Nota del 23 febbraio

Gli effetti dello scontro parallelo nella maggioranza e nel Pd (Conte è il solito fortunello, non ha presidenti di regione da confermare o mandare a casa) si vedranno alle elezioni in Sardegna e magari a quelle europee. Per ora vincono Giorgia Meloni ed Elly Schlein: la prima mette nell’angolo Salvini, che comunque ha voluto a tutti i costi andare avanti pur sapendo che il terzo mandato ai presidenti di regione sarebbe stato bocciato, e magari (come spiega il Corriere riportando le opinioni non ufficiali di Fratelli d’Italia) lo ha fatto per liberarsi di Zaia. Così come la segretaria del Pd si libera di De Luca e Bonaccini. Il Fatto ha buon gioco a titolare “Poltronissimi” sul fotomontaggio con tutti i governatori che non possono ricandidarsi (c’è anche il post forzista Giovanni Toti), mentre il Riformista precisa in prima pagina che “Elly sceglie Giorgia”. Gli altri vanno più o meno di routine, eccetto Repubblica che titola “La crisi del terzo mandato” nell’intento di addossare elettoralmente a Meloni un risultato che invece lei ha cercato. E infatti il Messaggero apre sull’intervista della premier a Bruno Vespa in cui lei dice che la cosa “non era nel programma di governo” e promette di accelerare sul Pnrr. Libero attacca De Luca sul caciocavallo, poichè il governatore campano userebbe i fondi di coesione per le sagre.

Il Pnrr, a ben vedere (anche se l’unica apertura sul tema è quella del Sole) è un tema ricorrente sui giornali di oggi, anche se le cifre non sembrano omogenee nelle diverse cronache: per il Corriere è stato speso il 23 per cento delle risorse, per gli altri il 50 per cento, mentre il quotidiano rosa spiega meglio il tutto: “a fine 2023 la spesa è a 45,5 miliardi, di cui 26,7 assorbiti dai crediti d’imposta, mentre le uscite per investimenti ammontano a 18,9 miliardi, cioè all’11 per cento dei fondi ricevuti dall’Europa”.

Intanto, la sede dell’Antiriciclaggio Ue va a Francoforte e non in Italia.

Restano importanti ovviamente le cronache internazionali, con il focus su Russia e Ucraina: la mamma di Navalny può finalmente vedere il corpo del figlio, che però non le viene

restituito poichè il funerale sarà segreto visto che il Cremlino non vuol far nemmeno sapere dove verrà sepolto per evitare che qualcuno osi mettere un fiore sulla tomba. Biden riceve la moglie e la figlia del dissidente e definisce Putin “figlio di puttana”, mentre il capo del Cremlino se ne va a provare il nuovo cacciabombardiere supersonico. Meloni va a Kjiv e non è escluso che preciderà il G7 accanto a Zelensky, al quale tuttavia oltre al gesto simbolico servirebbero armi e soprattutto munizioni. Domenico Quirico su La Stampa scrive infatti che l’armata di Putin “continua implacabile la sua lenta avanzata”, mentre sul Corriere mentre Olimpio e Martinelli sul Corriere si chiedono se Kjiv “stia perdendo”. Ma sempre sul Corriere l’editoriale di Paolo Mieli si conclude con questa asserzione: “la misteriosa interconnessione tra guerra di Ucraina, di Gaza e l’infinità di conflitti minori potrebbe riservare delle sorprese. Sorprese tali da rendere meno statico è prevedibile l’intero quadro di riferimento”. O Mieli sa qualcosa che non sappiamo, oppure il suo scritto è davvero misterioso.

Muore un operaio nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra ad Avellino: Stampa e Repubblica non lo nascondono.

La Verità racconta di “verbali e documenti” che certificano che il patrimonio collocato all’estero di Gianni Agnelli ammontava ad un miliardo di euro.

Domani scopre che nei nostri ministeri “comandano i maschi”, perchè il rapporto con le donne è di 71 per i primi e 19 per le seconde.

