“Eravamo insieme, tutto il resto l’ho scordato” (Walt Whitman)
La decisione della Bce di tagliare i tassi dello 0,25 per cento si prende quasi tutti i titoli principali delle prime pagine, non soltanto le aperture di Financial Times e Sole 24 Ore. E’ il primo ribasso dal 2019, ma lascia con l’amaro in bocca i commentatori. Donato Masciandaro sul Sole è il critico più deciso della Lagarde: “decisione contraddittoria, inutile, forse dannosa, perchè si riducono i tassi mentre l’inflazione aumenta di più rispetto alle previsioni. E la Bce non dà nessuna spiegazione, fa il galleggiante, non la bussola”. Sulla stessa linea Osvaldo De Paolini sul Giornale e, con maggiore prudenza, Angelo De Mattia sul Messaggero. Dalle banche nessun commento, salvo quello (ugualmente negativo) di Corrado Passera, ma è prevedibile che esse abbiamo influenzato i commenti.
Va in onda su tutte le tv e anche sui giornali (ai quali tuttavia i leader non danno grande importanza preferendo in molti casi inviare risposte scritte alle interviste) la fine della campagna elettorale. La sfilata dei leader su tg e talk show televisivi per chi si è trovata a vederla non è stato uno spettacolo utile, anzi spesso era irritante: toni eccessivi, slogan e nessun riferimento alle cose da fare in Europa. Soltanto polemiche italo-italiane in cui si è distinto Conte per aggressività e sprezzo dei fatti. La premier ha avuto un trattamento di riguardo anche da Mentana, cosa che ha provocato un attacco da parte di Travaglio nel fondo del Fatto di oggi. Gruber, sempre su La7 invece ha beatificato Conte. Shlein è stata ospitata dappertutto. La Stampa focalizza lo scontro maggioranza- opposizione sulla sanità. Meloni dice di temere l’astensionismo «ma non temo per me» e sostiene di avere «punti in comune con Le Pen». Antonio Tajani chiude la campagna elettorale di Forza Italia con una festa grande a Napoli tra canti e balli. A Roma Matteo Salvini celebra Vannacci. Per Elly Schlein il Pd ha «riacquistato un’identità». Giuseppe Conte da Mentana attacca Meloni: «Studi e smetta di dire bugie». Renzi e Bonino invocano Churchill.
Finalmente domenica si vota, 788 candidati per 76 posti, con l’astensione che potrebbe raggiungere il record storico.
Notizia appena arrivata: alle europee in Olanda, Timmermans è avanti su Wilders. Stando ai primi exit-poll, il Partito della Libertà del secondo ha perso consensi. La lista più votata sarebbe quella di Frans Timmermans, creata dalla fusione di ecologisti e laburisti. Non è una buona notizia per le politiche industriali europee, piegate proprio da Timmermans come commissario all’Ambiente ad un ecologismo ideologico che ha danneggiato fortemente la filiere dell’automotive e messo in discussione quella del packaging. Entrambe avevano già investito molto sulla tutela ambientale.
Le celebrazioni del D Day in Normandia hanno l’occhio rivolto all’Ucraina, test per l’Occidente. “Kiev, la nostra Normandia”, ha dovuto titolare realisticamente su tutta la prima pagina Repubblica, che tutti i giorni è a capo dell’opposizione al governo Meloni.
La foto più significativa delle celebrazioni in Normandia è quella del presidente americano Joe Biden che saluta paternamente il presidente ucraino Zelensky riconoscente e fiducioso, e del presidente francese Macron che contemporaneamente ne saluta la moglie. Apparentemente defilato, rispetto a questa e ad altre immagini delle celebrazioni in Normandia, Sergio Mattarella. Ma sul piano politico Mattarella è stato ed è in Europa fra i sostenitori più tempestivi e convinti dell’Ucraina. Ancora nelle celebrazioni fresche di stampa dei 78 anni della Repubblica il presidente ha omesso di invitare al Quirinale la rappresentanza diplomatica della Russia.
