La nota del 25 giugno

“L’Italia del calcio è come il Pd: se l’è cavata ma nessuno ha capito perchè” (Gianni Kuperlo Parody)

Se c’è una costante nella politica italiana, e anche uno dei (pochi) legami con la Prima Repubblica, la si ritrova nelle elezioni amministrative che premiano costantemente la sinistra. Questa volta vince 17 a 10 nei comuni che sono andati al ballottaggio e, soprattutto, vince nelle città più importanti, Firenze, Bari, Perugia. Schlein e Repubblica cantano vittoria (“La rivincita della sinistra”, anche se nel fondo Cappellini riconosce che “non è un test anti Meloni”), i quotidiani di destra quasi ignorano in prima pagina la cosa. Il Manifesto titola “Qualcosa in Comune”. La Russa chiede di cambiare la legge elettorale che prevede i ballottaggi. L’affluenza è al 47,7 per cento. A Firenze, ed anche ad Avellino, il primo sindaco donna.

Il Corriere prova a far spiegare i risultati al capo dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, Donzelli, il quale cita i dati di Verbania dove il sindaco eletto di sinistra ha avuto al ballottaggio meno voti del candidato di destra al primo turno, ma era meglio evitare. In ogni caso è legittimo che il Pd canti vittoria, ed altrettanto scontato che non cambia nulla sugli assetti di governo.

Per Meloni (e anche per l’Italia) infatti la partita più importante si gioca in Europa: Von der Leyen è più vicina al bis, tratta con Fratelli d’Italia sottobanco e con i Verdi ufficialmente, la politica dei due forni secondo la Stampa. Se, come sembra ormai più che probabile viene confermata la maggioranza Ursula con la stessa Ursula Von der Leyen a capo della Commissione (l’accordo formale dovrebbe essere trovato tra i capi del governo tra venerdì e sabato oppure salta tutto), allora tutto si sposta soltanto sugli uomini che saranno chiamati a farne parte. La Verità scrive che sull’ambiente il rischio è di scivolare dalla padella Timmermans alla brace Ribera, la candidata spagnola.

Oggi i giornali si dedicano ai ritratti di Raffaele Fitto, rimasto candidato unico della maggioranza al ruolo di commissario ed eventualmente di vicepresidente. Il governo sta già preparando le carte per avere la sesta rata del Pnrr e rivendica di essere il primo paese europeo a chiederla. Meloni incontra Orban, sono d’accordo solo sui migranti, ma questo alla fine è un bene visto che difficilmente le destre, anche se dovesse vincere Le Pen in Francia, governeranno l’Europa.

L’Italia del calcio pareggia con la Croazia alla fine degli otto minuti di recupero e passa il turno agli europei. Abbiamo sbagliato un gol fatto con Bastoni, Donnarumma ancora sugli scudi chiude la porta anche ad un rigore di Modric. Spalletti alla fine manda dentro Zaccagni che segna un gol che ricorda quello di Del Piero nella semifinale dei Mondiali 2006 con la Germania. La Svizzera, che ci eliminò alle qualificazioni del Mondiale in Qatar, sabato sarà un avversario più coriaceo dei campioni croati a fine corsa (Brozovic e Perisic prima di tutti).

Il Sole apre sulle regole della sostenibilità del Mef per le piccole e medie imprese, linee guida in 45 indici. L’adesione ai parametri renderà più facile l’accesso al credito.

Emanuele Orsini a Reggio Emilia parla del Fondo di garanzia che ha aiutato moltissimo le imprese durante il Covid.

La Stampa punta su Stefano Cuzzilla presidente delle Fs accanto all’ad Donnarumma.

Il Giornale spiega la Tim di Labriola dopo la vendita della rete: accorpamento delle azioni ordinarie e ci versione delle risparmio.

L’Assolombarda ha preparato e presentato un dossier sull’intelligenza artificiale. Anche Aspen e Intesa hanno preparato un rapporto.

L’Amerigo Vespucci approderà in 31 porti del mondo, dove verrà allestita una mostra dei prodotti enogastronomici italiani.

Federica Brancaccio lancia l’allarme sul blocco dell’edilizia non solo a Milano ma anche nelle altre grandi città.

