Il Presidente della Repubblica insieme al suo omologo mozambicano spingono per accelerare le attività estrattive che vedono in prima fila varie aziende italiane come Eni e Saipem. L’importanza della pace, ricordata in occasione del trentennale degli accordi di Roma, e le parole di condanna per l’invasione russa
Maputo (Mozambico) – Dall’inviato Guido Talarico
L’amicizia storica tra i due paesi e le rispettive contingenze energetiche hanno fatto si che la prima visita di Stato in Mozambico del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accolto ieri a Maputo dal presidente Filipe Jacinto Nyusi, sia partita subito nel segno positivo. Lo si è capito chiaramente dalle parole utilizzare dai due capi di stato nella conferenza stampa svoltasi al termine dell’incontro avvenuto nel palazzo presidenziale. Tanto Mattarella che Nyusi hanno infatti menzionato esplicitamente l’emergenza energetica esplosa a causa del conflitto ucraino come un territorio comune sul quale lavorare rapidamente nell’interesse reciproco.
In economia si chiama punto di equilibrio e si trova quando domanda ed offerta si incontrano. Il Mozambico controlla quello che viene giudicato il secondo giacimento di gas più grande al mondo. Lo ha scoperto grazie all’Eni qualche anno fa, ma ancora non è entrato in produzione. L’Italia ha invece scoperto a causa della guerra in Ucraina che la Russia non è il partner ideale a cui affidare il 40 % del proprio fabbisogno energetico. Il punto di equilibrio tra i due paesi dunque è stato facile da individuare. C’è anche la variabile tempo che accomuna Italia e Mozambico. I due paesi non ne hanno più molto a disposizione. Per ragioni diverse, ma entrambi devono correre, l’uno ad acquistare l’altro a produrre.
Mattarella e Nyusi si sono trovati uniti da un genuino afflato di stima ed amicizia, figlio di una storia antica, lastricata di lasciti positivi. La cooperazione postcoloniale ed emergenziale, gli accordi di Pace di Roma, che misero fine a una lunga e sanguinosa guerra civile e dei quali quest’anno ricorre il trentennale, sono alcune delle pietre miliari di un percorso solido di vicinanza. Ma se il risultato di questa visita di stato può essere definito un successo lo si deva alla ferrea volontà dei due presidenti di imprimere una forte accelerata al cammino del gas. Prima arriva meglio è per tutti.
E’ per questo che nella conferenza stampa entrambi hanno fatto esplicito riferimento allo sviluppo delle attività affidare ad Eni a Cabo Delgado come una priorità assoluta. “La collaborazione che avviene sul piano energetico attraverso l’azione dell’ENI – ha detto il Capo dello Stato – è strategica. Il prossimo avvio dell’esportazione di gas naturale liquefatto dall’impianto di Coral Sul, gestito da ENI, è un traguardo importante che testimonia quanto sia preziosa la nostra collaborazione e spero si possa allargare ad altre aziende italiane”.
Eni ha un ruolo decisivo per il futuro del Mozambico. E’ il campione italiano dell”Oil and Gas” che ha scoperto il giacimento enorme che si trova nel nord, nelle acque antistanti Cabo Delgado. Una scoperta che ha cambiato la storia economica e sociale di questo paese. Nyusi chiama per nome l’Ad di Eni e Claudio Descalzi fa lo stesso col presidente mozambicano: una intimità che testimonia l’amicizia e la stima che lega i due uomini e le istituzioni che rappresentano. Del resto l’Italia è il principale investitore straniero in Mozambico, un impegno che si protrarrà nel tempo, visto che, per fare un esempio, la stessa Eni entro il 2024 potrebbe raddoppiare le forniture di gas rispetto ai 3.4 milioni di tonnellate annue attuali di MTPA (million tonnes of LNG per annum).
ENI, SAIPEM E LE ALTRE, L’IMPORTANZA DELLA PRESENZA ITALIANA
Ma in Mozambico non c’è solo Eni. E’ bene ricordarlo. Il sistema Italia in questo lungo paese della costa orientale meridionale dell’Africa è ben più radicato. Saipem, altra azienda italiana leader nel settore della progettazione e realizzazione di infrastrutture di impianti complessi, ha firmato un accordo di esclusiva con l’Impressa nazionale di idrocarburi (ENH) del Mozambico per la monetizzazione del gas domestico. Significa che quando il gas verrà estratto da Total, altro ingombrante protagonista della scena energetica mozambicana con gli ancora più ingombranti americani di Exxon, allora Saipem dovrà incaricarsi di costruire impianti per la trasformazione del gas in fertilizzanti, metanolo o urea attività in grado di favorire lo sviluppo economico a livello locale. Un accordo, questo, di grande valore strategico per il governo di Maputo e di grande valore economico per Saipem, azienda che negli ultimi tempi ha denunciato gravi perdite e che, in attesa di un cambio ai vertici che stenta ad arrivare, sta vivendo una fase di difficoltà.
Firmato alla presenza del Ministro risorse minerali ed energia, Carlos Zacarias, questa commessa puó produrre una parte dei 400 milioni di “feet” al giorno necessari alla realizzazione di progetti di sviluppo industriale come il metanolo o l’urea. Sempre Saipem ha poi preso il contratto di manutenzione del Coral floting Nlg che si somma al progetto di costruzione dei due impianti di liquefazione a terra per il progetto di Total. Un progetto che Total però ha attualmente sospeso per il rischio terrorismo, che ancora permane nel nord del paese. Va poi ricordato che il lavoro di Eni e di Saipem crea sviluppo ed indotto per tante altre aziende italiane, come ad esempio Bonatti, Renco, Cmc, Gruppo Leonardo, Rina, Prysmian, Faresin e Donelli.
Insomma, quella italiana in Mozambico è una presenza che si sente. Una delle più articolate e consistenti di tutta l’Africa e che Mattarella, accompagnato come sempre dalla figlia Laura, ha voluto comunque rafforzare da subito. Nella sala delle Conferenze della Presidenza della Repubblica mozambicana è stato infatti firmato anche l’accordo di cooperazione dal viceministro agli Esteri Marina Sereni. Il “Piano Indicativo Pluriennale (PIP) Italia – Mozambico 2022-2026” verte su cinque aree tematiche prioritarie. Vale a dire sanità, creazione di impiego, agricoltura, sviluppo urbano e ambiente. Con un impegno finanziario indicativo di 85 milioni di euro per i primi tre anni, di cui 35 milioni di euro a fondo perduto e 50 milioni di euro a credito d’aiuto. Un’intesa che mira ad armonizzare l’impegno italiano con il “Programma Quinquennale del governo del Mozambico (PQG 2020-2024)” e le Strategie di Sviluppo Nazionali e settoriali.
I VALORI DELLA PACE – L’AGGRESSIONE RUSSA “CONDANNATA DALLA STORIA”
Nel suo discorso Mattarella, accanto a quelli economici, ha poi toccato altri temi importanti di tipo sociale ed umanitario. Ricordando gli accordi di Roma, il Presidente della Repubblica italiana si è infatti lungamente soffermato sui valori della pace. Su quella ottenuta dal popolo Mozambicano a costo di tante vite, favorita dalla Comunità di Sant’Egidio e firmata a Roma nel 1992, ma anche sulla guerra in Ucraina.
“La pretesa che vi siano zone d’influenza delle grandi potenze – ha detto Mattarella – è fuori dalla realtà. Contrasta con il senso e il valore della pace che oggi intendiamo coltivare, perché non possiamo nè dobbiamo arrenderci al costume della guerra. L’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina vede il riemergere di dottrine, come il militarismo e l’imperialismo ma esse sono già state “condannate dalla storia“.
Una Russia condannata dalla storia sono parole coraggiose che Mattarella usa per celebrare la mediazione italiana che portò alla Pace di Roma riportando a vita il Mozambico, ma lo sono ancora di più perché ricordano in un contesto internazionale quanto l’invasione militare russa dell’Ucraina sia un gesto brutale di aggressione da condannare sempre e comunque.
Dopo le ripetute parole di ringraziamento del Presidente Nyusi e la consegna delle chiavi di Maputo, che è la massima onorificenza municipale, è evidente quanto questa visita di stato di Mattarella sia stata apprezzata e abbia centrato tutti gli obiettivi che si era prefissata. L’Italia è legata al Mozambico da una amicizia storica ed è sempre pronta a dare il suo aiuto. Soprattutto ora che ha un bisogno disperato del suo gas per liberarsi dal giogo russo. Il Mozambico, dal suo canto, si gioca il proprio futuro qui ed ora. O accelera e soddisfa la domanda di chi ha bisogno oggi del suo gas, oppure tra due anni, quando gli effetti della crisi ucraina si spera siano leniti, sarà troppo tardi. Chi si ferma è perduto. A Maputo è ricominciata la corsa.
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