Secondo La Stampa “mentre regioni, medici e associazioni dei malati si dividono nel giudicare il decreto legge sulle liste di attesa, a una più attenta lettura della versione finale del provvedimento si scopre che per applicare le misure previste nei sette articoli serviranno altrettanti decreti attuativi. A cominciare da quello che dovrà mettere le gambe alla Piattaforma nazionale delle liste di attesa, che servirà a monitorare il fenomeno per intervenire dove c’è bisogno. Un altro provvedimento occorrerà per far confluire nei Cup tutte le agende di prenotazione del pubblico e del privato. Ma ulteriori decreti serviranno anche per definire i piani triennali dei fabbisogni di personale, che superato il prossimo anno il tetto di spesa, dovranno indirizzare le assunzioni li dove effettivamente c’è bisogno. Un provvedimento servirà per definire il Piano di azione che dovrà potenziare i servizi socio sanitari e i dipartimenti di salute mentale. Mentre per vedere applicato il cuore del Piano Schillaci bisognerà, come per il resto, attendere altri 60 giorni, quelli indicati per la stipula del protocollo d’intesa Stato-Regioni che dovrà regolamentare la norma “salta-coda”, che consente al cittadino di andare dal privato pagando solo il ticket quando il Cup non riesce ad erogare la prestazioni entro i tempi massimi previsti per legge”.
JGenius, azienda dell’italo albanese Uljan Sharka, annuncia il primo modello di intelligenza artificiale costruito su misura dell’Italia, della sua economia e della sua cultura.
Fortis racconta sul Sole le caratteristiche dell’export italiano che guadagna posizioni e batte anche gli smart phones cinesi.
La Fondazione Crt vuole battere sul tempo l’Economia e prova ad eleggere Poggi alla presidenza. Ma c’è anche un’indagine della Procura di Roma.
Il tennis italiano va in finale donne al Roland Garros con Paolini e in finale di doppio maschile. Se oggi Sinner batte Alcaraz in semifinale un predominio totale del tennis italiano mai visto prima.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Svolta Bce, taglia i tassi «Sarà un percorso lungo». Scendono al 4,25%. Lagarde: inflazione dimezzata. Giorgetti: era ora. (Giuliana Ferraino, Corriere della Sera) La tela di Lagarde per difendere l’euro e i prezzi (ma anche l’Italia). Così la Bce ha ancorato il debito di Roma. (Federico Fubini, Corriere della Sera)
Mutui, rate giù fino a 40 euro al mese Cala il rendimento dei titoli di Stato. Il taglio deciso ieri dalla Banca centrale europea è il primo dopo il ciclo di rialzi cominciato nel luglio 2022 che aveva portato i saggi su livelli record. Con tassi così elevati le rate dei mutui erano diventate più salate e l’erogazione di prestiti da parte delle banche si era ridotta. La mossa di ieri, che ormai era data per scontata, avrà effetti in particolare sulle rate dei mutui delle famiglie ma anche sugli affitti, sui prestiti per le imprese e quindi sull’economia in generale. Anche il debito italiano beneficerà del processo in corso e i mercati orienteranno le loro preferenze sulla scia della Bce: è possibile un taglio cumulativo di 20 miliardi sulla spesa complessiva per gli interessi su Bot e Btp negli anni 2024, 2025 e 2026.Secondo i calcoli dell’associazione di consumatori Codacons su un mutuo a 20 anni compreso tra i 100 mila e i 200 mila euro, il risparmio sulla rata varierà tra i 13 e i 27 euro. (Sandra Riccio, La Stampa)
Bini Smaghi: “Se i prezzi frenano altri due ribassi dei tassi Bce entro fine 2024”. L’ex membro del board della Banca centrale europea: “Aspettare per avere più dati è corretto ma se si aspetta troppo si rischia una restrizione eccessiva”. (Eugenio Occorsio, Repubblica)
Francesco Giavazzi sul Corriere: Embrioni di politiche comuni. La Bce, per la prima volta in quasi cinque anni, ha abbassato i tassi di interesse nell’eurozona. Decisione ampiamente prevista, ma non ovvia. Le riforme necessarie in Europa.
