo copre: il sottosegretario Mantovano lo riceve a palazzo Chigi. Mori, anziano, dice che morirà senza potersi difendere.

Conte si fa intervistare da Sole e Corriere per rispondere a Gentiloni sull’algoritmo che avrebbe deciso la ripartizione del Pnrr tra i paesi europei, mentre sul Fatto ci pensa Patuanelli. Lui dice che l’algoritmo intervenne solo alla fine per ratificare in qualche modo le decisioni politiche.

Irritazione Usa per le foto di Meloni con Chico Forti, loro avevano raccomandato sobrietà.

Le Pen si dissocia dall’ultradestra tedesca e rende più digeribile l’alleanza con Meloni e Salvini.

Schillaci va all’Academy di Rcs e dice che nella sanità ci vuole meno burocrazia per non far scappare i medici all’estero.

Crosetto ha un malore durante una riunione e viene portato in ambulanza in ospedale. Sta meglio.

Stefano Folli su Repubblica ritiene che il peso elettorale del Pd possa assestarsi al 20 per cento è quello dei grillini al 15, cosa che spunterebbe le velleità di leadership di Conte. Alcuni sondaggi collocano il Pd al 21 per cento e Luca Bottura ironizza su La Stampa: “se stanno zitti rischiano di crescere ancora”.

Generali presenta la trimestrale con risultati non proprio brillantissimi e arretra in borsa. Cattaneo si taglia i bonus, tra cui la liquidazione in caso di avvicendamento al vertice di Enel.

La Nasa sceglie i satelliti di Torino, costruiti dall’Argotec di David Avino: la selezione è durata un anno e la commessa che riguarda altre tre aziende vale 6 miliardi di dollari.

Fiorani, già amministratore delegato della Popolare di Lodi e amico del governatore di Bankitalia Fazio oltre vent’anni fa, rientra nelle cronache per una probabile truffa: si è sostituito ai figli di un imprenditore scomparso, Volpi.

Iran, Khamenei potrebbe scegliere il figlio come successore di Raisi dando il via alla “monarchia teocratica”. Israele, la Corte dell’Aja avvicina Biden a Netanyhau, pressioni sull’Arabia per la pace prima delle elezioni americane.

L’attore francese Gerard Depardieu aggredisce il fotografo del Messaggero, Rino Barillari, a via Veneto: sprazzi tardivi e malinconici di Dolce Vita.

Stasera la finale di Europa League tra Atalanta e Bayer Leverkusen. Sinner raggiunge Parigi per il Roland Garros.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Tasse, torna il redditometro. Ma la maggioranza si divide. Gli alleati contro FdI. La sospensione dei criteri dal 2018. Fiducia sul Superbonus. Venerdì è prevista una relazione sul caso al Consiglio dei ministri.

«È un atto dovuto. Il nuovo strumento andrà incontro ai contribuenti onesti». Il viceministro Leo: così si prende chi ha truffato sul 110%. (Mario Sensini, Corriere della Sera)

Torna il redditometro. Per scovare gli evasori, il Fisco potrà mettere sotto la lente le spese dei contribuenti e scoprire così se hanno pagato correttamente le tasse. La novità è scattata con il decreto ministeriale del 7 maggio, pubblicato lunedì scorso in Gazzetta Ufficiale a firma del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, ed è subito montata la polemica. Nel caso in cui le spese riscontrate dall’Agenzia delle entrate superino del 20% il reddito dichiarato dal contribuente, scatterà in automatico l’accertamento del Fisco ma prima dell’avvio è previsto un contraddittorio per chiarire le eventuali incongruenze. Questo strumento era stato messo a punto nel 2015 cl governo Renzi, ma era stato sospeso nel 2018 quando il governo Conte 1 aveva stabilito che serviva un nuovo decreto con dei paletti, per limitare al minimo le intrusioni nella vita dei cittadini. (Sandra Riccio, La Stampa)

