Meloni: “Senza sapere quale sarà la riforma del Patto di Stabilità discutere del Mes è controproducente per l’Italia”

Meloni nelle sue Comunicazioni prima di partire per il Consiglio europeo ha affrontato molti dei temi che saranno trattati. Tra gli altri Meloni ha mostrato una vena polemica tanto nei confronti di Gentiloni per quanto riguarda il Pnrr, tanto in relazione alla politica monetaria della Bce

di Carlo Longo

In vista del Consiglio europeo, previsto per il 29 e 30 giugno,  la premier Giorgia Meloni ha espresso numerose preoccupazioni nelle comunicazioni alla Camera e al Senato. Meloni ha sottolineato che “la cornice entro cui si riunisce il prossimo Consiglio europeo  non è meno complessa di quella che abbiamo visto negli ultimi mesi. L’Europa, l’Occidente, il sistema internazionale stanno vivendo una fase particolarmente delicata e in questa fase la difesa e il mantenimento della sicurezza in tutti gli ambiti, ovviamente anche dal punto di vista economico e sociale, rimane una priorità assoluta. Si aprirà quindi un Consiglio europeo che dovrà esprimere segnali ambiziosi di un’Europa capace di proteggere imprese e cittadini”.

Molti i temi sul tavolo: dall’Ucraina al rilancio economico, dai rapporti con la Cina al dossier migranti. Su alcuni dei temi che toccano direttamente l’Italia la presidente del Consiglio si è espressa in toni chiari e netti. Prima tra tutti la ratifica del Mes. Sul punto Meloni ha affermato: “Nel merito non ho cambiato idea, ma quello che ho chiesto stamattina è un tema di metodo. Ha senso che noi procediamo a una ratifica senza conoscere quale sia il contesto? Senza sapere quale è la riforma della governance del Patto di stabilità e su mille questioni che sono aperte?” Sono sempre stata abituata ad assumermi le mie responsabilità e questo farò anche in questo caso, ma voglio difendere al meglio possibile l’interesse nazionale italiano. E adesso dico a tutto il Parlamento che discutere adesso questo provvedimento non è nell’interesse dell’Italia, poi ognuno farà le proprie scelte e si assumerà le proprie responsabilità”. A tal proposito la premier ha confermato la volontà di rinvio, il ddl sulla ratifica del Mes e la Camera è chiamata a votare entro il 6 luglio.

Guardando in maniera complessiva alla politica economica europea e, in particolare, alla riforma del Patto di Stabilità la premier ha dichiarato: “L’interesse dell’Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del Patto di stabilità, il completamento dell’Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo, su come si faccia a difendere l’interesse nazionale”.

Altro nodo importante nei rapporti con l’Europa è il Pnrr e la presidente del Consiglio ci ha tenuto a specificare che sul non ci sono ritardi, c’è semplicemente un lavoro serio che stiamo cercando di fare senza fare polemica, anche se avremmo potuto. Invece ci siamo messi ai remi e abbiamo cominciato a lavorare per mandare avanti un Piano importante per l’Italia anche sugli aspetti che potevamo non condividere complessivamente perché quando si tratta dell’interesse nazionale noi ci mettiamo a lavorare”.  In relazione al Piano Meloni ha espresso una vena polemica nei confronti del Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni: “mi fa specie” ha detto “che i partiti che di fatto hanno steso il Piano sul quale oggi si lavora e che in alcuni casi richiede da parte della Commissione europea delle modifiche, siano anche quelli che se la prende con l’attuale governo. Mi fa specie anche che lo faccia il commissario Gentiloni, che immagino il Piano lo avesse letto prima e che oggi chiama in causa il governo dicendo che bisogna correre e fare di più, ma se si fosse vigliato un po’ di più in passato oggi si farebbe più velocemente”

La premier si è poi mostrata polemica anche nei confronti della politica della Bce che introduce ormai da mesi un progressivo aumento dei tassi. L’inflazione è tornata a colpire le nostre economie” ma “la semplicistica ricetta dell’aumento dei tassi non pare a molti la strada più corretta da perseguire. Questa inflazione non è figlia di un’economia che cresce, ma di fattori esogeni come la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l’aumento dei tassi finisca per colpire più le economie che l’inflazione, che la cura si riveli più dannosa della malattia”, ha detto sul punto Meloni.

In relazione al dossier migranti la presidente del Consiglio ha spiegato che si procede  “nella giusta direzione”. “Le proposte che abbiamo concordatorendono le responsabilità per i Paesi di primo ingresso più sostenibili, valorizzano il concetto di Paese terzo sicuro, prevedono un meccanismo di solidarietà permanente e vincolante, pur con elementi di flessibilità nei suoi contenuti. Proponevano che gli Stati che dovessero rifiutare i ricollocamenti dei migranti pagassero quelli che dovevano ricollocare i migranti. Ma io non avrei mai accettato di essere pagata per trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa. Quello che abbiamo chiesto e ottenuto è che quelle risorse alimentino invece un fondo per difendere i confini esterni. Non per gestire l’immigrazione illegale, ma per contrastarla”, ha evidenziato la premier.

L’Aula del Senato ha  approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni della premier. I voti favorevoli sono stati 94, i voti contrari 28 e gli astenuti 35. L’Assemblea di palazzo Madama ha inoltre votato per parti separate la risoluzione del Pd, che ha visto approvati i punti su cui il governo ha espresso parere favorevole (129 sì, 1 contrario), mentre sono stati respinti i punti su cui il governo ha espresso parere negativo (30 sì, 90 no). Anche la risoluzione Azione-Iv è stata votata per parti separati ed hanno ottenuto l’ok dell’Assemblea sui punti condivisi dall’esecutivo (128 sì e 28 no), respinti invece quelli non condivisi. Bocciate per intero, invece, le risoluzioni di M5S e di Avs, su cui il governo ha espresso parere completamente contrario.

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