“Nelle piccole cose fidati della mente, nelle grandi del cuore” (Sigmund Freud)
Il Corriere e il Giornale temono tensioni in piazza nelle manifestazioni per il 25 aprile. Repubblica, Stampa e Domani, il foglio di Carlo De Benedetti, usano l’anniversario della Liberazione per attaccare indirettamente il governo: la prima ha un sondaggio di Antonio Noto, secondo il quale il 72 per cento degli italiani è antifascista, e poi intervista Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura e uomo da sempre di destra ma attento in questo caso a sviare le polemiche, il quale si dice persino disposto “a fare da scudo umano” se Antonio Scurati, lo scrittore del monologo censurato in Rai, dovesse davvero essere oggetto di violenza.
De Bortoli sul Corriere si duole che a distanza di 80 anni (sono 79 dal 25 aprile del 1945, ma l’arrotondamento appare più efficace) non riusciamo ad avere una memoria condivisa e scrive: “Ogni 25 Aprile, così febbrile per il concentrarsi di polemiche già destinate, da domani, a un precoce oblio, dovremmo fare un piccolo esercizio: recitare una sorta di preghiera laica. Qualunque sia la nostra opinione. Andare a rileggersi gli scritti di chi stava per dare la propria vita alla Patria (concetto sul quale siamo tutti d’accordo, vero?) e aveva perduto ogni speranza. Nella consapevolezza però che il proprio sacrificio non sarebbe stato vano. Sono le Lettere di condannati a morte della Resistenza, 8 settembre 1943-25 aprile 1945 (Einaudi). Uomini, donne, persone di ogni ceto e di ogni età. Parole strazianti, profonde, di grande amore per l’Italia. C’era anche chi chiedeva perdono per il dolore che avrebbe inflitto ai propri familiari. Quasi ottant’anni dopo dovremmo domandarci se non sia il caso, almeno qualche volta nella nostra immemore attualità, di chiedere noi perdono a loro”. Sul fronte esplicitamente filogovernativo, Sallusti sul Giornale scrive che lui non può dirsi antifascista se oggi gli antifascisti attaccano la polizia, stanno con i terroristi di Hamas e con Putin.
La notizia più popolare della giornata è la fine del numero chiuso a Medicina: i primi sei mesi saranno per tutti, poi ci sarà la selezione. La decisione serve a formare più medici, visto che ne mancheranno secondo le stime correnti 37 mila nei prossimi cinque anni. Anelli, presidente dell’Ordine dei medici, è molto scettico e dice a La Stampa che così si creano solo disoccupati poichè già con le norme attuali “nel 2034 avremo 13 mila esuberi”. Secondo Anelli non ci sono le strutture universitarie per accogliere 70 mila ragazzi con l’accesso libero nel primo semestre, e finiremo per formare a caro prezzo medici che andranno a lavorare all’estero, facendo un regalo ai paesi stranieri. E’ tuttavia abbastanza desolante vedere le iniziative che vengono messe in campo per risolvere quella che viviamo come crisi sanitaria senza un vero raccordo tra di loro, dando l’idea di decisioni improvvisate: mancano i medici e apriamo il numero chiuso a medicina, ci sono le liste di attesa per gli esami e le visite specialistiche e obbligano i medici a rallentare l’attività intramoenia degli ospedali, ci sono i pronto soccorso intasati e si creano degli hot spot e le case di comunità ma senza la possibilità di fare esami Radiologici (Tac o Rnm). E così via.
Interessante invece l’esempio della Regione Lazio che afferma di aver ridotto nei primi quattro mesi dell’anno le liste d’attesa del 30 per cento unificando quelle di ambulatori pubblici, ospedali e cliniche private. Così la regione ha fornito 1,5 milioni di prestazioni nel sistema convenzionato e ha l’obiettivo di arrivare a 4,5 milioni. Lo scrive il Messaggero, anche se non si ha ancora la percezione di un miglioramento di un terzo nei tempi di attesa per esami e visite specialistiche. Intanto Elly Schlein dice che la spesa sanitaria va portata subito al 7,5 per cento del Pil, dall’attuale 6,2. Sarebbe opportuno verificare anche gli sprechi dell’attuale spesa, comunque inferiore alla media europea. Ma intanto sarebbe una grande e utile rivoluzione centralizzare la sanità: le regioni si rivolterebbero ma sarebbe una riforma più importante del premierato, anzi per chi riuscisse a farla poi il premierato sarebbe una passeggiata.
