La nota del 9 maggio

“Nei tempi antichi, barbari e feroci, i ladri si appendevano alle croci: ma nei presenti tempi più leggiadri, s‘appendono le croci in petto ai ladri” (Giuseppe Mazzini)

I giornali non possono che dare seguito allo scandalo ligure che ha portato agli arresti domiciliari Giovanni Toti, il quale fa dire ai suoi avvocati che non prendeva tangenti ma “governava”, come titola La Stampa. Il Giornale prova a difenderlo chiedendo come mai se i fatti risalgono a tre anni fa i pm sono intervenuti solo ora. Ci sono altri 10 indagati, tra cui Paolo Piacenza, nuovo commissario del porto di Genova, e il Corriere scrive che al comitato elettorale del governatore arrivarono soldi anche dalle ditte che gestiscono i rifiuti. Aponte, capo del colosso Msc, aveva contestato i troppi spazi portuali concessi a Spinelli, al quale trovano a casa 220 mila euro in contanti. Il Fatto chiama in causa la Lega: “tranquilli, dice Spinelli, il bonifico a loro l’ho fatto”. Repubblica stima che in Liguria erano arrivati 7 miliardi di finanziamenti per opere pubbliche da mettere in cantiere e scrive di “sistema di potere in stile craxiano”. Se tanto ci dà tanto, ci saranno altre sorprese.

Salvini, e si comincia a capire perchè, è contrario alle dimissioni di Toti, Meloni invece viene sempre dipinta “fredda” mentre il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, dice che loro “non stanno né scaricando nè caricando Toti” e chiede tempo per definire la posizione del partito. Il sindaco Bucci ricorda che anche lui è stato sullo yacht di Spinelli ma non ha preso finanziamenti, anche se è difficile che il Comune fosse escluso dalla filiera delle opere pubbliche e delle interazioni amministrative con la regione: infatti Domani scrive che Spinelli ha finanziato anche Bucci. Briatore si fa intervistare per difendere l’amico Toti. Claudio Cerasa sul Foglio scrive che l’Italia “ha trasformato in un crimine finanziare la politica”.

I crediti del Superbonus verranno spalmati in 10 anni. Lo fa sapere Giorgetti, il quale si chiede anche perchè tre anni fa Bankitalia non ha lanciato nessun allarme sul gigantesco danno ai conti pubblici che la misura stava causando.

Giorgia Meloni va alla Camera a parlare di premierato davanti a Pupo, Gerini, Placido, Minghi, il nuotatore Magnini e Iva Zanicchi convocati in quanto testimonial della società civile ma l’effetto rischia di essere diverso. Lei dice che non indietreggerà e che vuole la riforma per il futuro, per gli altri governi possibili di qualunque colore, visto che oggi non ha problemi a governare. Ma, se fosse davvero così, sarebbe prudente non turbare l’equilibrio dei poteri con il Quirinale ed evitare di ripetere l’esperienza renziana. Antonio Polito sul Corriere ritiene che la riforma sarebbe accettabile se prevedesse una legge elettorale con il doppio turno.

La situazione internazionale resta caldissima, con Biden che si gioca bene il ruolo di pacificatore e decide di non inviare, per ora, armi a Israele. Paolo Mieli spiega bene i risultati che si prefiggeva Xi Jinping nel suo viaggio in Europa.

Sabatini, direttore generale dell’Abi da oltre un decennio, lascia l’associazione bancaria. Per la successione i giornali fanno il nome di Rivera e Corneli. Le Fondazioni confermano Gorno Tempini presidente di Cdp. Il Sole scrive di rischio tagliola su Transizione 5.0, dove manca ancora il decreto attuativo. Labriola dice al Messaggero che con il piano rete ci saranno vantaggi per 5 miliardi. Domenicali su Repubblica spiega che la Motor Valley facilita innovatori e start up.

Rientra lo scontro tra Mentana e Gruber dopo un comunicato dell’editore che invitava a fare squadra con toni democristiani.