Il Foglio mette insieme i 160 miliardi del Superbonus che ha ristrutturato le case dei più abbienti e le occupazioni abusive delle case popolari portate alla ribalta dal caso Salis per concludere che “era più progressista la Dc del piano casa di De Gasperi e Fanfani”.

Marcegaglia fa sapere di aver portato i ricavi di gruppo a 8,1 miliardi.

Il Giornale continua i festeggiamenti per suoi 50 anni, con gli ex direttori moderati da Vespa e con Cimbri, Tomasi, Di Foggia e Labriola.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. I risultati delle elezioni comunali 2024: il centrosinistra vince la sfida dei ballottaggi per sette a cinque. Il centrodestra vince a Lecce e Rovigo. Laffluenza crolla al 47,7%. Il Pd riconquista anche Perugia e resiste nei «fortini» rossi . (Paolo Foschi, Corriere della Sera)

Chi ha vinto i ballottaggi alle Comunali 2024: da Firenze a Bari, il centrosinistra conquista tutte le grandi città. La sinistra è viva nei capoluoghi di Regione, però più si entra nel paese profondo e più la sua vena si smarrisce. La lezione dei candidati popolari. Schlein: è un messaggio a Meloni, le città bocciano il governo. (Concetto Vecchio, Repubblica)

Funaro: «Una donna sindaca di Firenze dopo 78 anni? Ora siamo pronti. Che emozione, mi tremano le gambe». La neo prima cittadina: ho ascoltato ogni angolo della città. Grazie a Schlein, è stata presente. «Il mio compagno Paolo? Mi ha chiesto se ero davvero pronta, poi mi ha sempre sostenuta». (Claudio Bozza, Corriere della Sera)

Vittoria Ferdinandi, chi è il nuovo sindaco di Perugia che ha vinto le Comunali 2024. Cavaliere al merito dal 2021, è la prima donna a ricoprire la carica nel capoluogo umbro. Senza tessere di partito, ma con un campo larghissimo, dal Pd ai 5S, dai rossoverdi ad Azione, ha riportato la città al centrosinistra. (Matteo Pucciarelli, Repubblica)

Vito Leccese: “Sono un mansueto, governerò Bari mediando. Dedico la vittoria a mio fratello, ucciso dal Covid”. L’intervista al neoeletto primo cittadino di Bari che raccoglie l’eredità di Decaro: “Ora affronterò il trasloco più breve e più importante della mia vita”. (Davide Carlucci, Repubblica)

Nel Paese del non voto il campo largo si rafforza al Sud e al Centro. La destra tiene in periferia. Le analisi presentate realizzate dall’Osservatorio elettorale del LaPolis (Università di Urbino)-Demos. (Ilvo Diamanti, Repubblica)

La destra contro il doppio turno “Cambiare la legge elettorale”. A Montecitorio tira una brutta aria. I pochi deputati del centrodestra presenti alla seduta di lunedì celano a fatica l’insoddisfazione. Che il clima non fosse buono era chiaro già negli ultimi giorni, ma i distacchi nettissimi subiti a Firenze e Bari, oltre alla sconfitta di Perugia, fanno male nonostante i comunicati autoconsolatori diffusi dai partiti in serata. Difficile trovare un punto d’osservazione dove lo scenario di queste amministrative dia qualche motivo per essere ottimisti. D’altronde i ballottaggi per il centrodestra sono sempre stati un problema. E come dopo ogni sconfitta, anche questa volta sale la tentazione di intervenire sulla legge elettorale per eliminarli.A rilanciare la discussione sul tema è il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative, perché il doppio turno non è salvifico. Anzi, incrementa l’astensione». (Federico Capurso e Francesco Olivo, La Stampa)

Salutata come sempre con grande enfasi, da Firenze a Bari, da Perugia a Potenza, la vittoria nei ballottaggi conferma un’ipotesi già asseverata: e cioè che il sistema elettorale a due turni, specie nelle elezioni locali, favorisce il centrosinistra. Il centrodestra, appunto, nel turno unico può sfruttare agevolmente le divisioni del cosiddetto “campo largo”, quando c’è, e avvalersi dell’unità che malgrado tutto riesce sempre a trovare a dispetto degli avversari. Più in generale, i candidati sindaci del centrosinistra si presentano più forti di quelli del centrodestra, che in molti casi – vedi Firenze – va a spanne. Quello  dei  sindaci  è  inoltre  il  metodo  elettorale  più metabolizzato dagli elettori – anche se la partecipazione al voto è stata ancora una volta molto bassa. L’assenteismo in molti casi ha contrassegnato risultati finali che i cittadini davano per scontati, sentendosi liberi di restare lontani dalle urne. (Marcello Sorgi, La Stampa)