Giorgetti va alla Camera, attacca ancora il Superbonus e difende il compromesso sul Patto di stabilità. Pochi seguiti al voto contrario degli italiani al Parlamento europeo poichè il tema è scottante: Veronica de Romanis scrive su La Stampa che è,stato un errore, Angelo De Mattia spiega sul Messaggero che bisogna reagire con la crescita del Pil e il “debito buono” proposto da Mario Draghi.
A proposito del quale Tajani fa sapere che non è il candidato del Ppe alla guida della Commissione europea dopo le elezioni. Macron invece lo sostiene, e lo fa anche Renzi.
La Rai cerca di sopire le critiche per il caso della censura a Scurati e il Foglio riprende la voce dell’improbabile candidatura di Riccardo Pugnalin a direttore generale, con Rossi ad e Sergio fuori.
Le istituzioni torinesi, Comune, Regione, Diocesi e Camera di Commercio, fanno quadrato sulla Fondazione Crt, mentre diventa più chiaro il “patto occulto” tra i consiglieri denunciati da Palenzona al Mef. Tremonti dice a La Stampa che le Fondazioni non devono fare speculazioni finanziarie.
Carlo Messina all’assemblea di Intesa rivendica il ruolo della banca in Italia e in Europa, dove è anche quella che remunera meglio gli azionisti.
Stellantis chiude Mirafiori per un mese e La Verità attacca il solito “ricatto” degli Agnelli/Elkann, che vogliono i soldi pubblici per mantenere le fabbriche in Italia. Intanto Paolo Berlusconi diventa concessionario delle auto elettriche cinesi.
Delfin (eredi Del Vecchio) e Caltagirone non vanno all’assemblea Generali, di cui sono importanti azionisti di minoranza. Il presidente della compagnia triestina, Sironi, come risposta attacca il Dl Capitali che ha cambiato le regole sulla lista del Cda.
Il Fatto fa sapere in copertina che 8080 criminali starebbero per uscire di prigione grazie allo Svuotacarceri. Senza il provvedimento uscirebbero comunque tra 8 mesi.
Il Giornale esprime solidarietà a Piero Fassino, ex segretario del Pd, accusato di aver rubato un profumo all’aeroporto. Lui dice di averlo messo in tasca solo perchè aveva le mani occupate cin bagaglio e telefono.
L’Atalanta batte la Fiorentina e va in finale di Coppa Italia con la Juve.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Le piazze del 25 Aprile. I timori su Roma e Milano. La «vigilanza» sugli antagonisti e i piani sicurezza per la presenza dei filopalestinesi e della Brigata ebraica. Tra i leader attesi nel capoluogo lombardo oltre al sindaco, Schlein Fratoianni e Calenda.(Cesare Giuzzi e Rinaldo Frignani, Corriere della Sera) Meloni con Mattarella all’Altare della Patria. Il «basso profilo» di FdI sulla ricorrenza. Per Tajani cerimonia alle Fosse Ardeatine. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)
25 Aprile, un Paese in festa. Tutte le piazze della Liberazione. Le celebrazioni da Trieste a Palermo. I cortei principali a Roma e Milano dove ci sarà anche la leader Pd Elly Schlein con lo scrittore Scurati. Salvini annuncia la sua presenza, Meloni sarà all’Altare della Patria. (Matteo Pucciarelli, Repubblica)
Sangiuliano: “Il 25 aprile è di tutti. Inutile dire ogni giorno di essere antifascista”. Intervista al ministro della Cultura: “Oggi sarò al museo di via Tasso. La Liberazione non è merito della minoranza partigiana comunista”. (Carmelo Lopapa, Repubblica)
«Non si avveleni il clima. I valori frutto della Resistenza devono essere comuni». Fontana: le strumentalizzazioni a fini politici non aiutano. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
Furio Colombo su Repubblica: 25 Aprile, la mia Resistenza e i fascisti eterni. A me la parola fascista, oltre un sussulto ineliminabile di paura, ricorda in modo quasi automatico due momenti della mia scoperta della Resistenza.
Michael Walzer: “Negare la libertà di parola è l’inizio dell’autoritarismo”. Il filosofo di Princeton: “Quanto è successo da voi è un flagrante attacco al tipo di dibattito politico che la democrazia richiede”. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)
«Senatrice, lei è ebrea?» Nuova polemica in Rai. E Rama contesta Report. La domanda a Ester Mieli su Radio 1. L’ad Sergio si scusa. Dall’Albania. Il presidente telefona a Corsini: non ci hanno dato la possibilità di contraddittorio. (Antonella Baccaro, Corriere della Sera)
Ora sulla censura a Scurati l’ad Sergio fa retromarcia ma a Meloni non basta e pensa a un “commissario”. La premier per uscire dall’imbarazzo valuta un nuovo manager: Riccardo Pugnalin. (Giovanna Vitale, Repubblica)
Massimo Recalcati su Repubblica: Caso Scurati, alle radici della censura. La dottrina e la pratica della democrazia escludono una concezione proprietaria della verità. È un esercizio difficile ma necessario. Perché è la sola testimonianza oggi possibile dell’antifascismo.
Autonomia, governo sotto «Voto da ripetere». Lite con l ’ o p p o s i z i o n e . D e c i s i v a l ’ a s s e n z a d e i l e g h i s t i sull’emendamento del Movimento. Il presidente di FI rinvia la seduta a domani. La modifica cancellava la parola «autonomia». (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Premierato più vicino Sì al ddl in Commissione. Il cammino è ancora lungo, ma la riforma costituzionale sul premierato esce dalla commissione Affari Costituzionali del Senato, dopo 5 mesi, con un testo che potrebbe essere molto vicino a quello definitivo. E, senza uno scioglimento anticipato delle Camere, l’elezione diretta del capo del governo potrebbe essere una realtà nel 2027. Il ddl Casellati, dal nome del ministro per le Riforme, ha avuto ieri i voti favorevoli di FdI, FI, Lega e Autonomie e quelli contrari di Pd, M5s e Avs. Italia viva si è astenuta. Ha ottenuto il via libera il relatore Alberto Balboni, presidente della Commissione di FdI, che riferirà in aula, prima che il ddl sia calendarizzato. «Presto – dice Elisabetta Casellati- metteremo la parola fine a inciuci, giochi di palazzo e governi tecnici». (Anna Maria Greco, Il Giornale)
Massimo Franco sul Corriere: Se l’Europa si trasforma in bersaglio dell’esecutivo. Dire che il governo italiano rischia di preparare il proprio isolamento in Europa è esagerato. Segnalare che sta prendendo sempre più le distanze da «un»’Europa è doveroso. Prima c’è stata l’astensione sul nuovo patto di Stabilità, alla quale si sono associati il Pd e, addirittura con un voto contrario, il M5S. Ieri il gruppo dei conservatori europei, l’Ecr presieduto dalla premier Giorgia Meloni, ha diffuso una sintesi del suo intervento, che suona come una critica frontale all’Ue di questi anni, accarezzando i temi cari al sovranismo. Difficile capire se sia solo il frutto di una strategia che teorizza «nessun nemico a destra»; e dunque cerca di non lasciare alla Lega di Matteo Salvini quelle sacche del populismo di destra per definizione antieuropeo. Si tratti di un espediente elettorale o meno, rafforza la decisione presa sul patto di Stabilità.
Il video di Piero Fassino al duty free: ecco cosa c’è nelle immagini di sicurezza. La difesa: “Non volevo rubare quel profumo Chanel”. Alla security dell’aeroporto di Fiumicino che lo ha bloccato aveva detto: “Mi è squillato il telefonino, non ho tre mani”. Ma le immagini lo smentiscono. (Romina Marceca, Repubblica)
Caso Fassino, la Procura indaga: già acquisiti tutti i video della sorveglianza.Sul caso Fassino ora indaga anche la Procura di Roma. Come ha svelato ieri il Fatto, il deputato del Pd – nonché ex ministro della Giustizia – il 15 aprile è stato denunciato dai responsabili del duty free dell’aeroporto Leonardo da Vinci, con l’accusa di essersi messo nella tasca del giaccone un profumo da donna del valore di oltre 100 euro e aver provato ad allontanarsi senza pagare. La Polaria di Fiumicino nei giorni scorsi ha consegnato ai pm un’informativa in cui sono messe in fila la ricostruzione dell’episodio e le dichiarazioni a caldo del politico dem. Oltre alla relazione degli agenti, la polizia di frontiera ha acquisito e trasmesso all’autorità giudiziaria i filmati (ce ne sono almeno due) della videosorveglianza: le telecamere, infatti, hanno ripreso tutta la scena e le immagini, sul momento, hanno convinto i manager dell’area commerciale a sporgere querela. Alla comunicazione della notizia di reato seguirà l’apertura di un fascicolo, con la conseguente delega delle indagini alla polizia giudiziaria. Ieri Fassino ha confermato alle agenzie quanto già spiegato il giorno prima, ribadendo con forza la sua versione del misunderstanding: “Questa storia mi fa stare male, in vita mia non mi sono mai appropriato di nulla”, ha detto. (Vincenzo Bisbiglia, Il Fatto Quotidiano)
Svuotacarceri: 5.080 detenuti fuori in 24 ore. Fino a 5.080 detenuti – uno ogni 12 – uscirebbero dal carcere dalla sera alla mattina. E tra loro fino a 777 condannati per i reati più gravi: mafia, terrorismo, tratta di esseri umani, schiavitù, violenza sessuale di gruppo. Ecco l’effetto dell’indulto mascherato previsto dal disegno di legge presentato dal renziano Roberto Giachetti e in discussione in Commissione Giustizia alla Camera. A illustrare i numeri è stato Felice Maurizio D’Ettore, il nuovo Garante nazionale dei detenuti: dalla relazione emerge come siano, appunto, oltre cinquemila le persone con pena residua pari o inferiore a otto mesi, cioè i potenziali interessati. Perché otto mesi? Per capirlo serve riassumere l’accordo politico tra Giachetti e Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia FdI. Lo sconto di pena per “buona condotta” previsto dal ddl passerà da 45 a 60 giorni ogni semestre. E potrebbe essere retroattivo fino al 1° gennaio 2016 (la “liberazione anticipata speciale” vera e propria): se passerà, chi si è comportato bene negli ultimi otto anni avrà un’ulteriore detrazione di 15 giorni da sommare a tutti i periodi di 45 già abbuonati. Si tratta di un mese in meno per ogni anno scontato, quindi di otto mesi cancellati automaticamente per chi è stato recluso dal 2016 al 2023 (di meno per gli altri, a seconda della durata della detenzione). Abbastanza, secondo i dati del Garante, per far uscire subito 5.080 persone. (Paolo Frosina, Il Fatto Quotidiano)
Giorgetti: il Superbonus è un mostro «Nessun compromesso o lascio». Il Tesoro sulla linea del rigore: quella misura ha distrutto le condizioni della finanza pubblica. Fitch avverte: servono interventi sul debito pubblico anche nel breve periodo. (Mario Sensini, Corriere della Sera)
Gli sgravi senza coperture e i nuovi vincoli Ue in arrivo: servono circa 20 miliardi. Meloni: non si tolgano poteri alle nazioni. Il richiamo del Fondo monetario. (Federico Fubini, Corriere della Sera)
«Investimenti e Pil, Patto inadeguato». L’eurodeputata Tinagli (Pd): cambiare le nuove regole? Adesso diventa molto difficile. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Sempre meno pensioni. È la stretta sulle uscite anticipate del governo Meloni. I dati Inps del primo trimestre: -16%. Effetto dei nuovi paletti su Opzione donna, quasi azzerata, e Quota 0.3
Tutti i tagli del governo: dall’indicizzazione ai giovani. (Valentina Conte, Repubblica)
Per Generali utile a 1,44 miliardi. Dividendo di 1,28 euro ad azione. Il 27 marzo è entrata in vigore la cosiddetta legge Capitali. Il percorso da compiere però non sarà breve. Approvato il disegno di legge, Mef e Parlamento sono poi delegati a provvedere, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del ddl, ai decreti attuativi e anche alla modifica del Testo unico della finanza (Tuf) del 1998. L’ultima parola, a quel punto, spetterà al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La legge non può tornare in Aula. Ma se dal Quirinale verranno mossi dei rilievi, è prassi consolidata che vengano recepiti. Non è detto che Mattarella ne faccia, sia chiaro. Ma da qui a marzo 2025 al Colle potrebbe arrivare l’eco di altre voci dal mercato e dai fondi stranieri che tengono alta l’attenzione. Ieri, intanto, l’assemblea ha dato il via libera al bilancio 2023 (chiuso con un utile netto di 1,44 miliardi) e al dividendo (1,28 euro per azione), entrambi con oltre il 99% di voti favorevoli alla presenza del 49,79% del capitale rispetto al 63% dell’anno scorso. Ieri non hanno depositato le loro azioni e dunque non hanno partecipato all’assemblea la holding della famiglia Del Vecchio, Delfin (9,93%) e il gruppo Caltagirone (6,19%). Dalla lettura del libro soci, inoltre, è emerso che il primo socio, Mediobanca, detiene il 13,11%, il gruppo Benetton possiede il 4,83%, mentre Fondazione Crt ha rafforzato la quota a ridosso del 2%, portandosi per la precisione all’1,92%. (Camilla Conti, La Verità)
Ricatto Agnelli: niente soldi? E noi chiudiamo la fabbrica. L’ex Fiat pretende quello che ha sempre avuto: fondi pubblici, profitti privati e tesoretto nascosto all’estero. È ora di farsi restituire l’Alfa Romeo che le è stata regalata e fare un bando per case disposte a produrre in Italia. Diceva l’Avvocato: «Ciò che va bene alla Fiat, va bene all’Italia». In realtà non è mai stato così, anzi. Ciò che andava bene alla casa automobilistica della famiglia Agnelli, quasi mai andava bene al resto del Paese. Infatti, i soldi pubblici che lo Stato versava nelle casse private della famiglia torinese non servivano a sviluppare una grande industria meccanica capace di competere nel mondo con altri colossi del settore, ma consentivano all’azienda e ai suoi azionisti di risparmiare e non fare ciò di cui c’era bisogno. Che fine abbia fatto parte di quel denaro lo abbiamo scoperto grazie alla figlia di colui che era considerato una specie di re d’Italia, sia per la ricchezza che lo contraddistingueva che per l’ironia con cui si prendeva gioco dei molti cortigiani che gli leccavano i piedi. Margherita, con la sua causa, ha squarciato il velo su miseria e nobiltà della dinastia, rivelando al mondo e al fisco l’esistenza di un tesoretto miliardario, talmente ben occultato all’estero che neppure la sua erede diretta ne era a conoscenza. (Maurizio Belpietro, La Verità)
Eni, utile a 1,2 miliardi in 3 mesi. Petrolio e gas: produzione +5%. Descalzi: pesa l’effetto gas, stime superate. I giudici: «Nessun greenwashing». Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro la multa dell’Agcm sulla reclame del Diesel+. (Fausta Chiesa, Corriere della Sera)
Pandoro Ferragni-Balocco, i consumatori ora puntano al rimborso dei 5,69 euro di sovrapprezzo. Dopo la bocciatura del Tribunale di Torino alla richiesta di risarcimento per un milione e 500 mila euro le associazioni sono pronte a una nuova azione collettiva per fare ottenere a chi aveva acquistato il prodotto la differenza rispetto al prezzo del dolce griffato. (Repubblica)
La frenata del lusso arriva sulle Borse, Kering tracolla del 7%. Non era pensabile che il mercato dei beni di lusso personali non subisse l’impatto delle tensione geopolitiche, per quanto da sempre resiliente a cigni neri di ogni tipo. Il segnale più forte e chiaro è venuto ieri dalla Borsa di Parigi, dove Kering ha perso il 6,87%. Benché la società guidata da François-Henri Pinault faccia storia a sé (la trimestrale pubblicata martedì è tra le peggiori della sua storia), si tratta pur sempre del secondo gruppo del lusso al mondo dopo Lvmh (che è però quattro volte più grande) e i suoi dati si riflettono – e fanno riflettere – sull’intero comparto. (Giulia Crivelli, Il Sole 24 Ore)
Gli altri temi del giorno
Rafah, offensiva imminente Nuovo video di un ostaggio: «È vivo, senza un braccio». Vertici israeliani al Cairo. L’Ue: inchiesta sulle fosse comuni. (Davide Frattini, Corriere della Sera) Pronto l’attacco a Rafah e Hamas torna a mostrare un video degli ostaggi. L’Idf pronto ad avanzare sull’ultimo fortino jihadista: attende l’ok di Netanyahu. Gli Usa frenano A Khan Yunis una tendopoli per gli sfollati, ma si teme una nuova strage. Hersh commuove Israele. (Paolo Brera, Repubblica)
Distruzione in arrivo a Rafah Usa: colpire Hamas in altri modi. Nella Striscia di Gaza c’è un bilancio, meno evidente di quello delle vittime (che ormai sono oltre 34mila), ma pur sempre drammatico. È quello delle strutture sanitarie ancora in piedi. Dopo sei mesi di guerra gli ospedali attivi sono soltanto undici. Peraltro funzionano solo in parte. Gli altri 26 sono out of service, fuori servizio. Se l’offensiva terrestre contro la città di Rafah prenderà il via tra poco – come lasciano intendere le notizie provenienti da Israele – il colpo inferto a quello che era un sistema sanitario già fatiscente prima della guerra sarà durissimo. Sarà un “quasi colpo di grazia”. Con risvolti catastrofici. (Roberto Bongiorni, Il Sole 24 Ore)
Biden firma per gli aiuti a Kiev, già inviati in segreto i missili Atacms. L’avvertimento a Mosca: «Se attacca Paesi Nato reagiremo». Cremlino: «Gli aiuti Usa a Kiev non cambieranno le sorti del conflitto». Dagli Usa 60 miliardi per l’Ucraina. «A Kiev già i missili a lunga gittata». Sbloccati anche gli aiuti per Israele, Taiwan e l’assistenza per i civili a Gaza. (Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera)
Mosca, purghe e veleni: in manette un vice ministro Altri droni sulle raffinerie. Il nervosismo russo si palesa con le dichiarazioni del portavoce di Putin Dmitry Peskov che riguardo l’arrivo degli aiuti americani per l’Ucraina, attacca: «Ulteriori spedizioni di armi, che devono essere già state preparate, non possono cambiare la dinamica al fronte, la situazione non cambierà», ha detto, senza nascondere però l’irritazione e la preoccupazione di Mosca. Anche perché gli ultimi eventi extracampo, raccontano di crescenti tensioni. Compatti nel seguire la linea di Putin (anche per non fare la fine di Prigozhin) ma non proprio tutti. Il viceministro della Difesa Timur Ivanov, braccio destro del potentissimo Shoigu, è stato infatti arrestato. Secondo le accuse, è sospettato di aver accettato una tangente «particolarmente elevata», un reato che in Russia viene punito con il carcere fino a 15 anni. Ieri il tribunale di Mosca ha deciso il suo arresto come «misura preventiva» per un periodo di 2 mesi. (Matteo Basile, Il Giornale)
Columbia, sgombero rimandato. Studenti e rettrice negoziano. L’ultimatum fissato per domani. Lo speaker Johnson: la dirigente deve dimettersi. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
La spia cinese, i soldi dal Cremlino. L’AfD «azzoppata» dalle dittature. Coinvolti due capilista per le Europee, che restano in corsa. E tra i giovani è il primo partito. AfD è già ribattezzata «Alternative für Diktatoren» o «für Despoten». (Mara Gergolet, Corriere della Sera)
Negli Usa sì definitivo al blocco di TikTok. Era uno dei sogni tecnologici di Donald Trump. Adesso, invece, a firmare la legge sarà Joe Biden. Cambiano gli interpreti ma non il destino di TikTok. A ByteDance, società cinese proprietaria del social network dei video brevi, è stato dato un ultimatum abbastanza chiaro: nove mesi per cedere TikTok US a una società americana. Altrimenti l’app – tra le più popolari in tutto l’occidente – sarà bloccata dagli store di Android e iOS e dai servizi di web hosting negli Stati Uniti, imponendo un ban che in qualche modo sarebbe storico, se visto dalla prospettiva di Washington. La prova di forza l’ha sancita il Senato Usa, riunito nelle scorse ore per discutere di alcuni temi urgenti. Tra i quali, quello ormai storico riguardante TikTok. E alla fine la misura è stata approvata come parte di un pacchetto di quattro progetti di legge che includono anche aiuti militari a Ucraina,
Israele, Taiwan e altri partner statunitensi nella regione dell’Indo-Pacifico. (Il Sole 24 Ore)
Spagna, la first lady è indagata per corruzione. Sánchez: valuto se lasciare. Il premier socialista sospende gli impegni: lunedì la decisione. (S. Gan., Corriere della Sera)
I referti beffa al Beccaria dopo le violenze sui ragazzi. Milano, «zero giorni di prognosi» al detenuto ridotto in semi incoscienza dagli agenti. (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)
Spacciatori di crack a 16 e 13 anni “Così i clan reclutano i baby pusher”. Spariscono gli adulti e a rimpiazzarli ci sono i figli o stranieri non regolari, tutti rigorosamente minorenni . Lo spaccio a Quarticciolo si fa con i baby pusher agli angoli della strada. Il più giovane subito rilasciato “non è imputabile”. (Romina Marceca, Repubblica)
Cospito, condanna confermata Niente ergastolo per le bombe. Ventitré anni di reclusione per l’attentato alla caserma di Fossano nel 2016. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)
Clerici-Ligabue. La disfida del sugo. La conduttrice: il rocker disse no al «mio» Sanremo perché venivo dalla Prova del cuoco. Lui smentisce e lei lo invita in tv. (Renato Franco, Corriere della Sera)
Il Corriere intervista Melania Rizzoli: «Abitavo con Mara Venier, diventai il medico di Craxi. Ho visitato Riina in carcere. Sono l’unica a sgridare Feltri».
Andrea Laffranchi intervista Piero Pelù sul Corriere: «Mi sto facendo aiutare per curare la depressione causata anche dalla fine dei Litfiba. Ora rinasco». Il rocker torna con «Maledetto cuore», anteprima del nuovo album «Deserti». L’intervista dopo un lungo periodo di stop forzato.
Gli Anniversari
306, Costantino I imperatore dei romani
325, conclusione del Concilio di Nicea
1261, Costantinopoli capitale dell’impero bizantino
1593, Enrico IV si converte al Cattolicesimo
1799, Egitto: Napoleone sconfigge Mustafa Pasha
1834, muore a Highgate Samuel Taylor Coleridge
1848, Custoza: Radetzky batte Carlo Alberto
1866, istituito in Usa il generale a 5 stelle
1868, il Wyoming territorio Usa
1871, Iowa: brevettata l’invenzione della giostra
1897, Jack London parte per la corsa all’oro
1898, invasione statunitense di Porto Rico
1907, la Corea protettorato del Giappone
1909, attraversata la Manica in monoplano
1920, prima trasmissione radio bidirezionale atlantica
1927, muore a Napoli Matilde Serao
1943, V. Emanuele III fa arrestare Mussolini
1945, Germania: Dichiarazione di Postdam
1946, primo test sottomarino di bomba atomica
1952, Porto Rico territorio degli Stati Uniti
1956, affonda l’Andrea Doria
1957, Tunisia repubblica con Bourghiba presidente
1978, a Belgrado la Conferenza dei Paesi non allineati
1978, nasce la prima bambina fecondata in vitro
1984, prima donna a passeggiare nello spazio
1992, apertura delle Olimpiadi di Barcellona
1994, Israele e Giordania firmano la pace
2000, Concorde si schianta a Parigi: 104 morti
2007, giura in India la prima premier donna
2011, dopo 6 anni torna in pubblico Fidel Castro
2012, Egan-Jones declassa l’Italia a CCC+
2013, incidente ferroviario a Santiago (Spagna): 79 morti
2018, muore Sergio Marchionne
Nati oggi
1860, Achille Brioschi
1880, Giuseppe Moscati
1889, Cino del Duca
1894, Gavrilo Princip
1905, Elias Canetti
1928, Biagio Agnes
1929, Duilio Poggiolini
1948, Giancarlo Mazzuca
1953, Gigi Marzullo
1957, Fabrizio Feo
1960, Gianfranco Rotondi
1963, Sabina Guzzanti
Si festeggiano San Giacomo e San Cristoforo
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