“Che niente ci limiti. Che niente ci definisca. Che niente ci reprima, che la libertà sia la nostra essenza” (Simone de Beauvoir)
Trentatremilacinquecentoventotto file scaricati in poco più di un anno dalle banche dati (33.528) da Pasquale Striano, numeri definiti “mostruosi” da Raffaele Cantone, capo della Procura di Perugia che indaga sullo scandalo più grave degli ultimi procellosi tempi. Il finanziere non era solo poichè c’erano anche altri come lui che facevano lo stesso lavoro, ha aggiunto il magistrato nella sua audizione senza tuttavia fare altri nomi. Il Giornale spiega che in molte occasioni i file diventavano articoli di Domani, il quotidiano di proprietà di Carlo De Benedetti, articolo che a loro volta diventavano notizie di eventuale reato poichè le inchieste dei pm partivano subito dopo la pubblicazione. Un meccanismo pressochè automatico che ebbe il suo culmine durante la formazione del governo Meloni con il tentativo di far fuori Crosetto dall’incarico al ministero della Difesa, e infatti sempre il Giornale nel fondo di Stefano Zurlo si chiede: “Striano ha digitato la password, qualcun altro ha provato a buttar giù Crosetto”. Libero sottolinea invece il “dossier trappola” contro la Lega, creato sempre da Striano con la copertura del numero due della Direzione antimafia, Laudati. La Verità con Belpietro conclude che “la morsa pm-cronisti soffoca l’Italia”. Il Messaggero stressa nel suo titolo di prima pagina un’altra frase di Cantone: “Dossier, l’ombra dei Servizi esteri”, poichè ovviamente quel materiale poteva far gola a tanti fuori d’Italia mentre stava per partire o era già scattata l’aggressione russa all’Ucraina.
La gravissima vicenda si trasferisce sui nostri quotidiani con l’identico schieramento dei giorni scorsi: a minimizzarla in prima pagina sono sempre Repubblica, Stampa e Fatto. La prima titola ancora sul voto in Abruzzo e spiega che la sfida sarà sulla sanità (una sorta di nemesi per i partiti: nelle elezioni politiche del 2022 sia la maggioranza sia l’opposizione evitarono accuratamente di parlarne), la Stampa si occupa di un banale scontro tra Salvini e Von der Leyen sull’Europa, il Fatto punta tutto sull’emendamento di Maria Elena Boschi che vuole permettere ai parlamentari in carica oggi di ricevere pagamenti da stati esteri, leggi Arabia Saudita, modificando la legge sul conflitto d’interesse presentata da Conte. E all’interno Antonio Padellaro scrive che finora sono indagati solo i tre cronisti di Domani e il presidente della Figc, Gravina, “non a caso nemico del presidente della Lazio Lotito. E abbiamo detto tutto”. Insomma, pompieri a tutto tondo. E meno male che Mattia Feltri su La Stampa contesta in prima pagina l’assunto di Marco Travaglio di ieri (“male non fare, paura non avere”) e scrive: “la macchiolina si trova sempre. Al di là dei risvolti giudiziari, su cui sarebbe ridicolo pronunciarsi, la grande recente passione per la casa di vetro – non soltanto di uomini dello Stato infedeli ma compresi uomini dello Stato fedelissimi, per esempio coi loro trojan che via telefonino ti vedono e ti ascoltano tutto il giorno, anche a telefonino spento – ha l’aria precisamente orwelliana dell’abolizione della libertà in nome dello stato etico. Che, a differenza di quanto pensano le sentinelle della purezza, non è democrazia, bensì il luogo in cui male non fare e paura avere, tanta”.
La Stampa è l’unico quotidiano a fare una copertina speciale per la Festa della donna, mentre il Messaggero (su input della propria amministratrice delegata Azzurra Caltagirone) dedica al tema le prime cinque pagine e il fondo di Luca Ricolfi. Per Corriere e Repubblica scendono i campo i rispettivi direttori, e Luciano Fontana scrive quanto segue: “allora che cosa serve per cambiare? Proviamo a riassumere le proposte che ci sembrano più efficaci tra le tante avanzate. 1) Una campagna straordinaria, innanzitutto culturale, per la condivisione dei lavori di cura. Il tema non può essere affrontato e risolto nel chiuso della coppia, deve diventare questione nazionale. 2) Politiche pubbliche che abbiano un unico obiettivo: due stipendi in famiglia. Per raggiungerlo servono asili nido gratis e sgravi contributivi su colf, baby sitter e badanti. 3) Misure organizzative e scelte aziendali che favoriscano un bilanciamento dei tempi di vita e lavoro: obiettivi e risultati debbono diventare la stella polare. 4) Incentivi alle aziende che si certificano e adottano modelli di produzione che favoriscono l’equità. E infine, soprattutto noi uomini dobbiamo essere convinti che cambiare è necessario. La parità dei diritti, dei doveri e delle opportunità è giusta e anche conveniente. Serve a tutti: alle donne che hanno bisogno di autonomia economica, alle famiglie che hanno bisogno di un doppio reddito, al Paese che ha bisogno di più figli e di un Pil più alto. La lentezza dei progressi ci deve allarmare. È tempo di fornire buone scarpe da ginnastica alle donne che stanno correndo questa maratona”. Aggiungiamo noi: dato lo spazio che merita il giustamente sempre più decisivo ruolo sociale della donna, è ovvio che una persona capace di ironia, umorismo ed educazione sarà sempre più bella di una che la bellezza ce l’ha ovunque, tranne che nel cervello. E, cosa elementare che non sempre accade, la donna, la compagna, la moglie, la sorella o l’amica va celebrata ogni giorno e non soltanto l’8 marzo.
Putin arruola un altro italiano che vive in Russia e che vuole andare d’accordo con il potere, si tratta di Jorit un artista che dipinge murales e che ottiene l’abbraccio interessato del capo del Cremlino che torna a punzecchiare l’Italia definendola ansiosa di libertà e richiamando persino Giuseppe Garibaldi. Travaglio ovviamente lo difende.
Biden annuncia di voler costruire un porto a Gaza per far arrivare gli aiuti umanitari. Intanto Israele cambia in corsa l’ambasciatore destinato all’Italia, Benny Kashruel, leader estremista dei coloni, e lo dirotta in Ungheria.
Ursula Von der Leyen viene ufficialmente candidata dal Ppe a guidare la prossima Commissione europea, ma il 11 per cento dei delegati, 200, le vota contro.
Marcello Sorgi scrive su La Stampa un articolo di elogio per Antonio Tajani paragonandolo al “fregapiano” Arnaldo Forlani, leader Dc della prima repubblica. Magari sarebbe stato meglio definirlo un diesel di ultima generazione.
Fabio Martini su La Stampa ripesca un sondaggio di Euromedia sul premierato: il 41 per cento degli italiani è cintro il premierato, circa il 40 è a favore.
Davigo viene condannato anche in appello per aver diffuso i verbali di Amara, la nemesi del puro che viene epurato (paragone troppo facile, ma opportuno).
Da ieri sera Confindustria Veneto Est di fatto non esiste più. L’unione delle territoriali tra Venezia, Padova, Rovigo e Treviso si è definitivamente spaccata nell’espressione del voto sui candidati alla guida dell’associazione di Viale dell’Astronomia. I due candidati che hanno già superato lo scoglio del 20% dei voti assembleari (Garrone e Orsini) hanno ottenuto risposte controverse dalla seconda associazione più importante dopo Assolombarda. Il Consiglio generale ha però bloccato la decisione del Comitato di presidenza, congelando la decisione. Un fallimento per il presidente Leopoldo Destro, il quale non sembra avere le qualità politiche di sua madre Giustina.
Tim annuncia il piano industriale e perde il 23 per cento in Borsa, equivalente ad una capitalizzazione di 1,5 miliardi.
Ora che sono indagati anche Lapo e Ginevra Elkann e non solo John per 700 milioni di eredità non dichiarati al fisco la Stampa e Repubblica se ne occupano, con un titolo quasi simile a quelli degli altri quotidiani,
Il Sole apre sui debiti sovrani arrivati a 56 mila miliardi e poi fa sapere che dal 2025 i pagamenti al fisco potranno essere diluiti in 84 rate (in 120 solo dal 2031).
A sorpresa, secondo il Sole, spunta il nome di Antonello Cabras per la presidenza Bper. Cabras è stato parlamentare piddino per quattro legislature. Intanto L’Espresso racconta le performance dell’ex ministro Alfano negli affari.
Secondo Mf, la Fondazione Crt si interessa di Banca del Fucino.
Roma, Milan e Fiorentina vincono in Europa. La squadra di De Rossi batte 4 a 0 il Brighton di De Zerbi.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. «Una cifra enorme di dati» Indagine sui file spariti. Cantone: Striano ha scaricato
33.528 documenti. Le ricerche sulla Lega. Al centro dell’inchiesta ci sono altri due «atti d’impulso» inviati dalla Dna a più Procure. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)
Cantone e i politici spiati: ” Scoperto un verminaio diecimila accessi abusivi “. Il quadro che emerge dall’inchiesta di Perugia sul presunto “dossieraggio” ai danni di politici e imprenditori è «inquietante», la vicenda ha dimensioni «mostruose» le “Segnalazioni di operazioni sospette” si stanno rivelando un «mercato» su cui è necessario «approfondire». Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, ascoltato ieri in commissione Antimafia e al Copasir, offre uno spaccato allarmante, e se la sua audizione al Comitato di controllo sui servizi di intelligence rimante coperta da segreto, la relazione tenuta in Antimafia è comunque ricca di dettagli. Cantone parla per tre ore e descrive uno scenario complesso che va ben oltre il principale indagato, il luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale striano, accusato di avere scaricato indebitamente 33.528 file, relativi a 1.531 persone. «Un verminaio», ha spiegato il procuratore, aggiungendo:
«Sappiamo che Striano operava in pool, il coordinatore era lui». (Alessandro Di Matteo, La Stampa)
Cantone: 10mila accessi ai dati Sos E c’è un dossier sui fondi della Lega. Il procuratore di Perugia: numeri mostruosi, il mercato è continuato anche dopo la rimozione di Striano. Si indaga su un’altra spia Il partito di Salvini: attacco alla democrazia. Al Copasir timori sulla sicurezza nazionale: possibile fuga di notizie verso servizi stranieri. (Andrea Ossino, Repubblica)
Salvini: diamo fastidio. Si scopra chi pagava. Ancora lite su de Raho. Il Pd: vicenda inquietante, ma no a strumentalizzazioni. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
«Se Renzi vuole la verità la chieda a Borghi». Scontro FdI-Iv. Il meloniano Gelmetti: quando era al Copasir con i dem si accaniva sull’ex premier. La replica: un attacco puerilie. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Accessi abusivi anche dopo Striano. Dossier, c’è una nuova inchiesta. Roma, il fascicolo è contro ignoti. Ulteriori verifiche sul ruolo di Gravina e l’accusa di autoriciclaggio. (Fulvio Fiano, Corriere della Sera)
Davigo e i verbali segreti sulla «loggia Ungheria». Confermata la condanna. Brescia, un anno e tre mesi in appello all’ex pm. (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera)
Davigo condannato anche in appello per le carte di Amara distribuite al Csm. Piercavillo è stato ricondannato. Anche in secondo grado. Per rivelazione di segreto d’ufficio. A un anno e tre mesi. Secondo i giudici di Brescia, nella primavera 2020, divulga i verbali di Piero Amara sulla presunta associazione segreta «loggia Ungheria». Gli vengono consegnati dal pm milanese, Paolo Storari, su una chiavetta Usb: con «modalità quasi carbonare» si legge nella sentenza di primo grado, appena confermata. I giudici tacciano l’ex magistrato, ora in pensione, di «smarrimento di postura istituzionale». Davigo avrebbe insomma allargato «la platea dei destinatari della rivelazione». Tentando persino di screditare un inviso collega consigliere, Sebastiano Ardita, nominato dal controverso avvocato Amara in quei verbali. Il magistrato, parte civile nel processo, ottiene ora una discreta sommetta come risarcimento dei danni: 20 mila euro. I fiduciosi legali di Piercavillo, comunque, annunciano ricorso in Cassazione. (Antonio Rossitto, La Verità)
Meloni: contro di noi avversari rancorosi. Accadrà un po’ di tutto. Dalle piazze all’Ucraina, la premier in tv: non accetto lezioni. «Quelli della sinistra parlano di cose di 70 anni fa, non dei problemi della gente». (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
Nessuna paura sul G7: l’intelligence frena sull’allarme di Meloni. Dagli apparati di sicurezza esclusi per ora segnali di escalation. La premier in tv: “Ci sono professionisti del disordine pubblico”. (Giuliano Foschini, Repubblica)
Massimo Franco sul Corriere: Tra moderati ed estremisti la vera lotta delle europee. Le critiche della Lega alla Commissione europea non sono una novità. Riflettono gli allarmi simmetrici che arrivano da Bruxelles contro i populismi e «gli amici di Vladimir Putin». Ma la virulenza dei toni che si è registrata ieri conferma che alle elezioni di giugno lo scontro ufficiale sarà tra popolari e socialisti. La vera lotta, tuttavia, si consumerà tra i moderati e gli estremisti radunati nel gruppo al quale appartengono la Lega, il partito della francese Marine Le Pen e i tedeschi di Afd. Nella contrapposizione si giocheranno anche il sostegno all’Ucraina, l’adesione alla Nato e dunque i rapporti con gli Stati Uniti: quelli di Joe Biden, non quelli di Donald Trump.
Abruzzo, Schlein ci crede: vinciamo. Scintille tra Marsilio e il predecessore. Sanità, il candidato di FdI accusa D’Alfonso. La segretaria pd: ora un presidente che viva qui. Alla leader democratica negato l’accesso all’ospedale di Popoli Polemiche. La replica di Meloni: «Marsilio è abruzzese da sette generazioni e ha governato bene». (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)
Abruzzo, ospedali allo sbando e attese lunghe un anno: la Sanità è al collasso e i privati fanno affari. Da Avezzano all’Aquila la carenza di personale e risorse ha messo in ginocchio il sistema. Le percentuali di decesso post infarto sono superiori alla media nazionale. (Michele Bocci, Repubblica)
Progetti e fondi al palo: in Abruzzo la ricostruzione post terremoto è un flop. Nel 2021 Draghi ha destinato 698 milioni: quelle risorse sono diventate l’immagine plastica dell’immobilismo. (Giuseppe Colombo, Repubblica)
Conte adesso apre al Pd. In Basilicata vertice decisivo sulla corsa di Chiorazzo. In campo anche il fratello di Elisa Claps:
«Il suo nome è divisivo». (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Ue, il Ppe dice sì (con freddezza) a von der Leyen candidata al bis. Il 18% dei delegati ha votato contro. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Von der Leyen si trova stretta tra chi, in casa sua, l’accusa di essere troppo amica dei socialisti e dei liberali di Scholz e Macron, aspramente criticati da Manfred Weber nel suo intervento. Mentre sul fronte opposto sta pagando il prezzo di una candidatura estremamente politicizzata sotto l’insegna del Ppe. Ieri, per esempio, ha cercato senza troppo successo di respingere le accuse per la proposta contenuta nel manifesto dei popolari che prevede di introdurre in Europa una sorta di “modello Ruanda” per i migranti, con la possibilità di trasferire in Paesi terzi chi fa la richiesta di asilo sul territorio Ue.
«Qualunque cosa faremo – ha provato a difendersi lei – sarà nel pieno rispetto dei nostri obblighi ai sensi del diritto comunitario e internazionale». Per rassicurare la parte sinistra dell’emiciclo, ha ribadito il suo “no” alle intese con i partiti euroscettici, «gli amici di Putin» che «stanno cercando di riscrivere la nostra storia e distruggere il futuro». Ha citato nuovamente il Rassemblement National di Marine Le Pen e i tedeschi di Afd, ma anche questa volta non la Lega. Che però, sentitasi chiamata in causa, ha subito replicato: «A distruggere l’Europa sono le politiche folli di questa Commissione». Non potendo sfondare a sinistra e con paletti molto chiari verso l’estrema destra, l’unico terreno di conquista per von der Leyen resta il gruppo dei Conservatori. (Marco Bresolin, La Stampa)
Maurizio Ferrera sul Corriere: L’Europa non parte da zero. Sulla difesa comune le basi ci sono. Ma tocca ai partiti spiegare all’opinione pubblica che il mondo ora è più insicuro.
Donne e lavoro. Quattro proposte per cambiare. Aumentano le donne di successo nella ricerca scientifica o in politica Ma restiamo il Paese in Europa con il più basso tasso di occupazione femminile. Le donne lavorano molto meno degli uomini: 52,2% contro 70,9. E senza due stipendi difficilmente la famiglia può permettersi di avere il secondo figlio. Serve una campagna straordinaria per la condivisione dei lavori di cura, asili nido gratis e sgravi per colf e baby sitter, scelte aziendali per bilanciare tempo di vita e occupazione. E allora che cosa serve per cambiare? Proviamo a riassumere le proposte che ci sembrano più efficaci tra le tante avanzate. Primo. Una campagna straordinaria, innanzitutto culturale, per la condivisione dei lavori di cura. Il tema non può essere affrontato e risolto nel chiuso della coppia, deve diventare questione nazionale. Secondo. Politiche pubbliche che abbiano un unico obiettivo: due stipendi in famiglia. Per raggiungerlo servono asili nido gratis e sgravi contributivi su colf, baby sitter e badanti. Terzo. Misure organizzative e scelte aziendali che favoriscano un bilanciamento dei tempi di vita e lavoro: obiettivi e risultati debbono diventare la stella polare. Quarto. Incentivi alle aziende che si certificano e adottano modelli di produzione che favoriscono l’equità. (Luciano Fontana, Corriere della Sera)
Maurizio Molinari su Repubblica: Così le nostra incapacità, silenzi e ritardi nel difendere le donne indeboliscono la democrazia. La civiltà contro le donne: violenze, differenze di genere, diritti, l’odio e i tabù. L’editoriale del direttore.
Elena Cattaneo e Liliana Segre su Repubblica: 8 marzo, il cammino delle donne. Il nostro invito è alla partecipazione: un appello pubblico, civile, inclusivo, rivolto a chiunque sia disponibile ad essere protagonista di una storia comune di emancipazione allo stesso tempo “antica” e proiettata al futuro. Una Storia ancora da scrivere.
Natalia Aspesi su Repubblica: 8 marzo, cosa resta del femminismo. Non ci fosse stato, a 17 anni mi sarei maritata contenta con un ragioniere del Comune, uno dei tanti che sposavano la bruttina, cioè io, così avrebbero avuto minori spasimi di gelosia.
Gino Cecchettin: “Mi rimprovero di non aver cercato un dialogo più profondo con mia figlia. Viviamo troppo veloci, fermiamoci a guardarci negli occhi. Da Mattarella le parole più dolci”. L’intervista al padre di Giulia: “Penso che se davvero vogliamo cambiare le cose, se la battaglia contro i femminicidi e la violenza di genere la dobbiamo fare insieme, dobbiamo anche investire. In sicurezza, nella formazione”. (Conchita Sannino, Repubblica)
Gli altri temi del giorno
Zelensky: se sconfitti toccherà a voi. Mosca torna a evocare l’atomica. Il presidente: con la Nato sotto attacco l’Italia dovrà intervenire. Zaluzhny ambasciatore a Londra. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)
«Dobbiamo fermare Putin, non fare guerra alla Russia. Truppe europee a Kiev? Non si può escludere nulla». Il ministro francese Barrot: bisogna costruire più armi. Con l’Italia abbiamo fornito un sistema per proteggere il Paese da missili e droni. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera)
Dai murales di propaganda alla foto da fan con lo zar. Jorit, l’artista filo-Cremlino. A Sochi l’opera dell’italiano, dalla politica condanna bipartisan. (Simona Brandolini, Corriere della Sera)
L’annuncio americano: «Un porto a Gaza per gli aiuti umanitari» Netanyahu: avanti a Rafah. Washington starebbe pensando di bloccare le forniture militari. (Davide Frattini, Corriere della Sera)
Cina a Israele: «Vergogna». Il governo di Tel Aviv respinge le pressioni internazionali volte a evitare l’estensione della guerra a Rafah e Hamas abbandona il tavolo negoziale in corso al Cairo. Le pressioni internazionali non calano: gli Stati Uniti costruiranno un molo temporaneo a Gaza e valutano la possibilità di bloccare l’uso di armi americani in un ulteriore attacco a Rafah, mentre la Cina, con riferimento alla guerra a Gaza, parla di «vergogna per la civiltà» e chiede l’ingresso della Palestina nell’Onu. Ancora scambi di accuse tra Israele e gli Hezbollah. L’amministrazione Biden, preoccupata per una nuova catastrofe umanitaria, sembra stia valutando modi per impedire a Israele di utilizzare armi statunitensi nel caso in cui attaccasse l’area densamente popolata intorno alla città di Rafah. Lo scrive il Washington Post. La Cina, nelle stesse ore, rilascia dichiarazioni che vanno nella stessa direzione. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha definito la guerra di Israele a Gaza una «vergogna per la civiltà» e ha ribadito le richieste di un «cessate il fuoco immediato». E poi ancora:
«Nessuna ragione giustifica la continuazione del conflitto. L’occupazione dei territori palestinesi di lungo termine non può più essere ignorata. La Cina sostiene la causa palestinese e i suoi legittimi diritti di nazione».(Il Sole 24 Ore)
Il dilemma di Israele, resistere nella fortezza o aprirsi alla pace. Il racconto. Il trauma del 7 ottobre si aggrava ogni giorno di più. Ma alla fine di questa guerra dovremo pensare ai due Stati come unica soluzione fattibile. (David Grossman, Repubblica)
Bernard-Henri Lévy su Repubblica: “Medio Oriente: per la pace, Hamas si arrenda. Chi avrà sufficientemente a cuore la sorte degli israeliani e degli abitanti della Striscia di Gaza per costringere l’aggressore a cessare il suo mostruoso ricatto?”
Biden all’attacco su economia e diritti «Io argine alle derive autoritarie». Nel suo più importante discorso sullo «stato dell’Unione», il presidente rivendica i successi. Se sarà rieletto, farà pagare più tasse alle imprese e ai miliardari Aiuti per gli studenti. (Massimo Gaggi, Corriere della Sera)
«Trump mobilita la base attorno a paura e rabbia Joe umanizza la leadership». Marshall Ganz, ideatore della campagna di Obama. Trump è un demagogo, ma è un pessimo leader perché non fa nulla per accrescere il potere della sua gente. «Ha ottenuto risultati notevoli, ma il leader deve riuscire a coinvolgere la gente». (Andrea Marinelli, Corriere della Sera)
La Bce lascia tassi al 4,5% e taglia stime su inflazione. Lagarde: indipendenti da Fed. I prezzi visti in aumento del 2,4% quest’anno contro il 2,7% atteso. La presidente:
“Sapremo un po’ di più ad aprile e molto di più a giugno”. (Tonia Mastrobuoni, Repubblica)
Immobili residenziali, frena la caduta delle compravendite. La frenata delle compravendite di case che è stata registrata tra aprile e settembre 2023, seguita agli aumenti repentini dei tassi di interesse decisi dalla Banca centrale europea, ha infatti rallentato il ritmo sul finire dello scorso anno. Nell’arco degli ultimi tre mesi del 2023 è apparso, infatti, uno spiraglio alla crisi, dopo lunghi mesi di cautela d’obbligo nella valutazione dell’acquisto, dovuta sia al pesante rincaro delle rate mensili da corrispondere per accendere un mutuo sia alla situazione geopolitica ed economica che il mondo sta vivendo. Secondo i dati pubblicati ieri dall’Osservatorio dell’agenzia delle Entrate, da ottobre a dicembre 2023 il calo si è fermato al -3,3%, con quasi 202mila compravendite siglate (7mila in meno di un anno prima), mentre l’intero anno per il settore residenziale si è chiuso con quasi 710mila abitazioni compravendute, con un calo complessivo di quasi il 10% rispetto al 2022.(Paola Dezza, Il Sole 24 Ore)
La beffa del bonus mamme, mangiato dalle tasse e un rischio per l’assegno unico. Le lavoratrici si aspettavano 250 euro in più al mese. Ma quello è un valore massimo e al lordo dell’Irpef. L’Isee del prossimo anno crescerà. (Valentina Conte, Repubblica)
Whirlpool lascia l’Italia. Nasce Beko Europe con 5 mila dipendenti. Ok alla cessione a Arçelik. Gli americani avranno solo il 25%. Il nuovo gruppo avrà un fatturato complessivo di circa 6 miliardi. (Rita Querzè, Corriere della Sera)
Prada cresce e aumenta la redditività, Miu Miu spicca il volo. Il gruppo archivia il 2023 con ricavi su del 17% a 4,7 miliardi di cui Prada sale del 12% e Miu Miu del 58%. Bertelli: “fiduciosi per il futuro”. (Sara Bennewitz, Repubblica)
Agnelli, l’ipotesi di truffa allo Stato Indagati anche Lapo e Ginevra. Torino, si allargano le accuse. La presunta evasione sarebbe di 30 milioni di euro. Dalla Procura nuovo decreto di sequestro dei documenti della famiglia. (Massimiliano Nerozzi e Simona Lorenzetti, Corriere della Sera)
Eredità Agnelli. Non solo John, Torino ora indaga per truffa allo Stato Lapo e Ginevra. L’inchiesta della Procura di Torino, che finora vedeva iscritti per frode fiscale, in merito all’eredità di Marella Caracciolo Agnelli, John Elkann con Gianluca Ferrero (attuale presidente della Juventus) e il notaio Urs Von Gruenigen, si allarga con nuove ipotesi di reato e la contestazione di truffa ai danni dello Stato in merito alla successione avvenuta dopo la morte di Marella Agnelli nel 2019. In base alle nuove imputazioni il periodo della frode fiscale, finora contestato soltanto per il biennio 2018 e 2019, viene ora esteso a quello precedente, ovvero agli anni 2016 e 2017. Il motivo della contestazione è sempre legato alla residenza, falsa secondo la Procura di Torino, di Marella Agnelli in Svizzera. Se fosse confermata questa ipotesi, inoltre, i tre nipoti oggi indagati avrebbero dovuto aprire la pratica della successione in Italia, e non in Svizzera, in particolare per la proprietà di due trust siti in Lichtenstein con circa 900 milioni suddivisi tra i tre fratelli. (Ettore Boffano e Marco grasso, Il Fatto Quotidiano)
«Ho tentato di salvare Giulia da lui». Milano, in aula il racconto dell’altra donna. Ma la legale di Impagnatiello: lei fu la scintilla di tutto. La madre del killer: «Vidi del sangue sulle scale, lui mi disse: saranno insetti». (Giuseppe Guastella e Cesare Giuzzi, Corriere della Sera)
«Assemblea sindacale a Pompei. Ho fatto io da guida agli studenti». Il direttore Zuchtriegel: un lavoro bellissimo, è stato come tornare ai tempi del dottorato. (Gimmo Cuomo Il Corriere intervista Evaristo Beccalossi: «All’Inter finsi un infortunio e corsi dal mio idolo Villeneuve Califano ogni due giorni diceva: ho trovato la fidanzata giusta».
Gli Anniversari
415, assassinata Ipazia ad Alessandria d’Egitto
1618, Keplero scopre la terza legge del moto dei pianeti
1639, a Boston il primo avvistamento Ufo in Usa
1817, fondata la Borsa di New York
1887, brevettata la canna da pesca telescopica
1908, supposto incendio a NY con 129 operaie morte
1917, Pietrogrado: inizia la Rivoluzione di Febbraio
1918, primo caso d’influenza spagnola
1922, Italia: in cantiere la prima giornata della donna
1934, muore in Giappone il cane più fedele del mondo
1936, Daytona: prima gara per auto di serie
1944, nuovi bombardamenti su Berlino
1950, l’Urss annuncia di avere la bomba atomica
1957, l’Egitto riapre il canale di Suez
1963, il partito Ba’th prende il potere in Siria
1964, scoperta la Porta Rosa ad Elea Velia
1965, i primi marines sbarcano in Vietnam del Sud
1966, Dublino: una bomba distrugge la Nelson’s Pillar
1971, Frazier batte Muhammad Alì al Madison Square Garden
1973, approvata la legge per salvare Venezia
1974, inaugurato a Parigi l’aeroporto Charles De Gaulle
1977, Emilio Colombo presidente del Parlamento europeo
1977, pace tra Arafat e re Hussein di Giordania
1983, Reagan: Urss impero del male
1986, Beirut: 4 inviati della tv francese rapiti dalla Jihad
1999, muore a New York Joe Di Maggio
2004, Iraq: il governo provvisorio firma la Costituzione
2010, 35 pirati catturati dai francesi a largo della Somalia
2012, tracciata la mappa precisa del Titanic
2014, scompare il volo Malaysia Airlines: 239 dispersi
Nati oggi
1879, Otto Hahn (fissione nucleare)
1923, Oreste Del Buono
1925, Gianni Baget Bozzo
1933, Luca Ronconi
1934, Berardino Libonati
1938, Bruno Pizzul
1943, Valerio Massimo Manfredi
1949, Antonello Venditti
1950, Flavio Fusi
1954, Fabrizio Barca
1955, Marta Dassù
1959, Massimo Carraro
1972, Mariarosaria Rossi
1987, Bianca Atzei
Si festeggia San Giovanni di Dio
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