Ops Intesa su Ubi: Panerai, “opportunità rarissima, tutta a beneficio dei piccoli azionisti”

Il direttore-editore del gruppo Class spiega i vantaggi per il Paese e attacca i grandi azionisti schermati dal fondo Parvus, “storia opaca” sulla quale indaga la Procura di Milano

di Mario Tosetti

Milano – Trasparenza, mercato e tutela dei piccoli azionisti. L’editore Paolo Panerai, in un editoriale apparso sulla rubrica che tiene su Milano Finanza, “Orsi & Tori”, entra nel merito dell’Ops lanciata da Intesa San Paolo su Ubi spiegando la bontà dell’operazione proposta da Intesa e l’efficacia dello strumento prescelto. Una presa di posizione netta, quella del fondatore del Gruppo Class. Scrive Panerai: “Le Opa e le Ops (offerte pubbliche di acquisto o di scambio) sono una delle più eque operazioni del mercato azionario. Perché mettono sullo stesso piano, con gli stessi diritti, azionisti piccoli e grandi. Nell’Opa, in particolare, ai piccoli e data la possibilità di vendere allo stesso prezzo dei grandi o di rimanere soci dei grandi che lanciano l’Opa. Nell’Ops possono conferire le loro azioni a chi ha lanciato l’offerta e diventare socio. In tutti casi non sono discriminati a meno che chi è oggetto dell’Opa la voglia far fallire per ragioni di potere. Molto probabilmente, nel caso della Ops su Ubi, sono i grandi azionisti che hanno affidato un pacchetto di azioni pari all’8,6 % alla gestione offshore del fondo Parvus di Edoardo Mercadante, una storia opaca sulla quale ha acceso i riflettori la procura di Milano. Un motivo in più per constatare che l’Ops riguarda soprattutto i piccoli azionisti che non schermano le loro azioni in paradisi fiscali e tengono alla luce del sole i propri risparmi, ritenendo a ragione di essere in un mercato borsistico trasparente. Essi infatti sarebbero i danneggiati principali qualora il consiglio di amministrazione di Ubi in questi giorni dovesse pronunciarsi contro l’operazione, come è possibile nonostante l’agenzia di rating Fitch già da tempo abbia fatto presente che é solo grazie all’offerta di Intesa che il titolo non è stato declassato a junk.”

Panerai entra anche nel dettagli della vicenda facendo esplicitamente riferimento ai soci di maggioranza che si celano dietro la finanziaria Parvus: “Infatti, scrive l’editore e direttore del Gruppo Class, gli azionisti di maggioranza e soprattutto quelli rappresentati da Parvus possono consapevolmente decidere se e quanto eventualmente rimetterci e indirizzare in tal senso l’orientamento della banca sotto Ops. Al contrario i piccoli azionisti avrebbero soltanto la strada del contenzioso legale per fare valere i propri diritti. Come? Sono tre le strade che stanno vagliando in questi giorni gli avvocati scesi in campo per conto proprio e per iniziativa di comitati risparmiatori, per ora informali ma pronti ad organizzarsi per evitare che UBI fornisca informazioni errate o fuorvianti al mercato nel comunicato di valutazione dell’Ops atteso per i prossimi giorni: 1) un’azione di responsabilità verso l’amministratore di UBI a norma dell’articolo 2395 del codice civile e verso Ubi stessa (articolo 2049); 2) una class action nei confronti di UBI, per la perdita di valore del titolo causata dal mancato successo dell’Ops e, infine, 3) un esposto alla Consob per aprire un procedimento sanzionatorio verso il consiglio di amministrazione, in caso di violazione degli obblighi relativi appunto al comunicato che il Cda deve mettere su sull’offerta. Ma non è escluso che possono decidere per le tre azioni insieme”.

Panerai poi, nel ricordare come i comitati dei piccoli azionisti in via di formazione stanno monitorando le iniziative sinora poste in essere da UBI per ostacolare l’Ops e impedire ai soci di UBI di pronunciarsi, sottolinea come queste azioni “non dovevano e non potevano essere avviate senza l’autorizzazione preventiva dei soci, ai quali il pur bravo amministratore delegato Victor Massiah e il Cda di UBI, da un lato hanno impedito di pronunciarsi in via preventiva sull’opportunità o meno di intraprendere le misure difensive sopra indicate, dall’altro lato, come succede quando l’offerta non è stata gradita da chi al potere sulla banca, Vengono usati tutti i mezzi per ostacolare l’ops è impedire agli azionisti UBI di decidere se aderire o meno all’offerta.ovviamente i più danneggiati da un insuccesso dello PS, come si raccoglie anche in via nazionale-prosegue panorama pane Rai-sarebbero i piccoli ma non solo, perché ce ne sono anche di significativi che si sono fatti i conti e sperano che lo PS si faccia e abbia successo”.

Le conclusioni di Panerai si concentrano sui vantaggi che una felice conclusione dell’Ops potrebbe produrre. Panerai infatti scrive di “opportunità rarissima”. “MF-Milano Finanza  più volte ha sottolineato l’importanza del presidio da parte delle banche dell’economia dei territori, e quindi non gioisco a vedere assottigliarsi il numero degli istituti. Ma questa Ops, sia pure lanciata pre-Covid, ha due vantaggi contemporaneamente: rendere più forte la prima banca italiana, portandola a dimensioni europee, e consentire agli azionisti di Ubi, che era nata come Banca Popolare, di trarre valore significativo dalla fusione. Una opportunità rara, anzi rarissima, nel contesto economico di oggi e del prossimo futuro”.

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