Laura Delli Colli sugli Oscar 2024: «Grazie a Matteo Garrone, ma competere tra i film internazionali è sempre più difficile»

Non è successo. L’Oscar® per il miglior film internazionale ha seguito i pronostici ed è a casa del regista inglese Jonathan Glazer,  autore del film che contro Io Capitano aveva le chances più forti in quest’ultimo difficile ‘miglio’ verso la serata finale dell’Academy. Con grande dispiacere per un film bellissimo, coraggioso e importante l’ho scritto stanotte sui social pensando comunque che è un vero dolore assistere alla fine della corsa per la meravigliosa avventura che Matteo Garrone ha coraggiosamente portato avanti immaginando, girando e accompagnando il suo film in un viaggio senza sosta, compiuto spesso a bordo della sua auto, con alcuni del piccolo gruppo dei protagonisti al seguito. 

L’ Oscar® è andato a The zone of interest che, tra i competitor del ‘nostro’ film era il più pericoloso ma, diciamolo subito, Garrone è riuscito a regalarci un’emozione profonda e come ho scritto l’orgoglio di essere arrivati fino a questa serata che resta anche per l’Italia un successo nella storia degli Oscar.

Al mio personalissimo grazie a Matteo per quello che ha realizzato aggiungo alcune ragioni: per l’intensità del suo racconto, perché ha offerto al mondo un punto di vista diverso sulle migrazioni svelandoci cosa accade prima che il viaggio diventi, come accade spesso, una tragedia del mare ricca di insidie insospettabili. Il suo – come ha detto subito prima di entrare sul red carpet di Hollywood – è un messaggio di pace e di fratellanza, nel senso universale di un film che parla molte lingue, parlandone sostanzialmente una sola, e con i sottotitoli, in tutto il mondo.

Perché allora tanta fatica per arrivare a conquistare la cinquina dopo la shortlist e con il successo comunque certificato anche dalle candidature dei Golden Globes? Penso sia utile, visto che mi chiedete un parere, sottolineare che la concorrenza tra i candidati dei diversi Paesi si fa di anno in anno più forte tra i film internazionali e questo perché esiste un’oggettiva difficoltà a trovare nei tempi più utili per rendere ogni sforzo ancora più strategico una distribuzione e in esclusiva anche un’agenzia importante che supporti ogni film candidato nella campagna americana, in particolare tra Hollywood e New York dove più alto è il numero dei votanti.

Ha ragione Matteo Garrone quando dice che Io capitano  è un film che riesce a toccare il cuore in tutto il mondo perché dietro i protagonisti ci sono «veri migranti che erano i veri superstiti». Ed è importante che da Rai Cinema l’Ad Paolo Del Brocco si sia speso generosamente in prima persona nella campagna particolarmente intensa che ha supportato il film al fianco di Garrone. «Grazie al suo enorme talento, ha acceso ancora una volta nel mondo i riflettori sul cinema italiano. Ha portato di nuovo l’Italia a competere con le eccellenze della cinematografia internazionale fino alle battute finali», ha dichiarato commentando il risultato, comunque eccellente per una ‘cinquina’ difficile. «Un risultato che ha qualcosa di prodigioso, visto che abbiamo gareggiato contro le forze smisurate delle grandi piattaforme e dei grandi distributori con budget a disposizione molto più sostanziosi».

Ecco: budget più sostanziosi con cui competere e dunque campagne più potenti che iniziano con il vantaggio che, se la scelta italiana è in calendario dopo Venezia (quindi nel cuore di settembre), la stragrande maggioranza dei film che puntano all’Oscar® parte dal Festival di Cannes, quindi per molti competitor con almeno quattro mesi di vantaggio sulla possibilità che il film italiano scelto alla fine di settembre trovi ancora un posto esclusivo nel mercato delle agenzie più importanti che si contendono il supporto delle campagne. È un dettaglio tecnico da non sottovalutare, ma soprattutto non dimentichiamo che il cinema italiano ha dalla sua la forza di un cinema che negli anni ha conquistato un primato ancora importante, con il maggior numero di candidature e premi più forte perfino rispetto al più competitivo, tradizionalmente, tra i concorrenti europei che è il francese.

Un tema su cui riflettere, ma con il cinema italiano che comunque applaude Io Capitano e continua a credere in un film così speciale non resta ora che dire ancora una volta grazie a Matteo Garrone e ai protagonisti di questa storia, Mamadou Kouassi e Fofana Amara, e i due giovanissimi e straordinari attori Seydou Sarr e Moustapha Fall, che hanno condiviso un’avventura capace di  cambiare la loro vita. E forse un po’ anche il punto di vista di tanti spettatori che continuano ad amare un film così diverso e ricco di una forza speciale. Il coraggio della sincerità.

di Laura delli Colli, courtesy Cinecorriere.

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