Palù lascia l’Agenzia del farmaco attaccando il ministro Schillaci, il quale a sua volta si dice “stupito”. Il successore dovrebbe essere Rasi. Intanto Marco Mattei, capo di gabinetto del ministro, viene anche assunto come dirigente al Ministero della Salute.

Il Foglio, con il suo direttore Claudio Cerasa, ipotizza un accordo che potrebbe preludere ad una sorta di fusione tra Mediobanca, Unicredit e Generali, una specie di mossa del cavallo che sposterebbe gli attuali equilibri nella finanza. Difficile che possa andare in porto, ma i legami tra le tre compagnie sono antichi. Mf fa sapere che il gruppo farmaceutico Angelini esce da piazzetta Cuccia ed entrano Tortora e Valsabbia Investimenti, con il “patto” che si stabilizza oltre il 10 per cento. Sempre secondo il Foglio, sarebbe in corso un “risico delle Autostrade”.

Anche l’India, fa sapere il Sole, entra con forza nell’intelligenza artificiale con una propria ChaptGpt. Si chiamerà Hanooman e interagirà in 11 lingue. Tra i promotori il miliardario Ambani.

Corriere e Repubblica scrivono che è stata venduta ad un ingegnere la storica casa abitata per decenni da Marco Pannella vicino alla Fontana di Trevi e Roma, e rievocano gli incontri politici e non che lì si svolsero.

Rosanna Ventrella sarà fino al 16 aprile, in attesa del l’insediamento di Gili, presidente della Compagnia Sanpaolo. La Stampa le fa una bella intervista.

Marco Travaglia (non Travaglio), presidente e amministratore delegato di Nestlè Italia dal prossimo tre luglio sostituirà Sassoli de Bianchi alla presidenza dell’Upa-utenti pubblicitari associati.

Nvidia è la terza società più capitalizzata del pianeta. Se ne occupa in prima pagina il Financial Times.

Ovviamente, va in prima pagina la separazione tra Ferragni e Fedez, testimoniando che si trattava anche, e forse soprattutto, di un’intesa commerciale visto che alle prime difficoltà la coppia è scoppiata. E lo sberleffo finale lo mette Fabrizio Corona, intervistato come la bocca della verità. Ci sono due figli piccoli, e comunque sinora la vita della famiglia h24 sotto i riflettori è stata molto redditizia.

La Roma batte ai rigori, grazie al suo portiere Svilar (che ha mandato in panchina Rui Patricio), il Feynord e avanza in Europa. Il Milan perde in Francia cin il Rennes ma vale la differenza reti e passa il turno. Nel recupero del campionato la Lazio batte il Torino a casa sua.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Il no al terzo mandato scuote maggioranza e Pd. FdI e FI votano contro la proposta della Lega. Il vicepremier: vedremo in Aula. Tensioni tra i democratici. Meloni: il voto non crea problemi al governo. La protesta di Toti: decidano le Regioni. (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

La Lega ora pensa allo “sgambetto” in Sardegna. E Meloni cerca Zaia. Corsa al voto disgiunto alle urne di domenica. Palazzo Chigi apre a una ripresa del progetto dopo le Europee, se il Carroccio rinnoverà la sua leadership. (Tommaso Ciriaco e Giovanna Vitale, Repubblica)

Stefano Folli su Repubblica: Terzo mandato, frattura a destra e dubbi a sinistra. A chi giova il nuovo incidente che scuote la maggioranza di governo? In teoria dovrebbe aiutare l’opposizione, ma c’è da dubitarne.

La sconfitta (attesa) di Salvini alimenta i sospetti dei meloniani. In FdI pensano a una sua mossa anti Zaia. Altri vorrebbero il governatore al posto del leader. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

I leghisti veneti decisi a resistere. Zaia: «La strada è molto lunga». L’assessore Marcato: noi pronti ad andare da soli. L’idea di cambiare la legge regionale. Il capogruppo della Lega in Regione: terzo mandato una questione di principio. Lo statuto potrebbe essere modificato per far sì che il governatore sia scelto dai consiglieri. (Cesare Zapperi, Corriere della Sera)

La Lega messa all’angolo insorge, la “mina Zaia” sulla coalizione. La ferita sul terzo mandato, che poi è una ferita sul Veneto, potrebbe essere fatale per il Carroccio, e di conseguenza destabilizzare la coalizione. Soprattutto se alle Regionali del 2025 i veneti dovessero confermare l’intenzione di andare da soli, con un uomo legato a Zaia, contro la candidatura imposta da Meloni. Il destino di Zaia è la mina vagante da qui ai prossimi mesi. «Senza il Veneto, la Lega perde la sua ragione d’esistere», sono le parole ribadite giorno dopo giorno dal capogruppo in Consiglio regionale Alberto Villanova, fedelissimo del “doge”. Ma i meloniani non vogliono sentire ragioni. I rapporti di forza sono cambiati e FdI pretende una regione del Nord.Meloni aveva provato a offrire una via d’uscita a Salvini, rinviando la questione dei mandati a dopo il voto europeo del 9 giugno. Invece, in nome di Zaia, il segretario leghista ha dato il via libera alla presentazione dell’emendamento. Una forzatura. Un tentativo fallito sul nascere. Anche perché l’impostazione della proposta prevedeva di ricalcolare da zero i mandati. (Ilario Lombardo, La Stampa)

Massimo Franco sul Corriere: Un conflitto trasversale tra partiti e poteri locali. La bocciatura della proposta di terzo mandato di governatori regionali e sindaci, avanzata dalla Lega, sta creando un cortocircuito tra partiti e realtà locali.

«Sì» e «no» non riflettono logiche di governo, di maggioranza o di opposizione. Fotografano soprattutto convergenze e distanze trasversali e tattiche, tese a privilegiare vantaggi momentanei. E così, FdI, FI, Pd, M5S e Verdi si sono alleati per respingere il tentativo di Matteo Salvini di prolungare di fatto gli incarichi di alcuni presidenti del Carroccio.

Avondet il filorusso a capo di Italia Unita “Farò il premier” FdI: “È un esaltato”. Dopo lo scoop del “Corrispondente” sul pilota ucciso, il giovane accusa Meloni: “Se la Russia ci desse i soldi la sfiderei. Non ci candideremo a giugno”. (Sara Strippoli, Repubblica)

Meloni: “Con l’Ucraina senza tentennamenti” Ma tace su Navalny. Ospite da Vespa, nemmeno una domanda alla premier sul dissidente morto in Russia e su Putin Sabato missione a Kiev: “Ho convocato il G7 con Zelensky per l’anniversario dell’invasione”. (Giuliano Foschini, Repubblica)

Meloni difende il premierato, attacchi a Schlein e De Luca «Non escludo il G7 da Kiev». Ospite di Vespa. Pd e M5S: passerella Rai prima del voto in Sardegna. La leader: in Campania i fondi di coesione usati per le feste del fagiolo e della zampogna. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)

Lo scontro ora si sposta sul premierato. Chissà cosa s’inventerà adesso Salvini, dopo la sconfitta, non la prima né l’ultima, incassata in commissione sull’emendamento sul terzo mandato, affossato con i soli tre voti a favore dei senatori del Carroccio e l’astensione di quello renziano. Senza, cioè, neppure il preventivato (ma mai assicurato) soccorso rosso del Pd, che pure avrebbe potuto avere qualche interesse ad aprire la strada a una proroga per i governatori De Luca (Campania) e Emiliano (Puglia). Ma i numeri non sarebbero bastati lo stesso. E il capogruppo del Nazareno Boccia, in caso di dubbi evidenti dei parlamentari, era pronto a scegliere la via dell’uscita dall’aula, per lasciare ai soli partner della maggioranza il compito di regolare i conti tra di loro. Ma per ciò che riguarda il voto di ieri, si può dire che si tratta di una vittoria, non della sola Meloni, ma anche della Schlein, che ha nel governatore campano innanzitutto, ma anche, sotto sotto, in quello pugliese, due avversari che adesso – salvo sorprese, improbabili quando la stessa materia arriverà nell’aula sovrana di Montecitorio – dovranno cercarsi un altro futuro. (Marcello Sorgi, La Stampa)

FI, il primo congresso senza Silvio. Tajani: per noi un grande spazio. Al via oggi a Roma. Assenti i figli dell’ex leader per non alimentare dibattiti sulla successione. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Arcore resta, addio Villa Certosa. La «Berlusconi Real Estate» tra bilancio e sentimento. Spese di gestione e legami con papà: le mosse immobiliari dei 5 eredi. (Mario Gerevini, Corriere della Sera)

Da Vasco Rossi a Bertinotti. Nella casa-rifugio di Pannella il ritrovo di amici e avversari. Venduta a un ingegnere. Lì il leader del Prc gli disse: ti voglio bene. (Paolo Conti, Corriere della Sera)

La sicurezza negata 6 illeciti penali su 10 nei cantieri edilizi. Il capo degli ispettori annuncia un nuovo concorso: “Mancano architetti e ingegneri” Chiede il reato di somministrazione illecita di manodopera. Ma nel nuovo decreto non c’è. (Valentina Conte, Repubblica)

Nell’Ue torna l’inflazione, sale la pressione sui prezzi. E i conti della Bce piangono. A gennaio l’inflazione in Italia inverte il trend e, dal precedente tasso dello 0,6%, sale allo 0,8 per cento. In base ai dati diffusi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (Nic), al lordo dei tabacchi, registra infatti un +0,3% su base mensile e di 0,8% su base annua, dal +0,6% nel mese precedente, registrando un «lieve rimbalzo». L’accelerazione su base tendenziale dell’inflazione è dovuta principalmente alla dinamica dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,2%) e dei beni alimentari non lavorati (da +7% a +7,5%) e all’attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -20,6%). E in Europa? Il tasso di inflazione annuale dell’area dell’euro si è attestato al 2,8% nel gennaio 2024, in calo rispetto al 2,9% di dicembre. Un anno prima il tasso era dell’8,6%. L’inflazione annuale dell’Unione europea è stata del 3,1% a gennaio 2024, in calo rispetto al 3,4% di dicembre. Un anno prima il tasso era del 10%. Secondo i numeri forniti dall’Eurostat, rispetto a dicembre, l’inflazione annuale è diminuita in 15 Stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in undici. (Camilla Conti, La Verità)

Pnrr, speso il 23% delle risorse «Adesso dobbiamo accelerare». Impiegati 45,6 miliardi. Il ministro Fitto: in realtà i dati sono migliori, ora al lavoro sul decreto. (Federico Fubini, Corriere della Sera)

L’Italia è riuscita a spendere solo 45,6 miliardi di euro per i progetti del Pnrr: meno della metà dei soldi erogati finora dall’Europa, quasi 102 miliardi (101,9). Il dato è contenuto nella quarta relazione sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza approvata dalla cabina di regia di Palazzo Chigi. Lo scorso anno sono stati impiegati 21,1 miliardi di euro, dopo che l’esecutivo di Giorgia Meloni aveva indicato un target di spesa di 40,9 miliardi nella Nadef a fine 2022, ridotto poi a 33,8 miliardi nella relazione sul Pnrr pubblicata a giugno come ricorda il governo nel documento condiviso ieri mattina nel corso della cabina di regia con gli enti locali, l’Italia ha ricevuto dalla Commissione europea 101,9 miliardi di euro dei 194,4 complessivi previsti. (Luca Monticelli, La Stampa)

Ancora da realizzare l’89% degli investimenti Pa. È questo il dato chiave per provare a misurare l’avanzamento del filone più grande ma anche più complesso del Piano, quello delle opere della Pa: un filone che vale poco oltre 168 miliardi secondo la Corte dei conti, al lordo delle revisioni portate dalla rimodulazione del Piano, e che quindi fin qui è stato realizzato in termini di spesa effettiva solo all’11 per cento. L’89% delle uscite, insomma, si dovrà concentrare fra quest’anno e i prossimi due, quando arriverà la chiusura dei battenti del Pnrr. La sfida però resta parecchio impegnativa, come mostra il confronto con le molto più rosee previsioni ufficiali del passato. A fine 2023 la spesa sarebbe dovuta volare a 85,9 miliardi secondo il Def 2021. Dodici mesi dopo lo stesso Governo Draghi aveva fatto scendere la previsione a 77 miliardi, ridotti poi a 61,4 miliardi nella Nadef successiva. Il consuntivo diffuso ieri, quindi, si ferma quasi 16 miliardi sotto, complicati da attribuire integralmente alle mancate registrazioni nel Regis. (Manuela Perrone e Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore)

