“Non si può seppellire la verità in una tomba: questo è il senso della Pasqua”
I quotidiani di Pasqua hanno pagine più interessanti all’interno di quanto promettano i titoli di prima pagina: ad esempio, il Corriere apre su Zelensky che chiede per l’ennesima volta i missili agli Stati Uniti ma dedica le sue pagine due e tre alla incredibile piega antisemita che hanno preso le Università, dove rettori e docenti si inchinano al pressappochismo storico degli studenti (alla Normale di Pisa, una delle grandi eccellenze formative italiane, ci vuole l’Associazione degli amici dell’ateneo per dissociarsi dal no alla collaborazione con le università israeliane). Ad esempio, su La Stampa: apre su La Russa (è sempre la seconda carica dello Stato e fa notizia soprattutto se esprime opinioni diverse da quelle del Quirinale, che comunque sulla vicenda si è sbilanciato meno di quanto i giornali di destra vogliono far passare) che non si associa a chi vuole chiudere le scuole per il Ramadan ma sul tema delle censure all’Università ospita due pagine di intervista del direttore Andrea Malaguti a Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Consulta di solito sentito dai giornali pressochè esclusivamente per difendere la magistratura, quella di sinistra. E lui dice che gli Atenei devono essere “più responsabili e gli studenti meno supponenti” e che “è un errore sovrapporre il governo di Israele e il sionismo”. Sul tema delicatissimo va registrato anche un ineccepibile commento di Alessandro Sallusti sul Giornale.
Sempre ad esempio, il Messaggero apre sui contenuti di un’intervista ad Antonio Tajani (in cui il ministro degli Esteri rinnova il sostegno all’Ucraina e chiede a Israele di fermarsi su Rafah) ma ha alcune pagine utili sulle misure del governo per contrastare la denatalità, oppure sulla legge Severino meno dura per sindaci e presidenti di regione. O anche Repubblica: apre sui “collusi di Gomorra” (cioè l’attesa per le rivelazioni che deve fare entro sei mesi Schiavone, il capo dei Casalesi in carcere da 26 anni, e che dovrebbero riguarda i legami con i politici e gli appalti alla cosca ma che sinora sono, appunto, ancora attesa) ma all’interno ha “il tradimento del governo verso i non autosufficienti, famiglie e anziani”.
Fanno oggi eccezione il Sole, che si occupa della sanità e fa sapere nel suo titolo di prima che il governo mette 600 milioni per alleviare le liste d’attesa attraverso interventi diretti dove esse sono più lunghe e attraverso prestazioni pagate ai privati e allungamento dell’orario di lavoro per il personale sanitario, e Libero che dedica la sua copertina ad una inchiesta sulla fine ingloriosa di Mirafiori, già fiore all’occhiello dell’ex Fiat, oggi in pieno degrado dove i pochi dipendenti rimasti non sanno nemmeno i giorni in cui devono lavorare. E c’è anche il Fatto: fa sapere che i generali italiani stanno pensando di proporre l’anticipo della cittadinanza agli immigrati che volessero arruolarsi. Il giornale di Travaglio ovviamente se ne scandalizza ma per esempio negli Stati Uniti da due secoli la leva è stata fattore di integrazione, e persino il figlio del Padrino di Corleone nel pluripremiato film va in guerra per la patria.
La corsa alla presidenza di Confindustria si va stabilizzando su poco più di 10 voti di vantaggio per Emanuele Orsini su Edoardo Garrone: il Corriere declina questo vantaggio sui territori con il Nordest che si è compattato sul primo e il Nord Ovest che converge in buona parte sul secondo. Anche il sondaggio Swg (pubblicato dal Giornale in prima pagina) riflette un divario sostanzialmente simile: su 400 imprenditori intervistati (più del doppio dei componenti del Consiglio generale che giovedì votano) il 58 per cento si è pronunciato a favore di Orsini e il 42 per cento per Garrone. Secondo Swg sono molti gli indecisi, cosa che potrebbe mantenere il testa a testa fra i due candidati sino al voto finale.
Repubblica intanto resta sul maxi rimpasto che ha annunciato ieri nel governo, ma ridimensionandolo: se Giorgetti dovesse andare in Europa, Leo potrebbe prenderne il posto.
