La nota del 7 marzo

“Buona parte del giornalismo rock è gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare per gente che non sa leggere” (Frank Zappa)

C’è un mercato delle informazioni riservate, e quello emerso con gli accessi abusivi alle banche dati delle forze dell’ordine e della stessa Banca d’Italia è solo la punta dell’iceberg poichè Striano e Laudati non potevano aver agito da soli ma all’interno di un sistema di reciproche protezioni e ricatti. E’ questo il senso, con parole nostre, dell’audizione fiume di Giovanni Melillo, capo della Procura antimafia dove operavano i due di cui sopra, al Copasir (dove tra l’altro siede perchè eletto con i grillini Federico Cafiero De Raho, predecessore di Melillo negli anni in cui gli accessi abusivi si moltiplicavano). E come si può risalire al “sistema”? Un indizio molto indiretto ma significativo lo si trova nel modo in cui i giornali si occupano o non si occupano in prima pagina della vicenda: i giornali di destra, seguiti di buon grado dal Messaggero, cavalcano le parole di Melillo. Repubblica, Stampa, Fatto e Corriere mettono un titolo ad una colonna o pochissimo più. Per giustificare la scelta di non dilatare lo scandalo italiano del giorno primi tre vanno ciascuno per conto proprio sulle notizie che arrivano dall’estero: la “valanga Trump” in Usa, Zelensky che “sfugge alla morte” poichè un missile russo viene lanciato a Odessa vicino al corteo del presidente ucraino e del premier greco, il “Mar Rosso di sangue” perchè un missile Houthi ha colpito un mercantile battente bandiera ateniese facendo due morti e decine di feriti. Il quarto, il Fatto, resta sulle faide elettorali abruzzesi e titola che Salvini e Sangiuliano “inguaiano” la destra perchè il primo annaspa fortemente e non ha più appeal voti, il secondo riduce fortemente le aree edificabili che la giunta Marsilio aveva varato in un parco pubblico.

La divaricazione questa volta non passa soltanto tra i giornali che sostengono il governo e quelli che al governo sono ostili, ma passa anche e soprattutto tra i giornali che più degli altri hanno beneficiato della pesca a strascico dei dati sensibili (modo molto comodo per poi definire il tutto “giornalismo investigativo”) e quelli che ne hanno fatto a meno o non sono stati in grado di attivarla. Libero ovviamente titola “Dossier in vendita per colpire il governo”, Il Giornale aggiunge che “l’Antimafia non serve più ma intanto agisce sopra le leggi”.

La Verità fa sapere che a Perugia c’è un altro “caso dossier che ha operato per anni e che ruotava intorno ad un cancelliere della Procura e che poteva contare su numerosi giornalisti importanti, pm e investigatori”. Deboli, interessati e ipocriti i commenti di Travaglio sul Fatto, Lirio Abbate e Bonini su Repubblica, più concreti Vittorio Feltri sul Giornale, che ricorda alcuni episodi simbolo che lo hanno visto protagonista a cominciare dallo scandalo della casa di Montecarlo che decretò la fine politica di Gianfranco Fini, e Maurizio Belpietro su La Verità.

Poi, effettivamente, le notizie che arrivano dai fronti di guerra sono sempre più preoccupanti e non sono certo soltanto l’alibi per non insistere in prima pagina sullo scandalo degli “spioni”. Il missile di Putin a ridosso (tra 200 e 100 metri) del corteo di macchine che trasportava i capi dei governi di Kjiv e Atene è un avvertimento all’Europa e alla Nato, poichè ovviamente quel missile era perfettamente in grado di raggiungere il bersaglio. E greco era anche il mercantile ora alla deriva nel Mar Rosso raggiunto dai colpi degli Houthi, cosa che fa dubitare dell’utilità delle navi militari europee sè queste possono solo difendere se stesse e non attaccare le basi dei miliziani come fanno americani ed inglesi. Olena Zelensky e Giulia Navalny, che non si amano, rifiutano l’invito della moglie di Biden a presenziare a Washington al discorso del marito sullo stato dell’Unione. Il Fatto fa sapere che Coldiretti è,contraria all’ingresso dell’Ucraina nella Ue poichè in tal caso l’Italia avrebbe un miliardo e mezzo di aiuti Pac in meno all’anno.