Dalle banche italiane 7 miliardi di tasse sugli utili 2023. Ma tre gruppi pagano tra zero e il 17% grazie ai crediti d’imposta. L’aliquota media è del 30% sui 25 miliardi di profitti record. Ma Mps, Bper e Unicredit sfruttano a fondo benefici e agevolazioni. E nessuno versa un euro di “tassa extraprofitti”. (Andrea Greco, Repubblica)

Il film sulle lobby della carne e l’Ue al loro rimorchio. Viviamo in una democrazia o in una lobbycrazia? È una delle domande che mi sono posta girando negli ultimi 5 anni il mio documentario Food for Profit, insieme a Pablo D’Ambrosi. Finalmente, dopo difficoltà produttive, viaggi impossibili, tanti no dalle principali piattaforme di streaming, il film è stato presentato ieri al Parlamento europeo, a Bruxelles, proprio nel cuore della nostra inchiesta, dove grazie alla telecamera nascosta di un lobbista si svela il legame tra industria della carne e sistema politico. Con Food for Profit vogliamo anche mostrare quanti soldi pubblici – tanti – siano in ballo quando si parla di agricoltura e allevamenti. Per la precisione 387 miliardi in sette anni della Politica Agricola Comune, la voce più imponente del budget europeo, e cioè il fondo che l’Ue destina all’agricoltura e agli allevamenti. Nato agli inizi degli anni Sessanta con il nobile intento di sostenere gli agricoltori e di garantire agli europei di non restare senza il piatto a tavola, con il tempo ha attirato sempre più critiche, proprio per il suo funzionamento: aiuta di più chi ha di più. E quindi la maggior parte dei sussidi vanno ai grandi gruppi dell’Agribusiness. (Giulia Innocenzi, Il Fatto Quotidiano)

Eni pronta a cedere una quota di Enilive. L’ipotesi della Borsa. Mandato a JpMorgan e Mediobanca. Valore di 10 miliardi. (Francesco Bertolino Daniela Polizzi, Corriere della Sera)

Lo stipendio di Tavares scende a 13,5 milioni, ma arriva l’incentivo extra di 10 milioni. L’amministratore delegato di Stellantis nel 2023 ha incassato 1,4 milioni in meno di retribuzione, ma prende un premio per aver spinto la trasformazione tecnologica del gruppo automobilistico. (Diego Longhin, Repubblica)

Btp valore ritorna sul mercato. Premio fedeltà, oggi la cedola. Scadenza nel 2030. Il collocamento da lunedì a venerdì, attesa una richiesta record. (Marco Sabella, Corriere della Sera)

Gli altri temi del giorno

L’Ucraina dopo due anni di sacrifici eroici sta perdendo la guerra, giorno dopo giorno, lentamente. Non perché, come proclama Zelensky, difetta di munizioni, un diversivo per nascondere la realtà a una popolazione esausta. La guerra ha una logica spietata, una matematica che non concede più soluzioni. Chi è più grosso vince. Soprattutto una guerra come questa che non è guerriglia, dove talora le proporzioni si ribaltano. È una guerra atrocemente “classica”, dove il problema insolubile è la mancanza di uomini. (Domenico Quirico, La Stampa)

Medvedev: l’operazione speciale finirà con la conquista di Kiev. Nuova esibizione di forza di Vladimir Putin. Alla vigilia del secondo anniversario dell’invasione dell’Ucraina, il presidente russo non ha lanciato altri avvertimenti all’Occidente, ma ci è salito a bordo. Con un occhio alle prossime elezioni del 17 marzo, i media russi hanno dato grande risalto all’evento: decollato da Kazan, in Tatarstan, Putin ha volato ieri per 30 minuti su un Tupolev Tu-160M, “Blackjack” per la Nato e “Cigno bianco” per i russi. L’ultima versione di un bombardiere strategico in grado di trasportare nelle due stive fino a 12 missili da crociera, o 12 missili nucleari a breve raggio. (Antonella Scott, Il Sole 24 Ore)

Biden contro Putin: «Figlio di…» E vede Yulia e Dasha Navalny. Il Cremlino: «Vergognoso». Gli Usa e i big dell’Alleanza spingono Rutte per la guida della Nato. La Casa Bianca ha avvertito il Cremlino di non progettare satelliti con armi nucleari. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)

La mamma denuncia il regime. «Ricatti e orrende minacce per ottenere funerali segreti». La visita in obitorio, poi le accuse in video. Appelli dei dissidenti dal carcere. Se non accetta le condizioni, loro «potrebbero fare qualcosa al corpo». (Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera) La madre: “Ho visto il corpo mi minacciano sul funerale”. Il cadavere di Navalny mostrato alla mamma nella notte, ma le autorità non lo consegneranno La denuncia: “Vogliono convincermi a seppellirlo in segreto”. E Biden incontra la vedova. (Riccardo Ricci, Repubblica)

Bernard-Henri Lévy su Repubblica: Navalny, spirito e coraggio. Aleksej aveva questa tempra. Era uno di quegli uomini di montagna che, senza esaltazione, con saggezza, si issano al di sopra di sé stessi e diventano vertiginosamente più alti di sé.

Identikit dell’Ucraina dopo due anni di guerra giovani in fuga fratture politiche ma l’89% crede nella svolta. Le critiche a zelensky segno che resiste la democrazia. le divisioni padri- figli. La determinazione a continuare la guerra è più forte nelle città, meno nel Donbass. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)

Illusioni, sangue, paura: Kiev sta perdendo? Dopo la controffensiva e lo stallo, ora la strategia contro i russi punta sui droni e sulla difesa aerea. (Andrea Marinelli e Guido Olimpio, Corriere della Sera)

La vicepremier ucraina: Noi lottiamo ma Europa e Usa non fanno più la loro parte Vereshchuk: «Con Putin dialogo impossibile». Putin sputa sulla democrazia: non è il primo oppositore che assassina. Intanto fa la guerra, e la farà sempre più. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)

Paolo Mieli sul Corriere: Sorprese (possibili) da Kiev. Due anni fa l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Le mosse di Mosca e la posizione del mondo occidentale.

I “portafogli” e i “prestanome”, così il patrimonio di Putin sfugge a tutte le sanzioni. La galassia che ruota attorno al Cremlino. Le proprietà ufficiali sono modeste, quelle stimate sono enormi. E nessuno le colpisce. (Rosalba Castelletti, Repubblica)

Nuovi spiragli su tregua e ostaggi. A Gaza le bande assaltano gli aiuti. Trattative in corso a Parigi. Nel Nord della Striscia l’Onu ha interrotto la distribuzione. (Davide Frattini, Corriere della Sera)

Sette raid israeliani a Rafah Rasa al suolo la moschea. L’obiettivo è spostare un milione di civili, prima di attaccare, anche se manca una strategia precisa. A Rafah si è ammassata quasi la metà della popolazione della Striscia di Gaza, in fuga dai bombardamenti. Molti vivono in tende e per strada, affrontando fame e malattie. Costringerli a tornare nelle aree devastate, dalle quali sono scappati, potrebbe far salire ancora il numero dei morti, che sono già oltre 29mila, secondo il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Secondo i funzionari dell’ospedale locale, gli attacchi notturni nella città hanno ucciso almeno 48 persone, tra cui quasi la metà donne (8) e bambini (14). Nella cronaca della giornata di guerra vanno registrati i raid israeliani in diverse località del sud del Libano, con almeno due vittime. Gli Hezbollah libanesi hanno rivendicato ieri cinque attacchi contro postazioni militari israeliane in Alta Galilea. E in un check point sull’autostrada 1, a una decina di chilometri da Gerusalemme, ieri tre palestinesi hanno aperto il fuoco sugli automobilisti. Tre i morti, compresi due assalitori, e undici feriti il bilancio dell’attentato. (Il Sole 24 Ore)

L’ascesa di Lara Trump, la «nuova Ivanka» che controllerà i soldi. Nuora del tycoon, deve raccogliere i fondi per le spese legali. È sposata con Eric, terzogenito di Donald, condannato per frode: la multa è di 4 milioni. Le persone sentono che gli attacchi a Trump servono a ostacolare un nemico politico. Sono attacchi anche contro gli Stati Uniti. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)

«Con un piatto di spaghetti uccise la zia per l’eredità» La nipote ai domiciliari. Patrimonio di un milione. Poteva mangiare solo omogeneizzati. (Roberta Polese, Corriere della Sera)

«Dimesso tre volte in due giorni» Andrea, il calciatore morto a 12 anni. Chivasso, codice verde per sospetta polmonite. Poi la corsa disperata a Torino. (Massimo Massenzio, Corriere della Sera)

Le fiamme, altissime, divorano a una velocità impressionante un grande complesso residenziale di 14 piani e 140 appartamenti. Mentre il fuoco avvolge l’edificio, una densa colonna di fumo nero si leva altissima a oscurare il cielo di Valencia. L’incendio è scoppiato verso le 17.30 di ieri, nel quartiere Campanar. Sarebbe divampato dal quinto piano, per cause che sono ancora da appurare. (Denis Articoli, La Stampa)

Il Corriere intervista Marta Bassino: «Vinco le gare sottozero ma sogno i Caraibi tutto l’anno. Tra Goggia e Brignone evito di mettermi in mezzo». Repubblica intervista Eugenio Fascetti: “Da allenatore mi è mancato l’ultimo gradino, non ho mai lottato per lo scudetto”.

Gli Anniversari

303, Diocleziano avvia la persecuzione dei cristiani
1455, Gutenberg pubblica la Bibbia
1574, Francia: quinta guerra contro gli Ugonotti
1660, Carlo XI re di Svezia
1836, San Antonio: inizia la battaglia di Alamo
1848, protesta degli operai a Parigi
1855, muore a Gottingen Carl Friedrich Gauss
1883, antitrust: prima adozione in Alabama
1886, nuovo processo per l’alluminio
1887, terremoto nel sud della Francia: 2mila morti
1893, Rudolf Diesel brevetta il motore col suo nome
1898, Zola imprigionato per il suo j’accuse
1901, incendio distrugge il teatro di Catania
1903, Cuba cede agli Usa la baia di Guantanamo
1904, agli Usa il controllo del Canale di Panama
1909, prima giornata della donna in Usa
1912, sì all’annessione della Libia all’Italia
1917, inizia la rivoluzione russa
1919, Mussolini forma il Partito Fascista
1921, abolito il prezzo politico per il pane
1947, fondato lo standard Iso
1956, culto della personalità: Kruscev attacca Stalin
1958, Gran Premio di Cuba: Fangio rapito per non correre
1965, Stanlio muore a Santa Monica
1974, richiesta di riscatto per Patty Hearst
1976, Lockheed: mandato di cattura per Crociani
1979, piazza Fontana: ergastolo per Freda e Ventura
1981, tentato colpo di Stato in Spagna
1990, muore Duarte
1998, Netscape lancia Mozilla
1998, fatwa di bin Laden contro gli ebrei
1999, Ocalan accusato di tradimento ad Ankara
2002, le Farc rapiscono Ingrid Betancourt

Nati oggi

1685, George Frederick Handel
1830, Giuseppe Dezza
1850, César Ritz
1928, Luca Goldoni
1934, Rino Tommasi
1940, Peter Fonda
1958, Daniela Rosati
1959, Andrea Fumagalli
1960, Naruhito
1965, Vito Schifani
1966, Alfonso Celotto
1967, Guglielmo Vaccaro
1974, Annalisa Cuzzocrea

Si festeggia San Policarpo

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