Schlein si rafforza: «Ho messo la mia faccia contro le falsità». La segretaria soddisfatta soprattutto per Bari: messaggio a Meloni, bocciano la destra di governo. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

E Meloni sconfitta lavora alla ritorsione. “Via i ballottaggi cambiamo la legge”. La Russa svela una proposta di legge sostenuta da FdI e Lega per escludere il secondo turno se verrà superato il 40 al primo. (Lorenzo De Cicco, Repubblica)

Massimo Franco sul Corriere: Voto volatile e astensione doppia lezione per i partiti. L’affermazione del centrosinistra a Bari, Firenze e Potenza regala il profumo della vittoria alle opposizioni del governo. E la conquista di Perugia, la vittoria a Campobasso e quella al primo turno a Cagliari mostrano uno schieramento vincente in tutti e sei i capoluoghi di Regione. Ma, di nuovo, a essere sconfitta è soprattutto la partecipazione.

Stefano Cappellini su Repubblica: Una buona alternativa. La buona notizia è che le vittorie dei candidati di coalizione dimostrano che l’elettorato è attento e ricettivo. Premia i buoni progetti di governo. Sia quelli in atto nelle città dove i progressisti già governavano, vedi Bari, che alla vigilia del voto e con metodi poco urbani la destra ha cercato di raffigurare come una Gotham city, sia quelli costruiti per strappare l’amministrazione agli avversari grazie alla scelta di candidati validi e programmi credibili, come è accaduto a Perugia. La notizia meno buona è che questi successi non si possono considerare un test anti Meloni.

Orbán vede Meloni. I punti di intesa (e la distanza su Kiev). Il faccia a faccia a Roma alla vigilia della partita sulle nomine europee. Escluso l’ingresso nell’Ecr. Le affinità su migranti, demografia e difesa. Orbán: «Dopo il voto l’Europarlamento guarda più a destra e questa è una risorsa». (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Viktor Orban e Giorgia Meloni, due compagni di sovranismo alle prese con le alleanze europee. Un faccia a faccia durato quasi due ore, a Palazzo Chigi. Durante le dichiarazioni alla stampa (senza domande), il primo ministro ungherese si rivela più spavaldo e spudorato quando critica e affronta senza infingimenti l’imminente sfida di Bruxelles, dove «tre partiti si dividono i top jobs (i vertici istituzionali europei, ndr)». La presidente del Consiglio italiana evita invece accuratamente di parlarne in pubblico, perché sa di essere parte di quelle trattative. È un vorrei ma non posso che diventa scenografico nello sguardo pieno di condivisione rivolto da Meloni a Orban. In controluce è questo il significato dell’intervento di Orban quando accusa la Commissione europea di essere diventata «di parte» dal 2014 in poi. «L’Ungheria non può appoggiare il patto  tra  tre  partiti»,  popolari,  socialisti  e  liberali,  che «formano una coalizione «e non coinvolgono gli altri», dice il leader di Budapest, che per la prima volta si trova in cerca di una casa europea e senza un’appartenenza chiara. Nel 2019, Orban appoggiò Ursula Von der Leyen e la sua coalizione. Cinque anni fa, infatti, Orban sedeva nel Ppe, il partito che si è di nuovo affermato come il più forte dopo il voto e che, per questo, ha la facoltà di indicare il presidente della Commissione europea. Corsi e ricorsi storici. Adesso tocca a Meloni sostenere Ursula, anche se non farà poi parte integralmente della maggioranza in Parlamento. Ma al Consiglio europeo di giovedì e venerdì, salvo stravolgimenti, la premier dirà sì al bis della presidente uscente, spaccando i conservatori di Ecr. (Ilario Lombardo e Francesco Olivo, La Stampa)

