Le nuove frontiere dell’innovazione e la forza della divulgazione comprensibile

Quattro interviste video, realizzate in esclusiva per i sottoscrittori della newsletter di Intesa Sanpaolo, dimostrano l’importanza e l’efficacia della buona comunicazione scientifica. La parola ad Amalia Ercoli-Finzi, Federico Faggin, Daniele Pucci e Francesco Profumo  

Amalia Ercoli-Finzi

di Ennio Bassi

La scienza a portata di tutti. Intesa Sanpaolo (ISP), anche nel 2024 Main Partner del “Galileo Festival della Scienza e dell’Innovazione”, ha proposto agli iscritti della sua newsletter una finestra divulgativa d’eccezione, con protagonisti scienziati e pionieri della tecnologia i quali hanno illustrato in termini semplici le nuove frontiere dell’innovazione. In un video esclusivo realizzato per ISP, Amalia Ercoli-Finzi, scienziata e ingegnera spaziale, ha parlato dell’importanza dell’uomo nella space economy. Federico Faggin, fisico, inventore e imprenditore, ha spiegato le differenze tra l’intelligenza naturale e l’intelligenza artificiale. Daniele Pucci, responsabile dell’Intelligenza Artificiale e Meccanica dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), ha descritto le principali caratteristiche della robotica umanoide. Infine, Francesco Profumo, direttore dell’Open Institute of Technology, ha approfondito il legame esistente tra innovazione, formazione, ricerca e investimenti.

Il ruolo di Uomini e donne nella circolazione spaziale – ha detto Amalia Ercoli-Finzi – è certamente fondamentale anche se ha bisogno di una preparazione. Le funzioni robotizzate vanno bene proprio perché aiutano a fare un primo screening di quello che sarà l’ambiente in cui andremo a vivere, tenendo conto che l’esplorazione spaziale vuol dire entrare in ambienti pericolosi. ambienti difficili dove l’intelligenza di uomini e donne può salvare situazioni che altrimenti sarebbero perdute con un grave danno sia dell’umanità sia di quelli che hanno tanto lavorato per questo.  Io mi auguro che sia una donna la prima che mette il piede su un pianeta diverso perché il contributo di noi donne, che siamo abituate a affrontare problemi complessi e problemi sconosciuti, può essere essenziale”.

Federico Faggin

Il fisico Faggin, si è invece soffermato sul rapporto tra tecnologia e coscienza. “L’intelligenza artificiale – ha spiegato Faggin – non potrà mai avere nessuna forma di coscienza perché non essendo quantistica non può avere queste proprietà.  L’informazione quantistica ha una caratteristica particolare: non si può riprodurre, non si può clonare e quindi è conoscibile solo da dentro, esattamente come l’esperienza cosciente che è dentro di noi, che possiamo conoscere solo noi quando la sperimentiamo”.

Daniele Pucci

Daniele Pucci, responsabile dell’Intelligenza Artificiale e Meccanica dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha invece posto l’accento sul rapporto tra macchine e uomini spiegando come funzionano gli automi . “Un robot umanoide – ha detto Pucci nel video per ISP – è l’aggregazione di tre elementi: il primo un corpo che per l’appunto dell’assomigliare a quello di un essere umano composto da parti meccaniche e da schede elettroniche, poi c’è la parte che cerca di emulare la percezione dell’essere umano. La terza componente è l’intelligenza che è composta in due macro categorie, l’intelligenza cognitiva, che è quella degli esseri umani e che ci permette di articolare il discorso, e l’intelligenza motoria che è quella che ci permette di stare in piedi o di camminare”.

Francesco Profumo

Infine nel video di ISP appare Francesco Profumo, direttore dell’Open Institute of Technology, il quale ha spiegato con molta chiarezza quali siano i legami tra innovazione, formazione, ricerca e investimenti. “Il tema della formazione della ricerca dell’investimenti e dell’innovazione – ha detto l’ex ministro – sono strettamente connessi. I paesi che hanno ottenuto migliori risultati in termini di innovazione sono i paesi che hanno investito molto su progetti lunghi, sia per la formazione che per la ricerca. Un buon esempio sono i paesi del Nord Europa, dove questi investimenti sono durati almeno vent’anni se non di più”.

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