“Le cose non succedono. Le cose vengono fatte succedere” (John Kennedy)
Ci voleva il pentimento di Francesco Schiavone, detto Sandokan, per far subito dimenticare ai giornali l’atmosfera prebellica in Europa e il sempre presente rischio di escalation con la Russia visto che proprio ieri sul Mar Baltico due due jet militari italiani hanno intercettato e spinto fuori dalla spazio Nato due aerei da combattimento del Cremlino. Schiavone, capo del clan camorristico dei Casalesi, decide di collaborare con la giustizia dopo 26 anni di carcere duro e si prende così il titolo principale di Corriere e Repubblica: vero è che di misfatti, alleanze e connivenze potrà dire molto nonostante gli oltre cinque lustri di isolamento, ma il sospetto che il pentimento sia il modo per sfuggire ai rigori del trattamento carcerario resta. E Roberto Saviano sul Corriere fa di più e ipotizza che avendo scontato gran parte della pena pentirsi sia l’unico modo che il boss ha per uscire dal carcere. Franco Roberti, all’epoca coordinatore della Dda e poi procuratore nazionale antimafia, ritiene che Sandikan possa ancora svelare molto e condurre ad “un mondo di grandi capitali” che hanno avuto a che fare con un clan allora potentissimo.
Gli altri quotidiani vanno in ordine sparso: La Stampa fa bene a sottolineare nel suo titolo più importante la “resa” della Normale di Pisa, forse l’istituzione scolastica più prestigiosa d’Italia, che ferma i bandi per la collaborazione con le università israeliane, seguita da Libero che evidenzia la “scuola dell’odio” elencando le affermazioni dei docenti Raimo (“insegno a picchiare i neo nazisti”), Canfora (“sono stalinista”) e Montanari (“i fasci non parlino”). Siamo sempre alla abnorme differenza tra insegnamento che deve essere libero e parlare di tutto e indottrinamento che fa a pugni con la libertà della cultura. E la condanna della decisione della Normale da parte del ministro Bernini riesce appena a farsi strada sul Giornale, segno di un appiattimento generale al nuovo conformismo antiisraeliano. Angelo Panebianco su Corriere prova a difendere la civiltà liberale: “ci sono in molte università del mondo minoranze portatrici di una controcultura satura di umori anti-occidentali. Il presente e il futuro delle Università, anche se non è chiaro a tutti, influenzerà la sorte delle nostre democrazie”.
Il Messaggero dedica invece la sua prima pagina e un commento di Romano Prodi ad un altro argomento molto presente all’interno degli altri giornali: “Meno nascite, Italia in affanno”. Infatti secondo l’Istat nel nostro paese nascono appena 6 bambini ogni mille abitanti mentre gli over 80 superano gli under 10, con tutte le conseguenze del caso su sanità, pensioni e scuole. A proposito di queste ultime fa bene Mattia Feltri su La Stampa a irridere il ministro Valditara e il suo tentativo di tutelare gli alunni italiani per decreto, visto che anche i figli degli stranieri sono cresciuti in Italia, sono amici dei figli degli italiani e condividono le stesse cose. Il Fatto si duole invece che Leonardo abbia rapporti con le Università, “le paga e le arma” ai fini della ricerca scientifica.
Il Sole si occupa di fornire la “mappa degli esclusi dal Superbonus”, mentre il Giornale continua a chiedere le dimissioni del Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta. Sul Foglio lo difende invece Andrea Monorchio, il suo prestigioso predecessore a cavallo tra la Prima e la Seconda Repubblica, l’unico che era riuscito a dare anche una immagine pubblica ad un ruolo riservato, scrivendo che era davvero difficile ipotizzare gli sconfinamenti del provvedimento sulla finanza pubblica.
La Verità pare abbia convinto il ministro della Sanità Schillaci a indagare sui danni dei vaccini (cosa scientificamente discutibile, anche se dopo la pandemia molti sembrano avere qualche rotella in meno, soprattutto i guerrafondai russi) invece di dedicare le sue energie a risolvere i problemi quotidiani del servizio sanitario. Infine, Domani scopre che Ricucci (l’indimenticabile immobiliarista di Zagarolo che voleva scalare il Corriere della Sera insieme ai “furbetti del quartierino”) ha fatto un esposto contro i pm di Roma, esposto che potrebbe trovare sponde al ministero della Giustizia poichè il compagno della “zarina” e ora capo di gabinetto Giusi Bartolozzi in passato era stato collaboratore dello stesso Ricucci.