Restano ovviamente, a distanza di giorni, le polemiche sui test ai magistrati: Davigo sul Fatto, nonostante la sua condanna, continua a pontificare e a scrivere che Nordio vuole i magistrati come “cani fedeli”. Ma ci sono anche Spataro e Caselli.
La Stampa dedica una pagina di elogi a Raffaele Fitto, “ministro senza portafoglio che manovra miliardi, di scuola Dc, leale alla premier e predestinato all’Ue”. Lo firma Alessandro De Angelis.
Bisignani sul Tempo si occupa di Striano e ricorda un caso di omicidio passato per suicidio, quello del tenente colonnello Omar Pace, capo all’epoca dello stesso Striano. Poi conclude che Cantone a Perugia “sta chiudendo il cerchio” delle indagini sugli accessi abusivi.
Cazzullo sul Corriere dedica due pagine di interviste a Vasco Rossi, il quale nel giorno di Pasqua ci fa sapere che “l’Aldilà non esiste, è tutto qua, ora”. La Stampa fa lo stesso con l’ex ministra di Monti, Elsa Fornero, la quale ci informa che ora si dedica al l’orto (quando ha finito gli impegni pubblici).
La Juve perde a Roma con la Lazio, e nelle ultime nove gare ha fatto appena sette punti. Il Milan vince a Firenze. Il Napoli si inginocchia contro il razzismo e poi prende tre gol in casa dall’Atalanta, con il suo portiere Meret che evita guai peggiori. Stasera Sinner-Dimitrov per la finale del torneo di Miami. Charles Leclerc intanto investe nei gelati cin Federico Grom e Guido Martinetti.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. I boicottaggi negli atenei. Il governo: scelte sbagliate. Bernini e le decisioni anti Israele: ogni forma di esclusione ribalta il principio di neutralità scientifica. Da Torino a Bari, dal 3 al 10 nelle università ci sarà una settimana di mobilitazione. (Valentina Santarpia, Corriere della Sera)
Roberto Burioni (anche se non se ne sentiva la mancanza) sulle decisioni anti Israele di alcuni atenei: «L’Università deve essere il luogo della tolleranza, non possiamo chiuderci». Il virologo Roberto Burioni sulle decisioni anti Israele: «Copiamo il meglio dagli Usa, non queste cose. Vedo eccessi che non mi piacciono. Da studente ho vissuto gli anni Settanta, erano anni caldi ma è meglio non ritirarli fuori». (Giusi Fasano, Corriere della Sera)
La battaglia alla Normale. Lo sconcerto e la contrarietà degli «Amici» della Scuola. Il rettore difende l’autonomia. Ambrosio (che si è astenuto): riconsiderare il bando non significa boicottarlo. L’ente ha tra i soci Bankitalia e assicura «il collegamento con il mondo economico». (Gianna Fregonara, Corriere della Sera)
Sandokan, già 5 interrogatori. Gli affari e i patti con Cosa Nostra. Che cosa sa Schiavone sul traffico di rifiuti, il riciclaggio milionario a Tenerife, l’appoggio a Riina negli anni degli attentati. Con i pm in calendario due incontri a settimana. (Fulvio Bufi, Corriere della Sera)
Sandokan e la lista dei collusi. “Io uomo d’onore, dirò la verità”. Già cinque gli interrogatori per Schiavone, atteso ora da due incontri a settimana coi pm. L’ex boss dovrà fornire l’elenco di politici e imprenditori che facevano affari coi Casalesi e rispondere alle domande: ebbe un ruolo nelle stragi di mafia? Per legge, entro i prossimi 6 mesi dovrà indicare elementi utili alla procura. (Dario Del Porto, Repubblica)
Conte: “Questo governo delegittima i magistrati e fa la lotta all’antimafia”. Intervista al leader del M5S: “Meloni sta indebolendo le norme anticorruzione e spuntando le armi di inquirenti e giudici. Non spezza il legame tra politica e affari”. (Carmelo Lopapa, Repubblica)
Salis, Mattarella chiama il padre: «Colpisce la disparità di trattamento». La telefonata dopo la lettera dal papà dell’insegnante in carcere a Budapest. Il presidente assicura che si attiverà «attraverso il governo». (Marzio Breda, Corriere della Sera)