Dopo duecento anni il circolo Garrick di Londra apre alle donne. Lo scrive il Corriere, precisando che altri circoli cittadino resistono.

Il Real Madrid ribalta nel finale il Bayern con due gol del panchinaro   Josuele (il primo favorito da un errore di Neuer che fino ad allora aveva parati tutto) e va in finale di Champion con il Borussia Dortmund. Stasera le italiane si giocano il cammino in Europa League. Camilla Giorgi lascia il tennis senza spiegare perchè. Anche Berrettini non sta bene e lascia gli Internazionali di Roma.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Toti arrestato, le nuove accuse: «195 mila euro dalle ditte di rifiuti». Il governatore della Liguria agli arresti domiciliari: secondo i magistrati, il suo comitato avrebbe ricevuto 195 mila euro. Corruzione, altri imprenditori indagati. (Giuseppe Guastella e Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera) «Non mi dimetto, spiegherò tutto». Ora il governatore corre contro il tempo. La strategia: parlare ai giudici e ritrovare l’agibilità politica. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)

L’inchiesta si allarga, sospette tangenti da altri due imprenditori. Nella Tangentopoli ligure spuntano sospette corruzioni al presidente della Regione da altri due imprenditori, un filone che nelle carte dell’indagine è definito come oggetto «di approfondimento investigativo». Nel frattempo si apprende che vi sono nuovi indagati: tra questi il nuovo commissario del porto Paolo Piacenza, perquisito ieri per abuso d’ufficio, mentre a casa dell’imprenditore Aldo Spinelli sono stati sequestrati 220 mila euro in contanti, oltre a 20 mila dollari e 5 mila sterline. I destinatari della misura cautelare sono tutti accusati di corruzione: Toti, secondo Procura e giudice dell’indagine preliminare, ha incassato tangenti da Spinelli ed Esselunga per favorirli rispettivamente nel rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse e in altre partite immobiliari, e nell’espansione dei centri commerciali in Liguria. Signorini è nel mirino in primis per le mazzette di Spinelli (sempre in materia di concessioni portuali), Cozzani per l’affaire Esselunga e, solo insieme a Toti, per un sospetto voto di scambio con personaggi a parere degli inquirenti legati a un clan mafioso. A stretto giro inizieranno gli interrogatori di garanzia dei principali indagati: oggi nel penitenziario di Marassi sarà sentito Signorini, domani toccherà invece a Toti, sabato a Spinelli e Cozzani. (Matteo Indice, La Stampa)

Quei governatori alla gogna vittime di indagini elettorali. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Delle procure. Instancabili e soprattutto puntualissime. Nel corso degli anni hanno infoltito l’esercito degli indagati a ridosso delle elezioni: europee, politiche, regionali o amministrative. Poco cambia, il ticchettio dell’orologio è sempre lo stesso. Notifiche di avvisi di garanzia come spade di Damocle, misure cautelari eseguite a distanza di tanto, troppo, tempo rispetto a quando erano state richieste, proscioglimenti o assoluzioni che arrivano quando ormai la corsa elettorale o la carriera politica sono state già azzoppate. Dicono che il tempo sia galantuomo, ma la verità di un adagio popolare non ha poteri risarcitori. Il caso di Giovanni Toti è solo l’ultimo di una lunga scia di casi. (Domenico Ferrara, Il Giornale)

Toti, da FdI solo un mese di tempo ma per Salvini non deve mollare. Duello tra alleati sull’ipotesi del passo indietro dopo l’arresto. Il leghista: “No alla resa”. Tajani: “Potevano intervenire in un altro momento”. Meloni pronta ad attendere il Riesame ma preferirebbe le dimissioni ed evitare impatti sulle elezioni. I timori a destra che l’inchiesta si allarghi. (Tommaso Ciriaco, Repubblica)

