“Vi è al mondo una strada, un’unica strada che nessun altro può percorrere tranne te. Dove conduce? Non chiedertelo, cammina” (Friedrich Nietzsche)
Repubblica è il giornale che dà maggiore spazio all’idea dei test atomici che Putin vorrebbe fare sul proprio territorio per intimidire la Nato, e anche se il giornale romano titola “Giochi atomici”, resta un velo di ambiguità, mentre Stoltenberg raccoglie più adesioni del previsto alla sua richiesta di inviare all’Ucraina armi che possano colpire il territorio russo: Biden dice sì, anche se cin “restrizioni” (una è quella di servirsene per difendere Kharkiv). La condanna di Trump su tutti i 34 capi d’accusa per aver pagato la pornostar Stormy Daniels (ma si potrà candidare) è un altro degli argomenti internazionali sulle prime pagine di oggi. Stampa e Messaggero valorizzano le parole di Giorgia Meloni su Matteotti: “vittima dello squadrismo fascista” (alla sinistra non basta, avrebbe dovuto dire che Mussolini era stato il mandante, notevole il discorso pronunciato dall’attore Alessandro Preziosi interpretando Giacomo Matteotti alla Camera).
Il Sole si occupa del Salva case: “sanatoria permanente”. Sotto tono i giornali di destra.
L’occupazione ad aprile sale al 63,2 per cento (più 0,4 per cento rispetto a marzo), la disoccupazione scende al 6,9 per cento (ma tra i giovani è al 20,2). Pesa il gender gap: 71,1 gli uomini, 53,4 le donne. Il dato di aprile è il valore più alto da quando vi sono le rilevazioni Istat, cioè dal 2004. Gentiloni dice a La Stampa che l’intelligenza artificiale porterà una “bomba sociale” nel lavoro, ma non spiega nulla, salvo dire che servirà molto in Europa per le traduzioni (22 milioni di pagine all’anno).
Rientra ufficialmente lo strappo di Intesa nell’Associazione Bancaria, Patuelli confermato presidente, Rottagni è il nuovo direttore generale.
Tronchetti si compra un altro 2,2 per cento di Camfin e insieme a Brembo toglie ai cinesi il controllo dell’assemblea. Webuild vince la gara da un miliardo e duecento milioni per la metropolitana di Parigi.
Oggi c’è l’assemblea di Bankitalia ma nessun giornale, a differenza di quanto avveniva sino a pochi anni fa, anticipa nulla sulla relazione di Panetta: decisamente la Banca d’Italia (che è un diciottesimo della Banca centrale europea) non ha più l’aurea di una volta.
Meloni attacca tutti sul premierato, anche i Vescovi. Polito sul Corriere teme la gestione di tre referendum in poco tempo. Calenda conta di arrivare al 5 per cento.
La premier con Von der Leyen e Le Pen va sulla copertina dell’Economist, che le consacra come le tre donne più rappresentative d’Europa. Il Corriere scrive che lei continua a puntare su Von der Leyen per la guida della Commissione, e si tiene riservato un eventuale nome italiano.
Conte risponde alle critiche di Travaglio sul Fatto, dice di non difendere De Luca ma conferma che Meloni ha sbagliato a rispondere. L’amico direttore, ovviamente, non replica.
John Elkann sceglie Avvenire per far sapere di aver subito dalla madre Margherita, insieme alla sorella Ginevra e al fratello Lapo, “violenze fisiche e psicologiche, e di essere stati protetti dai nonni”. La Stampa rilancia tutto in prima pagina.
Il Papa ne fa un’altra e, sempre in una riunione riservata, dice che “il chiacchiericcio è roba da donne, noi portiamo i pantaloni”. Lui sembra aver perso i freni inibitori, ma c’è chi porta fuori qualsiasi cosa dica in un contesto riservato.