Mattarella usa la Salis contro la Meloni. Il padre di Ilaria le prova tutte per portarla a casa: comprensibile. Meno spiegabile la chiamata del Quirinale che promette impegno sul caso. E l’indipendenza della giustizia? E le carcerazioni ingiuste in Italia? Sembra più una mossa per smarcarsi dal governo…Non è stata Giorgia Meloni, ma Ilaria Salis ad andare a Budapest per manifestare contro un raduno di destra. Non è colpa del presidente del Consiglio se la militante antifascista è stata fermata dalla polizia ungherese e accusata di far parte di un gruppo abituato a spaccare la testa a chiunque non condividesse le sue idee. Né è responsabilità dell’attuale esecutivo se il codice penale magiaro giudica estremamente grave e pericoloso rompere le ossa agli avversari politici con il martello. Si può pensare ciò che si vuole di Viktor Orbán, ma l’Ungheria è un Paese sovrano e criticarlo, sostenendo che a Budapest la separazione dei poteri sia una barzelletta e Giorgia Meloni debba solo continuare a insistere per ottenerne la liberazione, come ha detto ieri Roberto Salis, non credo servirà ad aprire la cella della donna, ma semmai a richiudervela a lungo, irritando ancor più chi ha il compito di decidere. (Maurizio Belpietro, La Verità)
FI-Noi moderati, accordo vicino. La trattativa per il simbolo. Liste comuni alle Europee. Lupi: federazione naturale, non un accordo elettorale. La strategia prevede di coinvolgere i sindaci delle liste civiche di area popolare. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
Dirigenti FdI e parenti, Meloni vuole soltanto fedelissimi nelle liste per le Europee. E c’è un caso Mussolini. La premier punta sugli eurodeputati uscenti. No agli esterni. In bilico Rachele, nipote del Duce: “Spero che il mio cognome non sia un problema”. (Antonio Fraschilla e Lorenzo De Cicco, Repubblica)
La Lega teme il rimpasto. Idea Meloni: Leo al Mef e Giorgetti in Europa. Il Carroccio potrebbe perdere rappresentanza nel governo se andasse male alle elezioni di giugno. Turnover in vista pure per ministri di FI sostituiti con figure più vicine a Tajani. (Emanuele Lauria, Repubblica)
La carta Tarquinio tormenta il Pd: “Su di me sento giudizi precipitosi”. La candidatura di Zan nella circoscrizione Nord Est per smorzare le polemiche sull’ex direttore di Avvenire finito nel mirino di femministe e mondo Lgbtq+. (Lorenzo De Cicco, Repubblica)
Hanno tutti ragione. Tarquinio il Buono e Tarquinio il Cattivo, due identità per un Pd indeciso. Sì al pacifista santoriano, no al cattolico apostolico: cosa non torna nel dibattito sulla candidatura alle Europee dell’ex direttore di Avvenire. (Stefano Cappellini, Repubbica)
Ferruccio De Bortoli sul Corriere: L’inganno nel voto europeo. Candidando nelle liste per Bruxelles la persona sbagliata si fa un doppio torto: agli elettori e all’aspirante parlamentare.
«Io nei tunnel di Beirut. Quella notte chiesi ad Arafat di mediare con Khomeini». L’ex ministro socialista Signorile ricorda il 1980: ero in missione per il caso degli ostaggi Usa in Iran. Mi svegliarono alle 4 di mattina cinque uomini armati e mi portarono nel bunker del capo dell’Olp. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
“Stranieri, no ai tetti a scuola”. Il covo della Lega nel Nord-Est sconfessa Salvini e Valditara. L’ultima dichiarazione del vicepremier, che chiede che nelle classi venga imposto un limite del 20% per la quota di studenti stranieri, subito seguito dal ministro dell’Istruzione leghista Giuseppe Valditara, spacca il centrodestra. E non suscita entusiasmi nemmeno nel mondo della scuola e dell’impresa. Soprattutto nel «laborioso Nord Est». E pazienza se la strategia di Salvini in vista delle Europee, imperniata sull’alleanza con Marine Le Pen, abbia messo gli stranieri, e in particolare il mondo islamico, nel mirino: prima l’attacco al preside di Pioltello, che chiuderà la sua scuola nel giorno conclusivo del Ramadan; prima ancora la chiusura, nel dicembre scorso, delle moschee di Monfalcone (Gorizia), decisa dalla sindaca salviniana, probabile candidata per un posto a Strasburgo, Anna Maria Cisint. Infine, l’ennesima uscita, dalla precisione chirurgica: in concomitanza con il nuovo report dell’Istat, che certifica il perpetuarsi della crisi demografica. (Francesco Moscatelli, La Stampa)