Poi c’è Trump e la grande incognita delle sue scelte nei confronti di Putin e dell’Europa. Repubblica gli dedica l’apertura anche per fare l’ennesimo dispetto a Meloni ricordando che lei “è passata dagli abbracci a Bannon a quelli con Biden” mentre Salvini, manco a dirlo, si schiera subito con il candidato repubblicano. L’ambasciatrice Halley si ritira dalla corsa e, per il momento, non si schiera con Trump.

Molto giustamente Aldo Cazzullo sul Corriere critica la Francia per aver tolto la croce della cupola degli Invalides dal manifesto che pubblicizza le Olimpiadi, l’ennesima rinuncia dell’Europa alle sue radici cristiane. Gli islamici ringraziano.

Luca Tarantelli, Rosy Bindi e la ministra Bernini scendono in campo contro Di Cesare, la docente della Sapienza che ieri aveva solidarizzato con la brigatista rossa Barbara Balzarani, sulla quale si spera decida al più presto il Consiglio di facoltà: una cosa è insegnare politica, altra è indottrinare gli studenti.

A sorpresa Avvenire titola “Il Sud chiama”, e ripropone le critiche dei Vescovi all’autonomia differenziata. Nessun a,tri lo sta facendo.

Nonostante le turbolenze internazionali, le Borse vanno molto bene, forse perchè vogliono mettere fieno in cascina in previsione di tempi peggiori, e trovano grande spazio sulla prima pagina del Sole. Anche la Cina, assicura il quotidiano rosa, sta andando meglio del previsto.

Tappa importante in Veneto per i candidati a Confindustria. Lo sottolinea il Giornale, spiegando che se Gozzi non trova lì i voti assembleari che gli mancano o gli mancherebbero per essere ammesso al voto finale, resta escluso dalla corsa (dove Emanuele Orsini viene dato sempre in vantaggio su Garrone).

Confermata la presenza di Roberta Figari come presidente nella lista del Cda Telecom che conferma Pietro Labriola amministratore delegato.

Nello scontro interno alla maggioranza per designare i direttori generali di Inps e Inail cerca di inserirsi Renzi reclamando spazio per Italia Viva a spese del Pd. Lo scrive Domani.

Il Fatto documenta che Sangiuliano ha aumentato a 60 i direttori dei Musei con tanto di qualifica importante e di stipendi. Nel 2016 Franceschini ne aveva nominato solo 20 nei maggiori musei.

Leclerc si fa intervistare dal Corriere per dirsi fiducioso sulla rincorsa Ferrari alla Red Bull. L’Atalanta avrebbe potuto vincere in casa dello Sporting Lisbona, invece pareggia dopo aver preso tre pali. Stasera in campo Roma, Milan e Fiorentina.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Caso dossier, la denuncia di Melillo «Striano non ha agito da solo». Il procuratore nazionale Antimafia: fatti molto gravi, ma non va delegittimata la Dna. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)

Dossieraggio, i servitori infedeli dello Stato e la responsabilità dei giornalisti. Abbiamo il dovere di dare le notizie utili all’opinione pubblica per sapere e capire ma abbiamo anche il dovere di sapere da dove arrivano. (Lirio Abbate, Repubblica)