Nomi eccellenti assunti alle Olimpiadi Milano-Cortina da Novari: dopo il figlio di La Russa, è il turno di Giorgio Pescante e di Livia Draghi, nipoti dei due Mario.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Russia, tentazione atomica: i consiglieri di Putin riaprono il dibattito sulla deterrenza. Mosca riflette sulle forniture di armi occidentali all’Ucraina: gli analisti parlano di “crisi cubana 2.0” e propongono un atto dimostrativo per fermare la Nato. (Rosalba Castelletti, Repubblica)
E ora a Mosca la retorica atomica sale di livello: «Serve più forza». I falchi all’Occidente: «Putin? Non bluffa». (Marco Imarisio, Corriere della Sera)
Armi, la corsa della Nato. Colpire in Russia, sì di Biden. La Casa Bianca: solo nel territorio da cui attaccano Kharkiv. Lavrov: pronte misure di deterrenza nucleare. Contrari Spagna, Belgio, Ungheria, Italia, Slovacchia. Resta ambigua la Germania. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Gianluca Di Feo su Repubblica: La deterrenza come il poker. La deterrenza è una partita sofisticata e terribile, che ha tenuto per mezzo secolo l’umanità in sospeso sul baratro della distruzione nucleare ma in questo modo ha impedito che Nato e Urss arrivassero allo scontro diretto. “Una non pace”, come l’aveva definita George Orwell, perché sorretta dall’incombenza di migliaia di ordigni termonucleari pronti a esplodere nel giro di un decina di minuti.
La Nato ha un fianco scoperto, quello che volge a Est, attualmente minacciato dalla Russia. I sistemi di difesa in dotazione agli Stati membri sono pochi, frammentati, spesso con una scarsa interoperabilità e dunque in grado di proteggere solo una percentuale minima dello spazio aereo del fronte orientale: meno del 5%. Un dato che spiega meglio di ogni altra analisi il motivo per cui diversi Paesi sono stati (e continuano a essere) titubanti nel fornire i loro mezzi anti-missile all’Ucraina e che aiuta a comprendere le diverse manovre in atto per dar vita a uno scudo aereo europeo. Il dato che mette in luce la vulnerabilità della difesa aerea sul fianco orientale è contenuto nei piani interni redatti dalla Nato lo scorso anno ed è stato rivelato dal Financial Times. La notizia è stata diffusa mentre i ministri degli Esteri dell’Alleanza sono riuniti a Praga per preparare il summit di Washington di luglio che affronterà – tra le altre cose – proprio il nodo della difesa area, oltre alla necessità di rivedere le modalità del sostegno all’Ucraina. Tra queste, trova sempre più sostegno la proposta di rimuovere le restrizioni sull’utilizzo delle armi occidentali per colpire obiettivi militari sul territorio russo, nonostante i dubbi della Casa Bianca e la netta contrarietà dell’Italia: «L’Ucraina si è impegnata a non usare le nostre armi in Russia, è vietato dalla nostra Costituzione» ha insistito il ministro Antonio Tajani. (Marco Bresolin, La Stampa)
Stoltenberg alla Nato: adesso via le restrizioni sulle armi. A due anni e mezzo dallo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia si rafforza la possibilità di un coinvolgimento più diretto dei paesi occidentali nel conflitto. Tra le altre cose, cresce il numero di paesi pronti ad accettare che le armi occidentali inviate a Kiev vengano usate anche per attaccare il territorio russo. La tendenza emerge mentre ieri iniziava a Praga una due-giorni di riunione informale dei ministri degli Esteri della Nato per discutere del sostegno militare all’Ucraina. A conferma dell’attuale clima di escalation, sempre ieri in una intervista all’agenzia di stampa RIA, il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov si è detto pronto a rispondere all’eventuale dispiegamento di missili americani a corto e medio raggio nella regione indo-pacifica, così come annunciato da Washington in aprile. Tali scelte sono proibite da un accordo del 1987, ormai disatteso dal 2019. (Beda Romano, Il Sole 24 Ore)
