La premier ai giornalisti: “Sul caso Sala triangolazione con Usa e Iran. La vicenda Abedini è al vaglio del ministero della Giustizia”
Questa mattina si è tenuta la tradizionale conferenza stampa di fine anno, posticipata da fine dicembre a oggi per motivi di salute della premier Giorgia Meloni, organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione stampa parlamentare. La premier ha preso posto nell’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera per l’appuntamento a cui sono accreditati 160 giornalisti rispondendo a domande su dieversi temi. Tra tutti, la liberazione di Cecilia Sala, i presunti accordi con Space X e il premierato. In platea, fra gli ospiti istituzionali, anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Meloni: “Non sono un limite a libertà di stampa e democrazia”
“Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia”, ha detto Meloni. “Mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l’idea che il governo intenda comprimere i diritti per la stampa e l’opera attenta di sostegno” al settore svolta dal sottosegretario “Barachini”, perché “tutto quello che fa Barachini è una scelta del governo e non del sottosegretario” singolo, ha sottolineato. “Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti.Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno”. “Ho fatto la scelta di non fare conferenze stampa al termine delle riunioni del consiglio dei ministri” per dare spazio ai ministri nelle rispettive sfere di competenza, perché “Giorgia Meloni non è sola al governo”. “Mi capita sempre più spesso di trovare virgolettati sui giornali, dichiarazioni che non solo non ho mai detto e pensato ma spesso vengono riportati fatti non avvenuti. Mi piacerebbe che da qui provassimo a ripartire con un piede diverso: io assicuro rispetto, ancora di più rispetto per il vostro lavoro e mi permetto di chiederlo a voi”.
“Sul caso Sala triangolazione con Usa e Iran”
“C’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso, non direi che c’è stato un momento di svolta perché la questione è stata seguita dall’inizio. Le interlocuzioni con l’Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Mantovano è stato al Copasir ed è pronto a tornare nel caso in un’ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti”.”Ieri è stata una bella giornata per l’Italia intera, per il sistema Italia per le tante persone che ci hanno lavorato, una bella giornata per me e vi farò una confessione – ha aggiunto Meloni -: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio posso dirvi che non ho provato un ‘emozione più grade in questi anni rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa. Voglio condividere con voi questo e ringraziare i tanti che hanno permesso che questo accadesse”.
“Per quello che riguarda Abedini il caso è al vaglio del ministero della Giustizia, c’è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti. E’ una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden, che ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune”.
Il terzo mandato dei presidenti di regione: “impugniamo la legge della Campania”
“Nel Consiglio dei ministri di ogginoi impugniamo la legge regionale della Campania” che autorizzerebbe il terzo mandato del governatore, ha risposto Meloni in merito a quale sia la posizione del governo sul limite al terzo mandato dei presidenti di regione, nella conferenza stampa di fine anno. Meloni ha premesso: “Partendo dal caso della Campania, c’è intanto un tema di metodo: gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione e approfondimenti per capire, in base all’articolo 122 della Costituzione, se la questione sia di competenza dello Stato nazionale o sia nella facoltà delle Regioni di autodeterminarsi. La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio fondamentale e quindi la materia è di competenza dello Stato. Ed è la ragione per cui nel Consiglio dei ministri di oggi noi impugniamo la legge regionale della Campania”. “Sono disponibile a parlare sulla necessità di una iniziativa legislativa di armonizzazione sul limite al terzo mandato dei presidenti di regione”. “Però a oggi obiettivamente non mi pare che si possa intervenire con uno sì e uno no, perché non sarebbe coerente per le istituzioni nel suo complesso”.
“Il disegno di legge sulla diffamazione non lede il diritto dell’informazione”
“In attuazione della direttiva europea del 2016 che riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza, il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo cui non può essere pubblicata per intero o per estratto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. È consentito al giornalista di avere l’ordinanza, si chiede al giornalista di una fare sintesi. Si può continuare a dare notizia dei fatti di cronaca rilevanti, si chiede di non fare copia e incolla dell’ordinanza perché sono contenuti dati sensibili e stralci di intercettazioni. Non c’è nessuna limitazione del diritto di informare e essere informati. E il governo non ha ritenuto di inserire pene per chi dovesse violare le prescrizioni”. Il disegno di legge in discussione in Senato di iniziativa di Fdi sulla diffamazione a mezzo stampa “non lo si può definire un tentativo di limitare la libertà di stampa”, ha spiegato poi Meloni. ”
Su una legge che porta il mio nome (per introdurre l’equo compenso per i giornalisti) non posso che essere d’accordo, c’è al ministero della Giustizia un osservatorio insediato e operativo anche con le associazioni dei giornalisti. Io sono assolutamente favorevole e a disposizione, ci sono alcuni Ordini che hanno dato attuazione alla norma. Quindi sono favorevole e a vostra disposizione”.
Il caso SpaceX e i rapporti con Musk
“Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e continuino ad essere discusse anche dopo essere state smentite, come il contratto smentito con SpaceX”, “usare il pubblico per fare favore agli amici non è mio costume”, “io valuto l’interesse nazionale. E non ho mai parlato personalmente con Musk di queste vicende”. Così ha spiegato la presidente del Consiglio che ha aggiunto: “Neanche io personalmente ho le idee chiare si questa vicenda, si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche”. “L’Italia e l’Europa non sono arrivate in tempo a immaginare tecnologie pubbliche che fossero in grado mettere in sicurezza queste comunicazioni. Oggi ci si sta lavorando, domani magari ci saranno soggetti pubblici in grado garantirle. L’alternativa – ha evidenziato la premier- non è un soggetto pubblico, ma è non avere la protezione di questi dati. Questo in un dibattito serio sarebbe il tema, ossia quale è lo scenario preferibile. Io sono laica su questo dibattito, però devo porre la questione, perché se domani quelle comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate, il governo è responsabile: non posso fare finta che il problema non esiste”. “Non è la prima volta che accade” che si discuta di affidare ad un privato un servizio delicato come quello delle comunicazioni che potrebbero essere affidate a Starlink. “Lo stesso problema ci fu per il data center. Ma quando ciò venne affidato a Microsoft nessuno si è stracciato le vesti. Allora il problema sono le idee di Musk. Io non faccio favori ad amici ma non accetto che si attacchi una lettera scarlatta” a Musk.
“SpaceX- ha concluso la premier rispetto al tema-ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all’estero, che sono molto delicate. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità. Decine di aziende si propongono per cose più disparate, poi si fa l’istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti. In questo caso gli ambiti con cui confrontarsi sono molti, dal Consiglio supremo di difesa fino al Parlamento. Ma siamo nella fase istruttoria, non capisco tutte le accuse che sono state rivolte”.
“Alle prossime elezione vorrei arrivare con il premierato”
“Io vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvato ed una legge elettorale tarata su questo. Penso che la questione sia materia di competenza parlamentare, ma se il premierato non dovesse arrivare in tempo ci si interrogherà se questa legge elettorale sia la migliore o no”, ha aggiunto poi la premier parlando di uno dei suoi cavalli di battaglia.
“Le tempistiche non dipendono da me, il mio intento è di andare avanti con le riforme con determinazione e velocità. Le riforme sono costituzionali ed hanno delle tempistiche ampie e c’è un lavoro parlamentare. Io ho promesso che avrei consegnato un’Italia migliore di quella che ho trovato e queste riforme sono necessarie. Sulla riforma del fisco puntiamo a chiudere tutti i testi unici in materia tributaria e se riusciamo a fare anche il codice tributario. Vogliamo procedere spediti”.”Se riusciamo io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma per me l’importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani di esprimersi su queste materie. Sulla giustizia ci sono state aperture anche da alcuni partiti dell’opposizione ma non credo si arriverà ai due terzi”, ha spiegato poi Meloni nel corso della conferenza stampa, parlando dei referendum confermativi sulla giustizia e autonomia differenziata.
Centri in Albania: “pronti per essere operativi”
“A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo”, in quanto dicono che “che spetta al governo stabilire i paesi sicuri”. Meloni ha assicurato che i “centri in Albania sono pronti ad essere operativi”. Poi, “lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60%, negli ultimi anni giorni sono quasi azzerati”, ma “i centri per quanto ci riguarda sono pronti ad essere operativi”. Parlando della sentenza della Cassazione Meloni ha argomentato: “Conseguentemente il giudice non può sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei paesi, ma può motivare il caso specifico. Che è una cosa completamente diversa da quello che hanno fatto i magistrati del tribunale di Roma che non entrano nel merito del singolo caso”.
Meloni sulle carceri: ampliare capienza e facilitare ingresso dei tossicodipendenti nelle comunità
“Secondo me il modo serio di risolvere il problema (delle condizioni dei detenuti in carcere e il sovraffollamento) non è l’amnistia o l’indulto ma è un altro: da una parte ampliare la capienza delle carceri e poi stiamo lavorando per rendere più agevole ad esempio il passaggio dei detenuti tossicodipendenti nelle comunità”. Così ha risposto la Presidente del Consiglio a una domanda che chiamava in causa Papa Francesco e il suo appello per un’amnistia. Meloni ha quindi fatto una premessa: “Ascolto sempre con grande attenzione le parole di papa Francesco che ringrazio. Quello che dice sull’amnistia è nella bolla sul Giubileo ed è rivolto ai governi di tutto il mondo non riguarda specificatamente il nostro Paese”. E sulle migliori condizioni di vita dei detenuti ha sottolineato: “La mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle carceri, ma adeguare la capienza delle carceri alle necessità”, ricordando che “perciò abbiamo nominato un commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7000 nuovi posti in 3 anni a partire dal 2025”.
Lavoro faticosissimo, “deciderò nel 2027 se ricandidarmi”
“Non lo so. Questo è un lavoro faticoso, faticosissimo, è una decisione che prenderò quando la devo prendere, anche valutando i risultati che ho portato a casa. Sapete che non sono abbarbicata alla poltrona: se posso essere utile cerco di essere utile, se non posso essere utile mi regolo di conseguenza”, ha detto la premier Meloni rispondendo a un giornalista che le domandava se esclude di ricandidarsi nel 2027 o quando si andrà a votare. “Non sono come rispondere alla domanda se escludo di ricandidarmi – ha replicato la Presidente del Consiglio -. Lei spesso mi fa domande che sono più desiderata piuttosto che modi per capire come la penso…”.
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