“Pochissimi sanno essere liberi e pochissimi sanno cosa vuol dire esserlo” (Marguerite Yourcenar)
Il 25 aprile 2024 se ne va con Sergio Mattarella che si prende la gran parte delle prime pagine per la sua ferma posizione sul l’antifascismo come dovere. Giorgia Meloni avrebbe potuto dire qualcosa di più oltre alla “Liberazione che pose le basi della democrazia” e alla condanna di “tutti i totalitarismi” e così avere anche più eco del presidente della Repubblica ma sia per convenienze elettorali (proprio ieri Salvini ha candidato Vannacci, qualunquista perfetto, in tutte le circoscrizioni) sia per propria storia e convinzioni ha detto solo “parole senza passione” (copyright di Marcello Sorgi su La Stampa). Aldo Cazzullo nel fondo del Corriere scrive di “storica occasione persa” per la destra, poichè la premier avrebbe potuto scegliere tanti posti in Italia dove onorare la stessa resistenza non comunista. I giornali di destra cecano di svicolare sul 25 aprile, oppure lo definiscono “il giorno dell’odio” (Libero) o “Brutta ciao” (il Tempo). Avrebbero fatto meglio a ospitare Massimo Cacciari, il quale su La Stampa accusa la sinistra di servirsi dell’antifascismo di ieri per mascherare l’assenza di proposte politiche oggi.
Quasi definitivo il Bongiorno di Mattia Feltri, ancora su La Stampa, e lo ospitiamo integrale: “È stato il 25 aprile di nessuno. Non è stato il 25 aprile di Giorgia Meloni, che non sa dirsi antifascista, e pretenderlo è persino diventato stucchevole. Ignora di essere presidente del Consiglio perché il fascismo ha perso e si dice contro tutte le dittature, come il ministro Gennaro Sangiuliano, e va bene: pure io sono tanto antifascista quanto anticomunista, ma il 25 aprile è una data italiana, parla della storia italiana e la storia italiana dice che il 25 aprile ci siamo liberati della dittatura fascista anche grazie ai comunisti, che hanno poi collaborato a scrivere la Costituzione e a fondare la democrazia parlamentare su cui da quasi ottant’anni vive la Repubblica. Non è stato il 25 aprile delle piazze, in cui si è chiesto il cessate il fuoco ovunque, in Ucraina, a Gaza, con i soliti accenti antiamericani e antiebraici motivati da questioni contingenti, ma il 25 aprile è una data italiana, che parla della storia italiana e la storia italiana dice che il 25 aprile ci siamo liberati della dittatura fascista soprattutto grazie agli americani, anche grazie alla brigata ebraica, ci siamo liberati di una dittatura fervente nel collaborare coi nazisti allo sterminio di sei milioni di ebrei, ce ne siamo liberati perché nessuno cessò il fuoco. E se non si capiscono queste cose vuol dire che del 25 aprile non si è capito nulla, tanto quanto non ne ha capito Meloni, e vuol dire ribaltarlo a proprio capriccio e proprio vantaggio come lo ribalta Meloni. Per fortuna abbiamo un presidente della Repubblica che non ha sbagliato una parola perché lui sa che cosa è il 25 aprile. Per fortuna oggi è il 26 aprile”.
Per il resto, c’è appunto il già troppo centellinato annuncio della candidatura del generale Vannacci per la Lega, con il Corriere che per l’occasione concede una pagina di intervista a Salvini. Crosetto, ministro della Difesa, commenta che il suo ex sottoposto “non ha senso dello Stato come Salvini”. Lui, secondo ilFatto, candida suo nipote con Fratelli d’Italia, mentre Santanchè mette in lista il fratello, visto che a lei Meloni ha consigliato di farsi vedere poco in campagna elettorale.
Macron si produce in un importante discorso sull’Europa, o si rinnova e pensa seriamente anche alla difesa comune oppure muore, pensiero simile a quello di Draghi, da lui non a caso candidato ala guida della Commissione.
Panetta, governatore di Bankitalia, chiede alla Bce di tagliare almeno dello 0,25 per cento i tassi d’interesse nella riunione del Board il 6 giugno. Il Sole apre sull’inflazione e il Pil Usa, che vanno peggio del previsto, e non è una buona notizia. Il Corriere invece ha un articolino sulla Germania che invece va un pò meglio delle previsioni. Il Messaggero si dedica ai tagli chiesti da Giorgetti ai ministeri: pare che Salvini debba rinunciare alla costruzione dell’autostrada promessa a Gheddafi da Berlusconi nel 2008…
Il Mef si muove e chiede alla Fondazione Crt le carte per valutare l’esistenza o meno del patto occulto tra i consiglieri, come da denuncia di Fabrizio Palenzona. Giuseppe Guzzetti, storico capo della Fondazione Cariplo, non è d’accordo con Tremonti e dice a La Stampa che le fondazioni devono restare private e lontane dall’ingerenza della politica.
Sergio Harari sul Corriere definisce “un pasticcio” l’eliminazione del numero chiuso a Medicina per i primi sei mesi: “Si sbandiera infatti l’abolizione del numero chiuso per poi precisare, come fa in una intervista a Quotidiano Sanità Francesco Zaffini, presidente della commissione Sanità del Senato e relatore del provvedimento, che ci sarà sempre una selezione, solo che sarà differita al termine dei primi sei mesi. Essendo praticamente impossibile accogliere tutti gli studenti le lezioni si svolgerebbero con modalità telematica con successivi esami a risposta chiusa. Rischiamo così di far iscrivere alle nostre università 70-80 mila ragazzi che frequenteranno a distanza per poi essere valutati dopo qualche mese con un test che ne escluderà il 60-70%, tutto questo quando il vero problema non è tanto oggi l’ingresso a Medicina ma l’imbuto che si è registrato negli anni scorsi per l’accesso e la distribuzione dei posti nelle scuole di specialità. Forse il pasticcio peggiore riguarda però proprio gli specializzandi che si vorrebbe ora utilizzare al di fuori dei classici percorsi formativi per «tappare i buchi» assistenziali esistenti nei vari ospedali, a discapito della loro crescita professionale e della qualità delle cure per i cittadini”.
Osvaldo De Paolini sul Giornale vorrebbe privatizzare la Rai, tema che ogni tanto ritorna ma i partiti non darebbero mai via libera.
Fassino tradito dal video del duty free, che lo ritrae mentre se ne va avendo le mani libere e il profumo in tasca.
Il Cda Consip decade per le dimissioni della presidente e di una consigliera che accusano di sessismo l’ad Mizzau, che nega tutto. Intanto Weinstein in Usa viene in parte scagionato.
Vittorio Feltri torna sul Corriere della Sera, che ripubblica una sua intervista di diversi decenni fa alla moglie di Guglielmo Marconi.
Inter-Torino verrà arbitrata da una terna femminile. Giustamente il Giornale si chiede perchè la prima volta di una terna femminile in serie A riguarda una partita senza alcun interesse per la classifica. La Roma vince il recupero di Udine e fa un balzo in zona Champions.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. «Intorno all’antifascismo l’unità del popolo è doverosa». Mattarella a Civitella: con le censure la propaganda del regime negava l’innegabile. Il fascismo fu una dittatura disumana in cui la pietà non era prevista che educava i bambini al culto infausto della guerra e all’obbedienza cieca e assoluta. Nella Costituzione tutti possono riconoscersi, rappresenta garanzia di democrazia e giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo. (Marzio Breda, Corriere della Sera)
Meloni e la Liberazione: pose le basi per il ritorno della democrazia. Avs: tolga la fiamma al simbolo del partito Polemico anche Boccia, a capo dei senatori pd. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
Insulti alla Brigata ebraica. Un 25 Aprile di tensione. Le voci tra i filopalestinesi: Israele fascista. Ma lungo il corteo tanti applausi. La piazza è pienissima come non si vedeva da anni e la «sfilata» si completa solo alle 18. (Marco Imarisio, Corriere della Sera) Un ferito nei tafferugli, nove i denunciati. Il coltello dei ragazzini di «seconda generazione» Piazza Duomo si infiamma tra scontri e cariche. (Pierpaolo Lio e Cesare Giuzzi, Corriere della Sera)
100 mila al corteo Anpi. Insulti agli ebrei e scontri fra polizia e filo-Palestina. Un clima agitato fin dall’inizio, quando dopo pranzo alcuni gruppi filo-palestinesi presidiano alcuni punti chiave del percorso del corteo, preparandosi poi a riceverlo sotto al Duomo al grido di “Fuori gli assassini dal corteo”. Ce l’hanno con la comunità ebraica, qui equiparata senza distinzione alcuna a Netanyahu e alle sue politiche criminali. Il caso, neanche a dirlo, è politico. Dietro allo stendardo della Brigata Ebraica, da sempre presente a pieno titolo nel corteo, ci sono esponenti politici come Carlo Calenda, Mariastella Gelmini e Ivan Scalfarotto, che accusano l’Anpi di non aver tutelato la comunità ebraica e aver “diviso la piazza”. Calenda e i suoi (ma pure le destre) danno la colpa a quel “cessate il fuoco ovunque” che l’Associazione dei partigiani ha scelto come uno degli slogan: “Mi sono limitato a riprendere le parole di Sergio Mattarella – dice passeggiando il presidente Anpi Gianfranco Pagliarulo al Fatto – oltreché di una risoluzione dell’Onu”. (Lorenzo Giarelli, Il Fatto Quotidiano)
Gli applausi al monologo di Scurati. Sala sul palco attacca il premierato. Ovazione per lo scrittore, l’abbraccio con Schlein. Il sindaco: Milano barriera morale e politica. (Chiara Baldi, Corriere della Sera) Antonio Scurati: “La svolta illiberale è già iniziata”. Parla lo scrittore censurato dalla Rai e attaccato da Meloni: “I populisti sovranisti sono un rischio per tutte le democrazie”. (Raffaella De Santis, Repubblica)
Maurizio Molinari su Repubblica: Quella censura una ferita europea. La censura della Rai nei confronti dello scrittore Antonio Scurati e il successivo attacco personale da lui subito da parte del Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni, ci dicono che in Italia lo Stato di Diritto è a rischio. Prima la censura e poi l’attacco personale sono avvenuti perché Scurati doveva leggere un monologo in televisione in occasione dell’anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo — avvenuta il 25 aprile 1945 — ponendo la domanda sul perché la presidente del Consiglio italiano, nonostante abbia più volte condannato il fascismo, non riesca a parlare di antifascismo.
Carlo Galli su Repubblica: Le nuove minacce alla libertà. Più che parlare di fascismo eterno è più produttivo preoccuparsi del futuro prossimo.
Matteo Salvini: «Io contro tutti i totalitarismi. Il 25 Aprile è anche per Israele». Il vicepremier: il generale ha difeso l’Italia, altri candidano chi è in carcere con accuse gravissime. La sinistra si è abituata a usare e occupare le istituzioni da decenni. Un po’ di equilibrio e di meritocrazia fanno solo bene. Il piano salva casa un condono? A me interessa la sostanza: libera i Comuni da milioni di pratiche e aiuta le famiglie. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
Forse è inutile chiedersi anche perché Meloni, che specie in politica estera (Usa, Nato, Europa) ha assunto posizioni imprevedibili rispetto a quando era all’opposizione, sull’antifascismo tenga il punto. Ci sono ragioni elettorali: l’approssimarsi del voto europeo del 9 giugno, primo test nazionale dopo il 2022, ovviamente non aiuta e la spinge a non mettere a rischio anche la più piccola porzione di elettorato di destra. La scelta di Salvini di decidere solo all’ultimo come celebrare, in solitario, la Liberazione e annunciare giusto il 25 aprile la candidatura del generale Vannacci spinge sicuramente in questa direzione. Poi c’è un aspetto caratteriale o se si preferisce di orgoglio di partito: Meloni, anche a costo di venir meno, o non rispettare pienamente, i doveri connessi al suo ruolo istituzionale, dal suo punto di vista non farebbe nulla per accontentare le pressioni che sull’antifascismo le sono venute da sinistra, perché sa che questo non sarebbe accettato nel suo mondo, intaccando l’aspetto “verticale” della sua leadership. Quest’anno tuttavia c’è un altro appuntamento al quale Meloni non potrà sottrarsi: l’anniversario del delitto Matteotti, il 10 giugno, che Mussolini rivendicò personalmente e scelse come data d’inizio della fase dura della dittatura (Marcello Sorgi, La Stampa)
Massimo Cacciari: “Chiedere abiure è una foglia di fico serve a coprire il vuoto di proposte”. Massimo Cacciari avverte: «Basta chiedere abiure e pentimenti. Così rischiamo che l’antifascismo diventi una foglia di fico per coprire la mancanza di proposte politiche sull’oggi». L’antifascismo non è una politica? «L’antifascismo non è immediatamente un programma politico. Soprattutto non può sostituirlo, non può diventare una foglia di fico per coprire la vuotaggine delle proposte sull’oggi. Lei guardi gli altri Paesi europei. Trova Paesi in cui, ancor oggi, i partiti si dividono in base all’antifascismo?». (Paolo Griseri, La Stampa)
Salvini lancia Vannacci nelle liste della Lega. Ma il Nord è in rivolta. Sceglie il giorno del 25 Aprile, Matteo Salvini, e il momento della presentazione del suo libro Controvento, a Milano, per annunciare la candidatura alle Europee del generale Roberto Vannacci: «Sono contento che un uomo di valore abbia deciso di portare avanti le sue battaglie di libertà insieme alla Lega nel Parlamento europeo. Sono contento che in tutti i collegi elettorali, nelle nostre liste gli italiani potranno trovare il nome di Vannacci». È lui la grande scommessa. L’uomo che nei piani di Salvini dovrebbe aiutare il Carroccio a frenare il calo nei sondaggi e superare l’asticella dell’8%, al di sotto della quale annegano i pensieri più cupi del leader. Un nome chiamato a portare freschezza nella corsa leghista verso le Europee, ma che finora si è rivelato in grado solo di spaccare in due il partito. Da una parte i salviniani di ferro, entusiasti, dall’altra i tanti parlamentari e militanti del Nord che vedono l’arruolamento politico di Vannacci come un errore. (Federico Capurso, La Stampa)
Ingerenze russe nelle elezioni europee, Strasburgo lancia l’allarme. Ma Fdi, Lega e M5S si astengono. Ingerenze russe nelle elezioni europee, Strasburgo lancia l’allarme. Ma Fdi, Lega e M5S si astengono Il Parlamento dell’Ue invita i leader a contrastare “con urgenza” i tentativi di Mosca. Dopo il voto di ieri sulla condanna all’Ungheria, anche oggi i due partiti italiani della maggioranza fanno mancare il loro sì. Stavolta insieme ai Cinque stelle. (Daniele Castellani Perelli, Repubblica)
Rai, i giornalisti (divisi) in sciopero. La protesta il 6 maggio. L’Usigrai: controllo asfissiante, non siamo un megafono del governo. Il no dell’Unirai. (A. Bac., Corriere della Sera) Da Atreju a Scurati. L’ex scout Corsini al centro di ogni bufera. Il direttore degli Approfondimenti nel mirino. (Antonella Baccaro, Corriere della Sera)
«L’accordo sui migranti? Non scaricate su di me le polemiche di casa vostra». Il premier albanese Rama contro Report: troppi stereotipi. Non ho chiamato la premier Meloni. Il mio Paese tirato in ballo per attaccare il suo governo. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
«La Ue e il mio partito non mi hanno difesa. Verrò a vivere in Italia: è un Paese garantista». Eva Kaili e il Qatargate: ho fatto causa al Parlamento. È stato creato un precedente pericoloso che consente ai magistrati di interferire nella politica. Il giudice mi ha imposto il divieto di parlare di questo caso e mi rende impossibile anche solo essere candidata. (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)
Effetto bonus: Italia a caccia di 166 miliardi (+36% sul 2023). Il virus del Superbonus spinge il fabbisogno dello Stato vicinissimo ai livelli del 2020, quando l’Italia era paralizzata dalla pandemia che svuotava strade, uffici e fabbriche e riempiva le terapie intensive. Quest’anno i titoli di Stato dovranno coprire le esigenze delle casse pubbliche per 154 miliardi di euro. La cifra, calcolata dall’Ufficio parlamentare di bilancio, segna un aumento del 41,3% rispetto allo scorso anno, ed è pari a 2,3 volte i livelli del 2022; si tratta di soli 5 miliardi in meno (3,1%) del dato 2020, quando il contatore volò su fino a 159 miliardi. Suona così l’effetto dei circa 40 miliardi di extradebito prodotto dai crediti d’imposta edilizi sui conti di quest’anno. (Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore)
Ita-Lufthansa, sul via libera è braccio di ferro con Bruxelles. Giorgetti: basta con i rinvii. L’incontro con Vestager non sblocca il dossier. Chiesti «altri sacrifici». Il ministro Giorgetti ha chiesto che l’Antitrust decida prima della fine dell’attuale mandato. (Leonard Berberi, Corriere della Sera)
Bhp, maxi offerta da 36 miliardi per le miniere Anglo American. Il titolo della società «preda» schizza del 16%. La Borsa di Londra tocca nuovi record. (Massimiliano Jattoni Dall’Asén, Corriere della Sera)
Gli altri temi del giorno
I missili Atacms arrivati in Ucraina, così cambia la guerra: Kiev può colpire nel cuore delle aree occupate. L’Ucraina sta utilizzando i razzi a lungo raggio inviati dagli Usa. E ora può colpire nel cuore delle zone occupate dalle truppe russe. (Marta Serafini, Corriere della Sera)
Lukashenko: “Diverse decine di testate nucleari russe sul nostro territorio”. La Svezia schiererà in Lettonia carri armati e Leopard. Putin a maggio sarà in Cina da Xi. E Macron avverte: “La nostra Europa può morire, necessario reagire ora”. (Repubblica)
Il paradosso italiano sulle armi per l’Ucraina. Meno aiuti dallo Stato più vendite dai privati. Dal 2023 gli equipaggiamenti regalati dal governo Meloni sono diminuiti per quantità, efficacia e qualità. Tra i grandi, soltanto la Spagna fa meno di no. (Gianluca Di Feo, Repubblica)
Ostaggi, l’appello di Biden: liberateli. La lettera firmata con altri 17 leader internazionali. Hamas: pronti a disarmare in cambio dello Stato. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
Israele manda decine di tank a Rafah. L’esercito israeliano ha schierato decine di carri armati e veicoli blindati lungo il confine sud di Haza, nella zona al confine con l’enclave palestinese. E la diplomazia tutta tenta di fare qualche passo in avanti. I media sauditi Al-Arabiya e Al-Hadath hanno riferito che l’Egitto ha trasmesso a Israele una proposta di Hamas per un cessate il fuoco completo per almeno un anno, in cambio del congelamento di qualsiasi operazione militare contro Tel Aviv. Le stesse fonti hanno confermato poi che Il Cairo ha presentato un’iniziativa al capo di Stato maggiore israeliano e al capo dello Shin Bet, che prevede un blocco definitivo dell’assalto a Rafah in cambio del riavvio dei negoziati sui prigionieri. Per la tv israeliana Channel 12 una delegazione egiziana sarebbe attesa a Tel Aviv per mediare. (Chiara Clausi, Il Giornale)
Un leader di Hamas propone per la prima volta i due Stati. Nella Striscia di Gaza i due fronti si muovono, pare in direzioni opposte. Nel giorno in cui il Governo israeliano ha ulteriormente accelerato i piani per lanciare l’offensiva contro Rafah, la città palestinese al confine con l’Egitto, un alto funzionario di Hamas, intervistato dall’Associated Press, ha colto tutti di sorpresa, infrangendo quello che per il movimento islamico è sempre stato un tabù: Hamas sarebbe disponibile ad accettare la soluzione dei due Stati e perfino a deporre le armi. Per ora la sola certezza sono i gazawi che stanno fuggendo da Rafah. L’esodo, l’ultimo in ordine di tempo, è già iniziato. Sarebbero 150mila, forse 200mila, secondo l’esercito israeliano, i palestinesi che negli ultimi 15 giorni hanno lasciato Rafah. (Roberto Bongiorni, Il Sole 24 Ore)
La rivolta per Gaza dilaga in tutti i campus Usa. La protesta nei campus dilaga, oltre 32 college da una costa all’altra e nel Midwest e nel Sud sono luoghi di protesta. E di scontri. Mercoledì la polizia texana ha sgomberato il campus di Austin; gli agenti di Los Angeles sono intervenuti alla Usc; all’Emerson college di Boston ci sono stati 100 arresti e 45 a Princeton in New Jersey. Ieri pomeriggio è esplosa la tensione anche ad Atlanta, sono stati sparati fumogeni. Alla Emery sono stati arrestati anche due professori. Alla Northwestern, nei pressi di Chicago, i ragazzi ieri hanno organizzato un presidio in cui hanno chiesto che la scuola protegga i relatori pro- Palestina e interrompa i legami con Israele. Tensioni al City College di New York – pronto lo sgombero – e alla Northeastern University di Boston. (Alberto Simoni, La Stampa)
Usa, la Corte Suprema verso l’immunità parziale per l’ex presidente Trump. La maggioranza conservatrice sembra incline ad accettare in parte la pretesa dell’ex presidente di avere l’immunità dai processi penali, ma non in forma assoluta. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)
Biden benedice i tifosi dell’aborto. E i cattolici si «convertono» a Trump. Il presidente Usa protagonista dell’ennesima gaffe: si fa il segno della croce a un convegno pro choice. Fedeli e vescovi lo fulminano: «Gesto vile da vecchio ingenuo». Crolla la sua popolarità tra chi crede nella Chiesa.Non si capisce se sia stata una provocazione, una gaffe o l’ormai consueta scarsa lucidità mentale. Tuttavia Joe Biden ne ha combinata un’altra. Martedì, mentre si trovava sul palco per partecipare a un evento a favore dell’aborto in Florida, l’inquilino della Casa Bianca si è improvvisamente fatto il segno della croce. In particolare, lo ha fatto mentre la presidentessa del Partito democratico del cosiddetto Sunshine State, Nikki Fried, stava criticando la legge sull’interruzione di gravidanza, firmata dal governatore repubblicano, Ron DeSantis: una legge che ha vietato l’aborto a livello statale dopo le sei settimane di gestazione. Ecco, non si capisce esattamente che cosa c’entrasse il segno della croce in tutto questo. E infatti, neanche a dirlo, il comportamento di Biden ha suscitato l’irritazione di una parte del mondo cattolico americano. (Stefano Graziosi, La Verità)
L’estrema destra suona il rock. Ungheria, al concerto-raduno della band identitaria in cui si riconoscono gli ultranazionalisti. Il partito di riferimento si chiama. Nostra Patria, il leader: «Proteggiamo i confini e quelli dell’Unione». (Alessandra Coppola, Corriere della Sera)
Errori, testimoni «sbagliati»: annullata la sentenza Weinstein. Choc a New York: «Inquietante scia di revisioni». Il produttore resta in carcere. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
La Corte d’Appello di New York ha annullato per un “errore procedurale” la condanna a 23 anni per Harvey Weinstein il cui caso nel 2017 innescò il movimento #MeToo. L’ex produttore di film come Pulp Fiction e Shakespeare in Love e un tempo fra gli uomini più in vista d’America, era stato condannato nel 2020 per aggressioni e violenza sessuale.Secondo la Corte d’Appello – composta da sette membri, fra cui quattro donne – il processo non è stato equo poiché il giudice James Burke fece un “errore cruciale” consentendo all’ufficio del procuratore di ricorrere a sei testimoni per evidenziare «i cattivi comportamenti passati» del produttore influenzando di fatto la giuria che avrebbe invece dovuto limitarsi a valutare solo le incriminazioni presenti. Nel testo della sentenza si legge fra l’altro che «l’accusato non aveva alcun precedente penale» e che le testimonianze sui «comportamenti passati avevano solo lo scopo di diminuirne la sua credibilità». La decisione, assai contestata e arrivata con l’esile maggioranza di un voto, è stata resa nota ieri mattina. (Alberto Simoni, La Stampa)
Faida Agnelli, il precedente: l’evasione da 6 mld di Exor. Per quattro volte, due davanti al Tribunale del Riesame e due davanti al gip, John, Lapo e Ginevra Elkann hanno provato a fermare l’inchiesta penale sull’eredità della nonna, Marella Caracciolo Agnelli. E, per quattro volte, sono stati respinti. Che accadrà ora, dopo che i pm e la Guardia di Finanza di Torino hanno cominciato a lavorare sui documenti digitali sequestrati, che potrebbero svelare nuovi “tesori esteri” degli Agnelli sottratti al Fisco italiano? Difficile immaginare, a questo punto, nuovi “atti ostili” verso la Procura, ma nello stesso tempo anche eventuali strategie di confronto lungo il percorso di un patteggiamento sul piano penale e di un accordo con l’Agenzia delle Entrate per un parziale risarcimento dell’evasione fiscale già accertata. Qualcosa che, addirittura con alcuni dei protagonisti attuali dell’inchiesta sull’eredità, era già accaduto nel 2022. (Ettore Boffano, Il Fatto Quotidiano)
Primo giorno con il ticket. Venezia, pagano in 15 mila. Ieri l’esordio, corteo e tensioni. Il sindaco: la gente ha capito. (Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera)
Droni e visori per studenti under 14, pc inutilizzabili. Le spese fuori controllo per il Pnrr delle scuole italiane. L’inchiesta. Ci sono 17,5 miliardi da investire in istruzione, ma pochi soldi vanno in edilizia e tanti in una tecnologia spesso inutilizzabile. Le scadenze ravvicinate costringono a scelte al buio: velivoli telecomandati e occhialoni rischiosi per la vista destinati agli adolescenti. Presidi e docenti: “Le segreterie sono al collasso”. (Corrado Zunino, Repubblica)
Repubblica intervista Ciro Priello dei The Jackal: “Sono stato bocciato ad Amici. La comicità è raccontare un dramma quotidiano con uno sguardo diverso”.
1924-2014. A cento anni dalla nascita rimane prezioso e attuale l’insegnamento del politologo, firma del «Corriere». Sartori, il primato della libertà. Maestro dell’arte di fare chiarezza, sostenitore convinto dei diritti individuali. (Maurizio Ferrera, Corriere della Sera)
Gli Anniversari
1458, terremoto in Umbria e Marche
1478, Firenze: si conclude la congiura dei Pazzi
1859, scoppia la seconda guerra d’indipendenza
1915, patto di Londra con Gran Bretagna Francia Russia
1931, NY: prima trasmissione tv sperimentale
1933, istituita la Gestapo in Germania
1937, Spagna: Guernica distrutta al 70%
1942, scoppio in miniera: 1.500 morti in Manciuria
1961, prima puntata tv di Tribuna Politica
1959, tentativo di golpe a Panama
1964, nasce la Tanzania
1970, basket: alla Partenope la Coppa delle Coppe
1975, il socialista Soares vince in Portogallo
1978, muore Mario Castellani
1986, Borges sposa la sua segretaria Maria Kodama
1986, Ucraina: disastro nucleare a Chernobyl
1986, Arnold Schwarzenegger sposa Maria Shriver
1990, Israele: Shamir incaricato del governo
1991, Buenos Aires: Maradona arrestato per droga
1994, Sudafrica: prime elezioni politiche dopo apartheid
1994, Airbus si schianta in Giappone: 264 morti
2001, Koizumi premier del Giappone
2002, strage a scuola in Germania: 17 morti
2005, Mario Cipollini si ritira dal ciclismo
2013, annunciata banconota raffigurante Churchill
Nati oggi
121, Marco Aurelio
1564, William Shakespeare
1798, Eugène Delacroix
1889, Ludwig Wittgenstein 1900, Charles Francis Richter 1913, Bruno Leoni
1925, Michele Ferrero
1930, Manfredi Bosco
1938, Nino Benvenuti
1945, Vincenzo Montefusco 1947, Giulio Di Donato 1950, Neri Parenti
1961, Nino Di Matteo e Stefano Mauri 1962, Matteo Messina Denaro
1963, Antonio Iavarone 1964, Arnaud de Puyfontaine 1970, Melania Trump
1971, Giorgia
1972, Vito Crimi
1977, Samantha Cristoforetti
Si festeggia San Marcellino
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