Walter Galbiati su Repubblica: Bce, quando i tassi non bastano. Prendere a prestito denaro ad aprile costava mediamente in Europa il 5,2 per cento e accendere un mutuo il 3,8 per cento. Troppo per lanciarsi in avventure finanziarie o anche in progetti di crescita. Da qui il calo che ha colpito in modo diverso ogni Paese.
La decisione di Lagarde e della Bce di tagliare i tassi è arrivata alla fine di una campagna elettorale più che mai confusa ed è venuta a ricordare che sono le autorità economiche a compiere gli interventi più significativi, in grado di modificare in poche ore le tendenze congiunturali di un intero continente. Altrove – vedi Francia e Germania – le settimane di propaganda sono state per lo più imperniate sulla guerra in Ucraina e sui rischi che il conflitto degeneri oltre ogni possibile previsione, con la necessità di un maggiore coinvolgimento dei Paesi (e dei soldati) della Nato. (Marcello Sorgi, La Stampa)
«Non giratevi dall’altra parte». L’appello di Meloni agli indecisi «Utilizzerò ogni croce su FdI, a me serve essere forte». (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Meloni ora teme il fattore astensione: “Mi servono i voti per essere forte”. La premier da Vespa: “Sarà un referendum, le Europee sono strane ma non sono preoccupata per me”. Il fuorionda: “folli” le nuove regole sulla par condicio. (Lorenzo De Cicco, Corriere della Sera)
Meloni e il timore dell’astensione. Appello al voto della premier. Il timore è evidentemente l’astensionismo, con tutti gli istituti di rilevazione che sono concordi nel dire che domani e domenica l’affluenza sarà più bassa del già non eccelso 54,5% delle Europee 2019. Una circostanza, questo è il timore che aleggia a via della Scrofa, che potrebbe penalizzare proprio Fratelli d’Italia. Così, non stupisce che ieri Giorgia Meloni abbia deciso di lanciare una sorta di appello. (Adalberto Signore, Il Giornale)
“I cittadini vadano a votare, non si voltino dall’altra parte”. La chiamata alle urne finale di Giorgia Meloni nello studio di Bruno Vespa racconta molto dei timori della premier alla vigilia delle Europee. Anche per questo la presidente del Consiglio ha deciso di blindarsi, scegliendo due salotti “comodi” e solitari nelle ultime due sere: mercoledì in studio al Tg La7, ieri a Cinque Minuti e poi a Porta a Porta. A costo di disertare l’appuntamento di stasera da Enrico Mentana nella serata dedicata a tutti i leader principali, che dovranno dividersi lo spazio a giornali chiusi mentre la premier, sulla stessa rete, ha potuto contare su 20 minuti di intervista durante il telegiornale. (Lorenzo Giarelli e Giacomo Salvini, Il Fatto Quotidiano)
L’intervista a Matteo Salvini. «Un voto in più delle Politiche e Vannacci sarà sul podio». Il vicepremier: il generale fra i tre con più preferenze in tutta Italia. Noi contro ogni ipotesi di conflitto. Trump? Riporterà la pace. Sono sorpreso da alcune posizioni di FI che in Europa ha spesso votato con gli eco-estremisti. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
Tajani avverte gli alleati: “Un governo Ue va fatto. Se serve, con i socialisti”. In treno a Napoli per l’euforica chiusura FI tra balli, cori e canzonette: “Berlusconi ci guarda, non sono il suo erede. Supereremo la Lega”. (Tommaso Ciriaco, Repubblica)
Schlein attacca sugli alluvionati: dal governo vergognoso ricatto. Un caso la frase di Bignami (FdI): potremmo non dare fondi a chi è
«diretto dal Pd». La leader sprona il partito: ci davano per morti e invece abbiamo riconquistato l’identità. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera) Schlein “Diversi dai 5S ma dopo le Europee dobbiamo costruire l’alternativa insieme”. La segretaria del Pd “Se non si vuole fare il gioco delle destre serve un progetto unitario”. La matematica non è un’opinione e noi non abbiamo presunzione di autosufficienza. Cerchiamo insieme i punti in comune. Negli ultimi giorni di campagna questo governo ha deciso di prendere in giro gli italiani con provvedimenti vuoti. (Giovanna Vitale, Repubblica)
La prima sindaca a Firenze. Oppure il Pd dovrà cedere la roccaforte al centrodestra. Dieci in corsa. La dem Funaro contro Schmidt (e la renziana Saccardi). Il M5S ha il suo candidato. A sinistra c’è anche Cecilia Del Re, ex assessora di Nardella. (Claudio Bozza, Corriere della Sera)
Massimo Franco sul Corriere: Le ansie da sconfitta che dividono gli alleati. La competizione all’interno degli schieramenti acuisce le polemiche e le divergenze soprattutto sulla politica estera.
Le frasi antisemite e le lodi ai neofascisti del portavoce del ministro Lollobrigida: le chat di Paolo Signorelli con l’amico Diabolik. Dagli atti dell’inchiesta sulla morte del narcos emergono gli scambi su WhatsApp: “Mortacci loro e degli ebrei. Che ha detto quel porco di Gad Lerner?”. (Giuseppe Scarpa, Repubblica)
Social card, 40 euro in più «I fragili nostra priorità». Le opposizioni all’attacco «Elemosina elettorale». Meloni la rivendica sui social. Per il 2024 1,3 milioni di tessere. Vale 500 euro. Andrà alle famiglie di almeno 3 persone con Isee fino a 15 mila euro. (Enrico Marro, Corriere della Sera)
Social card, 150 milioni in più per altre 130mila famiglie. Rafforzata ed estesa la social card “Dedicata a te”. La misura introdotta lo scorso anno in via sperimentale dal Governo e gestita dai ministeri dell’Agricoltura, dell’Economia, delle Imprese e Made in Italy e dal ministero del Lavoro e Politiche sociali (con il coinvolgimento di Poste Italiane, Inps, Anci e ai Comuni) nel suo primo anno di applicazione ha dato ottimi risultati e per questo è stata rafforzata nella dotazione finanziaria che passa dai 520 milioni del 2023 ai 676 del 2024 portando il budget del biennio a sfiorare quota 1,2 miliardi. L’incremento della dotazione finanziaria porta con sé due conseguenze: crescerà il numero di nuclei familiari coinvolti che passeranno da 1,2 milioni a 1,33 e aumenterà il valore medio della carta che passerà da 459 euro a 500 (+8,9%). (Giorgio Dell’Orefice, Il Sole 24 Ore)
Guido Crosetto: «Sbaglia chi parla di armi usate per colpire la Russia. In Italia su questioni serie c’è troppa superficialità». Il ministro: informazioni secretate, ma Conte e Salvini le sanno. Noi di FdI probabilmente saremo quelli che pagheranno un po’ di più il peso del governo. Dire che io nascondo la verità è una menzogna Lega e M5S hanno i loro rappresentanti al Copasir. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)
Se vuole salvare tutti i «povericristi» immigrati in Europa, Riccardo Magi dovrà viaggiare parecchio. Al di là dei centri che l’Italia dovrebbe aprire in Albania ad agosto, l’idea di delocalizzare o rimpatriare i clandestini piace anche a sinistra. Persino i laburisti inglesi, benché rigettino il piano di Rishi Sunak per i trasferimenti in Ruanda, promettono di bloccare i barchini che attraversano la Manica. Intanto, Joe Biden ha annunciato una stretta alla frontiera con il Messico. E adesso la Germania del socialdemocratico Olaf Scholz, atterrita dagli ultimi episodi di violenza per mano di irregolari, si prepara a un giro di vite. Ieri, il cancelliere ha dovuto riferire al Bundestag, dopo il fattaccio di Mannheim. Venerdì scorso, un venticinquenne afgano ha accoltellato a morte un poliziotto di 29 anni, durante un attacco ai gazebo del gruppo Pax Europa, organizzazione che si batte contro il radicalismo islamico.
Nell’attentato, sono rimasti feriti anche il blogger di destra Michael Stuerzberger e altre quattro persone. Che l’atmosfera sia plumbea lo si è visto due giorni fa: sempre nella stessa città, è stato aggredito con un’arma bianca Heinrich Koch, candidato di Alternative für Deutschland. (Alessandro Rico, La Verità)
Il cancelliere socialista Olaf Scholz li espelle verso Paesi non sicuri, il suo omologo spagnolo ha rispedito in Marocco pure centinaia di minori non accompagnati, il democratico Joe Biden respinge i richiedenti asilo. Solo qui i dem frignano per gli accordi con l’Albania. C’è una sinistra che mi piace e non è quella italiana. Sì, la sinistra che apprezzo non è guidata da Elly Schlein, ma da Olaf Scholz, il cancelliere tedesco. Ma se volete anche da Pedro Sánchez e quasi quasi pure da Joe Biden. Credete che sia impazzito? Niente affatto. Il problema è che dopo aver sentito gli ultimi discorsi della segretaria del Pd, mi rendo conto che il punto di vista della leader della sinistra sul tema dei migranti non soltanto è distaccato dalla realtà, ma confligge con la linea di premier e presidenti che pure si professano come Schlein democratici. (Maurizio Belpietro, La Verità)
“No ai B&B nei negozi”. Scontro Forza Italia-Lega sul “Salva- casa”. Il leader degli azzurri Antonio Tajani contesta il cambio di destinazione d’uso per i locali al piano terra: “Disfunzione da correggere”. Ma il Carroccio ribatte: “FI dovrebbe apprezzare una boccata di libertà”. (Giuseppe Colombo, Repubblica)
La puntualità nei pagamenti? Sondrio prima, Trapani ultima. Lo studio Cribis 2024. L’ad Presti: i ritardi rallentano gli investimenti. In Lombardia il 50,4% di transazioni avviene a scadenza e solo il 6,3% con ritardi gravi. Nel primo trimestre di quest’anno i tempi medi di pagamento sono di 70 giorni. (Alessandra Puato, Corriere della Sera)
Antonio Scurati su Repubblica: “Perché Matteotti è stato ucciso tante volte”. Il 10 giugno di cento anni fa, il leader socialista fu massacrato dai fascisti. Ma, prima ancora, il suo omicidio iniziò a consumarsi nella calunnia e nell’isolamento che spensero una voce libera. L’antifascismo a dispetto del suo prefisso, è innanzitutto a favore, è per qualcosa, prima di essere contro; è per la democrazia.
Elisabetta Franchi: “La condanna è una gogna imbarazzante. Io tifo sempre per le donne”. L’imprenditrice si difende dopo la condanna per le dichiarazioni a un convegno, in cui aveva spiegato che nei posti apicali è meglio mettere le donne dopo i 40 anni, perché già sposate e con figli. “Per me parla la mia storia e i fatti: il 78 per cento dei miei dipendenti è donna”. (Alessandra Paolini, Repubblica)
Besseghini: “Rischiamo ancora, Europa investa su gas”. Parla il presidente dell’Arera: “Le reti che passano per il Mediterraneo sono fondamentali per la sicurezza energetica della Ue. Portare l’idrogeno verde dall’Africa? Prima bisogna risolvere il problema della siccità”. (Luca Pagni, Repubblica)
Gli altri temi del giorno
Scuola Onu colpita, scontro sul raid. L’allarme del governo Usa per il Libano. «Donne e bambini tra i 40 morti». La replica: «Solo miliziani». Ucciso un soldato italo-israeliano. (Marta Serafini, Corriere della Sera)
Strage alla scuola. Nel raid aereo israeliano notturno, tra il 5 e il 6 giugno, sono state colpite tre aule, al secondo e terzo piano, dell’istituto scolastico del campo profughi di Nuseirat, nell’area centrale della Striscia di Gaza. Le autorità di Hamas hanno comunicato l’uccisione di «27 persone tra i rifugiati all’interno della struttura». Fonti mediche dell’ospedale dove sono stati portati i morti e i feriti hanno alzato il bilancio fino a «40 vittime». Un portavoce di Hamas ha dichiarato alla Cnn che a essere rimasti senza vita erano «almeno 45 persone», tra cui 14 bambini e 9 donne. Nelle aule scolastiche che Tsahal ha dichiarato di aver preso di mira in modo preciso «era integrato un complesso di Hamas». (Fabiana Magrì, La Stampa)
A che punto è la tregua? Dopo otto mesi di conflitto e migliaia di morti, le parti non riescono a trovare un’intesa. Manca la fiducia e i leader di Hamas e Israele hanno più problemi che soluzioni. Nessuno tuttavia ha ancora detto un chiaro no alla fine delle ostilità. (Francesco Battistini, Corriere della Sera)
Corte Aja, lascia il giudice israeliano Barak. Aharon Barak, il giurista scelto da Benjamin Netanyahu per difendere Israele all’Aja, si è dimesso ieri dal suo ruolo di giudice nella Corte internazionale di giustizia che sta valutando l’accusa di genocidio del popolo palestinese presentata dal Sudafrica contro lo Stato ebraico. In una lettera di dimissioni diffusa ieri, Barak, 87 anni, ha motivato la sua decisione con «ragioni personali legate alla famiglia», e ha ringraziato «per la fiducia» riposta in lui. Il premier israeliano dovrà ora nominare un altro giudice per la delicatissima posizione all’Aja, ma Israele sta valutando la situazione e potrebbe anche scegliere di non nominare alcun suo rappresentante per manifestare il suo dissenso nei confronti delle sentenze della Corte dell’Onu. (Il Sole 24 Ore)
Lo slalom del G7 fra Trump e Orbán per finanziare Kiev con i fondi russi. Si pensa a un prestito fino a oltre 60 miliardi, che poi sarebbe recuperato grazie ai profitti. (Federico Fubini e Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
Il D-Day è anti-Putin. Lui: “No alla guerra contro i Paesi Nato”. Zelensky D-day. Per Macron la presenza del leader ucraino a Omaha Beach, per celebrare l’80° anniversario dello sbarco in Normandia, “dice tutto”: Contro la Russia, ha dichiarato Biden all’emittente Usa Abc, si possono usare armi occidentali, ma “non per colpire Mosca o il Cremlino”. Però nessuna truppa andrà a Kiev, la Nato non ne schiererà: lo ha assicurato di nuovo da Helsinki il segretario Stoltenberg in un incontro con il presidente finlandese Alexander Stubb. Mosca ascolta e Peskov avverte: “Ci spareranno addosso”, è “un atto che non può rimanere senza conseguenze”. Senza specificare quali, il portavoce del presidente russo, ha ribadito ieri di possibili forniture di missili a Paesi terzi, capaci di colpire obiettivi sensibili in Paesi Nato. L’Ovest fa “passi pericolosi”, crea “problemi molto seri”. Putin non era in Francia, ma al Forum di San Pietroburgo. È intervenuto per rispondere alle domande dei giornalisti occidentali: l’ultima volta è accaduto durante il summit del 2021. Quando un reporter gli chiede se vuole fare guerra all’Alleanza Atlantica, il presidente risponde: “Sei fuori di testa? Sei stupido come questo tavolo? È una sciocchezza”. Quando un altro ha posto domande sul nucleare: “Suggerisci l’argomento, poi dirai che stavo sventolando il bastone nucleare”. Poi specifica: l’Ovest è convinto che “la Russia non lo userà mai”, ma esiste la dottrina nucleare, se la sovranità russa è minacciata. (Michela Iaccarino, Il Fatto Quotidiano)
Da Putin nuovi (pen)ultimatum. E le manovre militari ai Caraibi.
«Potremmo fare ricorso a una guerra asimmetrica minaccia ora Putin -, inviare armi ai nemici dei Paesi occidentali che armano Kiev». Sarebbe interessante sapere quali armi, visto che per rimpolpare i suoi arsenali che riversa sull’Ucraina il Cremlino è già da tempo costretto a importare missili, droni e munizioni da regimi- canaglia come Iran e Corea del Nord senza dimenticare le forniture sottobanco dalla Cina. Ma Putin è fatto così, confida nella nostra pavidità, nella creduloneria superficiale di presunti analisti, nella disinformata distrazione delle opinioni pubbliche. Così, per restare in tema di postura di guerra totale all’Occidente, eccolo annunciare imminenti manovre navali russe nei Caraibi: un’abbaiata alle porte degli Stati Uniti, dove potrà contare sul «prezioso sostegno» di potenze marittime del livello di Venezuela, Nicaragua e Cuba. (Roberto Fabbri, Il Giornale)
Corrieri russi con 9.999 euro in contanti, così Mosca compra le elezioni moldave. Il Cremlino ha trovato un metodo legale per aggirare il tetto di denaro e finanziare la campagna di disinformazione con flussi milionari. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)
Enrico Franceschini su Repubblica: Ogni generazione ha il suo D- Day. Nell’ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia. “La lotta per liberare l’Ucraina riecheggia la battaglia per la libertà sulle spiagge del 6 giugno 1944”, ha detto Joe Biden.
Corrado Augias su Repubblica: La grande fabbrica del D-Day. La preparazione dello sbarco in Normandia di ottant’anni fa fu un’impresa logistica paragonabile al passaggio delle Alpi di Annibale.
Violenta in auto una studentessa. Era stato in cella 6 anni per stupro. Roma, anche l’aggressione del 2015 fu l’8 maggio: ipotesi serialità. Il gip gli dà i domiciliari. (Rinaldo Frignani, Corriere della Sera)
La scelta di Chiara Ferragni, la madre entra nella gestione. I poteri di Marina Di Guardo formalizzati da un notaio. L’ingresso nella holding Sisterhood. (Mario Gerevini, Corriere della Sera)
Il manoscritto sparito e la trappola del cardinale. Un arresto in Vaticano. Un ex dipendente voleva rivenderlo. I timori della famiglia. (Fabrizio Caccia, Corriere della Sera)
Il Corriere intervista Michelangelo Pistoletto: esposi con Warhol ma con lui non andavo d’accordo. Io senatore a vita? Non ho tempo.
Repubblica intervista Riccardo Muti “Basta con gli acuti sguaiati. L’Opera non è intrattenimento ma parte della nostra civiltà”.
All’Arena di Verona serata evento per celebrare il canto lirico in diretta su Rai 1.
Gli Anniversari
431, Teodosio II apre il Concilio di Efeso
1099, prima Crociata: assediata Gerusalemme
1340, fondata la città di Rotterdam
1640, Catalogna: via alla rivolta per l’indipendenza
1654, Luigi XIV incoronato re di Francia
1855, muore sul Mar Nero Alessandro La Marmora
1862, Usa e Regno Unito chiudono con la schiavitù
1905, la Norvegia rompe l’unione con la Svezia
1914, prima nave attraversa il Canale di Panama
1926, Antoni Gaudì investito da un tram
1929, nasce lo Stato sovrano del Vaticano
1954, muore Wilmslow Alan Turing
1965, la Sony inventa il primo videoregistratore
1968, contestazione: occupato il Corriere della Sera
1973, il rapito Panattoni restituito alla famigli
1978, Paolo VI esorta i cattolici contro l’aborto
1981, Israele distrugge centrale elettrica in Iraq
1981, San Benedetto: rogo allo stadio Ballarin
1984, Enrico Berlinguer: emorragia cerebrale
1993, Prince diventa semplicemente The Artist
1996, muore a Los Angeles Max Factor Jr
2001, Tony Blair vince le elezioni
2006, un raid aereo Usa uccide al-Zarqawi
2008, muore a Roma Dino Risi
Nati oggi
1848, Paul Gauguin
1917, Dean Martin
1927, Enzo Bettiza
1933, Raul Gardini
1936, Pippo Baudo
1942, Mu’ammar Gheddafi e Angelo Provasoli
1945, Enrico Montesano
1956, Carlo Perrone
1958, Prince
Si festeggiano San Roberto e San Candido
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