Cosa non si fa in campagna elettorale per qualche voto in più, forse. La Lega (tweet di Borghi condiviso da Salvini) attacca Mattarella che aveva accennato alla “sovranità europea” parlando delle elezioni: “se il Presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Ue invece che dell’Italia per coerenza dovrebbe dimettersi”. La polemica diventa l’apertura di quasi tutti i giornali, quelli di destra cercano di coprire Salvini, La Verità è l’unico critico verso Mattarella. Il Colle ovviamente non risponde, Meloni chiama Salvini e gli impone di rettificare, Repubblica scrive che la premier invece tace. E’ l’apertura di quasi tutti i giornali e Marzio Breda sul Corriere ricorda che le cessioni di sovranità sono previste dalla Costituzione e proprio in base all’art.11 è stato possibile aderire alla Ue. Insomma, spreco di pagine (che hanno un costo industriale annuo elevato per gli editori) ed energie per uno scontro finto che già domani è dimenticato, ma magari la Lega pensa che la cosa è stata utile per provare a scavalcare Forza Italia, che ovviamente subito si dissocia dall’attacco al Presidente.
Repubblica torna su Giorgetti che potrebbe lasciare: “preparatevi a fare senza di me”, dice il ministro dell’Economia e si rende disponibile per fare il commissario Ue. Per il posto italiano di commissario Meloni, sempre secondo Repubblica, penserebbe invece a Elisabetta Belloni.
Il governo intanto è alle prese con l’annunciato provvedimento sulle liste d’attesa nella sanità, che certo incide sull’esito del voto molto di più della polemica finta con il Quirinale: Giorgetti finanzierà la misura con 300 milioni o con il miliardo e mezzo che chiede Schillaci? Meloni sabato ha parlato della possibilità di utilizzare anche il sabato e le domeniche per le visite specialistiche, e sarebbe una soluzione che costerebbe molto meno: solo i turni degli specialisti senior e quelli di medici giovani e infermieri, ma bisogna prima mettersi d’accordo con i sindacati e non sarà facilissimo. Prima o poi, tuttavia, il buon senso si farà strada: basta recarsi in qualsiasi ospedale il sabato e la domenica per rendersi conto che gli ambulatori sono vuoti.
Intanto un anticorpo rallenta il tumore al seno. Curigliano (Ieo) lo ha spiegato al congresso di oncologia: nei casi con metastasi riduce il rischio di morte. Lo spiega Vera Martinelli sul Corriere.
Giovanni Pellegrino, ex parlamentare Pds, dice al Corriere che “il principio che ispirò Mani Pulite e che si basava sul primato del potere giudiziario era in contrasto con il disegno costituzionale”. Ammissione importante, ma 30 anni dopo serve a poco.
Domenico Quirico su La Stampa scrive che il piano Biden “è un capolavoro perchè riporta la situazione al 6 di ottobre, prima del blitz di Hamas, cioè si torna al conflitto a bassa intensità tra Israele e l’organizzazione che governa Gaza, ma è come se lo stato italiano avesse ceduto alle Brigate rosse”. Giuliano Ferrara scrive invece sul Foglio che il piano “è una bandiera bianca dissimulata per Israele. Ma se il prezzo di qualche decimale elettorale del Michigan è la perdita dello stato ebraico, il prezzo non è giusto nè possibile”. Il Fatto titola che Netanyhau è obbligato la tregua, “ma non ha sconfitto Hamas”
La Stampa racconta che le elezioni americane si decideranno tra Biden e Trump per 60 mila preferenze in sei stati chiave.
Intanto Zelensky accusa Putin di aver ucciso 600 bambini ucraini con le bombe e di averne deportati in Russia 20 mila.
Il Corriere economia si occupa di Industria 5.0 e scrive che “i tempi sono strettissimi”. Di Vico commenta che “una politica distratta dal voto e dal Superbonus ha prodotto strategie di digitalizzazione e di sostenibilità a strappi”.
Con le ultime 4 infrazioni su plastica e dati l’Italia sale a 65 procedure avviate dall’Ue, lo scrive il Sole.
