“La vittoria degli arabi sta nel fatto di non essere stati sconfitti e la sconfitta di Israele in quello di non aver vinto” (Riyszard Kapuscinski)
La sceneggiata della Lega sul presidente della Repubblica poco sovranista e più europeista finisce con Salvini che conferma il “rispetto” della Lega a Mattarella. Meloni si è adoperata affinchè questo avvenisse ma il Corriere riferisce che il Quirinale si è accorto dei “silenzi e dei tempi di gestione” della premier, che in pratica ha lasciato passare 24 ore prima di attivarsi. Domani scrive di “tregua armata” tra il il governo e il Colle. La Stampa titola sul governo “in tilt” sui rapporti con il Colle, ma in realtà Salvini e Meloni hanno puntato al voto del proprio elettorato più identitario. Certo, molto di più si gioca sulle liste d’attesa per le visite specialistiche nella sanità: oggi il Cdm approva sia un decreto sia un disegno di legge ma di fatto molti interventi partono dall’anno prossimo. Repubblica sottolinea i “flop” di Schillaci, ma in realtà se non si riesce a individuare i fondi la responsabilità è di tutto il governo, Economia e Chigi in primis, e il rischio è che spezzando in due l’intervento le liste non subiscano sostanziali miglioramenti.
Repubblica conferma che l’astensione sarà protagonista delle elezioni europee e D’Alimonte, l’esperto di flussi elettorali di Luiss e Sole 24 Ore, conferma che si potrebbe arrivare oltre la soglia già altissima di cinque anni fa quando la quota di elettori si era fermata al 54 per cento. Ora il timore è quello di un tracollo. Le fasce considerate a maggior rischio dagli esperti sono le più deboli e disagiate. Cresce il divario tra le aree del Nord e del Sud.
Giorgetti, ovviamente, è costretto a smentire l’idea di fare il commissario europeo, poichè ogni vuoto al ministero dell’Economia è dannoso, e restano ufficialmente in corsa Belloni e Fitto.
Nuovo protagonista nelle indagini liguri: la Verità fa entrare il Porto di Singapore attraverso uno 007 in forza ai nostri Servizi che prima aveva lavorato per i cinesi. Singapore si opponeva alla costruzione della banchina da un chilometro voluta invece da Spinelli e Aponte.
Franco Caltagirone licenzia dopo appena un mese Alessandro Barbano dalla direzione del Messaggero. Alessandro Boffo al suo posto. Secondo Repubblica e il Fatto, l’editore non ha gradito un articolo di fondo che attaccava i sovranisti e non avrebbe aiutato il no a intervistare Meloni con domande scritte. Nuovo direttore è l’ex caporedattore Alessandro Boffo, vicedirettrice Barbara Jerkov (era capo del servizio politico), torna l’ex direttore Massimo Martinelli come direttore editoriale: di fatto, l’assetto precedente a Barbano con gli stessi giornalisti sia pure in ruoli diversi.
Tutti tutti i giornali scrivono di “spiragli” di accordo per Gaza, Netanyhau avrebbe ceduto, ora tutti premono su Hamas. Intanto l’Ucraina utilizza i missili Himars americani e colpisce le retrovie russe.
Claudia Scheinbaum è la prima presidente donna del Messico (e del Nordamerica), eletta con quasi il 60 per cento dei voti con una coalizione di centro sinistra.
A differenza delle previsioni, esauriti in nove ore i fondi dedicati agli incentivi per l’auto elettrica, probabilmente gli automobilisti più benestanti hanno ceduto alla moda nonostante una rete di ricarica ancora incompleta e i costi elevati delle vetture non cinesi.
L’Italia ha il 72,4 per cento del debito europeo totale del Pnrr. Fitto non vuole prorogare il piano oltre il 2026, lo scrive il Sole.
Leonardo Maria Del Vecchio rileva da Stirpe, Battisti e soci l’Acqua e le Terme di Fiuggi.
L’azienda La Meccanica di Cittadella (Padova) di proprietà dell’imprenditore Roberto Reffo intesta ai dipendenti il 20 per cento delle azioni. Secondo il Corriere veneto la regia dell’operazione è stata di Giuseppe Milan, ex Dg di Confindustria Treviso e Veneto Est.