Pnrr, il governo prepara le carte per la sesta rata «Noi i primi». La richiesta pronta entro la settimana. Attesa per la quinta rata da 10,6 miliardi. Così si arriverà a quota 113 miliardi. (Enrico Marro, Corriere della Sera)

Sesta rata Pnrr, richiesta pronta Meloni: «Siamo i primi nella Ue». Entro questa settimana il Governo italiano invierà a Bruxelles la richiesta di accredito della sesta rata del Pnrr: 8,5 miliardi per 37 obiettivi, dalla Linea Adriatica per il gas ai crediti d’imposta per transizione 4.0 e 5.0, dall’avvio delle opere infrastrutturali nella Zes unica del Mezzogiorno fino alle palestre scolastiche, alla riforestazione urbana e alle bonifiche delle discariche abusive. Nell’agenda ci sono anche il potenziamento delle ferrovie del Sud, il completamento delle assunzioni nei tribunali, l’istituzione del Polo del turismo digitale e la digitalizzazione delle attività della Guardia di finanza. Negli stessi giorni Palazzo Chigi conta anche di ricevere, finalmente, il bonifico della quinta rata relativa alle 52 scadenze della seconda metà del 2023, chiesto il 29 dicembre dello scorso anno e rimasto al centro di mesi di confronti sulle verifiche europee. (Manuela Perrone e Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore)

«Decide Giorgia», il mantra di Fitto che aspetta l’Europa tra lealtà e silenzi. Da ex «Bambino» a possibile commissario. I dubbi della premier su come sostituirlo. Attentissimo con i giornalisti. «Se ho già le valigie pronte? Buon lavoro». Una carriera tra grandi vittorie e sonore sconfitte. «Sono morto e risorto 3 o 4 volte». (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

Von der Leyen in bilico tra Verdi e FdI. La ricerca dei voti per la conferma. I nuovi ingressi tra i green, che salgono a 53 e le condizioni per l’appoggio. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Difesa comune Ue: così nasce la risposta alla minaccia di Putin. L’ex premier: era in incubazione ma senza l’invasione del 2022 avrebbe avuto bisogno di molto più tempo. L’Europa ha costruito le basi per essere autosufficiente dal punto di vista della sicurezza. (Enrico Letta, Repubblica)

Maurizio Ferrera sul Corriere: “Policrisi e paura: quel che l’ Europa può fare. Dal 2009 l’Europa è stata investita da una sequenza senza precedenti di emergenze: euro, grande recessione, rifugiati, Covid, guerra in Ucraina, crisi energetica”.

Ue, Tajani tira la volata a Fitto. Salgono le quotazioni di Letta. Fervono le trattative in vista del Consiglio europeo di giovedì e, lo schema di nomine previsto prima della cena informale dei leader europei della scorsa settimana, sembra in parte scricchiolare. Se Ursula von der Leyen rimane il principale candidato alla presidenza della Commissione europea e sembra reggere anche la candidatura della premier estone Kaja Kallas come Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri, sono in discesa le quotazioni dell’ex primo ministro portoghese Antonio Costa al ruolo di presidente del Consiglio europeo. Non convincono, oltre alle questioni giudiziarie aperte, alcune sue posizioni sulla guerra in Ucraina, tema considerato cruciale per il ruolo agli esteri (non a caso il presidente ucraino Zelensky è attesoalla prima giornata del Consiglio Ue), così nelle ultime crescono le possibilità di un altro candidato socialista: Enrico Letta. (Il Giornale)

Ilaria Salis “A Bruxelles non farò l’anti Vannacci ma porterò avanti la lotta dei senza casa”. Alla vigilia della sua prima missione al Parlamento europeo la neo deputata parla della libertà ritrovata e delle prossime battaglie. (Fabio Tonacci, Repubblica)