Il Fatto continua a far campagna sul si al referendum sul Jobs act, ospitando l’articolo di un docente universitario.
Dalle aziende pubbliche vanno a Cdp e quindi all’Economia 2,9 miliardi l’anno di utili. Lo scrive Affari e Finanza.
Aldo Cazzullo dedica una pagina di intervista sul Corriere a Massimo Fini, giornalista sempre controcorrente e spirito libero. Certo, è eccessivo paragonare Travaglio a Montanelli, ma poichè Massimo scrive tuttora sul Fatto la scivolata è comprensibile. In ogni caso, tempi diversi e giornalismo diverso.
Pecco Bagnaia vince al Mugello, Antonio Conte è il nuovo allenatore del Napoli. Il Corriere mette in prima pagina le regole di Spalletti per i calciatori della Nazionale. Sinner agli ottavi del Roland Garros.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Salvini contro il Quirinale. L’opposizione: inaccettabile. Il leghista Borghi: sovranità Ue? Allora lasci. Il Pd: attacchi eversivi. Tajani: solidarietà al Colle. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)
Una scossa (mossa) pre-elettorale che divide il fronte di governo. Nel centrodestra scoppia il caso Lega, dopo il tweet del senatore e candidato alle Europee Claudio Borghi contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno della Festa della Repubblica. La sinistra coglie al volo l’occasione e si fionda nella polemica. Forza Italia attacca gli alleati, Fdi resta in silenzio. E Salvini in serata precisa: «Nessuna polemica con il Presidente della Repubblica, semplicemente oggi è il 2 giugno e per me la sovranità nazionale italiana viene prima di ogni altra appartenenza. Noi lavoriamo per andare avanti, non chiediamo le dimissioni di nessuno, Borghi è un nostro ottimo senatore». (Pasquale Napolitano, Il Giornale)
Attacco a Mattarella, la Lega: “Si dimetta”. Forza Italia si smarca. Nel giorno della Festa della Repubblica, bagno di folla per il presidente che celebra la “sovranità dell’Ue”. Salvini e Borghi si scagliano contro il Colle, poi la parziale retromarcia. (Concetto Vecchio, Repubblica) La premier aspetta. Poi preme su Matteo. E lui: no alle dimissioni. Meloni vuole aprire un fronte sui balneari. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
Stefano Cappellini su Repubblica: Attacco sovranista al Quirinale, hanno paura e raschiano il fondo. Prendere di mira Mattarella per raggranellare qualche consenso è un obiettivo di basso livello, una rapinetta elettorale. Ammesso che riesca.
Ezio Mauro su Repubblica: I fuoriusciti dalla democrazia. I leader, indifferenti al sistema dei diritti e delle garanzie, sono tentati dalla scorciatoia dei pieni poteri, del nuovo autoritarismo, del rapporto diretto tra popolo e sovrano. Senza più intermediazioni.
Giorgetti è ai saluti? “Preparatevi a fare senza di me”. Il ministro dell’Economia ha offerto a Meloni la disponibilità a lavorare nella nuova Commissione europea. Premier fredda, Salvini possibilista.
Europa come via di fuga dopo gli attacchi della maggioranza alla linea del rigore dal Superbonus alla spending review. Un ruolo “istituzionale” e in prospettiva spendibile per il Colle. (Giuseppe Colombo, Repubblica)
«L’Italia aperta all’Europa». Il presidente, la sovranità e il richiamo alla Costituzione. Nell’articolo 11 le «limitazioni» per le organizzazioni internazionali. (Marzio Breda, Corriere della Sera)
Tajani dopo Ursula. Il vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, candidato d’immagine alle Europee, ha bocciato l’ex presidente della Bce Mario Draghi per il vertice della Commissione europea: “Non è iscritto al Ppe”. Il berlusconiano più influente, da un ventennio, nell’europartito più grande ha aggiunto di non essere in corsa, come ha detto anche Draghi e generalmente dicono tutti i candidati attenti a non bruciarsi. Sono così riprese le voci su una sua ambizione a guidare l’istituzione di Bruxelles coi suoi circa 40 mila euroburocrati, formalmente indipendente, ma da decenni lottizzata da governi, partiti e lobby economico-finanziarie. Tajani è stato eurodeputato dal 1994 al 2022 con una parentesi proprio alla Commissione (2008-2014) da vicepresidente responsabile prima dei Trasporti e poi dell’Industria. Rivendica la presidenza per il suo Ppe, se resterà il partito più votato e replicherà la maggioranza con socialisti e liberali. (Ivo Caizzi, Il Fatto Quotidiano)
«Meloni? Non sono un juke box». Schlein a Roma: è lei che deve rispondere. Il premierato riforma pericolosa. Sbagliate le parole del Papa sui gay. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera) La piazza di Schlein: “Come alle primarie la rimonta è possibile”. La leader dem chiude la campagna per le Europee a Roma nel quartiere di casa, Testaccio. La campagna per il salario e la sanità. (Giovanna Vitale, Repubblica)
A cosa serve l’Europa. Ecco i motivi per votare. I 10 milioni di giovani sono i più europeisti: i benefici ottenuti. cosa fa l’Ue per i grandi astensionisti: donne, disoccupati, sud all’Europarlamento ora serve una legittimazione più forte. Oltre le singole categorie ci sono poi le direttive a beneficio di tutti, a partire dall’adozione degli standard di sicurezza alimentare più elevati al mondo. I dati mostrano che gli over 35 sono decisamente più interessati alla politica interna, mentre dai 35 in giù le elezioni Europee vengono considerate importanti al pari delle Politiche. Si può quindi affermare con ragionevole certezza che i più giovani non considerano il voto per il Parlamento europeo solo un referendum che esprime il gradimento sul governo di turno. Un’Europa più forte passa dal Parlamento Europeo, a condizione che sia legittimato da una forte partecipazione al voto. (Milena Gabanelli, Simona Ravizza e Alessandro Riggio, Corriere della Sera)
Beppe Severgnini sul Corriere: Il coraggio è il valore dell’età. L’impresa di Ancelotti è una lezione: il tempo scorre ma lo si affronta, senza fingere di essere ragazzi.
La trincea di Toti davanti ai partiti: ritorno da presidente operativo. L’assessore che lo ha visto: agli alleati proporrà una verifica di fine mandato. Per lui l’obiettivo è il 2025. Se lasciasse ora si voterebbe a ottobre ma senza la sua lista. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)
Vino di Vespa sui Frecciarossa. Ora una lettera apre il caso Il presentatore: “Così da anni”. L’intervento di un lettore nella rubrica di “Repubblica” Francesco Merlo: “È l’intervistatore seriale di Meloni”. (Valentina Conte, Repubblica)
«Lo spiegai a D’Alema: Mani Pulite colpiva tutti Nel Pds mi isolarono». Pellegrino: l’obiettivo era il primato del potere giudiziario. Massimo faticava a seguire la linea giustizialista voluta da Violante. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
Università, arriva la controriforma I ricercatori: per noi più precariato. La legge del governo Draghi garantiva due anni di contratto e tutele per le nuove leve Nel piano Bernini altri 5 ruoli e poche garanzie. (Corrado Zunino, Repubblica)
Moda, la Ue chiude un occhio sui minori schiavi nel Pakistan. L’Unione europea non obbliga i marchi europei dell’abbigliamento a dimostrare che le loro magliette e i loro jeans non sono legati alla schiavitù nei campi, come avviene invece ancora in Pakistan. Il Paese asiatico è tra i 7 maggiori produttori mondiali di cotone.
Tuttavia, è anche al 18esimo posto nell’Indice globale della schiavitù, con 2,3 milioni di lavoratori sfruttati. Questi sono impiegati soprattutto nell’agricoltura, che in Pakistan resta un settore informale, privo di tutela giuridica. Per ripulire le filiere dagli impatti dannosi, la Ue ha introdotto il divieto di commercializzare prodotti realizzati con il lavoro forzato e l’obbligo per le grandi imprese di garantire la sostenibilità delle loro forniture, anche se queste norme entreranno in vigore rispettivamente solo nel 2025 e nel 2027. Tuttavia, all’inizio di aprile l’Europarlamento ha frettolosamente votato disposizioni annacquate, in vista delle imminenti elezioni europee di giugno. Il Consiglio dei 27 Stati membri (che agisce come co-legislatore) ha rimandato l’approvazione finale dei due testi al prossimo autunno.
Le lacune normative esentano i distributori della moda (così come quelli di qualsiasi altra merce) dal garantire la tracciabilità della filiera fino all’acquisto delle materie prime, per mostrarne chiaramente l’origine. (Stefano Valentino e Shahzeb Jillani, Il Fatto Quotidiano)
Mercato, regole e costi: tre variabili decisive per il decreto Salva casa. Ora che il decreto è in vigore, il successo del Salva casa sarà deciso da tre variabili: l’impatto sul mercato immobiliare, il costo per i proprietari e le modifiche in sede di conversione – già preannunciate per rendere più facile la sanatoria delle lievi difformità edilizie. A leggere la relazione illustrativa, il Dl 69/2024 punta a sbloccare «lo stallo delle compravendite a causa di irregolarità formali». Il 2023 si è chiuso con circa 709mila rogiti, in calo del 9,5% annuo. Un dato che è stato condizionato dal crollo degli acquisti assistiti da un mutuo (-24,9%), ma che resta piuttosto elevato in prospettiva: la media dell’ultimo decennio è poco sotto le 600mila compravendite. In questo quadro, che effetti potrà avere il decreto? (Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste, Il Sole 24 Ore)
La fuga di laureati non si ferma:-132mila negli ultimi dieci anni. La fuga dall’Italia non si ferma. Specialmente da parte del capitale umano altamente formato. La conferma si annida tra le pieghe dell’ultimo rapporto Istat sulle migrazioni interne e internazionali della popolazione residente. In un contesto generale che ha visto quasi 1,1 milioni di espatri (contro 515 mila rientri che rendono dunque il saldo complessivo negativo per 566mila unità, ndr)
l’aspetto più preoccupante riguarda la fascia d’età 25-34 anni. È lì che, tra il 2013 e il 2022, si sono concentrate 352mila partenze; in più di un caso su tre (il 37,7%) chi è andato via aveva in tasca la laurea. Un dato preoccupante di per sé. Figuriamoci in un Paese che resta penultimo nell’Ue per giovani in possesso di un’istruzione terziaria e che da qui al 2040 perderà, a causa della denatalità e del gelo demografico, il 30% circa degli iscritti all’università. (Eugenio Bruno, Il Sole 24 Ore)
Gli altri temi del giorno
Da Zelensky accuse alla Cina «Fa fallire il summit di pace». Il leader: Pechino strumento in mano a Mosca. L’allarme: 20 mila bambini rapiti. (M. Ser., Corriere della Sera)
Ora Zelensky va all’attacco della Cina. “Vuole il fallimento del summit di pace”. «Con il supporto della Cina alla Russia, la guerra durerà più a lungo». Volodymyr Zelensky rompe gli indugi e abbandona la cautela mantenuta sin qui su Pechino. Il presidente ucraino era arrivato allo Shangri-La Dialogue, il vertice sulla sicurezza di Singapore, con l’obiettivo di convincere i Paesi asiatici a partecipare alla conferenza sulla pace in Svizzera. In primis proprio la Cina. Ma, nonostante i tentativi, non è riuscito a incontrare il ministro della Difesa cinese Dong Jun. «Servivano preparativi diversi per organizzare un colloquio», dice a La Stampa una fonte vicina alla delegazione cinese. Zelensky sperava probabilmente di far cambiare in parte idea a Pechino, ottenendo l’invio di una delegazione in Svizzera. (Lorenzo Lamperti, La Stampa)
L’attacco di Zelensky a Xi: «La Cina boicotta la pace». Nel suo discorso alla sessione plenaria di Singapore, Zelensky ha spiegato che già 106 Paesi hanno confermato la loro partecipazione al vertice, nonostante quelle che definisce le interferenze di Mosca.
«Sta minacciando di bloccare cibo, prodotti agricoli o chimici… Sta semplicemente facendo pressione sugli altri Paesi affinché non partecipino al vertice. E oggi non ci sono buone notizie – ha aggiunto – Ve lo dico francamente, alcuni Stati hanno iniziato ad aiutarla in questo, nell’interruzione diplomatica del vertice di pace». (Matteo Basile, Il Giornale)
Deportazioni, Zelensky accusa Putin “Ha rapito 20mila bambini ucraini”. E il New York Times ricostruisce la storia di 46 bimbi prelevati a Kherson nel 2022. (Daniele Raineri, Repubblica)
All’Ucraina una nuova batteria di Samp-t. I limiti del governo: solo per uso difensivo. Nel pacchetto una partita di missili Shadow. Dopo le elezioni possibile allineamento con gli Usa. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
Gli Usa: Netanyahu dirà sì all’intesa. Piano Gallant per Gaza dopo Hamas. Il consigliere del premier: «Accettiamo per gli ostaggi». Aumenta la tensione con il Libano. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
La proposta per Gaza – quella a cui per settimane i funzionari Usa hanno fatto riferimento come a un’offerta «straordinariamente generosa» fatta da Israele per garantire un accordo – resta sospesa in un terreno che sembra diventato di tutti e di nessuno. Nel frattempo, le forze di Tsahal continuano la campagna militare a Rafah, nel campo di Yabna nel centro città, vicino al confine con l’Egitto. La riapertura del valico più meridionale di Gaza, tra l’enclave palestinese e il Sinai, resta subordinata al «ritiro incondizionato di Israele dall’area». È quanto è uscito dall’incontro tra le autorità del Cairo, di Washington e di Gerusalemme, oltre alla richiesta egiziana di una qualche forma di coinvolgimento dei palestinesi nella gestione del valico. Nel Nord della Striscia, in particolare a Jabalia e Beit Hanoun, le autorità locali hanno dichiarato il campo profughi e la città «aree disastrate», dopo aver valutato i danni causati dall’esercito israeliano: 50 mila unità abitative distrutte, reti di fognature e strade demolite con i bulldozer nella maggior parte dei comuni nell’area, 35 pozzi d’acqua e diverse scuole e strutture gestite dall’Unrwa resi inutilizzabili. Il bilancio dei morti nella Striscia calcolato dal ministero della Sanità di Hamas è salito a 36.400 persone uccise dall’inizio del conflitto. (Fabiana Magrì, La Stampa)
Tra i punti del piano di pace su cui si sta negoziando c’è il completo ritiro delle forze israeliane dalla Striscia. Gli statunitensi non hanno intenzione di mandare militari sul terreno per garantire ordine e sicurezza. Washington sta facendo pressione sugli alleati regionali (Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Bahrain e Marocco) perché assicurino una presenza di truppe sul terreno. La risposta, anche se tutt’ora solo informale, dei paesi arabi è che solo un riconoscimento da parte dell’Occidente di uno Stato palestinese getterebbe le basi una missione militare internazionale. Il giorno dopo il cessate il fuoco 2,2 milioni di gazawi avranno bisogno di un esecutivo che guidi la ricostruzione. La Banca Mondiale ha tentato di calcolare i danni nella Striscia: 18,5 miliardi di dollari, il 97% del Pil combinato di Gaza e Cisgiordania. Si tratta di formare una nuova classe dirigente e affidargli il più ambizioso piano di rinascita dell’area. (Cosimo Caridi, Il Fatto Quotidiano)
Rischio carcere per Trump E lui avverte: sarà sommossa. Il tycoon parla in tv: “È il punto di rottura, non so se il pubblico lo accetterebbe” Mentre Stormy Daniels gli augura la galera. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)
Islanda, la manager apolitica stravince a sorpresa la partita tutta tra donne. Alle presidenziali Tómasdóttir batte l’ex premier Jakobsdóttir. (Monica Ricci Sargentini, Corriere della Sera)
Sequestri e torture, così le giovani leve del clan Spada studiano da boss. L’inferno di Luca, rapito da un commando di ragazzini. “Braccato come una preda”. (Romina Marceca, Repubblica)
Trovati i corpi di Patrizia e Bianca. Il sindaco: «Potevano scappare». Udine, si cerca ancora il terzo ragazzo inghiottito dal fiume. Ancora molti i punti da chiarire. (Agostino Gramigna, Corriere della Sera)
Sonda cinese sulla Luna (dalla parte nascosta). Tocca il suolo nel cratere Apollo, ora 53 giorni di missione. Un martello e un braccio robotico per prelevare minerali. (Michela Rovelli, Corriere della Sera)
«Noi, mai più Pitt» La rivolta dei sei figli. Corsa a rinnegare il cognome del padre. L’ultima è Shiloh (con pratica in tribunale) «A casa botte e alcol». A Jolie la custodia. (Giovanna Cavalli, Corriere della Sera)
Il quinto «sì» di Murdoch con l’ex biologa russa (già suocera di Abramovic). Lo «Squalo» si è sposato in California, a 93 anni e 13 nipotini. (Irene Soave, Corriere della Sera)
Gli Anniversari
1098, i Crociati prendono Antiochia in Turchia
1140, Bernardo di Chiaravalle attacca Abelardo
1326, definiti i confini tra Norvegia e Russia
1539, Hernando de Soto cede la Florida alla Spagna
1620, a Quebec la più antica chiesa del Nord America
1770, California: fondata la città di Monterey
1784, nasce l’esercito degli Stati Uniti
1849, i francesi cominciano l’assedio di Roma
1850, fondata Kansas City
1875, muore a Bougival Georges Bizet
1899, muore a Vienna Johann Strauss figlio
1915, San Marino dichiara guerra all’Austria
1924, muore a Kierling Franz Kafka
1937, Edoardo III sposa Wallis Simpson
1940, Dunkerque: inglesi e francesi sfuggono ai tedeschi
1940, la Luftwaffe bombarda Parigi
1944, de Gaulle primo ministro in Francia
1944, le truppe tedesche lasciano Roma
1944, patto di Roma: nasce la Cgil
1959, Singapore ha la sua Costituzione
1946, processo di Tokyo a 28 criminali di guerra
1950, prima ascensione dell’Annapurna
1956, ferrovie europee: abolizione della terza classe
1962, disastro aereo ad Orly: 130 morti
1963, muore in Vaticano Giovanni XXIII
1966, scoppia la rivoluzione culturale in Cina
1968, NY: Valerie Solanas attenta alla vita di Andy Warhol
1968, Martin Luther King organizza la marcia dei poveri
1969, ultimo episodio della serie Star Trek
1977, muore a Roma Roberto Rossellini
1977, Br: gambizzato il direttore del Tg1 Emilio Rossi
1979, Messico: 600mila tonnellate di petrolio in mare
1980, attentato terroristico: carabiniere ucciso in Puglia
1981, attentato Agca: Giovanni Paolo II rientra a San Pietro
1988, muore a Milano Renzo Palmer
1989, muore a Teheran l’ayatollah Khomeini
1989, Cina: repressione di piazza Tien An Men
1992, Giorgio Napolitano presidente della Camera
1992, Rio de Janeiro: inizia il Summit della Terra
1998, disastro ferroviario in Germania: 101 morti
2000, Di Pietro fonda Italia dei Valori
2001, muore a Boston Anthony Quinn
2002, Londra: mezzo secolo di regno per Elisabetta II
2003, Ecofin: accordo sulle quote latte
2004, il presidente Usa Bush in visita a Roma
2006, Benedetto XVI riceve Tony Blair
2012, giubileo per i 60 anni di Regno di Elisabetta II
2016, muore in Arizona Muhammad Alì
Nati oggi
1840, William Gladstone
1865, Piero Ginori
1905, Wanda Osiris
1925, Tony Curtis
1926, Annen Ginsberg
1933, Andrea Geremicca
1935, Enzo Jannacci
1945, Claudio Lippi e Ida Di Benedetto
1948, Luca De Filippo
1950, Maurizio Mattioli
1952, Rosanna Cancellieri
1956, Elisabetta Gardini
1965, Enrico Papi
1969, Gianluigi Nuzzi
1977, Checco Zalone
1980, Amauri
1986, Rafael Nadal
Si festeggiano San Carlo Lwanga e Santa Clotilde
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