Mps – Mediobanca. Verso la nascita del terzo polo bancario italiano. I protagonisti e i nuovi equilibri

Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha annunciato il lancio di un’offerta pubblica di scambio totalitaria su Mediobanca.  Mediobanca valutata 13,3 miliardi con un premio del 5%. Le ricadute dell’operazione su Piazzetta Cuccia e  Generali.

 

Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha annunciato il lancio di un’offerta pubblica di scambio totalitaria su Mediobanca. Lo comunica l’istituto senese in una nota ufficiale. Mediobanca valutata 13,3 miliardi con un premio del 5%. Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio, Mps valuta Mediobanca 13,3 miliardi di euro, con un premio del 5,03% rispetto al prezzo di chiusura di ieri in Borsa. L’operazione prevede un rapporto di scambio di 23 nuove azioni Mps per ogni 10 azioni Mediobanca conferite.

Nasce il terzo polo bancario italiano“Dall’integrazione tra Mps e Mediobanca prende vita un nuovo protagonista del panorama bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei settori strategici grazie a una complementarità significativa tra prodotti e servizi”, si legge nella nota di Mps. Il gruppo risultante sarà caratterizzato da un mix di business diversificato e resiliente, con importanti sinergie industriali.

La fusione, aggiunge la nota, avrà l’obiettivo di tutelare e valorizzare i marchi storici di Mps e Mediobanca, mantenendone le specificità e le competenze distintive. Inoltre, permetterà a famiglie e imprese italiane di accedere a un’offerta bancaria più ampia e integrata

La scalata in corso non coinvolge solo le  due storiche istituzioni bancarie italiane, ma anche alcuni esponentidi spicco della finanza e dell’imprenditoria italiana: Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Monte dei Paschi dal 2022, l’uomo del risanamento di Mps, con un lungo percorso alle spalle in Unicredit; Alberto Nagel, a capo di Mediobanca dal 2007;  Francesco Gaetano Caltagirone, tra gli imprenditori più influenti d’Italia, proprietario tra l’altro del MessaggeroMattinoIl Gazzettino, vicepresidente di Generali dal 2010 al 2022, con una  quota significativa sia in Mediobanca (5,5%) che in Mps (5,03%);  Francesco Milleri, presidente e ad  di EssilorLuxottica,  anche alla guida di Delfin, la holding che controlla il 19,81% di Mediobanca e il 9,93% di Generali.

A bocce ferme lo scenario è dunque questo: per quanto riguarda Mps,  il Ministero dell’Economia rimane il principale azionista  con l’11,7%, seguito da Delfin (9,78%) e dal gruppo Caltagirone (5,03%); in Mediobanca, Delfin è il maggiore azionista con il 19,81%, seguito da Caltagirone (5,5%) e BlackRock (4,23%). Mediobanca detiene, a sua volta, il 13,10% di Generali, di cui Delfin e il gruppo Caltagirone sono rispettivamente il secondo e il terzo azionista.

Da questo quadro e dai suoi protagonisti  si evince la estrema complessità dell’intreccio che è dietro questa offerta, che se andrà in porto sicuramente, secondo gli analisti, cambierà gli attuali equilibri della  finanza italiana modificanone il suo asse portante che lega Mediobanca a Generali.

“Lo Stato, che persegue finalità generali, non deve fare il banchiere, tanto è vero che noi abbiamo risanato il Monte dei Paschi di Siena. Ne siamo usciti e ne usciremo definitivamente magari in futuro”, è stato il commento del  ministro dell’Economia e delle Finanze,Giancarlo Giorgetti, che ha deginito l’offerta “assolutamente lineare, totalmente trasparente e nell’interesse dell’economia italiana”.

24 gennaio 2025

Aggiornamento 25 gennaio 2025

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