Pioltello, La Russa snobba il Colle: “A scuola col Ramadan”. Un pensiero che sembra prendere direzioni distanti da quelle del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato solo pochi giorni fa aveva infatti ridotto il caso di Pioltello a un «fatto di lieve entità», ringraziando anzi la dirigente scolastica e i docenti per il lavoro «prezioso e particolarmente impegnativo» che svolgono. Da destra, invece, continuano a piovere critiche, nonostante l’istituto abbia persino deciso di compensare la chiusura del 10 aprile, rinunciando ai due giorni di ponte del 29 e 30 aprile, agganciati alla festa dei Lavoratori. (Federico Capurso e Simone Rossellini, La Stampa)
Pochi uomini per la Patria: arriva la Legione Straniera. Negli uffici degli Stati maggiori della Difesa si lavora a un progetto che consentirà di arruolare, nelle forze armate, un certo numero di giovani cittadini stranieri. Magari già residenti in Italia da qualche anno, con piena padronanza della nostra lingua e interessati ad acquisire la cittadinanza, come una sorta di premio, alla fine di un servizio che sarebbe per lo più a termine. Quando si dice l’integrazione. Al momento è solo un’ipotesi, non c’è ancora nulla di definito e neppure un via libera del ministro Guido Crosetto, che però vuole forze armate giovani e prontamente mobilitabili in uno scenario internazionale sempre più inquietante. L’idea risponde alla stessa logica della riserva addestrata proposta da Crosetto, che del resto solleva continuamente il problema dell’inadeguatezza di apparati e mezzi della Difesa e punta a interventi normativi per poter arruolare specifiche professionalità quali esperti informatici e hacker, indispensabili nella guerra moderna. Naturalmente l’evocazione della Legione straniera fa discutere anche se al momento nulla indica che avremo reparti formati solo o prevalentemente da cittadini con un altro passaporto. Del resto ce l’hanno in Francia ed è la più famosa del mondo, ce l’hanno anche in Spagna. (Alessandro Mantovani e Francesco Ridolfi, Il Fatto Quotidiano)
Arbitro controversie finanziarie, nel 2023 risarcimenti per oltre 13 milioni di euro. Dal 2017 a oggi il sistema stragiudiziale istituito presso la Consob ha riconosciuto ai risparmiatori indennizzi per 156 milioni di euro, con un valore medio di quasi 35.000 euro pro-capite. Accolto oltre un ricorso su due. (Rosaria Amato, Repubblica)
Famiglie e anziani traditi. Il governo risparmia sui non autosufficienti. Rinvii, indennità difficili da ottenere e una riforma dell’assistenza domiciliare di fatto cancellata Sul decreto welfare le critiche delle associazioni di settore: “Servirebbero 5-7 miliardi”. (Rosaria Amato, Repubblica, Corriere della Sera)
Commercio, nuovo sciopero in arrivo il 25 aprile. Guerra di cifre su adesione oggi. Federdistribuzione: si è fermato solo il 9% dei lavoratori. I sindacati: successo della protesta, la ripeteremo. Dopo le intese con Confcommercio e Confesercenti, resta da raggiungere un accordo con la terza grande associazione delle imprese. (Repubblica)
Aiuto, il B&B si è mangiato il centro storico. I prezzi lievitano, le città si svuotano, pochi risultati dalla legge Santanchè. E dall’estero avanza un nuovo fronte di concorrenza nel mercato abitativo: gli affitti a medio termine per nomadi digitali e fuorisede. (Viola Giannoli, Repubblica)
Gli altri temi del giorno
Zelensky spinge per i missili Atacms «Senza aiuti dovremo arretrare». Il presidente: ci servono per fermare i raid dalla Crimea. Rimossi tre consiglieri. La Nato: Putin non prepara attacchi ai Paesi dell’Alleanza, ma bisogna essere pronti. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)
Zelensky cambia staff e pressa gli Usa. Quello degli ultimi giorni è uno Zelensky iper-attivo, sia sul fronte interno, così come nei rapporti con gli alleati. Ha invitato ancora una volta il Congresso degli Stati Uniti ad approvare al più presto finanziamenti aggiuntivi per aiutare l’Ucraina, spiegando che dal sostegno dipendono le capacità di Kiev sul campo. «A causa delle controversie al Congresso abbiamo sprecato sei mesi – racconta al Washington Post – non possiamo perdere altro tempo. L’Ucraina non può essere una questione politica tra partiti. Chi critica non comprende la posta in gioco in una guerra su vasta scala, perché se l’Ucraina cade, Putin dividerà il mondo in amici e nemici della Russia». L’intervista è stata preceduta da una telefonata tra il ministro della Difesa ucraino Umerov e il segretario alla Difesa Usa Austin, dove Kiev chiede una fornitura di nuovi sistemi di difesa aerea, e missili Atacms per colpire aeroporti e aerei in Crimea. Nell’attesa, l’Ucraina starebbe costruendo armamenti finti da usare come esca, creando falsi obiettivi per i raid russi. (Luigi Guelpa, Il Giornale)
L’ex generale Petraeus: «Negoziati improbabili. Se Putin userà le atomiche l’America ha una risposta». «L’escalation contro le infrastrutture ucraine c’è già». La Nato sta rafforzando già da anni le sue forze e capacità in Europa dell’Est. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
In Donbass le retrovie sono diventate il fronte. Le manovre di Mosca testano gli alleati. Incursioni e provocazioni, i russi ancora non sfondano. Il Pil degli alleati di Kiev è 63 trilioni di dollari, quello del fronte filorusso si ferma a 2. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)
Il monito di Crosetto sulla Russia «Più prudenza, abbassiamo i toni». Il ministro della Difesa: male l’interventismo. Tajani: attenzione al linguaggio bellico. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)
Dal Cremlino ai giornali alle tv: l’indice contro l’Occidente per coprire le tensioni interne. L’ondata anti migranti dopo il Crocus un rischio per la stabilità. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)
Maurizio Molinari su Repubblica: Convivere in Medio Oriente: la lezione di David Grossman. Includere i palestinesi negli Accordi di Abramo è un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria. E offre l’orizzonte della convivenza fra due popoli.
Gaza, riprendono i negoziati Il Papa: «La guerra è follia». I negoziati indiretti tra Hamas e Israele per una tregua a Gaza riprenderanno oggi al Cairo, inaugurando l’ennesimo round di trattative su un cessate il fuoco nella Striscia. La conferma è arrivata dai media egiziani nella serata di ieri, dopo che il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva annunciato l’invio di delegazioni al Cairo e Doha, in Qatar. La riapertura dei colloqui mantiene uno spiraglio sul raggiungimento di una tregua, anche se la premesse sono i vari flop negoziali nel dialogo condotto – in sedi separate – dai rappresentanti di Israele e Hamas. Lo stesso gruppo islamista ha sottolineato che qualsiasi intesa dovrà essere vincolata al ritiro dell’«assedio a Gaza», mentre alcune famiglie israeliane classificano la linea dura di Netanyahu come un «ostacolo» alle trattative. Nel suo messaggio scritto per la via Crucis dello scorso venerdì 29 marzo, Papa Francesco si è lanciato in un appello esplicito contro la «follia della guerra» che si trascina – anche – in Medio Oriente da quasi sei mesi. (Il Sole 24 Ore)
Erdogan «rivuole» Istanbul. L’opposizione si gioca il futuro. «Una catastrofe se perdiamo». Oggi le Comunali: «Con un successo il Sultano cambierà la costituzione». Nella megalopoli il presidente turco è nato e qui è stato primo cittadino dal ‘94 al ‘97. (Monica Ricci Sargentini, Corriere della Sera)
Usa 2024, Biden vince le primarie dem in North Dakota. Il presidente americano ha ottenuto il 92% delle preferenze. (Repubblica)
Al Niger filorusso resta solo l’Italia di Meloni e Figliuolo. È stato un mese intenso sull’asse Roma-Niamey. Prima, il 9 marzo scorso, la visita in terra nigerina del gran capo del Covi, il comando interforze dell’esercito, Francesco Paolo Figliuolo insieme col direttore generale della Farnesina Riccardo Guariglia. E vai con strette di mano con “i vertici nigerini” – si legge su sito del Ministero della Difesa che omette “golpisti” – con tanto di gallery fotografica che immortala il generalissimo Figliuolo mentre saluta sorridente gli esponenti della giunta militare filo-russa golpista guidata da Abdourahamane Tchiani. Passa qualche giorno dalla visita italiana in pompa magna e dai “proficui incontri bilaterali” e cosa succede? Il 16 marzo, con effetto immediato, Tchiani e compagnia revocano l’accordo che autorizza la presenza dei civili e dei 1.100 militari americani nel paese africano, per la cui “missione” ufficialmente anti-Isis il Pentagono ha investito cento milioni di dollari nella ristrutturazione della base aerea 201 di Agadez, sede dei soldati Usa insieme con la base 101 all’aeroporto di Niamey. La Francia ha completato il ritiro militare dal paese già prima dello scorso Natale, cinque mesi dopo il golpe di luglio. In buona sostanza rimangono soltanto gli italiani a tenere alta la bandiera di Occidente, Nato, Europa o come si voglia chiamare la compagnia. Ma perché gli Stati Uniti sono stati cacciati, con gran giubilo di Mosca? Anche questo pare non essere un mistero: consentire a un altro Stato-canaglia, l’Iran, l’accesso alle riserve di uranio (il Niger nel 2022 risultava essere il settimo paese al mondo per la produzione di uranio, ricavandone il 10% della quantità mondiale ed esportandone gran parte in Francia). (Giampiero Calapà, Il Fatto Quotidiano)
La Veglia del Papa con seimila fedeli. Bergoglio a San Pietro legge l’omelia. «Gli aneliti di pace sono spezzati dalla crudeltà dell’odio». (Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera) Da Betlemme al Sepolcro luoghi santi vuoti. I giorni di paura dei cristiani palestinesi. Pizzaballa: il conflitto a Gaza aumenta l’odio. (Andrea Nicastro, Corriere della Sera)
Ultimo stadio. Strutture fatiscenti, investimenti bloccati, il rischio di perdere Euro 2032. E Abodi vuole un commissario. (Carlo Bonini. Repubblica)
Repubblica intervista Giorgio Panariello e Susanna D’Inzeo: “Mio padre Raimondo che aveva paura di andare a cavallo. Ha vinto Giochi e mondiali ma all’inizio non voleva fare questo sport. Poi si convinse solo per battere il fratello”.
Gli Anniversari
1504, il Regno di Napoli passa alla Spagna
1727, muore a Londra Isaac Newton
1814, Alessandro I occupa Parigi
1851, Foucault presenta il pendolo
1880, nell’Indiana prima città illuminata elettricamente
1889, inaugurata la Torre Eiffel
1917, gli Usa prendono possesso delle Isole Vergini
1930, codice di comportamento nei film americani
1932, Managua distrutta da un terremoto
1934, Roma: patto tra destra spagnola e fascismo
1936, Etiopia: gli italiani usano gas asfissianti
1949, a Torino nasce l’Abarth
1951, la Remington consegna il primo Univac
1959, il Dalai Lama chiede asilo all’India
1966, dalla Russia prima navicella nell’orbita lunare
1974, sotto processo le dittature latino americane
1978, il Vaticano disposto a trattare su Moro
1986, Boeing esplode il volo in Messico: 166 morti
1991, termina il Patto di Varsavia
1993, Brandon Lee muore per incidente sul set
1994, Nature: ritrovato in Etiopia primo teschio completo
1996, muore a Roma Dario Bellezza
1998, diffuso il codice sorgente di Netscape
2001, muore a Milano Luciana Giussani
2005, Monaco: la reggenza ad Alberto
2005, Brasile: strage nel Baixada Fluminense
2005, eutanasia per Terry Schiavo in Usa: polemiche
2012, completato lo Shard: più alto grattacielo di Londra
2014, ultimo episodio di How I Met Your Mother
Nati oggi
1596, Cartesio
1675, Prospero Lambertini
1685, Johann Sebastian Bach
1732, Franz Joseph Haydn
1884, Tina Pica
1897, Liala
1927, Gennaro Alfano
1934, Carlo Rubbia
1937, Antonio Cassese
1940, Massimo Riva
1948, Al Gore
1951, Andrea Losco
1955, Anna Finocchiaro, Jacopo Fo, Lele Mora, Marcello Sorgi
1958, Maurizio De Giovanni
1959, Antonio Ingroia
1962, Antonio Martusciello
1964, Isabella Ferrari
Si festeggiano i Santi Beniamino e Guido da Pomposa
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