L’offerta di Unicredit scuote il governo, in allarme Salvini e Giorgetti

Giorgetti invoca il golden power, Salvini invece lancia allusioni a possibili manovre occulte

unicreditL’annuncio dell’offerta di Unicredit su Banco Bpm ha creato tensioni politiche e alimentato un acceso dibattito all’interno del governo italiano. Tra riferimenti al golden power e sospetti di complotti, la vicenda mette in evidenza le divergenze tra i leader di maggioranza.

Giorgetti e il golden power

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che l’operazione “è stata comunicata ma non concordata col governo”, suggerendo che il ricorso al golden power sarà valutato attentamente. Questa misura, introdotta per proteggere settori strategici, sembra però difficilmente applicabile in questo caso. Essendo sia Unicredit che Banco Bpm due gruppi privati italiani, l’idea di una minaccia agli interessi nazionali appare poco chiara. Nonostante ciò, il governo potrebbe intervenire sfruttando le novità legislative del 2022, ma solo in presenza di una giustificazione concreta.

Giorgetti ha poi concluso con un riferimento storico: “Citando von Clausewitz, il modo più sicuro per perdere una guerra è combattere su due fronti. Chissà che questa regola non valga anche oggi”.

Salvini contro le acquisizioni: timori per il sistema bancario italiano

Anche Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha espresso forte contrarietà all’operazione. Il ministro ha dichiarato di preferire un terzo polo bancario italiano formato da Banco Bpm e Mps, un progetto che rischia di naufragare con l’offerta di Unicredit. Salvini ha inoltre criticato il cambiamento di strategia di Unicredit, sottolineando la sua progressiva “estraneità” all’identità italiana: “Unicredit ormai di italiano ha poco e niente”.

Il leader della Lega ha anche lanciato un’allusione a possibili manovre occulte: “Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm-Mps per favorire altri”.

Dubbi su Banca d’Italia: una vigilanza efficace

Nel suo intervento, Salvini non ha risparmiato critiche alla Banca d’Italia, interrogandosi sul suo ruolo e sulla sua capacità di vigilanza. “Da cittadino italiano vorrei sapere se è tutto sotto controllo”, ha affermato, ponendo l’accento sul costo elevato delle istituzioni di controllo rispetto all’efficacia percepita.

Le reazioni politiche: critiche da +Europa

La posizione di Giorgetti ha suscitato critiche anche da parte dell’opposizione. Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa, ha espresso perplessità sull’idea di usare il golden power in modo preventivo, sottolineando che l’interesse primario dovrebbe essere quello dei contribuenti: “Una volta garantita la continuità aziendale, il governo vuole decidere a chi vendere, a prescindere dall’interesse di vendere al prezzo migliore?”.

Un clima di incertezza per il futuro bancario italiano

L’offerta di Unicredit su Banco Bpm si è trasformata in un banco di prova per il governo e le istituzioni italiane. Mentre da un lato si discute sull’applicabilità del golden power, dall’altro emergono divergenze politiche e dubbi sulla capacità delle autorità di controllo di garantire trasparenza ed equilibrio. Questa vicenda riflette una più ampia questione: il destino del sistema bancario italiano in un contesto di consolidamenti e crescenti influenze straniere.

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