Mostra del Cinema di Venezia, estetica e forme dei film più interessanti in (e fuori) concorso

Dagli stravolgimenti spaziali di Lanthimos alla sensibilità stilistica della Coppola, una selezione di titoli dall’80 edizione del Festival

Se nella scorsa edizione ha vinto il Leone d’Oro il documentario dedicato a Nan Goldin, quest’anno la Mostra del Cinema di Venezia non presenta titoli dichiaratamente ispirati al mondo dell’arte. Nonostante ciò, proiettando il grande cinema contemporaneo, la Mostra si continua a configurare come un contesto estremamente propulsivo di nuovi canoni estetici e artistici.

Iniziata il 30 agosto scorso, la nuova edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera. Come ogni anno, la Mostra punta a far conoscere il cinema internazionale contemporaneo, riservando però anche molto spazio alla messa in risalto delle operazioni di restauro dei film classici, nell’ottica di favorire l’incontro del pubblico con la storia del cinema e con i paradigmi estetici che lo hanno caratterizzato.

Accanto alle sezioni autonome, come la Settimana internazionale della critica e Giornate degli autori, la selezione ufficiale ne include varie. Prima e più nota fra tutte Venezia 80, che comprende ventuno lungometraggi in prima mondiale. Tra questi va di certo menzionato Poor Things di Yorgos Lanthimos, tratto dal romanzo Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra di Alasdair Gray. Con Emma Stone nel ruolo di protagonista, il film di Lanthimos si annuncia nella sua peculiarità con uno degli elementi estetici più distintivi del regista: il forte uso del grandangolo e il conseguente stravolgimento dello spazio.

Ma stavolta Lanthimos sperimenta molto anche sul piano cromatico, mescolando sequenze a colori con altre in bianco e nero. E questo è un elemento centrale di un altro titolo molto acclamato, ovvero El Conde di Pablo Larraín, una commedia horror con protagonista un Augusto Pinochet nei panni di un vampiro. Un altro film da menzionare tra quelli di Venezia 80 c’è Priscilla di Sofia Coppola, un adattamento cinematografico delle memorie di Priscilla Presley. Nel film di Coppola la regia appare molto sensibile, con l’obiettivo di inserirsi in un tempo passato rispettandone fedelmente le forme.

Densa anche la sezione Fuori Concorso, dedicata a opere di autori noti dalla forte originalità. Sono infatti presenti Coup de Chance di Woody Allen e The Wonderful Story of Herny Sugar di Wes Anderson, che presentano un’estetica decisamente peculiare. In particolare, nel suo film Anderson sembra voler riproporre i suoi tratti formali distintivi, come la scelta di inquadrature – e del loro contenuto – dalla geometria meticolosa, strumento impiegato per raccontare storie spesso crude quanto improbabili in maniera disincantata.

Accanto ad esse sono presenti anche le sezioni Orizzonti e Orizzonti Extra: la prima rivolge una particolare attenzione agli esordi e agli autori emergenti, mentre la seconda seleziona un massimo di dieci titoli che si caratterizzano per un imbastimento originale del rapporto col pubblico. C’è infine Venezia Classici, che – come menzionato sopra – dedica spazio alla storia del cinema in tutti i sensi: attraverso restauri di film classici, ma anche con la proiezione di documentari sul cinema e sugli autori. Insomma, viene lasciato molto spazio alla storia, soprattutto in quanto la Mostra della Biennale di Venezia fa parte di questa stessa storia.

Accanto ai già ricordati Poor Things di Lanthimos, El Conde di Larraín e Priscilla di Coppola, tra i titoli da non perdere ci sono di certo La Bête, film distopico diretto da Bertrand Bonello, e Die Theorie von Allem di Timm Kröger, anch’esso in bianco e nero.

L’ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, iniziata il 30 agosto, terminerà il 9 settembre.

Info e programma: https://www.labiennale.org/it/cinema/2023