La convinzione che il finanziere Pasquale Striano non abbia agito da solo. L’esistenza di indagini analoghe in altre procure. E poi il solco netto tracciato rispetto al suo predecessore Federico Cafiero De Raho oggi deputato M5S che per questo viene prontamente attaccato da renziani e centrodestra che paragonano il suo vecchio ufficio a un “colabrodo”. “Ciò che è avvenuto oggi non sarebbe più possibile. O, se ancora possibile, non sfuggirebbe ai controlli”, dice Melillo rivendicando la riorganizzazione dell’ufficio. Ci sono tutti questi ingredienti nell’audizione di fronte alla commissione parlamentare Antimafia del Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo che, a proposito dell’inchiesta della Procura di Roma e poi di Perugia che ha portato all’iscrizione di Striano (all’epoca finanziere a capo del gruppo Sos della Pna) e di Antonio Laudati (in quel momento procuratore aggiunto della stessa struttura) con l’accusa di accesso abusivo alle banche dati delle Segnalazioni di operazioni sospette (Sos) e non solo, ha esordito così: “È una situazione estremamente grave”. Specifica che gli accessi abusivi contestati a Striano (circa 800 con molti target politici, ma anche personaggi dello sport e dello spettacolo) hanno “caratteristiche che difficilmente paiono riconducibili a iniziative individuali”. (Antonio Massari e Ilario Proietti, Il Fatto Quotidiano)

Gravina indagato a Roma per autoriciclaggio. I diritti tv della Lega pro e la caparra sui libri antichi. Il presidente della Figc: io vittima, ho potuto ristabilire la verità. C’è un mercato di informazioni riservate che ha logiche complesse e toccano l’economia, gli apparati statali e gli interessi politici che ruotano attorno alla vita del Paese. Quanto al dossier Gravina parliamo di documenti ricevuti, in maniera incredibilmente inconcepibile, da persone non identificate in un bar nei pressi dell’ufficio. (Fulvio Fiano, Corriere della Sera)

Carlo Bonini su Repubblica: Dossier, il mercato clandestino delle notizie. L’inchiesta di Perugia mette di fronte alla classe politica e dirigente di questo Paese non un “complotto in stile sovietico” ai danni del governo in carica. Ma più semplicemente due drammatiche fragilità della nostra democrazia, il suo fondo limaccioso.

Tutto il centrodestra attendeva le parole di Giovanni Melillo, il magistrato a capo della Procura nazionale antimafia all’interno della quale è esploso lo scandalo dossieraggio. Il governo vuole sapere se «c’è un regista» e «un disegno generale» dietro alle migliaia di informazioni che avrebbe raccolto illegalmente il finanziere Pasquale Striano, alcune delle quali finite sui giornali. E Melillo, parlando di fronte alla commissione parlamentare Antimafia, deve ammettere che i «fatti estremamente gravi» emersi finora «paiono difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale». Ci sono «molti elementi – prosegue quindi Melillo – che confliggono con l’idea di un’azione concepita e organizzata da un singolo ufficiale ipoteticamente infedele». La sensazione che questa sia solo la punta dell’iceberg e che un sistema di persone sia stato in grado di penetrare all’interno della procura Antimafia non è l’unico elemento di preoccupazione. (Federico Capurso, La Stampa)

Così la tenaglia pm-cronisti ha deviato indagini e nomine. Nelle carte di Perugia e Firenze l’intreccio tra alcuni magistrati e giornalisti. Notizie fatte uscire per decidere il vertice della Procura di Roma e condizionare il lavoro di colleghi invisi. Il ruolo di «Corriere» e «Repubblica». Ci sono carte giudiziarie che descrivono meglio di mille editoriali lo stato della giustizia in Italia. O meglio il Sistema che secondo Luca Palamara si sarebbe retto attraverso tante piccole ‘ndrine formate da un procuratore, altri due pm svegli, un investigatore altrettanto rapido, oltre che ammanicato con i servizi segreti, e un paio di giornalisti di testate importanti. Documenti che sono un distillato perfetto di come vadano le cose nei tribunali italiani, ma soprattutto nelle redazioni. Due mondi controllati per decenni dalla sinistra, su felice intuizione gramsciana. Le carte sono quelle contenute in due inchieste parallele, una della Procura di Firenze e una dei pm di Perugia, utili a comprendere quanto sia accaduto nel mondo dei magistrati e dei media circa cinque anni fa, quando venne azzerata la nomina a procuratore di Roma di Marcello Viola, colpevole di non essere nelle grazie delle toghe progressiste e delle loro teste di ponte dentro alle redazioni. Per poterlo azzoppare venne strumentalizzata l’inchiesta su Palamara e le intercettazioni ad essa allegate. (Giacomo Amadori, La Verità)

Rush finale di Schlein in Abruzzo: possiamo fare come in Sardegna. Le tappe forzate della leader (separata dagli alleati). E con Bersani canta Bella Ciao. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Basilicata, il Pd cerca un nuovo nome. Ma c’è il no di Speranza e Lamorgese. I dem convinti che Chiorazzo ritirerà la candidatura. Tra i papabili Bochicchio e Paternò. L’ex ministra: «Il mio un ruolo istituzionale, i partiti non mi hanno mai aiutata». (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Meloni riceve i sindacati di polizia «C’è un clima che mi preoccupa». La premier: su di voi campagna denigratoria. Gli agenti: Daspo per i manifestanti violenti. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

Meloni alle Forze dell’ordine: «Sul G7 clima preoccupante». Il principale timore è sulla gestione dell’ordine pubblico in vista del G7 che si svolgerà in Puglia dal 13 al 15 giugno. Giorgia Meloni lo dice esplicitamente durante l’incontro con i rappresentanti delle Forze dell’ordine svoltosi ieri a Palazzo Chigi su iniziativa della stessa presidente del Consiglio. Una riunione che formalmente aveva al centro i rinnovi contrattuali e l’aumento degli organici per i quali ci sono già a disposizione. «Ci sono ancora alcuni aspetti procedurali da superare ma che presto saranno risolti» è l’assicurazione che arriva dalla premier accompagnata al tavolo dal vice, Antonio Tajani, dal sottosegretario Alfredo Mantovano, dal titolare dell’Interno Matteo Piantedosi e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. (Barbara Fiammeri, Il Sole 24 Ore)

Massimo Franco sul Corriere: Test locali non nazionali ma soltanto per chi perde. Elly Schlein spiega di essere «testardamente unitaria». Evoca un «vento del cambiamento» che dal mar Tirreno e dalla Sardegna lambirebbe l’Abruzzo. E spera in un secondo miracolo elettorale. Pazienza se il capo grillino Giuseppe Conte teorizza un’alleanza caso per caso. E il governatore dem dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, raffredda gli entusiasmi. Guardando ai prossimi appuntamenti in Basilicata, Piemonte e Firenze, in effetti il panorama delle opposizioni è tutt’altro che omogeneo. Ma l’obiettivo è di strappare l’Abruzzo a una destra che la considera una delle sue roccaforti.

La difficile arrampicata di Salvini. Il leader della Lega domenica gioca la sua partita più difficile: se i risultati dovessero essere simili a quelli, disastrosi, della Sardegna, neppure una vittoria della coalizione lo salverebbe da un esame di coscienza. L’uomo che era riuscito a portare, alle Europee del 2019, il Carroccio dal 3 al 34 per cento, adesso considera il 6 la sua linea di galleggiamento. Ma teme che, come è capitato in tutte le ultime occasioni in cui le urne si sono aperte, Meloni faccia il pieno di voti a scapito dei suoi alleati, salvando Forza Italia, che ha una sua identità moderata ben definita, e costringendo Salvini a subire un umiliante sorpasso all’indietro.Perché questo è il punto: Salvini le ha provate tutte, partito nordista, partito nazionale (almeno nelle aspirazioni), destra moderata, destra radicale, euroscettica, anti-immigrati, per poi doversi accorgere che sono diventate armi spuntate di fronte all’uragano Giorgia, che rastrella consensi in ogni campo, incurante dei danni che procura agli alleati. Per questo va di gran moda la nostalgia di Berlusconi, il ricordo (anche se non sempre era vero) della sua generosità con i partner della Casa delle Libertà. Ma indietro non si torna. (Marcello Sorgi, La Stampa)

La campagna della paura. Così la premier indossa l’elmetto a tre mesi dalle Europee. La “chiamata” alla mobilitazione dopo il braccio di ferro con il Quirinale L’allarme per le piazze in primavera. (Tommaso Ciriaco, Repubblica)

Il tweet per Balzerani: Di Cesare, l’Ucraina e il pacifismo a morti alterne. La contraddizione politica che assolve le Br ma condanna la resistenza in Ucraina. (Stefano Cappellini, Repubblica)

Di Cesare torna in aula dopo il caso. La Sapienza valuta provvedimenti. L’omaggio choc alla brigatista Balzerani. La preside di Lettere: idee che uccisero innocenti. (Maria Egizia Fiaschetti, Corriere della Sera)

Decaro: «Pnrr, rilanceremo su asili e bus». Il presidente Anci: le scadenze saranno rispettate. Abbiamo ottenuto di mantenere le procedure semplificate previste per le opere del Pnrr. Non vedo il rischio di ritardi, non abbiamo interesse a non spendere. (Corriere della Sera)

Pnrr, servono 26 provvedimenti attuativi. Il nuovo decreto sul Pnrr, nato per accelerare l’attuazione delle opere previste dal piano, è stato approvato dal consiglio dei Ministri lo scorso 26 febbraio. Presentato alla Camera il 2 marzo, è stato assegnato alla Commissione Bilancio e adesso inizierà l’iter parlamentare di conversione in legge. Conversione che andrà votata definitivamente entro il 1° maggio, pena la decadenza. Tuttavia, in parallelo dovrà procedere anche l’attuazione del decreto, che prevede 26 provvedimenti da varare (se ne incontrano uno ogni due articoli) per rendere pienamente operative le misure previste dal testo. Un numero che peraltro potrebbe anche salire durante l’iter di conversione, se, come succede di consueto, al testo verranno aggiunti altri articoli e/o commi con il loro corollario di altri provvedimenti attuativi. E un numero che va ad aggiungersi ai 315 provvedimenti attuativi ancora da varare riferiti a tutte le altre leggi già approvate dal governo Meloni. (Andrea Marini, Il Sole 24 Ore)

Gli altri temi del giorno

 Missili su un cargo greco, nuovo colpo degli Houthi: Morti tre marinai, Gaza, è ancora caos aiuti. Attacco in Mar Rosso: l’equipaggio ha abbandonato il mercantile. Nessuno spiraglio ancora sui negoziati tra Israele e il gruppo terrorista di Hamas. È la prima volta che un attacco dei ribelli yemeniti provoca vittime su una nave. (D. F., Corriere della Sera)

Sono almeno due marinai le vittime dell’ultimo attacco degli Houthi a una nave nel  Mar  Rosso. La conferma arriva dall’ambasciata inglese a Sanaa, in Yemen, e si riferisce all’attacco che ieri ha subito la portarinfuse True Confidence battente bandiera delle Barbados, colpita da un missile mentre si trovava in navigazione a circa 90 chilometri a Sud-Ovest del porto yemenita di Aden. È la prima volta che ci sono vittime negli attacchi degli Houthi a navi che percorrono il tratto di mare   dinanzi alle   coste   del   Paese   arabo,   da   quando   a novembre, in sostegno di Gaza, il gruppo filo iraniano ha cominciato a prendere di mira il traffico marittimo della zona. Il bilancio delle vittime potrebbe anche peggiorare, perché nell’attacco alla nave si è sviluppato un grande incendio dopo un boato dovuto ad una esplosione. (Nello Del Gatto, La Stampa)

Camion fermi, senza aiuti si muore di fame. Che arrivino attraverso i valichi terrestri, dal cielo o dal mare. Purché arrivino, e di più. Perché a Gaza si muore anche di fame.

In attesa di un accordo – che tarda ad arrivare – tra Israele ed Hamas, volto ad un cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani, la Comunità internazionale sta esercitando grandi pressioni sulle autorità israeliane affinché siano presi provvedimenti immediati per aumentare gli aiuti destinati alla popolazione stremata della Striscia di Gaza. La crisi umanitaria è drammatica. Ogni giorno arrivano notizie di civili morti di stenti ed in alcuni casi anche di fame. Lunedì l’Onu ha dichiarato che almeno 10 bambini sono morti nel Nord di Gaza a causa di disidratazione e malnutrizione. Eppure sono già diversi giorni che una lunghissima fila di camion carichi di aiuti – 1.500 mezzi – è ferma al valico egiziano di Rafah in attesa di avere il permesso per entrare a Gaza. (Il Sole 24 Ore)

Trump trionfa al Super Tuesday «Il mio successo porterà unità». A Mar-a-Lago con il tycoon. Haley si ritira, per ora non lo appoggia. Voti di protesta anti Biden. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)

Lo scontro fisico e brutale tra i grandi vecchi d’America Ecco il remake del 2020. Gaza, economia, finanziatori: punti forti e deboli dei due sfidanti. Nel discorso sullo stato dell’Unione, Biden rivendicherà il merito delle cose fatte. Donald Trump: Biden sta distruggendo la democrazia americana Basta vedere come ha usato la Giustizia contro di me. Sta utilizzando il governo come arma contro i suoi rivali politici, come un tiranno del Terzo Mondo. Joe Biden: Sceglieremo un presidente per la prima volta da quando, con l’assalto al Congresso del gennaio 2021, è stato puntato un pugnale alla gola della nostra democrazia. Sappiamo tutti chi è Trump. (Massimo Gaggi, Corriere della Sera)

La strategia di Biden si articola attorno alla Freedom Agenda, ovvero un impianto di idee e progetti – difesa dei diritti, aborto in primis, tutele per la classe media, salvaguardia delle garanzie sociali – che marcano la totale distanza da Trump.

Kamala Harris dal 21 gennaio gira il Paese e tiene comizi negli Stati dove il diritto all’aborto è messo in discussione; la campagna elettorale ha lanciato un’offensiva per denunciare la volontà di Trump di imporre un divieto federale all’interruzione di gravidanza.L’ex presidente in realtà vorrebbe garantire l’aborto entro le 16 settimane di gestazione.

Già questa settimana partirà un’ondata di spot pubblicitari, lo scopo è allontanare l’attenzione dall’età di Biden e spostare il fuoco sul pericolo Trump. (La Stampa)

Donald Trump incassa il sostegno di Musk ma teme la diaspora tra i repubblicani. Il tycoon guarda agli elettori di Haely e chiede “l’unità del partito”. Intanto trova il sostegno del decano Gop al Senato Mitch McConnell. (Gianni Riotta, Repubblica)

Paolo Garimberti su Repubblica: Biden-Trump, una sfida tra due debolezze. L’esito del Super Tuesday non è un bel segnale né per l’America, né per quel mondo di cui è da decenni guida e modello di democrazia.

Zelensky è sfuggito alla morte: sfiorato da un missile russo durante la visita a Odessa con il premier greco. L’attacco a 150 metri dal luogo dell’incontro con Mitsotakis: almeno 5 morti, nessuno tra i componenti delle delegazioni. Non è chiaro se il lancio nella zona del porto sia stato intenzionale o casuale. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)

Kadyrov, la talpa e le forze speciali paracadutate su Kiev Il leader è nel mirino dall’inizio del conflitto. Attorno a lui è stato creato un triplice cerchio di sicurezza per evitare attentati. (Andrea Marinelli e Guido Olimpio, Corriere della Sera)

Putin anti-Ue: razzi sul vertice Kiev-Atene. Per gli analisti non ci sono dubbi: Putin ha lanciato un avvertimento all’Ue, ai finanziatori dell’Ucraina. Poco prima era stato il portavoce Peskov, a parole almeno lui, a minacciare l’Occidente: se gli Usa dovessero fornire jet militari all’esercito ucraino, «i soldati russi li abbatteranno, non tollereremo aerei di fabbricazione americana sopra i nostri cieli, ma risponderemo anche a quei Paesi che ospiteranno armi nucleari. Diventerebbero obiettivi legittimi». Il missile che aveva nel mirino Zelensky e Mitsotakis ha comunque provocato cinque vittime. (Luigi Guelpa, Il Giornale)

Yulia Navalnaya: «Alle 12 tutti al voto contro lo zar nel nome di Aleksei». Forfait a Washington (come la first lady Olena). (Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera) Russia, nuovo appello di Navalnaya: “Il 17 marzo boicottate le presidenziali”. La vedova dell’oppositore morto in carcere rilancia l’iniziativa “Mezzogiorno contro Putin” per recarsi alle urne alle 12 del 17 marzo e invalidare il voto. Come la first lady ucraina Zelenska, ha declinato l’invito di Biden ad assistere al discorso sullo Stato dell’Unione. (Rosalba Castelletti, Repubblica)

La Germania nella trappola del rigore Il Pil cade, ma la Bce non taglia i tassi. «La Germania è paralizzata». E la responsabilità è del mix di alti tassi d’interesse e misure di austerity. Proprio ciò che Berlino ha promosso negli ultimi anni, da un lato per contrastare l’inflazione galoppante, e dall’altro per evitare bilanci statali in disordine. L’Ifo Institute, il più influente centro di ricerca economica tedesco, taglia le stime di crescita della Germania e ne certifica la stagnazione. L’espansione tedesca sarà solo dello 0,2% quest’anno, sette decimali in meno rispetto alle previsioni di dicembre. La politica monetaria della Banca centrale europea (Bce), che oggi terrà fermi i tassi per concentrarsi sulla stabilità dei prezzi, è la principale indiziata per la frenata. (Fabrizio Goria, La Stampa)

Un milione di famiglie nel 2023 ha perso il Reddito di cittadinanza o l’ha avuto ridotto. Lo rivela l’Istat. Tra le cause c’è il miglioramento della situazione lavorativa, ma anche la stretta del governo arrivata in estate. (Valentina Conte, Repubblica)

Olio extravergine: un consumatore su tre non lo compra più. Il prezzo dell’olio extravergine di oliva è arrivato a 9 euro a bottiglia e un consumatore su tre non lo acquista più come prima. L’allarme arriva da un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli, che ha intervistato un campione di italiani. I dati verranno presentati domani a Bitonto, nell’ambito del seminario di Cibus Lab dedicato all’olio d’oliva e co- organizzato da Cibus di Parma. Secondo lo studio Piepoli, l’aumento del prezzo da 4 a 9 euro a bottiglia ha cambiato le abitudini d’acquisto di circa il 30% dei consumatori. In particolare il 47% degli intervistati dichiara di aver diminuito il consumo del 30% e il 40% dice di averlo dimezzato. Più in generale, il 45% del campione sostiene di aver cambiato le proprie abitudini in cucina passando al più economico olio di semi: molti solo per cucinare, alcuni anche per condire. (Micaela Cappellini, Il Sole 24 Ore)

Tim, Figari verso la presidenza. Labriola svela il nuovo piano. Approvata la lista per il board. Atteso un rialzo dei ricavi del 3% annuo. (Federico De Rosa, Corriere della Sera)

PagoPA a Poste Italiane, le banche pronte al ricorso contro il decreto del governo. Alcuni istituti hanno già commissionato pareri legali sul passaggio della società per i pagamenti pubblici alla Zecca e all’azienda postale di Matteo Del Fante. Gli avvocati: possibile lesione della concorrenza nel delicato settore. (Aldo Fontanarosa, Repubblica)

Generali, le ipotesi di un’acquisizione in Europa. Attraverso un’aggregazione o una acquisizione di una compagnia assicurativa. Una fase nuova nella visione dell’m&a di Trieste dopo l’investimento in Liberty Seguros per 2,3 miliardi, il più grande degli ultimi dieci anni. Per ora sono solo ipotesi. (Daniela Polizzi, Corriere della Sera)

Stellantis, piano di investimenti da 5,6 miliardi in Brasile. Si allunga la cassa a Mirafiori. Incontro tra l’ad e il presidente Lula: 40 nuovi modelli al 2035 e nuove piattaforme per elettrico e biofuel. In Argentina altri 370 milioni. Tavares insiste: “In Italia servono incentivi del governo”. (Diego Longhin, Repubblica)

«Acea, investimenti per 7,6 miliardi. Piano per acqua, elettricità, ambiente». L’ad Palermo: l’obiettivo è ammodernare le infrastrutture. Siamo un operatore industriale. (Daniela Polizzi, Corriere della Sera)

«Ancelotti evasore» Madrid chiede quasi 5 anni di carcere. Il tecnico del Real accusato di frode fiscale per 1 milione. Lui: non c’è nulla di nuovo, ho già vinto in primo grado. Creare una struttura che contenga e commerci i diritti d’immagine non implica necessariamente la volontà di eludere o evadere le imposte. (Monica Colombo, Corriere della Sera)

«Fake news pericolo vero. L’Italia è maglia nera Ue per contenuti rimossi da tutti i social network». L’allarme di Jourova, vice della Commissione. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Il cold case del sindacalista ucciso: «L’ordine partì da Provenzano». Palermo, dopo 25 anni svolta sul delitto Geraci. In cella due boss alleati del padrino. (Lara Sirignano, Corriere della Sera)

Michelangelo Pistoletto: “La rinascita della mia Venere è una speranza per Napoli”. L’artista: “Vorrei incontrare il ragazzo senza fissa dimora che l’ha bruciata. Ha bisogno di aiuto”. (Stella Cervasio, Repubblica)

Repubblica intervista Adriano Panatta, nuova vita in tv: “Che noia il politicamente corretto, non si può dire niente. Le donne? Mai stato un provolone. Non gioco più, mi incavolo troppo. E se spingo mi faccio male”.

Il Corriere intervista Iva Zanicchi: «Frank Sinatra mi invitò nella sua suite con un bigliettino. Ungaretti venne in un bosco per guardarmi cantare». «Mina una rivale? Lei era in un altro Olimpo. Silvio Berlusconi non voleva che mi candidassi».

Gli Anniversari

1798, nasce la Repubblica Romana
1799, Napoleone conquista Jaffa in Palestina
1821, Risorgimento: gli austriaci sconfiggono i napoletani
1854, brevettata la macchina per cucire asole
1876, Bell ottiene il brevetto del telefono
1911, scoppia la rivoluzione messicana
1911, muore a Vicenza Antonio Fogazzaro
1912, Amundsen annuncia la scoperta del Polo Sud
1926, primo collegamento telefonico transatlantico
1933, nasce il gioco da tavolo Monopoli
1936, Hitler rompe il trattato di Versailles
1947, riprende la guerra civile in Cina
1965, autorizzata la lingua italiana durante la messa
1965, scontri in Alabama tra dimostranti e tutori dell’ordine
1968, Guerra del Vietnam: prima battaglia di Saigon
1969, Israele: Golda Meir presidente del Partito Laburista
1974, muore a Roma Alberto Rabagliati
1980, il Partito Radicale non si presenterà alle elezioni
1985, prima volta alla radio di We are the world
1987, Tyson più giovane campione al mondo dei Massimi
1989, la Cina dichiara la legge marziale in Tibet
1998, Fosse Ardeatine: ergastolo per Priebke e Hass
1999, muore in Inghilterra Stanley Kubrick
2012, presentato l’iPad di terza generazione 2013, minaccia nucleare di Kim Jong-un

Nati oggi

 1785, Alessandro Manzoni
1856, Matilde Serao
1872, Piet Mondrian
1875, Maurice Ravel
1902, Giulio Bolaffi
1908, Anna Magnani
1934, Andrea Barbato
1947, Andrea Roncato
1957, Cosimo Mele
1959, Luciano Spalletti
1960, Ivan Lendl e Andrea Abodi
1971, Francesca Rettondini

Si festeggiano le Sante Perpetua e Felicita

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