L’autopsia sul corpo di Satnam Singh rivela che il bracciante è morto per sanguinamento

L’incidente ha coinvolto un macchinario per stendere il velo di plastica nei solchi del terreno, che ha causato la perdita di un braccio e gravi lacerazioni alle gambe, recidendo vene importanti e provocando un’emorragia fatale

Secondo i risultati preliminari dell’autopsia, Satnam Singh, è morto a causa dell’abbondante sanguinamento. Il bracciante indiano di 31 anni è stato trovato abbandonato davanti casa sua ed è poi morto  il 19 giugno scorso dopo un grave incidente sul lavoro a Latina. L’incidente ha coinvolto un macchinario per stendere il velo di plastica nei solchi del terreno, che ha causato la perdita di un braccio e gravi lacerazioni alle gambe, recidendo vene importanti e provocando un’emorragia fatale.

Le Indagini e le Conseguenze Legali

Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla procura di Latina, sono in corso e al momento ipotizzano i reati di omissione di soccorso e omicidio colposo. Nel mirino degli inquirenti è il  titolare dell’azienda agricola Lovato, dove lavorava Satnam Singh. Secondo i primi accertamenti, un intervento medico tempestivo avrebbe potuto salvare la vita del lavoratore.

Reazioni e Sdegno

L’episodio ha suscitato forti reazioni di sdegno e indignazione. Giovanni Paglia, responsabile economia di Sinistra Italiana, ha criticato duramente la situazione su Facebook, sottolineando come il sistema attuale sembri più favorevole a chi commette gravi negligenze sul lavoro piuttosto che alle vittime. Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra ha chiesto chiarimenti al ministro dell’Interno riguardo al mancato funzionamento della Consulta per il contrasto al caporalato.

Mobilitazioni e Manifestazioni

Il 25 giugno, la Fai-Cisl e la Uila-Uil hanno proclamato una giornata di sciopero di 8 ore per sensibilizzare sullo sfruttamento dei lavoratori agricoli e sostenere la comunità indiana di Latina. La manifestazione, organizzata dalla comunità indiana e sostenuta da sindacati e partiti politici, mira a denunciare le condizioni disumane in cui lavorano molti braccianti agricoli.

La Comunità Indiana

Gurmukh Sing, presidente dell’associazione Comunità indiana del Lazio, ha espresso il dolore e la rabbia della comunità, sottolineando che mai avrebbero pensato di trovarsi di fronte a una tragedia di tale portata. La manifestazione del 25 giugno sarà un’occasione per chiedere un incontro con il Prefetto di Latina e presentare una lettera aperta per denunciare le condizioni di sfruttamento quotidiano e chiedere interventi concreti per evitare il ripetersi di simili tragedie.

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