Nota del 21 febbraio

Ha ragione il titolo principale di Repubblica: “Salvini, la voce di Mosca”. Ma come si può dire a proposito di Navalny che contano i referti dei medici e le decisioni dei magistrati in un regime che è andato da tempo ben oltre il poliziesco, e che non restituisce il corpo dell’oppositore alla madre per non fornire le prove di sevizie e di più che possibili avvelenamenti? Eppure il capo della Lega lo dice, senza scomporsi, a rischio di far diventare persino più pesante la mano del regime di Putin su medici e magistrati, caso mai il Cremlino dovesse insospettirsi. La cosa mette in imbarazzo Meloni, che medita di collegarsi con il G7 da Kjiv, ma non è la cosa più comoda da farsi a volo. Tajani prende le distanze e convoca l’ambasciatore russo alla Farnesina. Il Fatto fa sponda a Salvini e dedica la seconda prima pagina di fila ad Assange, mentre prima dell’assassinio di Navalny lo ignorava, e Travaglio si affretta spiegare che lui è a favore di tutti i dissidenti, anche di quelli occidentali. Giuliano Ferrara spiega bene sul Figlio perchè i due persinaggi e le due storie non sono comparabili. Purtroppo,ì le grandi tragedie del mondo in Italia finiscono in farsa, anche perchè Putin intanto risponde ad una studentessa italiana (l’unica) che frequenta un Master a Mosca e dice di amare l’Italia, “dove ha molti amici”. E il Giornale ha buon gioco a titolare che “prova ad avvelenare l’Italia”. Il Corriere prende le parti della Farnesina e chiede che “Mosca spieghi”, La Stampa definisce “pizzino” la frase di Putin sul nostro paese.

Per il resto, c’è poco sulle prime pagine: La Lega non rinuncia al terzo mandato, e bisogna vedere se Meloni (e Schlein a sinistra) cambiano linea. Domani fa sapere l’ultima del segretario leghista: alle europee vuol candidare Vannacci in tutte le circoscrizioni. E qui la riflessione è semplice: ma quale credibilità può avere un partito politico, e in generale la politica, se punta tutto su un militare prima sconosciuto che ha scritto (e venduto, va detto) un libro pieno di luoghi comuni su gay, donne e politica, che in base a questo filosofeggia su tutto e magari è pronto a sostenere qualsiasi tesi, e non a caso ha avuto anche trascorsi in Russia?

Il Messaggero fa sapere che c’è un piano antievasione fiscale del governo che prevede 320 mila controlli quest’anno. Il Sole si occupa dei costi dei Tribunali, rincarati del 15 per cento ad un miliardo di euro. Libero punta sul “via libera ai taxi del mare” poichè il Tribunale di Brindisi vieta al governo di bloccare le Ong in porto.

William, figlio di Re Carlo ed erede al trono d’Inghilterra, batte un colpo e, a sorpresa, dice che i morti dopo il 7 ottobre sono troppi. Nessuno si aspettava che se ne occupasse, ma almeno ricorda cosa è successo il 7 ottobre.

Repubblica torna sulle nomine nei Servizi per ribadire che il sottosegretario Mantovano non tocca palla, anche se i due candidati a sostituire Parente restano i suoi due vice. Intanto Giampiero Lionetti diventa questore di Brindisi, che ha competenza su Borgo Egnazia, sede del G7. Lionetti è un esperto di terrorismo.

Deborah Bergamini, Alberto Cirio, Stefano Benigni e Roberto Occhiuto si contendono la poltrona di numeri due di Forza Italia accanto a Tajani al congresso che si tiene a Romannel fine settimana.

Giancarlo Quaranta è il commissario dell’Ilva, ha la fiducia di Confindustria Taranto e vediamo cosa fa per rimettere in moto la ex più grande acciaieria d’Europa.

Anche Emanuele Orsini si appresta a presentare ai saggi i voti assembleari per la corsa alla presidenza di Confindustria nazionale. Secondo i quotidiani di oggi ha il 24 per cento, che potrebbe anche salire verso il 30 entro venerdì. Il Secolo XIX scrive che Garrone e Gozzi, i due liguri, faranno corsa in solitaria anche a rischio di perdere.

Secondo il Giornale, c’è l’accordo tra le Fondazioni per la conferma di Gorno Tempini alla presidenza di Cdp, cosa che potrebbe agevolare anche la conferma di Dario Scannapieco come amministratore delegato.

Trovato il corpo del quinto operaio ucciso dal crollo nel cantiere Esselunga di Firenze, ma già l’interesse sulla vicenda va a scemare.

Il Manifesto gioca sul “fattore cappa”, di smog e non k di amerikano per scrivere dello smog in Lombardia. La Verità irride Sala, che nega i dati sull’inquinamento di Milano ma è schiavo dell’ideologia verde.

L’Inter vince per uno a zero il primo scontro Champions con l’Atletico Madrid, mancando altre due reti. Stasera Napoli- Barcellona.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. «Chiarezza su Navalny». Convocato l’ambasciatore. Mossa di Roma e altri governi. La madre: fatemi vedere mio figlio. Putin a una ragazza italiana: ci siete stati sempre vicini. (Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera)

Navalny, l’ultima lettera dal gulag: «Ho letto il racconto “Nel burrone” di Cechov». Le parole inviate a Parkhomenko, ora esule in Grecia: «In quarantena ho detto: portatemi qualcosa dalla libreria. E ho avuto anche Tolstoj e Delitto e castigo. Bisogna leggere i classici». (Marco Imarisio, Corriere della Sera)

L’intreccio mafia-spie russe, un cocktail mortale in Spagna per il disertore Kuzminov. Trafficanti e oligarchi legati a Putin hanno colonizzato le coste iberiche. Il pilota era stato avvisato da Kiev. (Gianluca Di Feo, Repubblica)

Un caso le parole di Salvini. L’Europa lo «bacchetta» e c’è il gelo degli alleati. La frase: «Chiariranno i medici, i giudici, non noi». Tajani si smarca. La premier sta preparando il suo ritorno a Kiev. E sabato ci sarà la prima video-conferenza del G7. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

L’Europa prende le distanze, il segretario leghista isolato anche in Italia FdI si smarca. Tajani convoca per oggi l’ambasciatore russo e ribadisce le accuse a Mosca. Calenda annuncia una mozione di sfiducia. Bufera sul vicepremier. Assolve Putin su Navalny Salvini è un caso nella Ue Lo zar: “L’Italia mi è vicina”. (Lorenzo De Cicco, Repubblica)

Lirio Abbate su Repubblica: Caso Navalny, Salvini si dimetta. Come fa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad avere accanto, non solo un vice, ma anche un alleato di governo che di fatto appare ancora legato al Cremlino?

Ferri corti tra Tajani e il Carroccio. A Salvini infatti ha subito risposto Tajani, che pur essendo ministro degli Esteri non ha certo misurato le parole nei confronti di Mosca, dicendo, ai microfoni di Metropolis, che quella del dissidente “è stata una detenzione incompatibile con la vita”. Navalny, ha aggiunto, “è stato fatto morire”. Non è la prima volta che Tajani prende le distanze da Salvini. Che certo non gliene fa mancare l’occasione, con le sue continue polemiche con Meloni e con Fratelli d’Italia. La linea di comportamento del leader di Forza Italia è quella della leale collaborazione con la premier; e in particolare, in prospettiva delle elezioni europee, dell’approccio europeista, che l’ex-partito di Berlusconi ha sviluppato per primo nella storia del centrodestra. Poi, è chiaro, entrambi gli alleati di Meloni sono impegnati quanto meno a mantenere le loro attuali percentuali, evitando di essere fagocitati da un’eventuale super vittoria della premier e del suo partito. (Marcello Sorgi, La Stampa)

Russo-americana arrestata dai Servizi di Putin Donò 50 dollari a Kiev. Navalny, la Casa Bianca: venerdì nuove sanzioni contro Mosca. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)

Sì agli aiuti, no ad altre armi. Italiani divisi su Kiev nella Ue. Il sondaggio Ispi: per il 23% Mosca sta vincendo. Secondo un intervistato su quattro i colloqui dovrebbero cominciare a qualsiasi condizione. (Samuele Finetti, Corriere della Sera)

Sondaggi politici, crescono Fratelli d’Italia e Pd: i dem di nuovo oltre il 20%. In calo M5s, Lega e Forza Italia. Secondo l’ultima rilevazione Swg per La7, il partito della premier aumenta dello 0,3, quello di Schlein dello 0,4. Il caso Navalny non premia la Lega: giù dello 0,3. (Repubblica)

Oggi i leader della maggioranza si ritrovano alla fiera del capoluogo sardo per sostenere la candidatura di Paolo Truzzu a governatore, nell’apice della tensione tra partiti. Non è un mistero che Giorgia Meloni avrebbe preferito evitare di condividere il palco con Antonio Tajani e Matteo Salvini, per ragioni tattiche e di opportunità politica, ma poi ha prevalso la volontà di evitare assenze polemiche. Dopo un possibile incontro tra la premier e gli agricoltori in protesta, i tre si faranno fotografare con l’aspirante governatore tra abbracci e sorrisi, pronti a prendersela con le ricostruzioni fantasiose dei giornalisti. Ma ieri la temperatura è salita al punto che sarà difficile cavarsela con la frasi di rito: «La mattina leggiamo i giornali e ne ridiamo insieme». La tensione è aumentata quando la Lega ha comunicato la decisione di non ritirare l’emendamento sul terzo mandato di presidenti di Regione e sindaci delle grandi città. Meloni pretendeva questo gesto da Salvini, il quale ha mostrato, prima in privato e poi pubblicamente, di non tenerci più di tanto. Eppure, ieri alla riunione della maggioranza in Senato i rappresentanti del Carroccio hanno lasciato l’emendamento sul tavolo, con tutte le conseguenze del caso. Anche ci fosse un soccorso del Pd (peraltro niente affatto certo), la Lega non avrebbe i numeri per far passare la richiesta di modifica al decreto elezioni, vista la contrarietà di Forza Italia e di Noi Moderati. A meno di un rinvio alla settimana prossima (possibile) restano poco più di 24 ore per una retromarcia, dopodiché la spaccatura sarà manifesta. (Francesco Olivo, La Stampa)

Maurizio Ferrera sul Corriere: L’autonomia e il modello europeo. Il divario tra le Regioni è scandaloso, anche dove già oggi esistono i livelli essenziali delle prestazioni.

Se Todde al voto balla da sola. Tiene «lontani» i leader per il comizio finale (e spera nell’effetto Tommasi). La stessa scelta premiò il sindaco di Verona, ma anche Bonaccini e Possamai. Ma in caso di vittoria la «partita sarda» potrebbe diventare un laboratorio nazionale. (Roberto Gressi, Corriere della Sera)

Tajani lancia la nuova Forza Italia, la vera sfida è per il numero due. Da Bergamini al «fasciniano» Benigni, ecco chi punta al ruolo di vicario tra i 4 vice in lizza. (Giuseppe Alberto Falci, Corriere della Sera)

«Noi aperti a tutti per un Europa unita. Adesso vediamo chi fa sul serio». Bonino e l’invito a Schlein, Calenda e Renzi. Dopo l’incidente. La mia mente corre veloce, a dispetto delle gambe. Per fortuna è ciò che serve in politica. (Alessandra Arachi, Corriere della Sera)

Zuppi: scegliere tra parrocchia e politica? È giusto, noi fuori dalle contese elettorali. La difesa dopo la lettera del vescovo che dà l’aut aut (anche) ai catechisti. (Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera)

La rivolta di Roma e Milano contro lo stop di Salvini agli autovelox nelle città. A marzo il decreto. E chi prende più multe dallo stesso rilevatore ne pagherà solo una. (Aldo Fontanarosa, Repubblica)

Gli altri temi del giorno

 Pechino taglia il tasso legato ai prestiti immobiliari. La Banca centrale cinese, con una mossa inattesa, forse anche tardiva, realizzata peraltro nel bel mezzo della Festa di Capodanno, taglia drasticamente il più prezioso dei suoi indici, il tasso prime rate (LPR, Loan prime rate) messo a punto nell’estate del 2019 e ritoccato pochissimo da allora in poi, in occasione della scadenza del giorno 20 di ogni mese. Si tratta però di un indicatore diventato ormai estremamente importante con il crollo del mercato immobiliare perché è il prestito benchmark per gli attori più importanti del settore, gravemente indebitati se non in liquidazione, da Evergrande a Country Garden a Shimao. La Banca centrale cinese ha tagliato il tasso primario sui prestiti (Lpr) a 5 anni di 25 punti base, portandolo al 3,95% dal 4,20%, nel tentativo di rilanciare l’economia in difficoltà: si tratta del primo taglio da agosto del suo genere e il più alto mai registrato sul benchmark dei mutui immobiliari, nel mezzo della grave crisi del settore. (Rita Fatiguso, Il Sole 24 Ore)

Gazprom al tramonto in Europa: oggi esporta più gas verso la Cina. Ma Pechino non è in grado di compensare i volumi perduti né la redditività. Oggi è la Cina il primo mercato d’esportazione per Gazprom, con acquisti di gas per la prima volta superiori a quelli dell’Unione europea. Un’inversione di ruoli che rappresenta una svolta storica, tanto più che è avvenuta in assenza di sanzioni o altre misure che colpiscano le forniture russe e in tempi rapidissimi, a due anni scarsi dall’inizio della guerra in Ucraina. Il sorpasso tuttavia, è bene anticiparlo subito, è specchio di una situazione ben diversa da quella che si ossserva sul mercato del petrolio, perché Pechino nel caso del gas non è subentrato ai vecchi clienti di Mosca, prestandosi a ricevere le forniture di cui questi oggi fanno a meno. E con i suoi acquisti, per quanto in rapida crescita, il gigante asiatico non riesce neppure lontanamente – né si prevede che possa farlo in futuro – a compensare le relazioni commerciali e i profitti perduti da Gazprom nel Vecchio continente. (Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore)

Sanzioni soft e perdono per l’evasione di necessità se si pagano le tasse dovute. Pronto il decreto legislativo per il taglio delle sanzioni.La riforma punta a ridurre al 60% la maggiorazione per le imposte non pagate. Via i reati penali se c’è l’accordo con il Fisco. (Giuseppe Colombo, Repubblica)

Ex Ilva, Quaranta commissario «Ho cominciato all’Italsider». La scelta del manager siderurgico, avrà il compito di gestire il rilancio di Taranto. ArcelorMittal «Si conclude così il nostro coinvolgimento in Acciaierie d’Italia, iniziato nel 2018». (Michelangelo Borrillo, Corriere della Sera)

Ilva torna allo Stato, Arcelor ora trema. Il ministero delle Imprese avvia formalmente l’amministrazione straordinaria per l’ex Ilva di Taranto, che torna così in mani statali. E come anticipato da il Giornale nomina Giancarlo Quaranta in qualità di commissario. La scelta dell’ingegnere, in Ilva dai tempi in cui l’azienda era Italsider, è stata accolta positivamente dai sindacati che lo giudicano una «figura competente». A lui (per ora solo al comando) l’arduo compito di garantire la continuità aziendale che, grazie al prestito ponte da 320 milioni vorrà dire, in primis, la ripresa di una produzione dignitosa e delle manutenzioni straordinarie. Prima, a breve, il tribunale di Milano dovrà attestare lo stato di insolvenza dell’azienda. (Sofia Fraschini, Il Giornale)

A2A, risultati record verso 2 miliardi. Gli investimenti in crescita dell’11%. Margine operativo su del 30%. Il ceo Mazzoncini: spinta dalla produzione da fonti rinnovabili. (Fausta Chiesa, Corriere della Sera)

Nexi sale in Borsa in scia al consolidamento in Usa e al piano di tagli al personale. Dal matrimonio tra Capital One e Discover nasce un nuovo gigante delle carte di credito, in Italia previsti scivoli per circa di 400 addetti. (Sara Bennewitz, Repubblica)

Veto Usa al Consiglio di sicurezza Onu per cessate il fuoco. Per la terza volta dall’inizio del conflitto, Washington ha bloccato una risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza. La bozza era stata presentata al Consiglio di sicurezza dall’Algeria e sostenuta dai Paesi arabi. Chiedeva lo stop immediato delle ostilità. Tredici membri su 15, ieri, hanno approvato il testo, affossato dal veto Usa. La Gran Bretagna si è astenuta. Durante la discussione, l’ambasciatore algerino alle Nazioni Unite, Amar Bendjama, ha detto che «un voto a favore di questa bozza di risoluzione è un voto a sostegno al diritto alla vita dei palestinesi. Un voto contrario implica invece un’approvazione della violenza brutale e della punizione collettiva loro inflitta». (Il Sole 24 Ore)

Voci sulla fuga di Sinwar in Egitto. Cessate il fuoco, nuovo veto Usa. I media sauditi: «Il leader ha con sé degli ostaggi». Dall’Onu stop alla proposta algerina. Il ministro delle Finanze Smotrich: liberare i rapiti non è l’obiettivo più importante. (Davide Frattini, Corriere della Sera)

