La nota del 24 maggio

“Quando mostri le tue debolezze c’è chi se ne approfitta e chi se ne prende cura. E’ così che conosci il valore delle persone” (Bertrand Russell)

Giovanni Toti interrogato per 8 ore è il titolo principale di quasi tutti i giornali. 180 domande dei pm da una parte e una memoria difensiva diffusa prima attraverso una importante televisione televisione locale della Liguria e poi rimbalzata dappertutto dall’altra. E’ la prima volta che un imputato ai domiciliari reagisce comunicativamente in contemporanea all’interrogatorio. La contromossa ha certo irritato i pm, che invece sinora avevano guidato la copertura dei media centellinando le accuse, ma (al di là del merito della risposta alle contestazioni sui cui non siamo ovviamente in grado di valutare) è stata efficace spezzando per una volta la tenaglia che di solito si stringe tra procure e stampa, ha rotto cioè il meccanismo base del processo mediatico, quello per cui sono le procure a informare i giornali. Sui contenuti il presidente della Liguria, che dunque non si dimette (registrando la solidarietà di Salvini e Tajani) non può che dire che ha sempre agito per l’interesse pubblico e non per quello suo personale. E’ prevedibile che ora i pm facciano filtrare eventuali altre accuse, nel caso Toti non avesse dato risposte concrete.

L’insediamento di Emanuele Orsini alla presidenza di Confindustria va sulle prime pagine del Giornale e del Messaggero (oltre, ovviamente, a quella del Sole): posizione e messaggi chiari e diretti su nucleare, politiche industriali europee, autonomia differenziata, Jobs Act e quant’altro che segnano una vera discontinuità e un forte rinnovamento del più importante corpo intermedio del nostro paese. La minore centralità della rappresentanza delle imprese nell’ultimo quindicennio ha coinciso con l’accentuazione del leaderismo nella politica e il ribilanciamento oggi serve a tutti, non solo alle imprese ma anche alle forze politiche (in un rapporto trasparente e teso alla crescita dell’economia) e ai sindacati. E’ stato notato il clima interno molto diverso dal passato sia nel dopo assemblea privata, sia nell’atmosfera di comunità e di festa che ha contraddistinto la tradizionale premiazione dei dipendenti più anziani, clima che corrisponde al 99,5 per cento dei voti assembleari ricevuti, segno dell’unità che il nuovo leader ha ricercato sino all’ultimo.

Salvini oggi fa approvare in Consiglio dei ministri il suo “salva casa”, la sanatoria delle irregolarità (verande comprese, e si può aumentare la superficie sino al 5 per cento), sperando così di recuperare qualche voto alle europee. Intanto De Paolini sul Giornale è Sorgi su La Stampa difendono i contenuti del provvedimento e lo definiscono sbagliato sui tempi. Sechi invece lo attacca su Libero perchè attraverso di esso il fisco può controllare davvero le spese e le abitudini dei contribuenti: “il sogno realizzato di Lenin”. E poi lancia un improbabile “manifesto per tagliare le tasse”.

Repubblica mette zizzania tra Meloni e Von der Leyen, mentre quest’ultima loda la premier. La Russa ora dice che i poteri del Quirinale possono essere toccati. Ancora Repubblica mette il cardinale Zuppi contro il premierato ma non c’è stata una vera presa di posizione dei Vescovi, solo l’opinione di “alcuni di loro”. Il Riformista giustamente nota che Schlein, Conte e Salvini promuovono candidati in Europa esterni ai loro partiti.

Il 3 giugno il Consiglio dei ministri vara un decreto per smaltire le liste d’attesa nella sanità attraverso il ricorso ai privati, lo Stato rimborserà le visite.

La Stampa apre sull’imam che si mette a comiziare contro Israele all’Università di Torino occupata dagli studenti. Il ministro Bernini si dissocia e invita il rettore a fare lo stesso. La deriva islamista nelle università è un fenomeno sempre più preoccupante.

Il Fatto non ha avuto i contributi dell’Unione europea per le elezioni e attacca chi invece li ha ottenuti, quasi tutti gli altri quotidiani e agenzie per un totale di otto milioni.

Franco Caltagirone al Festival dell’economia di Trento organizzato dal Sole paragona i tempi attuali al declino dell’impero romano, tesi che ha un suo fascino.

Larry Fink capo di Black Rock, azionista principale di Intesa, sarà a Milano nei prossimi giorni. Lo scrive il Foglio.

Ancora incertezza sul destino della Fondazione Crt, il Tesoro studia sempre il commissariamento, ma avrebbe anche concesso altri 15 giorni per trovare un accordo sulla successione a Fabrizio Palenzona.

Thiago Motta ha lasciato il Bologna per la Juventus, Gasperini forse resta all’Atalanta, Fonseca è il nuovo allenatore del Milan.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Interrogatorio di otto ore per Toti. Dalla concessione trentennale nel porto ai soldi sul suo conto. «Da parte mia nessuna corruzione. Ogni euro usato per il bene pubblico». Il governatore: voglio restituire dignità alla mia figura di uomo e servitore dello Stato. Lo yacht. È descritto come un luogo nascosto e lussuoso di piacere, ma basta conoscere le abitudini di Spinelli per capire che è come una succursale dell’ufficio. (Giuseppe Guastella e Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera)

Il governatore lancia segnali e rivendica il suo sistema. “Mai preso un euro per me”. Nella memoria di 17 pagine scarica Carozzi, il consigliere nominato da Bucci, e adombra rapporti tra Spinelli e Burlando. “Dai riesini solo 400 voti”. (Giuseppe Filetto e Marco Preve, Repubblica)

La lunga giornata vissuta ieri da Giovanni Toti ha due volti. Quello rimasto chiuso nella caserma della Finanza, all’interno dell’inaccessibile area portuale: otto ore e mezza di interrogatorio serrato davanti a tre magistrati inquirenti. Più di 180 domande messe nero su bianco dai pm e poste al presidente della Regione Liguria, sospeso dal 7 maggio scorso. E c’è il volto reso improvvisamente e in maniera inattesa pubblico, in serata. Diciassette pagine di memoria difensiva che, sebbene consegnate agli stessi pubblici ministeri, finiscono sul sito di un’emittente televisiva locale prima che l’interrogatorio venga completato, almeno apparentemente: circostanza su cui l’autorità giudiziaria sta cercando di fare luce. Un documento che sembra essere stato redatto, più che per i magistrati, per l’opinione pubblica. Ma anche per le forze politiche, che attendono di capire se Toti si dimetterà o meno. E per una sequela di soggetti che in quei fogli sono nominati. A cominciare da tutti quegli imprenditori che, a detta del presidente regionale, lui stesso ha incoraggiato nella loro attività in Liguria, al di là del fatto che questi avessero o meno finanziato la sua compagine politica. «Servire il bene e l’interesse comune dei cittadini liguri e delle loro istituzioni» è stato il fine della sua azione politica, scrive Toti. (Marco Fagandini, Tommaso Fregatti e Matteo Indice, La Stampa)

Quel messaggio ai partiti. Il governatore (agli arresti) non pensa di dimettersi. E sottolinea gli obiettivi «rivendicati dalla maggioranza che mi sostiene». La memoria è quasi un documento politico, per chiamare alle responsabilità gli alleati. Spiega ai pm che non toglierà il disturbo e sottolinea «carenze ed errori» nell’indagine. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)

Carmelo Lopapa su Repubblica: Sul voto il fattore corruzione. Giovanni Toti è un amministratore con i giorni contati. Se sarà davvero così ostinato, riuscirà a occupare la poltrona fino alle Europee dell’8 e 9 giugno. Lo sa bene il presidente in carica della Regione ligure. Lo sanno ancora meglio i suoi avvocati, autori delle 17 fitte pagine di memoria difensiva consegnate agli inquirenti.

Da von der Leyen l’apertura a Meloni: «Con lei lavoro bene». «È pro Europa, siamo lontane sui diritti Lgbt». Il no a Le Pen. Id espelle i tedeschi di Afd. Scontro fra Tajani e la leader francese. Il capo di Forza Italia: il Rassemblement è contro la Ue. La replica: falso, ma va riorientata. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Tajani: “Nessun dialogo con Le Pen FI può arrivare al 10 per cento”. Il vicepremier: “Ho già battuto la sinistra con un’intesa fra popolari, liberali e conservatori Voglio riproporla E Salvini può entrare”. (Emanuele Lauria, Repubblica)

«Afd neonazista e Salvini l’ha aiutata FdI? Il governo partner affidabile». Weber: il Pd torni ai seri compromessi. L’Europa si trova a una svolta storica e gli elettori devono rendersi conto che nulla è automaticamente garantito. Le Pen e la Lega hanno reso forte Afd, hanno contribuito al suo processo di crescita. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Stefano Folli su Repubblica: Incroci pericolosi tra Meloni e Le Pen. Una volta di più il presente s’intreccia col passato. La francese Le Pen, da sempre aspirante all’Eliseo, e l’italiana Meloni non si amano ma provano a lavorare insieme per unire la destra italo-francese. Nelle intenzioni la prima vittima dell’operazione dovrebbe essere Macron, inviso a entrambe e simbolo di quell’Unione europea che loro vorrebbero non abbattere, ma disarticolare per ricostruirla su basi non ben precisate.

Riforme, Mattarella e Zuppi indicano la strada maestra: “La Costituzione è il futuro”. La Cei preoccupata dal premierato e dall’autonomia: “No a scelte di parte”. Il Capo dello Stato difende la Carta ricordando Giovanni Goria: rafforzò il Parlamento. (Iacopo Scaramuzzi e Concetto Vecchio, Repubblica)

Riforme, è scontro sui senatori a vita. Così i passaggi più delicati di questa maxi-riforma rischiano di passare in secondo piano, nei tempi del dibattito, rispetto alle lunghe disquisizioni degli ultimi giorni su quanti debbano essere i senatori a vita, che aree politiche rappresentino e quante volte il Nobel Carlo Rubbia o l’archistar Renzo Piano pigino i bottoni in aula. Si assiste persino a storiche giravolte: i 5S ora difendono a spada tratta i senatori a vita, «che volevano abolire», ricorda Berrino di Fdi.Replica del grillino Marton: «Ma noi abbiamo messo democraticamente ai voti l’abolizione su Rousseau, mentre da voi decide tutto la famiglia Meloni». Sorvolando sul particolare che la piattaforma Rousseau fosse gestita dalla famiglia Casaleggio, per via ereditaria. (Laura Cesaretti, Il Giornale)

Migranti in Albania, Rama scarica Meloni: “Il centro sarà un flop”. Ruspe a Gjader in Albania: qui sorgerà il centro per migranti soccorsi dall’Italia. Dopo averlo appoggiato, il premier boccia il progetto voluto dal centrodestra. “Ci saranno ricorsi, verrà bloccato dalla burocrazia italiana e dalle regole Ue”. Ma l’articolo è meno pessimista de titolo (Gerardo Greco, Repubblica)

Campi Flegrei, la tentazione di Elon Musk: con SpaceX offre interventi in caso di emergenza ma il governo tarda a stringere un accordo. Il patron di Tesla vorrebbe dare il proprio supporto in caso di necessità ma “non abbiamo avuto più notizie”. “Scontato” l’uso della costellazione di satelliti Starlink per tutelare il Paese in caso di calamità naturale. (Stefano Baldolini, Repubblica)

L’intervista al governatore del Veneto «Una polizza nazionale contro le alluvioni. Il clima è un’emergenza». Zaia: con i bacini di laminazione evitato il peggio. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Migliaia di giovani per Falcone «Memoria antidoto contro i clan». La giornata a Palermo con la sorella Maria e i ministri. E Schlein partecipa al corteo. (Lara Sirignano, Corriere della Sera)

Salis va ai domiciliari a Budapest. Il padre: primo passo verso l’Italia. Lascia il carcere, ora ha il braccialetto elettronico. Schlein: il governo si impegni come per Forti. (Fabrizio Caccia, Corriere della Sera)

“Chico trattato da star”. La rivolta dei detenuti nel carcere di Verona. Per gli altri prigionieri Forti, condannato per omicidio negli Usa,

gode di molti privilegi: dal vitto agli abbracci con il deputato di FdI. (Enrico Ferro, Repubblica)

Redditometro. Leo e Spalletta siglano l’atto di indirizzo che sospende tutto fino ai decreti attuativi della delega fiscale. Dopo lo stop annunciato dal premier Giorgia Meloni sul redditometro, la maggioranza ha archiviato la questione almeno fino a dopo le Europee, visto che capire come modificare la misura fiscale richiederà di trovare un punto di incontro politico. «Si deve fare un tavolo e discutere. Per adesso il caso è chiuso», dichiara Alessandro Cattaneo, capogruppo di Fi alla Camera. «È una vittoria per gli italiani, una giusta scelta. Il redditometro è uno strumento superato e si è risolto il problema», ha detto il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani a margine di un evento del partito a Roma. Sulla stessa linea anche la Lega. Matteo Salvini ha infatti ribadito come «lo Stato non deve perseguire in base alle supposizioni. È un errore di percorso (il redditometro, ndr), fortunatamente è durato una manciata di minuti, ampiamente superato». Sulla sospensione si sono poi anche espresse le associazioni dei consumatori, accogliendo in modo positivo il passo indietro fatto dal governo. (Giorgia Pacione Di Bello, La Verità)

Redditometro non è stata solo una svista. Più giorni passano dalla “scoperta” del decreto ministeriale sul redditometro, che ha messo in fibrillazione la maggioranza, più si capisce che non sta in piedi la versione della “distrazione” di Leo. Lo strumento cancellato doveva infatti contribuire al finanziamento di poste come il taglio del cuneo fiscale o il mantenimento della riforma anche per il 2025, dato che con la legge di stabilità è stata spesata solo per il 2024. Meloni forse non poteva fare altro, di fronte alle reazioni di Forza Italia e Lega e al plateale tentativo di scaricare su Fratelli d’Italia la responsabilità dell’introduzione del “Grande Fratello” fiscale. Tagliato il redditometro, però, occorrerà individuare il modo di trovare da un’altra parte l’ammontare che avrebbe contribuito a portare nelle casse dello Stato.(Marcello Sorgi, La Stampa)

Tagli alle liste d’attesa Rimborsi per le visite effettuate nel privato. Giorgia  Meloni  a  Schillaci  lo  ha  detto  a  chiare  lettere: «sull’abbattimento delle liste di attesa ci giochiamo un bel pezzo di consenso elettorale, per cui nel decreto legge del 3 giugno serve una disposizione chiara, che garantisca sempre e comunque la prestazione nei tempi dovuti». Detto fatto ed ecco spuntare nelle 25 pagine della bozza il rimborso “salta fila”, che consentirà al cittadino di ottenere automaticamente dal privato quello che il pubblico non riesce ad assicurargli nei tempi massimi previsti per legge. Che sono poi 72 ore per i casi urgenti, 10 giorni per le prestazioni da garantire in tempi brevi, 30 giorni per le visite e 60 per gli accertamenti diagnostici differibili, 120 giorni per quelle differibili. Tempi spesso non rispettati, costringendo i cittadini a pagare così tasca propria il privato, nonostante un decreto legislativo del lontano 1998 avesse stabilito che in caso di mancato rispetto dei tempi massimi di attesa l’assistito “può chiedere” che la prestazione venga fornita dalla Asl in regime di libera professione intramuraria. Una norma rimasta inapplicata perché mai pubblicizzata e per il muro alzato dalla stesse Asl, che non forniscono né moduli né informazioni su come ottenere il rimborso. Ora il decreto legge stabilirà invece il principio che qualora i tempi di attesa sforino le soglie in automatico l’assistito possa accedere al privato convenzionato, ma in regime di libera professione. Come avverrà il rimborso di medici e strutture private lo stabilirà un successivo decreto ministeriale. (Paolo Russo, La Stampa)

«Evasione molto diffusa, il redditometro va cambiato. Il governo è senza soldi». Calenda (Azione): esecutivo in gran confusione. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Piccoli abusi edilizi, ecco la sanatoria. Tollerate le difformità fino al 5%. Il decreto al Cdm. Ok definitivo sul Superbonus. Leo firma lo stop al ritorno dei controlli fiscali. Per il Superbonus è fissata in 10 anni la durata delle detrazioni fiscali per lavori edilizi. (Mario Sensini, Corriere della Sera)

NewsCorp, intesa con OpenAi: 250 milioni per i contenuti. È il sesto accordo della società di intelligenza artificiale. (Giuliana Ferraino, Corriere della Sera)

«Safilo, più ricavi e digitale. Obiettivo quota 1,3 miliardi». L’ad Trocchia: interesse per Marcolin? Bella azienda. (Emily Capozucca, Corriere della Sera)

Stellantis, Tavares incontra i sindacati. Il 27 maggio al centro i progetti per gli stabilimenti italiani. (Diego Longhin, Repubblica)

Mediaset batte Rai e i conti 2024 volano con ascolti e pubblicità. Tra gennaio e marzo per Mfe ricavi in crescita dell’8,2%. La raccolta è in aumento del 6%. E si prepara il sorpasso anche nel prime time. (Sara Bennewitz, Repubblica)

Gli altri temi del giorno

L’Onu rilancia l’allarme: gli aiuti non arrivano a Gaza. Il molo galleggiante costruito dagli Usa, con un costo di 320 milioni di dollari, potrebbe rivelarsi un fallimento, secondo il World Food Program (Wfp) dell’Onu. Operativa da venerdì 17, la piattaforma si è fermata domenica e lunedì dopo che i camion sono stati assaltati dalla folla, e un palestinese è stato ucciso da un colpo di fucile. I filmati non permettono di capire chi abbia sparato. Solo cinque dei sedici camion sono arrivati a destinazione. Le fonti intervistate dalle agenzie di stampa danno indicazioni contraddittorie sulla ripresa delle consegne da martedì. Attualmente le forze armate di Israele si occupano della sicurezza dei convogli nel momento in cui sbarcano e fino a quando non abbandonano l’area sicura del porto. Poi la sicurezza è affidata alle organizzazioni umanitarie. Parte delle 569 tonnellate sbarcate è quindi ferma, in attesa che siano individuati percorsi sicuri. La situazione non è migliore a Rafah dove i valichi verso l’Egitto sono ancora bloccati. E centinaia di camion con gli aiuti sono fermi. (Il Sole 24 Ore)

Raid su Gaza City, uccise donne e bambini. La Corte internazionale. Bombardamenti dal cielo e da terra. Israele insiste su Rafah. Ma anche sul Nord di Gaza e sulla City, dove la Wafa riferisce l’uccisione di «almeno 12 persone, tra cui donne e bambini». L’agenzia Unrwa ha valutato, all’inizio della settimana, che più di 800 mila persone sono “fuggite” da Rafah, da quando le forze di Tsahal vi hanno fatto ingresso boots on the ground. I militari sostengono di aver indotto «all’evacuazione circa 950 mila civili palestinesi in sole due settimane», pari al 60-70% della popolazione civile lì ammassata e plurisfollata, in quel momento. Da diciassette giorni, hanno contato fonti egiziane della Mezzaluna Rossa e della sicurezza, la frontiera fra il territorio palestinese e quello egiziano è chiusa dall’interno dell’enclave. E i camion di aiuti umanitari restano bloccati nel Sinai.

«Operatore del valico di giorno e terrorista di notte. Questo è Nasser Kamel Issan Abu Mussa», ha denunciato l’esercito. Lui «e i suoi amici di Hamas sono la ragione per cui dobbiamo continuare a operare a Rafah». Pur se «in modo mirato e preciso», specificano gli israeliani. (Fabiana Magrì, La Stampa)

A Gaza la guerra moderna più catastrofica”. “La crisi umanitaria di Gaza non è comparabile con nessun altro conflitto avvenuto negli ultimi vent’anni. Tanto che sembrerebbe inopportuno considerarlo tale”. Ne è convinto Vittorio Bruni, ricercatore in Studi sulle Migrazioni all’Università di Oxford, che confrontando i dati delle guerre degli ultimi 20 anni mostra “una sproporzione con quest’ultima”.

Dott. Bruni, perché i numeri di questa guerra non sono paragonabili agli altri? È un dato di fatto. I numeri (che vedete nei grafici in pagina, ndr) su Gaza sono ben più catastrofici di quelli dei conflitti in Afghanistan, Siria, o Ucraina. Le ragioni principali sono due: in primo luogo, il popolo palestinese non può scappare. I civili si ritrovano sotto le bombe 24/7 senza alcun luogo sicuro in cui nascondersi o Paesi terzi in cui cercare salvezza. Molti sono stati uccisi mentre erano in fila per ricevere cibo. In aggiunta, a Gaza non vi è praticamente nessuna presenza umanitaria. Solitamente, appena scoppia un conflitto, agenzie dell’Onu e Ong inviano personale e risorse per assistere la popolazione. A Gaza, viste le uccisioni anche di operatori Onu da parte delle forze armate di Israele, nessuna agenzia è in grado di inviare il personale necessario sul campo. La popolazione palestinese, a differenza di quella degli altri conflitti, è abbandonata a se stessa. A Gaza vengono uccisi 157 innocenti al giorno, mentre in Siria ne venivano uccisi 96, in Sudan 52, e in Ucraina 44. (Alessia Grossi, La Stampa)

Taiwan, Pechino simula l’attacco. Gli Usa: «Mossa sconsiderata». Esercitazione senza preavviso per punire il «tradimento indipendentista» del presidente Lai. (Guido Santevecchi, Corriere della Sera) Dopo l’insediamento del nuovo presidente Lai, Pechino muove le sue forze per addestrarsi su come imporre un eventuale blocco dell’isola. (Gianluca Modolo, Repubblica)

Guido Santevecchi sul Corriere: L’incubo del terzo fronte. Sale la tensione tra la Cina e Taiwan. E Xi Jinping nello scontro con Taipei gioca con le paure del mondo.

Razzi su Kharkiv, strage nella tipografia. Il «New York Times»: Blinken preme per il via libera a Kiev all’uso di armi americane anche sul suolo russo. (Marta Serafini, Corriere della Sera)

La Casa Bianca pensa alla Ue per gestire il valico di Rafah. Netanyahu a chi ha riconosciuto la Palestina: «Ci saranno conseguenze». Sono riprese le trattative per la liberazione degli ultimi ostaggi ancora vivi. (Davide Frattini, Corriere della Sera)

Falsificò il testamento di Berlusconi. L’imprenditore in cella in Colombia. Arrestato Di Nunzio. A Milano indagini chiuse: «Tentò l’estorsione ai figli dell’ex premier». (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)

Le truffe agli anziani, il copione per le telefonate «Così vanno nel panico». Roma, 13 arresti. «Signora, suo figlio ha avuto un incidente». Le regole dei truffatori di anziani erano scritte su foglietti di carta. A penna con inchiostro blu. (Corriere della Sera)

Il Corriere intervista Franca Gandolfi, vedova di Domenico Modugno: «Era un dongiovanni, ma dopo l’ictus gli perdonai tutti i tradimenti. Compose “Volare” davanti ai miei occhi». Parla la 91enne vedova del cantautore scomparso nel 1994: «Ricordo l’ultimo giorno, morì a Lampedusa dopo una lunga nuotata».

Gli Anniversari

1543, muore a Frombork Niccolò Copernico
1626, Peter Minuit compra Manhattan
1738, fondata la Chiesa metodista
1810, l’Argentina comincia a ribellarsi alla Spagna
1832, proclamato il Regno di Grecia
1844, Morse trasmette il primo messaggio telegrafico
1883, inaugurato a NY il Ponte di Brooklyn
1895, immorale: Oscar Wilde condannato al carcere
1915, offensiva italiana sul Piave (mormorava…)
1928, il dirigibile di Nobile arriva al Polo Nord
1930, prima donna a volare dall’Inghilterra all’Australia
1940, collaudato il nuovo elicottero Sikorskij
1943, Mengele capo medico di Auschwitz
1958, nasce la United Press International
1961, Cipro membro del Consiglio d’Europa
1968, studenti danno fuoco alla Borsa di Parigi
1974, muore a NY Duke Ellington
1976, entra in servizio il Concorde
1988, Italia: primo negozio Ikea a Cinisello Balsamo
1993, l’Eritrea indipendente dall’Etiopia
1994, ressa alla Mecca: mille morti
1997, Khatami presidente dell’Iran
2000, matematici: a Parigi il Congresso del Millennio
2001, record: a 16 anni Temba Tsheri scala l’Everest
2004, Israele: termina l’Operazione arcobaleno
2011, fuori uso tre reattori nucleari a Fukushima

Nati oggi

1686, Daniel Gabriel Fahrenheit
1743, Jean Paul Marat
1810, Attilio Bandiera
1819, Vittoria I d’Inghilterra
1900, Eduardo De Filippo
1925, Raffaele Pisu
1935, Piersanti Mattarella
1940, Gerardo Sacco
1941, Bob Dylan
1949, Aurelio De Laurentiis
1955, Gianfranco Dell’Alba
1961, Ilaria Alpi
1987, Fabio Fognini

Si festeggiano Santa Maria Ausiliatrice e Sant’Amalia

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