Nell’annunciare che il 30 giugno scade il termine per opporsi al caricamento dei propri dati e dei documenti clinici antecedenti il 19 maggio 2020 nel fascicolo sanitario elettronico (Fse), i cantori del politically correct, con lo spessore intellettuale di un koala, hanno avviato la solita caccia a chi alza il dito per porre qualche domanda. La notizia è che i cittadini italiani hanno ancora cinque giorni per opporsi al caricamento di documenti e dati clinici personali relativi a prestazioni erogate dal nostro Sistema sanitario nazionale, attraverso il portale legato alla tessera sanitaria (www.sistemats.it). L’alimentazione del fascicolo sanitario elettronico è stata decisa nel 2020 con il decreto legge numero 34 che, a differenza della normativa precedente – che stabiliva che il «consenso all’alimentazione» dovesse essere esplicitamente espresso dall’assistito – ha attivato la modalità di silenzio/assenso sulla procedura. Ergo: se il cittadino non esercita il suo diritto di opposizione, vedrà caricata in automatico tutta la storia della propria vita sanitaria, sia attuale sia antecedente il 19 maggio 2020 (che è la data di pubblicazione del decreto). Chi desidera che il proprio pregresso non finisca online, può accedere al servizio con lo Spid o altri documenti di identità (carta d’identità elettronica, carta nazionale dei servizi), oppure con la tessera sanitaria e il codice Stp (straniero temporaneamente presente). Chi non ha possibilità di accedere online, può essere assistito da intermediari autorizzati presso la propria Asl. (Maddalena Loy e Giorgia Pacione Di Bello, La Verità)

Dalle parole ai fatti anche grazie al governo Draghi che per mano di Vittorio Colao ha dato il via al portafoglio digitale, un contenitore che nelle dichiarazioni ufficiali di luglio 2022 dovrà contenere la tessera elettorale, la patente e tutte le connessioni sanitarie. Compresa la tessera sanitaria elettronica, la stessa che dal 30 giugno (senza esplicito diniego) acquisirà tutti i dati del cittadino italiano prima del maggio 2020. È chiaro che ai fini delle cure e pure della ricerca (statistiche e studi) sarà un enorme passo avanti. Ciò che non è mai stato chiarito sta nelle potenzialità laterali. Alla fine del 2021, un emendamento alla finanziaria ha previsto quella che in gergo tecnico si chiama interoperabilità dei silos dati. Cioè la possibilità che i dati acquisiti da una amministrazione dello Stato (vedi Sanità) possano essere utilizzati anche da altra istituzione. Vedi Fisco piuttosto che i Comuni. Non si tratta di fare alcun tipo di complottismo ma semplicemente di avanzare una questione democratica. Fino a dove si si vuole spingere lo Stato nel tracciare le abitudini e le attività digitali dei cittadini? (Claudio Antonelli e Alessandro Da Rold, La Verità)

È ripartito il risiko su Mps. Cimbri: vedremo, ma non ora. Dal 6 luglio il Mef potrà collocare altre azioni sul mercato. Le mosse di Bper. (Andrea Rinaldi, Corriere della Sera)

Liberi di scegliere come pagare, oggi e domani. L’euro digitale, a cui sta lavorando la Bce, coniugherebbe la comodità dei pagamenti digitali con i vantaggi del contante. Garantendo anche una maggiore privacy a chi lo sceglie. (Piero Cipollone, Repubblica)

Bitcoin e le altre criptovalute, arriva la stretta del governo. Sanzioni fino a 15 milioni. Poteri a Consob e Bankitalia. Prevista la reclusione. (Francesco Bertolino, Corriere della Sera)

L’Europa insiste su Apple: l’App store viola le regole del mercato digitale Ue. Il gruppo: apportate modifiche per adeguarci alle nuove norme. (Cecilia Mussi, Corriere della Sera)

Il 2023 premia le assicurazioni ma per i clienti i costi salgono. Risultato di esercizio di 8 miliardi. Nella relazione di Ivass preoccupazioni per il ramo danni e catastrofi. (Federico Formica, Repubblica)

Gli altri temi del giorno

La Russia minaccia ancora gli Usa dopo l’attacco in Crimea «Ci saranno conseguenze». Convocata l’ambasciatrice a Mosca: «Siete responsabili quanto Kiev». (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)

Mosca ha convocato l’ambasciatrice americana Lynne Tracy e, dopo aver accusato le truppe ucraine di aver fatto strage di civili su una spiaggia in Crimea, ha puntato il dito anche contro Washington per l’attacco, minacciando «una risposta». Sono parole di fuoco quelle usate dal Cremlino. «Il coinvolgimento degli Stati Uniti in combattimenti in seguito ai quali muoiono russi pacifici non può non avere conseguenze», ha tuonato il portavoce di Putin, aggiungendo che «il tempo dirà quali saranno esattamente». La Russia sostiene che domenica un missile Atacms di produzione americana e armato con le famigerate munizioni a grappolo sia esploso sopra la spiaggia di Uchkuyevka uccidendo almeno quattro persone – tra cui due bambini – e ferendone più di 150. Ma il duro avvertimento del Cremlino arriva anche nel giorno in cui l’Ue ha adottato il 14° pacchetto di sanzioni contro la Russia colpendone le esportazioni di gas, compreso quello liquefatto per il quale viene vietato ai Paesi Ue di fare da snodo per la rivendita verso Paesi terzi e quindi il trasbordo nei porti europei (ma la cui importazione resta consentita). (Giuseppe Agliastro, La Stampa)

La Jihad del Caucaso che ora spaventa Putin distratto dall’Ucraina. Dopo il declino dell’Isis e le sconfitte in Iraq e Siria, i miliziani locali rialzano la testa. (Daniele Raineri, Repubblica)

Netanyahu: ora truppe verso il Libano. Il premier israeliano: «La fase più intensa a Gaza sta finendo». L’ira dei parenti degli ostaggi in mano ad Hamas. (Francesco Battistini, Corriere della Sera)

Metrò Hezbollah: tunnel e 50 mila miliziani aspettano l’esercito di Israele. La “metropolitana di Gaza”, la rete di oltre 700 chilometri di tunnel che attraversa in ogni senso la Striscia, ha lasciato sbalorditi gli ufficiali dell’Idf. Miliziani appaiono e scompaiono per tornare in superficie 5-6 chilometri più avanti con l ’ Rpg imbracciato. Nonostante i bombardamenti, i droni, i bulldozer militari che spianano tutto. La potenza dell’Idf non è riuscita a schiacciare Hamas in un territorio desertico, pianeggiante, quasi privo di vegetazione, isolato e circondato da tutti i lati. La “metropolitana libanese” è molto peggio di quella di Gaza. Hezbollah – la milizia più forte del mondo secondo il gruppo specializzato in Difesa, Jane’s – combatterà con truppe addestrate, ben armate, schierate su colline che i miliziani conoscono come le loro tasche. Nascondigli, piccoli arsenali, trappole, Ied (Improvised Explosive Device). Il territorio ne è disseminato. Ma soprattutto tunnel, dove spostarsi anche con mezzi a motore. Citando fonti della sicurezza Usa, Foreign Policy stima la rete di tunnel costruita da Hezbollah in centinaia e centinaia di chilometri  nel  sud  Libano. A differenza  di  Gaza,  che  è geograficamente isolata dai suoi sostenitori a Teheran, l’Iran ha stabilito rotte di rifornimento terrestri e aeree che portano al Libano attraverso Iraq e Siria e che potrebbero essere utilizzate per sostenere Hezbollah in caso di guerra totale. (Fabio Sciuto, Il Fatto Quotidiano)

Trump ha deciso: «Ho scelto il vice». È corsa a quattro, più qualche outsider. L’ex presidente temporeggia sull’annuncio. L’annuncio potrebbe distogliere l’attenzione dalla sentenza del caso Daniels, l’11 luglio. (Andrea Marinelli, Corriere della Sera)

Scommesse sulle elezioni, l’ultimo scandalo dei Tory. Sunak è di nuovo nel ciclone. Tra gli indagati c’è anche un fedelissimo del primo ministro. Craig Williams, vicino al premier, ha puntato 100 sterline sulla data del voto nel mese luglio. (Luigi Ippolito, Corriere della Sera)

Attal, i sei mesi del premier giovane che lotta contro le ali estreme: «Al voto ci giochiamo la pelle». Primo ministro solo da gennaio, la sua vita è cambiata in pochi istanti e potrebbero essere i suoi ultimi 14 giorni da capo del governo. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera)

Padre Georg «esiliato»: sarà Nunzio nei Paesi Baltici. Dopo diversi mesi in attesa di conoscere il suo destino, monsignor Georg Gänswein, per oltre vent’anni segretario personale di Benedetto XVI, è stato nominato Nunzio nei Paesi baltici, Lituania, Estonia e Lettonia. La comunicazione è arrivata ieri dal Vaticano e appare come la chiusura di un rapporto, quello tra Papa Francesco e l’ex Prefetto della Casa Pontificia, che si era deteriorato dopo la morte di Joseph Ratzinger, avvenuta il 31 dicembre 2022. La sede effettiva per Gaenswein sarà Vilnius, da cui dipendono anche le rappresentanze diplomatiche vaticane a Tallinn e Riga. (Serena Sartini, Il Giornale)

Investita e trascinata con l’auto da un ubriaco per 300 metri «Aiuto, la mia amica è lì sotto». Milano, la 23enne era sulle strisce: è grave. Denunciato un neopatentato. (Pierpaolo Lio e Matteo Castagnoli, Corriere della Sera)

«Satnam morto per emorragia». La madre: voglio vedere mio figlio. Latina, i primi esiti dell’autopsia. Oggi sciopero e manifestazione dei braccianti. (Fulvio Fiano, Corriere della Sera)

Il figlio dell’avvocata e quello del carabiniere. La vittima di Pescara era appena fuggita da una comunità. Cristopher Thomas Luciani, 16 anni, è stato ucciso con oltre 20 coltellate da due giovani. (Andrea Ossino, Repubblica)

Il Corriere intervista Annalisa Minetti: «Dopo la vittoria a Sanremo non mi hanno più presa Mi sento più bella adesso di quando andai a Miss Italia».

Strage Ustica, solchi sul fondale: portarono via i resti di un caccia? Il “partito della bomba” continua a lavorare, 44 anni dopo la strage. La sera del 27 giugno 1980 il Dc-9 dell’Itavia decollato da Bologna non arrivò a Palermo, dove doveva atterrare. Si inabissò nelle acque di Ustica. Abbattuto da un missile nel corso di una battaglia aerea scatenata da caccia occidentali contro aerei della Libia, forse nel tentativo di uccidere Gheddafi: questa l’ipotesi prevalente, ma ancora senza prove certe, pur dopo le inchieste del giudice istruttore Rosario Priore e del giornalista Andrea Purgatori. Esploso a causa di una bomba a bordo, sostiene invece un’altra ipotesi, sostenuta dai vertici dell’Aeronautica militare italiana che in questi decenni hanno fatto sparire i tracciati radar, depistato le indagini, sottratto le prove. (Gianni Barbacetto, Il Fatto Quotidiano)

Gli Anniversari

1183, Federico Barbarossa riconosce la Lega Lombarda
1678, prima donna laureata
1857, Baudelaire pubblica I fiori del male
1876, Little Big Horn: Cavallo Pazzo batte Custer
1886, Toscanini debutta 19enne a Rio de Janeiro
1946, si aprono in Italia i lavori della Costituente
1947, pubblicato Il diario di Anna Frank
1950, la Corea del Nord invade la Corea del Sud
1967, Our World primo programma satellitare dal vivo
1972, Juan Peron presidente dell’Argentina
1974, nasce il Giornale di Montanelli
1981, Medjugorje: nuove visioni della Madonna
1984, muore a Parigi Michel Foucault
1987, Giovanni Paolo II riceve Kurt Waldheim
1988, debutta al cinema Chi ha incastrato Roger Rabbit?
1991, Slovenia e Croazia indipendenti dalla Jugoslavia
1996, attentato in Arabia saudita: muoiono 19 americani
1997, muore a Parigi Jacques Cousteau
1999, Corte Usa: i malati di Aids sono disabili
2002, Worldcom annuncia lo stato di crisi
2006, respinto in Italia il referendum costituzionale
2007, Antonio Manganelli capo della Polizia
2009, muore a Los Angeles Michael Jackson
2017, Renzi perde ai ballottaggi: avanti il centrodestra

Nati oggi

1852, Antoni Gaudì
1903, George Orwell
1938, Gianfranco Dioguardi
1943, Roberto Vecchioni e Vittorio Feltri
1955, Maurizia Paradiso
1963, George Michael
1969, Igor Righetti

Si festeggiano San Guglielmo e San Prospero

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