“Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi” (Albert Einstein)
Mentre l’Iran fa sapere che la vendetta verso Israele sarà “inevitabile”, Giuseppe Conte e Marco Travaglio inzuppano il pane nei guai del Pd: il primo dice che Elly Schlein deve davvero liberarsi dei “cacicchi” se vuole allearsi con gli ex grillini, il secondo fa l’elenco dei suddetti (e mette anche le foto regione per regione, da De Luca al redivivo Burlando) così la segretaria del Pd non ha alibi, sa di chi e, purtroppo per lei, anche di quanti voti dovrebbe liberarsi per convolare a nozze con loro appena sarà stata raggiunta o sorpassata alle elezioni. Gioco facile e cinico quello dell’ex avvocato, favorito dai dettagli del nuovo clientelismo piddino: a Torino Gallo offriva anche tessere autostradali sulle autostrade piemontesi, tessere ovviamente gratuite che i giornali traducono in telepass nei titolo di prima pagina.
Ovviamente, i giornali abboccano: Repubblica e Corriere dedicano alla faida a sinistra il loro titolo principale, mentre La Stampa si occupa dei guai torinesi preannunciando il “pugno duro” di Schlein contro lo scambio dei voti (titolo peraltro poco esatto rispetto al voto di scambio), cioè l’espulsione di Gallo padre e il passo indietro del figlio che doveva essere capolista. Il quotidiano diretto da Luciano Fontana dedica una pagina di intervista al governatore della Puglia, per fargli dire poco o niente. Il Giornale ritiene che possa essere ripescato l’ex governatore Vendola, Libero titola che “il campo no si allarga, le inchieste si”. I commenti si sprecano, ma poco aggiungono ad una situazione che aiuta solo la maggioranza e non certo l’affluenza alle urne prossime venture.
Salvini intanto veste il condono per i lavori interni come “piano salva casa” e fa sapere che il relativo decreto sarà pronto entro aprile. Giorgetti, secondo La Stampa, teme che la sanatoria possa allargare il buco del Superbonus nei conti pubblici.
Elisabetta Casellati batte un colpo e dice al Giornale che, nientedimeno, “il premierato è l’ antidoto contro l’astensione”, illusione nemmeno pia.
Il Messaggero è bravo nel trovare argomenti originali per la propria apertura: oggi è il turno della “stretta sui danni da turismo”, giro di parole che si pensa al ticket per poter visitare le città d’arte e infatti comincia Venezia dal 25 aprile facendo pagare 5 euro d’ingresso ai visitatori italiani e stranieri.
Il Sole e il Corriere per rallegrare la domenica hanno le pagine della sanità, e offrono anche analisi condivisibili sulla situazione del Servizio sanitario nazionale, oltre ad articoli “tecnici” su patologie e dintorni e ad un interessante analisi sulle difficoltà delle cure palliative.
Rimozioni e nomine in Vaticano, oggi è il turno di Angelo De Donati: Bergoglio lo rimuove da Vicario d Roma spostandolo a Penitenziere al posto di Mauro Piacenza.
Secondo il Fatto, Mario Sechi potrebbe tornare a dirigere l’Agenzia Agi dopo il passaggio dall’Eni ad Angelucci facendone anche un service per gli altri giornali del gruppo. In tal caso direttore di Libero sarebbe Gianluigi Paragone.
Sempre il Fatto si occupa delle nomine nelle partecipate pubbliche e dà per certo che Donnarumma prenderà il posto di Ferraris alle Ferrovie. E poi prende ancora di mira Renato Brunetta, presidente del Cnel: il suo staff ha raggiunto la ragguardevole cifra di 14 persone, mentre molti dirigenti di prima del suo arrivo lasciano.
Bisignani sul Tempo si occupa della situazione di Tim e dell’offerta di Elon Musk per coprire i buchi della rete con i suoi satelliti, a patto che accenderli e spegnerli sia in mano al nostro governo.
Ormai è certo: il giornalista Andrea Purgatori poteva essere salvato con un antibiotico, poichè la sua era una infezione. Lo scrivono diversi quotidiani.
Vittorio Feltri nell’editoriale del Giornale commenta il triste declino milionario degli Elkann e ricorda tutti i soldi pubblici che lo Stato ha elargito alla ex Fiat per decenni e decenni. La Stampa intanto non si perde l’occasione dell’ennesima intervista al segretario della Cgil, Landini.
Il capitano Ultimo, che arrestò Totò Riina, si toglie il cappuccio e si candida con Cateno De Luca.
La Red Bull ristabilisce il suo dominio dopo la parentesi australiana: stamattina in Giappone primo Verstappen, secondo Perez. Le Ferrari seguono, con Sainz terzo e Leclerc quarto. La Roma ieri pomeriggio vince il derby con la Lazio.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. «Il Pd mise l’uomo delle ’ndrine a fare i controlli sugli appalti». Blitz in Piemonte: 9 arresti e 29 indagati. Per l’accusa la sinistra aveva piazzato nell’organo per la legalità il referente della criminalità organizzata. E il ras delle tessere chiese 50 voti in cambio di una visita medica. Appalti e voti. Voti e appalti. La ’ndrangheta lavora così. Al Sud come al Nord. Dove le ’ndrine, le famiglie della «mala» calabrese infiltrate, hanno creato le loro articolazioni territoriali che, proprio come in Calabria, si chiamano «Locali». A Brandizzo, a Volpiano, a Chivasso, a Santhià. Tra Torino e Vercelli comandavano loro. Grazie anche a una strettissima relazione con il Partito democratico, che aveva scelto Roberto Fantini (finito ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa) come componente dell’Orecol, un osservatorio di emanazione del Consiglio regionale piemontese che avrebbe dovuto garantire legalità e trasparenza negli appalti sulle opere pubbliche piemontesi. Praticamente, la volpe messa a guardia del pollaio. Arrivato lì, secondo l’accusa, su indicazione di Raffaele Gallo, consigliere regionale dem e figlio di Salvatore Gallo, esponente storico del Pd (il partito di Elly Schlein viene citato 18 volte nell’ordinanza) e socialista ai tempi di Bettino Craxi, che tramite un sistema corruttivo sarebbe riuscito a far eleggere tre fedelissimi nelle file dei democratici in Consiglio comunale a Torino. (Giacomo Amadori, Fabio Amendolara e François De Tonquédec, La Verità)
La linea di Schlein: l’ex premier fa così per un punto in più alle elezioni europee. La segretaria mira all’unità «ma non accetto lezioni». Bisognerebbe discutere con gli alleati in questi passaggi Serve un elemento comune di decisione. Da Conte provocazioni che vanno respinte, la partita è più grande di quanto può apparire e va oltre Bari. La leader insiste su Annalisa Corrado capolista, voci su una rinuncia di Bonaccini. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Conte attacca ancora: «Qui ci giochiamo la nostra identità». E promette sorprese. Il capo M5S: rivoluzione alla Regione Puglia. Se Elly volesse mantenere l’impegno preso al grido di «libererò il Pd da capibastone e cacicchi», troverebbe in me il più grande. Non siamo noi ad aiutare la destra, è un ragionamento malato e viziato Sono gli scandali della politica a farlo. «Non è vero che ho avvertito Schlein 5 minuti prima. Ci siamo parlati per 20 minuti». (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
Pd, Guerini avvisa la segretaria: “I 5S in competizione con noi, ingenuo pensare il contrario”. Salve le intese solo in Emilia- Romagna. Casu: “Da Conte questione morale double face”. (Giovanna Casadio, Repubblica)
Michele Emiliano: «Io, spina nel fianco dei leader, un elefante nella stanza del Pd. Decaro? Userei altre parole». Intervista al governatore pugliese Michele Emiliano: «Il partito non mi ha mai metabolizzato, ma Elly Schlein mi è stata vicina. Il prossimo sindaco di Bari sarà unitario. La rottura Pd-M5S? Niente è definitivo». (Goffredo Buccini, Corriere della Sera)
Valigette piene di soldi, appalti in cambio di tangenti, assunzioni per amici e banconote per comprare voti. Dalla punta dello stivale all’operoso Piemonte. Quattro Procure ricostruiscono lo spietato «metodo Pd». I giudici di Napoli, Torino, Bari e Trapani delineano uno spaccato illegale che colpisce al cuore, sulla «questione morale», il Partito guidato da Elly Schlein. Il Giornale mette in fila fatti e inchieste. È la fotografia di un «sistema Pd». Identico nella spregiudicatezza. Soldi, soldi, soldi. E poi, voti per conquistare poltrone. Nell’ombra, si muovono imprenditori pronti a «comprare» appalti e finanziare le campagne elettorali. Un’inchiesta tira l’altra. L’ultima, che investe la classe dirigente dem, esplode a Torino, la città amministrata da 31 anni da giunte rosse. (Pasquale Napolitano, Il Giornale)
Concita De Gregorio su Repubblica: A Bari la House of Cards italiana. Se si svolgesse a corte o alla Casa Bianca, la storia pugliese sarebbe la trama perfetta di una saga di successo. La guerra per il trono tra Conte e Schlein occupa il proscenio.
Nomine negli enti e telepass in regalo. A Torino si allarga il «sistema Sasà». Nelle carte su Gallo anche il figlio, consigliere dem: oggi dovrebbe ritirarsi dalle Regionali. Il dialogo sulle scelte per il cda della Film Commission: «Sai cosa abbiamo fatto papà?». (Paolo Coccorese, Corriere della Sera)
Salvini sfuma i toni e cede ai governatori: prevale il modello Bossi. Aprire la campagna verso il 9 giugno radunando i presidenti di Regione del Nord per suonare la grancassa dell’autonomia è più di un manifesto: è la concessione a chi nel partito da tempo chiede di tornare a parlare alla propria gente. Al Nord. C’è chi lo fa in toni istituzionali, come il presidente del Friuli Massimiliano Fedriga: «L’autonomia differenziata è una priorità ed è importante approvarla per dare una nuova opportunità al Paese, tutto. Dire che il Sud non ne è all’altezza vuol dire mentire e umiliarlo». C’è chi si accalora, come il governatore veneto Luca Zaia: «È un’assunzione di responsabilità che la Lega ha il merito di portare in un Paese dove ce n’è poca. Finiamola con il dire che i soldi vanno al Nord. Sono balle. La verità è che qualcuno li gestisce bene e altri no. La risposta non può sempre essere l’assistenzialismo ed è vomitevole che si dica che se non ti curo bene è per colpa di qualcun altro». E c’è chi, come il capogruppo alla Camera Molinari, dà il senso di un’offensiva che mira anche a depotenziare sul nascere il premierato tanto caro a Giorgia Meloni: «Il ruolo della Lega in questa maggioranza e in questo governo è bilanciare la spinta della destra nazionalista e centralista che promuove il premierato. Noi siamo la forza riformatrice: oggi con l’autonomia, domani con il ritorno alle province elettive». (Andrea Rossi, La Stampa)
La profezia di Salvini: con Cirio stravinciamo. Oggi missione a Bari. A Torino insieme a Fedriga e Zaia per l’Autonomia. (Cesare Zapperi, Corriere della Sera)
«Il pranzo segreto in agosto per tenere Rifondazione con Prodi. Poi la nostra rivoluzione finì». Parisi, fedelissimo del Professore, e la caduta del ’98: con Diliberto ci dicemmo «ora o mai più». Ma poi vinsero Bertinotti e il patto D’Alema- Marini. L’accusa di aver fatto male i conti in Aula è un’offesa. La verità è che ci fu un conflitto tra due idee opposte sull’Ulivo. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
Mattarella sul sisma a L’Aquila: “Ricostruire è un dovere”. Meloni: “Un modello la risposta dello Stato”. Le istituzioni ricordano del terremoto che quindici anni fa colpì la città. (Repubblica)
Maurizio Molinari su Repubblica: Ue, in salita la rielezione di Ursula von der Leyen. Inchieste, attacchi politici e uno scenario di inedite difficoltà complicano la corsa a un secondo mandato alla guida della Commissione Europea. Aprendo lo scenario a possibili alternative Def, il governo prende tempo sugli obiettivi di bilancio. L’ipotesi di inserire nel documento solo i dati tendenziali. Il peso del debito. (Corriere della Sera)
Daniele Manca sul Corriere: L’economia sale, il consenso scende: il nostro deficit di futuro. Da un lato si tendono a dare per scontati e non a rischio i risultati ottenuti, dall’altro si tende a pensare che la geopolitica sia tornata a essere influente solo negli anni che stiamo vivendo.
Pnrr avanti piano, l’Italia si difende. Le imprese deluse: stessa burocrazia. Freni: “Dai bonus edilizi conto di 210 miliardi, peserà più di tutto il Recovery”. L’Italia ha già incassato 102,5 miliardi di fondi Pnrr, oltre la metà del totale. Se arrivasse anche la quinta rata, saremmo a 113 miliardi su 194,4. Ma ne ha spesi solo 45,6 di miliardi, il 22% appena. Percentuale che si abbassa al 10%, se escludiamo i crediti di imposta. Per la tabella di marcia, quest’anno l’Italia dovrebbe raddoppiare la spesa, altri 45 miliardi. E conseguire 113 obiettivi. Ma nessuno sa come sta andando. (Valentina Conte, Repubblica)
Sostenibilità, il 70% degli investitori finanzierà solo imprese «verdi». Alla «Green Week» di Parma il confronto sui criteri Esg e i benefici economici. (Valentina Iorio, Corriere della Sera)
Open Fiber, si sbloccano i fondi ma servono altri 2 miliardi da Macquarie, Cdp e banche. Vicino l’accordo tra soci e finanziatori. Sul futuro pesano i ritardi e la concorrenza in arrivo. (Sara Bennewitz, Repubblica)
Gli altri temi del giorno
Dilemma Iran: se attacca cade nella trappola. Gli ayatollah fremono per vendicare l’attacco israeliano di Damasco. Ma le incognite sono molte, dalla superiorità tecnologica e atomica di Gerusalemme fino alle possibili reazioni internazionali: né Washington né Riad gradirebbero un’altra escalation. È salita ormai alle stelle la tensione tra Israele e Iran. Secondo varie fonti, il regime khomeinista sarebbe pronto a effettuare delle ritorsioni al raid israeliano su Damasco in cui era rimasto ucciso un alto esponente delle Guardie della rivoluzione islamica. Il New York Times ha riferito che Teheran ha messo le proprie truppe in stato di «massima allerta» e che «è stata presa la decisione che l’Iran deve rispondere direttamente all’attacco di Damasco per creare deterrenza». «L’attacco israeliano non rimarrà senza risposta. Un’ulteriore incognita è rappresentata dal fatto che Israele è probabilmente in possesso di testate nucleari (non lo ha mai ammesso né smentito): secondo analisti ascoltati dalla Bbc, Teheran potrebbe quindi scegliere di ricorrere alla «pazienza strategica» per arrivare a realizzare un ordigno atomico. Un altro elemento che potrebbe frenare l’Iran risiede nel fatto che un’eventuale guerra potrebbe ribaltare la situazione a favore dello Stato ebraico. (Stefano Graziosi, La Verità)
La paura di Israele, circondata da nemici. “In gioco c’è l’esistenza così come nel 1948”. Dopo il 7 ottobre, 299mila richieste per il porto d’armi. Si teme una escalation a Nord la minaccia dell’Iran. (Fabio Tonacci, Repubblica)
L’Iran minaccia Israele dal «bunker delle vendette». I pasdaran riuniti a Isfahan. Allerta massima nello Stato ebraico. Washington cerca l’intesa fra Hamas e il premier. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
Weizman: “Gaza è area di concentramento. Da Israele violenza umanitaria, vuole distruggere e dominare”. Un recente rapporto di Forensic Architecture sostiene che ciò che Israele definisce evacuazioni umanitarie a Gaza in realtà equivale allo sfollamento forzato dei palestinesi, il che costituirebbe un crimine di guerra. Ci può spiegare in dettaglio?m«Dal 7 ottobre, Israele ha emesso ordini di evacuazione imprecisi, spesso contraddittori, attaccando civili anche nelle cosiddette “zone sicure”, non ha fornito mezzi di sopravvivenza a quei civili, e contemporaneamente spingeva la popolazione sempre più a Sud. Nella prima fase della guerra, gli abitanti della zona Nord di Gaza, più di un milione di palestinesi, hanno attraversato Wadi Gaza, l’area che divide la Striscia in Nord e Sud. Dopo il cessate il fuoco temporaneo e l’ultimo scambio di prigionieri, Israele ha pubblicato una mappa con più di 600 zone, divise in modo confuso. I palestinesi potevano capire in quale zona fossero (se l’area 435 o 567 eccetera) o con le mappe online (mentre non c’era connessione né elettricità) o con i volantini lanciati dal cielo dall’esercito israeliano, in modo ovviamente non uniforme. Poi sono stati costretti a spostarsi, dopo vari sfollamenti, a Sud di Gaza. Il rapporto mostra che gli ordini di evacuazione sono stati usati in modo sistematico per ottenere lo sfollamento delle persone». (Francesca Mannocchi, La Stampa)
Stragi, fame, tabù caduti Sei mesi di guerra che lasceranno il segno. Questi 182 giorni di guerra sono iniziati con il massacro di 1.200 ebrei in poche ore, e sono terminati con un bilancio – drammaticamente provvisorio – di oltre 33mila palestinesi morti, in grandissima parte civili. C’è chi sospetta che il bilancio delle vittime palestinesi sia esagerato, perché elaborato da autorità sanitarie controllate da Hamas. E chi, al contrario, è convinto che sia sottostimato. All’appello mancherebbero almeno 10mila dispersi. Quanti di loro saranno ancora sotto le macerie? Questa brutale guerra mediorientale, piccola se si guarda il fazzoletto di terra su cui si è abbattuta, enorme per i danni inflitti, è stata la guerra di tante “prime volte”. È la prima volta che i servizi israeliani di intelligence, famosi in tutto il mondo per la loro efficienza, e il Governo, si sono lasciati cogliere di sorpresa, mostrandosi del tutto impreparati. Neanche durante l’attacco della Guerra dello Yom Kippur (1973) il fallimento fu così totale. È la prima volta in Medio Oriente, almeno dalla Guerra del 1948, che vengono uccisi così tanti minori in soli sei mesi. La prima volta che lo spettro della carestia si affaccia su questo piccolo angolo di terra dove ci sarebbe di tutto, e di più, per sfamarsi. A cominciare dai suoi mari pescosi, ermeticamente chiusi da 18 anni dalla marina militare israeliana. La prima volta che a Gaza si muore anche di fame. (Roberto Bongiorni, Il Sole 24 Ore)
«Biden è testardo, insiste sulla sua linea anche se può fallire Jill ha dubbi su Gaza». Foer: si crede il proprio miglior consigliere. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
I sogni di una vita infranti in un baleno. Non riuscirò a vedere la mia Gaza rinascere. Ho perso tutto, la mia casa è distrutta, mio padre è morto quando questa guerra sarà finita potrò solo andar via di qui. (Sami Al-Ajrami, Repubblica)
La resa del vice-Zelensky: “Non abbiamo consenso”. Andrij Yermak, capo dell’Ufficio del presidente dell’Ucraina e braccio destro di Zelensky, ha concesso una lunga intervista alla testata Politico riguardo l’attuale situazione nel paese. “Zelensky non ha l’appoggio degli ucraini per una nuova grande mobilitazione, è il presidente del popolo e ha bisogno di sostegno”, ha dichiarato. “Gli ucraini possono essere stanchi, dopo due anni, ma se chiedi loro di scendere a compromessi con la Russia ti diranno di no” e aggiunge “il fatto che decidano di rimanere qui con le loro famiglie dimostra quanto il morale sia ancora alto”. Yermak conferma una certa stanchezza della popolazione, plausibile se si pensi che nei due anni in cui gli ucraini hanno dato veramente tutto non hanno portato a casa i risultati che erano stati promessi dal governo e dagli alleati. Se poi analizziamo la stretta attualità, possiamo dire di essere in un momento di preoccupante attesa, in cui ci si aspetta solo di provare a contrastare le prossime mosse del nemico con munizioni che arriveranno se passa il pacchetto Usa. (Alessandro Parente, Il Fatto Quotidiano)
Tra bombe guidate e lanciarazzi, a Chasiv Yar assediata dai russi la resistenza ucraina vacilla. La prima irruzione delle truppe russe nella cittadina del Donbass respinta dai soldati di Kiev. Ma i militari di Mosca sono ormai a 800 metri dal centro. Nell’offensiva utilizzati anche ordigni al fosforo. (Daniele Raineri, Repubblica)
Slovacchia, vince Pellegrini. Delusione per gli europeisti. Presidenziali, il candidato del premier filo russo sconfigge Korcok al ballottaggio. (Matteo Castellucci, Corriere della Sera)
Indagini, arresti e dispetti. Il gigante India alle elezioni (ma la democrazia trema). Nessun colpo basso è escluso tra il premier Modi e gli altri candidati. (Alessandra Muglia, Corriere della Sera)
Lo show del Sole nero fa impazzire l’America. Turisti e prezzi alle stelle, l’eclissi vale un miliardo. Il fenomeno visibile domani dal Pacifico all’Atlantico. L’oscurità totale durerà 4 minuti con crollo delle temperature e un tramonto a 360 gradi. A ruba da mesi le case di Airbnb lungo l’arco del fenomeno, con contorno di occhialini, menu e gadget a tema. (Anna Lombardi, Repubblica)
L’omaggio dei lettori per festeggiare il secolo di Scalfari. All’auditorium Parco della Musica di Roma in migliaia per ricordare il fondatore di Repubblica che ieri avrebbe compiuto cento anni “Inventò un nuovo modo di fare giornalismo e spiegare il mondo”. (Lara Crinò, Repubblica)
Fabiano Fabiani: «Organizzai io l’incontro Scalfari- Montanelli. A casa di Fanfani in vestaglia (e in sauna con Tito Stagno)». Il giornalista e dirigente Rai: «Berlusconi faceva una gag in cui picchiavo i bambini. Il ‘68 mi stava sulle palle». (Aldo Cazzullo e Tommaso Labate, Corriere della Sera)
Repubblica intervista Biagio Antonacci: “Ero un geometra timido, grazie a un tassista ho capito di avercela fatta. A mio padre non sono riuscito a dire ‘ti voglio bene’”.
Il Corriere intervista Alfonso Signorini: «Le svolte della mia vita? Sfidare un tapis roulant e scoprire di essere gay». Il giornalista compie 60 anni. «Il miglior consiglio me lo diede Mastroianni».
Gli Anniversari
0529, annunciato il compimento del Codice Giustinianeo
1167, giuramento di Pontida contro il Barbarossa
1300, Dante inizia il viaggio nella selva oscura
1348, fondata l’Università di Praga
1805, Beethoven dirige per la prima volta l’Eroica
1820, Simon Bolivar inizia la liberazione dell’Ecuador
1837, Andersen pubblica La Sirenetta
1875, NY: prima scuola per figli di emigrati italiani
1906, eruzione del Vesuvio devasta Napoli
1920, eccidio di Piazza Grande: fuoco sui lavoratori
1923, primo intervento su un tumore al cervello
1926, attentato a Mussolini
1927, prima trasmissione televisiva tra NY e Washington
1933, Hitler promulga la prima legge antisemita
1934, Gandhi sospende la disubbidienza civile
1939, le truppe italiane invadono l’Albania
1947, muore a Detroit Henry Ford
1948, in funzione l’Oms
1956, la Spagna rinuncia al Marocco
1963, la Jugoslavia è repubblica socialista
1968, Formula 1: Jim Clark muore in incidente
1973, vaiolo: allarme a Londra
1978, Carter rinvia il progetto sulla bomba atomica
1979, Br: arrestati Piperno, Negri e Scalzone
1983, Egitto: ritrovato il più antico scheletro umano
1985, Prince annuncia il ritiro dai concerti
1993, Curcio esce di galera in semi libertà
2004, ritrovato l’aereo di de Saint-Exupéry
2009, condannato a 25 anni Alberto Fujimori
2017, camion travolge folla a Stoccolma: 5 morti
Nati oggi
1771, Fra Diavolo
1789, Alberto La Marmora
1915, Billie Holiday
1939, Francis Ford Coppola
1940, Giancarlo Perna
1944, Gerard Schroeder
1954, Ezio Greggio
1961, Daniela Santanchè e Roberto Perotti
1964, Alfonso Signorini e Russell Crowe
1967, Beda Romano
1969, Sal da Vinci
1970, Marco Bentivogli
1972, Gianluca Grignani
Si festeggia San Giovanni Battista
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