Ucraina, escalation Nato: soldati e attacchi in Russia. Vaticano: “È un errore”. La futura coalizione, mettendo insieme “Paesi volontari”, sarebbe composta in un primo tempo da “alcune decine di specialisti, per identificare le necessità della formazione” e, in un secondo tempo, da “una missione di alcune centinaia di soldati”. Il progetto di Macron è stato rivelato dal quotidiano Le Monde, per il quale il presidente francese non solo ne avrebbe già parlato con il cancelliere tedesco, Olaf Schotz, martedì scorso a Berlino, ma vorrebbe anche “accelerare le consultazioni” con gli altri Paesi Ue. “Se la Germania resta prudente, la Lituania – scrive il giornale – è pronta a unirsi alla coalizione”. L’invio di istruttori francesi ed europei in Ucraina potrebbe quindi “essere una questione di settimane, o di giorni”. Finora, comunque, circa 52 mila militari ucraini sarebbero già stati formati nei Paesi Nato dall’autunno 2022, nell’ambito del programma Eumam, la missione di assistenza militare a sostegno dell’Ucraina. Le rivelazioni di Le Monde confermano quanto si era fatto sfuggire alcuni giorni fa il capo delle forze armate di Kiev, Alexander Syrsky, annunciando “l’arrivo degli istruttori francesi” in Ucraina, prima che Kiev facesse marcia indietro, alcune ore dopo, precisando che la questione era “ancora in fase di discussione” con la Francia. Parigi non aveva smentito. (Luana De Micco, Il Fatto Quotidiano)
Regno Unito, parla Keir Starmer: “Con noi al governo cambierà tutto, ma non l’aiuto all’Ucraina”. Colloquio con il leader laburista britannico, in viaggio con lui in campagna elettorale: “Brexit, rapporti con la Ue, Gaza, Israele, tasse, la sinistra: ecco come sarà il mio governo”. (Antonello Guerrera, Repubblica)
Le risposte in sospeso della premier su Nato e Kiev. Le elezioni europee spingono in avanti il dilemma della guerra in Ucraina e, in particolare, l’uso delle armi dei Paesi Nato anche per colpire obiettivi in territorio russo. La paura di un’escalation – molto diffusa tra gli italiani – suggerisce a Meloni di disallinearsi da Stoltenberg e Macron (anche per non concedere spazi a Salvini) ma la domanda è cosa accadrà dopo il voto. Davvero la premier potrà staccarsi da Washington e dal gruppo di testa europeo nel caso si dovesse andare avanti su quella strada? Per le scelte fatte – finora – dalla leader FdI in politica estera, verrebbe da dire che lentamente tornerà ad allinearsi con le posizioni atlantiche. In effetti, la sua esperienza a Palazzo Chigi è stata sostenuta dagli alleati Usa e Ue proprio in ragione del suo schieramento su Kiev che le ha dato una patente di affidabilità internazionale. (Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore)
C’è lo stop di Tajani sui sistemi italiani. Ma Kiev vuole colpire con Storm e Samp-T. A rendere più complessa la nostra posizione s’aggiungeranno a quel punto le forniture di almeno due sistemi d’arma capaci di colpire in profondità la Russia. Il primo è la batteria antiaerea Samp T consegnata a Kiev d’intesa con Parigi e capace, se posizionata alla frontiera, di abbattere gli aerei russi fino a cento chilometri di distanza. E ancor più imbarazzanti risulteranno le forniture di missili Storm Shadow coperte dal segreto, ma rese pubbliche dal ministro della Difesa inglese Grant Shapps. «Queste armi stanno facendo una differenza molto significativa», spiegò a fine aprile Shapps citando esplicitamente l’Italia. Progettati per «attacchi in profondità» e capaci di colpire più lontano degli Atacs americani gli Storm Shadow sembrano l’arma perfetta per un’Ucraina pronta ad inaugurare il nuovo corso della Nato. (Gian Micalessin, Il Giornale)
Trump condannato per lo scandalo sessuale. «È una vergogna». Giudicato colpevole per tutti i 34 capi di imputazione. È la prima volta per un ex presidente. «Donald sfrutterà il processo. Questo verdetto non avrà effetti». Wolff, autore di «Fuoco e Furia»: Biden? È senza una strategia. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
Rischia il carcere. Cambierà la corsa alla Casa Bianca. L’impatto del giudizio e il futuro del candidato repubblicano. Se sarà eletto non potrà graziare se stesso: il suo è un caso statale, non federale. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
Matteotti, il ricordo di Meloni «Ucciso da squadristi fascisti». La presidente del Consiglio: difese la libertà. Parole apprezzate dalla nipote del leader socialista. Le parole di Matteotti rilette da Preziosi. Targa sullo scranno, non sarà più occupato. (M. Gu., Corriere della Sera)
Umberto Gentiloni su Repubblica: Così nacque l’antifascismo. Il delitto Matteotti ha segnato la storia d’Italia. Il centenario che si è appena celebrato può dare forza a una lettura che tenga insieme la crisi del fascismo, la sua natura totalitaria e violenta con la centralità dell’antifascismo della Repubblica nel suo cammino di libertà e progresso.