Trincea Toti: “Macché tangenti. Lavoravo per la mia Liguria”. L’avvocato Savi al termine dell’incontro ha diffuso tramite l’ufficio stampa della Regione un video messaggio in cui spiega il punto di vista di Toti. «Il presidente – spiega Savi – è ben determinato ad esaminare ad approfondire gli atti per presentare una difesa che spieghi come tutto quello che è contenuto, i fatti che sono richiamati negli atti stessi siano in realtà da interpretare differentemente alla luce della politica che ha sempre seguito lui e la Regione di tutela esclusivamente di interessi pubblici e non privati, di interessi del territorio che sono stati perseguiti anche attraverso forme che hanno potuto indurre ad equivoci ma che non hanno mai sconfinato in nulla di illecito». Il legale ha anche aggiunto che dopo l’interrogatorio di garanzia – al quale Toti con ogni probabilità risponderà alle domande del giudice – valuterà insieme a lui «su come comportarsi». (Tommaso Fregatti, La Stampa)

Lo scudo di Tajani e Salvini per allontanare il voto anticipato. L’opposizione: dimissioni. Conte: da noi allarmi inascoltati. La prudenza di Fratelli d’Italia. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Il centrodestra arroccato in Liguria. Meloni prende tempo verso il voto. Maggioranza prudente e in attesa mentre i Cinque Stelle insistono per chiedere le dimissioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dopo l’arresto per corruzione. Da parte della maggioranza gli occhi sono puntati innanzitutto su palazzo Chigi e sulla posizione che prenderà. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni per ora preferisce aspettare gli sviluppi. Domani ci sarà un interrogatorio e c’è la possibilità che l’arresto venga revocato quindi sarebbe precipitoso unirsi a chi chiede le dimissioni. La scelta, secondo palazzo Chigi, in realtà spetta a Giovanni Toti che per il momento non ha alcuna intenzione di lasciare il suo incarico. Nel caso in cui il presidente della Regione Liguria dovesse deciderlo, per Fratelli d’Italia si porrebbe il problema di trovare un’alternativa che in questa fase non esiste nonostante le voci circolate in queste ore. (Flavia Amabile, La Stampa)

I giochi dei partiti per il dopo. E il vice Toti chiede un mandato pieno. Piana (Lega): o non vado al Salone di Torino. Totonomi: in Fdl si parla di Massimo Nicolò e a sinistra di Andrea Orlando. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

«FdI non cambia linea se ora un’indagine tocca il centrodestra». Foti: non stiamo né scaricando né caricando Toti. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Serracchiani: “Toti deve lasciare. Per la destra il garantismo vale solo per gli amici”. La responsabile Giustizia del Pd: “Emiliano e Decaro non hanno avuto neppure un avviso di garanzia, ma la maggioranza ha chiesto che lasciassero, e ha preteso da Piantedosi lo scioglimento del Comune di Bar”. (Liana Milella, Repubblica)

Antonio Scurati su Repubblica: Liguria, una terra saccheggiata. Genova è emblema dell’Italia intera. Dell’Italia migliore e, al tempo stesso, di quella peggiore Massimo Franco sul Corriere: La strettoia delle riforme sullo sfondo degli scandali. Non si può dire che le riforme stiano avanzando in quello definito in passato «spirito costituente». La maggioranza di destra continua a far marciare appaiate autonomia regionale differenziata e premierato: la prima voluta dalla Lega, la seconda da FdI. E già lascia indovinare lo sbocco referendario sull’elezione diretta del premier. Le opposizioni fanno muro, in Parlamento e nelle piazze, dove manifesteranno il 2 giugno, senza riuscire a proporre un’alternativa che vada oltre l’accusa al governo di scardinare la Costituzione. La campagna elettorale fa il resto. Radicalizza le posizioni e spalma la patina strumentale della propaganda. Lo scandalo in Liguria con l’arresto anche del governatore Giovanni Toti, e quelli in altre regioni, rimangono come un fastidioso rumore di fondo.

