di Gautier Talarico
Quest’anno la scelta dei premi Nobel per la Pace non poteva se non rimarcare quanto sta accadendo, dal 24 febbraio scorso, in Ucraina. La scelta si carica quindi di nuovi e ulteriori significati simbolici. Il Nobel per la Pace nel 2022 è stato, così, attribuito dal dissidente bielorusso Ala Bialiatski e a due ong una russa e una ucraina, rispettivamente la Memorial e il Center for Civil Liberties in onore “dell’impegno in difesa dei diritti umani e del diritto di criticare il potere, di difesa dei diritti dei cittadini per i diritti dei cittadini e contro gli abusi di potere, per aver documentato crimini di guerra”. Queste le motivazioni annunciate dal Comitato per il Nobel a Oslo.
“Insieme dimostrano l’importanza della società civile per la pace e la democrazia”, aggiungendo che “i vincitori del premio Nobel per la Pace rappresentano la società civile nei loro paesi d’origine. Da molti anni promuovono il diritto di criticare il potere e tutelare i diritti fondamentali dei cittadini”, ha sottolineato la presidente Chair Berit Reiss-Andersen.
Ales Bialiatski è un attivista bielorusso, ha fondato la Ong per i diritti umani Viasna nel 1996 e tutt’ora la presiede. Si espone in prima linea, si dagli anni ottanta, in proteste antisovietiche e lotte per la democrazia. Attraverso le opere dell’Ong si occupa di fornire assistenza finanziaria e legale ai prigionieri politici e alle loro famiglie. È stato arrestato nel 2011 in Bielorussia per evasione fiscale ed è ancora in attesa di processo.
Memorial è un’ Ong russa, fondata nel 1987 da Andrei Sacharov (che vinse il premio Nobel per la Pace nel 1975) e da altri attivisti per i diritti umani. Nasce primariamente per documentare i delitti e gli abusi dell’era sovietica ma, negli anni successivi è divenuta la più grande organizzazione russa che tutela i diritti umani e i diritti dei prigionieri politici. Al momento la sede russa di Memorial è chiusa, a causa delle stringenti leggi di Vladimir Putin che di fatto reprimono ogni forma di dissenso.
Center for Civil Liberties è, invece un’organizzazione ucraina con sede a Kiev che in Ucraina ha il compito di promuovere e tutelare lo stato di diritto. Da quando è iniziata l’invasione russa l’Ong si occupa principalmente di raccogliere quante più prove e documenti che attestino i crimini di guerra perpetrati dalle truppe russe.
Ovviamente non tutti sono contenti. Le assegnazioni del premio Nobel per la pace sono state “fortemente politicizzate” al punto che “Nobel si starà rigirando nella tomba”, ha affermaato il segretario stampa del ministero degli Esteri bielorusso, Anatoly Glaz.
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