La premier pronta a vedere la nipote del deputato: nulla di cui vergognarmi, non ho detto cose strane. Nella nota della leader anche un avviso all’opposizione: no all’odio. La rivendicazione «di non aver detto nulla di strano né di doverlo confermare». (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
Piero Grasso: “Nordio offende Falcone, non voleva le carriere separate”. Intervista all’ex presidente del Senato: “Falcone si rivolta nella tomba, strumentalizzano i suoi scritti. Il giudice si batteva per garantire l’autonomia dei pm”. (Liana Milella, Repubblica)
Riforme, alt del governo ai vescovi. Scontro toghe-avvocati sulla giustizia. Meloni: non so di che cosa si preoccupi la Cei, il Vaticano non è una Repubblica parlamentare. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Al capo dei vescovi italiani Matteo Zuppi, che aveva espresso preoccupazione sul premierato («gli equilibri istituzionali vanno toccati sempre con molta attenzione»), Meloni risponde con ruvidezza: «Non so cosa esattamente preoccupi la Conferenza episcopale italiana, visto che la riforma del premierato non interviene nei rapporti tra Stato e Chiesa. Ma mi consenta anche di dire, con tutto il rispetto, che non mi sembra che lo Stato Vaticano sia una Repubblica parlamentare, quindi nessuno ha mai detto che si preoccupava per questo e quindi facciamo che nessuno si preoccupa». (Francesco Olivo, La Stampa)
«Bene le carriere separate, meglio il sorteggio delle correnti. E basta tirare fuori Berlusconi. Di Pietro: critiche ipocrite. Anche la Carta prevede un giudice terzo. Ben venga l’Alta Corte disciplinare, ritengo sia il minimo sindacale. La giustizia domestica non dà garanzie. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)
Le toghe alle barricate temono uno sciopero flop. Di fronte a una riforma costituzionale che prende di mira alcuni capisaldi finora inattaccabili delle toghe, e con la prospettiva concreta di abbatterli, la reazione più ovvia sarebbe quella. Eppure ci si gira intorno, di perifrasi in perifrasi: «Non escludiamo niente – dice la vicepresidente dell’Anm Alessandra Maddalena – abbiamo un Comitato direttivo centrale convocato a metà giugno e la mobilitazione potrà avere qualsiasi forma». Anche lo sciopero? «I magistrati tutti sono preoccupati e pronti a qualunque forma di protesta». A frenare gli ardori è anche la preoccupazione su come reagirebbe alla proclamazione di uno sciopero il piano più alto della magistratura italiana, ovvero la Cassazione. Nel maggio 2022 allo sciopero contro la riforma Cartabia le adesioni in Cassazione erano state risibili, sotto il 25 per cento. Come si comporterebbero, stavolta, gli ermellini di piazza Cavour? (Luca Fazzo, Il Giornale)
Antonio Polito sul Corriere: Le riforme appese a tre referendum. Magistratura, premierato e autonomia differenziata: la volontà riformatrice della premier Meloni apre la strada a tre referendum istituzionali.
Gustavo Zagrebelsky su Repubblica: Perché abolire i senatori a vita è una cattiva azione. Da Liliana Segre a Renzo Piano, da Elena Cattaneo a Claudio Abbado: sono persone che hanno parlato al Paese.