Il Messaggero dedica una pagina ad una indagine della Bocconi sul welfare aziendale: nel 2023 la spesa media per dipendente è stata di 910 euro e le aziende che adottano le integrazioni ai salari con benefit avrebbero avuto un aumento di fatturato del 10 per cento.
Nei primi 4 mesi del 2024 gli incidenti mortali sul lavoro sono stati 268 (più 4 sullo stesso periodo del 2023. All’Inail va come direttore generale Marcello Fiori, molto vicino a Fratelli d’Italia.
All’Inps intanto il presidente Gabriele Fava rifà l’organizzazione interna, anche qui con scelte suggerite dall’entourage della premier. Lo scrive Repubblica.
Il Sole apre sui profitti delle compagnie aeree, oltre trenta miliardi previsti per il 2024, più 18 per cento sull’anno scorso.
Djokovic va nei quarti del Roland Garros nonostante un infortunio. Sinner gioca oggi. Juve e Allegri si accordano sulla buonuscita.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. La previsione sulle astensioni, che coinvolgerà probabilmente oltre la metà dell’elettorato, spiega esaustivamente quanto del voto europeo importi poco agli elettori. Logico, quindi, che le elezioni vengano viste soprattutto come un giudizio sui partiti al potere. E il giudizio nei confronti di Emmanuel Macron o Olaf Scholz è quello che peserà di più. Ma ci sarà anche il voto spagnolo, con un governo Sánchez perennemente in bilico, quello dei Paesi dell’Est a cominciare da Polonia e Ungheria, il test su quanto accade in Olanda dopo la vittoria dell’estremismo nazionalista di Geert Wilders o il voto nel Belgio di Charles Michel. I sondaggi francesi sono unanimi nel prevedere la schiacciante vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen ben che arriva al 33% in certe rilevazioni. Dietro di lei, dopo un abisso, la lista promossa da Macron, Renassaince, capitanata da Valerie Hayer che oscilla tra il 15 e il 16%, e subito dopo i socialisti di Ralph Glucksmann che si attestano al 14,5% ma sono in crescita. Se si verificasse il sorpasso socialista la già dura sconfitta di Macron diventerebbe una disfatta. E lo stesso si potrebbe verificare in Germania dove i socialdemocratici del cancelliere Scholz sono in caduta libera. (Salvatore Cannavò, Il Fatto Quotdiano)
D’Alimonte sul rischio astensionismo: “Timori fondati. Il Sud potrebbe disertare le urne”. Intervista al politologo della Luiss: “Alle ultime elezioni è andato a votare solo il 54 per cento degli elettori. Stavolta la soglia potrebbe scendere ancora”. (Concetto Vecchio, Repubblica)
Savino: “Noi vescovi preoccupati dalle riforme, non possiamo tacere”. Intervista al vicepresidente Cei: “Ci sono state risposte offensive. Non vogliamo alimentare polemiche la democrazia si basa sul dialogo. E l’otto per mille non c’entra”. (Iacopo Scaramuzzi, Repubblica)
Meloni attacca: è la sinistra che non rispetta il Colle. Ora Salvini frena: nessuna critica a Mattarella. La premier: bene così. La Russa: da Borghi uscita inopportuna. La leader e la Ue «Assegno unico anche agli extracomunitari con i figli in patria? Non è sostenibile». (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Chi è Claudio Borghi, il No euro che ha scalato la Lega nel nome del capo: «Su Mattarella confermo tutto». Dagli attacchi alla Bce, Borghi e Bagnai passarono alle lodi a Draghi premier. (Fabrizio Roncone, Corriere della Sera)
Per la premier e il suo vice l’incidente è chiuso. Ma la Lega rialzerà i toni. Silenzi e tempi di gestione della leader non sono sfuggiti al Colle. Così il Carroccio dà un segnale ai duri e puri sovranisti. Per poi rientrare. Meloni non intende arrivare allo strappo con il capo leghista. (Marco Cremonesi e Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
«Solidale con Mattarella, basta chiedere ogni giorno le dimissioni di qualcuno Con FI l’Italia più centrale». Tajani: Salvini? Nessun obbligo di stare insieme anche in Europa. Fui eletto presidente del Parlamento Ue ma Matteo non mi votò, eppure restammo alleati. Il nome di Berlusconi. C’è sempre stato, è lui l’ispiratore della nostra politica, dovrei rinnegarlo? (Paola Di Caro, Corriere della Sera)
Salvini fa dietrofront sul Colle ma resta il gelo nel centrodestra Meloni: ha chiarito, caso chiuso. Matteo Salvini fa la parte di quello che vuole superare l’incidente, mentre Claudio Borghi nemmeno fa finta e tiene il punto. Antonio Tajani continua a prendere le distanze dai leghisti, mentre Giorgia Meloni preferisce glissare sullo scomposto attacco degli alleati al presidente della Repubblica, limitandosi ad apprezzare la retromarcia del vicepremier. Motivo per cui le opposizioni, in particolare il Pd, vanno all’attacco. Aver preso di mira il capo dello Stato proprio il 2 giugno, mentre si festeggiava la Repubblica, è una mossa che non poteva non avere strascichi polemici. Anche se Salvini assicura che non c’è «nessuna polemica con il presidente Mattarella, che ha il mio rispetto e il rispetto della Lega, e che è garante della nostra Costituzione». (Niccolò Carratelli, La Stampa)
Dunque, dopo le urne tornerà il sereno sul Colle? Difficile. L’impressione è che ormai il Quirinale sia entrato nei radar della destra per varie ragioni. Intanto perché c’è la sfida del premierato: una riforma che toglie al capo dello Stato il potere di nomina del Governo e soprattutto di scioglimento delle Camere e gestione delle crisi. Ancora ieri Meloni smentiva di averne toccato le prerogative ma questo resta un “non detto” e, prima o poi, si vedrà in chiaro. E anche se Mattarella farà di tutto per starne lontano, sarà inevitabile che la scelta finale sarà tra due visioni, una del premier forte e una con un capo dello Stato “garante”. Con un’avvertenza: che la destra misurerà gli umori popolari prima di decidere se andare fino al referendum. (Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore)
Roberto Gressi sul Corriere: Gli strappi di troppo. Gli attacchi della Lega al presidente della Repubblica, poi in parte corretti, danno l’idea di un Paese ancora inaffidabile.
L’ira di Fratelli d’Italia sull’alleato leghista. “Così si rischia di sabotare il premierato “. La premier vuole archiviare rapidamente il caso perché ha capito che, alla fine, il contraccolpo più forte lo subisce la “sua” riforma per il premierato, già abbastanza zoppicante. Per questo motivo è andata su tutte le furie e da Palazzo Chigi, il 2 giugno, si è immediatamente deciso di contattare Salvini per chiedergli di fare retromarcia. «La Lega ha regalato alle opposizioni un’arma da usare contro la nostra riforma», masticano amaro nel quartier generale di Fratelli d’Italia. «Mettere il governo in contrapposizione a Mattarella è un errore» . (Federico Capurso, La Stampa)
Stefano Folli su Repubblica: Dove portano i radicalismi. L’ultima settimana della solita pessima campagna elettorale non è di sicuro migliore delle precedenti. Cosa ha mosso un parlamentare minore della Lega, Borghi, a esporsi in modo goffo su un tema tanto scivoloso, senza nemmeno un bagaglio minimo di cultura istituzionale? Se l’esponente leghista ha dato voce, alla sua maniera, alle conversazioni interne al partito, aipour parler con il famoso Capitano, allora è peggio. Nel senso che si delinea un abbozzo di linea politica. O per meglio dire, accentua la pressione sul Quirinale accusato — certo in modo implicito e strumentale — di privilegiare il rapporto con il centrosinistra.
Bernard Guetta su Repubblica: L’Europa verso il bipartitismo. Lo scenario politico si sta americanizzando: le destre estreme peseranno molto e tutto deve cambiare.
Massimo Franco sul Corriere: Il rischio boomerang dopo l’attacco al Quirinale. Se non fosse per la presa di distanza del leader di FI, Antonio Tajani, si potrebbe pensare che la maggioranza di governo tolleri l’attacco della Lega al capo dello Stato. Ma che Salvini e i suoi diano lezioni di patriottismo a Sergio Mattarella suona, come minimo, paradossale e strumentale. Se è tornato il patriottismo «è merito del Quirinale», ricorda il commissario Ue, Paolo Gentiloni.
Schlein (prudente) sulla Nato. «La Ue dentro, ma con autonomia». Pd, le parole della segretaria dopo la polemica su Tarquinio. I mugugni tra i dem: ambigua. La leader: imponiamo l’agenda sulla Sanità. Ottimismo sul voto oltre la soglia del 20%. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
«Meloni non capisce l’Europa. Per la futura maggioranza nessun accordo con le destre». Schmit, il candidato del Pse: i Conservatori? Sono degli estremisti. Il Covid, l’ondata di inflazione e la guerra. Il mondo è diverso da 5 anni fa, sono mutati tutti gli equilibri. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Europee, l’asticella del Movimento. Casalino rassicura tutti: andrà bene. L’importanza dell’affluenza al Sud. Enigmatico pronostico di Patuanelli. Avversari e alleati. Preoccupa anche la polarizzazione del dibattito tra Meloni e Schlein. (Tommaso Labate, Corriere della Sera)
La corsa nella città divisa in tre. E ognuno invoca il miracolo come per la salvezza del Bari. Il derby Pd-M5S tra Leccese e Laforgia, il leghista «anomalo» Romito spera. Il ruolo di Emiliano che sogna ancora di cucire insieme Pd e Movimento. (Goffredo Buccini, Corriere della Sera)
Rai sempre più teleMeloni. Con il rinnovo del Cda, la premier si prende tutto. A FdI amministratore delegato e dg. Cinque consiglieri su sette alla maggioranza. E sulla presidenza grava un potenziale conflitto d’interesse. L’incognita dei risultati elettorali: con un successo nelle urne, la Lega potrebbe rivendicare più peso nella tv di Stato. (Giovanna Vitale, Repubblica)
L’ultimo spreco sui migranti in Albania la nave per il trasporto costerà 13 milioni. Lo prevede l’appalto per il nolo di soli 3 mesi. L’opposizione accusa: “È un business” E domani Meloni arriva a Tirana. (Alessandra Ziniti, Repubblica)
Dopo il flop delle armi con la Colombia, D’Alema si ricicla lobbista in Albania. L’ex premier ha aperto una ditta di consulenza nel Paese di Edi Rama. Dove il suo vecchio socio investe in criptovalute. Dopo lo scoop di due anni fa della Verità sul suo ruolo nell’affare (mancato) della fornitura di navi e aerei da guerra alla Colombia, che gli è costato un’indagine della Procura di Napoli per corruzione internazionale aggravata, l’ex premier Massimo D’Alema ha iniziato a spostare il centro dei suoi affari. Diventando, di fatto, un imprenditore «extracomunitario». Domenica sera, la trasmissione televisiva Report, in onda su Rai3, ha infatti rivelato che, nel gennaio 2023, Baffino ha costituito una nuova società in Albania, la A&I, di cui l’ex premier è azionista unico e, spiega Report, «come oggetto sociale ha la consulenza istituzionale alle imprese che vogliano internazionalizzarsi: quindi consulenza e lobbying». Esattamente il tipo di attività di cui si occupa la D&M advisor, aperta a Roma dall’ex ministro degli Esteri nel 2019. (François De Tonquédec, La Verità)
Il Pnrr utilizzabile oltre il 2026 ma l’Italia rinuncia alla proroga. I ministeri hanno affossato il fondo che avrebbe allungato le scadenze. (Giuseppe Colombo, Repubblica)
L’Antitrust sulle bollette: luce e gas, più chiarezza sui costi per i clienti. Moral suasion del Garante su 13 società attive sul mercato libero. (F. Ch., Corriere della Sera)
Compagnie aeree, utili d’oro:30,5 miliardi di dollari (+11,3%). Le compagnie aeree mondiali fanno utili a palate. Quest’anno i profitti netti aggregati dei vettori di tutto il mondo dovrebbero raggiungere i 30,5 miliardi di dollari, molto più di quanto era stato stimato sei mesi fa e più degli utili realizzati l’anno scorso.La Iata, associazione mondiale delle compagnie, ha annunciato ieri stime al rialzo, nell’assemblea annuale a Dubai. La stima aggiornata sui profitti è superiore del 18,7% alle previsioni formulate il 6 dicembre scorso (25,7 miliardi) e rappresenta un miglioramento dell’11,3% rispetto ai dati del 2023. (Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore)
Per Ita-Lufthansa tensioni con la Ue sul lungo raggio. L’ultimo ostacolo da superare per l ’ approvazione a Bruxelles dell’integrazione Ita-Lufthansa sono i voli di lungo raggio.
L’Antitrust Ue non vuole che la compagnia italiana entri nella joint venture transatlantica tra Lufthansa (insieme alle controllate Swiss, Austrian, Brussels Airlines) e i partner d’Oltreoceano United Airlines e Air Canada. È questo, secondo Lufthansa, l’ostacolo più difficile rimasto sul tavolo del negoziato tra Roma, Francoforte e Bruxelles, sul quale ci sono anche altre due questioni: gli slot di Linate e le rotte europee da aprire alla concorrenza per evitare un monopolio Ita-Lufthansa. (Il Sole 24 Ore)
«L’intelligenza artificiale? Una rivoluzione industriale». Da Nvidia gli «umani digitali». Il ceo Huang torna nella sua Taiwan: chatbot, pc e emozioni. (Paolo Ottolina, Corriere della Sera)
Gli altri temi del giorno
Israele pronto all’intesa. Gli Usa: «Ora tocca a Hamas». Botta e risposta tra Netanyahu e la Casa Bianca. Il primo ministro al Congresso il 13 giugno. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
Pace o (altra) guerra? Il dilemma di Bibi in un Paese spaccato. Gaza, le fratture nel governo e i «giochi» del premier. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
Ieri il ministro degli esteri egiziano, Sameh Shoukry (che sin dall’inizio del conflitto si è posto, assieme al premier del Qatar, al capo del Mossad e a quello della Cia come mediatore fra le parti), ha detto che Hamas vede «positivamente» il piano presentato dall’inquilino della Casa Bianca e ora «aspettiamo la risposta di Israele». Ma Shoukry, per quanto autorevole, non è il portavoce di Hamas e una risposta formale non è stata ancora avanzata. Per ottenerla, Biden ha parlato con l’emiro del Qatar, affinché Doha forzi Hamas ad accettare i termini della proposta, soprattutto nel rilascio degli ostaggi che, secondo gli americani, ma come ha più volte detto Netanyahu, è l’unico ostacolo per ottenere un cessate il fuoco. La delegazione di Hamas è stata invitata al Cairo per discutere i termini dell’accordo, proprio quei dettagli che sono mancati nel discorso di Biden di venerdì, come il numero di ostaggi da liberare nella prima fase e la ratio con il numero dei prigionieri palestinesi da far uscire in cambio dalle carceri israeliane. (Nello Del Gatto, La Stampa)
Netanyahu pronto a far saltare il piano Biden per la tregua. Crescono nella politica Usa l’indignazione e la preoccupazione per il discorso che Benjamin Netanyahu terrà davanti al Congresso. L’invito, firmato dai quattro leader di Camera e Senato, ha suscitato reazioni negative in diversi esponenti del partito democratico, che annunciano l’intenzione di disertare l’evento. Preoccupa soprattutto quello che Netanyahu potrà dire. Nelle ultime ore il primo ministro israeliano ha fatto sapere di considerare “parziale”, quindi non definitivo, il piano per il cessate il fuoco a Gaza annunciato da Joe Biden. A questo punto il timore dell’amministrazione è soprattutto uno. Netanyahu potrebbe usare il discorso per esprimere il suo dissenso nei confronti del piano americano. Sarebbe un atto clamoroso – un leader straniero che contraddice il presidente di fronte al Congresso – ma a Washington sanno molto bene che Netanyahu è politico imprevedibile. (Roberto Festa, Il Fatto Quotdiano)
Cari studenti, Israele non è un regime. Uno storico e professore risponde agli universitari di Edimburgo che accusano il governo di Netanyahu di aver stabilito un sistema di apartheid e chiedono di boicottare il Paese e la sua cultura. (Denis Maceoin, Repubblica)
Maurizio Molinari su Repubblica: Il seme dell’odio viene dal 7 ottobre. L’antisemitismo prende di mira gli ebrei, ma la Storia ci insegna che rappresenta una minaccia contro tutti coloro che amano la libertà e la democrazia. Noi, cittadini europei, dobbiamo comprendere che difendere Kiev e combattere l’antisemitismo sono due fronti di una stessa sfida: proteggere le nostre libertà.
«Primo attacco con armi Usa» L’ira di Mosca: «Errori fatali». I russi: Himars per colpire Belgorod. (Marta Serafini, Corriere della Sera) Colpiti dagli Himars una stazione radar e un ponte. Il Cremlino minaccia: “L’America stia attenta, non commetta errori fatali”. (Daniele Raineri, Repubblica)
Razzi Usa contro la Russia, ira di Mosca. A Belgorod il primo attacco contro obiettivi militari russi è andato a segno facendo irritare il Cremlino, mentre il summit di pace in Svizzera del 15 giugno prende corpo (nonostante il boicottaggio russo) con la presenza confermata di una delegazione americana di peso con la vice presidente Kamala Harris e il consigliere per la sicurezza della Casa Bianca Jack Sullivan. (Francesco De Remigis, Il Giornale)
Commettere degli «errori di calcolo» potrebbe «avere conseguenze fatali». È un avvertimento durissimo quello che arriva dalla Russia. Parole di fuoco che prendono di mira il permesso che gli Usa hanno dato a Kiev di colpire in territorio russo con armi americane. E che hanno un destinatario ben preciso. «Vorrei mettere in guardia i leader americani», ha infatti detto il numero due della diplomazia russa, Sergey Ryabkov, per bocca del quale Mosca ieri è tornata a fare la voce grossa. (Giuseppe Agliastro, La Stampa)
Messico, plebiscito per Claudia «Sarò la Presidenta del popolo». Sheinbaum vince con il 59% dei voti. La sua coalizione potrà modificare la Costituzione. (S. Gan., Corriere della Sera)
Terremoto Farage: in corsa alle elezioni. Incubo per Sunak. Mr. Brexit annuncia la candidatura alle Politiche con il Reform Party. L’ipotesi dell’«opa» sui Tories. Si è ripreso la guida di Reform Uk ma molti lo vedono come possibile leader conservatore. (Luigi Ippolito, Corriere della Sera)
«L’ho presa per le gambe e lanciata». I due minuti del killer sul cavalcavia. Padova, la confessione del delitto poi ritrattata da Favero. Gino Cecchettin alla fiaccolata. (Roberta Polese, Corriere della Sera)
Il Corriere intervista l’ex telecronista Bruno Gattai: «Tomba mi manda ancora i video delle mie telecronache. Facevo una vita infernale, oggi da avvocato gestisco business milionari».
Gli Anniversari
780ac, Cina: registrata la prima eclissi solare
1070, nella Francia centrale nasce il formaggio Roquefort
1760, i piantatori del New England arrivano in Canada
1783, prima dimostrazione in volo dei fratelli Montgolfier
1789, muore a Duchcov Giacomo Casanova
1814, Luigi XVIII concede la Carta costituzionale
1859, battaglia di Magenta
1876, da New York a San Francisco in 83 ore di treno
1878, l’Impero Ottomano cede Cipro al Regno Unito
1917, assegnati i primi premi Pulitzer
1929, Rochester: primo film girato in Technicolor
1940, le truppe naziste entrano a Parigi
1942, fondato il Partito d’azione
1944, le truppe alleate liberano Roma
1944, il sindacalista Bruno Buozzi giustiziato dai nazisti
1965, i Rolling Stones pubblicano Satisfaction
1970, il Tonga indipendente dal Regno Unito
1973, la nave militare Betta esplode alla Spezia
1977, commercializzato in Usa l’Apple II
1984, pubblicato Born in the Usa di Springsteen
1988, approvata la Mammì sul riordino radiotelevisivo
1989, elezioni libere in Polonia: vince Solidarnosc
1989, Cina: repressione di piazza Tienanmen
1991, Giovanni Paolo II: aborto come lo stermino nazista
1994, muore a Roma Massimo Troisi
1996, l’Ariane 5 esplode durante il lancio
2004, muore a Roma Nino Manfredi
2005, incendio nel tunnel del Frejus: 2 morti
2010, s’incendia un trasformatore: 116 morti a Dacca
2012, concerto a Buckingham Palace per Elisabetta II
Nati oggi
1894, Edoardo VIII
1895, Dino Grandi
1941, Stefano Pessina e Franco Prodi
1944, Antoine
1951, Marco Risi
1952, Mariolina Sattanino
1962, Marcello Pittella
1970, Deborah Compagnoni
1972, Nikka Costa e Pif
1975, Angelina Jolie e Nicola Ventura
1976, Alexei Navalny
1977, Antoine Arnault
1991, Lorenzo Insigne
Si festeggiano San Francesco Caracciolo e San Quirino
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