Maggioranza divisa: Lega e Forza Italia all’attacco del decreto. Dopo lo scontro sul Superbonus e in attesa del via libera alla mini sanatoria edilizia più volte rinviata, nella maggioranza scoppia il caso «redditometro». Nel tritacarne stavolta ci finisce il viceministro dell’Economia di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo, che con un decreto (già pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale») ha dato il via libera ai nuovi parametri per l’applicazione dell’«accertamento sintetico». Una decisione che arriva a poche settimane dal voto, con i partiti della maggioranza che si contendono il consenso degli elettori del centrodestra piantando bandierine e slogan (vedi l’ultima sul ritorno alla leva proposto dalla Lega e contestato dagli alleati). Ma Leo evidentemente non ha messo nel conto il can can innescato dal suo decreto. E quando la notizia comincia a occupare le homepage dei siti è troppo tardi. Lega e Forza Italia partono lancia in resta. Giorgia Meloni che non ne sapeva nulla prova a correggere il tiro attraverso canali di Palazzo Chigi, anticipando che venerdì in Consiglio dei ministri Leo terrà una relazione in merito al contenuto del decreto sui «limiti al potere discrezionale dell’Amministrazione finanziaria di attuare l’accertamento sintetico». (Barbara Fiammeri, Il Sole 24 Ore)

Il fisco entra nella campagna per il voto. Lega e FI attaccano: autogol. FdI: sciacallaggio elettorale. L’imbarazzo di Palazzo Chigi e del Mef: necessario chiarire il provvedimento. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Il responsabile, fin dal primo momento, è stato individuato nel viceministro dell’Economia, e padre della riforma fiscale, Maurizio Leo, che senza avvertire nessuno, neppure il suo ministro (Giorgetti), ha licenziato il 7 maggio il decreto ministeriale incriminato e pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. Il bello è che il testo di Leo mirava a obiettivi opposti a quelli per cui è stato attaccato: ridurre il potere in base al quale lo Stato può controllare il rapporto tra redditi e spese effettive. L’esempio che viene fatto in questi casi è quello del quasi-nullafacente inspiegabilmente proprietario di due barche e una casa in montagna. Ed è la ragione per cui il governo gialloverde di Conte e Salvini aveva abolito il redditometro che Leo ha reintrodotto. (Marcello Sorgi, La Stampa)

«Via i tedeschi dal gruppo europeo». Le Pen (e Salvini) rompono con AfD. L’affondo di francesi e italiani dopo le frasi del capolista Maximilian Krah sulle «SS». (Stefano Montefiori, Corriere della Sera) Dopo l’intervista di Krah a Repubblica, Le Pen e Salvini rompono con Afd: “Mai più insieme al Parlamento europeo”. Lo spitzenkandidat aveva dichiarato al nostro giornale: “Non dirò mai che chi aveva un’uniforme delle SS era automaticamente un criminale”. (Anais Ginori e Tonia Mastrobuoni, Repubblica)

Europee, l’azzurro tranquillo e Capitan Fracassa: la sfida Tajani- Salvini. Dai diritti civili alla naja, lo scontro aperto dei due leader della maggioranza. Acceso dai sondaggi che ora indicano un testa a testa fra Fi e Lega. (Emanuele Lauria, Repubblica)

Irritazione Usa per la foto di Meloni con Chico Forti. “Sconti la sua pena”. Caso diplomatico per la gestione italiana del rientro del detenuto Il Dipartimento di Stato aveva chiesto sobrietà. A rischio i dossier simili. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)

