Indagini in corso per smascherare la banda che ha messo a segno raggiri milionari. Al centro dell’inchiesta telefonate con richieste di denaro per falsi riscatti in Medio Oriente
Il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato vittima di un grave episodio di frode che ha coinvolto una serie di importanti imprenditori italiani. I truffatori, fingendosi lui, hanno chiesto cifre esorbitanti per presunti riscatti di giornalisti rapiti in Medio Oriente. Crosetto, informato della situazione da uno dei destinatari delle richieste, ha immediatamente allertato le autorità e mobilitato i carabinieri.
“Ho già pronta la denuncia,” ha dichiarato il ministro all’Ansa, aggiungendo che potrebbe essere convocato a breve dalla procura di Milano per chiarire i dettagli della vicenda. Tra i reati ipotizzati potrebbe figurare la sostituzione di persona, dato che i responsabili hanno agito spacciandosi per lui.
Imprenditori nel mirino: truffa da un milione di euro
Le indagini sono coordinate dal pm Giovanni Tarzia, che ha già raccolto tre denunce formali. Tra i primi a segnalare la truffa figura Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, che avrebbe versato circa un milione di euro ai malviventi. Nei giorni successivi si sono aggiunte le denunce della famiglia Aleotti, proprietaria del gruppo farmaceutico Menarini, e dei Beretta, noti produttori di armi.
Secondo fonti investigative, i truffatori avrebbero tentato di contattare altri nomi illustri del panorama economico italiano, tra cui Giorgio Armani, Marco Tronchetti Provera, Patrizio Bertelli e le famiglie Caprotti, Caltagirone e Del Vecchio. Al momento si attende la possibile presentazione di ulteriori denunce.
Rogatorie internazionali e caccia ai truffatori
La magistratura ha avviato rogatorie internazionali per recuperare il denaro sottratto. Contestualmente, i carabinieri stanno cercando di identificare la banda responsabile, composta apparentemente da più soggetti con ruoli distinti. Tra i membri spiccano un finto Crosetto, un presunto funzionario del Ministero, identificato come Giovanni Montalbano, e un fasullo generale.
Le vittime hanno descritto i truffatori come persone dall’italiano fluente, ma l’ipotesi è che il gruppo si avvalga anche di figure esterne e di sofisticati sistemi tecnologici, tra cui server situati all’estero per rendere irrintracciabili le telefonate.
Le indagini proseguono con la massima attenzione per smascherare la rete e restituire quanto sottratto ai malcapitati.
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