L’Europa con Ursula von der Leyen ha sollecitato una crescita dell’industria europea della difesa

 

LEONARDO 

*Internazionalizzazione. * Il colosso italiano della difesa Leonardo si prepara a un futuro sempre più all’insegna dell’internazionalizzazione: “Vogliamo essere un’azienda sempre più globale”, ha detto il Ceo Roberto Cingolani, ex ministro dell’energia di Mario Draghi. 

Su l’opinion.fr 

Antitrust europeo. I funzionari antitrust dell’Unione Europea devono stare fuori dal settore della difesa e consentire alle imprese locali di fondersi, integrare e costruire una massa critica per affrontare la concorrenza globale, ha avvertito l’amministratore delegato di Leonardo. Roberto Cingolani ha fatto la richiesta di chiedere alle società di difesa europee di collaborare – senza aspettare istruzioni dai governi – in modo che il continente possa competere anche in termini in tutto il mondo. “Antitrust è stato concepito come un modo per garantire la libera concorrenza in Europa, ma stiamo parlando dell’Europa in competizione con la Cina, l’India, il Giappone e gli Stati Uniti”, ha detto ai giornalisti a Roma. In questo caso l’antitrust ci indebolisce, non ci aiuta. Il concetto ha un senso in molti settori, ma dobbiamo identificare settori come la sicurezza e l’energia in cui la concorrenza è globale”, ha detto, aggiungendo che il blocco delle fusioni di difesa condannerebbe il settore a rimanere “marginale”. Cingolani pensa a un’alleanza sul modello di Mbda, un consorzio in cui ogni partner ha un terzo. 

Tom Kington su Defense news 

Job rotation. Federico Bonaiuto, con 28 anni di esperienza in Leonardo e recentemente nominato general counsel, ha promosso la job rotation all’interno dei dipartimenti legali dell’azienda per rafforzare la governance e preparare la nuova generazione di manager. Durante i suoi primi otto mesi di mandato, si è concentrato su operazioni cruciali del nuovo piano industriale e ha sostenuto le partnership strategiche nel settore aerospazio, difesa e sicurezza, affrontando sfide legali legate alla complessità geopolitica. 

Michela Cannovale su Mag 

Difesa Europea.* Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha sollecitato un’intensificazione dell’industria della difesa dell’UE in risposta alle crescenti minacce geopolitiche, ispirandosi all’esperienza della produzione del vaccino Covid-19 finanziata dall’UE per consolidare e incentivare il settore. In un contesto di crescenti tensioni, in particolare a causa dell’aggressione russa, la proposta della von der Leyen mira a unificare il frammentato mercato europeo della difesa e ad aumentare l’efficienza utilizzando il bilancio dell’UE per sostenere contratti di difesa congiunti e garantire la spesa per prodotti di difesa di fabbricazione europea. 

Henry Foy sul Financial Times 

  

Missili e bombe a Roma. Il Dipartimento di Stato USA ha approvato la vendita all’Italia di missili aria-aria e bombe per un valore rispettivamente di 69 e 150 milioni di dollari, confermata dal Pentagono con Rtx come contractor. La Defense Security Cooperation Agency sostiene che ciò rafforzerà la sicurezza della Nato e migliorerà l’interoperabilità delle forze armate italiane. 

Sul Corriere 

  

Armi: esclusiva del governo sull’export. L’Italia è in procinto di modificare la legge sulla vendita di armi all’estero, un ritorno al passato che prevede più potere discrezionale al governo e meno controllo parlamentare. Questo cambiamento, che mira a ridurre la trasparenza e le restrizioni sulla vendita di armamenti, ha suscitato le critiche dei movimenti pacifisti che vedono tale mossa come un arretramento rispetto agli standard di controllo e di diritti umani stabiliti negli ultimi decenni. 

Sul Manifesto 

  

Maxi ordini. Fincantieri, alla guida di Pierroberto Folgiero e principale gruppo navale europeo, punta a espandere la sua forza lavoro specializzata e ad investire in formazione per rispondere alla domanda di nuove navi fino al 2029, con un backlog di 22,2 miliardi di euro, introducendo anche welfare aziendale. Con l’impiego di soluzioni tecnologiche avanzate, come la robotizzazione e l’intelligenza artificiale, Fincantieri si propone di ottimizzare i processi produttivi, preservando al contempo i ruoli lavorativi esistenti e puntando a diventare leader mondiale nella realizzazione e gestione di navi digitali e sostenibili. 