Marco Strano: “Chico Forti è colpevole, vi spiego perché”. Perché è colpevole? Forti va a prendere la vittima all’aeroporto, Dale Pike doveva essere ospitato a casa sua, gli aveva comprato anche il biglietto dell’aereo, ma non ci arriverà. Forti dice che lungo la strada, l’australiano deve comprare le sigarette, si ferma in un’area di servizio che è in tutt’altra direzione rispetto alla sua abitazione, Pike scende e gli dice “ho cambiato idea, accompagnami al Rusty Pelican”, il ristorante vicino alla spiaggia di Key Biscayne in cui sarà trovato ucciso con due colpi calibro 22 alla nuca. Dice che Pike ha fatto una telefonata, ma non ce n’è traccia. Mente. (Alessandro Mantovani, Il Fatto Quotidiano)

Toti e i 55 mila euro dal conto del comitato a quello personale. Il passaggio collegato dai pm ai soldi avuti da Spinelli. Domani l’interrogatorio del governatore ligure. (Andrea Pasqualetto e Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)

“Tutte le mie spese tracciate”. Domani la verità di Toti ai pm. La procura dà una svolta all’inchiesta sulle tangenti in Liguria e anticipa l’interrogatorio. Il legale: “Risponderà su tutto”. Subito dopo la richiesta di revoca dei domiciliari e la decisione sulle dimissioni: “Si confronterà con i suoi alleati”. (Giuseppe Filetto e Marco Preve, Repubblica)

Stefano Cappellini su Repubblica: Governatore, il tempo è scaduto. Toti ha il diritto di difendersi come ritiene ma ha il dovere di preservare l’istituzione.

Melillo: “Mafia e terrorismo, gli intrecci dal Sudamerica sulle rotte del narcotraffico”. Intervista al procuratore nazionale antimafia: “I sequestri di droga non bastano, serve cooperazione internazionale per ottenere un cambio di passo nelle indagini”. (Lirio Abbate, Repubblica)

Stragi del 1993, indagato il generale Mori: “Vogliono farmi morire sotto processo”. L’ufficiale in congedo lo ha comunicato con una nota. Secondo i pm di Firenze non avrebbe fatto nulla per impedire gli attentati. (Repubblica)

Così i pm riportano il generale alla casella di partenza. Quei verdetti contraddittori. Anche l’ultima ipotesi richiama il contesto della trattativa Stato-mafia. Corsi e ricorsi. Contesto già vagliato, ma la Procura di Firenze avrebbe raccolto altri elementi. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)

Dopo l’assoluzione (l’ennesima) definitiva nel processo per la cosiddetta «trattativa Stato-mafia», il generale Mario Mori, ex comandante del Ros dei carabinieri ed ex capo del Sisde, pensava che le inchieste nei suoi confronti fossero finite. Invece ieri, l’ottantacinquenne ex ufficiale dell’Arma, ha reso noto di essere indagato dalla Procura di Firenze nell’ambito dell’inchiesta per le stragi di mafia che hanno insanguinato l’Italia a cavallo tra il 1993 e il 1994. I capi d’accusa contenuti nell’invito a comparire inviato a Mori (che doveva essere interrogato il 23 maggio, ma la data verrà probabilmente spostata per un impegno del suo difensore) dal procuratore di Firenze Filippo Spiezia, dagli aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli, sono da ergastolo. Il generale è infatti indagato per i reati di strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico. Secondo la Direzione distrettuale antimafia, Mori, «in concorso con altri soggetti», in qualità di ufficiale dell’Arma dei carabinieri «pur avendone l’obbligo giuridico, non impediva, mediante doverose segnalazioni e/o denunce all’autorità giudiziaria, o «con l’adozione di autonome iniziative investigative e/o preventive», le stragi «di cui aveva avuto plurime anticipazioni» (François De Tonquédec, La Verità)

Stragi, l’assurdo teorema contro Mori. Le vicende del caso sono già state analizzate nel corso degli ultimi 25 anni da varie magistrature (compresa quella fiorentina) e nondimeno nei processi in cui è stato coinvolto Mori, a dimostrazione che in Italia si può essere processati infinite volte per lo stesso reato; nel caso del Generale, parliamo di cinque pronunce assolutorie più la Cassazione (aprile 2023) secondo la quale «nelle sentenze di primo e secondo grado è stata adottata una chiave storiografica, concentrandosi su fatti spesso poco o per nulla rilevanti da un punto di vista probatorio». Altro fatto: Mario Mori ha 85 anni ed è difficile dargli torto quando dice, ora, che «questo disegno ha come unico obiettivo quello di farmi morire sotto processo», disgrazia scampata per un pelo al generale Antonio Subranni che è morto in marzo a 92 anni dopo l’assoluzione per l’inesistente «trattativa».(Filippo Facci, Il Giornale)

Bari, il dem Leccese davanti inseguito dal centrodestra. Al ballottaggio vincerebbe con i sostenitori del M5S. Laforgia terzo con il 26%. Decaro, voti positivi dall’86% dei cittadini. (Nando Pagnoncelli, Corriere della Sera)

Massimo Franco sul Corriere: Le due visioni di Europa che agitano il governo. Giorno dopo giorno, Forza Italia sta affinando la propria identità europea rispetto al resto della maggioranza. Sembra trarre vantaggio dallo slittamento progressivo degli alleati su posizioni critiche verso l’Ue. Così, prende le distanze da una Lega che teorizza «meno Europa». Ma diplomaticamente si distingue anche dalla premier Giorgia Meloni dopo la partecipazione in video al congresso di Vox a Madrid con tutto l’estremismo continentale.

«Sento dire “meno Europa”, ma non ha alcun senso logico», bacchetta l’altro vicepremier, Matteo Salvini, e il suo slogan elettorale. «Rischiamo di essere travolti».

«Dal Pd attacchi proditori. Gentiloni sul Pnrr non rispetta la verità». Conte: il duello tv? Schlein ha sbagliato a mettersi d’accordo con Meloni. Lui federatore del fronte progressista? Non credo sia un bel biglietto da visita cancellare verità storiche. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

«C’è chi lavora contro l’Europa. Io scendo in piazza». Nagel, a capo della Bundesbank: «I tassi scenderanno ma con prudenza. Dazi alla Cina? Meglio il dialogo». I cittadini devono andare alle urne per le Europee La possibilità di votare è un privilegio che molte persone in tutto il mondo non hanno. (Federico Fubini, Corriere della Sera)

Olimpiadi Milano-Cortina, l’ex ad e il manager indagati «Favori per gli appalti». L’inchiesta sul contratto per i servizi digitali e sul logo dei Giochi. (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)

Crosetto trasportato in ospedale in ambulanza. Il ministro ha accusato un malore e lasciato in anticipo il Consiglio supremo di Difesa. A febbraio scorso un altro ricovero. (Repubblica)

Gli altri temi del giorno

Corte dell’Aia, l’Ovest si spacca. E l’America lavora a sanzioni. Biden: no alla decisione su Israele. Ma la Francia sostiene i giudici. Netanyahu: «Illegali». (Davide Frattini, Corriere della Sera)

Usa all’Aja: “Sanzioni se punite Netanyahu”. Tel Aviv spegne l’Ap. Gli Stati Uniti continuano con la politica del bastone e della carota nei confronti di Israele, mentre Tel Aviv – che ieri in un attacco su Jabalya ha ucciso 85 persone, tra cui diversi bambini – secondo il Washington Post avrebbe deciso un’operazione a Rafah più “limitata” rispetto a un’azione su larga scala, accolta con favore dagli Usa. Dall’altra parte la denuncia del network Usa Ap del sequestro delle attrezzature da parte di funzionari del ministero delle Comunicazioni israeliano (lo stesso che ha messo chiuso Al Jazeera e ha provato a censurare anche il quotidiano progressista Haaretz), ha provocato la reazione indignata sia della Casa Bianca sia dell’Onu, sortendo l’effetto desiderato: in serata all’agenzia è stato permesso riprendere le attività informative. “Il sequestro – aveva denunciato l’Ap – non è basato sul contenuto del feed ma piuttosto sull’uso abusivo da parte del governo israeliano della nuova legge sulle emittenti straniere. Esortiamo le autorità israeliane – aveva detto Lauren Easton, vicepresidente delle comunicazioni dell’agenzia di 53 premi Pulitzer – a restituire le nostre attrezzature e a consentirci di ripristinare immediatamente il nostro feed live in modo da poter continuare a fornire questo importante giornalismo visivo a migliaia di media in tutto il mondo”. (Alessia Grossi, Il Fatto Quotidiano)

Francia, Spagna e Belgio con la Corte dell’Aja. L’ultima frattura di politica internazionale si consuma nel cuore dell’Europa. E riguarda la decisione della procura della Corte penale internazionale (Cpi) guidata da Karim Khan. La Francia sostiene gli arresti per il premier israeliano Netanyahu e per il ministro della Difesa Yoav Gallant, oltre che dei tre leader principali di Hamas Yaya Sinwar, Mohammed  Deif  e  Ismail  Haniyeh.  Il  ministero  degli  Esteri francese, in un comunicato, spiega così la sua decisione: «La Francia sostiene la Corte penale internazionale, la sua indipendenza e la lotta contro l’impunità in tutte le situazioni». Inoltre ricorda di aver condannato il massacro del 7 ottobre specificando che« la Francia ha avvertito per molti mesi della necessità di un rigoroso rispetto del diritto umanitario internazionale, e in particolare del livello inaccettabile di vittime civili nella Striscia di Gaza e dell’inadeguato accesso umanitario». (Il Sole 24 Ore)

Israele unito contro la Corte ma Netanyahu è sotto accusa per il patto con l’ultradestra. Il Paese si interroga sulle conseguenze dell’abbraccio con Ben Gvir e Smotrich. Il premier “Contro di me accuse oltraggiose”. Biden: “A Gaza non c’è un genocidio”. (Francesca Caferri, Repubblica)

Non si fermano le reazioni dopo che il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia, Karim Khan, ha annunciato che presenterà «richieste di mandato d’arresto alla prima Camera preliminare per i leader di Hamas e Israele per la situazione nello Stato di Palestina». Il primo ministro inglese Rishi Sunak ha affermato alla Bbc che la richiesta del procuratore capo della Corte penale internazionale «è profondamente inutile e non cambierà nulla per garantire una pausa nei combattimenti o il rilascio degli ostaggi». Francia e Belgio invece hanno comunicato il loro sostegno alla Cpi e Parigi attraverso uno nota del ministero degli Esteri ha fatto sapere che «sostiene la Corte penale internazionale, la sua indipendenza e la lotta contro l’impunità in tutte le situazioni». Un portavoce della Commissione Europea ha commentato: «Nelle conclusioni del Consiglio europeo del giugno del 2023 i 27 concordano nel rispettare l’indipendenza della Corte e chi ha firmato lo Statuto di Roma ha l’obbligo di rispettare le decisioni». (Stefano Piazza, La Verità)

«Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia». Liliana Segre al Memoriale: sono triste e pessimista. (Chiara Evangelista, Corriere della Sera) Maurizio Molinari: “Gli attacchi non riguardano solo gli ebrei, ma una realtà più grande, la nostra società occidentale: il vero match è l’attacco ai sistemi democratici”. (Zita Dazzi, Repubblica)

La richiesta di emettere un mandato di arresto internazionale nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto riemergere le crepe che attraversano i Paesi dell’Unione europea sulla questione palestinese. Tra chi, come la Francia, ribadisce il suo «sostegno alla Corte penale internazionale e alla sua indipendenza» e chi, come il premier ceco Petr Fiala, considera «spaventosa e del tutto inaccettabile» la richiesta del procuratore Karim Kahn. Questa volta, però, da Bruxelles è arrivato un richiamo all’ordine ai Paesi più filoisraeliani. Perché in questo caso non si tratta di difendere le proprie legittime posizioni storico-politiche, bensì di rispettare un tribunale internazionale che è riconosciuto da tutti gli Stati membri. Metterlo in discussione sarebbe pericoloso per la stessa Unione.

Per questo ieri il portavoce del Servizio per l’Azione esterna dell’Ue, che fa capo a Josep Borrell, ha ricordato la dichiarazione sottoscritta da tutti i Paesi nel giugno dello scorso anno, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’adozione dello Statuto di Roma. Quella in cui il Consiglio dell’Unione europea «ribadisce il suo fermo sostegno alla Corte penale internazionale per il suo ruolo centrale nel rendere giustizia alle vittime in tutte le situazioni sotto la sua giurisdizione» e si dice «convinto che la Corte renderà giustizia alle vittime ovunque». Chi ha firmato lo Statuto di Roma, ha ricordato Borrell, «è tenuto a eseguire i verdetti della Corte». (Marco Bresolin, La Stampa)

Antonio Scurati su Repubblica: Israele-Hamas, pietà per i bambini di Rafah. Deve essere un imperativo politico per ogni sincero democratico.

Dall’ex Jugoslavia ai dittatori africani. Le scommesse di Karim Khan. Il procuratore vuole mostrarsi indipendente. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera)

In migliaia per l’addio a Raisi. Arrestato chi festeggia sui social. Oggi a Teheran la cerimonia con Khamenei, poche le presenze internazionali. (Monica Ricci Sargentini, Corriere della Sera)

Dalla «pista azera» al Mossad I (tanti) sospetti dietro l’inchiesta. L’ipotesi  incidente  resta  la  più  probabile  ma  anche  la  meno «scomoda» per il regime. (Guido Olimpio, Corriere della Sera)

Mosca torna ad agitare l’inquietante spettro delle armi nucleari. Due settimane dopo l’annuncio di Putin, il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver iniziato delle esercitazioni militari volte a simulare la preparazione al lancio di armi tattiche nucleari. Manovre che certo non contribuiscono ad allentare le tensioni internazionali sullo sfondo della guerra in Ucraina. Mosca sostiene che l’obiettivo sia quello di «mantenere la prontezza» delle «unità di combattimento dotate di armi nucleari non strategiche» a «garantire incondizionatamente l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo». Le esercitazioni, secondo Mosca, si svolgono nel distretto militare meridionale, che confina col territorio dell’Ucraina invasa dalle truppe del Cremlino (dove esattamente però non è chiaro). E vengono  presentate  dalla  Russia  come  «una  risposta»  alle «minacce» di «certi funzionari occidentali». (Giuseppe Agliastro, La Stampa)

«I piani di evacuazione non restino solo sulla carta». Il ministro Musumeci: niente panico, qui serve una convivenza vigile. Le scosse potrebbero durare ancora per mesi o anni, così come potrebbero finire subito Ma va verificata la vulnerabilità degli edifici sia pubblici che privati. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Goffredo Buccini sul Corriere: Città più sicure, la via del modello Milano. Il tema della sicurezza interessa tutti. Ma la destra non ha soluzioni ed enfatizza il problema. E la sinistra non avendo soluzioni prova a nasconderlo. È il momento di cambiare. Forse verrà perfino un tempo in cui convocare gli stati generali sull’immigrazione: destra, sinistra e centro, senza etichette. Magari a Milano, che da sempre accoglie chi bussa per farne una parte di sé.

Statali assediati dall’algoritmo in 220 mila rischiano il posto. Lo studio FPA in apertura del Forum Per i lavoratori con mansioni ripetitive sarà indispensabile più formazione. (Rosaria Amato, Repubblica)

Incentivi auto, fino a 13.750 euro per le elettriche. Arriva il decreto del governo. Il provvedimento con i nuovi sconti in arrivo in Gazzetta Ufficiale. Sale il contributo per i redditi più bassi. Bonus anche per moto, usato e social leasing. (Diego Longhin, Repubblica)

Ita-Lufthansa, ultima proposta all’Ue. Cessioni su Linate, non sui voli Usa. Italiani e tedeschi offrono più slot a Milano. Separazione delle attività sul lungo raggio. (Leonard Berberi, Corriere della Sera)

Stellantis toglie la bandiera tricolore dalla Fiat 600. La presenza della bandiera nasceva per indicare l’origine imprenditoriale del prodotto. Ha dichiarato Tavares: “Stellantis ribadisce la propria volontà di operare in assoluta trasparenza”. (Diego Longhin, Repubblica)

Turbolenza sul volo Londra-Singapore. I sei secondi di panico: un morto e 7 feriti gravi. L’aereo e lo sbalzo di centinaia di metri. Poi l’atterraggio. (Leonard Berberi, Corriere della Sera)

Repubblica intervista Paolo Sorrentino: “Parthenope, il mio film più emotivo. Racconto una donna per rivivere l’incanto”. Il premio Oscar in concorso al Festival di Cannes. “Gary Oldman? Due anni fa lessi una sua intervista a Repubblica in cui dichiarava di voler lavorare con me. L’ho chiamato subito”.

Il Corriere intervista Claudio Cecchetto: «Con Jovanotti feci un bluff. Max Pezzali è un ingrato. Un flirt con Sabrina Salerno? Ci vogliamo ancora bene».

Gli Anniversari

1176, Aleppo: attentato al Saladino
1455, Guerra delle due rose: Riccardo cattura Enrico
1761, a Filadelfia prima polizza vita di sempre
1819, prima nave a vapore attraversa l’Atlantico
1873, muore a Milano Alessandro Manzoni
1906, i fratelli Wright brevettano il loro aereo
1915, 5 treni si scontrano in Scozia: 227 morti
1929, Fitzgerald pubblica Il curioso caso di Benjamin Button
1937, Roma: comincia la costruzione dell’Eur
1939, Patto d’acciaio tra Hitler e Mussolini
1947, Dottrina Truman: 400 mnl contro il comunismo
1960, Grande Terremoto Cileno
1966, reintrodotta in Italia l’ora legale
1967, magazzini in fiamme a Bruxelles: 323 morti
1968, affonda sottomarino Usa: 99 morti
1972, lo Sri Lanka torna indipendente
1977, il vescovo Lefebvre sfida il Vaticano
1978, pubblicata in Gazzetta la 194 sull’aborto
1980, pubblicato il videogioco Pac-Man
1885, muore a Parigi Victor Hugo
1986, Sylvester Stallone: 500 mln per il 10 film
1987, Nuova Zelanda: prima Coppa del mondo di rugby
1988, muore a Roma Giorgio Almirante
1990, unificazione dello Yemen
1990, commercializzato il Windows 3.0
1999, la Olivetti si aggiudica Telecom Italia
2004, Felipe di Spagna sposa Letizia Ortiz
2011, Labelux acquista Jimmy Choo per 800 mln
2012, GB: prima donna al comando di nave da guerra
2014, colpo di Stato in Thailandia

Nati oggi

1813, Richard Wagner
1859, Arthur Conan Doyle
1885, Giacomo Matteotti
1907, Laurence Oliver
1915, Dino Viola
1924, Charles Aznavour
1925, Michele Tito
1931, Bombolo e Diego Novelli
1935, Leonardo Del Vecchio
1936, Luigino Rossi
1945, Piero Ferrari
1947, Giuliana Del Bufalo
1961, Luigi Gubitosi
1962, Paola Rivetta
1964, Edmondo Cirielli
1965, Simone Guerrini
1970, Naomi Campbell
1987, Novak Djokovic

Si festeggia Santa Rita da Cascia

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati