La nota del 27 luglio

“Come si può governare un paese che ha duecentoquarantasei varietà di formaggi?” (Charles De Gaulle)

La Nota del 27 luglio Olimpiadi bagnate, Olimpiadi fortunate? Macron lo spera per rilanciarsi, ma l’esordio è di tutt’altro segno visto che un sabotaggio di matrice quasi sicuramente ambientalista mette fuori gioco i treni dell’alta velocità e appieda 800 mila persone. Le Olimpiadi comunque tornano a Parigi cento anni dopo e si prendono quasi tutti i titoli principali dei giornali, La pioggia rovina la cerimonia d’apertura, Mattarella si bagna mentre Macron resta all’asciutto. L’Italia punta a superare il record delle 40 medaglie di Tokyo. Cazzullo per il Corriere è l’inviato italiano di punta e descrive l’atmosfera della capitale francese con pochi tocchi giusti. Bisognerebbe aggiungere che tutti i parigini che potevano lasciare la città per agosto lo hanno fatto. Giovanni Toti si dimette ufficialmente da presidente della Liguria, le elezioni vi saranno tra 90 giorni a partire da martedì, la sinistra punta su Orlando, la destra ancora non ha un candidato. I giornali di destra attaccano il “ricatto” dei pm (secondo il Giornale, “vincono i ricattatori”), che avevano minacciato di tenerlo ai domiciliari altri tredici mesi se non si fosse dimesso. Anche il Foglio è in prima linea e Giuliano Ferrara scrive che sì è trattato di un “arresto di scambio”, libertà in cambio di dimissioni con conseguente primato dei giudici sulla politica. Sansonetti sull’Unità di Alfredo Romeo scrive che invece del premierato qui abbiamo il “piemmerato”, sono infatti le Procure ad avere il potere di sciogliere i consigli regionali. Il Fatto ovviamente sta con i pm e titola in prima pagina: “Toti si finge Silvio Pellico per l’impunità dei politici”. La Zes unica riporta l’attenzione sul Sud e le sue aziende pronte a reagire, ma c’è il tema delle risorse da trovare: Repubblica sostiene che ci sono solo 200 milioni, mentre Fitto cerca 5 miliardi. Mazzuca, intervistato dal Sole e dal Mattino, fornisce invece questi conti: 1,8 miliardi stanziati e richieste cinque volte maggiori, pari a 9 miliardi. Dunque una differenza notevole tra l’adesione delle aziende e i fondi disponibili. Bianchi, direttore generale Svimez, va controcorrente e dice al Manifesto che “una politica di sviluppo non si fa solo con i crediti d’imposta”, cosa ovvia ma solo se vi fosse davvero una politica industriale. In ogni caso si tratta di uno scatto di vitalità imprese del Sud, spinte da Confindustria, cui il governo deve dare una risposta positiva. Tajani si mette di traverso sull’autonomia differenziata, mentre Veneto, Piemonte, Lombardia e Liguria avviano l’iter per applicare la legge Calderoli. Domani la definisce una legge inutile. Il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere vede Fratelli d’Italia stabile al 27,9 per cento, la Lega che perde un punto è i grillini che salgono al 13 per cento. Lollobrigida prova a far fare la pace tra Coldiretti e Confagricoltura per sostenere la candidatura di Giansante alla guida degli agricoltori europei. Ma è difficile fare l’armistizio su Mediterranea, vero è delicatissimo tema di scontro tra le due organizzazioni. Se ne occupa il Foglio. Il Fatto invece documenta la guerra tra il meloniano Rampelli (capo della corrente dei Gabbiani) e il capogruppo di Forza Italia, Barelli, per la guida della Federazione nuoto. Altri capitolo delle divisioni della maggioranza. Il Sole apre sul concordato preventivo e l’ok alla flat tax per chi chiude l’accordo con il fisco. E poi segnala l’approvazione della legge sulla concorrenza in Consiglio dei ministri, in primo piano le autostrade, le start up e anche i tavolini all’aperto di bar e ristoranti (prorogati a tutto il 2025). Eni e Terna festeggiano semestrali ricche (3,1 miliardi la prima, 544 milioni la seconda). La Verità fa sapere che John Elkann rischia 5 miliardi di multa perchè perchè Stellantis non ha notificato al Comitato del golden power la sua intenzione di cedere ad un fondo Usa il gioiello italiano della robotica. Finirà tutto a tarallucci e vino, ovviamente. Repubblica pubblica un dossier sul sistema sanitario pubblico in crisi. Obama telefona a Kamala Harris e le conferma il suo sostegno. Il Corriere si occupa dei buoni rapporti che, quando era a palazzo Chigi, Giuseppe Conte aveva con Trump. Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Un’altra rivoluzione francese. Omaggio ai diritti e alle libertà con il principio della sorellanza. (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera) Gimbo & Arianna saltano più in alto di tutti gli altri. I nostri portabandiera scatenati, Tamberi perde la fede nella Senna. Sull’imbarcazione insieme agli italiani le squadre di Israele, Islanda e Giamaica. Tamberi: Una sfilata bellissima, un finale fantastico sotto la Tour Eiffel: noi siamo una squadra pazzesca. (Gaia Piccardi, Corriere della Sera) Mattarella lasciato sotto la pioggia aspetta l’Italia e poi se ne va. Le Olimpiadi costituiscono uno degli «eventi mediali» per antonomasia. La cerimonia d’apertura si è così convertita da qualche tempo in uno show di rilievo, oltre che in un’occasione di soft power per il Paese ospitante. Premesse totalmente rispettate ieri a Parigi, a dispetto della pioggia che ci ha messo (in maniera torrenziale) lo zampino. Malauguratamente, tuttavia, in un appuntamento che ha celebrato l’inclusione, gli organizzatori francesi e – dato che le responsabilità di ultima istanza competono loro – anche i loro vertici politici si siano bellamente dimenticati che a sopportare senza fare una piega il meteo di ieri possono giustappunto essere solo dei campioni olimpionici. L’immagine che abbiamo tutti davanti agli occhi è quella del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, a differenza del leader del mondo libero Joe Biden, ha certo una fibra molto solida, ma non poteva e non doveva essere lasciato sotto la pioggia battente con quello straccetto di impermeabilino trasparente. (Massimiliano Panarari, La Stampa) La grandeur bagnata. Il carnevale sulla Senna finisce coi fischi a Macron e Israele. E alla fine piovve. È un’estate pazza per i francesi e il loro presidente Emmanuel Macron. Pazza in politica con tutto quel che è successo alle urne solo poche settimane fa, e pazza nello sport perché saranno olimpiadi con migliaia di atleti raffreddati. Altro che Jannik Sinner. Questi campioni sono come corde di violino, tirate per suonare al meglio, non devono allentarsi, stonare, prendere spifferi, figuriamoci pioggia e vento in barca. Quando tocca alla nostra delegazione piove ormai a dirotto, Gimbo Tamberi ci sta a meraviglia nel caos, forse un po’ meno mamma Errigo, «che squadra che siamo, che spettacolo», urlano e intanto Gianmarco perde nel fiume verde la fede nuziale. Comunque sia i nostri portabandiera e il resto della delegazione sventolano felici e fradici. Se non altro, nell’umida confusione non avranno fatto caso ai fischi rivolti all’altra delegazione numerosa in barca con loro: quella di Israele. (Benny Casadei Lucchi, Il Giornale) Attacchi alle ferrovie francesi, bloccata per ore l’Alta velocità. Incendiate centraline strategiche: tre linee su quattro in tilt, disagi per migliaia di viaggiatori. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera) Strategia della paura contro le Olimpiadi. Bruciati i cavi sulle linee Tgv, Francia paralizzata. Sospetti su gruppi di ecoterroristi e servizi russi. (Giuliano Foschini, Repubblica) Eco terroristi, jihadisti o spie. Chi c’è dietro i sabotaggi ai Tgv. I precedenti, i sospetti e la prudenza delle autorità: Parigi ora mobilita i servizi segreti. (Guido Olimpio, Corriere della Sera) «Volevano rovinarci la festa. A coordinare l’operazione forse una potenza straniera». La deputata Yadan: «Cercavano di provocare disagi». (Stefano Montefiori, Corriere della Sera) Lo sport senza tregua non ferma i conflitti. Utopia Olimpiade blindata dai gendarmi. I conflitti Russia-Ucraina e IsraeleHamas, ma anche l’America divisa che andrà presto al voto. La geopolitca non lascia spazio agli atleti. La squadra ucraina è presente a Parigi con 140 atleti. I russi sono 15 e gareggiano senza bandiera né inno. (Gabriele Romagnoli, Repubblica) Marta Dassù su Repubblica: Parigi 2024, Giochi di pace in tempi di guerra. Lo sport non può esercitare un potere salvifico rispetto alle carenze della politica internazionale. Tende piuttosto a rifletterle e a rispecchiare le tensioni. Toti si dimette dopo 80 giorni «Giudicheranno gli elettori». Il presidente rivendica di lasciare una Regione in ordine. Resterà in scena con una sua lista. Critiche all’opposizione che ha «cavalcato» il suo arresto e annuncio di «una fase nuova». (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera) Da una parte il centrodestra, che con la Lega denuncia «l’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti», e chiede ai cittadini liguri di «rispondere democraticamente riconfermando» la maggioranza uscente.Dall’altra il centrosinistra, che con Elly Schlein scorge nelle dimissioni forzate del governatore Giovanni Toti una appetitosa «occasione per le forze alternative alla destra» ed esulta: «Finalmente si è dimesso, anche se con molto ritardo. Sono passati 80 giorni in cui la Liguria è stata ferma, paralizzata, tenuta ai domiciliari con lui». (Laura Cesaretti, Il Giornale) Con le dimissioni di Toti da governatore, assume una certa consistenza il test delle regionali d’autunno. L’Italia è così: anche dopo un passaggio di valore nazionale, come le Europee dell’8 giugno, basta il voto in un piccolo comune – e qui si tratta di tre regioni, Emilia Romagna, Umbria e Liguria, anche se nella terza le urne non si apriranno proprio contemporaneamente alle altre due – a rimettere la posta in gioco. E si spiega in questo modo «l’estate militante» inaugurata da Schlein dopo il buon risultato appena conseguito a Strasburgo, e la vivacità degli alleati di Meloni, impegnati, oltre che a farsi la guerra, a logorare la premier, la sola che nei sondaggi continui a crescere. Non è un mistero che Meloni, nel timore che il centrosinistra conquisti tutte e tre le amministrazioni, avrebbe preferito una separazione più lunga tra i tre appuntamenti, magari grazie a un’ulteriore resistenza dell’imputato Toti. (Marcello Sorgi, La Stampa) Orlando si scalda. Un civico a destra? Verso le urne il 26-27 ottobre o a novembre. La maggioranza uscente a caccia di una figura condivisa. (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera) «Io non mi candiderò. Un nome fuori dai partiti o il destino è già scritto». Rixi: a Salvini l’ho detto, non intendo cambiare idea. Noi abbiamo sempre appoggiato Toti. Altri, meno. Credo che si sia sentito solo. (Marco Imarisio, Corriere della Sera) Massimo Giannini su Repubblica: La resa di Toti e il destino delle tre destre. Con l’ex presidente della Regione Liguria frana un po’ anche la presunta compattezza dell’asse FdI-LegaForza Italia. Meloni ha palesemente perduto il tocco magico. Forza Italia alza ancora il tiro. Tajani: l’Autonomia non è un dogma. La nuova linea (e gli equilibri interni). In consiglio dei ministri il confronto con Calderoli. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera) «Ma quale moratoria, semmai si acceleri. Le Regioni contrarie? Nessuno le obbliga». Fedriga (Lega): raccontiamo meglio cos’è la riforma. «Ma quale moratoria, semmai si acceleri. Le Regioni contrarie? Nessuno le obbliga». Fedriga (Lega): raccontiamo meglio cos’è la riforma. Non ci sono rischi per l’esecutivo, la riforma era nel programma, tutti la sosterranno. (Cesare Zapperi, Corriere della Sera) Carlo Verdelli sul Corriere: L’Europa indebolita: antidoti meno efficaci. Tutto è nato come risposta ai disastri di dittature e guerre che avevano sventrato il nostro continente. E l’antidoto ai nazionalismi brutali che ne erano stati causa. Non possiamo dimenticarlo. Quel rapporto speciale che lega Conte all’«amico» Trump. Tutto è cominciato quando era premier. La cautela induce Conte a gestire personalmente le relazioni con l’altra sponda dell’Atlantico, garantite dall’entourage del candidato repubblicano. «Sono suo amico», ha detto l’ex premier ad alcuni interlocutori, confermando il rapporto di cui si vanta. Per la leader dem che già si candida ad essere la Harris italiana, sarà complicato costruire una coalizione di governo con un fan di Trump. In più nel centrosinistra è arrivato Renzi, che si è prefisso di inchiodare Conte: «Niente veti, ma da che parte sta?». «Giuseppi» dovrà sfoggiare il suo miglior repertorio di non risposte per sfuggire alla domanda. E avanti coi popcorn. (Francesco Verderami, Corriere della Sera) «Incontro a Roma tra il direttore della Cia, il direttore del Mossad e funzionari di Qatar ed Egitto». (Marta Serafini, Corriere della Sera) Cantiere Italia, dramma sanità. Ecco perché il sistema sanitario sta andando in tilt. Mancano i medici, i pronto soccorso sono in affanno, gli infermieri fanno turni massacranti e le tecnologie sono da rinnovare ma soprattutto in Italia si è smesso di investire. (Michele Bocci, Repubblica) Rai, Meloni pensa a privatizzarla. Mediaset in allarme, FI dice No. L’idea c’è. È sul tavolo. “Una delle ipotesi”, dicono da Palazzo Chigi. Ma non può essere solo questo perché privatizzare la Rai, la televisione pubblica nata nel 1954 e lottizzata da governi di ogni colore politico, sarebbe una riforma che avrebbe del clamoroso e produrrebbe effetti su tutto il sistema televisivo italiano. L’ipotesi, a cui starebbe lavorando Giorgia Meloni con il suo fedelissimo sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, è stata anticipata ieri dal Foglio: i tempi sono lunghi ma dopo le ferie estive il governo ha intenzione di mettere le mani sulla riforma della governance Rai del 2015 targata Matteo Renzi, conferma una fonte a conoscenza del dossier non autorizzata a parlare pubblicamente della questione. L’idea di Palazzo Chigi nasce da due esigenze incrociate. In primo luogo, il Media Freedom Act approvato dall’Unione Europea ha messo in discussione tutto l’impianto della legge Renzi del 2015 sulla governance e qualsiasi nomina fatta dall’esecutivo potrebbe essere oggetto di contenziosi da parte dei ricorrenti in grado di mettere in difficoltà il governo. Inoltre, Meloni non è assolutamente soddisfatta di come è stata gestita la Rai in questi mesi, oltre a essere accusata spesso di aver messo in piedi “Tele Meloni”. In secondo luogo, l’ipotesi fatta trapelare è anche una risposta alla famiglia Berlusconi – soprattutto a Pier Silvio – che la scorsa settimana ha manifestato la sua volontà di scendere in campo in politica, anche se non esplicitamente. (Giacomo Salvini, Il Fatto Quotidiano) Gli altri temi del giorno «Faremo di tutto per farti vincere» Il sigillo degli Obama per Harris. Per ufficializzare la candidatura manca solo il voto dei delegati. Ora la scelta del numero due. Le parole di Barack «Abbiamo chiamato per dirti che noi siamo orgogliosi di schierarci con te». Il messaggio: Ora verrà rafforzato lo schema politico, il messaggio da trasmettere agli elettori. (G.Sar., Corriere della Sera) Trump guarda al futuro con Netanyahu. L’ex presidente: «Se vincerò le elezioni porrò subito fine alla guerra». Ma non spiega come intende fare. Il premier israeliano dovrà gestire l’ultimo semestre di Biden, che spinge per le trattative. A questo punto l’iniziativa torna nelle mani di Netanyahu. (G. Sar., Corriere della Sera) Gaza, l’assist di Trump a Netanyahu. “Harris irrispettosa, sistemo tutto io”. Durante l’incontro Netanyahu ha affermato che Israele invierà a Roma una squadra di negoziatori ai colloqui per il cessate il fuoco «probabilmente all’inizio della settimana». Il sito di notizie Axios ha riferito che anche il direttore della CIA Bill Burns si starebbe recando a Roma questo fine settimana per cercare di concludere un accordo con Hamas alla presenza di inviati di Egitto e Qatar. «Se vinciamo, sarà tutto molto semplice. Tutto si sistemerà e in modo molto rapido. Se non vinciamo, ci ritroveremo con grandi guerre in Medio Oriente e forse con una terza guerra mondiale. Siamo più vicini a una terza guerra mondiale adesso che in qualsiasi altro momento dopo la seconda. E questo, perché abbiamo persone incompetenti che gestiscono il nostro Paese», ha detto Trump prima che l’incontro fosse chiuso ai giornalisti, secondo quanto riporta il sito di news Times of Israel. Trump ha anche parlato di Kamala Harris e del comunicato rilasciato dalla Vice Presidente subito dopo il suo incontro privato con Netanyahu. Harris, che non ha presenziato al discorso al Congresso, ha insistito che non «sarebbe rimasta in silenzio» sulla sofferenza a Gaza, parole che Trump ha definito «irrispettose». (Simona Siri, La Stampa) Colpo ai narcos messicani. Arrestato negli Stati Uniti il boss del Cartello di Sinaloa e il re del fentanyl. Zambada Garcia detto El Mayo, 76 anni, era la primula rossa del gruppo. (Massimo Basile, Repubblica) Moro, le Br e i sospetti sulla verità «indicibile». Le trame del sequestro. La linea dei terroristi e la risposta dello Stato, che ancora alimentano ombre e misteri (veri e falsi). (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera) Il lungo addio al redditometro. Il centrodestra: stop al Fisco invasivo. Un nuovo strumento per presumere i guadagni? Solo per i casi più gravi. (Mario Sensini, Corriere della Sera) Concordato, tasse scontate Rottamazione al 15 settembre. La tassazione scontata come leva per spingere le adesioni al concordato preventivo non solo delle partite Iva soggette alle pagelle fiscali (con aliquote dal 10% al 15%) ma anche di quelle in regime forfettario (con aliquote del 10% o del 3%). Ulteriore limatura al ribasso per la percentuale dovuta nell’acconto di novembre. Diventa più flessibile la soglia (dal 50% al 30%) che consente l’uscita in caso di eventi straordinari. I debiti tributari o contributivi da prendere in considerazione per la preclusione all’accesso sono quelli definitivamente accertati o derivanti da atti impositivi non più impugnabili, con importo pari o superiore a 5mila euro e quindi non sono rilevanti i debiti oggetto di provvedimento di sospensione o di rateazione fino a decadenza. Alle imprese sarà consentito il riporto in avanti delle perdite fiscali maturate nei periodi oggetto di concordato. Esclusi gli accertamenti basati su presunzioni semplici per i forfettari che aderiscono all’accordo durante la durata. Riconoscimento dei benefici Iva per le partite Iva soggette alle pagelle fiscali che accettano l’intesa biennale. Arriva poi la proroga al 15 settembre (con la possibilità di usufruire del margine di tolleranza fino al 20 settembre) della quinta rata della rottamazione quater in scadenza il 31 luglio. (Marco Mobili e Giovanni Parente, Il Sole 24 Ore) Il risultato è una certa disparità di trattamento tra cittadino e cittadino. Soprattutto perché lavoratori dipendenti e pensionati sono categorie necessariamente “fedeli” ma a cui il Governo non applica gli stessi vantaggi. Ecco, in autunno si arriverà al nocciolo delle questioni su cui si fonda la popolarità e il consenso. E resta aperto pure il dossier-sanità nonostante la recente approvazione del provvedimento sulle liste d’attesa. L’incognita sono le risorse mentre gli infermieri (vedi articolo in pagina) sono già sul piede di guerra. A proposito, per il personale sanitario l’aliquota sugli straordinari e lavoro nel fine settimana è dal 30% a oltre il 40%, solo ora verrà corretta dal decreto liste. (Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore) Cheli: “I giganti digitali paghino editori e redazioni. Ora regole per gli algoritmi”. Intervista al giurista dopo la decisione di AgCom su Microsoft. La pronuncia del Garante apre a un riequilibro nei rapporti di forza sul mercato con una ricaduta per la democrazia. (Aldo Fontanarosa, Repubblica) Il piano di Autostrade Opere per 36 miliardi e aumenti sotto il 3%. I nuovi investimenti sulla Gronda di Genova e il passante di Bologna Pedaggi sotto controllo se la concessione sarà prorogata fino al 2044. Nella prima fase si punta a mobilitare risorse per 22 miliardi. (Giuseppe Colombo, Repubblica) Una parte dei pedaggi andrà allo Stato. Un nuovo passo in avanti «a supporto delle imprese e a tutela dei consumatori», per garantire maggior competitività e dare respiro all’economia. Il Consiglio dei ministri ha dato ieri il via libera al ddl Concorrenza, provvedimento che spiana la strada all’ottenimento della settima rata del Pnrr da parte dell’Italia. Le misure spaziano dalla proroga «salva-dehors» al contrasto dell’abusivismo nel settore dei taxi ed Ncc, ma riguardano anche le assicurazioni auto. E ci sono pure novità sulle concessioni autostradali. Per la prima volta, infatti, una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari – anche internazionali – ma andrà allo Stato. Dal 2025 verrà applicato un nuovo modello tariffario, già sperimentato in quattro concessioni, che prevede di distinguere la tariffa in tre fattori: la componente tariffaria di gestione e la componente tariffaria di costruzione, entrambe di competenza del concessionario, e la componente tariffaria per oneri integrativi (il cosiddetto extragettito) di competenza dell’ente concedente, (Marco Leardi, Il Giornale) Editoria e tv, la crescita de La7. «Corriere» leader su carta e web. L’Osservatorio AgCom: più 17% per la rete tv, il primato del quotidiano sul digitale. Anche la piattaforma online del «Corriere» è leader con 29,305 milioni di utenti unici. (Paola Pica, Corriere della Sera) La Sicilia è a secco. Da Palermo a Catania, non piove così poco dal 2002. Due milioni con l’acqua razionata, in fila alle autobotti I laghi scomparsi e gli allevatori macellano il bestiame. (Lara Sirignano, Corriere della Sera) Il padre a Turetta: «Non sei l’unico». Delitto Cecchettin, il colloquio intercettato in carcere. I timori del ragazzo di essere abbandonato dal suo legale. (R.C., Corriere della Sera) Il Corriere intervista il rapper Tony Effe: «Non è più tempo di risse, a 33 anni sono cresciuto. Ferragni è solo un’amica. Con la hit Sesso e Samba ho conquistato anche Ultimo». Gli Anniversari 1694, statuto reale per la Bank of England 1794, la Convenzione ordina l’arresto di Robespierre 1830, i parigini insorgono contro Carlo X 1921, isolato l’ormone dell’insulina 1929, pubblicato Gli indifferenti di Moravia 1940, debutta il coniglio Bugs Bunny 1942, conclusa la prima battaglia di El Alamein 1942, Stalin: fucilare chi arretra in battaglia 1943, Badoglio scioglie il Partito fascista 1944, due carabinieri giustiziati dai nazisti 1947, Ginevra: nasce l’organizzazione mondiale di sci acquatico 1955, finisce l’occupazione Alleata dell’Austria 1964, più di 5.000 consiglieri militari Usa in Vietnam del Sud 1974, Watergate: primo passo verso l’impeachment di Nixon 1978, incidente sulla Roma-Napoli: 6 morti 1982, adottato in Usa l’acronimo Aids 1986, i Queen a Budapest primi in paesi ex comunisti 1992, Palermo: il commissario Lizzio ucciso dalla mafia 1993, attentati a Roma e Milano: 5 morti e 34 feriti 1996, bomba alle Olimpiadi di Atlanta: 1 morto e 111 feriti 1997, inizia la serie Stargate 2002, Sukhoi si schianta in Ucraina: 85 morti 2004, l’Italia approva la riforma delle pensioni 2012, Olimpiadi di Londra: Elisabetta in video con Craig Nati oggi 1452, Ludovico il Moro 1824, Alessandro Dumas figlio 1835, Giosuè Carducci 1907, Guido Piovene 1915, Mario del Monaco 1918, Nino Ioannucci 1922, Adolfo Celi 1932, Giuseppe De Rita 1938, Vezio De Lucia 1939, Peppino di Capri 1944, Marco Boato 1946, Roger Abravanel 1947, Renato Mannheimer 1955, Mariano Hugo Windisch-Graetz 1968, Maria Grazia Cucinotta 1982, Clemente Russo 1987, Marek Hamsik Si festeggia San Pantaleone

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