Gianluca Lo Nostro sul Giornale 

  

Affari di guerra. L’Italia ha notevolmente ridotto le importazioni dalla Russia, conseguenza dei cambiamenti geopolitici e delle sanzioni legate al conflitto nel Donbass, avviando un reindirizzamento delle proprie fonti energetiche verso altri Paesi. Di conseguenza, la Russia si è rivolta a nuovi partner commerciali, principalmente Cina e India, per compensare la perdita degli scambi con l’Europa e l’Occidente. 

Carlo Tecce su L’Espresso 

  

Italia leader. L’Italia ha guadagnato un ruolo leader nel settore delle comunicazioni satellitari, siglando un accordo con l’Agenzia europea per la Difesa e Telespazio France per fornire servizi Satcom all’Unione europea, mentre ha anche assunto la leadership del programma satellitare della NATO, con un impatto strategico riconosciuto durante incontri di alto livello. Questo consolidamento del ruolo italiano nello spazio è stato ulteriormente sottolineato dal recente successo della missione Ax-3, con il colonnello Walter Villadei, e dal crescente riconoscimento della capacità dell’Italia di fornire comunicazioni satellitari sicure e affidabili. 

Marco Battaglia su La Verità 

  

Robot napoletani a Wall Street. La società napoletana Protom sta espandendo le sue operazioni negli Stati Uniti con un investimento di 5 milioni di dollari per una nuova sede in South Carolina, puntando sull’internazionalizzazione e sulle potenzialità della robotica educativa e assistiva. Il successo dei loro robot, come il ClassMate presentato al CES di Las Vegas, e lo sviluppo di nuovi modelli per l’assistenza agli anziani evidenziano il focus di Protom sulla digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, oltre a un impianto produttivo e di ricerca all’avanguardia. 

Vera Viola sul Sole 

  

Airbus non affonda Boeing. Airbus si impegna a consegnare 800 aerei nel 2024, sottolineando l’importanza della qualità nonostante gli investitori aspettassero un obiettivo più aggressivo in risposta alle difficoltà di Boeing, e offre un dividendo straordinario agli azionisti grazie a una liquidità netta oltre i 10 miliardi di euro. Il costruttore europeo, che ha superato le previsioni con ordini record, mantiene un portafoglio di 8.598 velivoli garantendo 12 anni di produzione e pianifica aerei ad idrogeno per il futuro, mentre gestisce problemi della supply chain e collabora con Pratt & Whitney per i motori difettosi. 

Mara Monti sul Sole 

  

Airbus. Airbus punta ad aumentare le consegne di aeromobili nel 2024 per rafforzare il suo vantaggio sul mercato rispetto a Boeing, pur riconoscendo le difficoltà della catena di fornitura. Il gigante aerospaziale europeo, che lo scorso anno ha registrato un utile operativo di 5,8 miliardi di euro, prevede di consegnare circa 800 aerei commerciali quest’anno e sta lavorando per raggiungere un ritmo di produzione mensile di 75 A320 entro il 2026, nonostante le difficoltà di produzione che includono carenze di componenti e problemi di controllo della qualità. 

Leila Abboud sul Financial Times 

  

Richieste curiose. La Direzione generale per la Concorrenza dell’UE ha imposto a Ita Airways e Lufthansa una serie di sacrifici, tra cui la cessione di slot e l’obbligo di supportare economicamente compagnie rivali, per ottenere l’approvazione alla loro fusione, condizioni accolte con sconcerto dai diretti interessati. Malgrado i colloqui iniziati il 7 febbraio, la resistenza dell’Antitrust UE persiste, mentre Ita e Lufthansa evitano di commentare in merito e Bruxelles sembra cercare di evitare il blocco della fusione spingendo le compagnie a sacrifici significativi per mantenere la concorrenza nei servizi aerei. 

Leonard Berberi sul Corriere 

  

Guerre stellari. L’intelligence USA monitora le presunte attività russe volte a disabilitare i satelliti statunitensi, ma condivide le informazioni solo con leader selezionati del Congresso. 

Giuseppe Sarcina sul Corriere 

  

Svelati i piani russi. La Casa Bianca ha annunciato che la Russia sta sviluppando un’arma spaziale in grado di distruggere i satelliti e che, sebbene non sia attualmente operativa né rappresenti una minaccia immediata per la Terra, potrebbe avere conseguenze devastanti e contravviene agli accordi internazionali. La Russia nega, attribuendo le accuse degli Stati Uniti a una tattica per giustificare gli aiuti militari all’Ucraina, mentre a Washington si discute sulla desecretazione di informazioni di intelligence e si specula sull’influenza delle dichiarazioni sulla politica di aiuti esteri. 

Paolo Mastrolilli 

  

L’arma segreta. La Russia sta potenziando la sua capacità di condurre guerre nello spazio, con l’obiettivo di neutralizzare i satelliti avversari, una minaccia che preoccupa gli Stati Uniti e che richiede una risposta rapida. Mentre le potenze mondiali, comprese Cina, India e Iran, sviluppano tecnologie come missili, raggi laser e robot per combattere questa nuova forma di guerra, si intensifica la corsa agli armamenti spaziali, segnando un’inquietante evoluzione del contesto militare globale. 

Gianluca Di Feo su Repubblica 

  

Riserve russe. Il vertice straordinario del G7 del 24 febbraio, convocato in occasione del secondo anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina, affronterà la complessa questione delle riserve russe congelate e il sostegno a Kiev, mentre si temono crepe nel fronte di sostegno guidate dalle forze politiche filorusse e dalla possibile ripercussione della campagna elettorale di Trump. L’Italia cerca un compromesso sul possibile uso dei fondi russi congelati per sostenere l’Ucraina, nonostante le resistenze della BCE e di altri Paesi europei preoccupati per le implicazioni legali e per lo status dell’euro, mentre gli alleati occidentali, compresa l’Italia, stanno negoziando garanzie di sicurezza con Kiev, tra crescenti pressioni politiche interne ed esterne. 

Federico Fubini sul Corriere 

  

Europa difendersi da sola. Donald Trump ha messo in crisi la NATO e l’UE, portando gli europei a considerare la necessità di difendersi autonomamente, specialmente alla luce delle minacce poste da Vladimir Putin. L’Europa deve quindi aumentare e ottimizzare la sua spesa per la difesa, rafforzare il suo sostegno all’Ucraina e sviluppare la capacità di auto-difesa senza dipendere dagli Stati Uniti, anticipando la possibilità di un’insufficienza del supporto americano sotto una futura presidenza di Trump. 

Stefano Stefanini 

  

  

ECONOMIA 

  

Frena l’Europa. La Commissione Europea ha ridotto le previsioni di crescita economica per il 2024 allo 0,8%, influenzata dall’indebolimento dell’economia tedesca e dall’incertezza internazionale, inclusa la politica monetaria restrittiva e una domanda internazionale più bassa. Sulla questione dell’inflazione, l’UE prevede un calo verso l’obiettivo del 2% entro la fine del 2025, nonostante l’esistente cautela espressa dalla presidente della BCE Christine Lagarde, e le incertezze politiche legate alle elezioni americane. 

Beda Romano sul Sole 

  

Procedura di infrazione. La riduzione delle previsioni di crescita dell’Italia per il triennio 2023-2025 da parte di Bruxelles aumenta il rischio che dopo le elezioni europee a giugno, l’Italia possa affrontare una procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea per un disavanzo eccessivo, basata sui risultati finanziari del precedente anno. L’Italia potrà tentare di negoziare delle deviazioni dal percorso di rientro richiesto, potenzialmente beneficiando di “sconti” a causa dell’aumento dei tassi d’interesse e potrebbe avere maggiore flessibilità per investimenti pubblici, mentre dovrà presentare entro settembre piani di spesa estesi fino a sette anni, con la revisione del Def di aprile che mostrerà i dati aggiornati su PIL e finanza pubblica. 

Dino Pesole sul Sole 

  

Manovra correttiva. La Commissione Europea ha ridotto le previsioni di crescita per l’Italia e l’intera Eurozona, con il Pil italiano previsto salire solo dello 0,7% e l’inflazione al 2%, mentre il buco nei conti pubblici potrebbe raggiungere i dieci miliardi di euro. Di fronte a questo scenario, il commissario italiano all’Economia Paolo Gentiloni ha sollecitato un taglio dei tassi da parte della BCE, mentre l’approccio del governo italiano include un avanzamento nelle privatizzazioni di grandi aziende come Poste, Eni e le Ferrovie per fronteggiare il deficit crescente. 

Alessandro Barbera sulla Stampa 

  

Il passo di addio di Gentiloni. Il commissario per gli Affari Economici Paolo Gentiloni, non ricandidandosi, fa un bilancio onesto del suo mandato enfatizzando le sfide economiche affrontate nel 2023, le incertezze elettorali globali, e le conseguenze delle guerre in Ucraina e Medio Oriente sull’economia europea. Nonostante l’inflazione in calo e una tenuta dell’occupazione, emergono preoccupazioni per la recessione in diversi Paesi membri, tra cui la Germania, e si pone attenzione alla prudenza della BCE su eventuali tagli dei tassi di interesse. 

Marcello Sorgi sulla Stampa 

  

Il manifesto di Draghi. Mario Draghi ha presentato un piano per riformare l’Unione europea che richiede una politica fiscale comune, un debito condiviso e una difesa unita, discutendo le sfide globali e l’importanza del coordinamento europeo in tema di sicurezza e investimenti per affrontare le disuguaglianze e i cambiamenti climatici. Ricevuto con ovazione al Capitol Hilton di Washington, dove ha ricevuto il Paul A. Volcker Award, Draghi ha evidenziato la necessità per l’Europa di superare le divisioni interne e rispondere con decisione all’isolazionismo crescente, sottolineando l’impatto della globalizzazione e le sue debolezze manifestatesi attraverso la crisi finanziaria globale, la pandemia e la guerra in Ucraina. 

Alberto Simoni sulla Stampa 

  

L’Europa sia più unita. Mario Draghi, intervenendo alla Nabe Economic Policy Conference a Washington e ricevendo il Paul Volker Lifetime Achievement Award, ha sottolineato l’urgenza per l’Europa di unire le forze in ambito fiscale e difensivo per affrontare le sfide della globalizzazione e preservare i valori sociali europei. Ha evidenziato l’importanza di politiche economiche e fiscali incentrate sugli investimenti e la cooperazione, in risposta alle crescenti tensioni geopolitiche e alla necessità di affrontare diseguaglianze e transizioni sociali. 

Mario Sensini sul Corriere 

  

Confindustria. Il candidato alla presidenza di Confindustria Emanuele Orsini ha ricevuto dai “saggi” dell’organizzazione la richiesta di riconsiderare la sua candidatura, a seguito di controversie sulla sua gestione precedente e lettere anonime, con Repubblica che ha sollevato questioni come l’uso di una Porsche Panamera e il mancato rimborso di un debito. Orsini risponde rifiutando di ritirarsi e minacciando azioni legali contro chiunque ostacoli la sua candidatura o danneggi la sua reputazione, mentre Confindustria si interroga sull’impatto che la vicenda avrà sull’integrità elettiva e reputazionale dell’associazione 

Francesco Mancorda su Repubblica 

  

Veleni e dossier. La competizione per la presidenza di Confindustria è stata segnata da comportamenti scorretti, tra cui la creazione di dossier falsi volti a danneggiare il candidato in vantaggio, Emanuele Orsini, che ha poi denunciato il caso alla Procura di Milano. La situazione si è aggravata con la diffusione di lettere anonime e richieste di ritiro della candidatura, in un clima di lotta di potere interno che ha scatenato nuovi scenari inquietanti e potenziali risvolti giudiziari. 

Osvaldo de Paolini sul Giornale 

  

Private banking. Le Poste Italiane stanno esplorando il settore del private banking con l’intenzione di offrire servizi personalizzati ai clienti più abbienti, che possiedono patrimoni superiori a 500 mila euro, sfruttando la propria rete capillare di uffici in tutto il paese; un progetto pilota è già in via di sviluppo. Il nuovo piano industriale, previsto per il 20 marzo, potrebbe portare ulteriori innovazioni in questo settore, rafforzando la posizione del gruppo nel contesto di una possibile nuova tranche di privatizzazione annunciata dal governo. 

Anna Messai su Mf 

  

18,6 miliardi di profitti. Stellantis ha totalizzato 18,6 miliardi di euro in profitti nel 2023, con significativi ricavi dagli Stati Uniti e piani per distribuire circa 8 miliardi ai soci e un premio medio di 2.122 euro ai dipendenti italiani, mentre i sindacati chiedono azioni concrete riguardo agli investimenti negli stabilimenti italiani. Il CEO Carlos Tavares sottolinea la necessità di incentivi governativi per la produzione e respinge l’idea di un secondo produttore automobilistico in Italia, esprimendo preoccupazioni competitività rispetto alle case automobilistiche cinesi. 

Francesco Bertolino sul Corriere 

  

  

POLITICA ITALIA  

  

Terzo mandato. Il dibattito politico in Italia è accentrato sulla proposta della Lega di aumentare il numero di mandati consentiti per governatori e sindaci da due a tre, con Fratelli d’Italia che si oppone chiedendo alternanza, evidenziando che la rielezione di Luca Zaia in Veneto per un quarto mandato non è scontata. 

Paola di Caro sul Corriere 

  

Linea dura contro Salvini. La premier Giorgia Meloni chiede alla Lega di ritirare l’emendamento sul terzo mandato per presidenti di regione e sindaci, mentre stabilisce una linea dura contro gli attacchi degli alleati, soprattutto della Lega, chiedendo risposte energiche dai suoi ministri. Mentre il clima politico tra Fratelli d’Italia e Lega resta infuocato, con spaccature interne e dispute anche su questioni internazionali come il cessate il fuoco a Gaza, si avvicina il voto in Senato che potrebbe creare ulteriori tensioni nella maggioranza. 

Francesco Olivo sulla Stampa 

  

La lega sta con Israele. Massimiliano Fedriga, governatore della regione Friuli Venezia Giulia e membro della Lega, si esprime contro alcune posizioni internazionali e sostiene l’importanza di estirpare Hamas per riportare la pace e proteggere i civili di Gaza. Fedriga ritiene che la questione del Medio Oriente non debba essere sottovalutata per opportunismi politici e sottolinea l’unità necessaria del centrodestra, facendo fronte anche ad eventuali future sfide elettorali. 

Francesco Moscatelli sulla Stampa 

  

Troppi tagliati fuori. L’Assegno di inclusione, successore del Reddito di cittadinanza, ha escluso molti cittadini a causa di requisiti di accesso stringenti, con oltre mezzo milione di famiglie in povertà respinte e solo 480mila nuclei che ne beneficiano, anche se l’obiettivo era di 737mila. Il governo sta considerando una revisione delle regole per ridurre le distorsioni del sistema e migliorare l’inclusione, mentre i dettagli esatti dei beneficiari rimangono opachi, con molti dati non divulgati. 

Valentina Conte su Repubblica 

  

Schlein. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, critica aspramente il progetto di Autonomia differenziata sostenuto dal governo di Giorgia Meloni, ritenendo che minerebbe servizi fondamentali come la salute e la scuola, soprattutto al Sud. Schlein contesta anche il premierato, e si dichiara pronta a contrastare le politiche del governo che, a suo avviso, aumentano le disuguaglianze regionali e sociali, e compromettono la solidarietà nazionale. 

Giovanna Vitale su Repubblica 

  

In Africa come a Caivano. Giorgia Meloni presenta un nuovo piano per gestire l’immigrazione, ispirato al “modello Caivano” usato per affrontare il disagio giovanile in Italia, mirando allo sviluppo di progetti in Africa, particolarmente in Tunisia e Libia, con un approccio di continuità e cooperazione non predatorio. Tuttavia, la misura è stata etichettata come iniziativa mediatica volta a mantenere alta l’attenzione sul tema, accentuando l’importanza di rapporti collaborativi con le nazioni africane, nonostante le critiche della Conferenza Episcopale Italiana sulla gestione dei fondi per l’accoglienza dei migranti. 

Alessandra Ziniti su Repubblica 

  

Sondaggio. Più della metà degli italiani critica l’Ungheria per il trattamento severo riservato a Ilaria Salis, con differenze di opinione a seconda dell’orientamento politico: elettori di Fratelli d’Italia (FdI) e Lega tendono a lasciarla in Ungheria, mentre quelli di Forza Italia sono più garantisti, propendendo per i domiciliari in Italia. L’opinione pubblica appare divisa sull’intervento del governo, con una maggioranza che ritiene dovrebbe agire diplomaticamente, ed è notevole la sfiducia nel sistema giudiziario ungherese, specialmente tra coloro che non sono elettori della Lega. 

Antonio Noto su Repubblica 

  

Trattori. La protesta degli agricoltori a Roma, definita da alcuni rappresentanti del governo un flop, si è conclusa con un sit-in di circa 1.500 persone e 10 trattori presso il Circo Massimo. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha presentato un documento per riformare la Politica agricola comune europea (Pac), chiedendo misure per sostenere il reddito degli agricoltori, a norme rafforzate per i prodotti importati e un intervento sulle pratiche di etichettatura per contrastare la concorrenza sleale. 

Claudia Voltattorni sul Corriere 

  

Il ponte. Il consiglio di amministrazione della Società Stretto di Messina ha approvato l’aggiornamento del progetto per il Ponte sullo Stretto, con un costo previsto di 13,5 miliardi e l’obiettivo di apertura al traffico per il 2032. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini prevede l’inizio dei lavori nel 2024 e respinge le critiche delle opposizioni, sottolineando l’importanza strategica dell’opera, che promette innovazioni tecnologiche e benefici occupazionali e infrastrutturali. 

Andrea Ducci sul Corriere 

  

  

POLITICA MONDO 

  

Irruzione all’ospedale. Soldati israeliani sono entrati nell’ospedale Nasser di Khan Yunis nella Striscia di Gaza, intimando agli sfollati di evacuare, e successivamente due persone, incluse un sedicenne e un prigioniero, sono state uccise dai cecchini; l’esercito israeliano ha poi ordinato l’evacuazione di pazienti gravi e personale medico, arrestando alcuni palestinesi all’interno del complesso ospedaliero. Intensificandosi, il conflitto ha visto attacchi reciproci fra Hezbollah e Israele nel Sud del Libano e nel Nord di Israele, culminati nella morte di un comandante di Hezbollah, mentre si stima un Piano Marshall per ricostruire Gaza costerebbe venti miliardi di dollari. 

Daniele Raineri su Repubblica 

  

Netanyahu non vuole i due popoli due Stati. Stati Uniti e Israele discutono sul rilascio degli ostaggi, ma il primo ministro Netanyahu respinge l’idea di negoziati e di uno Stato palestinese indipendente. La tensione in Medio Oriente è alta anche con il Libano, dove Israele minaccia possibili attacchi a Hezbollah nonostante gli sforzi diplomatici internazionali. 

Davide Frattini sul Corriere 

  

Ucraina. La ricostruzione dell’Ucraina post-conflitto è stimata in quasi 500 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni, con 9,5 miliardi mancanti per le necessità immediate del 2024, secondo un rapporto della Banca Mondiale che considera danni diretti e l’impatto economico della guerra. Mentre si cerca di affrontare sia le urgenze infrastrutturali che il sostegno alla popolazione e all’economia, la Polonia arresta una spia russa che pianificava sabotaggi, rafforzando la percezione dei rischi di sicurezza nella regione. 

Antonella Scott sul Sole 

  

Conferenza di Monaco. La sessantesima edizione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco affronta una serie senza precedenti di crisi globali e sfide alla sicurezza, tra cui le tensioni geopolitiche, i conflitti in Ucraina e a Gaza, e la difesa nucleare europea, con la partecipazione di oltre 700 delegati internazionali, tra cui 50 capi di Stato e di governo. L’evento, che si tiene dal 118 al febbraio, mira a rafforzare la cooperazione internazionale e affrontare temi urgenti come la sicurezza alimentare ed energetica, i cambiamenti climatici, la tecnologia e riforme delle istituzioni globali quale l’ONU. 

Isabella Bufacchi sul Sole 

  

Europa. L’Europa si confronta con la preoccupazione di possibili nuovi dazi da parte degli Stati Uniti in previsione di una potenziale vittoria di Donald Trump alle elezioni, scenario che potrebbe impattare pesantemente sulle relazioni commerciali e sull’economia dell’Unione Europea. Di fronte a questa situazione, Francia e Germania esercitano pressioni per non supportare Trump, mentre la posizione del governo italiano guidato da Giorgia Meloni resta al momento neutrale. 

Claudio Tito su Repubblica