Meloni: premierato, non arretro. E il Quirinale mai più supplente. La premier apre anche alle preferenze. La leader pd: basta con mistificazioni sull’opposizione. La leader di FdI sa che rischia il referendum: «Se non ci provassi, non sarei in pace». (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Meloni sul premierato già vede il referendum: “Sì o no come nel ‘46”. Schlein: noi in piazza. La premier sfida opposizione e Colle: “Quirinale mai più supplente. Sì alle preferenze”. La dem: “Pronti a fare muro con il corpo”. (Emanuele Lauria, Repubblica)

Stefano Folli su Repubblica: Il premierato e l’opposizione. L’offerta di dialogo da parte di Giorgia Meloni va rigettata o va almeno verificata? Elly Schlein, Giuseppe Conte e i gruppi minori della sinistra hanno già scelto.

La kermesse a Palazzo Chigi. Da Pupo a Zanicchi, i testimonial pop: poi ci faremo un’idea. Tra i «convocati» dalla premier anche l’attrice Gerini, il nuotatore Magnini e la schermitrice Di Francisca. La premier spiega la scelta: «La Costituzione non è un argomento da addetti ai lavori». (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

Europee, l’appello al voto di Zuppi: «Occasione irripetibile per contare». Il testo del presidente della Cei con monsignor Crociata: l’assenteismo fa crescere la sfiducia. «Non andare a votare equivale a dare ad altri il potere di agire contro la nostra libertà». (Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera)

Stoltenberg vede Meloni. Richiamo sulle spese, l’impegno sul fianco sud. A Palazzo Chigi tra elogi e moniti sugli «oneri da condividere». Tajani: «Non invieremo nessun militare italiano in Ucraina. Non siamo in guerra con la Russia». (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Stoltenberg: “Impediremo che la guerra si estenda al di là dell’Ucraina. Sull’atomica Putin è un incosciente. Difesa, l’Italia arrivi al 2%”. Il segretario generale della Nato ha incontrato ieri a Roma Giorgia Meloni. Al margine, ha ricevuto Repubblica per questa intervista. (Claudio Tito, Repubblica)

Giorgia Meloni riceve il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. E l’atlantismo di questo governo sembra confermato in pieno. Stoltenberg infatti esce da palazzo Chigi e dichiara: «Ho elogiato l’Italia». Il segretario generale ringrazia espressamente il governo Meloni per avere inviato armi all’Ucraina, in particolare il sistema antiaereo Samp/T assieme alla Francia. Sottolineatura indispensabile perché, complice la campagna elettorale per le Europee, in Italia traballano vistosamente le saldezze di molti partiti. Si fa sentire con foga il capogruppo Cinquestelle alla Camera, Francesco Silvestri: «È indegno che questo Parlamento non sappia nulla, che qui permanga un segreto che abbiamo solo noi in tutta Europa. Solamente in Italia c’è questo segreto, non ce l’ha più nessuno». E per la prima volta i tre partiti di opposizione – M5S, Pd e Avs – chiedono congiuntamente che «il governo riferisca in Aula sulla natura delle armi inviate in Ucraina». Se è una posizione abbastanza scontata per i due gruppi pacifisti, non lo è per il Pd. Ma si sa, con Marco Tarquinio e Cecilia Strada, il Pd di Elly Schlein sta cambiando posizioni anche rispetto al conflitto in Ucraina. (Francesco Grignetti, La Stampa)

Paolo Rumiz su Repubblica: La notte dell’Europa. Oggi, 9 maggio, è la giornata dell’Europa e mi chiedo cosa ci sia da festeggiare.

Paolo Mieli sul Corriere: Lo schiaffo cinese. Nella visita in Europa il presidente cinese Xi Jinping ha attaccato la Nato e non ha risparmiato neppure l’Unione. Non esponendosi sulla guerra in Ucraina. Al termine di queste «visite», Xi Jinping ha annunciato che incontrerà Putin e con lui, si presume, tirerà le somme del fruttuoso viaggio. L’Europa queste somme le può trarre già ora. Per la Cina la Ue è insignificante sotto il profilo strategico.

Scurati, la   Rai   «avvisa»   Bortone.   Usigrai   all’attacco: «Inaccettabile». Procedura disciplinare. Il Pd: è intimidatorio. I vertici di viale Mazzini: fake news contro l’azienda. (Antonella Baccaro, Corriere della Sera)

Sgarbi a sorpresa, l’abbraccio con Sangiuliano: “E’ la pace di Napoli, oggi l’amicizia ritrovata, è un ministro espansivo. In tutti i sensi…”. L’ex sottosegretario irrompe in un evento organizzato dal titolare della Cultura: “Da candidato alle Europee sono venuto a prendermi la sua benedizione. Questa è la mia città d’elezione”. (Alessio Gemma, Repubblica)

Da quando nacque con Veltroni, peggiorò con Napolitano e Letta, s’infettò con Renzi e defunse con ri-Letta al seguito della fantomatica Agenda Draghi, il Pd ha sempre venerato la trimurti Lavoro precario-Sussidi alle imprese-Paghe da fame: dalla legge Treu al Jobs Act, dall’abolizione dell’articolo 18 ai voucher di Gentiloni, dai no al Reddito di cittadinanza e al dl Dignità del Conte-1 alla restaurazione draghiana che smantellò il dl Dignità, attaccò il Rdc e levò il salario minimo dal Pnrr contiano. Lo chiamavano “riformismo”, parolaccia che nasconde il più ciclopico fallimento della storia e che la gente perbene ha imparato a neutralizzare dotandosi di mutande di ghisa e da camminare rasente al muro. Infatti la setta degli adoratori superstiti della Trimurti, accampati fra Azione e Iv, veleggia fra il 5 e il 6% ni sondaggi. Il guaio, per la Schlein, è che il 99% del Pd, anche quello che sta con lei, dieci anni fa votò il Jobs Act senza fare un plissé. (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)

«Il Superbonus come il Vajont, ora crediti rimborsabili in 10 anni». Giorgetti: sullo stop Bankitalia in ritardo. I costruttori e le banche: no a norme retroattive. Bruxelles: il reddito di inclusione aumenterà l’incidenza della povertà. Il governo: analisi parziale. (Corriere della Sera)

Il rapporto Ue: “Con l’Assegno di inclusione aumenta l’incidenza della povertà”. Il ministero: “Analisi parziale”. Il giudizio della Commissione: pesano le maglie più strette rispetto al Reddito di cittadinanza. La zavorra del lavoro atipico e degli stipendi stagnanti: “In Italia il rischio povertà tra chi lavora è tra i più alti”. (Repubblica)

«Lavoro, è difficile coprire un posto su due. Basta tassa Lagarde». Gardini (Confcooperative): sì al salario giusto. (Enrico Marro, Corriere della Sera)

Terna, spinta degli investimenti. Balzo del 53,3% nel trimestre. Di Foggia: è un record, robuste performance di tutti gli indicatori. Utili a 268 milioni. (Corriere della Sera)

Motor Valley, l’eccellenza dell’industria made in Italy apre a innovatori e startup. Domenicali: polo che valorizza le imprese. L’incubatore di Cdp. (Bianca Carretto, Corriere della Sera)

Henkel, importante crescita del fatturato nel primo trimestre. L’azienda ha registrato un fatturato di circa 5,3 miliardi di euro e un’importante crescita organica pari al 3,0%, sostenuta dallo sviluppo molto positivo di entrambe le divisioni Adhesive Technologies e Consumer Brands. (Repubblica)

Gli altri temi del giorno

Usa, sospeso l’invio di bombe a Israele. L’avvertimento di Austin: le operazioni non devono superare la «linea rossa». Bibi vede il capo della Cia Burns. (Davide Frattini, Corriere della Sera)

Il monito degli Stati Uniti: «Congelato un carico di armi».Gli Stati Uniti stanno «attualmente rivalutando alcune spedizioni di assistenza di sicurezza a breve termine» a Israele. Lo ha detto il segretario alla Difesa Lloyd Austin in un’audizione Commissione per gli stanziamenti del Senato sul bilancio del Pentagono per l’anno fiscale 2025. «Continueremo a fare ciò che è necessario per garantire che Israele abbia i mezzi per difendersi. Detto questo, stiamo attualmente rivalutando alcune spedizioni di armi a breve termine nel contesto degli eventi in corso a Rafah», ha dichiarato il capo del Pentagono. Inoltre: «Siamo stati chiari sin dall’inizio nel dire che Israele non doveva lanciare un’ampia offensiva contro Rafah senza tenere in conto e proteggere i civili che si trovano sul campo di battaglia». Funzionari israeliani hanno espresso in privato ai loro omologhi statunitensi «profonda frustrazione» per la decisione dell’Amministrazione Biden di bloccare una spedizione di potenti bombe allo Stato ebraico per il timore che vengano usate a Rafah. Il capo del Pentagono Austin ha confermato che le spedizioni bloccate sono quelle di armamenti pesanti: bombe da 800-900 chilogrammi e bombe da 220 e 750 chilogrammi. (Il Sole 24 Ore)

Netanyahu, la stretta Usa. La chiusura del valico di Rafah, dove sono ammassate le truppe, e la momentanea interruzione di Kerem Shalom hanno provocato non pochi problemi ai rifugiati, visto che gli aiuti non riescono a entrare. Secondo il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, a causa della chiusura dei valichi di frontiera, gli ospedali nel sud della Striscia di Gaza hanno solo tre giorni di autonomia di carburante, minando la somministrazione di servizi. Da Cipro è in partenza la nave americana Sagamore sulla quale sono stati caricati aiuti per Gaza, la maggior parte offerti dagli Emirati Arabi. La nave approderà sul nuovo pontile realizzato dagli americani nel centro della Striscia. Intanto, nell’ospedale Al-Shifa a Gaza City è stata trovata una nuova fossa comune dalla quale, finora, sono stati recuperati 49 corpi, per lo più in stato di avanzata decomposizione. Alcuni, secondo quanto dichiarato dall’ufficio stampa del governo di Gaza, sono stati rinvenuti decapitati. Sono quindi diventati ora 520 in totale i corpi recuperati dalle fosse comuni scoperte all’Al-Shifa e all’Al- Nasser nel sud e dall’ospedale Kamal Adwan nella parte settentrionale. (Nello Del Gatto, La Stampa)

Al-Shifa, trovata terza fossa comune: 49 morti. Squadre mediche hanno trovato una terza fossa comune all’interno dell’ospedale Al-Shifa di Gaza City. Gli operatori continuano a scavare con un bulldozer. Finora sono stati recuperati 49 corpi. Nei mesi scorsi l’esercito israeliano ha ripetutamente preso di mira Al-Shifa, il più grande ospedale del territorio palestinese, e altre strutture mediche nella sua guerra nella Striscia contro i miliziani di Hamas in corso da oltre sette mesi. Motassem Salah, capo del Pronto soccorso di Al-Shifa, ha raccontato ai giornalisti che «una terza fossa comune è stata trovata all’interno dell’ospedale». L’ufficio stampa del ministero della salute di Gaza ha affermato, in una dichiarazione separata, che almeno 49 corpi sono stati recuperati nel sito di Al-Shifa. Il comunicato accusa Israele di «uccisioni dentro e fuori gli ospedali», senza offrire ulteriori informazioni sui corpi appena ritrovati. L’esercito israeliano non ha rilasciato commenti. (Il Sole 24 Ore)

«A Rafah casa per casa fino alla fine di Hamas. No allo Stato palestinese». Barkat, ministro dell’Economia: il Qatar lupo travestito da agnello. Comunità palestinesi autonome che convivono con Israele sotto il nostro controllo di sicurezza. Paralleli. La storia lo dimostra: le guerre si combattono così. È in gioco la nostra vita. (Andrea Nicastro, Corriere della Sera)

Gaza, l’Idf avvisa: “Il piano di guerra è di un anno”. Mentre il valico di Rafah resta chiuso, Tel Aviv ieri ha detto di aver riaperto quello di Kerem Shalom per gli aiuti umanitari, ma secondo l’Unrwa non è passato “alcun tipo di aiuto”. Il carburante, ha scritto il direttore dell’Oms Ghebreyesus, basterà solo per tre giorni ad alimentare i due ospedali ancora attivi; il terzo, Al-Najjar, è stato evacuato e spostato in strutture di fortuna. Il capo della Cia William Burns ieri ha incontrato Benjamin Netanyahu e i direttori di Mossad e Shin Bet. A fine giornata, però, Hamas ha gettato di nuovo la palla nel campo di Netanyahu: il premier israeliano avrebbe “riportato i colloqui al punto di partenza”. All’opposto, Tel Aviv ha avvisato Washington che la decisione di Biden di sospendere un invio di armi a Israele rischia di far saltare il tavolo. (Riccardo Antoniucci, Il Fatto Quotidiano)

Accordo sugli asset russi congelati: l’Ue girerà a Kiev 3 miliardi all’anno. Il compromesso accontenta i Paesi neutrali. Il 90% dei profitti sarà speso per le armi, il resto in aiuti. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Dai 46 ai 74 mila euro per uccidere Zelensky. Quel «regalo» allo zar bloccato in extremis. È l’ultimo di una lunga serie di piani segreti. (Francesco Battistini, Corriere della Sera)

Marsiglia, festa blindata per la torcia delle Olimpiadi. Macron invoca l’unità: “La Francia sarà fiera”. Tra eccezionali misure di sicurezza è iniziato il viaggio verso Parigi. Odio social per due drag queen tra i tedofori. (Anais Ginori, Repubblica)

Covid, AstraZeneca ritira il vaccino: «Non era aggiornato sulle varianti». L’azienda: scelta non legata alle cause legali per gli effetti collaterali. In Italia non era più utilizzato. (Cristina Marrone, Corriere della Sera)

Aifa sapeva dei danni da vaccino ma ha sconsigliato di fare i test. Astrazeneca ritira in tutto il mondo il suo prodotto e ammette gli effetti avversi. Che il nostro Cts conosceva. Ma siccome verificare la predisposizione alle trombosi avrebbe rallentato la campagna, si è tirato dritto. Il 25 maggio 2021, la diciottenne Camilla Canepa si vaccina all’Astra day organizzato dalla Regione Liguria. Ventiquattr’ore dopo, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ancora non sa che la studentessa di Sestri Levante accuserà dei malori, verrà ricoverata al pronto soccorso di Lavagna il 3 giugno e infine, il 10, morirà per una trombocitopenia trombotica immunitaria indotta dal vaccino. Nelle carte genovesi dell’inchiesta sul decesso della giovane, però, è incluso un documento, datato appunto 26 maggio, nel quale l’autorità regolatoria già affronta il problema degli effetti avversi del preparato anglosvedese. La circolare, intitolata  «Complicanze  tromboemboliche p o s t v a z z i n a z i o n e a n t i C o v i d – 1 9 c o n Va x z e v r i a (ChAdOx1nCov-19, Astrazeneca) o con Covid-19 vaccine Janssen (Ad.16. Cov2.S, Johnson&Johnson)», era stata pubblicata su Internet. Oggi si incontra qualche difficoltà a procurarsela. Quando si clicca sul link, da alcuni pc compare la scritta: «403 Forbidden». Significa che il server ha interpretato correttamente la richiesta dell’utente, ma non può soddisfarla: l’accesso alla risorsa Web non è consentito. Altri computer, per iniziare il download, devono utilizzare la navigazione in incognito. Altri ancora non hanno nessun problema. Ma cosa si legge in quelle 11 pagine? L’elemento più interessante è illustrato al punto 4. Lì, Aifa sostiene che sia «impossibile identificare dei fattori di rischio da cercare nella popolazione generale», prima di procedere alle inoculazioni con le fiale spedite da Oltremanica. Riconosce che, «nel 5-6% della popolazione generale», si rilevano «condizioni trombofiliche ereditarie», fattori che predispongono la persona a sviluppare una trombosi; e che «ci si può quindi attendere che circa 5.000-6.000 persone ogni 100.000 soggetti vaccinati con Vaxzevria siano portatrici o portatori di queste anomalie coagulative». (Alessandro Rico, La Verità)

Chiara Valerio su Repubblica dopo le esternazioni del ministro Valditara: Perché serve studiare i dinosauri. Studiare serve solo a studiare. Aiuta a capire, certo, ma non serve a capire. Ci sono esempi di persone con lauree, dottorati e titoli vari di studi superiori che hanno capito poco. Motivo per cui la domanda “A che serve?”, riguardo qualsiasi argomento di studio curriculare o no — ma quando si tratta di istruzione obbligatoria mi pare più grave — rivela quasi sempre l’indole di chi misura la necessità di uno strumento o un concetto dall’immediatezza dell’utilizzo.

Il Corriere intervista BigMama: «Il tumore, gli abusi e gli insulti del prof. Ora mi sento una dea e sposerò la mia fidanzata Lodovica». Il complimento più bello? Da Loredana Bertè.

Repubblica intervista Monica Guerritore: “La mia Magnani con i colori della notte per raccontare il talento e la disperazione”. L’attrice dirigerà e interpreterà ‘Anna’, il suo primo film da regista.

Gli Anniversari

1087, traslazione a Bari delle reliquie di Nicola
1336, Petrarca primo scalatore del Mont Ventoux
1502, quarto e ultimo viaggio di Colombo per le Americhe
1671, tentato furto della Corona d’Inghilterra
1887, Buffalo Bill debutta a Londra
1901, primo parlamento australiano a Melbourne
1915, 320 parlamentari con Giolitti contro la guerra
1921, prima di Sei personaggi in cerca di autore
1936, Mussolini annuncia la nascita dell’Impero
1936, Vittorio Emanuele III Imperatore d’Etiopia
1939, Hitler e Mussolini a Firenze
1941, la marina britannica scopre la crittografia tedesca
1945, Goring catturato dall’esercito statunitense
1946, V. Emanuele III abdica in favore di Umberto II
1949, Ranieri III diventa principe di Monaco
1950, Monnet e Schuman presentano la Dichiarazione
1955, la Germania Ovest entra nella Nato
1974, avvio dell’Impeachment di Richard Nixon
1974, rivolta nel carcere di Alessandria
1976, Canada, Francia e Gran Bretagna in aiuto al Friuli
1978, Moro ritrovato morto a Roma in una Renault rossa
1978, la mafia uccide Peppino Impastato
1987, aereo polacco si schianta a Varsavia: 183 morti
1994, Nelson Mandela presidente del Sudafrica
1995, quarantena a Kinshasa per epidemia di Evola
1997, La Sapienza: Marta Russo uccisa da un proiettile
2002, Russia: una bomba esplode durante una parata
2008, Yahoo! acquisisce AltaVista
2012, Obama: sì al matrimonio tra lo stesso sesso

Nati oggi

1265, Dante Alighieri
1883, José Ortega y Gasset
1860, James Matthew Barrie (Peter Pan)
1874, Francesco Baracca
1893, Pitigrilli
1926, Napoleone Colajanni
1927, Fausto Sarli
1930, Corrado Carnevale
1938, Gaetano Pecorella
1939, Gian Carlo Caselli
1940, Franco Bassanini
1946, Candice Bergen
1948, Maurizio Paniz
1949, Billy Joel
1957, Claudio Lotito
1966, Monica Sarnelli
1968, Fabrizio Quattrocchi

Si festeggiano i Santi Geronzio e Pacomio

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