Macron propone l’invio di truppe militari a Kiev, risponde un coro di no

Dalla Casa Bianca a Londra, da Berlino all’Ue fino a Antonio Tajani, tutti escludono un coinvolgimento diretto nel conflitto. Una nota di Palazzo Chigi ha poi chiarito: “Il supporto a Kiev non comprende l’invio di truppe”

di Emilia Morelli

Emmanuel Macron, presidente francese, ha recentemente modificato la sua posizione sulla crisi in Ucraina. Durante vertice di sostegno all’Ucraina che si è svolto all’Eliseo, ha suggerito ciò che fino a poco tempo fa  sembrava impensabile: l’invio di truppe occidentali in aiuto dell’esercito ucraino. Pur riconoscendo che questa possa essere una prospettiva futura piuttosto remota, Macron ha tenuto a ribadire l’importanza di non escludere alcuna opzione.

Il summit, convocato all’Eliseo con numerosi leader mondiali, in gran parte dell’UE, è stato organizzato in breve tempo da Macron su richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’obiettivo era contraddire la nozione che l’Europa fosse rassegnata dinanzi alla crisi ucraina. Macron ha dichiarato: “Faremo tutto il possibile per impedire alla Russia di trionfare in questa guerra”, alludendo all’ipotesi di un coinvolgimento di forze occidentali in territorio ucraino.

Per l’Italia ha partecipato il viceministro Cirlielli al posto di Meloni, dopo che Macron aveva mancato il G7 di Kiev. La riunione era stata pianificata da Macron in pochi giorni, su richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con cui ha firmato un accordo bilaterale il 16 febbraio.

Secondo alcune fonti, l’idea di Macron non consisterebbe in una missione della NATO, che comporterebbe un immediato rischio di conflitto globale, ma nell’assemblaggio di una coalizione di Paesi volontari disposti a inviare un contingente internazionale a Kiev per supportare l’Ucraina. Al momento, molti Paesi occidentali hanno già dispiegato forze speciali in Ucraina per operazioni di addestramento e sicurezza.

Tuttavia, l’idea di un contingente sotto l’egida dell’UE o di un gruppo limitato di nazioni ha trovato resistenze. Nonostante l’opposizione, Macron ha mantenuto una posizione di “ambiguità strategica” per destabilizzare le previsioni di Putin.

Macron sostiene che, date le circostanze attuali, essenziale superare gli ostacoli di natura diplomatica. Nella situazione di emergenza in Ucraina la Francia, insieme a altri Paesi, si è impegnata ad accelerare le forniture di munizioni. Parigi si è dichiarata favorevole a un piano proposto dalla Repubblica Ceca per l’acquisto di munizioni da Paesi terzi.

Preso atto della ricezione di solo un terzo delle munizioni promesse, Zelensky ha ringraziato per le armi ricevute e si è appellato alla creazione di una nuova coalizione di Paesi pronti a fornire missili e bombe di media e lunga portata.

Macron, nel tentativo di affermare la sua leadership in questa fase di incertezza pre-elettorale negli Stati Uniti, ha sottolineato l’importanza di agire in modo autonomo e di non dipendere completamente dal sostegno statunitense.

Nonostante la speculazione su possibili invii di truppe in Ucraina, Stati Uniti, Unione europea e NATO hanno confermato la mancanza di pianificazione in tal senso.

L’idea di inviare militari in Ucraina proposta dal presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto uno stop dal Regno Unito, secondo quanto chiarito formalmente dal governo di Rishi Sunak. Nonostante le informazioni circa la presenza di “volontari” occidentali presso le forze di Kiev, Londra ha ribadito di non aver mandato altro che consiglieri o istruttori militari in Ucraina, negando un coinvolgimento diretto sul campo.

Parallelamente, anche l’Unione europea frena sull’invio di truppe. Peter Stano, portavoce Ue per la politica estera, riferisce che non sono mai state discusse simili decisioni a livello Ue, pur essendo a conoscenza delle dichiarazioni di alcuni Stati membri.

Prima dell’annuncio ufficiale britannico, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, aveva già espresso la sua contrarietà all’invio di truppe. Rimarcando l’importanza di non instaurare una percezione di guerra con la Russia, Tajani ribadisce il suo disaccordo personale sull’invio di truppe italiane in Ucraina.

L’Italia si è sganciata poi in maniera netta con un comunicato diffuso da Palazzo Chigi: “La conferenza organizzata ieri a Parigi dal presidente Macron ha costituito l’occasione per riaffermare, con la partecipazione del viceministro Cirielli, il pieno impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina nella lotta a difesa della propria sovranità e integrità territoriale”. La stessa nota prosegue ricordando che “fin dall’aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev. Questo supporto – sottolinea la nota – non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato”.

Negativa anche la posizione della Spagna rispetto alla proposta del presidente Macron. La portavoce del governo, Pilar Alegria, ha dichiarato in una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che il paese non concorda con questa ipotesi e che è necessario concentrarsi sulle questioni urgenti, come l’accelerazione della consegna degli aiuti a Kiev. Alegria ha quindi ribadito l’impegno della Spagna nel sostenere il popolo ucraino e favorire un ritorno alla pace.

Di fronte a queste dichiarazioni, il Cremlino ha risposto enfatizzando che l’impiego di truppe occidentali in Ucraina andrebbe contro gli interessi degli stessi Paesi occidentali, prospettando un inevitabile scontro diretto tra NATO e Russia in uno scenario simile.

Nonostante le controversie, Macron rimane convinto dell’importanza di considerare tutte le opzioni possibili per supportare l’Ucraina nella sua lotta contro l’aggressione russa.

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