Scintille tra Tajani e Salvini sulle alleanze in Europa. Il leader di Forza Italia: «Lasci il gruppo di Id». La replica: «Eviti inciuci con la sinistra». (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
Il piano B di Palazzo Chigi per la Commissione Ue: un esterno all’esecutivo. Meloni dichiara di avere un nome (ma solo se non passa von der Leyen). (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
«Serve un maxi scudo europeo per difendersi da Russia e Iran. Noi al 5%, siamo i più credibili». Calenda: no all’ideologia del green deal e sì al nucleare pulito e sicuro. (Cla. B., Corriere della Sera)
Intervista esclusiva a Ilaria Salis: “Sono finita in un pozzo profondo, leggevo l’Inferno di Dante oltre a viverlo: adesso mi batterò per i diritti dei detenuti”. “Il tempo non passava mai, sola, rinchiusa, senza contatti con l’esterno, non sapevo neppure che ore fossero. Sono una militante antifascista, mi voglio battere per il diritto all’istruzione, i diritti dei lavoratori e dei precari, per contrastare le destre radicali e ogni forma di intolleranza”. (Viola Giannoli e Fabio Tonacci, Repubblica)
Arriva la Schlein e i dem le svelano le trame del Pd su porto e Morandi. Si muovono come l’Alleanza ribelle di Guerre stellari. Un team opera giorno e notte per studiare le carte dell’inchiesta che ha travolto Giovanni Toti e il presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona Paolo Emilio Signorini. Ma il loro bersaglio non è il governatore della Liguria autosospeso, bensì i presunti affari del loro partito di riferimento, il Pd. Infatti, a studiare i documenti è un gruppo di dem o ex dem che hanno ricoperto anche ruoli apicali dentro al partito e che all’ultimo congresso hanno perso la battaglia per il controllo della segreteria guidati dai due valpolceverini doc come Federico Romeo e Armando Sanna. Questi reduci si sono uniti in un’alleanza trasversale pezzi dell’associazionismo cattolico, veterani della stagione renziana, di quella arancione, di Rifondazione, di Lotta comunista, dei centri sociali e anche qualche vecchio militante dei 5 stelle. Tutti mondi che solitamente non starebbero insieme, ma che la comune battaglia a un Pd definito «fariseo» ha inaspettatamente saldato. Adesso questi contestatori dello status quo sono convinti che le indagini giudiziarie gli stiano dando ragione e che l’attuale segretario provinciale, Simone D’Angelo, dipendente del presunto corruttore Mauro Vianello, imprenditore d’area, non dovrebbe ricoprire l’incarico che ricopre, visto il coinvolgimento in alcune manovre dello stesso Vianello. (Giacomo Amadori, La Verità)
Gli altri temi del giorno
Salva casa, sanatoria permanente. Luce verde: possono partire le prime domande di sanatoria. Il decreto Salva casa (Dl 69/2024), dopo una corsa per completare gli ultimi passaggi formali, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, mercoledì notte. Dando il via ad alcune novità attesissime: il provvedimento, approvato dal Cdm di venerdì scorso su proposta del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, entra in vigore da subito. E mette in moto sia le nuove tolleranze più generose, fino al 5%, che la nuova procedura di accertamento di conformità, a pagamento (con cifre comprese tra mille e 31mila euro), per le difformità parziali rispetto a quanto autorizzato dai Comuni. Le nuove misure, da adesso in poi, ruoteranno attorno a due date chiave. La prima è quella del 30 maggio: è da questo momento che è possibile inviare le domande di sanatoria ai Comuni. La seconda è quella del 24 maggio. Solo gli interventi realizzati entro questo termine, infatti, potranno beneficiare delle nuove tolleranze costruttive ed esecutive. (Giuseppe Latour, Il Sole 24 Ore)
Piantedosi prova a isolare Giorgetti: “I tagli ai Comuni sono solo una bozza”. Il ministro dell’Interno alla Camera: “Nessun intervento sulle famiglie, parleremo con gli enti locali”. Ma il Tesoro esclude ripensamenti: “Chi ha avuto regali con il Pnrr deve dare qualcosa in più”. (Giuseppe Colombo, Repubblica)
Rete Tim, ok dell’Ue alla vendita. Un mese per il passaggio a Kkr. Via libera senza condizioni dall’Antitrust. Giorgetti: grande soddisfazione. (Francesco Bertolino, Corriere della Sera)
L’Abi sceglie Marco Rottigni come dg e propone la conferma Antonio Patuelli presidente. L’esecutivo all’unanimità indica al cda il manager di Intesa Sanpaolo al posto di Sabatini. Sanata la frattura con la prima banca italiana, che annuncia il rientro nel Comitato affari sindacali. (Andrea Greco, Repubblica)
Israele, scontro nel governo su Gaza. Scoperti 20 tunnel tra Rafah e Egitto. Gantz: mozione per sciogliere il Parlamento. I generali: cala l’intensità delle battaglie. Le truppe adesso controllano tutta la fascia lungo la frontiera con il Sinai egiziano. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
L’ambasciatore del Cairo a Roma: «L’Italia e l’Europa intervengano, troppa tensione alla nostra frontiera». Il diplomatico Rady: sul nostro soldato morto ci sarà un’indagine. (Marta Serafini, Corriere della Sera)
Il senso (in)Nato di difesa. Neutrale e non allineato per oltre 200 anni, lo Stato nordico ha creato una forte industria bellica. Ora è fra i principali esportatori di armi al mondo: entrando nell’Alleanza, aiuterà a proteggerne le frontiere. Stiamo aumentando le esercitazioni, la gente che vive qua attorno si lamenta. (Andrea Marinelli, Corriere della Sera)
«Io violentata in ospedale». Poi si butta giù dal quarto piano. Milano, la vittima aveva 22 anni. La violenza su una barella. L’uomo è stato arrestato. (Cesare Giuzzi e Carlo D’Elia, Corriere della Sera)
Giada, lanciata dal cavalcavia. «Voleva troncare la relazione». Padova, fermato il compagno. Era con la vittima, poi è tornato a casa a dormire. Alle 3,30 di notte era con lei sul cavalcavia che si affaccia sull’A4, da dove Giada Zanola, 33 anni, è volata giù. Ma alle 7,30 la polizia lo ha trovato in casa. Mentre la compagna veniva straziata da un Tir in corsa e gli automobilisti telefonavano terrorizzati alla Stradale. (Corriere della Sera)
Fagnani sotto vigilanza: «Io, serena». La giornalista e i timori di ritorsioni dopo la pubblicazione del romanzo sulla malavita romana: da me solo verità. (Rinaldo Frignani, Corriere della Sera)
Spacciatori, camorristi e trafficanti di veleni. Le lotte di don Patriciello. Oltre 10 anni dopo la prima denuncia, il nuovo libro del sacerdote. (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera)
Mazza cambia idea: “Sì a Saviano”. Ma lo scrittore: “No, grazie”. Il commissario del governo invita l’autore nella delegazione italiana alla Fiera di Francoforte. (Raffaella De Santis, Repubblica)
Rivoluzione Siae. “Arte gratuita sui giornali”. Dopo la nostra denuncia sulle tariffe altissime e la troppa burocrazia sulle liberatorie per riprodurre le opere, il presidente Salvatore Nastasi annuncia: “È diritto di cronaca fino a quattro immagini per articolo”. (Dario Olivero, Repubblica)
Repubblica intervista Paolo Bonolis: “Rifarei Sanremo, un gran finale di carriera. Le critiche al mio linguaggio? Non offendo le persone, ci gioco. In politica sempre con il centrosinistra, gli slogan non mi tentano”.
Il Corriere intervista Sonia Raule, vedova di Tatò: «La cotta per Carmelo Bene e le avances di Bob Geldof. Per una mia gaffe sulla Ferilli dovette intervenire Franco».
Gli Anniversari
1578, Parigi: prima pietra del ponte più antico
1594, muore a Venezia il Tintoretto
1740, Federico II re di Prussia
1895, Kellogg chiede il brevetto per i corn flakes
1935, Germania: gli ebrei inabili al servizio militare
1942, la Luftwaffe bombarda Coventry
1960, Maiman sperimenta il primo laser
1961, il Sudafrica Repubblica indipendente
1962, Israele: impiccato Adolf Eichmann
1962, disastro ferroviario a Voghera: 63 morti
1962, si dissolve la Federazione delle Indie Occidentali
1969, Merckx positivo all’antidoping
1970, terremoto in Perù: 70mila morti
1972, Peteano: carabinieri vittime di un agguato
1974, guerra del Kippur: accordo tra Siria e Israele
1976, il governatore Baffi propone il Patto sociale
1980, figlio terrorista: Donat Cattin si dimette da ministro
1997, inaugurato in Canada il Confederation Bridge
1999, Turchia: al via il processo contro Ocalan
2003, Myanmar: arrestata Aung San Suu Kyi
2005, Watergate: svelata la gola profonda
2009, Lilt: giornata contro i tumori da fumo
2011, Oms: cancerogene le radiazioni dei cellulari
Nati oggi
1718, Jacob Christian Schaffer (inventore lavatrice)
1812, Adolphe Nicole (inventore cronografo)
1819, Walt Whitman
1857, Pio XI
1907, Francesco De Martino
1913, Umberto Ortolani
1921, Aldo Aniasi e Alida Valli
1923, Ranieri di Monaco
1930, Clint Eastwood
1945, Rainer Fassbinder
1946, Barbara Spinelli
1950, Edo Ronchi
1953, Fabio Concato
1965, Gigi Finizio e Brooke Shields
1970, Paolo Sorrentino
Si festeggiano i Santi Silvio e Petronilla
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati