La nota del 23 maggio

“L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto perchè provi un senso di benessere quando gli sei vicino” (Carl Jung)

Alessandro Sallusti da una postazione amica del governo come quella di direttore del Giornale definisce “un pasticcio” quello sul redditometro e invita ministri e viceministri a parlarsi per evitarne altri. In effetti pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale una nuova versione del Redditometro alla vigilia delle elezioni europee senza che Meloni e Giorgetti ne sapessero nulla è una precisa responsabilità di Maurizio Leo (il più competente di Fratelli d’Italia nella sua materia, uno che da trent’anni insegna ai corsi di formazione della Guardia di Finanza) ed un grosso errore politico. La premier impone a Leo la marcia indietro per mantener fede agli slogan di quando FdI era all’opposizione ma le responsabilità di governo impongono in primis di sapere cosa va sulla Gazzetta ufficiale in una materia delicatissima come quella fiscale, e poi di trovare le risorse per la legge di stabilità, anche lottando contro l’evasione con gli strumenti giusti, senza ricorrere ad uno strumento vecchio e inviso ai contribuenti come il redditometro.

Quasi tutti i giornali aprono sulla retromarcia. Repubblica ha gioco facile a scrivere che la lotta all’evasione dura 24 ore e attacca sui 60 miliardi che, secondo il Fondo monetario, servono per le leggi di bilancio 2024 e 2025. Non sono pochi perchè il rischio è che per non tagliare la sanità si vada a tagliare gli incentivi alle imprese o a mettere meno risorse sulla riduzione del cuneo fiscale. La Stampa dà molto spazio ad una intervista di Schlein, e poi dipinge il centro destra in tilt tra redditometro sospeso, manovra in alto mare, sgravi fiscali da confermare e risorse scarse per la sanità. Domani in Consiglio dei ministri il “salva casa” di Salvini, il quale fa circolare stime di gettito della sanatoria che arrivano sino a 10 miliardi.

Il Corriere pubblica il sondaggio di Pagnoncelli sulle europee: Fratelli d’Italia al 26,5, il Pd al 22,5, Conte al 15,4, Forza Italia al 9,2, la Lega all’8,6, Verdi e Sinistra al 4, Calenda in bilico. Dati che vedono avvantaggiato oltre le previsioni il Pd, visto che riduce il distacco da Fratelli d’Italia e si scrolla i grillini, che ora sembrano essere a distanza di sicurezza nonostante le mille giravolte di Conte per cercare voti. Giorgia Meloni sembra pagare gaffe ed errori dei suoi e le oscillazioni tra sovranisti e Von der Leyen, ma le opinioni più definitive si formano a ridosso del voto.

Gli schieramenti del dopo elezioni al Parlamento europeo sono comunque uno degli argomenti chiave, insieme all’economia e alla sanità, di qui al 9 giugno. Cerasa sul Foglio scrive che alla premier converrebbe un flop dei partiti sovranisti per poi allearsi con i socialisti solidali, ma la questione è delicata tra identità da non perdere e alleanze da fare: la Stampa scrive Meloni ha cancellato i viaggi in chiave G7 a Parigi e Berlino per evitare le foto con Macron e Sholz (in ogni caso una gaffe istituzionale che potrebbe pesare sul dopo). Secondo il Foglio il premierato slitta a dopo le elezioni europee, secondo Repubblica è pronto un blitz parlamentare di Fratelli d’Italia.

I Carabinieri rompono il protocollo e si schierano con il generale Mori contro i pm che lo indagano per altre questioni dopo che le altre inchieste, durate anni, lo hanno assolto. Si tratta di uno strappo istituzionale, fatto con un comunicato ufficiale, del tutto inedito. Secondo il Foglio, Tescaroli (che è il nuovo procuratore di Prato) resta a Firenze più del necessario e invece di chiudere le indagini in corso ne apre di nuove, tra cui quella su Mori.

Ancora il Foglio scrive che se passasse il referendum Cgil sul Jobs Act “il lavoratore illegittimamente licenziato si vedrebbe ridotto il limite massimo di risarcimento da 36 a 24 mensilità”.

Nextalia lancia il fondo per difendere le piccole e medie imprese italiane dai fondi esteri. Lo scrive La Stampa, ricordando che si tratta di un progetto costruito con te. Anche Cdp si preoccupa delle piccole e medie imprese e lancia un “fondo dei fondi” per rilanciarle.

Passa la fiducia sul Superbonus. Stellantis si rimangia la richiesta di dazi alle auto cinesi, ora Tavares non li giudica più “dannosi”. Per il Monte Paschi l’Economia studia una vendita a tappe, secondo il Sole. Due settimane di tempo per eleggere Maria Poggi a presidente di Crt, lo scrive La Stampa. L’Abi prepara un veicolo per “acquistare i bonus e aiutare le imprese”.

L’Europa si spacca sul riconoscimento dello stato palestinese: Spagna, Irlanda dicono si, e lo stesso fa la Norvegia (che non è nella Ue). Israele ritira gli ambasciatori. Sul Corriere Paolo Mieli spiega le anomalie della richiesta di condanna per Netanyhau da parte della Corte dell’Aja.

Toti ha ricevuto anche centomila euro dall’Europam (petroli) e da Amico (yacht). Anche al suo capo di gabinetto Cozzani venivano girati dei fondi elettorali.

Riapre Radio Padania, ora si chiama Radio Libertà e ha Vannacci come star. Il Corriere dedica una pagina di intervista a Bruno Vespa per i suoi 80 anni.

L’Atalanta batte 3 a 0 il Bayer Leverkusen e conquista l’Europa League. Sinner giocherà a Parigi. L’Inter è del fondo americano Oaktree.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Dietrofront sul redditometro. Meloni: sospeso il decreto. La premier: incontrato il viceministro, approfondimenti. Le opposizioni: «Un pasticcio». (Mario Sensini, Corriere della Sera)

Maurizio Leo, tra gaffe e l’ombra dei conflitti di interesse: l’uomo forte di Meloni al Mef rischia di non diventare più ministro. Il vice di Giorgetti vive un momento di difficoltà. La premier lo ha bacchettato per l’uscita sul redditometro, mentre lui pubblica libri sulla sua stessa riforma e tiene la società di famiglia in materie fiscali. (Antonio Fraschilla e Matteo Pucciarelli, Repubblica)

Il pasticcio del redditometro, la premier stoppa Leo: “Niente Grande Fratello”. La premier ricorda di essere «sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune» e spiega che in materia di fisco finora il governo ha provato a «tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar. Continueremo in questa direzione, sempre dalla parte dei cittadini». Quindi, Meloni annuncia un faccia a faccia con Leo per parlare della questione e aggiunge: «Se saranno necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli». Poche ore dopo, l’incontro con il vice ministro e subito dopo, appunto, l’annuncio in video, sempre sul web: «Siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere» il decreto «in attesa di ulteriori approfondimenti». (Alessandro Di Matteo, La Stampa)

La lotta all’evasione punta sull’incrocio di 200 banche dati. La stessa legge delega e i nuovi strumenti del fisco, in fondo, lasciano pensare che l’addio una volta per tutte al redditometro è davvero possibile. La legge delega di riforma del Fisco, condivisa e approvata all’unanimità sia dalla maggioranza, e ora in piena fase di attuazione, detta la linea su come utilizzare i milioni di dati in possesso dell’amministrazione finanziaria per prevenire, contrastare e ridurre l’evasione e l’elusione fiscale. A chiare lettere si parla di «piena utilizzazione dei dati che affluiscono al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, il potenziamento dell’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale». Il tutto nel pieno rispetto della disciplina dell’Unione europea sulla tutela dei dati personali. Non solo. La stessa delega, prevede anche che l’utilizzo delle banche dati per dare la caccia al sommerso porti anche al «rafforzamento del regime di adempimento collaborativo» ovvero all’aggiornamento e all’introduzione di «istituti, anche premiali, volti a favorire forme di collaborazione tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti». (Marco Mobili e Giovanni Parente, Il Sole 24 Ore)

Manovra da 60 miliardi nei prossimi due anni. I paletti dell’Fmi che gelano il governo. Il confronto con i tecnici di Washington: accordo sulla fine del Superbonus, chiesto l’addio di tutte le misure in deficit. E sul Pnrr serve più tempo. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)

Vertice d’urgenza a Palazzo Chigi. La strada (stretta) per rimediare al passo falso di Leo. Pressing di Salvini e Tajani per l’abrogazione. Il viceministro proverà domani a giustificare la norma pubblicata in Gazzetta ufficiale. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

«Giusto fermare tutto. Noi siamo per un Fisco amico e collaborativo». Lupi: noi e FI? Progetto credibile se andremo oltre il 9%. Sul Superbonus ha invece ragione Giorgetti, no a una idrovora che divora fondi. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Carlo Cottarelli su Repubblica: Fmi e conti pubblici, la resilienza che serve. La ripresa è stata ottenuta: senza i miliardi del Pnrr sarebbe stata più difficile. Ma non basta.

Massimo Franco sul Corriere: Una polemica esasperata dalle logiche elettorali. La polemica sul redditometro è emblematica. Ma non perché l’introduzione di questo strumento di controllo fiscale significherebbe una lotta radicale all’evasione delle tasse. Diventa piuttosto un emblema sia dell’esasperazione elettorale e della predestinazione delle forze di maggioranza, e non solo, a dividersi tra di loro: tanto più se Lega e FI possono attaccare il partito di Giorgia Meloni. Ma alla fine il simbolismo più potente è un altro. In un Paese popolato da evasori fiscali, anche solo accennare a qualcosa che faccia pensare di dover pagare le tasse è un tabù.

Premierato, La Russa applica il “canguro” ma a FdI non basta: idea tagliola. E il Pd sventola la Costituzione in Aula. Primo round al Senato, i meloniani vogliono un via libera alla vigilia delle Europee. Il presidente accorpa le modifiche. Protestano le opposizioni. E intanto c’è tensione a destra sul ballottaggio. (Lorenzo De Cicco, Repubblica)

AfD, Salvini e Le Pen alzano il tiro. Ma Tajani: anche lei è un problema. Lega e Rassemblement pensano a un intervento contro il gruppo tedesco prima del voto. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Madrid, Dublino e Oslo insieme riconoscono lo Stato palestinese. Divisa l’Unione europea. Netanyahu richiama gli ambasciatori: premio al terrorismo. (Francesca Basso, Corriere della Sera) Israele richiama gli ambasciatori in Spagna, Irlanda e Norvegia: “Così premiano i terroristi” Washington: “Il riconoscimento solo con negoziati bilaterali”. (Paolo Brera, Repubblica)

Roma si smarca: «Mossa che crea nuova tensione» Sì di Pd e M5S. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Paolo Mieli sul Corriere: La Corte dell’Aia e tre anomalie. I punti da chiarire. Ma se fossimo nel premier israeliano Netanyahu ci sottoporremmo al processo. Primo: non esiste uno Stato palestinese. Secondo: non c’era bisogno di sette mesi per «raccogliere le evidenze». Terzo: le prove le hanno fornite gli autori del delitto.

Albania, blitz di deputati del Pd nelle aree che ospiteranno i centri per migranti: “70.000 metri quadrati di nulla”. Avrebbero dovuto aprire lunedì scorso, secondo il cronoprogramma di Giorgia Meloni, ma i lavori sono appena iniziati. “Il governo abbandoni questo progetto e sposti i fondi sulla sanità”. (Alessandra Ziniti, Repubblica)

Toti oggi interrogato in Procura, anche il fedelissimo Cozzani girò i fondi del comitato elettorale sul suo conto personale. Al setaccio i tre telefoni della segretaria del presidente. Intanto i pm indagano sui 200 mila euro dati da Signorini a Vianello tramite Iren. (Giuseppe Filetto, Marco Lignana, Repubblica)

«I finanziamenti? Nessun favoritismo. L’interesse era solo mantenere la pace». Il legale del presidente: i fondi per risarcire Paita. (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)

Corruzione in Liguria, la via d’uscita di Aldo Spinelli: “Incapace di intendere”. Fra gli indagati è forse quello che potrebbe avere più cose da dire, oltre che meno peli sulla lingua. Proprio per questo gli ultimi sviluppi dell’inchiesta di Genova stanno sollevando un interrogativo tutt’altro che banale: cosa succederebbe se Aldo Spinelli, presunto corruttore del governatore Giovanni Toti (che sarà sentito oggi dai pm), venisse dichiarato, anche solo parzialmente, incapace di intendere e di volere? Non è una domanda di scuola. Negli ultimi giorni infatti i legali che assistono la famiglia Spinelli, Alessandro Vaccaro e Andrea Vernazza, hanno chiesto un parere sullo stato psicologico dell’imprenditore, per capire se alcune delle sue azioni sono spiegabili con lo stato emotivo in cui versava dopo la morte della moglie nel 2021. Il professionista a cui è stato affidato l’incarico è Marco Lagazzi, psichiatra e criminologo, nonché consulente di varie Procure italiane in alcuni dei più importanti casi di cronaca degli ultimi anni. (Marco Grasso, Il Fatto Quotidiano)

Forti riabbraccia la madre: «Sono qui per te». Sotto casa i sostenitori. L’uomo condotto a Trento dalla polizia penitenziaria. (Enrico Pruner e Marzia Zamattio, Corriere della Sera)

Fondazione Milano-Cortina inchiesta bis sulle assunzioni Sequestrati i dati dei badge. Olimpiadi, 380 dipendenti: i nomi a confronto con gli accessi reali. C’è una seconda inchiesta sulla Fondazione Milano-Cortina 2026, oltre a quella che vede indagati l’ex amministratore delegato (sino a novembre 2022) Vincenzo Novari e l’ex dirigente Massimiliano Zuco per le ipotesi di corruzione e turbativa d’asta nei servizi digitali appaltati per 1,9 milioni di euro nel marzo 2021 alla società Vetrya del pure indagato Luca Tomassini: e il fatto che gli inquirenti nelle perquisizioni abbiano acquisito il tracciamento-badge dal 2020 a oggi di tutti gli

accessi agli uffici del Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici invernali segnala che l’ipotesi di reato iscritta è l’abuso d’ufficio nelle assunzioni di dipendenti. (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)

Per la casa green servono quattro Pnrr. Per riqualificare il patrimonio immobiliare nazionale e attuare la direttiva, così come scritta da Bruxelles, saranno necessari interventi massicci: in Italia oltre 8 edifici residenziali su 10 sono obsoleti, con l’83% degli edifici residenziali italiani che è stato costruito prima del 1990 e più della metà (57%) che è risalente a prima degli anni Settanta. Secondo la rielaborazione di Deloitte (su dati Istat), nel 2024 il parco immobiliare italiano è costituito da più di 13 milioni di edifici, di cui circa l’89% ad uso residenziale. E secondo lo studio la percentuale di immobili di classe energetica F e G è oltre il 60%. Un unicum: in Germania arrivano al 45%, in Spagna al 25% e in Francia appena al 21%. Una situazione, quella italiana, che inevitabilmente peserà sull’equilibrio dei parametri finanziari Ue.

«Il parco immobiliare residenziale italiano rappresenta circa il 55% della ricchezza complessiva delle famiglie italiane (6 trilioni su 11). Per questo, è necessaria una strategia. L’adeguamento del patrimonio immobiliare alle previsioni della direttiva EPBD richiederà, infatti, soluzioni tecniche non solo per i singoli edifici, ma anche a livello infrastrutturale», ha commentato Angela D’Amico, real estate sector leader di Deloitte Italia. (Sofia Fraschini, Il Giornale)

«Plastica, Italia leader nel riciclo con il 70%. Spinta sulle bottiglie». Cassuti (Corepla): ecocompattatore anche in Vaticano. Gli imballaggi raccolti ammontano a 1.472.228 tonnellate, stabile rispetto al 2022. (Emily Capozucca, Corriere della Sera)

Gli altri temi del giorno

La brutalità di Hamas sulle ragazze soldato. I parenti degli ostaggi premono sul governo. Il Forum delle famiglie rende pubblici i filmati del 7 ottobre presi dalle bodycam dei terroristi Nelle immagini 5 donne ancora prigioniere. (Rossella Tercatin, Repubblica)

Stato di Palestina, l’Europa è divisa. Irlanda, Spagna e Norvegia la riconosceranno come Stato: «Necessario per favorire la pace». Italia e Germania frenano. Mentre uno Stato membro dell’Unione europea – i Paesi Bassi – ha appena approvato una legge che punirà chi pronuncia il controverso slogan «From the river to the sea, Palestine will be free» (Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera) altri due Paesi Ue – l’Irlanda e la Spagna – hanno compiuto i passi necessari per riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina insieme con la Norvegia. Due fotografie che rendono bene l’idea di quanto la questione mediorientale continui a essere controversa all’interno dell’Unione, ma anche di quanto nel Vecchio Continente si stia facendo sempre più largo una posizione in netto contrasto con quella degli Stati Uniti. Tanto che la Casa Bianca è subito intervenuta per stigmatizzare la mossa di Madrid, Dublino e Oslo e per dire che lo Stato palestinese deve essere riconosciuto solo attraverso una trattativa tra le parti «e non tramite un riconoscimento unilaterale». (Marco Bresolin, La Stampa)

Teheran, l’addio «del popolo» a Raisi. La Guida suprema Khamenei e i suoi alleati ai funerali del presidente. C’è anche Haniyeh: «Morte a Israele». Su Internet girano immagini diverse: la folla sembra molto più rarefatta. (Greta Privitera, Corriere della Sera)

Guerra Russia-Ucraina, Nyt: “Casa Bianca valuta se consentire a Kiev l’uso di armi Usa in Russia”. Intanto sul terreno in Ucraina il ministero della Difesa di Mosca ha detto che le truppe russe hanno conquistato un altro villaggio, Klescheevka, nella regione di Donetsk. Mentre in quella di Kharkiv il capo dell’amministrazione politico-militare filorussa, Vitaly Ganchev, ha annunciato che 49 villaggi sono caduti finora nelle mani dei soldati di Mosca. Di questi, 13 durante l’avanzata cominciata il 10 maggio dal confine russo a nord-est e 36 in quella in corso da mesi da sud nel distretto di Kupyansk. (La Stampa)

Nelle scorse settimane il cancelliere Olaf Scholz ha deciso di inviare un terzo lanciatore Patriot, ma senza munizioni. Ogni singolo missile costa un milione di euro. I paesi scandinavi hanno finanziato nuovi Patriot, ma la produzione richiede tempo: mesi per i missili, anni per i lanciatori. I vertici militari ucraini ripetono che saranno le prossime settimane a fare la differenza. Baerbock ha quindi tentato ieri di fare pressione sui suoi corrispettivi: il francese Stéphane Séjourné e il polacco Radosław Sikorski. Vuole che i due paesi facciano un passo avanti e inviino le batterie per l’antiaerea necessarie per la difesa di Kharkiv. Varsavia ha terminato, da quasi un anno, le scorte di armi sovietiche e non ha intenzione di cedere agli ucraini i sistemi d’arma appena comprati da Usa e Corea del Sud. La Francia ha deciso di mandare a Kiev dei missili terra-aria Aster30. Sono le munizioni per i Samp-T, sviluppati in collaborazione con l’Italia. (Cosimo Caridi, Il Fatto Quotidiano)

I soldi da Mosca e Pechino poi le frasi choc del capolista. La caduta degli estremisti. Crollo dei consensi per il partito. Il ruolo delle mobilitazioni. Krah era il politico della destra radicale più seguito su TikTok. Si è dovuto fare da parte. (Mara Gergolet, Corriere della Sera)

Mosca vuole cambiare i confini in mare, allarme nel Baltico. La Russia avrebbe un piano per rivedere i confini marittimi con Finlandia e Lituania nel Mar Baltico. La bozza di un decreto del ministero della Difesa del 21 maggio, pubblicata martedì sera su un portale governativo russo, ha suscitato immediate reazioni e timori di un’escalation nella regione, già al centro di rinnovate tensioni legate al conflitto ucraino e al recente ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia. Le tre principali agenzie di stampa russe (ma non il Cremlino) hanno smentito questa intenzione, citando una fonte politico-diplomatica, quindi il testo è stato rimosso dal portale, accentuando i contorni del giallo della vicenda.

Stando alla bozza di decreto pubblicata (che indicava gennaio 2025 come data per la possibile entrata in vigore), Mosca intenderebbe rivedere le acque territoriali attorno alle isole russe situate nella parte orientale del Golfo di Finlandia e nell’area circostante Kaliningrad, l’exclave russa in territorio lituano che è una delle zone più militarizzate del Baltico e ospita la flotta russa. La giustificazione di Mosca è che una precedente misurazione sovietica dei confini, risalente al 1985, utilizzava carte nautiche della metà del XX secolo, non corrispondenti pienamente alle più moderne coordinate cartografiche. (Michele Pignatelli, Il Sole 24 Ore)

Nikki Haley: “Voterò Trump: non è stato perfetto, ma Biden è un disastro”. Poi lancia un avvertimento al tycoon. L’ex ambasciatrice Usa all’Onu era rimasta l’ultima sfidante del tycoon. (Massimo Basile, Repubblica)

L’azzardo a sorpresa di Sunak: Regno Unito al voto il 4 luglio. I laburisti avanti di 20 punti, ma il premier tory spera di sfruttare la ripresa economica. L’obiettivo più realistico dei conservatori è di negare ai laburisti la maggioranza assoluta. (Luigi Ippolito, Corriere della Sera)

La Cina mette sotto sequestro i beni di 12 multinazionali della Difesa Usa. Si inasprisce la guerra dei dazi. Pechino alza il tiro dopo le sanzioni di Washington. La Cina ha annunciato sanzioni per 12 aziende del ramo della difesa Usa e 10 dirigenti in segno di rappresaglia per le sanzioni contro le aziende cinesi sospettate di aver supportato la Russia nelle sue operazioni militari in Ucraina e per la vendita di armi a Taiwan. L’elenco comprende divisioni di colossi come Lockheed Martin, General Dynamics, Raytheon, oltre a IronMountain Solutions e Applied Technologies Group. Vedranno congelati gli asset nel Paese. A sei dirigenti senior di Northrop Grumman, tra cui l’amministratore delegato Kathy Warden, e a quattro di General Dynamics, tra cui il vicepresidente Firat Gezen, è stato vietato l’ingresso in Cina, oltre che nei territori di Hong Kong e Macao. Il governo di Xi Jinping ha deciso il provvedimento in risposta alla «coercizione economica» di Washington contro le aziende del Dragone accusate di sostenere lo sforzo bellico russo. (Camilla Conti, La Verità)

Le armi, la droga e gli attentati. L’arresto di Boyun, boss e terrorista. L’inchiesta milanese, il turco fermato con 19 complici.

«Omicidi e traffici gestiti dall’Italia». (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)

Ita, da Lufthansa nuove proposte alla Commissione Ue. Il gelo di Bruxelles: “Pochi progressi”. Nel nuovo pacchetto di impegni più concessioni sugli slot di Linate. Urso: “Fornito tutte le informazioni, aspettiamo fiduciosi”. (Repubblica)

Car sharing nelle città e distributori. Blackrock punta al 10% di Enilive. L’interesse del fondo Usa. In corsa anche Macquarie, Ifm e il canadese Brookfield. (Daniela Polizzi e Francesco Bertolino, Corriere della Sera)

Bancomat, il controllo passa al fondo Fsi: 75 milioni per crescere nei pagamenti digitali. Il «sì» dell’assemblea ma Unicredit non partecipa. (Francesco Bertolino, Corriere della Sera)

L’inferno di Siu, l’influencer di Biella ridotta in fin di vita: arrestato il marito. I primi accertamenti rilevano una sorta di foro. «È stata colpita all’arteria mammaria», spiegano gli inquirenti, coordinati dal pm Paola Francesca Ranieri. Bisogna capire da chi e con cosa. E ora la procura ha nominato un perito. I sospetti si concentrano sul marito. «Uomo geloso», dicono in giro. L’altra sera erano insieme al primo piano della loro villetta con i muri d’ocra e il giardino incolto a Chiavazza, frazione popolare di Biella che conta circa seimila abitanti. Chissà. Forse hanno discusso, come facevano quasi tutti i giorni. Chi li conosce parla di liti continue. «Rapporti tesi», dicono. E qualcuno mormora anche che si volessero lasciare. (Mauro Zola, La Stampa)

Terremoto, dal governo 500 milioni. «Aiuti a chi lascerà i Campi Flegrei». Il ministro Musumeci: chi ha scelto quella zona sapeva dei rischi. Verifiche su 1.200 case. Scuole chiuse anche a Procida. All’ospedale blocco dei ricoveri, avviate le dimissioni. (Fulvio Bufi, Corriere della Sera)

Repubblica intervista Red Sox: “Io, tassista giustiziere dei no pos vi racconto la lobby più aggressiva d’Italia”. Ha iniziato denunciando su Twitter le malefatte dei colleghi “no pos”, che pretendono il contante per evadere il fisco. Sta per uscire un suo libro.

Il Corriere intervista l’ex moglie del portiere Giuliani: «Giuliano fu lasciato solo. Mi chiese di non dire mai dell’Aids a nostra figlia».

Gli Anniversari

1099, fondato il Duomo di Modena
1430, gli inglesi catturano Giovanna d’Arco
1498, Savonarola messo al rogo a Firenze
1520, rivolta dei Maja contro i conquistadores
1592, Giordano Bruno è arrestato a Venezia
1618, seconda defenestrazione di Praga
1815, gli austriaci restaurano Ferdinando a Napoli
1873, Canada: nascono le Giubbe Rosse
1883, Stevenson pubblica l’Isola del Tesoro
1915, l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria
1928, Buenos Aires: bomba al consolato italiano
1934, Bonnie e Clyde uccisi dalla polizia
1945, si suicida il capo della Gestapo Himmler
1949, nasce la Repubblica federale tedesca
1960, Ben Gurion: Catturato il nazista Eichmann
1974, liberato a Milano il magistrato Mario Sossi
1992, Capaci: attentato mortale a Giovanni Falcone
1995, da Sun Microsystem il linguaggio Java
2002, muore a Roma Umberto Bindi
2004, Israele termina l’Operazione arcobaleno
2004, Roma: la Sinagoga compie un secolo
2008, a Brasilia l’Unione delle nazioni Sudamericane
2010, truffa: scandalo a corte per Sarah Ferguson
2012, dopo Mubarak gli egiziani tornano al voto
2017, muore in Svizzera Roger Moore
2017, Manchester: attentato al concerto di Ariana Grande

Nati oggi

1707, Linneo
1729, Giuseppe Parini
1929, Paolo Poli
1933, Joan Collins
1939, Franco Iseppi
1940, Dominick Salvatore
1954, Pino Pisicchio
1955, Enrico Cisnetto
1956, Andrea Pazienza
1965, Massimo Ceccherini
1967, Fabrizio Forquet

Si festeggia San Desiderio

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