A Gaza dominano la fame, la paura e la disperazione. Persino il World Food Programme (Wfp) si è tirato indietro lasciando la Striscia in condizioni sempre più drammatiche. L’agenzia Onu ha infatti annunciato la sospensione delle consegne di aiuti nel nord di Gaza, per motivi di sicurezza, dopo che diversi suoi convogli sono stati attaccati e saccheggiati. L’agenzia ha affermato che cercherà modi per riprendere le consegne in «maniera responsabile» il prima possibile, sollecitando un aumento degli aiuti al nord di Gaza. Descrivendo la situazione come senza precedenti, il Wfp ha espresso gravi preoccupazioni per la sicurezza del proprio personale e dei civili che intende assistere. «La nostra decisione di sospendere le consegne al nord – si legge in un comunicato dell’agenzia – non è stata presa alla leggera, perché sappiamo che la situazione peggiorerà ulteriormente e che sempre più persone rischiano così di morire di fame. Ma la sicurezza per fornire aiuti alimentari per le persone che li ricevono deve essere garantita». (Nello del Gatto, La Stampa)

Assange e l’ultima mossa per evitare l’estradizione «Negli Usa morirebbe». Il caso all’Alta corte britannica. La moglie: è come Navalny. C’è anche chi scommette sull’Australia come via d’uscita. (Marta Serafini, Corriere della Sera)

“Se estradato in Usa, Assange può essere condannato a morte”. Alle 10:30 quando l’udienza davanti ai due giudici della High Court è iniziata, riuscire a capire una sola parola di quello che veniva discusso era letteralmente impossibile, tanto che alcuni reporter hanno mollato. Solo nel pomeriggio siamo riusciti a seguire il dibattimento in modo adeguato. Una delle ragioni per essere lì di persona era osservare da vicino le condizioni fisiche di Julian Assange: l’ultima volta che noi giornalisti l’abbiamo visto era l’ottobre del 2021, quando si era collegato in videoconferenza dalla prigione di Belmarsh, in cui è detenuto dall’11 aprile 2019, in attesa che la giustizia inglese decida sulla sua estradizione. Quell’ottobre del 2021, Assange era apparso in condizioni terribili: fortemente invecchiato, tanto da sembrare un anziano malato e depresso. Avremmo saputo soltanto dopo perché era in quelle condizioni. (Stefania Maurizi, Il Fatto Quotidiano)

Mentre in Russia i media di regime (tutti) dedicano poche righe a Navalny e grande spazio al ritorno in tavola delle banane e dei gamberetti, che finora scarseggiavano per le sanzioni, in Italia i media di regime (tutti tranne due o tre) riservano pagine e pagine a Navalny e neppure una riga all’udienza dell’Alta Corte di Londra sull’estradizione di Assange negli Usa. Repubblica, come sempre, batte tutti: 7 pagine su Navalny e non una sillaba su Assange, recluso da 12 anni a Londra, prima nell’ambasciata d’Ecuador poi in carcere, che ora rischia di marcire in una galera americana per il resto dei suoi giorni per aver documentato i crimini di guerra della Nato. (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)

Anita Bevacqua McBride: «Fui assunta alla Casa Bianca, mio papà operaio pianse». L’ex capa dello staff di Laura Bush: «Da Hillary a Melania e Jill, ecco i segreti delle First Lady americane». (Federico Rampini, Corriere della Sera)

Regeni, il diario dall’aula di Gherardo Colombo. “Nessuno pagherà, ma quel processo è dovuto a tutti noi”. Il magistrato commenta da oggi per “Repubblica” le udienze sul caso. (Gherardo Colombo, Repubblica)

Il ferito che lavorava sotto la trave «Ci hanno detto gettate il cemento». Firenze, trovato il corpo della quinta vittima. Il governo: più controlli e stretta sui subappalti. (Alessandro Fulloni, Corriere della Sera)

«Aria inquinata, nell’arco di un anno. Milano è 531esima». L’Ue: limiti più rigidi. Gli esperti e i dati. Torino, amministratori a processo. (Francesca Basso,Gianni Santucci e Paolo Virtuani, Corriere della Sera)

Viale e le accuse di molestie. Perquisito il suo studio medico. Torino, 4 pazienti contro il politico ginecologo, radicale e da sempre pro-aborto. (Gabriele Guccione e Simona Lorenzetti, Corriere della Sera)

Dieci malori: farmaco bloccato. Ma sui vaccini Aifa non si muove. Pochi episodi in Francia e l’allerta dell’Ema spingono l’Agenzia a segnalare i rischi dei rimedi per raffreddori e riniti. Ma su fiaschi e controindicazioni di quelli per il Sars-Cov-2, l’Ente dormiva. O taceva deliberatamente.Due farmaci e due misure.Con gli effetti collaterali dei vaccini per il coronavirus sappiamo bene com’è andata: li hanno negati, minimizzati, snobbati. Il mantra dei medicinali «sicuri ed efficaci» non è stato scalfito nemmeno dalle trombosi e dalle miocarditi, benché si stiano moltiplicando gli studi in materia – l’ultimo, uscito questo mese, di cui vi diamo conto nella pagina accanto, è stato condotto su una coorte di 99 milioni di individui. Naturalmente, tra i Paesi esaminati non c’è l’Italia: a quanto pare, qui da noi non interessa a nessuno fare chiarezza. Lo si è capito da come è stata accolta la commissione parlamentare d’inchiesta, appena istituita. D’altronde, nel periodo della campagna vaccinale, nessuna autorità medica aveva suggerito dei distinguo: immunizziamo le categorie fragili, mentre sui giovani sani facciamo qualche riflessione in più. (Alessandro Rico, La Verità)

Alessandro Magno bacia Efestione, il ministro greco: “La serie Netflix è sciatta e piena di inesattezze storiche”. Molto critica con la nuova serie Lina Mendoni, responsabile della Cultura del governo di centrodestra. (Enrico Franceschini, Repubblica)

Cile, nuova inchiesta sulla morte di Neruda. Il giallo infinito sullo scrittore morto poco dopo il golpe. Malattia terminale o assassinio tramite veleno? (Giulia Boero, Repubblica)

Sul Corriere, Valentina Baggio: «Ho convinto papà Roby a sbarcare sui social. C’erano troppi profili fake. Non farà l’influencer, ma è stupito dai follower».

Gli Anniversari 

1431, inizia il processo a Giovanna d’Arco
1440, si forma la Confederazione prussiana
1613, Michele primo Romanov Zar di Russia
1804, prima locomotiva a vapore
1842, brevettata la macchina per cucire
1848, Marx ed Engels pubblicano il Manifesto
1852, muore a Mosca Nikolaj Gogol
1899, muore Pietro Bastogi
1885, inaugurato il Monumento a Washington
1916, inizia la battaglia di Verdun
1917, colpo di Zurigo: catturate spie austriache
1925, primo numero del New Yorker
1935, a Parigi nasce Lancome
1943, fine della battaglia di Guadalcanal
1947, prima dimostrazione a NY della Polaroid
1952, Churchill abolisce le carte d’identità
1953, Crick e Watson scoprono l’elica del Dna
1959, ideato il simbolo della pace
1960, Fidel Castro nazionalizza le imprese cubane
1965, assassinato a New York Malcom X
1970, bomba su volo Swiss Air: 47 morti
1972, Nixon visita la Repubblica popolare cinese
1973, caccia israeliano abbatte jet libico: 108 morti
1975, Watergate: prime condanne alla prigione
1977, processo per direttissima alla banda Vallanzasca
1992, Onu: Forza di protezione per l’ex Jugoslavia
1995, prima traversata del Pacifico in mongolfiera
2001, delitto di Novi Ligure di Erika e Omar
2001, presentata Mascalzone Latino
2001, Giovanni Paolo II nomina Bergoglio cardinale
2007, Gran Bretagna: annunciato il ritiro dall’Iraq
2008, crisi di governo del Prodi II
2009, Franceschini segretario del Pd
2012, l’Eurogruppo concede 130 mld alla Grecia

Nati oggi

1893, Andrés Segovia
1927, Hubert de Givenchy
1936, Paolo Buitoni
1942, Margarethe von Trotta
1951, Pino Arlacchi
1955, Luigi Ambrosio
1958, Salvatore Cuffaro
1961, Sergio De Caprio (capitano Ultimo)
1962, David Foster Wallace
1968, Ivan Cotroneo
1969, Marco Lillo
1980, Tiziano Ferro e Caterina Balivo
1984, Andreas Seppi

Si festeggiano Sant’Eleonora e San Pier Damiani

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