Repubblica scrive che Giorgia Meloni dopo le elezioni europee avrebbe già programmato di cambiare ben sette ministri del suo governo. Un vasto programma difficilmente attuabile in quelle proporzioni senza passare da un nuovo voto di fiducia del Parlamento, e comunque mai avvenuto nemmeno ai tempi migliori della Democrazia Cristiana.
Il Resto del Carlino dà per concluso l’accordo tra Emanuele Orsini e Antonio Gozzi per il trasloco di buona parte dei voti del secondo al primo, cosa che assicura all’imprenditore emiliano un vantaggio ancora più importante su Edoardo Garrone.
Il Sole sottolinea in prima pagina la crisi di vendita delle Tesla nel primo trimestre, sintomo purtroppo più della concorrenza delle vetture cinesi che costano meno che di un ripensamento (auspicabile) del mercato delle auto elettriche. E infatti lo stesso Sole nelle sue due pagine dei motori si occupa per la gran parte di modelli elettrici.
Jannick Sinner strapazza Medvedev in due set e va in finale al torneo di Miami: se batte Dimitrov diventa il numero due del mondo. Torna il campionato di calcio dopo la pausa delle Nazionali, Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Sandokan vuole parlare. Si pente il «re» dei Casalesi. Schiavone, da 26 anni al
41 bis. La falsa notizia del cancro usata per coprire il trasferimento da Parma a L’Aquila. «Può aprire la cassa di un immenso tesoro. Conosce molte cose che contano ancora». L’ex magistrato Roberti: potrebbe condurre a un mondo di grandi capitali, ma sarebbe il primo a farlo. Il delitto Bardellino. Su quell’argomento noi sappiamo molto, ma lui sa tutto Vedremo se ne parlerà. (Fulvio Bufi, Corriere della Sera)
Il boss Schiavone si pente: “L’ho fatto per la famiglia”. La decisione dopo 26 anni di carcere duro. La moglie e due dei 7 figli stanno già collaborando. In cella diceva: “Se un giorno scriverò un libro verrà fuori tutta la verità”. Le prime parole raccolte da Melillo e Gratteri. L’ex padrino ora ha sei mesi per raccontare la storia della cosca. (Dario Del Porto e Giovanni Marino, Repubblica)
Dai soci in affari ai padrini politici. Il cemento, i rifiuti, la droga: può raccontare un sistema che intreccia violenza e profitto. (Isaia Sales, Repubblica)
Ha deciso di abdicare. Ma forse non svelerà le cose più importanti. È stato un «re» spietato e calcolatore. Sa che è l’unico modo per uscire. Temo che sfrutti l’attuale debolezza dello Stato, che non pone centralità al contrasto delle mafie. (Roberto Saviano, Corriere della Sera)
Conchita Sannino su Repubblica: Francesco Schiavone, la resa del boss e la sfida antimafia. Ciò che più conta è riannodare il come e perché: la strada che ha portato fin qui nella lotta alle cosche non può essere messa in discussione.
Le tensioni arrivano alla Normale «Stop al bando con Israele». La Scuola pisana: il governo riconsideri i patti. Ma il ministero tiene la linea: no ai boicottaggi. In arrivo mobilitazioni negli atenei. Il 16 aprile ci sarà una nuova protesta alla Sapienza. (Gianna Fregonara, Corriere della Sera)
Droni e robot: così Leonardo sale in cattedra. C’è un numero, contenuto nel documento di bilancio integrato 2023 di Leonardo, che più di tutti aiuta a raccontare quanto l’industria a destinazione bellica abbia ormai permeato l’università, non solo italiana. Alla voce “modello di business”, infatti, viene indicato che l’ex Finmeccanica ha investito ben 2,2 miliardi di euro nel settore “ricerca e sviluppo” e “ingegneria di prodotto” in collaborazione “con 90 università e centri di ricerca nel mondo”. La società italiana, partecipata al 30% dal ministero dell’Economia e Finanze, non dichiara quanti di questi soldi siano stati investiti sul territorio nazionale. Ma i Paesi che in questo senso Leonardo r i t iene “ domestici” sono essenzialmente quattro: l’Italia ovviamente, ma anche la Polonia, il Regno Unito e gli Stati Uniti. E quando c’è da elencare gli stakeholder esterni, università e centri di ricerca contribuiscono per il 12%. Un filo diretto e sempre più strutturato che unisce Leonardo e il mondo accademico, per una società che a bilancio dichiara che il 75% del proprio fatturato dipende dal settore Difesa, riferendosi in gran parte (82%) a clienti governativi. (Vincenzo Bisbiglia, Il Fatto Quotidiano)
L’Italia senza figli, 6 neonati ogni 1000 abitanti. Culle sempre più vuote in Italia, il calo demografico non si arresta. Secondo i dati del 2023 pubblicati dall’Istat, i nati residenti in Italia sono 379 mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022), un risultato al di sotto della previsione di 382 mila. In un anno si contano 14 mila bambini nati in meno (-3,6%), mentre dal 2008, l’ultima volta in cui si è assistito nel nostro Paese a un aumento dei neonati, il calo è di 197 mila unità (-34,2%). Il numero medio di figli per donna scende così da 1,24 del 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi al minimo storico di 1,19 figli registrato nel lontano 1995. (Luca Monticelli, La Stampa)
Il crollo delle nascite non si ferma: sei neonati ogni mille abitanti. Record di ultracentenari. L’Istat: il tasso di fertilità ora è sceso a 1,2 figli. Nel 2023 sono nati in Italia 50 mila stranieri, il 13,3% del totale e tremila meno del 2022. (Alessandra Arachi, Corriere della Sera)
Salis, il ricorso in Ungheria e il padre scrive al Quirinale: c’è disparità di trattamento. Attesa fra due settimane la decisione del collegio di tre giudici. Il familiare: una volta seguita la via indicata dall’esecutivo, pensavo che mi cercassero. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)
Libération contro Meloni: “Preoccupa la deriva autoritaria”. Il quotidiano francese parla di doppio gioco della premier: moderata all’estero e repressiva in patria. (Anais Ginori, Repubblica)
Massimo Giannini su Repubblica: Il filo nero della destra. Tutto torna. Meloni riparte dalla lezione dei “Padri nobili”. Il suo modello di premierato è persino più forte di quello berlusconiano.
Elly alla disfida delle correnti (che non tollerano gli esterni). Le anime dem come l’araba fenice. L’«ingorgo» per i posti migliori per Bruxelles. (Roberto Gressi, Corriere della Sera)
Delrio: “Tarquinio serve ai dem, basta esami del dna ai candidati. Chi viene eletto vada in Europa”. Intervista al senatore dem: “Il giornalista è un valore aggiunto. Criticava Zelensky? Non ha dubbi su chi sia l’aggressore”. (Lorenzo De Cicco, Repubblica)
«Con Bonino storie diverse. Ma con la nostra lista gli europeisti conteranno molto di più». Renzi: Calenda? Noi aperti, mi occupo di politica non di rancori personali. Polemica assurda contro i democristiani. Cuffaro non corre. Mastella? Vorrei candidare Sandra. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Massimo Franco sul Corriere: I malumori nei partiti per le scelte dei leader. Troppi candidati per pochi seggi. Le uniche forze politiche che sembrano tranquille sono quelle della premier e di Tajani.
Spataro: “I test ai giudici un premio ai conformisti. Realizzano l’idea di Gelli, contro toghe e Carta”. Intervista all’ex procuratore di Torino: “Gli esami psicoattitudinali sono inutili per i magistrati. Alla Anm consiglio di scioperare a difesa della Costituzione”. (Liana Milella, Repubblica)
Corrado Augias su Repubblica: Noi sonnambuli di fronte alla guerra. Ottant’anni di pace bastano a spiegare l’indifferenza con la quale ogni giorno si scrive e si legge d’un possibile conflitto. Immersi in un sonno profondo camminiamo, parliamo, compiamo azioni, ignorando le circostanze e le conseguenze del nostro agire.
«La Russia pagava gli eurodeputati». La rete occulta che sfrutta siti sospetti. Il caso scoperchiato dai Servizi di Praga riguarda sei Paesi, l’Italia non è nell’elenco. (Mara Gergolet, Corriere della Sera)
I due italiani che parlavano con «Voice of Europe»: «Vengo da una famiglia ricca, non prendo soldi da Mosca» «Demonizzato chi dissente». Gazzini e Donato. Sono i soli ad aver rilasciato interviste al media accusato di fare propaganda. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Ora Bruxelles indaga sulle interferenze russe «Soldi agli eurodeputati per influenzare il voto». Dopo i servizi segreti di Praga, anche il governo belga denuncia la Russia di influenzare le elezioni europee in diversi Paesi dell’Ue. «È venuto alla luce che Mosca si è avvicinata agli eurodeputati e ha pagato la loro campagna elettorale per promuovere la sua propaganda», rivela il premier Alexander De Croo. Secondo il primo ministro belga è in corso una stretta collaborazione tra i servizi segreti di Bruxelles e quelli cechi per distruggere la rete di propaganda allestita dal Cremlino. Ad aprire il vaso di pandora era stato giovedì il Security information service (Bis) della Repubblica Ceca, che aveva riferito al quotidiano DenikN come alcuni politici europei di Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Paesi Bassi e Polonia, così come il partito tedesco di estrema destra Alternative fur Deutschland, fossero a libro paga di Mosca. Le attività di questa rete di influenza russa sarebbero ben documentate in un dossier di oltre 300 pagine e avrebbero una portata internazionale. (Luigi Guelpa, Il Giornale)
Roberto Vannacci ormai senza freni: “Io sono testosteronico da quando sono nato. Da bambino ero molto “maschio”. Come le mie figlie sono molto “femmine”. Quella passione per i lanci in caduta libera, il bestseller che lo ha reso ricco, la sinistra e la destra. E ancora: “Le femministe hanno rovinato la famiglia. L’educazione dei figli costerebbe di meno se se ne occupassero i genitori”. (Claudio Sabelli Fioretti, Repubblica)
Il ministro indaga sui danni dei vaccini. Il ministro annuncia un gruppo di studio: «Serve chiarezza». E dice: «A presiedere l’indagine parlamentare per la pandemia non siano virostar, ma una figura terza». Confermata la stretta sugli ormoni per i baby trans. Secondo il ministro si può ragionare sulla istituzione di una commissione scientifica, «di studio», cioè un gruppo di esperti che indaghi sulle reazioni all’iniezione. «Credo che sarebbe opportuno farla per avere maggiore chiarezza e soprattutto per dare maggiore tranquillità a tutti. Ci lavoreremo», dichiara. E aggiunge: «Credo che si potrebbe fare serenamente cercando di capire la dimensione e tipologia degli effetti avversi che si sono verificati». Tale commissione, a quanto si capisce, non dovrebbe essere parlamentare e dunque politica, ma appunto tecnica, composta da studiosi. E dovrebbe eventualmente coordinarsi con la commissione parlamentare di inchiesta. (Francesco Borgonovo, La Verità)
A marzo l’inflazione torna a crescere: +1,3% sull’anno. L’inflazione rimbalza a marzo. Secondo le stime preliminari comunicate dall’Istat, portandosi all’1,3% tendenziale annuo, rispetto al +0,8% di febbraio e al +0,6% di gennaio, i prezzi risalgono moderatamente. La lieve accelerazione risente dell’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,8% da -17,3% di febbraio), che erano stati la causa della fiammata dello scorso anno, sia per la componente regolamentata che non regolamentata: rispettivamente da -18,4% a -13,8% e da -17,2% a -10,3%. Un sostegno alla dinamica dell’inflazione si deve inoltre all’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi al trasporto (+4,4% da +3,8%). Al contrario i prezzi dei prodotti alimentari non lavorati evidenziano anche a marzo un rallentamento della crescita (+2,6% rispetto ad un precedente +4,4%), e dei tabacchi (da +2,6% a +1,9%). Frena anche la dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” – che comprende alimentati e prodotti per la cura della casa e della persona – (salito +3,0%, rispetto ad un precedente +3,4%), mentre l’inflazione di fondo – al netto degli energetici e degli alimentari freschi – si attesta al +2,4% (in lieve ripresa da +2,3%). (Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore)
Stop al Superbonus, Forza Italia vuole deroghe per onlus e case popolari. Arriva l’ok della Ragioneria, ma gli azzurri puntano a nuove modifiche. Nel mirino i permessi fino a febbraio 2023 senza fatture emesse. (Giuseppe Colombo, Repubblica)
Il disastro di Melfi in morte dell’auto. Negli ultimi quattro mesi ho visitato due volte Melfi e ho trovato un vero e proprio disastro, un declino annunciato dell’industria automobilistica di quell’area, con lavoratori in cassa integrazione, esuberi, costrizione verso dimissioni volontarie e minacce di delocalizzazione da parte della proprietà, Stellantis. La crisi dello stabilimento di Melfi, che appartiene al gruppo Stellantis, fino a poco tempo fa ex Fiat, è una crisi che ha radici nel declino industriale italiano e nell’assenza di politiche industriali verso quella che è nota come transizione verso l’industria 5.0 e verso la produzione di auto elettriche in particolare. Questa crisi soffre anche dell’assenza totale da parte del governo regionale lucano e del governo nazionale in carica, che non sono capaci di offrire una idea su cosa si possa fare per salvare l’industria dell’auto di Melfi, che è stata considerata in passato la fabbrica più produttiva di Fiat. L’unica alternativa che è stata data ai lavoratori, con un accordo molto divisivo tra le parti sociali, è stata una indennità per accettare il licenziamento, sulla base dell’età. Accordo che non è stato firmato solo da Fiom-Cgil. L’accordo prevede non un incentivo al pensionamento, per lavoratori vicini alla pensione, con la condizione per l’azienda di un rimpiazzo generazionale e nuove assunzioni, che salverebbe l’azienda e rilancerebbe l’occupazione in questa area, ma solo un pagamento per l’accettazione da parte dei lavoratori, anche giovani, di dimissioni volontarie. Un ricatto travestito da indennizzo che penalizza soprattutto l’economia regionale.
La conseguenza immediata di questa politica, infatti, sarebbe la desertificazione industriale di un territorio, la fine del lavoro per circa 5.000 lavoratori che qui non avrebbero altre alternative che aprire bar o pizzerie, e la morte di un indotto che raggiunge circa 15 mila lavoratori con altrettante famiglie. Inoltre, questa desertificazione sarebbe accompagnata da un ulteriore spopolamento, già in corso in Basilicata come al Sud, e dalla fuga di migliaia di giovani al Nord e all’estero. (Pasquale Tridico, Il Fatto Quotidiano)
Ita, braccio di ferro con l’Europa. L’ipotesi di una «manovra forzata». Abbassamento della quota di Lufthansa per aggirare la notifica. Sullo sfondo la carta Msc? Il presidente del vettore tricolore Turicchi ha ribadito che non c’è un piano B. (Leonard Berberi, Corriere della Sera)
Supermercati, oggi lo sciopero. Ma le coop firmano il contratto. Aumento di 240 euro. Federdistribuzione: agitazione irresponsabile. Il sindacato: precarietà. (Rita Querzè, Corriere della Sera)
Banchieri d’oro: a Ermotti 14,7 milioni. A Botin 12,2, a Orcel 9,7. Il ceo della svizzera Ubs guida la classifica europea.James Gorman di Morgan Stanley ha guadagnato 37 milioni di dollari nel 2023. (Andrea Rinaldi, Corriere della Sera)
Eredità Agnelli, il Riesame conferma il secondo sequestro. Torino, via libera all’analisi forense di pc e telefoni. La difesa dei fratelli Elkann: valutiamo il ricorso in Cassazione. (Massimiliano Nerozzi Simona Lorenzetti, Corriere della Sera)
“Dai giganti dell’intelligenza artificiale un equo compenso agli editori”. Prima relazione degli esperti del Dipartimento Editoria, guidati dal teologo francescano Paolo Benanti, che studiano gli impatti delle tecnologie algoritmiche sul giornalismo. Gli algoritmi generativi creano contenuti anche editoriali e artistici, in pochi secondi, grazie a un particolare carburante: le opere degli umani visibili in Rete. (Aldo Fontanarosa, Repubblica)
Gli altri temi del giorno
Gli eurofighter italiani intercettano due caccia russi sul Mar Baltico. Varsavia fa alzare in volo i jet. Bucarest indaga sui rottami ritrovati vicino al confine. Cento missili e droni, nel mirino i sistemi energetici: «Vogliono colpire la produzione». (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)
I 300 mila uomini dispiegati sul fianco Est dell’Europa Quanto rischia la Nato e come si può difendere. Potenziati i sistemi di sorveglianza, fondamentale l’apporto americano. Roma ha un ruolo guida in Bulgaria e contribuisce ai presidi in Ungheria e Lettonia. (Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera)
Negli ultimi rapporti dell’Isw, l’Istituto per gli studi sulla guerra con sede a Washington, l’armata russa avrebbe conquistato 500 km2 di territorio ucraino lungo tutta la linea del fronte. Lo studio prende in analisi gli ultimi sei mesi. Non si fa fatica a credere a queste stime, vista la frustrazione che si respira nelle trincee. A nord di Kharkiv i bombardamenti continuano a incalzare Kozacha Lopan, snodo ferroviario strategico delle truppe ucraine. Qui si scavano nuove trincee in villaggi dove parallelamente si sviluppano progetti di ricostruzione e si invita la popolazione civile a rientrare. (Alessandro Parente, Il Fatto Quotidiano)
Gli attacchi hanno preso di mira quasi tutte le regioni dell’Ucraina, comprese le regioni dell’estremo Ovest di Leopoli e Ivano-Frankivsk. Mosca accelera in quella che potrebbe essere la prima fase di una nuova offensiva su larga scala che Zelensky prevede per fine maggio, inizio giugno. Difficile stabilire ora se gli attacchi coordinati alle infrastrutture civili ucraine siano un modo per piegare ulteriormente economia, resistenza militare e popolazione civile in vista di una nuova spallata, o un’opportunità colta al volo dal Cremlino che sfrutta i ritardi di forniture militari a Kyiv. Una cosa è certa: la distruzione sistematica delle infrastrutture energetiche, oltre alle conseguenze dirette sulla popolazione civile, obbliga Kyiv a dirottare risorse – umane e materiali – per proteggere e riparare impianti lontani dal fronte. E quanto più la Russia allarga il suo raggio di tiro verso Ovest, tanto più la tensione sale in Europa: in 24 ore gli Eurofighter dell’Aeronautica Militare italiana schierati nella Task Force 4th Wing, operativa nella base polacca di Malbork, hanno effettuato una doppia intercettazione di aerei russi nel Mar Baltico. (Monica Perosino, La Stampa)
Tusk: guerra pericolo reale. Le rassicurazioni di Vladimir Putin – che giovedì ha definito «stupidaggine» l’idea che Mosca voglia combattere contro la Nato – non possono bastare: si mescolano agli avvertimenti sull’utilizzo dei caccia F-16 e riportano alla mente simili rassicurazioni espresse poco prima dell’invasione dell’Ucraina. «Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato, è reale ed è iniziata più di due anni fa», ha dichiarato il premier polacco, Donald Tusk, a un consorzio di giornali europei di cui fa parte la Repubblica. Ogni scenario è possibile, ha detto Tusk, parlando del momento più critico dalla fine della Seconda guerra mondiale: «Dobbiamo abituarci mentalmente all’avvento di una nuova era pre-bellica». (Antonella Scott, Il Sole 24 Ore)
Israele ora dà la caccia agli Hezbollah. L’annuncio del ministro della Difesa Gallant: «Ovunque si nascondano li troveremo, anche in Siria». All’aeroporto di Aleppo sono stati uccisi 33 siriani e 5 libanesi in un raid israeliano. (A. Ni., Corriere della Sera)
Israele minaccia di “estendere l’offensiva a Nord”, al confine col Libano contro la milizia sciita di Hezbollah, in risposta all’intensificarsi dei lanci di razzi contro lo Stato ebraico degli ultimi giorni. Lo ha annunciato il ministro della Difesa Yoav Gallant al Comando settentrionale dell’Idf: “Arriveremo ovunque si trovino: da Beirut a Damasco”. Le forze di Tel Aviv ieri hanno ucciso il vicecomandante dell’unità di Hezbollah addetta al lancio di missili, Ali Abed Akhsan Naim, colpendolo con un drone mentre era in auto, nell’area di Bazouriye vicino Tiro. Nelle stesse ore, diversi razzi sono piovuti in Siria, contro compound militari vicini all’aeroporto di Aleppo. I raid, non rivendicati da Tel Aviv, hanno provocato 44 vittime secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, tra cui sei miliziani sciiti libanesi e 36 militari siriani. Secondo l’Ong basata a Londra, si è trattato del raid più pesante degli ultimi tre anni. (Il Fatto Quotidiano)
Gli italiani a Rafah: «Quei boati dei missili ci gelano il sangue». Due cooperanti: viviamo tra tende e droni. «Abbiamo le brandine dove non ci sono finestre che potrebbero esplodere per i raid». (Corriere della Sera)
È arrivato al pettine il nodo della leva obbligatoria per una fetta minoritaria della società israeliana, quella ultra ortodossa che rappresenta oggi il 13,5% della popolazione. Ci sono voluti 76 anni di status quo e molti tentativi falliti. L’esenzione per gli studiosi di Torah dal servire nell’esercito fu una concessione del padre fondatore di Israele David Ben Gurion al mondo ebraico Haredi. Ma oggi questo accordo non è più sostenibile. Non dal punto di vista numerico, visto che le previsioni tratteggiano un futuro, tra 40 anni, in cui gli ultra ortodossi, che sono il segmento della popolazione in più rapida crescita con un tasso di natalità al 4% annuo, rappresenteranno un terzo della popolazione israeliana.(Fabiana Magrì, La Stampa)
Stretta del mullah contro l’adulterio: «Lapidate le donne». Il leader Akhundzada: l’Occidente è Satana. (Corriere della Sera)
La giunta militare del Niger ha ricevuto ufficialmente giovedì scorso, 28 marzo, una missione italiana guidata dal generale Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise, i servizi di sicurezza esteri. L’incontro è stato documentato dalla televisione nigerina Rtn, che ha diffuso un breve servizio mostrando il capo dell’intelligence militare italiana accompagnato da due funzionari, mentre era ricevuto da Abdourahamane Tchiani, il generale alla guida del Paese dopo il colpo di Stato, e dal responsabile dei servizi di sicurezza interni. Il filmato è stato pubblicato anche sulla pagina Facebook dell’emittente, evidenziando la presenza del direttore dei servizi italiani, definito «Consigliere del primo ministro del governo italiano». Sotto il post moltissimi commenti, gran parte dei quali inneggiavano alla Russia, il partner privilegiato del Niger dal giorno del colpo di Stato.
L’incontro è stato annunciato – con tanto di foto – anche sul canale Twitter del Conseil National pour la sauvegarde de la Patrie (Consiglio nazionale per la salvaguardia della Patria), l’organismo che ha sostituito il governo legittimo il 26 luglio 2023.(Andrea Palladino, La Stampa)
Rasta, capelli rossi e calvizie: in Francia una legge contro chi discrimina in base alla capigliatura. Primo sì dei deputati per una normativa che riconosca chi è penalizzato sul lavoro perché porta treccine o dreadlocks. (Anais Ginori, Repubblica)
Il Papa salta la Via Crucis «Ma sarà alla Veglia». Francesco: tempi spietati, tanti umiliati come Cristo. Il Vaticano: conserva la salute anche per la messa di domenica. Il Pontefice nomina le tante situazioni di sofferenza, i lutti, le malattie. (Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera)
In bus nei Balcani, poi il ritorno a casa. Ritrovato a Milano il 16enne scomparso. Riconosciuto alla stazione Centrale, era fuggito per andare su un’isola greca. L’alert della polizia croata. (Cesare Giuzzi, Corriere della Sera)
Repubblica intervista il pugile Patrizio Oliva: “Mio padre beveva e picchiava mia madre. Mio fratello morì per un tumore a 15 anni, gli giurai che sarei diventato un campione. La vita non è avere 10 mila follower: sui social mi scrivono certi coglioni…”.
Il Corriere intervista Flavio Briatore dopo l’intervento per il tumore al cuore. «Ero spaventato e pregavo. In ospedale ho tenuto duro pensando a mio figlio Falco. Ma non rallenterò».
Sul Corriere, Luigi Einaudi raccontato dal nipote Roberto, architetto: quando fu eletto, nonna Ida pianse ma poi lo seguì a Roma.
Riciclaggio, indagato l’ex della Santanchè per il Basquiat sparito. Canio Mazzaro, ex compagno e socio di Daniela Santanchè, è indagato dalla Procura di Milano anche per riciclaggio di opere d’arte. E che opera: un Basquiat da 20 milioni che è ricercato dal Nucleo tutela patrimonio di Roma e dall’Interpol. Ecco a cosa davano la caccia i carabinieri quando, alle 6 del mattino del 15 giugno 2023, hanno fatto irruzione nella sua abitazione milanese di Corso Vercelli n. 34. Gli ultimi che l’han visto giurano che proprio lì stava. Ed è proprio in seguito alla denuncia di sparizione che il cellulare dell’ex manager, indagato già per reati fiscali, verrà sequestrato, con tutto quel che ne consegue. La ministra è stata archiviata a gennaio, per lui è appena partito il processo. (Thomas Mackinson, Il Fatto Quotidiano)
Gli Anniversari
1282, scoppiano a Palermo i Vespri Siciliani
1492, via dalla Spagna gli ebrei non convertiti
1791, la Francia
1822, nasce la Florida
1842, prima volta dell’etere come anestetico
1856, termina la Guerra di Crimea
1858, brevettata la matita con gomma incorporata
1867, la Russia vende l’Alaska agli Stati Uniti
1876, Trieste: inaugurato il primo trasporto pubblico
1912, protettorato della Francia sul Marocco
1954, apre la prima metropolitana in Canada
1965, Vietnam: autobomba all’ambasciata Usa
1973, sciopero dei doganieri italiani
1974, rapito a Cagliari figlio d’industriale
1978, Moro: la Dc esclude ogni trattativa con i Br
1979, Berlinguer sfodera un feroce attacco alla Dc
1979, l’Iran da monarchia a repubblica islamica
1981, Reagan ferito in un attentato a Washington
1985, Cosa Nostra: arrestato il cassiere Pippo Calò
1987, i Girasoli di Van Gogh battuti a 40 mln $
1992, muore a Roma Luigi De Laurentiis
1995, Giovanni Paolo II contro aborto ed eutanasia
1998, la Rolls Royce acquistata dalla Bmw
1999, cancro: Philip Morris risarcisce 2 miliardi
2000, in vigore la legge sul casco in moto
2001, dopo 23 anni Mina torna in pubblico
2004, Foibe: istituito il giorno del ricordo
2006, primo astronauta brasiliano nello spazio
2007, muore a Modena Franco Panini
2011, il Perù reclama dagli Usa 45mila reperti
2013, muore a Roma Franco Califano
Nati oggi
1746, Francisco Goya
1844, Paul Verlaine
1853, Vincent Van Gogh
1915, Pietro Ingrao
1920, Gioacchino Lauro
1924, Corrado Beguinot
1926, Ingvar Kamprad
1927, Francesco Pontone
1936, Valerio Onida
1942, Giuseppe Marcenaro
1944, Maurizio Vandelli
1945, Eric Clapton – Fabio Isman – Giuseppe Rotelli
1946, Dori Ghezzi
1947, Roberto Formigoni
1953, Alfredo Meocci
1959, Curzio Maltese
1968, Celine Dion
Si festeggiano Sant’Amedeo e Santa Irene
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